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Acqua pulita L’acqua sulla Terra
Lo 0,2% della massa del pianeta Terra è costituito da acqua: sembra una quantità esigua, in realtà si tratta di un volume di enormi proporzioni – 1 miliardo e 400 milioni di km³ – e occupa il 71% della superficie terrestre. Dallo spazio, la Terra sembra infatti un pianeta blu punteggiato da batuffoli bianchi che sono le nuvole. Il 97% di questa grande quantità di acqua è salato, con un grado di salinità troppo elevato per essere sfruttabile dall’uomo, e si trova prevalentemente negli oceani. Quella che noi comunemente chiamiamo acqua dolce rappresenta invece solo una piccola parte delle acque emerse e il 68% di essa non è facilmente accessibile alle popolazioni, in quanto congelato nei ghiacciai permanenti nelle aree montuose e in particolare nelle zone artiche, antartiche e in Groenlandia (l’acqua allo stato solido costituisce il 10% della superficie terrestre). Le acque dolci effettivamente a disposizione dell’uomo si trovano nei ghiacciai alpini e alimentano le sorgenti dei fiumi; si trovano anche nel sottosuolo, accumulate nel corso dei millenni fino a notevoli profondità, e costituiscono una delle principali fonti di approvvigionamento idrico per più di 1 miliardo di persone. Anche il ciclo idrogeologico contribuisce a rinnovare tale risorsa, ma sulla terraferma finisce solo una parte dell’acqua caduta sotto forma di pioggia o neve.
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Agenda 2030
L’accesso all’acqua L’accesso all’acqua è da sempre una delle premesse fondamentali per lo sviluppo della società urbanizzata. Nel XX secolo l’aumento della popolazione, i mutamenti del sistema produttivo e degli stili di vita hanno fatto sì che la quantità di acqua dolce prelevata a livello mondiale fosse ben 47 volte maggiore rispetto all’inizio del XVIII secolo, quando veniva utilizzato solo lo 0,9%. Tale situazione ha modificato notevolmente il rapporto tra uomo e acqua. Oggi asiatici, nordamericani ed europei prelevano molta più acqua di quanto non facciano gli abitanti di altri continenti, non tanto per il consumo personale, ma soprattutto per: produrre beni industriali, irrigare i campi, generare energia.
Acqua per tutti vere acqua accessibile e pulita è un obiettivo essenziale del mondo in cui vogliamo vivere. A causa di infrastrutture scadenti o di una cattiva gestione economica, ogni anno milioni di persone, di cui la gran parte bambini, muoiono per malattie dovute a: ● mancato approvvigionamento d’acqua; ● servizi sanitari inadeguati; ● livelli d’igiene inadeguati.
La carenza e la scarsa qualità dell’acqua, assieme a sistemi sanitari manchevoli, hanno un impatto negativo sulla sicurezza alimentare, sulle scelte dei mezzi di sostentamento e sulle opportunità di istruzione per le famiglie povere di tutto il mondo. La siccità colpisce alcuni dei Paesi più poveri della Terra, aggravando fame e malnutrizione. Entro il 2050 è probabile che almeno una persona su quattro sia colpita da carenza duratura o ricorrente di acqua potabile. Va ricordato che l’energia idrica è anche la più importante e più utilizzata fonte di energia rinnovabile: nel 2011 ha rappresentato il 16% della produzione elettrica totale mondiale. Circa il 70% dell’acqua estratta da fiumi, laghi e acquedotti è usata per l’irrigazione. Inondazioni e altre calamità legate all’acqua sono responsabili del 70% dei decessi dovuti a disastri naturali.
La crisi idrica in cifre Dal 1990 a oggi 2,6 miliardi di persone in più hanno avuto accesso a migliori risorse di acqua potabile, ma ancora 663 milioni ne sono sprovviste e almeno 1,8 miliardi di individui a livello globale utilizzano fonti di acqua potabile contaminate da escrementi. Tra il 1990 e il 2015, la percentuale di popolazione mondiale che utilizza migliori fonti di acqua potabile è salita dal 76 al 91%. La scarsità d’acqua colpisce tuttavia più del 40% della popolazione totale, una percentuale che si prevede ancora in aumento. Oltre 1,7 miliardi di persone vivono in bacini fluviali, dove l’utilizzo d’acqua eccede la sua rigenerazione. Inoltre 2,4 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienici di base come wc o latrine. Più dell’80% delle acque di scarico prodotte da attività umane finisce in fiumi o mari, senza sistemi di depurazione. Ogni giorno infine circa 1000 bambini muoiono a causa di malattie diarroiche prevenibili legate all’acqua e all’igiene.
Gli sprechi di acqua
Carenza e contaminazione idrica
Se analizziamo i consumi attuali di acqua nel mondo, vediamo che il 70% viene impiegato in agricoltura, il 20% dall’industria e il 10% per uso domestico. La scarsa manutenzione degli impianti idrici può però determinare sprechi di acqua: si stima che fino al 40% dell’acqua vada consumata a causa delle perdite nelle condutture e nei canali. L’utilizzo dell’acqua, inoltre, cambia notevolmente da un’area geografica all’altra e così i conseguenti sprechi: un bambino che vive in un Paese industrializzato arriva a consumare circa 30-50 volte più acqua di un bambino che vive in un Paese in via di sviluppo.
Oggi quasi mezzo miliardo di persone in 29 Paesi del mondo soffre per carenza di acqua. Tra questi, i Paesi della Penisola arabica (Emirati Arabi, Arabia Saudita, Kuwait, Yemen, Oman) e alcune nazioni nordafricane (Libia, Algeria, Tunisia) sono caratterizzati da una carenza assoluta di acqua. Come e dove trovare acqua? La risposta non è semplice. Gli studiosi si dividono tra coloro che propongono di utilizzare tecniche innovative e coloro che propongono di ottimizzare l’uso dell’acqua già esistente. Tra i primi vi è chi suggerisce procedimenti chimici come la desalinizzazione, che però hanno costi economici molto elevati; tra i secondi la prima proposta è quella di ridurre gli sprechi di acqua con interventi mirati.
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