Waste 4 Luglio-Settembre 2018

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Anno II Luglio Settembre 2018

Casa Editrice la fiaccola Srl

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

L’OCCHIO INFRAROSSO PER BIOCOMBUSTIBILI IL MODELLO ITALIANO A NEW YORK

MOTORIZZAZIONE A METANO PER L’IGIENE URBANA

LA MISSION DELLA MOSCA SOLDATO



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SOMMARIO

ISSN 2610-9069

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Numero 4 Luglio Settembre 2018

Direttore responsabile Lucia Edvige Saronni lsaronni@fiaccola.it

General Manager Giuseppe Guzzardi gguzzardi@fiaccola.it

Direttore Editoriale Maria Angela Feliciello mfeliciello@fiaccola.it

Rifiuti solidi

8

14 18 20 24 27 39

Tocca ferro a testa alta Sulla strada maestra che porta all’ecologia Multiscreening VMS in festa nella cava

45 47

56 64

Dal differenziato vantaggi per tutti

72

I bassotti vanno a gas

74

Una fabbrica multiriciclo nel cuore della Lanterna Efficienza e sicurezza del catering aereo

Acque reflue 41

Biowaste

Il Gestore nel guado dell’indizio di reato

L’occhio infrarosso per biocombustibili dall’Università Politecnica delle Marche Una differenziata all’italiana conquista New York La purezza che porta lavoro: una potenzialità da 50 mila posti di lavoro dal pacchetto Circular Economy

Rubriche 4

33

Rimini, capitale del futuro sostenibile La tecnologia Surfactant che bonifica il terreno

Cosa accomuna gli scarti della torrefazione agli insetti e ai pesci?

52

76

Advertiser e aziende citate News rifiuti solidi: solo riciclo per la produzione Adidas entro il 2024, materiali riciclati per la stampa in 3D, le nove anime di Remtech News acque reflue: Rho comune virtuoso, l’Italia invece è sanzionata dalla UE per ritardi nell’adeguamento del sistema fognario, gestione virtuosa con i robot amici del sodalizio Aarhus VandBlue Ocean Robotics News biowaste: Ecotessuto in cocco, mosche soldato per nuovi concimi organici, l’energia (di rifiuti in plastica) arriva dal mare e il cibo di scarto riciclato e venduto in ... lattina

Redazione Mauro Armelloni Matthieu Colombo Alberto Finotto Gianenrico Griffini - Responsabile della sezione veicoli e allestimenti Emilia Longoni waste@fiaccola.it Collaboratori Eliana Puccio

Segreteria Ornella Oldani ooldani@fiaccola.it

Impaginazione e progetto grafico Studio Grafico Page Novate Milanese (MI) Amministrazione Federica Santonocito amministrazione@fiaccola.it Abbonamenti Mariana Serci abbonamenti@fiaccola.it Traffico e pubblicità Laura Croci marketing@fiaccola.it

Marketing e pubblicità responsabile estero Sabrina Levada slevada@fiaccola.it Agenti Giorgio Casotto T 0425 34045 - F 0425 418955 info@ottoadv.it per Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna (escluse Parma e Piacenza) Trimestrale - LO/CONV/059/2010 Reg. Trib. Milano N. 230 del 19/07/2017 Stampa Tep srl - Strada di Cortemaggiore, 50 Piacenza

ISCRIZIONE AL REGISTRO NAZIONALE STAMPA N.01740/Vol. 18/Foglio 313 21/11/1985 Roc 6274 Prezzi di vendita abb. annuo Italia abb. annuo Estero una copia una copia Estero

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60,00 120,00 20,00 40,00

È vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale o parziale di testi, articoli, pubblicità ed immagini pubblicate su questa rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali, ecc. La responsabilità di quanto espresso negli articoli firmati rimane esclusivamente agli autori. Il suo nominativo è inserito nella nostra mailing list esclusivamente per l'invio delle nostre comunicazioni e non sarà ceduto ad altri, in virtù del nuovo regolamento UE sulla Privacy N.2016/679. Qualora non desiderasse ricevere in futuro altre informazioni, può far richiesta alla Casa Editrice la fiaccola srl scrivendo a: info@fiaccola.it Organo di informazione e documentazione Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana: numero di iscrizione 15794 Casa Editrice la fiaccola Srl 20123 Milano, Via Conca del Naviglio 37 Tel. +39 02 89421350 Fax +39 02 89421484 fiaccola@fiaccola.it www.fiaccola.com


adv__baw.pdf 6 14/07/2018 14.13.08

Per il risanamento ambientale... scegli l’eccellenza!

“Il progetto nasce dalla convinzione che la divulgazione scientifica e tecnologica sia l’unico modo che abbiamo per migliorare l’ambiente in cui viviamo, per noi, ma soprattutto per i nostri figli”.

C

M

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Technologies That Excite è un progetto di divulgazione tecnologica internazionale, ideato e coordinato da BAW s.r.l., finalizzato a promuovere le migliori tecnologie di bonifica ad oggi disponibili sul mercato. Il progetto coinvolge e raggruppa società fornitrici di tecnologie di assoluta avanguardia in una rete internazionale, unica nel suo genere, che si propone agli operatori di settore come un contenitore da cui attingere le migliori soluzioni tecniche per le loro problematiche ambientali.

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K

Le società ad oggi incluse nel progetto TTE, e rappresentate in Italia da BAW s.r.l. sono:

Prodotti Innovativi per il risanamento di terreni e aquiferi contaminati

Surfactant Remediation Technologies

Tecnologie innovative di bioremediation

Sistemi tecnologicamente avanzati per la caratterizzazione ambientale

Campionatori passivi di acque di falda contaminate

Analisi microbiologiche e biological tools

BAW s.r.l Via Galimberti 50, 12030 Manta (CN) - tel. 0175-86642 fax. 0175-571028 - www.baw-env.it - techsupport@baw-env.it


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ADVERTISERS

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

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Anno II Luglio Settembre 2018

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Casa Editrice la fiaccola Srl

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

L’OCCHIO INFRAROSSO PER BIOCOMBUSTIBILI IL MODELLO ITALIANO A NEW YORK

MOTORIZZAZIONE A METANO PER L’IGIENE URBANA

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ecomondo.com . . . . . . . . . . . . . . . . .55

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atlantide-web.it . . . . . . . . . . . . .IV Cop

zainomotore.com . . . . . . . . . . . . . . .77

IN COPERTINA

4

LA MISSION DELLA MOSCA SOLDATO

Esemplare di hermietia illucens insetto dittero conosciuto come black soldier fly (mosca soldato nera), originario del continente americano ma attualmente cosmopolita, che rappresenta oggi un ottimo modello sperimentale di laboratorio, come descritto a pag. 56.

Rende Elettrico il tuo Miniescavatore

forrec.eu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35

AZIENDE CITATE A Aarhus Vand ..........................52 Adidas ....................................33 Allison ....................................25 Anemotech ............................36 B Baw ........................................47 Bkt..........................................14 Brigade Elettronica ................39 C Contarina................................20

F Farid ......................................24 Fluence Corporation ..............54 G Greenpeace ............................36 Gruppo Benfante ....................27 I Ikea ........................................77 Iveco Daily ..............................23 Ivey International Inc...............47

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

L Liebherr ..................................8 LifeGate ..................................26

M Mercedes-Benz ......................24 Midicar ..................................22 N Nanollose ..............................76 Novamont Mater-Bi................73

S Sfridoo....................................37 T Turboden - Gruppo Mitsubishi 38 Tyson Food..............................79

V VassFwe ..................................8 W Wang ......................................54

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Luglio Settembre 2018


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EDITORIALE

UNICITÀ DIVERSITÀ PARITÀ

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Non c’è futuro senza ricerca. Sulle pagine di Waste desideriamo dare spazio anche alla ricerca universitaria e cominciamo prendendo in esame due progetti sviluppati dall’Università Politecnica delle Marche.

Il primo riguarda lo studio di nutrienti alternativi per la produzioni di alcune specie ittiche, partendo dagli scarti di torrefazione del caffè (pag. 56). Il secondo ha come obiettivo la realizzazione di uno strumento aggiuntivo di supporto alle analisi per il controllo qualitativo dei biocombustibili solidi (pag. 64). L’ateneo marchigiano si posiziona ai primissimi livelli in Italia. Su 12 dipartimenti che lo compongono, 8 sono stati valutati Dipartimenti di Eccellenza, e 5 beneficiano di un finanziamento straordinario che permetterà il reclutamento di 40 giovani ricercatori, di cui 20 a tempo indeterminato. Lo scorso 14 maggio, alla cerimonia di conferimento del titolo di Dottore di Ricerca 2016/2017, il Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi ha lanciato un appello alla platea“Chiedo il vostro aiuto affinché possiate contribuire alle scelte del Paese per un futuro di competenze basate sulla conoscenza. Abbiamo bisogno dell’opinione pubblica per diffondere i valori che qui coltiviamo ogni mattina, come la conoscenza, la ricerca e lo studio; valori fondanti per la società del futuro, perché attraverso questi valori, possiamo dare ai nostri studenti un futuro di crescita.” I Dottori di Ricerca sono la cinghia di trasmissione nelle università, nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni. “Quest’anno - ha continuato il Rettore - affronteremo un tema più che mai attuale. Riassunto in tre parole: unicità, diversità e parità. Sono convinto, che aprendo le porte delle nostre aule al confronto di idee ed esperienze, si possano offrire occasioni per valorizzare le unicità e le diversità di ognuno per garantire parità di ruoli e di opportunità”. Tra gli ospiti al Dottorato Day, anche Diego Della Valle che ha voluto dedicare un pensiero ai circa 100 neo Dottori di Ricerca. “Non ho una ricetta pronta per voi. Le mie origini sono semplici, non ho creato una start-up o se l'ho fatto ho avuto dalla mia parte l’aiuto di mio padre, grazie alle sue idee e alla sua reputazione. Quando ho cominciato ho avuto idee chiare, tenacia e fortuna. Il primo messaggio: quando avete idee, siate determinati perché è uno dei fattori necessari per portarle avanti. Uno può scegliere di fare l'imprenditore, per essere il migliore, per diventare ricco, oppure per essere un “coagulatore” di energia e mettersi a disposizione degli altri, del territorio. Questa è la strada che preferisco”. Maria Angela Feliciello Luglio Settembre 2018


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CARICATORI

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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Tocca ferro a testa alta

Il più compatto dei movimentatori industriali Liebherr ha conquistato la VassFer, specializzata in ferro e acciaio Matthieu Colombo

L

ecco e il ferro vivono in simbiosi da secoli. La vocazione siderurgica di questa città risale, fin al Medioevo, in ragione della presenza di giacimenti di minerale ferroso nella vicina Valsassina. Nell’Ottocento, lungo la vallata del fiume Gerenzone, già fonte di energia a impatto zero, sono sorte fucine e opifici per la lavorazione del metallo. Durante lo scorso secolo, il comparto metallurgico lecchese si

è trasformato in un’industria moderna grazie, tra gli altri, all’industriale Giuseppe Badoni e ad un visionario dal nome oggi altisonante: Giorgio Enrico Falck. Nonostante i Falck si siano trasferiti a Sesto San Giovanni (MI) ad inizio Novecento, negli anni Sessanta Lecco era comunque considerata uno dei principali poli industriali d’Italia, secondo a Milano e Varese, e contemplava un tessuto di Luglio Settembre 2018


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CARICATORI

Il nuovo caricatore Liebherr LH 22 M Litronic Industry in azione nella storica sede VassFer di Valmadrera (LC).

Ferro “naturale”

Lecco è stata nei secoli un importante centro di lavorazione del ferro sia per la prossimità dei bacini minerari, sia per la nascita di siti siderurgici della Valsassina. La filiera include oggi aziende tecnologicamente avanzate che tengono alta la bandiera del distretto metalmeccanico lecchese. La VassFer di Valmadrera ha lavorato per oltre trent’anni quale anello della catena strategico di questa filiera alleggerendo le industrie della Valsassina degli scarti di produzione. Oggi VassFer ingrandisce il proprio impianto e punta a diversificare con carta, plastica e legname. grandi industrie. Oggi il comparto è formato per lo più da piccole e medie imprese che tengono la testa alta lavorando nuove leghe metalliche con tecnologie esclusive e specializzate. Non si butta via niente VassFer è nata oltre quarant’anni fa in questo quadro geografico industriale che, per chi non è del settore, stona e stride con il fascino della natura, del Luglio Settembre 2018


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CARICATORI

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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Da sinistra, Bruno Vassena, fondatore di VassFer, Simone Beretta, commerciale di Liebherr EMtec Italia per Bergamo e Lecco, Mattia Vassena e Carlo Vassena.

lago e delle montagne riconoscibili sin da Milano grazie all’esclusivo profilo del Resegone. L’idea del fondatore Bruno Vassena è stata quella di movimentare, selezionare e valorizzare

gli scarti della produzione industriale locale. Un concetto tanto semplice quanto lungimirante. Oggi infatti i figli di Bruno, Mattia e Carlo, sono parte attiva di un’azienda che getta le fon-

damenta di una nuova sede operativa a Valgreghentino (LC) per crescere e fare spazio anche al conferimento di rifiuti solidi di categoria differente come carta e cartone, plastica e leLuglio Settembre 2018


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CARICATORI

Nonostante sia il movimentatore più leggero della gamma Liebherr, l’LH 22 M Industry ha un sottocarro estremamente robusto. Il peso operativo complessivo, a seconda della configurazione, varia da 21.000 a 22.200 kg.

Il nuovo LH 22 M Industry è prodotto nello storico stabilimento di Kirchdorf dove l’esperienza progettuale e costruttiva di caricatori è lunga oltre 50 anni.

VassFer recepisce fino a 300 t di materiale ferroso al mese. Il 40 per cento è ferro, un altro 40 per cento acciaio e il restante 20 misto con prevalenza di alluminio e rame. Nella nuova sede di Valgreghentino i materiali saranno stoccati al coperto.

gname. Dagli attuali mille metri quadrati coperti, i Vassena passano a tremila metri coperti, in modo da poter eseguire fasi di movimentazione, scarico e carico, indipendentemente dalle Luglio Settembre 2018

condizioni climatiche che, d’inverno possono essere proibitive. Il crescere della seconda generazione in azienda ha portato una maggiore attenzione al costo per tonnellata movimentata.

Movimentare in business class La scelta del nuovo caricatore Liebherr LH 22 M Litronic Industry è avvenuta grazie ai “ragazzi” che hanno sempre ammirato i modelli tedeschi al lavoro. Il nuovo Liebherr è di fatto il modello più compatto della gamma di generazione LM, ma non per questo va definito entry level. È esattamente il contrario, si tratta di una macchina dalle caratteristiche premium ma in formato ridotto e disponibile con una moltitudine di varianti che ne esaltano la vesatilità operativa. I Vassena hanno scelto un LH 22 M con larghezza massima entro i 2.550 mm, lama stabilizzatrice anteriore, stabilizzatori posteriori, cabina elevabile idraulicamente LHC 255, radiatori a maglie larghe, braccio dritto da 6.000 mm e bilanciere piegato da


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CARICATORI

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I consumi contenuti sono uno dei punti forti del nuovo LH 22 M. Merito della gestione elettronica avanzata LPe, ma anche del 4 cilindri Liebherr D924 Stage IV da 105 kW di potenza massima a soli 1.800 giri/min.

LATO SICUREZZA L’LH 22 M ha due telecamere ad alta risoluzione di serie. Una inquadra il retro torretta, l’altra il lato destro. L’area di lavoro è illuminata con fari a led da 2.000 lumen.

In cabina a oltre 5 m La cabina dei modelli di nuova generazione LH è rifinita con cura maniacale e l’ambiente pressurizzato abbatte il livello sonoro interno a soli 70 dB(A). Lo spazio a bordo non manca e grazie a svariate regolazioni, l’operatore può trovare la giusta posizione per concentrarsi al meglio sul lavoro. I Vassena hanno scelto la versione LHC 255 elevabile idraulicamente fino ad un massimo di 5.704 mm d’altezza in modo da avere una visibilità totale sull’area di lavoro e in fase di carico.

Sul nuovo LH 22 M si apprezza l’interfaccia a colori con monitor touchscreen che trasmette anche informazioni diagnostiche.

4.500 mm, più il sistema per limitare l’altezza operativa dell’attrezzatura in base alle condizioni operative (ad esempio in un capannone o in presenza di una linea elettrica aerea). Luglio Settembre 2018


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FOCUS ON

CARICATORI

13 La benna mordente a polipo è una Liebherr modello GM 55B a cinque elementi.

Stabilità on demand

La personalizzazione dell’LH 22 M parte dalla punta dell’attrezzatura per arrivare a terra, passando per braccio e bilanciere. In base alle esigenze di stabilità, si può avere il carro con i soli stabilizzatori posteriori, con stabilizzatori dietro e lama davanti o con quattro stabilizzatori, due davanti e due dietro. In alternativa è possibile richiedere anche il sottocarro cingolato largo 3.000 mm con pattini da 600 mm.

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Nei primi mesi d’utilizzo in VassFer l’LH 22 M ha soddisfatto tutti, andando anche oltre le aspettative in termini di agilità su piazzale, comfort, silenziosità operativa e consumo di carburante. Mattia e Carlo sono convinti di

aver fatto una buona scelta, ma soprattutto papà Bruno, che ha sempre utilizzato macchine italiane con una gestione elettronica ridotta all’osso, è tornato a scaldare volentieri il sedile in cabina. Lavorare è un piacere. l


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RIFIUTI SOLIDI

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Sulla strada maestra che porta all’ecologia

Nell’impegno verso il settore OTR, la strategia di BKT annovera diversi, avanzati moduli di pneumatico riservati alle pale caricatrici nei siti di stoccaggio dei rifiuti Alberto Finotto

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RIFIUTI SOLIDI

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Le pale gommate costituiscono un banco di prova costante per gli pneumatici BKT della linea OTR utilizzati nei siti di conferimento e trattamento rifiuti.

L

a celebrazione del decennale di Earthmax, il pneumatico di BKT dedicato alle applicazioni movimento terra e in generale ai contesti heavy duty, ha richiamato una galassia di opportunità operative che comprendono naturalmente il settore del riciclaggio, soprattutto nelle movimentazioni di materiali all’interno dei siti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti. Nel corso del recente evento internazionale di Creta, dedicato proprio a Earthmax, il board di BKT al completo ha riservato ai rap-

presentanti del management globale legato al marchio, e a una schiera di giornalisti selezionati, la più ampia disamina del presente e del futuro dei pneumatici OTR nella strategia di mercato che riguarda i vari settori di intervento. Strategia di settore Le parole di Arvind Poddar, presidente del global producer indiano di pneumatici, hanno rimarcato “la fiducia nella prossima ripresa su ampia scala del settore OTR. La crisi globale ha imperversato sotto ogni latitudine, ma le mie aspettative riguardo alla strategia basata sulla gamma Earthmax sono sempre state ottimistiche. Perseverando in questo piano di espansione, quindi, la missione Earthmax, anno dopo anno, è diventata prioritaria per BKT”. Un vero e proprio ambasciatore della storia e dei valori aziendali, il marchio Earthmax, con valori prestazionali relativi all’ampiezza di misura del disegno (relativamente all’impronta del pneumatico), alla resistenza su qualsiasi tipo di suolo in condizioni estreme e alla roSotto: Arvind Poddar, presidente di BKT, tiene il suo discorso inaugurale all’evento di Creta - nel giugno scorso - dedicato al decennale Earthmax.

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2.400 Tanti sono i prodotti commercializzati nel mondo dall’indiana BKT

160 Sono i Paesi in cui BKT commercializza pneumatici


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RIFIUTI SOLIDI

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bustezza strutturale (un parallelo, evidenziato da Arvind Poddar, con l’attuale consolidamento dell’impianto produttivo e commerciale di BKT in India e nel mondo). In testa al recycling La specificità della gamma OTR per il waste management è rappresentata in primo piano dal modello BK-Loader 53. Questa tipologia di pneumatico - disponibile nella misura 405/70 R 20 - è caratterizzata da cinture in aramide ed è stata specificamente progettata per equipaggiare le pale caricatrici impegnate nelle diverse applicazioni industriali, e in particolare nel recycling. Il disegno speciale del battistrada assicura un’ottima stabilità laterale e per la sua impronta extra profonda la resistenza all’usura, ai tagli e alle perforazioni è garantita al massimo grado. Il pneumatico BK-Loader 53 si distingue inoltre per le rilevanti proprietà di autopuli-

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

tura e per grip e trazione di assoluto riguardo sia su superfici bagnate che asciutte. Altri modelli molto adatti all’ambito del riciclaggio e del trattamento rifiuti rientrano nella gamma Earthmax e sono l’SR 43, l’SR 53 e l’ SR 55, con battistrada di classe L5 e L5-S. Avanguardia e mercato La progettazione e la produzione dei vari modelli di pneumatici OTR (comprese le tipologie Giant) è andata di pari passo con il trasferimento strategico dell’intera linea di produzione di pneumatici radiali All Steel per nel sito produttivo BKT di Bhuj durante il biennio 20142015. Lo sforzo di BKT è volto al raggiungimento delle 40.000 tonnellate all’anno vendute nel segmento radiale All Steel entro il 2020, in tutto il mondo, per ottenere in seguito il 10% della quota di mercato OTR entro il 2025, quando il sito di Bhuj sarà a pieno regime. Dilip Vaidya, direttore della divisione tecnologica di Luglio Settembre 2018


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CASE HISTORY

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RIFIUTI SOLIDI

Sotto, l’autore dell’articolo con, a sinistra, Arvind Poddar, presidente di BKT, durante l’evento, a Creta, dedicato ai primi 10 anni della serie Earthmax.

Le fattispecie Earthmax più adatte al recycling riguardano i modelli SR 43, SR 53 ed SR 55. Altra importante specialità OTR, il BK-Loader 53.

BKT, parla di investimenti tangibili già realizzati e ancora da implementare. “Sono stati acquisiti per lo sviluppo produttivo di Bhuji macchinari di ultima generazione che oggi sono in grado di migliorare il processo di realizzazione

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dei pneumatici - conferma Vaidya - Parliamo di composizione delle mescole, di lavorazione e taglio delle corde in acciaio, di calandratura dei pneumatici. Stiamo effettuando ricerche per implementare soluzioni di controllo del pneumatico tramite sensori, cercando di perfezionare i flussi di dati e analisi finalizzati all’incremento della produttività del penumatico, in linea con le istanze più avanzate in tema di sostenibilità, mobilità differenziata dei mezzi e sicurezza”. La direttrice di ricerca e sviluppo BKT ha portato di recente a un accordo di ricerca sinergica con Kultevat, azienda statunitense all’avanguardia nell’ambito della biotecnologia, applicata soprattutto alla coltivazione e lavorazione del tarassaco TKS come alternativa sostenibile alla gomma naturale. Dopo una serie di test, il primo risultato è di assoluta rilevanza: la fornitura di una tonnellata di gomma TKS stabilizzata entro ottobre 2019 alla linea produttiva BKT. In questo contesto, il nuovo impianto di Carbon Black recentemente inaugurato a Bhuji è un passo ulteriore sulla l strada del progresso.

7.000 I dipendenti della BKT sono oltre settemila

5 Sono gli stabilimenti BKT dislocati in India nelle località Aurangabad, Bhiwadi, Chopanki, Dombivali e Bhuj

30% Negli ultimi cinque anni il fatturato della divisione pneumatici Off-Highway di BKT è cresciuto del 30 per cento


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Attrezzatura vertice della ricerca Cangini nel recycling, questa vagliatrice ha conquistato un pubblico di 300 specialisti riuniti a Palosco per un grande evento dimostrativo Andrea Nucci

ATTREZZATURE

MERCATO

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Multiscreening VMS in festa nella cava

L

a benna Multiscreening VMS Cangini, lanciata da circa un anno sul mercato internazionale, sempre più è un attrezzo protagonista nei cantieri e nelle applicazioni dove la selezione e il riciclaggio sono preminenti. In questo 2018, la vagliatrice di ultima generazione è stata ospite d’onore

nel corso di una serie di set dimostrativi organizzati nello scenario della Cava di Palosco, vicino a Bergamo. In questo scenario magnifico, lo scorso giugno, gli specialisti di settore si sono dati appuntamento per provare le attrezzature più efficaci nelle operazioni di recycling, abbinate a macchine movimento terra di ultiLuglio Settembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

MERCATO

ATTREZZATURE

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Giorgio Cangini, presidente di Cangini Benne.

ma generazione. Per la prima delle dimostrazioni previste, riflettore d’eccezione puntato sul costruttore Kobelco per il lancio in anteprima europea del nuovissimo escavatore cingolato SK210SNLC-10 da 21 tonnellate, equipaggiato con la benna vagliatrice Multiscreening di Cangini, frutto magnificente (e brevettato) del reparto Ricerca & Sviluppo interno dell’azienda di Sarsina. Più di 300 rappresentanti di altrettante imprese hanno partecipato all’evento nella Cava Palosco, per oltre mille prove portate a termine nell’entusiasmo e nell’interesse generale. Brevetto di versatilità “La benna Multiscreening Cangini è perfetta per noi – raccontano alcuni dei tester invitati - perché con la stessa attrezzatura possiamo ottenere materiali di diversa pezzatura senza fermarci per sostituire i vagli”. Il risulLuglio Settembre 2018

I cestelli rotanti che compongono la benna Multiscreening sono due e scorrono uno sull'altro: quello più interno, azionato da un cilindro idraulico, spostandosi, regola la dimensione di uscita del materiale, determinando l'eccezionale versatilità dell'attrezzatura.

tato commentato dai protagonisti in cava centra l’obiettivo che l’area R&D di Cangini si era prefissata. “Innovare significa trovare soprattutto soluzioni tecniche nuove, spesso partendo da idee molto semplici, che in certi casi si dimostrano rivoluzionarie - ha spiegato Giorgio Cangini, presidente dell’azienda romagnola - Sempre più vengono apprezzate le qualità di queste attrezzature che riescono a offrire performance elevate e rapidità delle operazioni. Perché oggi il risparmio a livello di tempi e costi è ancor più importante. In queste vagliatrici (per escavatore

e con attacco frontale, a doppio cestello rotante in HB400), il sistema di variazione della granulometria con comando idraulico in cabina permette la selezione dello spessore del materiale da 25 a 60 mm (65 per i due modelli VMS20 e VMS30), senza interrompere, e rallentare, il ciclo di lavoro e senza sostituire alcun elemento meccanico. I cestelli rotanti che la compongono sono due e scorrono l’uno sull’altro: quello più interno, azionato da un cilindro idraulico, spostandosi varia la dimensione dei fori di uscita del materiale. l


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AZIENDE

CONTARINA

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Sopra, uno degli impianti della Contarina per il trattamento dei rifiuti. Il centro di Spresiano (Treviso) può trattare circa 84mila tonnellate l’anno di rifiuti.

Dal differenziato vantaggi per tutti Gestire in modo ottimale la raccolta e il riciclo dei rifiuti fa bene all’ambiente e ai portafogli degli utenti. L’esempio di un’azienda in provincia di Treviso Gianenrico Griffini

S

e la raccolta differenziata dei rifiuti urbani è ben organizzata ed è sostenuta dalla collaborazione degli utenti, i vantaggio sono molteplici sia per l’ambiente, sia per i cittadini. Lo dimostrano le cifre della Contarina, azienda pubblica attiva dal 1989 con € 400

Le cifre parlano da sole La società veneta opera su territorio che copre un’area di 1.300 chilometri quadrati, con una popolazione residente di oltre 554mila abitanti. Con la raccolta porta a porta, la gestione integrata dei rifiuti e l’implementazione di un sistema di incentivazione dei comporta€ 357,9

€ 350 € 300

sede a Lovadina di Spresiano (Treviso), che si occupa della gestione dei rifiuti e di altri servizi ambientali a Treviso e in 50 comuni appartenenti al Consiglio di Bacino Priula.

€ 309,1

€ 304,8

€ 270,1

€ 250

€ 185,6

€ 200 € 150 € 100 € 50 €0

Nord Italia

Centro Italia

Sud Italia

Italia

Contarina

Fonti: Dati Contarina 2016, Green Book 2016 (dati 2015), iva compresa escluso tributo provinciale.

Luglio Settembre 2018


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CONTARINA

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

AZIENDE

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A fianco, una panoramica del parco mezzi della Contarina costituito da circa 500 camion, adibiti alla raccolta dei rifiuti. Sotto, la pesatura dei veicoli all’ingresso dell’azienda.

Il confronto con il resto d’Italia La produzione di rifiuti in Italia (kg/abitante*anno)

Produzione di rifiuti riciclabili

Produzione di rifiuti non riciclabili

Fonti: dati Contarina 2016, Rapporto Rifiuti ISPRA 2017 (dati 2016)

menti virtuosi (le tariffe sono calcolate in base alla quantità di rifiuto secco non riciclabile prodotto), la Contarina ha raggiunto una percentuale di differenziato dell’85 per cento, a fronte di una media italiana del 52,5 per cento e di un 72,9 per cento dell’intero Veneto. In Luglio Settembre 2018

Nella pagina a fianco, il grafico delle tariffe di raccolta dei rifiuti nei comuni serviti da Contarina e nelle altre regioni d’Italia. A fianco, le quantità di rifiuti riciclabile e non riciclabili prodotte nelle diverse regioni della Penisola e nell’area di competenza dell’azienda.

parallelo, la produzione pro capite di rifiuto secco nei 50 comuni serviti dalla società si è attestata a 58 chili per abitante per anno, rispetto ai 236 chili della media nazionale. Tutto ciò si è tradotto in tariffe inferiori ai valori delle altre regioni della Penisola. I dati 2017 parlano,

infatti, di poco più di 185 euro l’anno per una famiglia di tre persone, mentre la media italiana si attesta a 304 euro l’anno, con un massimo di quasi 358 euro per le regioni del Sud. Meno l’impatto ambientale Per limitare l’impatto ambientale generato dall’eventuale smaltimento dei rifiuti in discarica, la Contarina dispone di un impianto di compostaggio situato a Trevignano (Treviso), adatto per 35mila tonnellate l’anno di materiali in ingresso (19mila tonnellate di frazione organica e 16mila di rifiuti ligneocellolosici). A ciò si aggiungono un centro per il trattamento della frazione secca non riciclabile da 84mila tonnellate l’anno e un impianto per il recupero del rifiuto secco riciclabile con una capacità


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AZIENDE

CONTARINA

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

A sinistra, la sezione posteriore dell’allestimento New Midicar Cl, uno degli stabilizzatori che assicurano l’equilibrio del veicolo in fase di ribaltamento e la pulsantiera di comando dell’attrezzatura.

di quasi 53mila tonnellate l’anno. Il servizio di raccolta porta a porta nei 50 comuni serviti è affidato a una flotta di circa 500 veicoli, costituita prevalentemente (oltre 320 unità) da camion di 7,5 tonnellate di peso totale a terra. Fra i mezzi entrati recentemente in servizio presso la società veneta vi sono sette Iveco Daily Natural Power 70C14 con propulsore a gas naturale compresso,

abbinato al cambio automatico HiMatic a otto rapporti. Tutti i veicoli sono allestiti con un’attrezzatura compattante New Midicar Cl, realizzata dalla Novarini. Come è fatto l’allestimento L’allestimento è costituito da tre componenti primari: una vasca in lamiera d’acciaio di 6,6 metri cubi di capacità, Luglio Settembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

CONTARINA

AZIENDE

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A fianco, una vista tre quarti anteriore degli Iveco Daily 70C14 con motorizzazione a gas naturale compresso (Cng) e l’attrezzatura della Novarini in fase di ribaltamento. Sotto, il dispositivo laterale di presa e sollevamento dei cassonetti per il conferimento dei rifiuti nella vasca e una delle bombole di gas naturale compresso sottotelaio.

un apparato di compattazione, con pala e carrello in materiale antiusura, e un dispositivo laterale di presa, sollevamento e svuotamento dei cassonetti. Che possono essere da 120-240 o 360 litri di capacità (due abbinati), oppure da 660 o 1.100 litri. La vasca di raccolta a tenuta stagna, grazie alle saldature a filo continuo con sigillatura delle giunzioni, è vincolata al telaio a longheroni Luglio Settembre 2018

e traverse del Daily mediante un controtelaio. Che ha la funzione di irrigidire la struttura per resistere alle sollecitazioni meccaniche indotte dai cicli di lavoro. Il cassone, inoltre, è dotato di una copertura superiore - che si estende per l’80 per cento della superficie - per impedire la perdita dei rifiuti nelle fasi di trasferimento su strada e per garantire l’incolumità degli operatori durante i cicli di compattazione. Lo scarico della vasca avviene mediante ribaltamento posteriore, assicurato da due cilindri idraulici telescopici, che permettono un’inclinazione massima di 90 gradi. Questa operazione consente anche l’abbinamento diretto del veicolo con

compattatori di maggiori dimensioni muniti di bocca di carico universale. Il Daily è dotato di stabilizzatori idraulici, che si dispiegano automaticamente quando viene attivato il ribaltamento. L’allestimento può essere azionato elettricamente, sfruttando l’energia di un pacco batterie agli ioni di litio. l


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VEICOLI INDUSTRIALI

MERCEDES-BENZ ECONIC NGT

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Una vista tre quarti anteriore di un Mercedes-Benz 2630 Econic Ngt della Aemme La cabina ad accesso facilitato con pavimento a 800 millimetri da terra facilita la salita e la discesa degli operatori.

Sopra, un tre quarti posteriore, che permette di apprezzare le caratteristiche del compattatore Farid a carico posteriore. A fianco, la pulsantiera di comando del gruppo di compattazione.

I bassotti vanno a gas Motorizzazione a metano di 7,7 litri da 302 Cv e cambio automatico Allison a sei rapporti per i 6x2 della Stella utilizzati da Aemme Linea Ambiente Gianenrico Griffini

P

ropulsore alimentato a gas naturale compresso e cambio automatico Allison a sei rapporti sono i principali elementi della catena cinematica dei Mercedes-Benz Econic 2630 Ngt allestiti con compattatore a carico posteriore Farid, entrati in servizio presso la Aemme Linea Ambiente di Legnano. Aemme è una società del gruppo Amga, che si occupa dei servizi di igiene urbana (raccolta differenziata e trasporto dei rifiuti, spazzamento delle strade e gestione delle piattaforme ecologiche) in 17 comuni che si estendono su una superficie di 133 chilometri quadrati a cavallo fra le province di Milano e Varese nei quali risiedono oltre 250mila abitanti. Con un parco mezzi di oltre 240 camion vengono gestite

ogni anno 124mila tonnellate di rifiuti con una percentuale media di raccolta differenziata superiore al 73 per cento. Gli Econic 2630 Ngt in configurazione 6x2, con primo assale da 8 tonnellate, secondo da 13,4 ton e terzo assale sterzante da 7,5 tonnellate di portata, sono equipaggiati con il propulsore M936G a sei cilindri in linea. Il motore, che può Luglio Settembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

VEICOLI INDUSTRIALI

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A fianco, il posto guida dell’Econic con il cluster strumenti e la pulsantiera del cambio automatico Allison a sei rapporti. Sotto a destra, la telecamera posteriore, il condotto di scarico verticale e la portiera per l’operatore ecologico.

Sotto, due pulsantiere, la sezione posteriore dell’attrezzatura, l’allestimento aperto e la pulsantiera di espulsione.

tato di software Eco per ridurre i consumi di carburante e migliorare la guidabilità durante i passaggi di rapporto. La cabina di guida, ad accesso facilitato, ha il primo gradino d’accesso a 450 millimetri da terra. essere alimentato a metano di origini fossili o con bio-metano proveniente dalla fermentazione dei rifiuti urbani o da quelli delle lavorazioni agricole, sviluppa una potenza massima di 302 Cv a 2.000 giri al minuto. La coppia massima è, invece, di 1.200 Netwonmetro Luglio Settembre 2018

nell’intervallo da 1.200 a 1.600 giri al minuto. Il gas naturale è contenuto in un serbatoio di 600 litri di capacità e in una bombola supplementare di 100 litri, pari a un totale di 110 chili di metano compresso. Il propulsore è abbinato al cambio automatico Allison 3000 Pr, do-

Salire e scendere senza problemi Il piano di calpestio dell’abitacolo si trova, invece, a 800 millimetri dalla superficie stradale. Ciò facilita il compito degli operatori ecologici (uno o due, secondo i materiali) durante le operazioni di raccolta porta a porta. l


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RIFIUTI SOLIDI

NEWS

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

A cura di Eliana Puccio

Il cestino del mare

n Per tutelare la salute del mare, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, LifeGate ha presentato PlasticLess, una tecnologia in grado

di catturare oltre mezza tonnellata di rifiuti l’anno. Grazie al contributo di Volvo Car Italia, principale partner dell’iniziativa, e in collaborazione con Seabin Project e Poralu, LifeGate disporrà nei porti italiani Seabin V5. Si tratta di un dispositivo

Uno stadio all’avanguardia n 10mila pneumatici per lo stadio di Scampia. Dopo dodici anni, il quartiere delle 'Vele' in periferia di Napoli (noto per essere stato la piazza di spaccio più grande d'Europa) ha di nuovo un terreno da gioco. La Commissione di vigilanza di Pubblico Spettacolo ha certificato per l'“Antonio

innovativo in grado di catturare dalla superficie dell’acqua circa 1,5 Kg di detriti al giorno (oltre mezza tonnellata di rifiuti all’anno), comprese le microplastiche fino a due millimetri di diametro e le microfibre fino a 0,3 mm. E non solo, anche i rifiuti più comuni come i mozziconi di sigaretta. Questo’cestino del mare’, già presente in diversi porti negli Stati Uniti e in Europa, può funzionare 24 ore al giorno ed è straordinariamente efficace in aree come i porti, all’interno dei quali i rifiuti confluiscono in mare, a causa dell’azione dei venti e delle correnti.

Landieri, vittima innocente di camorra” la definitiva agibilità. Lo stadio è stato realizzato utilizzando la gomma proveniente dal riciclo di 10mila pneumatici. Frutto di una sinergia istituzionale tra l'Ottava Municipalità e il Comune di Napoli - spiega Apostolos Paipais, presidente della Municipalità - che ha portato a un importante risultato per questo territorio". Luglio Settembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

CASE HISTORY

Una fabbrica multiriciclo nel cuore della Lanterna

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A Genova, il gruppo Benfante ha costruito, a partire dal Secondo dopoguerra, un sistema integrato per raccogliere e valorizzare i rifiuti più vari, dalla carta al vetro, fino ai materiali plastici, al RAEE e al compost Alberto Finotto

a storia del trattamento dei rifiuti in Italia, e, in particolare, la nascita di una coscienza vera della valorizzazione dei rifiuti urbani e industriali come risorsa autentica, non può prescindere dalla storia eccezionale del gruppo Benfante. Dal quartier generale di Genova, questa realtà industriale

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RIFIUTI SOLIDI

di assoluto rilievo propone e fornisce soluzioni integrate per la raccolta, la selezione, la compattazione e l’avvio al riciclo dei rifiuti differenziabili. La garanzia per il cliente è quella di una gestione economicamente vantaggiosa ed efficace dei materiali, nel rispetto rigoroso delle normative ambientali.

50 anni di sviluppo tecnologico e di mercato, in collaborazione con aziende qualificate del territorio.

9 province del Nord-Ovest coinvolte dalla raccolta e dal riciclaggio gestita e coordinata da Benfante.


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RIFIUTI SOLIDI

Nella sequenza di foto sotto, alcune aree di conferimento delle varie aziende del Gruppo Benfante.

CASE HISTORY

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

L’attività dedicata alle scuole è tra le priorità di Benfante nella divulgazione della cultura del riciclo.

Pioniere ecologico Nel Secondo dopoguerra, Domenico Benfante comincia la sua attività di raccolta della carta, nell’area genovese. Sono le prime spore di nascita e sviluppo del settore nazionale che riguarda il ritiro e il riciclo dei materiali di scarto. Dalla fine degli anni Cinquanta e per i sei lustri successivi, Benfante cresce e diventa una realtà consolidata, a beneficio del ruolo d’avanguardia di Genova nell’ambito nazionale della raccolta differenziata della carta, con l’nsediamento di campane nelle strade cittadine. La seconda generazione imprenditoriale, costituita da Marco e Paolo Benfante, a partire dagli anni Novanta, allarga l’attività dell’azienda con lo smaltimento di materiali ferrosi, scarti di plastica, legno, pneumatici e apparecchiature elettroniche fuori uso. Arriviamo al 1997, quando il

Dagli scarti delle frazioni secche derivano nuovi materiali. Benfante, grazie a un’ampia rete commerciale, li destina ai mercati internazionali.

Decreto Ronchi - prima normativa organica in materia di raccolta differenziata, in linea con le direttive dell’Unione Europea - favorisce uno sviluppo sistematico dell’avvio al recupero dei rifiuti d’imballaggio, e pone fi-

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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

CASE HISTORY

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RIFIUTI SOLIDI

30% è la percentuale occupata da carta e cartone sul totale dei rifiuti. Sono una risorsa perchè possono essere utilizzati per produrre carta riciclata

nalmente le basi per uno sviluppo industriale nel settore del riciclo. Benfante si staglia da subito come punto di riferimento per tutte le aziende del comparto, in Liguria. La strategica posizione su un porto strategico del Mediterraneo come quello di Genova consente all’attività di Benfante uno sbocco dei materiali di riciclo sui mercati internazionalio. Così, nella prima decade degli anni duemila, il Gruppo adegua puntualmente le proprie strutture tecniche e operative per rispondere in modo reattivo alle crescenti e mutate esigenze del mercato del recycling e delle normative italiane ed europee in costante evoluzione. Benfante costruisce una nuova struttura manageriale e tramite acquisizioni e creazioni di network integrati allarga il proprio raggio d’azione a tutto il territorio nazionale. Nella compagine societaria è entrato nel 2014 an-

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che un fondo di private equity; novità ulteriore che impone il Gruppo ligure come eccezione virtuosa nel panorama italiano. Una solida impresa famigliare proiettata verso un futuro di continua evoluzione, con otto società costituite in soli due anni, tra il 2015 e il 2016, per offrire e garantire qualsiasi servizio ambientale in tutto il Nord Ovest.

La Recycling Factory La grande rivoluzione avviene nel 2017, con la creazione, nella galassia Benfante, della Recycling Factory, sede d’avanguardia per la gestione completa dei rifiuti solidi. A valle e a monte dell’impianto, rimane il network del Gruppo, che ricopre un ruolo primarionazionale nel recupero di carta e cartone, con una rete di rapporti consolidati nei mercati di riferimento nazionali e internazionali, in grado di fornire al cliente (pubblica am-

100% di riciclabilità totale dei materiali ferrosi. Benfante ne effettua cernita,riduzione volumetrica, trasporto e stoccaggio

8 le società costituite da Benfante tra il 2015 e il 2016 per offrire servizi ambientali


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RIFIUTI SOLIDI

CASE HISTORY

ministrazione o impresa privata), un servizio di assistenza completo e personalizzato, dalla progettazione delle raccolte alla garanzia del destino finale a riciclo, dal rapporto con i “consorzi di filiera” alle indispensabili attività di comunicazione e sensibilizzazione di cittadini e utenti, dagli adempimenti normativi alla certezza dello smaltimento degli scarti non recuperabili ai prezzi più competitivi. Oggi Benfante, con il vertice operativo della Recycling Factory, si presenta sulla scena europea del waste management come una realtà industriale evoluta, con una strategia volta al continuo miglioramento della qualità dei servizi, anche grazie all’adozione di adeguati strumenti gestionali e informatici.

Modernità di concezione Vediamo ora nel dettaglio che cos’è Recycling Factory. Si tratta di un modernissimo impianto di selezione automatizzato dei rifiuti che consente di assicurare la massima valorizzazione e il pressoché totale avvio a riciclo delle raccolte differenziate provenienti dai comuni, dai consorzi, e dalle imprese di igiene urbana e dei rifiuti speciali non pericolosi conferiti dall’industria e dalla GDO (Grande Distribuzione Organizzata).

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

La sede di Recycling Factory si trova a Tortona (AL) e occupa 40.000 metri quadrati di superficie complessiva all’intersezione di tre autostrade che ne rendono l’insediamento assolutamente funzionale rispetto sia alla direttrice Nord-Sud che a quella Est-Ovest del Paese. Così, l’impianto di selezione dei rifiuti è un’opportunità per il territorio regionale di Piemonte e Liguria, e per alcune province limitrofe in Lombardia e in EmiliaRomagna (Pavia, area Sud di Milano, Lodi e Piacenza).

Un centro nevralgico Nella progettazione degli impianti di Recycling Factory, oltre che alle migliori tecnologie disponibili, la priorità è stata data alla flessibilità del ciclo di trattamento, ottenendo così un sistema in grado di selezionare le raccolte differenziate multimateriale (leggere e pesanti), di prepulire le raccolte monomateriale (soprattutto di carta, cartone e plastica), e di assicurare il massimo recupero e valorizzazione dalla cernita dei rifiuti ingombranti e da quella dei flussi di rifiuti speciali secchi recuperabili provenienti da imprese e GDO. Nella logistica complessiva dei 40.000 metri quadrati su cui insiste la Recycling Factory,

L’anello di congiunzione La continua crescita quantitativa della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (riguardo soprattutto alle frazioni secche riciclabili di carta e cartone, plastica, cartoni per bevande e contenitori Tetra Pak, alluminio, acciaio, legno,

vetro), ha spinto sempre più i comuni e le aziende partecipate di servizio a contenere e razionalizzare i costi, allo scopo di ottenere proventi certi dalla valorizzazione dei rifiuti raccolti. Assicurare la sostenibilità economica dell’intero sistema in un periodo in cui le risorse pubbliche vanno gestite Luglio Settembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

CASE HISTORY

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RIFIUTI SOLIDI

Il ciclo di impianto della Recycling Factory di Benfante riguarda tutti i materiali riciclabili: carta e cartone, vetro, plastica, materiali ferrosi, legno e alluminio.

con estrema oculatezza è un imperativo. Il materiale conferito ai consorzi del “Sistema CONAI”, deve essere quindi preventivamente controllato e, nel caso, pretrattato a valle della fase di raccolta. ed ambientalmente sostenibile. La Recycling Factory di Benfante, in Luglio Settembre 2018

questo senso, rappresenta l’ideale anello di congiunzione tra cittadini, enti ed aziende che effettuano la raccolta e il sistema delle imprese specializzato nel riciclo. Per diverse realtà del Nord-Ovest, Benfante attua la cernita dei rifiuti, la puntuale selezione e l’avvio a riciclo.

va menzionato il nuovo sito - 14.000 metri quadrati di cui 6.500 coperti - che si è aggiunto di recente all’area preesistente di 26.000 metri quadrati, già dedicata principalmente al recupero di carta e cartone. Grazie a questa nuova realizzazione, a Tortona si realizza oggi una lavorazione e un recupero completo delle frazioni secche riciclabili. La Recycling Factory Benfante si identifica dunque come un centro MRF (Material recycling facilities, impianto per materiali riciclabili) basato su idonei sistemi meccanici di pretrattamento e pulizia del materiale in alimentazione. La selezione prevede - lo ribadiamo - tutti i materiali riciclabili come il vetro, la carta, la plastica, i metalli ferrosi, l’alluminio e il legno. Con pochi accorgimenti, un impianto di selezione rifiuti di questo tipo (a selezione semi-automatica) può essere dedicato anche alla selezione e alla valorizzazione della frazione secca indifferenziata residua dei rifiuti urbani, riducendo di un ulteriore 30% circa la quantità di rifiuti da destinare allo smaltimento. Il ciclo di lavorazione dell’impianto di selezione, interamente controllato da un moderno sistema di gestione software che consente un costante monitoraggio e una taratura precisa dell’intero impianto di selezione, è estremamente lineare pur in presenza di una tecnologia sofisticata, e comprende fasi ben distinte e dalla rigida procedura operativa.

Flusso rivitalizzante Il ciclo della Recycling Factory prevede varie fasi. L’accettazione e la pesatura dei mezzi di trasporto dei rifiuti è seguita dallo scarico a terra e dalla prima ispezione visiva per verificare la conformità del rifiuto al formulario e la sua lavorabilità. Successivamente, si procede con la sistemazione del rifiuto sca-

5.000 chilogrammi all’ora di capacità produttiva per l’impianto della Recycling Factory riguardo al multimateriale leggero e alla plastica.

15.000 la stessa capacità produttiva di chilogrammi all’ora riferita alla lavorazione dei rifiuti cellulosici.

8 le aree operative dedicate e delimitate per evitare la commistione di flussi e fasi di laavorazione.


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RIFIUTI SOLIDI

CASE HISTORY

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

L’impianto di lavorazione della Recycling Factory di Tortona. Benfante ha raggiunto, con questa sede, un’autentica vetta tecnologico-gestionale.

ricato in apposite aree, in attesa di stoccaggio. Finalmente, il rifiuto viene immesso nell’impianto di lavorazione vero e proprio. Qui avvengono diverse fasi di trattamento. Un rompisacchi (bag-breaker) libera i rifiuti dai sacchetti di plastica che li contengono e sparpaglia il materiale su un nastro trasportatore. Poi, un vaglio rotante genera tre flussi ben distinti: il sottovaglio (o svolazzo), costituito da corpi di piccola e piccolissima pezzatura non recuperabili e destinati quindi allo smaltimento; il sopravaglio, con materiali di grosse dimensioni che vengono inviati direttamente alla cabina di selezione per la cernita manuale; la selezione automatica, dedicata a materiali che per caratteristiche dimensionali sono destinati alle successive fasi automatizzate. In terza fase, la selezione automatica dei corpi rigidi è basata su una sequenza di macchinari per separare specificamente i diversi materiali: il magnete separa i metalli ferrosi; le correnti di Foucault (o parassite) separano l’alluminio e i metalli non ferrosi; i lettori ottici, con le lampade “a luce visibile” (VIS) individuano i materiali sulla base delle loro caratteristiche cromatiche specifiche, mentre con quelle a “vicino infrarosso” (NIR) li riconoscono dalle caratteristiche della loro luce riflessa (con queste prerogative si possono selezionare ad esempio specifiche matrici polimeriche di imballaggi in plastica oppure i cartoni per bevande in Tetra Pak, sulla base della combinazione desiderata e programmata). Si prosegue poi con il controllo manuale della qualità, effettuato da uno staff di operatori sui nastri in uscita dai diversi macchinariselettori prima dell’avvio ai singoli magazzini-prodotto (silos). La compattazione dei prodotti viene effettuata, in sequenza successiva, con l’ausilio di una pressa continua ad alta capacità di riduzione volumetrica, che è in grado di assi-

curare le densità richieste per l’ottimizzazione logistica. Infine, la compattazione degli scarti residui dal processo di selezione costituisce la parte terminale del processo di Recycling Factory, per il successivo avvio a smaltimento nei termovalorizzatori o nelle discariche. Concludiamo con il dato di una produttività assolutamente da rimarcare: l’impianto di selezione semi-automatico raggiunge una capacità operativa di lavorazione superiore ai 5.000 kg/ora - per il “multimateriale leggero” e per la plastica - e di oltre 15,000 Kg/ora per i rifiuti cellulosici. Lo standard virtuoso, ulteriore, di un caposcuola. l Luglio Settembre 2018


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NEWS

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

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RIFIUTI SOLIDI

Bando alle cannuccie in plastica

Solo riciclo al 2024 Adidas, il secondo marchio di abbigliamento sportivo al mondo, ha dichiarato che entro il 2024 tutte le sue scarpe e il suo abbigliamento saranno realizzati con plastica ricilata mettendo al bando l’utilizzo di poliestere vergine. Per ora l’azienda si è data l’obiettivo di

realizzare 5 milioni di scarpe con poliestere riciclato nel 2018 e arrivare a 11 milioni nel 2019, pari a circa il tre per cento della sua produzione di scarpe annuale. L’obiettivo è molto ambizioso dato che il poliestere riciclato è piu' costoso dei materiali vergini del 10/20 per cento.

Ricambi stampati in 3D sul campo Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha un inventario di 5 milioni di ricambi distribuiti attraverso otto catene di approvvigionamento. Molte unità in prima linea hanno già stampanti 3D che funzionano con i normali filamenti di plastica in commercio. Il laboratorio di ricerca militare degli Stati Uniti ha presentato al convegno American Chemical Society una tecnologia che permette alle truppe di trasformare bottigliette di plastica e scatole di cartone in materia prima per stampare in 3D pezzi di ricambio.

n Quanto tempo si impiega ad usare una cannuccia in plastica? venti minuti. Quanto tempo è necessario per smaltirla? 500 anni. In tutto il mondo si utilizzano ogni giorno più di un miliardo di cannucce. Secondo i dati della Plastic Pollution Coalition solo negli Stati Uniti ogni giorno se ne consumano 500 milioni. In Europa, le cannucce sono tra i primi 5 rifiuti raccolti sulle coste. A Londra se ne usano circa 2 miliardi l’anno tanto che l’Evening Standard ha lanciato una

petizione su Change.org per chiedere ai produttori di metterle al bando o trovare soluzioni eco sostenibili entro il 2018. In Italia la cultura a contrasto delle cannuccie in plastica è promossa dall’Associazione Ambientalista Marevivo.

Microplastiche da lenti a contatto n Uno studio condotto dai ricercatori della Arizona State University, rivela che due utilizzatori di lenti a contatto su dieci le getta nel water a fine utilizzo. Questa è da catalogare come cattiva abitudine dato le lenti si degradano in microplastiche dannose per i mari. Per capire cosa succede alle lenti i ricercatori hanno esposto i polimeri usati normalmente per la loro produzione ai

microrganismi presenti negli impianti, scoprendo che questi ne alterano la superficie, allentando alcuni dei legami chimici presenti nella struttura dei polimeri.


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RIFIUTI SOLIDI

Mediterraneo intrappolato

n Ne parliamo ormai da mesi e senza dubbio continueremo a farlo. La salute del Mar Mediterraneo è seriamente a rischio. Il peggior rivale da sempre è la plastica, una trappola da cui non è semplice liberarsi. A pagarne le spese è la specie marina, e non solo.. in-

dovinate un pò? Anche la nostra salute. A rilanciare l’assoluta emergenza è il rapporto stilato dal WWF dal titolo “Mediterraneo in trappola: salvare il mare dalla plastica”. In Europa si produce un enorme quantitativo di rifiuti plastici, di cui gran parte

NEWS

non viene smaltita correttamente. Non per niente è il secondo maggiore produttore mondiale di plastica dopo la Cina con, infatti, 27 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno: nel Mediterraneo e nei mari d’Europa finiscono tra le 70 e 130 mila tonnellate di microplastiche e tra le 150 e le 500 mila tonnellate

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

di macroplastiche, equivalenti a 66.000 camion dei rifiuti. Nel nostro mare si concentra il 7 per cento della microplastica globale. Infinite quantità di rifiuti che periodicamente minacciano gli equilibri ecosistemici e la biodiversità marina. La plastica è come un tu-

Riciclo indolore

L’UE dice addio alla plastica n Stop alla plastica usa e getta. L’obiettivo è raccogliere il 90 per cento della plastica riducendone il consumo. A tal proposito, lo scorso 28 maggio l’Unione Europea ha approvato una proposta che mira a sensibilizzarne l’uso e avvalersi di prodotti fabbricati con materiali sostenibili, adot-

tando una serie di norme per arginare la diffusione dei dieci prodotti che più minacciano la salute dei mari e delle spiagge. Divieto di commercio, dunque, per piatti, cannucce, posate e cotton fioc. Le bottiglie in plastica saranno ammesse a condizione che i tappi rimangano attaccati al contenitore. Salviettine umidificate, assorbenti igienici e simili saranno provvisti di un’etichetta che ne specificherà

lo smaltimento obbligato. Perché proprio questi prodotti? Perché rappresentano il 70% dei rifiuti marini. Prima della sua entrata in vigore, la proposta UE dovrà essere approvata dal Parlamento e dal Consiglio Europeo. Quali i benefici? Si eviterà l'emissione di 3,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica, scongiurando danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di euro entro il 2030.

Beni riutilizzabili, come mobili, giocattoli, elettrodomestici potrebbero trovare nuova vita senza passare dagli impianti di riciclo. Tali beni ammontano a 600.000 tonnellate annue, ovvero circa il 2 per cento della produzione nazionale di rifiuti. È quanto emerge dal Rapporto nazionale sul riutilizzo 2018, realizzato da Occhio del Riciclone e Utilitalia (la Federazione delle imprese italiane dei servizi idrici, energetici e ambientali). 600mila tonnellate che non vengono quasi mai riutilizzate e il danno ammonta a circa 60 milioni di euro l’anno relativo ai costi di smaltimento. Luglio Settembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

more spietato, difficile da quantificare e da sconfiggere, dato che ormai si è anche infiltrata nella catena alimentare: ogni singolo frammento di plastica può venire colonizzato da alghe, microrganismi e batteri, anche pericolosi come i vibrioni, così da creare un vero e proprio nuovo ecosistema chia-

NEWS

mato‘plastisfera’. Tra l’altro, rappresenta una minaccia anche per importanti settori economici del Mediterraneo, come la pesca e il turismo. Conseguenze da pagare a caro prezzo, dal momento che tale fenomeno costa al settore della pesca dell’Unione Europea circa 61,7 milioni di euro l’anno.

RIFIUTI SOLIDI

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RIFIUTI SOLIDI

NEWS

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Voci dall’arte

Salva il mare con un click

n Un grido a favore dell’ambiente. La capitale d’Italia ha accolto a braccia aperte l’iniziativa dell’artista Maria Cristina Finucci. Finucci ha realizzato la scritta ‘HELP the Ocean’, in occasione della Giornata mondiale degli oceani. Gabbioni in metallo foderati da pannelli di rete rossa decorati da 6 milioni di tappi di plastica sono stati installati, dal 9 giugno

al 29 luglio, all'interno del Parco Archeologico del Colosseo ai Fori Imperiali. Simulano dei veri e propri reperti archeologici, ma di plastica. L’opera fa parte del ciclo avviato nel 2013 dall’artista con la fondazione di un nuovo Stato Federale (Garbage Patch State), che comprende le 5 principali ‘isole’ di plastica presenti negli oceani.

nTutti sono utili, e indispensabili. Grazie al servizio ‘Plastic Rada’, lanciato da Greenpeace chiunque può offrire il suo contributo per facilitare il processo di disinquinamento del mare. Il progetto ha lo scopo di indicare la presenza di rifiuti in plastica sulle spiagge, sui fondali o che galleggiano sulla superficie del mare. Come funziona? Basta inviare le segnalazioni su Whatsapp al numero +39 342 3711267. “Le spiagge e i fondali marini sono soffocati dalla plastica. Con questa iniziativa invitiamo tutti gli amanti del mare a non rassegnarsi a convivere con la presenza di rifiuti in plastica”, spiega Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

Una moda sostenibile Respirare aria più pulita grazie a una t-shirt. Chi l’avrebbe mai detto? Stiamo parlando di RepAir, una maglia genderless in cotone, realizzata da Kloters, startup italiana di moda maschile. Secondo i suoi ideatori, la maglietta pulisce l’aria grazie a un inserto di ‘the Breath’. Questo materiale è stato brevet-

tato dalla società Anemotech (che ha recentemente siglato un accordo con la società ENGIE per

la diffusione di questa innovativa tecnologia anti-inquinamento) e neutralizza le sostanze inquiLuglio Settembre 2018


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NEWS

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RIFIUTI SOLIDI

Rifiuti facilmente tracciabili n Sostenibilità, tracciabilità, sicurezza, e lotta all’evasione fiscale. Sono i punti cardine sui quali lavora Sfridoo, startup dell’economia circolare che, già vincitrice dell’acceleratore fiorentino Hubble e del premio Civic Hackathon, dopo una selezione su più di 40 imprese innovative, ha vinto il bando europeo ClimateKIC - Stage 1 dedicato alle più importanti innovazioni europee sulle soluzioni ai cambiamenti climatici. Il portale online italiano che consente alle aziende di comprare e vendere i propri scarti di produzione si è aggiudicato il premio grazie al protocollo che è

nanti, batteri e cattivi odori. Il sistema The Breath infatti sfrutta il naturale movimento dell’aria per purificarla. Il tessuto è formato da tre strati, i due esterni in materiale idrorepellente con proprietà battericide, antimuffa ed anti-odore e, uno intermedio in fibra assorbente con nanomolecole. Il primo strato esercita un'azione assorbente, attirando le molecole inquinanti all’interno della propria strutLuglio Settembre 2018

alla base del sistema di pagamento digitale Bitcoin: la Blockchain. In collaborazione con Metaring (startup bolognese specializzata in IT), Sfridoo ha studiato un metodo di tracciabilità internazionale sugli scarti industriali e rifiuti riciclabili. Quello della Blockchain è

tura fibrosa, impedendone il rilascio; il secondo pulisce l'aria, abbattendo la carica batterica e il terzo è un'azione anti-odore. Ogni t-shirt RepAir è in grado di neutralizzare le sostanze inquinanti (Nox e COV) prodotte da due automobili. La maglia incorpora l'inserto di the Breath all’interno di una tasca. Come funziona? Basta semplicemente indossarla: non si alimenta

infatti uno strumento che consentirebbe di rilevare la qualità dei lotti, delle quantità conferite e trasportate, della provenienza del materiale e dell'affidabilità aziendale, mantenendo un registro virtuale certificato di tracciabilità a portata di smartphone.

tramite fonti esterne ma le occorre solo l'aria. “La prova più complessa del progetto è stata quella di riuscire a realizzare un prodotto valido esteticamente, in grado di competere nel complesso mondo fashion, e che riuscisse ad integrare una tecnologia innovativa, senza incidere sull’eleganza, sulla vestibilità e sul comfort del capo”, spiega Silvio Perucca, product and sales manager del marchio .

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RIFIUTI SOLIDI

NEWS

Le nove anime di RemTech Expo

n Bonifiche, rischi naturali, sicurezza, manutenzione, riqualificazione, rigenerazione del territorio. Tutto questo è d'attualità a RemTech Expo 2018, l'evento in programma alla fiera di Ferrara dal 19 al 21 Settembre. Tra le novità di quest'anno una suddivisione tematica di contenuti in nove segmenti tra

(cambiamenti climatici), Chemtech (industria chimica innovativa) e Focus Nucleare (rischi, gestione rifiuti e decommissioning). L’agenda è ricca e articolata e prevede momenti congressuali focali tra i quali, l’International Conference on European Markets and Technologies, la prima Conferenza del Sistema Nazionale Snpa, gli Stati Generali delle Bonifiche e le Conferenze “faro” - Porti sostenibili, Rischi naturali e Cambiamenti climatici, Conoscenza del territorio e mitigazione del rischio sismico, Economia Circolare e gestione dei rifiuti, Riqualificazione e Rigenerazione, Industria Chimica e Sviluppo sostenibile.

Super impianto in Turchia

Più carta raccolta La raccolta differenziata di carta e cartone in Italia nel 2017 è cresciuta del 1,6 per cento rispetto al 2016. A fare la differenza - spiega Amelio Cecchini, neo presidente di Comieco - è stata la raccolta nel Sud Italia (+6,1%). A livello di raccolta pro capite, l'Abruzzo ha confermato la performance migliore, mentre il Centro Italia è cresciuto dell'1,6 per cento grazie alla performance della già virtuosa Toscana. La raccolta

scuole, academy, hub internazionali e poli di innovazione: RemTech e RemTech Europe bonifiche dei siti inquinati, Coast (tutela della costa e porti), Esonda (dissesto idrogeologico), Geosismica (rischio sismico), Inertia (sostenibilità, opere e infrastrutture), Rigeneracity (rigenerazione urbana e social housing), Climetech

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

differenziata di carta e cartone in Italia nel 2017 ha raggiunto il traguardo dei 3,3 milioni di tonnellate di materiale cellulosico raccolto dai Comuni, per un valore pro capite che supera i 54 kg per abitante.

n La bresciana Turboden, società del gruppo Mitsubishi Heavy Industries, realizzerà in Turchia un impianto da 4,4 milioni di euro per recuperare l'energia tramite la lavorazione del vetro. Il mercato turco “sta registrando tassi di crescita economica buoni offrendo nuove opportunità di

business" ha spiegato Violante Moretti, Cfo di Turboden. “Con il supporto di Sace abbiamo potuto offrire al buyer turco condizioni di pagamento flessibili e vantaggiose.

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MERCATO

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

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ATTREZZATURE

Particolare attracco Gate Gourmet all’aeromobile

Efficienza e sicurezza del catering aereo

Grazie ad un innovativo dispositivo, rifornire gli aeromobili con un unico operatore, in estrema sicurezza, è oggi realtà. Come già avviene per i 110 voli giornalieri di Linate Maria Angela Feliciello

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servizi logistici rivestono un ruolo fondamentale per il regolare svolgimento del traffico aereo. Una volta a terra, il velivolo deve essere perfettamente preparato per il viaggio successivo, con tempistiche e procedure ben definite, da rispettare rigorosamente. Come, ad esempio, l’approvvigionamento del catering, effettuato da società specializzate che ne curano ogni passaggio, dalla preparazione delle pietanze alla consegna sull’aereo. Proprio quest’ultima fase è molto delicata: i mezzi si trovano a manovrare in pista, spesso attorniati da altri veicoli e per-

sonale per le diverse operazioni (carburante, pulizia, controlli meccanici). Un tale contesto, affollato e caotico, richiede la presenza dell’autista e di un secondo operatore (marshall), che fornisce indicazioni affinché il mezzo si attracchi all’aeromobile in sicurezza. Almeno, così era fino a che Gate Gourmet, nome riconosciuto a livello mondiale nel settore del catering (noto per la qualità delle materie prime e la tipicità delle ricette), ha rivoluzionato gli standard, grazie ai dispositivi di Brigade Elettronica, leader nella sicurezza veicolare e suo partner storico. La suc-


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ATTREZZATURE

MERCATO

La visione a 360°, frontale e laterale consente all’autista di controllare ogni parte dell’aeromobile e di avvicinarsi in assoluta sicurezza.

A destra: una delle 4 telecamere poste intorno al camion e display del sensore di prossimità Sotto: display monitor pista.

cursale di Linate ha, infatti, introdotto una novità assoluta: con l’installazione dei sensori di prossimità frontali e del sistema Backeye®360 di Brigade, ha avuto il benestare per rifornire gli aerei con un unico operatore, superando i severi controlli dell’ente nazionale per l’aviazione civile, delle compagnie aeree servite e del gestore dello scalo di Linate. Meticolosamente montati dall’officina Eurocar sull’intera flotta Gate Gourmet dell’HUB milanese, i sensori Brigade consentono all’autista di conoscere esattamente a che distanza si trova dal velivolo, grazie ad un display in cabina che la riporta in cifre: una carta di bordo indica il giusto distacco tra aereo e loader, definito per tutti gli airbus e per ogni specifico mezzo, considerandone le caratteristiche (ad esempio, la presenza della pedana estendibile) e adattando la posizione e il numero dei sensori. Diventa così automatico fermarsi nella posizione corretta per attraccarsi all’aereo, a spazio zero, in un range di sicurezza sia per l’operatore, che passa dal camion al velivolo senza pericolo, sia per i mezzi, che non rischiano di ve-

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

nire danneggiati. Una procedura minuziosa e certificata, basata su dispositivi precisi che autodiagnosticano e segnalano eventuali malfunzionamenti, permettendo di intervenire subito oppure, qualora non fosse possibile in tempi utili, di ricorrere al supporto del guide man. Nel solo aeroporto di Linate, Gate Gourmet rifornisce in media 110 voli giornalieri. Oltre ai sensori, prezioso è l’ausilio di Backeye®360, che, attraverso un apposito software, riunisce in una sola immagine dall’alto in diretta le riprese di quattro telecamere poste intorno al camion, garantendo una visuale completa senza angoli ciechi. Tramite Eurocar, Gate Gourmet ha equipaggiato gli 8 veicoli di Linate con l’ultima versione di Backeye®360, maggiormente fruibile, grazie a innovative funzioni aggiuntive: area visualizzabile a monitor estesa del 22%; configurazione e viste personalizzabili; monitor con 19 modalità di visualizzazione, inclusi traffico trasversale e cambio corsia a destra/sinistra. Grazie a dei trigger è possibile inoltre visionare un’inquadratura alla velocità

preimpostata; con opzione di vista orizzontale e verticale, compreso lo schermo diviso, che permette di focalizzarsi su singole viste attivate. Funzione particolarmente apprezzata da Gate Gourmet: la visione a 360 gradi e, in contemporanea, frontale o laterale consente all’autista di controllare l’aeromobile in tutte le sue parti (motore, ali, portelli) e di avvicinarsi in assoluta sicurezza. La vista posteriore assume, invece, un ruolo di primo piano durante il distacco dall’aereo, una volta concluso il rifornimento; per la massima tutela anche in tale fase, Gate Gourmet ha montato un faro supplementare per la retromarcia, a sostegno della telecamera, per illuminare al meglio il piazzale e rischiarare gli angoli più bui. Un cambio epocale nell’offerta dei servizi food, con piena soddisfazione di Gate Gourmet che spicca per passione, integrità, responsabilità e, soprattutto, eccellenza e innovazione. Ormai la nuova rotta è segnata: si stanno già dotando dei sistemi Brigade le flotte di Fiumicino e di Malpensa e, dall’Italia al resto del mondo, il volo è breve. l Luglio Settembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

FOCUS ON

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ACQUE REFLUE

Il Gestore nel guado dell’indizio di reato

Nel Servizio Idrico Integrato è ancora labile il confine tra competenza amministrativa e competenza giudiziaria. Un’interpretazione è opportuna, in attesa di una definizione chiara da parte del legislatore Alberto Finotto

Luglio Settembre 2018

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ell’ambito del Servizio Idrico Integrato assume particolare rilievo la figura del Gestore, che annovera nella propria funzione tutta una serie di compiti precipui. Fra questi, quello di organizzare un sistema di controlli territoriali per vigilare sulla qualità dell’acqua e sugli scarichi nei corpi ricettori. Ma fino a dove si estende la competenza dello stesso Gestore relativamente ai controlli? In quale momento, questa attività di verifica può passare dalla natura amministrativa a quella di attività di competenza della Polizia giudiziaria? I controlli del Gestore sulla qualità dell’acqua e sugli scarichi avvengono spesso con l’ausilio di attività di prelievo e campionamento delle acque; queste attività, generalmente, sono di natura amministrativa. In alcuni casi, tuttavia, l’attività di controllo può

non essere di natura amministrativa ma rientrare nell’attività di competenza della polizia giudiziaria, e la linea di confine tra controlli rientranti in attività di natura amministrativa e controlli di natura giudiziaria, si identifica sempre con il sorgere del cosiddetto indizio di reato. Dovere di controllo Il Servizio Idrico Integrato è definito dal D.Lgs n. 152 del 3 aprile 2006 (seguito dal TUA, il Testo Unico Ambientale) come “l’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione delle acque reflue, che deve essere gestito secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie”. In particolare, va sottolineato, a tal proposito, il


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fatto che i servizi di depurazione, tramite impianti dedicati, migliorano le caratteristiche delle acque reflue attraverso processi chimico-fisici e biologici; è una garanzia che il loro scarico non alteri gli ecosistemi naturali. Nel sistema delineato, tra i soggetti coinvolti, assume particolare importanza proprio il Gestore, una figura definita nel TUA come “il soggetto che gestisce il servizio idrico integrato in un ambito territoriale ottimale, ovvero il gestore del servizio pubblico soltanto fino alla piena operatività del servizio idrico integrato”. Al Gestore, l’incarico viene affidato dall’Ente di Governo dell’Ambito (così viene definita dal legislatore la forma di cooperazione tra comuni e province per l’organizzazione del servizio idrico integrato) e i rapporti tra Ente e Gestore sono regolati da un’apposita convenzione che prevede una serie di competenze attribuite allo stesso Gestore. Fra i doveri deputati al Gestore del Servizio Idrico, vengono indicati anche poteri di controllo dall’indubbia natura amministrativa. A questa certezza, tuttavia, in alcuni casi, subentra il dubbio che l’attività di controllo relativa alla risorsa idrica potrebbe non essere di competenza dell’Autorità amministrativa, ovvero del Gestore, ma piuttosto della Polizia Giudiziaria; è il caso, ad esempio, di quei controlli che rientrano nell’ambito di indagini penali. Al fine di individuare, dunque, la linea di confine fra le due diverse autorità (amministrativa e giudiziaria), analizziamo la normativa relativa alla figura del Gestore del Servizio Idrico integrato, per poi capire in quali casi viene

ACQUE REFLUE

FOCUS ON

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meno il potere e dovere di controllo di quest’ultimo, e subentra invece la competenza esclusiva dell’autorità giudiziaria. Una competenza amministrativa I controlli relativi al Servizio Idrico Integrato e legati alla figura del Gestore sono ascrivibili a tre tipi: quelli dovuti per legge, quelli interni del Gestore e quelli richiesti dalla Convenzione. Il primo caso riguarda i controlli previsti dalla legislazione sull’ambiente, relativi alla qualità dell’acqua potabile e rioconducibili a due norme: gli articoli 128 (soggetti tenuti al controllo) e 165 (controlli) contenuti nel TUA. L’articolo 128 fa riferimento a un tipo di controllo specifico (quello degli scarichi in pubblica fognatura), mentre l’articolo 165 prepone un obbligo generale per il Gestore nell’adottare un apposito sistema che favorisca i controlli stessi, con la predisposizione di un laboratorio di analisi in ambito territoriale. Nell’articolo 165 del TUA, si legge infatti la seguente disposizione: “Per assicurare la fornitura di acqua di buona qualità e per il controllo degli scarichi nei corpi ricettori, ciascun gestore di servizio idrico si dota di un adeguato servizio di controllo territoriale e di un laboratorio di analisi per i controlli di qualità delle acque alla presa, nelle reti di adduzione e di distribuzione, nei potabilizzatori e nei depuratori, ovvero stipula apposita convenzione con altri soggetti gestori di servizi idrici. Restano ferme le competenze amministrative e le funzioni di controllo sulla qualità delle acque e sugli scarichi nei corpi idrici stabilite

dalla normativa vigente e quelle degli organismi tecnici preposti a tali funzioni”. L’obbligo di porre in essere un’attività di controllo per il Gestore, comunque, non deriva soltanto dalle norme di legge ma anche dall’attività svolta dal Gestore stesso; attività in cui sono intrinseche funzioni relative a controlli gestionali interni. Ovvero, il Gestore deve garantire un funzionamento del Servizio Idrico Integrato secondo i principi di efficienza, efficacia ed economicità; efficienza ed efficacia che Luglio Settembre 2018


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FOCUS ON

ACQUE REFLUE

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dice di procedura penale stabilite a garanzia degli indagati e degli imputati per le attività di polizia giudiziaria”. Le uniche garanzie che andranno assicurate all’indagato o all’imputato, dunque - perché i verbali che contengano i risultati degli accertamenti stabiliti dal Gestore possano accedere all’eventuale processo penale come atti irripetibili - sono quelle previste dall’articolo 223 disp. att. c.p.p. (“Qualora nel corso di attività ispettive o di vigilanza previste da leggi o decreti si debbano eseguire analisi di campioni per le quali non è prevista la revisione, a cura dell’organo procedente è dato, anche oralmente, avviso all’invanno perseguite adottando le soluzioni organizzative e procedurali più adatte allo scopo, oltre a un sistema di controllo orientato alla prevenzione delle problematiche e al tempestivo rilevamento e risoluzione delle stesse. Il Gestore, infine, deve adempiere al proprio dovere di controllo anche in virtù della Convenzione stipulata con l’Ente d’Ambito; è la Convenzione stessa, quindi, che attribuisce al Gestore il dovere di porre in essere una vera e propria organizzazione in materia di controlli della risorsa idrica, rinviando esplicitamente alla norma del TUA che a sua volta prevede tale obbligo come obbligo di legge. Il margine stretto I controlli in capo al Gestore, ai sensi dei già citati articoli 128 e 165 del TUA, vengono generalmente eseguiti secondo le modalità stabilite di volta in volta nelle convenzioni stipulate con le Autorità d’Ambito, ma si possono Luglio Settembre 2018

ricondurre sinteticamente ad attività di campionamento e analisi attraverso le quali il Gestore può individuare eventuali illeciti punibili con sanzioni amministrative. Quindi, le attività ispettive del Gestore “configurano attività amministrative che non richiedono l’osservanza delle norme del co-

teressato del giorno, dell’ora e del luogo dove le analisi verranno effettuate. L’interessato o persona di sua fiducia appositamente designata possono presenziare alle analisi, eventualmente con l’assistenza di un consulente tecnico …”). La predetta norma, nonostante sia


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collocata nel perimetro del Codice di Procedura Penale, risulta applicabile anche agli atti amministrativi, in virtù della sua “valenza generale (…) che fa riferimento anche ad accertamenti estranei al processo penale”, e della “circostanza che, al momento in cui gli accertamenti si svolgono, non è dato sapere se essi possano evidenziare un illecito penale o amministrativo”. La situazione cambia radicalmente nel momento in cui, durante l’esercizio dell’attività di controllo dell’autorità amministrativa competente, emerga un indizio di reato. In tal caso, venendosi a instaurare delle vere e proprie indagini penali, cambia completamente il quadro normativo di riferimento; le procedure di analisi e campionamento, in questo caso, sono inerenti non all’attività amministrativa ma a quella giudiziaria. Le attività originariamente amministrative, dunque, rientreranno nel diverso ambito del procedimento penale – e le stesse attività non potranno più essere considerate extra processum

ACQUE REFLUE

FOCUS ON

ma dovranno sottostare alle regole ben più stringenti previste dal codice di procedura penale. Nel limbo legislativo A questo punto sorgono le difficoltà interpretative. Che cosa si intende per “indizio di reato”? Questa nozione, mai compiutamente definita dal legislatore, trova nella dottrina il delineamento dei suoi caratteri fondamentali. Gli elementi indiziari, a questo proposito, sono definiti come elementi conoscitivi concreti, in grado di indirizzare le indagini; consistono nell’insieme di una serie di dati fattuali che, valutati in modo oggettivo (seppur con ampio margine di dubbio) portano a ritenere che sia stato commesso un reato. Proprio la materialità e l’oggettività distinguono, dunque, l’indizio di reato dal mero sospetto. A tal proposito, va sottolineato che, laddove emergano indizi di reato nel senso sopra esposto, solo l’organo che rivesta la qualifica di polizia giudiziaria sarà tenuto a proseguire l’attività in essere, attraverso le formalità del codice di rito.

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Ciò vuol dire che gli organi che svolgano una mera attività amministrativa di ispezione o vigilanza, dovranno sospendere l’accertamento e trasmettere denuncia ai sensi dell’articolo 331 del c.p.p, astenendosi da ulteriori attività che esorbiterebbero dalle loro competenze. Tale denuncia, ai fini dell’accertamento di eventuali illeciti penali, costituisce un obbligo in capo al Gestore e può essere sanzionato penalmente, in caso di omissione. I pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio, infatti, hanno l’obbligo di presentare denuncia quando vi è una determinata relazione tra la funzione da loro svolta e la conoscenza del reato. In buona sostanza, va asserito che la linea di confine tra la competenza dell’autorità amministrativa (del Gestore Servizio Idrico Integrato, nella fattispecie) e dell’autorità giudiziaria in tema di controlli, è data dalla presenza o meno di un indizio di reato; è qui che avviene il passaggio, in capo all’autorità giudiziaria, del potere di svolgere dei controlli nell’ambito di indagini penali. Tale interpretazione sarà sufficiente a dirimere l’ambito delle stesse competenze nelle più diverse circostanze? Ne dubitiamo. Fino a che non verrà data una chiara definizione legislativa dell’indizio di reato, non sarà facile per le autorità amministrative competenti (per gli stessi Gestori) individuare una linea di confine tanto sottile e insidiosa. l

(Il presente articolo è basato su un’ampia disamina interpretativa di Greta Catini, dottoressa in Giurisprudenza, Trainee – Carissimi Avv. Daniele & Altri S.t.p.). Luglio Settembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

EVENTI

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ACQUE REFLUE

Rimini, capitale del futuro sostenibile Strategia europea sulla plastica e problematiche dei rifiuti marini tra i focus di Ecomondo. Una task force che vedrà la partecipazione di Legambiente, Enea, PlasticsEurope, Corepla, Assobioplastiche e Federchimica

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Maria Angela Feliciello

imini è diventata il centro di riferimento del futuro sostenibile in Europa e nel Mediterraneo, con Ecomondo, la fiera dell’eco-sostenibilità, organizzata da Italian Exhibition Group. Qui ogni anno si affrontano argomenti fondamentali come economia circolare, efficienza energetica, sviluppo sostenibile, riciclo e recupero dei rifiuti, ricerca e innovazione. La Strategia Europea sulla plastica e i suoi sviluppi; le esperienze più avanzate della bioeconomia circolare nei Paesi Ocse e l’industria 4.0 applicata

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alla gestione e utilizzo dei rifiuti; la tutela, il recupero e il riuso della risorsa idrica, sono solo alcuni dei temi al centro degli eventi faro della prossima edizione (la 22a), dal 6 al 9 novembre 2018 alla Fiera di Rimini. Un fitto programma di incontri e conferenze a cura del comitato tecnicoscientifico di Ecomondo (presieduto dal professor Fabio Fava) che coinvolge, in ogni edizione, realtà di altissimo livello (accademiche, associazioni, istituzioni) sia italiane sia straniere. Ecomondo è un avamposto del grande cambiamento introdotto dal nuovo paradigma dell’economia circolare, al passo con la campagna “Lotta alla plastica” lanciata dal programma Ambiente dell’Onu per il 5 giugno, la Giornata Mondiale dell’ambiente. Ecomondo in questi mesi ha avviato una campagna di valorizzazione delle best practice che le imprese mettono in campo per diminuire l’inquinamento da plastica. Le innovazioni saranno raccolte e quindi promosse nel corso della manifestazione. Gli eventi faro internazionali coinvolgeranno una folta schiera di relatori sia italiani che stranieri tra i più qualificati nei vari ambiti. Il panel è concepito dal comitato tecnico-scientifico

di Ecomondo, per garantire la connessione con le tematiche più attuali nei vari settori in evoluzione della green&circular economy. Qualche anticipazione Mercoledì 7 novembre la conferenza How to Implement the European Strategy for Plastics in a Circular Economy, si proporrà l’obiettivo di dare impulso alla Strategia europea sulla Plastica varata dalla Commissione Europea lo scorso febbraio e di cui si sono visti i primi sviluppi con la direttiva di Bruxelles che mette al bando cannucce, cotton fioc e altri prodotti in plastica. La conferenza, si rivolgerà alla platea dell’industria della plastica biobased e biodegradabile così come a quella della plastica tradizionale, chiamate a nuove sfide del mercato. Organizzazione a cura del Comitato tecnico scientifico di Ecomondo e da Legambiente insieme ad Assobioplastiche, Corepla, Federchimica, PasticsEurope Italia, Enea e Res Urbis H2020 project. Il progetto eCircular promosso da Climate-Kic con l’Università di Bologna, indicherà le azioni possibili per ridurre drasticamente il peso ambientale della plastica; ammonta a 25,8


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milioni di tonnellate la quantità di plastica prodotta in Europa ogni anno, mentre 49 milioni di tonnellate è il peso dei rifiuti plastici: meno del 40% viene riciclato. Gestione dei rifiuti marini Strettamente connessa con l’argomento plastiche, la problematica dei rifiuti marini (marine litter) si conferma tema caro ad Ecomondo che riproporrà, per il terzo anno consecutivo, insieme a Legambiente e ad Enea, la conferenza sulla prevenzione e gestione dei rifiuti marini, con i massimi esperti internazionali del settore, pronti a mettere a disposizione le più recenti conoscenze e competenze in materia. La bioeconomia circolare è, da sempore, terreno d’attenzione da parte dell’OCSE. L’organismo internazionale interverrà direttamente ad Ecomondo con l’evento Circular Bioeconomy: National Case Studies of Innovation Ecosystems. Attraverso la partecipazione di alti esponenti dei rispettivi

ACQUE REFLUE

EVENTI

Paesi saranno messi a confronto i casi di Giappone, Usa, Francia, Finlandia, Norvegia, Svezia, Belgio e naturalmente Italia. A presiedere, il rappresentante OCSE Jim Philps e Philippe Mengal, direttore esecutivo del BBI JU, l’iniziativa pubblico-privata dell’Unione Europea dedicata allo sviluppo della bioeconomia in Europa. L’avanguardia della ricerca e delle sue applicazioni nella gestione e valorizzazione della risorsa idrica sarà un altro capitolo importante di Ecomondo, con la sezione Global Water Expo, in stretta collaborazione con Utilitalia. European Nutrient Event Evento di punta, che si terrà per la prima volta in Italia, e per la prima volta in un Paese del sud Europa, sarà l’European Nutrient Event, una due giorni organizzata ad Ecomondo dall’European Sustainable Phosphorus Platform, organismo che a livello europeo insieme ad alcuni Stati membri promuove la ricerca intorno

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

al recupero del fosforo, materia prima che comporta criticità, dalle acque reflue municipali. L’industria 4.0 per una maggiore efficienza nella gestione e utilizzo dei rifiuti sarà invece al centro di un incontro organizzato dal Comitato tecnicoscientifico di Ecomondo insieme al CNR e alle Università di San Marino e di Bologna. La robotica e l’automazione sono infatti essenziali per migliorare la selezione dei rifiuti dopo la raccolta mentre l’Internet of Things e il data analytic contribuiscono a rendere più intelligenti i processi della logistica. Tra gli eventi in programma, anche la decima edizione del Premio per lo Sviluppo Sostenibile, promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in collaborazione con Ecomondo. Il Premio sarà assegnato alle migliori imprese nei settori Rifiuti e risorse, edilizia sostenibile e Energia da fonti rinnovabili. La premiazione si svolgerà alla Fiera di Rimini, l’8 novembre, nel corso della manifestazione. l

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ACQUE REFLUE

La tecnologia che bonifica il terreno Utilizzo di surfattanti per la bonifica di siti contaminati da idrocarburi con presenza di fase libera e applicazioni di Surfactant Enhanced Soil Washing Ing. Claudio Sandrone, Ing. Andrea Campi (BAW srl), George (Bud) Ivey (Ivey International Inc.)

Figura 1. La riduzione del cluster dell'acqua ad opera dei surfattanti Ivey-sol® (tensione superficiale inferiore) favorisce miglior infiltrazione e trasporto anche in terreni poco permeabili.

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a Ivey-sol® Surfactant Technology è una tecnologia brevettata che utilizza una specifica formulazione di surfattanti non ionici biodegradabili in grado di desorbire in maniera selettiva dalla matrice solida i contaminanti di interesse (COC) (i.e. adsorbiti e/o assorbiti) e rendere miscibili in fase liquida i Non Aqueous Phase Liquids (NAPL). Tale tecnologia è in grado di trattare un’ampia gamma di contaminanti LNAPL (idrocarburi di origine petrolifera) così come DNAPL (solventi clorurati). L’azione dei surfattanti (Surfactant = Luglio Settembre 2018

SURface-ACTive-AgeNT) Ivey-sol®, ideati e prodotti da Ivey International e distribuiti in Italia da BAW srl, permette di abbassare la tensione superficiale del liquido (acqua di falda) (da 73 a < 30 dynes), la tensione interfacciale tra due liquidi e quella interfacciale tra solido e liquido. La dimensione del cluster della molecola d’acqua (Fig.1) risulta ridotta agevolando così l’infiltrazione e la mobilità dell’acqua anche in matrici poco permeabili (sabbie limose, limi argillosi). I tensioattivi sono composti da molecole anfifiliche, costituite da una


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BONIFICA AMBIENTALE

“coda” idrofoba e una “testa” idrofila; contengono cioè al proprio interno sia una parte idrosolubile che una componente non solubile in acqua (o oliosolubile). La particolare composizione chimica dei surfattanti Ivey-sol® permette di operare a valori ben al di sotto della concentrazione micellare critica (CMC, Fig.2) grazie alla formazione di micelle “parziali” in grado di desorbire selettivamente il contaminante, evitando di inglobarlo completamente (Fig.3). In questo modo il contaminante viene reso disponibile per i successivi trat-

MERCATO

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Figura 3. Desorbimento del contaminante (LNAPL o DNAPL) dal terreno ad opera del tensioattivo Ivey-sol® e formazione delle micelle parziali, che rendono il contaminante più disponibile per trattamenti successivi.

CONTAMINANT OF CONCERN (COC)

IVEY-SOL® FORMULATION REQUIRED

BTEX, MTBE, Gasoline. Jet Fuel Diesel (Light-Medium heavy), PAH Chlorinated Solvents (DLNAPL, API <10) Motor Oil, Lubrificants, Bunker-C

Figura 2. Concentrazione Micellare Critica.

tamenti fisici, chimici e/o biologici. Questa particolare modalità di azione dei surfattanti Ivey-sol® comporta un minor consumo di surfattante, conseguentemente minori costi ed un ridotto impatto ambientale (già basso dal momento che il composto è biodegradabile) rispetto ai tensioattivi tradizionali. La caratteristica inoltre di essere un tensioattivo non-ionico consente al prodotto Ivey-sol® di non essere soggetto ai fenomeni di tra-

sporto elettro-chimico nell’acquifero tipici dei tensioattivi convenzionali, aumentandone la permanenza nell’area in cui viene immesso. In base ai contaminanti di interesse (COC) presenti in sito sono applicabili differenti formulazioni dell’Ivey-sol®, eventualmente combinabili fra loro in caso di contaminazioni multiple. In sintesi, l’applicazione dei surfattanti Ivey-sol®: - permette di superare i problemi re-

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lativi alla dissoluzione dei NAPL, all’assorbimento dei contaminanti sulla matrice solida ed alla loro bassa solubilità; - riduce la tensione superficiale dell’acqua, migliora la bagnabilità e la conducibilità idraulica (K); - lavorando al di sotto della CMC (concentrazione micellare critica), migliora, per un ampio range di contaminanti, l’efficacia dei trattamenti di bonifica (fisici, biologici e chimici, in situ ed ex situ) successivi. Applicazione Push&Pull® L’applicazione dei prodotti Ivey-sol® avviene generalmente con la tecnica denominata Push&Pull®, con lo scopo di rimuovere la contaminazione Luglio Settembre 2018


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MERCATO

BONIFICA AMBIENTALE

Figura 4. Ivey-sol® surfactant test.

Figura 5. Sfridi di perforazione, prima, durante e dopo il trattamento SESW.

assorbita sulla matrice solida, disciolta nell’acquifero e presente in frangia capillare. Il prodotto viene miscelato con acqua in proporzioni che variano in base alla contaminazione presente nel sito (il rapporto Ivey-sol® / Acqua varia in genere da 1:50 a 1:25) e l’immissione avviene per gravità in piezometri fenestrati alle profondità in corrispondenza delle quali occorre effettuare l’intervento (si consiglia di utilizzare piezometri con diametro 4 pollici). Ogni evento Push&Pull® è caratterizzato dall’immissione di una certa quantità di miscela nei piezometri e dalla successiva estrazione attraverso pompaggio. La fase di pompaggio viene avviata trascorso un tempo precedentemente stimato (ore o giorni) in base alle caratteristiche sito-specifiche. L’obiettivo del pompaggio è la rimozione della massima parte del tensioattivo iniettato, unitamente ai contaminanti che, grazie all’azione del tensioattivo stesso, sono stati resi più miscibili all’acqua di falda e quindi più disponibili per la rimozione. L’estrazione può avvenire negli stessi piezometri di iniezione o attraverso piezometri vicini. Sul sito www.iveyinternational.com/videopresentation è disponibile un’animazione dell’appli-

cazione Push&Pull®. Ivey International Inc. ha ideato e prodotto un test qualitativo istantaneo (Fig. 4) che permette di determinare in campo, in tempo reale, la presenza e la concentrazione di surfattante nell’acqua di falda consentendo così di gestire efficacemente il processo di estrazione e limitare la quantità di acqua estratta a quella realmente necessaria. Le caratteristiche idrogeologiche del sito e della contaminazione presente permettono di definire il numero di cicli Push&Pull® necessari (mediamente il numero di cicli varia da 6 a 12) per raggiungere l’obiettivo di risanamento prefissato.

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Surfactant Enhanced Soil Washing (SESW) La capacità dei surfattanti Ivey-sol® di rendere i contaminanti (e, in particolare, i composti idrocarburici) miscibili in fase liquida, rende tali reagenti ideali nell’utilizzo nei trattamenti di Soil Washing. Il 90% dei contaminanti organici sono infatti absorbiti o adsorbiti alle particelle dei suoli, dei sedimenti e degli altri materiali granulari; l’assorbimento del contaminante limita la disponibilità del contaminante stesso a tutte le forme di risanamento (fisico, chi-

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Figura 6. Lavaggio di terreno contaminato con SESW.

mico e biologico). L’assorbimento è il primo responsabile dell’inefficienza nei processi di risanamento, ed in particolare di Soil Washing. Il surfattante Ivey-sol® viene solitamente inserito in linea, a monte della sezione di lavaggio, con formulazioni e dosaggi funzione dei livelli di contaminazione (test pilota vengono solitamente utilizzati per determinare tali parametri). Test di laboratorio e di campo hanno evidenziato una riduzione delle concentrazioni di idrocarburi (frazioni da C6 a C50) superiori al 97%. In definitiva, il trattamento di Soil Washing con i surfattanti Ivey-sol®, oltre ad incrementare il lavaggio delle frazioni grossolane, permette di ottimizzare il lavaggio ed il recupero delle frazioni più fini, aumentando complessivamente l’efficienza dell’intero processo di Soil Washing. l


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ACQUE REFLUE

Chi tarda paga

NEWS

n ”Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”. E a quanto pare l’Italia ci ricasca ancora e questa volta non può fuggire le sanzioni. Secondo quanto stabilito dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea, dovrà pagare

Robot amici

n I robot renderanno il mondo meno inquinato. Non si tratta della trama di un film fantascientifico, ma di una porzione di futuro che sta sbarcando in Danimarca. La Aarhus Vand, leader nel settore idrico danese, insieme alla scandinava Blue Ocean Robotics, sta optando per la soluzione robotica nella gestione delle acque reflue. Secondo i piani dell’azienda, con l’utilizzo di tecnologie robotiche, sarà possibile migliorare

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

una sanzione di 30 milioni di euro per non aver rispettato le norme riguardanti il sistema fognario di 18 regioni italiane. Ma le brutte notizie, purtroppo, non finiscono qua. L’Italia dovrà pagare 25 milioni di euro ciascun semestre di ritardo per aver tardato ad attuare il diritto dell'Unione in materia di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane. La Corte di Giustizia Ue aveva già constatato la voraginosa lacuna dell'Italia in una sentenza del 2012 dandole un ulteriore “aut aut” (11 febbraio 2016) per applicare la prima sentenza che allora riguardava 109 comuni. Alla scadenza della proroga, la Commissione Europea si era mossa per una nuova condanna, che puntualmente è arrivata. Il nostro Paese ha fatto tuttavia notare di aver ridotto il numero dei comuni coinvolti nella faccenda: da 109 a 74. Esiti comunque non tollerabili dalla Corte di giustizia Ue che ha rimarcato ancora una volta il grave l'inadempimento dell'Italia al mandato.

la gestione e la depurazione delle acque reflue, garantendo due principlai miglioramenti: più efficacia nei sistemi di depurazione attraverso una manutenzione più accurata delle acque, e una maggiore sicurezza per i dipendenti che non dovrebbero più entrare a contatto con i batteri patogeni presenti nel liquido e sulle superfici.

A droni e strumenti robotici spetterà l’ispezione dei bacini di scarico fognari e la manutenzione delle aree esterne degli impianti di trattamento delle acque. L’area identificata per lo sviluppo di queste tecnologie è l’impianto Marselisborg ReWater ad Aarhus, il più efficiente a livello mondiale per la gestione e trattamento delle acque.

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NEWS

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

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ACQUE REFLUE A cura di Eliana Puccio

Quando il Comune è virtuoso

SOS agricoltura Sarà realizzato a Latina il primo impianto laziale per il riutilizzo in agricoltura delle acque reflue. La Regione Lazio ha infatti approvato e finanziato il completamento dei lavori di realizzazione del progetto. Grande traguardo per il consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino che ha chiesto fermamente che l’opera fosse realizzata La sottoscrizione del protocollo d’intesa tra Regione, Consorzio di Luglio Settembre 2018

Bonifica, Provincia, Comuni di Latina e Sermoneta, Acqualatina e Arpa risale a 15 anni fa. L’opera, una delle prime nel Paese per portata delle acque reflue che verranno riutilizzate in agricoltura, nonché per la complessità della rete irrigua che alimenterà, integrerà le risorse idriche necessarie al distretto irrigato della Centrale Piegale ricadente tra Latina, Sermoneta e Cisterna. L’opera è composta da un collettore in pressione che raccoglie le acque reflue depurate dai tre impianti e le convoglia alla centrale di sollevamento del Piegale. I lavori, rimasti fermi dal 2013 in seguito ad atti vandalici e alle mancate risorse finanziarie necessarie al completamento, dovrebbero esser ultimati entro metà 2019.

n Se rifiuti e smaltimento delle acque salgono agli onori della cronaca, solitamente le notizie non sono buone. Ma non è il caso per il Comune di Rho (MI), considerato virtuoso per il suo sistema fognario a norma e rispettoso dell’ambiente. Negli ultimi anni il comune si è dato da fare per realizzare due collettori, asta Lura e asta Bozzente, in modo da condurre le acque reflue al depuratore di Pero, a vantaggio dell’ambiente e delle casse pubbliche, rispettando i tempi richiesti dalla Comunità Europea e scampando alle salatissime sanzioni previste dall’Unione Europa (vedi notizia nella

pagina a sinistra), qualora i lavori non si fossero conclusi entro il 31 dicembre 2015. La rete fognaria di Rho presentava situazioni alquanto critiche analizzate e risolte tra il 2011 e 2015, con soluzioni progettuali tecnologicamente avanzate, elaborate dall’area tecnica del Gruppo CAP in collaborazione con gli uffici comunali.


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ACQUE REFLUE

NEWS

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Acqua pulita grazie al software n Tenere sotto controllo le acque reflue è possibile. Popolazioni urbane e le rispettive metropoli sono in costante crescita, così come lo è la quantità di acque reflue che si riversa negli impianti di trattamento che potrebbero non essere più in grado di gestire adeguatamente il carico. E se avessimo a disposizione uno strumento che possa stimare se un grande impianto di trattamento delle acque reflue sia capace di soddisfare in modo affidabile la domanda? "Sicuramente potrebbe scongiurare un grosso disastro di salute pubblica per via della cattiva qualità dell'acqua", spiega l'ingegnere elettrico e professore associato dell'UWM

(The University of Wisconsin-Milwauke) Lingfeng Wang, nonché l’ideatore dell’innovativo strumento software. Il software di Wang è unico perché valuta l'affidabilità di un impianto di trattamento olistico, incorporando una serie di incertezze dinamiche tra cui malfunzionamenti meccanici, guasti del software e del sensore o un'alimentazione elettrica interrotta.

Acque reflue e... acciaio n Lo scorso 14 giugno Fluence Corporation ha ricevuto un contratto da 3,9 milioni di euro finalizzatl al trattamento delle acque reflue e allo sviluppo di un sistema di termovalorizzazione per ArcelorMittal, il più grande produttore al mondo di acciaio

grezzo. Tale sistema sarà consegnato, installato e operativo a Ghent, in Belgio, entro 18 mesi e si avvarrà della tecnologia di digestione anaerobica per produrre biogas da sottoprodotti di fermentazione offgas. Si tratta del primo progetto di trattamento delle

acque reflue nell'industria siderurgica per Fluence. “Siamo orgogliosi di questo grande passo

dell’azienda nel mondo dell’acciaieria” ha commentato Henry Charrabé, Managing Director e CEO di Fluence. Luglio Settembre 2018


Green & Circular Economy 6-9 Novembre 2018 Rimini Italy

ecomondo.com

22 a Fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile T H E G R E E N T E C H N O LO G I E S E X P O IN CONTEMPORANEA CON

O R G A N I Z Z ATO D A


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BIOWASTE

FOCUS ON

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Cosa accomuna gli scarti della torrefazione agli insetti e ai pesci? Un progetto di ricerca dell’Università Politecnica delle Marche renderà possibile identificare nutrienti alternativi per la produzione di alcune specie ittiche, partendo dagli scarti della torrefazione del caffè Prof. Ike Olivotto, docente Politecnica delle Marche Prof. Ike Olivotto, docente Politecnica delle Marche

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i chiama NUTRIFISH, il progetto di ricerca che la Fondazione Cariverona ha sostenuto e affidato al Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente dell'Università Politecnica delle Marche, con lo scopo di determinare nuove diete efficaci, economiche ed eco-sostenibili, basate sul concetto di economia circolare, destinate al settore dell’acquacoltura. La ricerca è incentrata sulla formula-

zione di nuove diete destinate alla produzione ittica valutando l'uso di farina di insetti come nuovo ingrediente dei mangimi, prendendo in esame il dittero Hermetia illucens. Le larve di questa specie (che generalmente si rinvengono in svariati substrati organici in decomposizione), vengono coltivate su scarti dell'industria del caffè e arricchite con microalghe. Il progetto si svolgerà attraverso varie Luglio Settembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

FOCUS ON

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57 A sinistra: Danio rerio (Zebra Fish), conosciuto comunemente come danio zebrato o pesce zebra, piccolo pesce d’acqua dolce. Sotto: Hermetia illucens, insetto dittero conosciuto come black soldier fly (mosca soldato nera), originario del continente americano ma attualmente con distribuzione cosmopolita, che rappresenta oggi un ottimo modello sperimentale di laboratorio; particolare di larve di Hermetia illucens allevate in laboratorio su scarti di torrefazione.

fasi di lavoro volte a: - migliorare le strategie per la produzione e la qualità degli insetti (in termini di valore nutrizionale e sicurezza in quanto mangime in ambito acquacoltura) aggiungendo, al substrato di crescita, quantità adeguate di microalghe ecosostenibili, ricche di acidi grassi polinsaturi (PUFA); - formulazione di nuove diete con gli ingredienti prodotti; Luglio Settembre 2018

- studio delle risposte biologiche e fisiologiche dei pesci alimentati con le diverse diete, attraverso prove sperimentali di alimentazione condotte inizialmente in laboratorio (pesce zebra), con un approccio integrato che valuta il benessere, la crescita e l'appetito dei pesci con strumenti convenzionali e innovativi (ad esempio spettroscopia infrarossa); - valutazione della qualità comples-

siva della dieta migliore (identificata attraverso gli esperimenti su scala di laboratorio); - test in allevamento su larga scala condotto su una specie ittica pregiata (storione) presso un allevamento di acquaponica locale e valutazione degli effetti biologici sui pesci e dei potenziali benefici (come fonte di acidi grassi polinsaturi - PUFA) per i consumatori;


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BIOWASTE

FOCUS ON

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

A sinistra: impianto di produzione di caffè presso l’azienda Saccaria (AN).

A lato e sotto: scarti della torrefazione impiegati come lettiera nel presente progetto di ricerca.

- valutazione dell'impatto ambientale complessivo e dell'efficacia, in termini di costi delle diete ittiche sperimentali, prendendo in esame il ciclo di vita (LCA). Il progetto fornirà nuove conoscenze scientifiche e la possibilità di sviluppare nuove formulazioni mangimistiche da trasferire alle industrie del settore dell'acquacoltura, agli agricoltori e a tutte le parti interessate per favorire la crescita economica del settore dell'acquacoltura e la sua sostenibilità, offrendo nuove opportunità ai giovani ricercatori attraverso contratti di lavoro specifici.

riore sfruttamento delle risorse oceaniche ha, negli ultimi anni, drasticamente ridotto la loro disponibilità commerciale. Di conseguenza, la ricerca di alternative a farina e olio di pesce, rappresenta una grande sfida per la sostenibilità dell'acquacoltura intensiva. Le alternative devono però garantire gli standard di salute e benessere dei pesci fornendo, a livelli di aminoacidi, oltre a acidi grassi polinsaturi (PUFA) ottimali, un’elevata biodisponibilità di fattori nutrizionali ed energetici e ridotti fattori anti-nutrizionali. Considerando il loro basso impatto ambientale, rispetto agli ingredienti impiegati nella maggior parte dei mangimi convenzionali, gli insetti risultano essere l’ingrediente ideale per l'alimentazione di molti organismi acquatici. Sono infatti allevati attraverso processi rispettosi dell'ambiente ed

Lo stato dell’arte Attualmente, l’allevamento ittico intensivo si basa sull'utilizzo di mangimi a base di farina e olio di pesce, quali fonti ottimali per garantire la crescita dei pesci, nonché le sue qualità in termini di salute e nutrizionali. La forte doLa ricerca di alternative a farina e olio manda di questi ingredi pesce rappresenta una grande sfida per dienti da parte dell'industria dell'acquacoltura e la sostenibilità dell’acquacoltura intensiva l'impossibilità di un ulte-

economici, poiché possono essere generati su sottoprodotti e rifiuti. Sono ricchi di proteine, hanno una composizione aminoacidica simile a quella della farina di pesce e un buon contenuto di lipidi. Rispetto ai prodotti derivati dal pesce, il profilo in acidi grassi degli insetti è però povero di acidi grassi polinsaturi (PUFA), in particolare nei contenuti di omega-3-6; tuttavia, la qualità dei lipidi degli insetti può essere modificata dalle Luglio Settembre 2018


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FOCUS ON

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In alto e a lato a sinistra: particolari degli impianti di coltivazione microalghe di AlghItaly. A destra: larve di hermetia illucens allevate sui substrati sperimentali.

tecniche di allevamento in quanto gli insetti mostrano un'elevata plasticità nelle loro caratteristiche nutrizionali, dipendente dalla composizione biochimica del substrato di crescita. Alcune microalghe marine combinano livelli medio-alti ed elevati contenuti di acidi grassi polinsaturi con alti contenuti di omega 3-6, rendendole l’ingrediente ideale dal punto di vista ecologico, per il miglioramento dei substrati di crescita degli insetti. Le microalghe rappresentano quindi un’opportunità per migliorare il valore nutritivo della farina di insetto al fine di utilizzarla come alternativa a farine ed oli di pesce. Tuttavia, sono necesLuglio Settembre 2018

sarie ricerche approfondite per meglio comprendere le risposte biologiche dei pesci a questi nuovi ingredienti per garantirne benessere e crescita ottimali ma anche un elevato valore nutrizionale. Lo sviluppo del progetto Il progetto, della durata di 36 mesi, è composto da diversi work package qui di seguito presentati: WP1: Coordinamento condotto dal Prof. Ike Olivotto, del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università Politecnica delle Marche (DISVA).

WP2: Produzione di nuovi ingredienti destinati alla produzione dei mangimi Esemplari di Hermetia illucens saranno prodotti in condizioni controllate (27°C, 70 ± 5% RH and 16:8 L:D) presso il Laboratorio di Entomologia del Dipartimento D3A, sotto il coordinamento della Prof.ssa Paola Riolo. Le larve di questi insetti saranno sviluppate su scarti della torrefazione provenienti da una azienda locale


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I Partner del Progetto Nutrifish: Contributo Fondazione Cariverona, Progetto Nutrifish - 2017-0571, Ricerca Scientifica 2017. La Fondazione ha sostenuto un numero limitato di progetti di ricerca scientifica e di trasferimento tecnologico che prevedono anche il coinvolgimento di progettualità di sistema nelle province di riferimento (Verona, Vicenza, Belluno, Ancona e Mantova), indirizzate a valorizzare il territorio, creando identità, coinvolgimento, sviluppo, accessibilità e fruizione. www.fondazionecariverona.org Università Politecnica delle Marche Coordinatore: Prof. Ike Olivotto (orcid.org/0000-00020906-4225). Professore Associato di Acquacoltura e Citologia ed Istologia presso l’Università Politecnica delle Marche, Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente. Autore di più di 50 pubblicazioni su riviste internazionali (h-index 21) ed ha partecipato a diversi congressi nazionali e internazionali. Editore del libro Marine Ornamental Species Aquaculture (2017, Wiley-Blackwell), il Prof. Olivotto si occupa principalmente di riproduzione ed allevamento di specie ittiche, nanotecnologie applicate all’acquacoltura, nuovi alimenti in acquacoltura. i.olivotto@univpm.it Componenti del Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente (DiSVA) Università Politecnica delle Marche Laboratorio di Biologia dello Sviluppo e della riproduzione: Dr.ssa Giorgia Gioacchini Laboratorio di Chimica Analitica per l’Ambiente e gli Alimenti: Dott.ssa Anna Annibaldi, Dott.ssa Cristina Truzzi Laboratorio di Spettroscopia: Dott.ssa Elisabetta Giorgini Componenti del Dipartimento di Scienze e Ingegneria della Materia, dell’Ambiente ed Urbanistica (SIMAU) Università Politecnica delle Marche Prof.ssa Simona Naspetti Componenti del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali (D3A) - Università Politecnica delle Marche Gruppo di Microbiologia: Prof.ssa Francesca Clementi,

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Dott.ssa Cristiana Garofolo e Prof. Andrea Osimani; Gruppo di Entomologia: Prof. Nunzio Isidoro, Dr. Nino Loreto, Prof.ssa. Paola Riolo, Dott.ssa Sara Ruschioni. Università di Udine Dipartimento di Scienze Agro Alimentari, Ambientali e Animali (Di4A) Dott.ssa Gloriana Cardinaletti, Prof.ssa Francesca Tulli AlghItaly L’azienda AlghItaly coltiva microalghe utilizzando una nuova classe di impianti modulari (fotobioreattori) brevettati da Algain Energy e fonda la propria strategia su un forte contenimento dei costi di impianto, dovuto alla collaborazione con Algain Energy, e sulla coltivazione di un prodotto puro e naturale al 100%, di provenienza italiana. AlghItaly vanta l'utilizzo di una tra le migliori fonti d'acqua in quanto la coltivazione delle microalghe è ai piedi delle Dolomiti, a poca distanza dalla nota fonte Recoaro. Mj Energy Azienda leader nel settore Acquaponica a livello regionale nonchè uno dei più importanti player del mercato di riferimento a livello nazionale ed europeo. Il sistema acquaponico consente un risparmio idrico pari al 90% rispetto alle tecniche tradizionali. Non vengono inquinati terreni e corsi dei fiumi con acque reflue e il cibo prodotto con questa tecnica ha un impatto quasi nullo in termini di emissioni in atmosfera di anidride carbonica. I sistemi di filtraggio dell’acqua sono del tutto naturali e si basano sull’azione combinata di batteri, piante e vermi. Per questo motivo non possono essere usati antibiotici, pesticidi ed anticrittogamici. L’aquaponica consente alle piante un accesso ottimale all’acqua e alle risorse nutritive con un risparmio in termini energetici di circa il 30% rispetto ai sistemi tradizionali di agricoltura. Saccaria Caffè Azienda nata nel 1882, a Senigallia, dall’intuizione mercantile di un antenato delle famiglie Calef e Terni: il primo a far conoscere nelle Marche il caffè prodotto nei lontani paesi tropicali. L’attività cresce a ritmi brillanti, sapendo cogliere le sfide del mercato e nel 1962 viene inaugurato l’attuale stabilimento di Marina di Montemarciano, da cui provengono gli scarti di torrefazione, utili per il progetto Nutrifish. Luglio Settembre 2018


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A sinistra: varie fasi della preparazione del substrato per la crescita degli insetti. Macinazione dello scarto della torrefazione, aggiunta delle microalghe liofilizzate prodotte da AlghItaly e umidificazione del substrato. Sopra: scelta delle larve di insetto da mettere in crescita.

(Saccaria Caffè di Montemarciano, Ancona) ed arricchiti con diverse percentuali di microalghe (Scizochytrium sp. and Isochrysis sp.) prodotte dall’azienda AlghItaly di Verona. Sugli insetti cresciuti sui diversi substrati, il Gruppo di Entomologia svolgerà diverse analisi che comprendono la produttività, i tempi di sviluppo, la capacità di convertire il substrato e il benessere degli insetti. Le diete degli insetti e gli insetti stessi saranno poi raccolte in quantità significative per condurre una serie di analisi che permetteranno ai ricercatori di individuare gli insetti più performanti. In particolare saranno condotte analisi per: - la determinazione dei lipidi e la caratterizzazione di acidi grassi e di metalli pesanti (responsabile Dott.ssa Cristina Truzzi - Laboratorio DiSVA) - la determinazione dei rischi microbiologici (responsabile: Prof. Andrea Osimani, Laboratorio D3A). WP3: Produzione di mangimi I risultati ottenuti dal WP2 saranno inLuglio Settembre 2018

dispensabili per individuare gli insetti migliori derivanti da una delle diete con le caratteristiche nutrizionali sperimentali testate. Questi insetti saranno quindi prodotti su larga scala presso le celle climatiche di allevamento del D3A, raccolti e liofilizzati per produrre le farine necessarie alla formulazione dei mangimi. Per questa fase, estremamente delicata, il progetto si avvale della collaborazione di due esperte nutrizioniste in campo zootecnico, la Prof.ssa Francesca Tulli e la Dott.ssa Gloriana

che. Sulle diete saranno quindi condotte nuovamente analisi del contenuto lipidico e dei metalli pesanti.

WP3: Test di risposta biologica dei pesci in laboratorio Le diete prodotte saranno testate inizialmente su Zebra Fish (Danio rerio), ottimo modello sperimentale. I pesci saranno allevati fino all’età adulta presso lo Stabulario dell’Università Politecnica delle Marche sotto il coordinamento del Prof. Ike Olivotto. Saranno condotte analisi relative alla crescita, alla microanatomia del digerente, di riTutte le diete prodotte saranno sposta allo stress, risposta isoenergetiche, isoproteiche ed isolipidiche immunitaria e stimolo dell’appetito durante le tre fasi salienti del ciclo vitale Cardinaletti dell’Università di Udine, dei pesci: larvale, giovanile ed adulto. che formuleranno e produrranno dieIn questa fase la Dott.ssa Elisabetta te, con sostituzioni via via maggiori, di Giorgini del DiSVA, condurrà anche farine ed oli di pesce con farine a delle analisi innovative tramite la maggior contenuto di insetti (25-50Microspettroscopia FTIR per meglio 75-100%). comprendere come la dieta influenza Tutte le diete prodotte saranno isoela composizione macromolecolare dei nergetiche, isoproteiche ed isolipidipesci allevati.


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In alto a sinistra e centro: preparazione del substrato di crescita per gli insetti, ottenuto dal prodotto di scarto della torrefazione. Sopra: substrato torrefazione preparato ed arricchito con le microalghe. A lato: lettiere modificate con inserimento di microalghe. In basso: il Prof. Ike Olivotto (primo a sinstra) e il suo staff di ricercatori.

I Gruppi di Chimica Analitica e Microbiologia effettueranno invece analisi relative al contenuto lipidico, di metalli pesanti e del microbiota dei pesci allevati. Sarà così individuata la dieta migliore che garantisce una crescita e un benessere ottimale dei pesci allevati. WP5: Test su larga scala in acquaponica La dieta migliore, testata su Zebra Fish, sarà riprodotta su larga scala per effettuare un test presso un impianto di acquaponica locale (MjEnergy) gestito dal Dott. Sergio Ciriaco in collaborazione con la Dott.ssa Valentina Nozzi. La specie allevata sarà lo storione, specie ittica pregiata che riveste un ruolo importante nel settore dell’acquacoltura. Gli storioni saranno allevati con le diete formulate per un periodo sufficiente a raddoppiarne il peso e, alla fine della Luglio Settembre 2018


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A sinistra in alto e al centro: controlli della crescita e benessere delle larve di insetto. A sinistra in basso: esemplari di Danio rerio allevati presso lo Stabulario dell’Università Politecnica delle Marche. A destra: impianto acquaponica di MjEnergy. A destra in basso: esemplare di storione, la specie prescelta per la sperimentazione della nuova dieta su larga scala nel progetto Nutrifish.

all’acquacoltura, saranno promosse soluzioni nutrizionali innovative e sostenibili in acquacoltura, utilizzando micro alghe e altri ingredienti derivati da insetti selezionati, allo scopo di ottimizzare produttività e qualità nutrizionali dei pesci allevati; - sviluppo di una migliore conoscenza delle risposte biologiche e fisiologiche dei pesci allevati con i nuovi mangimi, al fine di migliorare la produttività in acquacoltura mantenendo alti standard di benessere dei pesci di allevamento; - sviluppo di nuove idee imprenditoriali al fine di ottenere dati utilizzabili per previsioni realistiche per il settore dell’acquacoltura con l’obiettivo di

prova zootecnica, saranno valutate le performance di crescita, di benessere, composizione biochimica e gli aspetti microbiologici. WP6: Analisi economica e LCA La valutazione degli aspetti economici del prodotto sarà condotta dalla Prof.ssa Simona Naspetti del SIMAU. Conclusioni Lo sviluppo di questo progetto avrà un notevole impatto scientifico, sociale ed economico, sotto vari aspetti, come: - sostenere l’idea di una acquacoltura sostenibile e più ecologica. Identificando nuovi ingredienti e ottimizzando il loro utilizzo come materia prima per i mangimi destinati Luglio Settembre 2018

ro. Tuttavia, gli esperti identificano alcuni fattori cruciali che limitano le modifiche alle formulazioni dei mangimi, come adeguate conoscenze nutrizionali e produttive di questi ingredienti alternativi. Per quanto riguarda gli insetti, questa tematica richiede ancora investimenti nella ricerca per aiutare i produttori di Gli ingredienti alternativi dei mangimi mangimi a comprendere costi e benefici derivanti possono sostituire farine e oli di pesce dall'apporto di insetti nei anche sulla base del loro prezzo mangimi destinati all’acquacoltura. migliorare il benessere dell’animale Per questo motivo, alla fine del proallevato e la salute umana. Questi getto di ricerca, Nutrifish approfonaspetti sono essenziali per promuodirà le conoscenze necessarie per un vere la confidenza dei consumatori cambiamento ragionevole nella forEuropei nei confronti di diete sane e mulazione dei mangimi, divulgando sostenibili; risultati scientifici, economici e tec- promuovere diversi contratti di lanologici. l voro a tempo determinato per giovani ricercatori; - ultimo ma non meno importante, bisogna sempre considerare che gli ingredienti alternativi dei mangimi possono sostituire farine e oli di pesce anche sulla base del loro prezzo. Il vantaggio economico proposto da Nutrifish nell'uso degli insetti è chia-


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L’occhio infrarosso per i biocombustibili Il Laboratorio Biomasse dell’Università Politecnica delle Marche mette in campo uno strumento aggiuntivo di supporto alle analisi per il controllo qualitativo dei biocombustibili solidi

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l consumo dei biocombustibili solidi in Italia si misura in milioni di tonnellate. Si tratta di cippato di legna, legna da ardere e pellet utilizzati, a seconda delle loro proprietà,

sia in impianti domestici per il riscaldamento o la produzione di acqua sanitaria, sia in utenze cogenerative industriali. A regolamentare le caratteristiche dei

Prof. Giuseppe Toscano, docente Università Politecnica delle Marche

Esempi di biocombustibili solidi. Sopra: cippato di legno stoccato in cumuli di diversa qualità. A destra primo piano pellet di legno. Il cippato di legno mantiene ancora le caratteristiche del materiale di origine. Non è così per il pellet di legno avendo subito l’operazione di macinazione.

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biocombustibili solidi - oltre alla legge nazionale - c’è un quadro normativo ben definito a livello internazionale e che per l’Italia fa riferimento al pacchetto UNI EN ISO 17225:2014. L’uso razionale di queste risorse energetiche rinnovabili contribuisce in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi strategici definiti a livello europeo e stabiliti allo scopo di mitigare i livelli di concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera e contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici.

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La complessità della qualità nei biocombustibili solidi Il Laboratorio Biomasse (www.laboratoriobiomasse.it) è un gruppo di ricerca dell’Università Politecnica delle Marche che conosce molto bene il settore dei biocombustibili solidi. Il Laboratorio sotto la guida del prof. Giuseppe Toscano, analizza da quasi 20 anni campioni di biomasse provenienti dall’Italia e non solo, ne valuta la qualità energetica ed ambientale e all’occorrenza esprime dei giudizi per

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supportare nelle scelte di carattere tecnico o commerciale gli operatori del settore o gli utilizzatori. Ottenere un corretto quadro informativo sulle caratteristiche delle biomasse non è un lavoro semplice. La materia prima che costituisce i biocombustibili solidi - oggi prevalentemente di origine forestale - presenta proprietà molto variabili per sua natura. Ad esempio il cippato di legno, prodotto in genere ottenuto dai residui delle operazioni in bosco, può derivare da diverse parti


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Prelievo di campioni di Palm Kernel Shell da parte di addetti del Laboratorio Biomasse. La corretta operazione di campionamento richiede tempi lunghi e un impegno molto importante da parte degli operatori.

della pianta come rami, ramoscelli con e senza foglie, parti di tronco di diverse dimensioni, da varie specie legnose e di età differente. Inoltre può essere prodotto in diverse stagioni, con varie modalità di prelievo e di gestione lungo la filiera di approvvigionamento. Un insieme di variabili che rende difficile ottenere un campione rappresentativo da sottoporre alle analisi di laboratorio. “L’errore che si commette nella fase di campionamento delle biomasse può essere ele-

vato” - precisa il prof. Toscano - “vanificando il valore delle analisi di laboratorio, anche se condotte da un laboratorio che lavora in modo preciso e accurato”. Persino per un parametro analitico semplice come il contenuto di umidità, fondamentale per definire il valore energetico e commerciale del biocombustibile, si può assistere a forti oscillazioni dei valori reali in campo. Ne risulta quindi la necessità di effettuare campionamenti molto accurati

che inevitabilmente richiedono procedure laboriose ed onerose. Il tutto si traduce in un aumento dei costi e dei tempi di impiego del personale, soprattutto per quegli impianti termici che, alimentati da migliaia di tonnellate all’anno di biomasse, effettuano intensi piani di monitoraggio. “Il nostro laboratorio supporta queste attività di controllo per conto di diverse società del settore, le quali ci inviano con cadenza regolare una serie di campioni di biomasse” - continua il Luglio Settembre 2018


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Sotto: Dettagli dello SMART REPORT del Laboratorio Biomasse, un servizio particolare che pone attenzione alla forma di comunicazione dei risultati delle analisi e alla possibilità di accedere a queste mediante sistemi informatici. A destra viene mostrato del cippato molto umido e di media-bassa qualità.

prof. Toscano - “e comprensibilmente gli operatori che ci affidano questo incarico chiedono di restituire rapidamente i risultati delle analisi e di applicare tariffe economiche”. Far quadrare tutti questi aspetti non è un lavoro semplice e ci si scontra spesso con inevitabili limiti tecnicoeconomici conseguenti alla corretta applicazione della normativa tecnica stabilita dal settore. segatura residua dai tagli dei tronchi in segheria o da cascami di legno deE poi c’è la questione del pellet di legno rivanti da operazioni di segagione. Da Il pellet, forse il biocombustibile solido diverso tempo alcuni operatori della più popolare, venduto in sacchetti ed filiera, e soprattutto i consumatori, inin alcuni casi sfuso, è da tempo amterrogano il Laboratorio Biomasse piamente diffuso ed utilizzato sopratsulla questione della materia prima tutto in ambito domestico. del pellet. “Ricordo ancora una teleChi produce pellet - l’Italia è un grande fona nel 2011 in cui un consumatore importatore - normalmente utilizza che aveva acquistato del pellet ci chiedeva se fosse possibile riconoscere il tipo di legno utilizzato per produrlo. Il processo di produzione del pellet Rimasi spiazzato in quandestruttura la materia prima, to il laboratorio si concentrava solo sui parametri impedendone il riconoscimento a vista richiesti dalla normativa Luglio Settembre 2018

tecnica”. In effetti il processo di produzione del pellet, essendo il risultato di una macinazione e successiva estrusione della biomassa legnosa, destruttura la materia prima impedendone il riconoscimento a vista. Ma se la questione del tipo di legno - conifera o latifoglia - presenta prevalentemente implicazioni di tipo commerciale, il quesito che è stato posto porta ancora ad altri interrogativi. Cosa c’è nel pellet? Sono presenti altri materiali diversi dal legno? Ma soprattutto, è possibile che sia presente del legno residuale che ha subito trattamenti con prodotti quali colle, vernici e sostanze preservanti?


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PRINCIPALI RISULTATI DEL SISTEMA NIRS PER LA DETERMINAZIONE DELLA QUALITÀ DEI BIOCOMBUSTIBILI SOLIDI OTTENUTI DAL LABORATORIO BIOMASSE PARAMETRO ANALITICO

PRESTAZIONI DEL NIRS

Contenuto di umidità

I risultati sono molto interessanti un po' su tutti i biocombustibili solidi analizzati. È stato testato in laboratorio un sistema di misura da linea (tempi di risposta istantanei) analizzando il cippato di legno. L’errore assoluto della misura si è attestato al di sotto del 2%. Attualmente i modelli di previsione sono abbastanza attendibili per individuare pellet con contenuti in ceneri superiori a quelli della specifica UNI EN ISO 17225-2. Sul cippato di media-bassa qualità è possibile compiere misure con un errore assoluto di circa 0,5%. È stato sviluppato un modello che riesce a predire il potere calorifico superiore su campioni di cippato con un errore assoluto di circa 230 J/g. Nonostante il modello sia ancora a uno stadio di sviluppo preliminare, i primi risultati sono incoraggianti. I modelli su questo parametro sono ancora in fase di studio e sviluppo. È dunque un prossimo obiettivo del gruppo di lavoro. La risposta dello strumento è molto affidabile nell’individuare il tipo di legno. C’è ancora da lavorare per disporre di modelli in grado di riconoscere la specie legnose. La presenza di corteccia è un parametro non semplice da individuare. L’attuale modello riesce a fornire risposte accettabili quando il contenuto di corteccia supera il 20% in peso. Questa prestazione è in corso di perfezionamento. Attualmente si riconoscono legni o pellet prodotti con materia prima trattata distinguendoli da prodotti con legno vergine. L’accuratezza del metodo è superiore al 95%.

Contenuto di ceneri Potere calorifico superiore Contenuto di azoto Conifera / Latifoglia Presenza di corteccia Presenza di residui dell’industria del legno

Le analisi tradizionali previste dalla norma tecnica non riescono a fornire una risposta a queste domande. Più precisamente non è previsto alcun metodo analitico per identificare il tipo di biomassa nel pellet, né tantomeno se, ad esempio, sia contenuto del leIl pellet è sotto la “lente di ingrandimento” degli operatori del Laboratorio Biomasse. In particolare, nell’immagine di destra viene mostrato un sistema della BUCHI (azienda leader nelle soluzioni tecnologiche da laboratorio) in grado di eseguire analisi in linea.

gno di scarto dell’industria del mobile. Certamente attraverso alcuni parametri chimici (ad esempio il contenuto di azoto e di cloro) è possibile verificare se ci siano anomalie nel prodotto. Commenta il prof. Toscano: “Di fronte a questo limite analitico il Laboratorio Biomasse doveva trovare delle soluzioni. Il pellet è un prodotto utilizzato prevalentemente in impianti domestici di piccola taglia che nella maggior parte dei casi non hanno sistemi di abbattimento delle emissioni.

L’impiego di ulteriori strumenti di diagnosi della qualità di questo biocombustibile solido è quanto mai importante sia per la sicurezza degli utenti che per quella ambientale”. La soluzione della spettroscopia infrarossa “In questo contesto si sente l’esigenza di disporre di un sistema di analisi in grado di restituire risposte in tempi brevi e di fornire informazioni sul tipo di materia prima” - prosegue Toscano

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In alto: Area di stoccaggio della biomassa in cui tronchi di legno o ramaglie vengono trasformare in cippato pronto per l’uso in caldaia.

Sopra a sinistra: Un momento del carico del pellet in autobotte. Il sistema NIRS portatile o da linea potrebbe supportare il controllo qualitativo nei punti di movimentazione del prodotto.

Sopra a destra: NIR portatile applicato per la misura dell’umidità. Una delle ultime applicazioni che il Laboratorio Biomasse sta studiando per offrire uno strumento da campo per gli operatori.

- “possibilmente anche economico per poter effettuare misure in modo intensivo e superare il problema del campionamento”. La risposta a questa esigenza il prof. Toscano l’ha trovata assieme alla dott.ssa Manuela Mancini e al dott. Andrea Pizzi, ricorrendo alla tecnica analitica della spettroscopia infrarossa (NIRS). Il principio

di questa tecnica è basato sulla misura degli assorbimenti della radiazione infrarossa da parte delle molecole che costituiscono la materia prima. Il risultato dell’analisi sono gli spettri di assorbimento, ovvero matrici di numeri contenenti informazioni sulla composizione chimica del prodotto analizzato.

I dati spettrali sono processati mediante particolari tecniche statistiche, definite chemiometriche o di analisi multivariata, e tradotte in risposte analitiche rispondenti alle caratteristiche qualitative del biocombustibile. La misura NIRS impiega pochi istanti di tempo consentendo di effettuare rapidamente molte rilevazioni anche su grandi

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Sopra a sinistra: Due tipologie di pellet costituti da diverse biomasse legnose. Anche un operatore esperto ha difficoltà nel riconoscere le specie legnose e la sua purezza.

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Sopra a destra: esempio di un cippato di legno secco e di granulometria irregolare. Sotto: recente proposta di servizio di controllo mediante NIR applicata dal Laboratorio Biomasse.

quantità di prodotto. Qualcosa di impensabile con le tecniche analitiche tradizionali. La NIRS è una tecnologia ormai consolidata ed utilizzata efficacemente da tempo in molti altri settori (es. farmaceutica, alimentare, ecc.). Oltre ai classici strumenti da laboratorio possono trovarsi in commercio anche sistemi portatili, soluzioni molto interessanti per svolgere misure direttamente “in campo” o “fuori laboratorio”. Ulteriore vantaggio di questa tecnologia è la possibilità di essere implementata direttamente in linea di produzione, consentendo un monitoraggio continuo del materiale (es. sopra un nastro che trasporta la segatura per la produzione del pellet o un nastro di alimentazione della caldaia). Questo aspetto apre alla possibilità di portare il laboratorio lungo la filiera, migliorando il processo produttivo ed intervenendo anche con soluzioni da industria 4.0. Su questa tecnica il Laboratorio Biomasse ha già ottenuto importanti risultati e sviluppato dei modelli promettenti per ottenere informazioni sulla tipologia Luglio Settembre 2018


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Laboratorio Biomasse Università Politecnica Marche Il Laboratorio Biomasse svolge attività di ricerca nel settore delle biomasse ad uso energetico ed industriale presso le sedi del Dipartimento D3A. Il gruppo di lavoro universitario rappresenta un punto di riferimento nel campo del controllo analitico delle biomasse e dei biocombustibili solidi prodotti o utilizzati dagli operatori del settore. Il laboratorio è attivo anche sui temi della valorizzazione dei sottoprodotti forestali ed agroalimentari, delle emissioni in atmosfera degli impianti termici e

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dell’analisi della sostenibilità delle filiere agro-forestali e agro-alimentari. Il gruppo di lavoro è attivo presso il Comitato Termotecnico Italiano partecipando ai lavori di alcune Commissioni Tecniche sia in qualità di membri che, per alcune commissioni, come coordinatori nazionali. In particolare, il prof. Giuseppe Toscano – responsabile del Laboratorio Biomasse - è coordinatore nazionale del CT 282 (Biocombustibili solidi) ed il dott. Daniele Duca, componente del gruppo di lavoro, è project assistant del CT 292 – (Criteri di sostenibilità della biomassa - biocombustibili solidi per applicazioni energetiche) e del CT 291 – (Criteri di sostenibilità della biomassa – biocarburanti). Per maggiori dettagli: Website: www.laboratoriobiomasse.it Email: info@biomasslab.it; g.toscano@univpm.it

della biomassa. I risultati a disposizione del gruppo di ricerca sono oggi oggetto di lavoro presso il CT 282 del Comitato Termotecnico Italiano, dove si sta sviluppando una Specifica Tecnica per il settore in grado di fornire le linee guida

per uno screening qualitativo dei biocombustibili solidi tramite NIRS. “Le prestazioni della spettroscopia infrarossa applicata ai biocombustibili” conclude Toscano - “presentano ancora spazi di miglioramento. Riteniamo che

ottimizzando alcuni aspetti e soprattutto intensificando il lavoro di ricerca sia possibile implementare questa tecnica di analisi nell’ambito di piani di monitoraggio, rafforzando gli attuali sistemi di controllo”. l

In basso a sinistra: altro esempio di analisi mediante NIRS presso il Laboratorio Biomasse. La misura è semplice e molto rapida

ed in questo caso l’operatore può utilizzare piccole quantità di prodotto macinato. In basso a destra: pianta appena

abbattuta; la successiva lavorazione del tronco genera una grande quantità di residui utili per la produzione dei biocombustibili.

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Differenziata all’italiana

Il sistema nostrano di raccolta dell’umido porta a porta è stato preso ad esempio dal quartiere StuyTown della Grande Mela. Oggi negli Stati Uniti la raccolta dell’organico è attiva solo in California Matthieu Colombo

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on sempre l’erba del vicino è sempre più verde. Lo dimostra il fatto che negli Stati Uniti la raccolta differenziata del rifiuto organico sia, di fatto, una novità. Ad oggi infatti sono soltanto 320 i comuni in cui si separa l’umido e questi sono quasi tutti in California. È quanto risulta da un’indagine commissionata dai colleghi statunitensi di BioCycle. Detto in altri termini, la raccolta dell’organico coinvolge tra i quattro e i cinque milioni di americani su un totale di 325 milioni. Il CIC porta a New York il modello italiano “Nell’ambito della raccolta dell’umido l’Italia ha molto da insegnare all’estero: in Europa siamo pronti a recepire le nuove norme del Pacchetto sulla

Circular Economy e in questo frangente siamo lo stato più avanzato, anche più della Germania” commenta Massimo Centemero, direttore del Consorzio Italiano Compostatori e vice presidente ECN. Proprio per questo primato riconosciuto a livello internazionale, il CIC è stato chiamato a conLuglio Settembre 2018


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La sperimentazione di raccolta differenziata del rifiuto organico è stata condotta con la collaborazione di 600 famiglie del quatriere StuyTown di Manhattan, a due passi dall’East Village.

durre una sperimentazione oltreoceano che ha coinvolto oltre 600 famiglie in un complesso residenziale di 25.000 abitanti. Prima ancora dell’avvio della sperimentazione, il CIC ha stimato un aumento della raccolta del rifiuto organico di quattro volte superiore, con l’introduzione di sacchetti compostabili e bidoni della raccolta più vicini alle abitazioni, in chiave porta a porta. La sperimentazione a New York è durata due mesi, tra settembre e dicembre 2017, nella zona residenziale Stuyvesant Town (StuyTown), una delle più popolate circoscrizioni di Manhattan. Durante questo periodo, gli esperti italiani hanno introdotto strumenti e

informazioni arrivando a coinvolgere i cittadini e incrementare la quantità e la qualità dei rifiuti organici raccolti fino al 400 per cento. I risultati sono stati presentati a New York, nell’ambito della settimana della consapevolezza del compost (ICAW) organizzata dai compostatori ameriLuglio Settembre 2018

Sacchetti Novamont Anche i sacchetti utilizzati per la sperimentazione nella Grande Mela erano italiani. È stata Novamont a fornire i prodotti in bioplastica biodegradabili e compostabile MATERBI, sviluppati in oltre venticinque anni di ricerca e innovazione. Tutti i gradi di MATER-BI sono certificati secondo le principali norme europee ed internazionali presso Enti di Certificazione.

cani. La sperimentazione è avvenuta introducendo il sistema della raccolta porta a porta con bidone dedicato, sulla falsariga del modello italiano adottato con successo in molte città. “Dato che la partecipazione dei cittadini si era annunciata tiepida” - spiega Massimo Centemero, direttore del CIC e vice presidente dell’European Compost Network - l’italiana Novamont, che produce la materia prima per i sacchetti compostabili utilizzati durante la sperimentazione, ha commissionato al nostro Consorzio uno studio che migliorasse la resa della raccolta”. La differenziata c’era ma non funzionava “Secondo le nostre stime, prima della prova, solo un 10/15 per cento dell’organico prodotto nella zona oggetto interessata dallo studio, veniva depositato correttamente dai cittadini nel bidone marrone”, spiega Michele Giavini, esperto del CIC che ha coordinato il progetto. “Con la sperimen-

Questa bioplastica brevettata presenta caratteristiche e proprietà d’uso del tutto simili alle plastiche tradizionali ma, al tempo stesso, biodegradabile e compostabile, ai sensi della norma europea UNI EN 13432, il più importante riferimento tecnico per i produttori di materiali, le autorità pubbliche, i compostatori, i certificatori e i consumatori. novamont.com

tazione abbiamo introdotto nuovi elementi, come la fornitura agevolata di sacchetti compostabili ed un bidone di raccolta più prossimo alla propria abitazione, incrementando così l’intercettazione del rifiuto di circa quattro volte - continua Giavini - arrivando a un 60/70 per cento del potenziale, e mantenendo un livello di qualità molto alto degli scarti di cucina raccolti. Per ottenere questi risultati è stata importante la collaborazione con Eunomia e Biobag, fornitori dei secchielli aerati e sacchetti compostabili in bioplastica MATER-BI di Novamont, ma anche lo staff di StuyTown che ha monitorato costantemente il peso e la qualità del rifiuto organico raccolto durante le otto settimane di sperimentazione”. “Abbiamo visto come anche negli Stati Uniti - osserva Massimo Centemero - il modello nato in Italia e basato su un sistema comodo ed efficace, a partire dalla cucina fino al punto di raccolta, è quello che permette di ottenere una migliore partecipazione e collaborazione dei cittadini”. l


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Purezza porta lavoro Il pacchetto Circular Economy approvato lo scorso aprile dall’UE e pubblicato in Gazzetta ad agosto può generare 50 mila posti di lavoro Matthieu Colombo

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a chiave di volta è l’approvazione, da parte del Parlamento Europeo, del pacchetto sull’Economia Circolare che introduce l’obbligo della raccolta differenziata del rifiuto organico “bio-waste” dal 2023. “Si tratta di un passo importante - spiega il

direttore del CIC Massimo Centemero – perché potrebbe portare allo sblocco di 50.000 nuovi posti di lavoro nel settore in Europa valorizzando le realtà specializzate nella gestione dei rifiuti organici. Il pacchetto UE sull'Economia Circolare aiuterà a raggiungere Luglio Settembre 2018


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Nel 2016, la trasformazione dei rifiuti organici in compost in Italia ha contribuito a stoccare nel terreno 600.000 t di sostanza organica e ha permesso di risparmiare 3,8 milioni di CO2 equivalente/anno rispetto all’avvio in discarica.

Già in Gazzetta UE

Le conclusioni sulle Best Available Techniques, derivanti dal trattamento dei rifiuti BREF, sono state pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell'UE il 17 agosto 2018. Il documento contiene 53 singole conclusioni di cui 24 si applicano al settore nel suo insieme (efficienza energetica, efficienza delle risorse, prevenzione degli incidenti, rumore e odore...) e 29 si applicano ai trattamenti di trattamento dei rifiuti, compresi i trattamenti meccanici, biologici e fisico-chimici e il trattamento dei rifiuti liquidi a base acquosa. Le conclusioni forniscono alle autorità nazionali le basi tecniche per stabilire le condizioni di autorizzazione per gli impianti. Gli impianti di trattamento hanno 4 anni per adeguarsi alle conclusioni pubblicate, mentre le nuove installazioni dovranno già soddisfare i nuovi requisiti. ec.europa.eu

importanti obiettivi di riciclaggio in tutt'Europa e metterà ulteriormente in luce un sistema Italia particolarmente efficiente. “Come CIC e in quanto rappresentanti dell’Italia all’interno dell'European Compost Network - spiega il direttore del CIC Massimo Centemero - abbiamo seguito da vicino i lavori sulla Circular Economy promossi dalNel 2023 saranno poi stabiliti degli la Commissione Europea, portando obiettivi, da raggiungere entro il 2030, in prima persona la nostra esperienper dimezzare degli sprechi alimenza e ponendo l’Italia come esempio tari lungo la catena di produzione, diper molti Paesi, per quanto riguarda stribuzione e consumo. l’organizzazione della raccolta, la trasformazione e la valorizzazione dei Rifiuti organici come opportunità di rifiuti organici”. innovazione e crescita Detto questo, non è certo il caso di I rifiuti organici costituiscono oltre un dormire sugli allori, dato che all’Italia terzo dei rifiuti urbani in tutta Europa spetta lavorare subitamente per rene sono una componente essenziale dere attuabile il pacchetto Circular per raggiungere gli obiettivi di riciEconomy, ad esempio promuovendo sarebbero stati necessari per l'avvio in claggio e messa in discarica di nuova il riciclo e attuando politiche di incendiscarica. I principali elementi dell’ecadozione. tivazione dell’intera filiera e sopratcellenza italiana nella valorizzatutto dei prodotti della trasforzione del biowaste a livello eumazione del biowaste, ma Il prossimo passo sarà dimezzare gli sprechi ropeo sono l'elevata purezza anche uniformando la qualità merceologica della frazione umidella raccolta lungo tutto lo alimentari lungo la filiera. Dalla produzione da (nelle città italiane è superiore Stivale. al consumo, passando per la distribuzione al 95%), l'introduzione - primi in Europa - dei manufatti compoObiettivi ambiziosi a coefficiente progressivo stabili per la raccolta dell’umido Ricordiamo che, tra gli obiettivi previsti In particolare, sottolinea il CIC, il come l'efficienza impiantistica. Tutti questi dall’accordo presentato negli scorsi postaggio e la digestione anaerobica elementi permettono di ottenere una numeri di Waste, c'è il raggiungimendei rifiuti organici producono materie qualità media del compost elevata. to entro il 2035 di una quota minima prime seconde che la direttiva quadro Grazie al nuovo pacchetto europeo di riciclaggio dei rifiuti del 65 per cento sui rifiuti definisce quale opportunità di e ai decreti firmati di recente in Italia di riciclaggio e il rispetto, sempre eninnovazione e crescita. In Italia, nel dal Ministero dello Sviluppo Ecotro il 2035, del limite di rifiuti destinati 2016, la trasformazione dei rifiuti organomico, la valorizzazione del rifiuto alla discarica del 10 per cento. Inoltre, nici in compost ha permesso di stocorganico non avverrà soltanto in fordal 2023 sarà obbligatoria la raccolta care nel terreno 600 mila tonnellate di ma di compost ma anche con la prodifferenziata del rifiuto organico “biosostanze organiche facendo risparmiaduzione di biometano destinato alwaste” da avviare al compostaggio. re 3,8 milioni di tonnellate di CO2 che l’autotrazione. l Luglio Settembre 2018


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Cocco “alla moda” n Gli scarti del cocco diventano eco-tessuto. L’invenzione è opera della startup australiana Nanollose che ha dato vita a un sistema di produzione tessile a basso impatto ambientale partendo da batteri e rifiuti. Nasce così Nullarbor,

Via libera alla vendita di biometano in Italia L'indomani del parere positivo espresso sul decreto biometano dalla Commissione Europea”, che prevede un sistema di supporto alla

fibra ottenuta dalla conversione microbica della biomassa in cellulosa. La materia prima è costituita dagli scarti dell’industria del cocco ma il processo potrebbe adattarsi a diversi tipi di rifiuti organici, utilizzando pochissima acqua ed energia.

filiera della produzione di biometano come carburante avanzato di 4,7 miliardi di euro tra il 2018 e il 2022 per gli impianti che entreranno in esercizio, al Ministero dello Sviluppo Economico è stato firmato un

decreto che di fatto apre il mercato del biometano in Italia. La svolta, attesa da tempo da diverse realtà italiane della filiera biogas, è avvenuta lo scorso marzo. Chiara la posizione del CIC espressa dal direttore Centemero: “Un decreto che finalmente darà la possibilità all’Italia di investire su un prodotto innovativo come il biometano: le aziende italiane sono pronte da tempo e finalmente ora avranno la possibilità di produrlo e commercializzarlo. Con la firma del Ministero dello Sviluppo Economico otteniamo il pezzo mancante per la reale attivazione del mercato del

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“Abbiamo identificato una fonte di cellulosa e in breve tempo l’abbiamo trasformata in una fibra”, spiega il managing director di Nanollose Alfie Germano, in occasione del Planet Textiles 2018 in Canada, dove è stato esposto il primo lotto di eco-tessuto ottenuto dal cocco.

biometano. Si consideri che dall’umido proveniente dalla raccolta differenziata di ogni cittadino, si può produrre biometano sufficiente a percorrere cento chilometri”. Il decreto che promuove l’uso del biometano servirà anche all’Italia per raggiungere l’obiettivo del 10% al 2020 del consumo di energie rinnovabili nel settore dei trasporti. Il CIC stima che, se tutta la frazione umida dei rifiuti urbani fosse riciclata negli impianti dedicati, si potrebbe generare abbastanza biometano per alimentare tutti i mezzi per la raccolta rifiuti solidi urbani d’Italia. Luglio Settembre 2018


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BIOWASTE A cura di Eliana Puccio

L’impegno di Ikea Aria di cambiamento in casa Ikea. Il colosso svedese ha annunciato che entro il 2020 tutti gli articoli monouso in plastica presenti nei suoi punti vendita verranno sostituiti da materiali rinnovabili. Una decisione importante dal punto di vista ambientale e un passo in più verso un modello di economia circolare (supply chain circolare), a favore della lotta ai cambiamenti climatici e della riduzione di rifiuti. Da una nota pubblicata sul sito Ikea

si apprende: “Scegliere i materiali significa prendere decisioni responsabili. Quando non abbiamo la possibilità di usare risorse rinnovabili, optiamo per materiali riciclati o riciclabili. Il nostro impegno non riguarda soltanto i materiali, ma anche le persone, la produzione e i trasporti. Si può sempre migliorare”. Attualmente il 60 per cento dei

prodotti venduti da Ikea sono prodotti con materiali rinnovabili, mentre quasi il 10 per cento contiene materiali riciclati.

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Idrogeno dalle microplastiche

n Spirito d’iniziativa e passione per il mare. Sono questi i due fattori principali che hanno spinto l’architetto Marcella Hansch all’ideazione del progetto denominato“Pacific Garbage Screening”. Si tratta di una piattaforma grande 400 metri che avrà l’obiettivo di trasformare la plastica, grande nemica degli oceani, in energia pulita. Per realizzarla

servirà raccogliere cinque milioni di euro da raccogliere nei prossimi 5 anni. “Una delle nostre opzioni è quella di convertire le microplastiche raccolte sott'acqua in un gas sintetico costituito da idrogeno e CO2 direttamente sulla piattaforma. L'idrogeno sarà fonte di energia, la CO2 alimenterà colture di alghe che serviranno a pro-

durre bioplastiche”, spiega la dottoressa Hansch. Ad affiancarla 28 volontari tra ingegneri, architetti, biologi, fotografi, economisti ed esperti di marketing. Ma non bastano ai fini della realizzazione del sogno:“Cerchiamo gente e sponsor che possano darci nuovi suggerimenti su come pulire l'ecosistema e su come raggiungere il nostro obiettivo. Abbiamo anche lanciato una campagna di crowfunding”.

Da attrezzi da pesca a... energia

Rifiuti non sulle strade, ma nelle strade Strade più green grazie ai rifiuti domestici. Gli scienziati dell’Aston University hanno sviluppato un nuovo modo per convertire i rifiuti organici come cibo, carta e plastica decomposti in un “bitume speciale”, una sostanza adatta alla posa di strade e marciapiedi. Si tratta di una tecnologia che consente non solo di moderare il consumo di asfalto, ma anche ridurre i milioni di tonnellate di rifiuti urbani biodegradabili prodotti ogni anno in Italia. Il bio-bitume viene prodotto inserento i rifiuti organici in un reattore e riscaldandolo a circa 500 °C in assenza di ossigeno (pirolisi).

n Vecchi attrezzi da pesca potrebbero tornare utili. Stiamo parlando del “Fishing for Energy”, un programma che fornisce ai

pescatori per professione un modo per riciclare a costo zero attrezzi da pesca vecchi e inutilizzabili. Stonington è il primo porto dello

Stato del Connecticut a collaborare al progetto. Tutti gli attrezzi raccolti nel porto saranno privati dei metalli per il riciclaggio con l'aiuto di Schnitzer Steel e trasformati in energia pulita presso il centro di produzione di rifiuti in energia situato a Preston. Luglio Settembre


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L’UE rinnova le energie n Entro il 2030 almeno il 32 per cento dell’energia elettrica presente in Europa dovrà provenire da fonti rinnovabili. La decisione è stata presa da Parlamento, Commissione e Consiglio europeo che hanno trovato l’accordo per aumentare la quota base che, fino al mese di giugno, si attestava al 20% per tutti gli Stati membri. Tra le nuove misure varate a livello continentale, l’intesa tra i tre organi dell’Unione Europea ha toccato anche

Luglio Settembre 2018

la voce “trasporti”, con il 14 per cento del carburante che dovrà provenire da fonti rinnovabili, sempre entro il 2030, e con la progressiva eliminazione di biocarburanti per la produzione alimentare come l’olio di palma. Gli Stati membri, inoltre, hanno sottoscritto anche l’accordo per il cosiddetto “autoconsumo conveniente”: impegno è quello di incentivare i singoli cittadini a produrre da soli l’energia di cui hanno bisogno non solo tramite sistemi di produzione di energie rinnovabili, ma anche con l’utilizzo di batterie per lo stoccaggio dell’energia prodotta in eccesso.

Scarti gourmet Basta con lo spreco alimentare: già da oggi gli scarti di ciò che mangiate finiranno dalla tavola alla... tavola. La multinazionale statunitense Tyson Food ha, infatti, creato la linea ¡Yappah! caratterizzata da prodotti derivanti da scarti alimentari. L’obiettivo dell’azienda americana è quello di ridurre al minimo gli sprechi in tavola, riutilizzando gli ingredienti vegetali e granulati provenienti dagli scarti aziendali. ¡Yappah! è sul mercato da poco più di un mese e il suo prodotto di punta è il “Protein Crips&quot”, uno snack salato a base di cereali recuperati e riciclati. Da Tyson Food si reperiscono i residui aziendali del pollo che, poi, vengono combinati

con la purea di verdure scartata da spremute o con il grano esausto degli scarti provenienti dalla birra Moloc Coor’s. Il risultato sono quattro diversi tipi di patatine ai sapori di pollo al curry, pollo e sedano e altre due tipologie condite con due tipi diversi di birra e formaggio. “Per il marchio ¡Yappah!, la sostenibilità non è un solo un’aggiunta a quel che facciamo, ma è il nostro DNA. Combattere lo spreco alimentare è solo l’inizio della nostra missione”, ha spiegato Rizal Hamdallah, responsabile del Tyson Innovation Lab.


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IN OGNI NUMERO • Rifiuti solidi • Trattamento acque e acque reflue • Biowaste • News • Focus on • Mercato • Case History

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