rollUP urban magazine May / June 2014

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“La

cura del

Dott. Pira”

A cura di Antonella Perazza Ciao Pira, come va? Bene, l’indicatore sulla parete dice che sto viaggiando a 240km/h. Ti conosco come -Dottor- Pira: che università hai frequentato? Il Politecnico a Milano, ma firmavo già Dr.Pira mentre lo stavo frequentando, perchè mi sembrava che il prefisso aiutasse a sentirmi uno scienziato. Quindi ora potrei legalmente firmarmi Dottor Dr. Pira. Sento sempre parlare di “supportare la Scena” e di “Underground”, ma esistono veramente queste cose? Vorresti raccontare la tua esperienza? C’è molto da dire sull’underground. Di terre sotterranee segrete dalle quali provengono nuove idee, movimenti culturali innovativi, o (in senso simbolico) tesori nascosti si parla in un sacco di mitologie antiche e recenti, dai Maya agli Etruschi – o anche, in maniera diversa, nella famosa trilogia fantasy di Dante Alighieri. Agartha, il mondo sotterraneo di cui si parla nelle leggende tibetane, è quello che si avvicina di più alla mia idea di underground. Stando alla leggenda, là sotto vivrebbero i Grandi Antichi, depositari di una sapienza millenaria. Sono abbastanza certo della sua esistenza, anche solo per il fatto che Afrika Bambaata ne parla in quasi tutte le interviste. Picasso diceva che ci ha messo una vita per imparare a disegnare come Picasso. Che ne pensi? Come sei arrivato al tuo stile sintetico, ipnotico e onirico? Picasso aveva ragione, è un duro lavoro, e apprezzo la sua opera: questa sua trovata del Cubismo era veramente spiritosa e intelligente. Il mio è stato un lavoro diverso, e non saprei dire se anche Picasso sia dovuto passare attraverso lo stesso inferno che ho dovuto attraversare io. Dopotutto, la pittura è un attimo fermato nel flusso del tempo, mentre nel fumetto c’è tutto un altro flusso narrativo da domare. È una cosa che richiede duro allenamento,

azione e avventura. Non puoi scrivere un’avventura emozionante senza aver messo a rischio la tua stessa vita. Le persone a cui sono legato si sono abituate a convivere col timore di non vedermi più ogni volta che inizio un nuovo fumetto, è difficile; ma anche questo fa parte del gioco. Da bambino mi piaceva molto colorare con i pennarelli e ora mi chiedo: come si colorano i fumetti? Si usa una App o qualcosa di simile? Ho provato a perfezionare la tecnologia della penna ottica fornendola di alette laterali come le freccette del tiro a segno, e lanciandola contro una tavoletta Wacom attaccata al muro. I risultati sono abbastanza soddisfacenti, ma dovrò destinare altro capitale alla ricerca prima di avere un prodotto ben collaudato. I tuoi comics sono irriverenti, politicamente scorretti, con riferimenti ai simboli massonici e agli alieni. Ti senti un autore scomodo e pericoloso? Questa domanda capita proprio nel periodo giusto. Finora non avevo mai considerato quest’aspetto, ma ho dovuto affrontare la questione proprio ora, dato che sto ideando il soggetto per il terzo e ultimo capitolo della saga di Gatto Mondadory. Ho intenzione di rivelare verità sconvolgenti, segreti in cui sono incappato e che credo sia importante diffondere per il bene dell’umanità, anche se questo metterà a rischio la mia stessa incolumità. Finora non ho avuto risposta alle mie ripetute richieste di disporre di una scorta, evidentemente è un lusso destinato a quelli che fanno parte di quella stessa macchinazione che non mi vede di buon occhio. Ho tanta paura, lo confesso, ma l’idea di un bene superiore mi spinge ad andare avanti. In Italia i bravi disegnatori di fumetto sbarellano di brutto oppure si svendono per quattro soldi. Come ti destreggi tra questi due estremi? Non saprei dire, ma girerò la domanda al mio commercialista. Nei tuoi fumetti parli spesso del Rap e dei Rappers, ma tu lo ascolti l’Hip Hop? In certi momenti della giornata, sì. Ho letto un interessante studio scientifico che sottolineava i benefici che il flow dell’Hip Hop conferisce nel rapporto con il denaro, quindi lo ascolto soprattutto quando redigo le fatture o scrivo preventivi. Quando vado in bicicletta, invece, ascolto grindcore o gli Iron Maiden. Ieri dovevo spedire un pacco e mi è venuto in mente Ken il Corriere. L’ultraviolenza spassosa che inserisci nei tuoi di-


Vorrei saperne di più sulle nuove Avventure di Berutti, è vero che ci sono di mezzo i soldi? Nella scorsa serie sì, ora penso che si farà una breve pausa perchè il futuro di Berutti è incerto, potrebbe candidarsi alle Europee. In tal caso ci sarebbero sicuramente delle avventure molto dinamiche, internazionali. In caso contrario prevedo un’altrettanto emozionante svolta introspettiva. Una volta ti ho visto con delle bombolette spray che facevi l’arte dei murales di strada: puoi parlare di queste tue attività illegali? È un’attività importante per me, anzi mi sento di dire che dal punto di vista della crescita personale i graffiti sono stati molto più determinanti del fumetto, nella mia vita. È solo dipingendo i muri e i mezzi di trasporto con i colori della fantasia che sono riuscito ad uscire dal tunnel della droga e della prostituzione. Cosa consiglieresti a un giovane che vuole diventare un disegnatore senza scrupoli? Un vita sana e piena di pericoli immotivati è la migliore condizione di partenza. Se ti è possibile, nei weekend attraversa una catena montuosa con l’attrezzatura sbagliata e penuria di viveri. Se abiti vicino al mare, buttati vestito e nuota finché ti è possibile. Il resto della settimana, mangia cibi sani e mettiti a disegnare ogni mattina equipaggiato come se dovessi partire per una missione sull’Himalaya. I fumetti sgorgheranno dalla tua penna prima che tu abbia avuto il tempo di imparare a disegnare.

Corriere. L’ultraviolenza spassosa che inserisci nei tuoi disegni è una sottile critica allo strapotere mediatico dell’establishment decadente che genera indifferenza/sadismo nelle società capitaliste occidentali? Non so, in realtà non parto mai da un presupposto politico o culturale quando inizio a fare un fumetto, che si tratti di critica o di semplice analisi del reale. Sono più come messaggi che carpisco da qualche sorta di entità sconosciuta e che trascrivo: perciò non riesco a dargli un significato chiaro. Non so che genere di entità mi abbia ispirato le storie di Ken, potrebbe essere qualche divinità assiro-babilonese che aveva a che fare con i servizi postali. A quel tempo le poste funzionavano benissimo, ma avevano un’organizzazione del lavoro piuttosto violenta e spietata.



A L IT T L E MA R K E T : l’e-commerce del “fatto a mano” L’handmade approda sul web con A little Market, la prima community online interamente dedicata alla vendita del fatto a mano con 20.000 creazioni originali made in Italy. Un’importante vetrina per 2500 creative e artigiane, dove trovare pezzi unici e tante idee originali

LO V E T H E S I G N : il design democratico a portata di click “portare il design di qualità nelle case di tutti gli italiani”. Alla base del successo di LOVETheSIGN, e-commerce specializzato nell’home design, prezzi convenienti e la semplicità dell’acquisto online. Ma anche un catalogo per tutte le tasche che spazia dai grandi classici alle creazioni di giovani talenti. Una rivoluzione democratica del design portata avanti al suono di ”Be cool, stay home”.


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Safilo , l i n e a c o n Sigrid C a l o n

Red el e é “ Th e S w ee t C olou r O f L i fe”

Safilo ha collaborato con l’illustratrice e designer olandese Sigrid Calon per realizzare una capsule di occhiali da sole e da vista dedicata alla primavera-estate 2014. Il progetto Oxydo collection by Sigrid Calon abbraccia due modelli di occhiali da sole e due da vista, ognuno presentato in quattro diverse combinazioni dal mood grafico e psichedelico.

Rédélé è un brand di occhiali da sole Made in Italy che nasce dalla voglia di emergere dai soliti schemi, di proporre qualcosa di nuovo, giovane e fresco; in altre parole vuole offrire qualcosa di appetitoso per un mercato in continua evoluzione. Con The Sweet Colour Of Life si vuole proporre un’idea nuova: la vendita del proprio prodotto all’interno di vasetti in vetro, come coloratissime confetture di frutta, strati di acetato stampati e sovrapposti. Altra chicca: quando la lente dell’occhiale si appanna, si rivela la scritta “LIFE PSY”

A cura di Beatrice Perazza


REDELE’

D O L C E E G ABBANA

CARRERA

I TALI A N I NDIPENDENT


Sailor 2.2 Lo stile navy (o marinaro) è un evergreen della primavera/estate. Si associa inevitabilmente al mare e alle vacanze, anche se viene usato spesso anche in città. I suoi stilemi intramontabili, dalle ancore alle righe, tornano puntuali anno dopo anno, concedendosi a look che spaziano dall’ironica pin-up all’elegante viaggiatrice che si gode le vacanze in barca a vela. Ed è proprio alla stile navy che si ispira la collezione di braccialetti sailor 2.2. Braccialetti in cordoncino colorato con chiusure a forma di ancore e timoni, per un’estate all’insegna del mare, del relax e del divertimento

IZA B O A – M O C A SSI N O

Y ESE Y I cappelli YESEY sono ormai un cult della moda elegante e raffinata. Sono infatti realizzati in differenti materiali, dalle paglie pregiate ai tessuti naturali, e sono formati a mano su forma in legno, o tagliati e realizzati manualmente. A caratterizzare i capi del giovane brand sono continua ricerca su materiali e forme, insieme alla sperimentazione di tecniche inedite, come la particolarissima “crashatura” e tinture manuali che danno un effetto volutamente vissuto giocato sui volumi e sui contrasti…

Il brand Iza Boa continua il suo viaggio nel mondo delle calzature: dopo gli ibridi workwear visti nelle ultime stagioni, per la primavera/estate 2014 arriva la reinterpretazione di un fondamentale articolo del guardaroba maschile nei mesi più caldi. Come sempre, assoluta, totale e rigorosa produzione veneta per il mocassino Iza-boa, un nuovo modello destinato a non passare certo inosservato. Come sempre comfort, comodità e assoluta naturalità del prodotto: tutto in pelle. Un prodotto di assoluto pregio artigianale italiano, dimostrato anche dall’interesse sempre maggiore della clientela estera.



Il

E’

gelato blu?

a ll o c h a m p a g n e e a l v i a g r a

Pensate che il gelato blu sia al gusto “puffo”? Vi sbagliate: è al viagra! Mettete dunque da parte i vostri ricordi dell’infanzia legati a questo sapore perchè ora, quando in gelateria troverete il gusto blu, non potrete più collegarlo a innocenza e spensieratezza… E, specialmente, sarà meglio non offrirlo ai bambini! Si tratta dell’ultima invenzione dell’estroso giovanotto gallese Charlie Harry, fondatore della “Lick me I’m delicious” (traduzione letterale “leccami, sono delizioso”), che ha messo a punto un incredibile nuovo gusto di gelato che assomiglia terribilmente al “puffo”, ma solo dal punto di vista cromatico. Gli ingredienti fondamentali del gusto che a scanso di equivoci è stato chiamato appunto “arousal” (eccitazione) sono lo champagne ed il viagra, la celebre pasticchetta blu. Senza dubbio un bel mix in grado di stimolare la fantasia e la curiosità… Ma attenzione perché il viagra è sempre un farmaco, anche se in questo caso si può reperire in gelateria e non in farmacia. Ogni pallina di gelato ne contiene 25 milligrammi, la metà della dose raccomandata, 1/4 della dose massima.

MOSCOW MULE:

i l c o c k t a i l d e ll ’ e s t a t e

Moscow Mule. I patiti del trend miscelato lo definiscono il cocktail dell’estate, grazie alla semplicità e la freschezza che ben si accosta col caldo torrido della città e non solo. Altri stanno lentamente scoprendo di che si tratta, incuriositi dalle tazze in rame che passano a profusione sotto i loro nasi nei locali a partire dalle 19. Eppure il Moscow non è affatto una scoperta dei nostri giorni. È tornato in auge recentemente, ripescato dagli annali dei cocktail che hanno impazzato in America più di cinquant’anni fa. Quella del Moscow Mule è una storia che ha inizio nel 1941: John G. Martin di Heublein, distributore di cibo e bevande nella East Coast incontra in un bar di Los Angeles Jack Morgan, proprietario del mitico bar Cock’n Bull in Sunset strip di Hollywood, e insieme, tra una chiacchera e l’altra, inventano il Moscow Mule, mescolando il ginger beer di Morgan con vodka Smirnoff e lime, pensando di introdurre sul mercato americano una nuova bevanda orginale; allo stesso scopo, lo versano in un mug di latta anziché in un bicchiere.


HARWEY WALLBANGER Un

d r i n k f a m o s o a ll ’ e s t e r o m a

realizzato con un liquore italiano L’ Harvey wallbanger è un cocktail creato negli Stati Uniti negli anni ’50, anno in cui fu prodotto il film che gli ha dato il nome: deriva infatti dal coniglio gigante che nel film “Harvey” sbatteva contro un muro (appunto “wallbanger” in inglese) e che parlava a Elwood Dowd (interpretato da James Stewart, l’attore protagonista) l’unico in grado di vederlo,facendolo apparire pazzo al resto della famiglia. Venne lanciato nel 1969 in occasione dell’ennesima vittoria del campione di surf Harvey, il quale volle modificare il suo abituale cocktail, lo Screwdriver, in una versione più dolce e vellutata grazie all’aggiunta del Galliano. Si dice anche che l’aggettivo wallbanger sia stato dato per una performance che Harvey il surfista, fece uscendo dal bar dov’era sua consuetudine bere il drink in una sera in cui ne bevve uno di troppo,inciampò su un mobile e si stampò contro il muro,conquistandosi così il nickname “wallbanger”. • 3/10 di vodka • 1/10 di liquore Galliano • 6/10 di succo d’arancia Preparazione: il cocktail si prepara direttamente in un bicchiere di tipo tumbler. Il tumbler va riempito con ghiaccio, vodka e succo d’arancia secondo le dosi; dopo aver mescolato gli ingredienti si aggiunge il Galliano in superficie. L’Harvey va poi decorato con una fetta d’arancia ed una ciliegina entrambe dentro il bicchiere.


Eat Different r icet t e cre a ti v e pe r c hi m an g ia di v e rsa me nte

Mangiate “diversamente” per scelte di vita o per colpa di allergie o intolleranze alimentari? Tra i tanti ricettari sugli scaffali delle librerie finalmente troverete quello che fa per voi, Eat Different. Il libro, scritto da Flavia Giordano (flexitariana ovvero vegetariana, ma flessibile) e Lorenza Dadduzio(intollerante al lattosio) fondatrici della community www.cucinamancina.com, raccoglie tante golose proposte per chi vuole o deve “cucinare senza”. Le ricette del libro, create da cuochi e blogger della community, sono organizzate in 8 diverse “mancinità”: vegetariani, vegani, senza glutine, senza lattosio, pochi grassi, pochi zuccheri, poco sodio, “curiosi” alimentari (cioè chi ha provato e sperimentato di tutto e non ha regole e schemi rigidi a tavola). Ma ogni piatto può soddisfare anche altre mancinità, come essere senza uova, senza soia, senza pesce, senza crostacei, senza frutta a guscio. Il cestino di pasta fillo ripieno di tofu e pere, il cru-shi clandestino (un sushi completamente a base di verdure crude), l’insalata di ceci e pomodori secchi, la zuppa crudista di spinaci e avocado, i cracker senza glutine ai semi di lino e girasole sono solo alcune delle ricette “alternative” che troverete nel libro. Buona lettura!

“ L as V eg an s ” PAOL A MAUGERI CI INSEGNA LA SUA CUCINA ALL EGRA E SOSTENIBI LE

Dopo il bestseller “La mia vita a impatto zero” Paola torna in libreria con un ricettario vegano per insegnare e invogliare anche i più scettici a provare un nuovo regime alimentare più rispettoso dell’ambiente. Vegetariana dall’età di dodici anni ci mostra con la consueta simpatia e intelligenza tutto il bello della cucina vegana: niente privazioni e tristezza, ma gusto, fantasia e rispetto per gli animali e l’ambiente. Questa la dedica della stessa autrice: “Dedico questo libro alla sensibilità dei tacchini, il cui colore della pelle cambia a seconda dell’umore, all’istinto materno delle scrofe, che lasciano entrare nella porcilaia solo le compagne che hanno già partorito, alla gentilezza e alla forza delle mucche, alla cura con cui i conigli scelgono le loro partner, alla memoria e all’istinto vigile dei pesci…”



R O B B A B U O NA: A cura di Stefano Marrancone

Artista: The Horrors Album: Luminous

Continua la parabola degli Horrors, nuovi alfieri del pop britannico. Il nuovo album, Luminous, non ha disatteso le aspettative di quanti sognavano un’evoluzione ulteriore nel sound della band, a volte criticato per essere fin troppo legato ai canoni tradizionali del suolo inglese. Ma appunto: nulla si crea, tutto si trasforma. E gli Horrors hanno avuto il merito di coniugare al meglio una splendida metamorfosi stilistica con i sentimenti di una cultura britannica in costante evoluzione, unica e orgogliosa della propria tradizione musicale.

Artista: Ought Album: More Than Any Other Day

Album d’esordio, registrato in appena una settimana, More Than Any Other Day è un’ottima prova di post punk rivisitato in chiave moderna. Curiosità particolare di questo quartetto è che la formazione è nata a Montreal dall’incontro di quattro studenti stranieri in cerca di un’università economica. La fortuna è arrivata nel 2012, con l’uscita dell’ Ep New Calm, permettendo ai ragazzi di essere notati ed ingaggiati dal label Constellation, casa discografica dei Godspeed You! Black Emperor. Se odiate questi ultimi, amerete gli Ought.

Artista: tUnE yArDs Album: Nikki Nack

Tune Yards è Merril Garbus. I suoi pezzi consistono prevalentemente in riff musicali frammentati e ri-incollati attraverso un ritmo organico, ritmo che si sviluppa in sovrapposizioni vocali, percussioni, vari organi, ukulele e altri svariati strumenti etnici. In sintesi, Merril è un’artista che si diverte a concepire le proprie creazioni senza scendere a compromessi, come anche ad offrire spettacoli elettrificanti. Nikki Nack è il suo terzo album, e presenta collaborazioni importanti. Un ascolto fuori di testa per chi è fuori di testa.


Una di queste notti mi è apparso in sogno Genny‘a Carogna e mi ha intimato di ascoltare i seguenti cinque album. E visto che li ho trovati davvero belli, voglio proporli anche a voi...

Artista: Ratking Album: So It Goes

L’album di debutto della crew newyorkese Ratking ci fa immergere nel caotico inferno delle periferie della grande mela. Sullo scheletro del rap più classico vengono modellati beat avanguardistici (opera del produttore Sporting Life), ma i versi dei members Wiki e Hak preservano il tiro animalesco di questo genere. La strabordante energia del collettivo confluisce in questo album che, destinato a far parlare molto di sé, è già entrato prepotentemente nelle classifiche della stampa di settore. Per i cultori del cappello all’indietro.

Artista: Real Estate Album: Atlas

Per una band rimasta a lungo tempo in attesa di decollo è giunto il momento di prendere il volo. I Real Estate in passato hanno saputo coniare uno stile particolarmente ricercato, forse persino troppo raffinato: una miscela di indie, shoegaze 90’s, surf rock che sa tanto di melanconico, ma che difficilmente lascia il segno. Ciò che invece troviamo in Atlas è quel graffio in più che finora è mancato. A partire dalle melodie (stavolta più decise) e dalla produzione meticolosamente curata. Per chi porta gli occhiali da sole quando è nuvoloso.

• Free press • distribuito in oltre 300 locali della provincia di teramo

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Micro

stampe per i super

pantaloni di

Superpants

Si chiama Superpants ed è davvero…super! Non servono tante parole per descrivere la linea di pantaloni di questo giovane brand toscano che propone per la primavera estate 2014 una piccola ma interessante collezione. Fuori dai soliti schemi e dettami della moda, quasi unconventional. Pantaloni da indossare, ma soprattutto pantaloni per vivere in libertà ed allegria la bella stagione. Ogni capo presenta una micro stampa: piccoli indiani, squali, balene, teste di tigri, colibrì, palme, pistole ed ammiccanti ragazze. Pantaloni, per Lei e Lui, sia lunghi che corti.

A L E X T R O C H U T P E R C AS TAN E R

Springa l’unicita’

n e ll a d i v e r s i t ’ à

L’idea di una scarpa esclusiva non perché con un prezzo inaccessibile, ma perché non realizzata in serie: Springa. Una collezione di scarpe che nasce prendendo spunto dalla vita di tutti i giorni, ridando vita ad abiti e oggetti in disuso. Camicie hawaiane, cravatte, t-shirt, giubbotti anni ‘60 di pelle, giubbotti di camoscio, camere d’aria e balle del caffè vengono tagliati, assemblati, cuciti con una manifattura tipicamente italiana, per formare un paio di scarpe unico. A cura di Beatrice Perazza


F o s s i l 30 t h

anniversary

u n o r o l o g i o d a c o ll e z i o n e Un brand che basta il nome, non aggiungete altro. Fossil significa qualità e bellezza, ricercatezza nei materiali e nello stile. Fossil significa vintage, Fossil è la continua ricerca di quell’allure ispirata al passato con un occhio al presente e al futuro. Fossil è il contenitore di latta inconfondibile, Fossil è l’iconica chiave usata come simbolo per tanti anni. Fondata nel 1984, la Fossil si appresta a festeggiare i suoi 30 anni e lo fa con il botto: presentando una linea di orologi limited edition ed unisex composta da 4 pezzi unici.

Karm Of Charm Fatto al 100% in Italia, il vero lato, frutto di una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. L’accuratezza nella forma e nella sostanza, amore per i dettagli hanno risonanza Karma del leader charme nel settore nella produzione di stivali e dei “Indianini” Un vero e proprio culto per le nuove generazioni. Il “SENSO”… è così che Karma Of Charme ama definire la sua nuova collezione P-E 2014. Basato sempre sul “fatto e cucito a mano” e sull’altissimo livello di artigianalità, elementi che sin dall’inizio hanno contraddistinto e caratterizzato il brand, in queste nuove creazioni i mood sono decisamente quelli del colore, della creatività e dell’infinita allegria. Mix di favolosi tessuti e intrecci di pelli lavate in diverse tonalità e sfumature; profonde e intense come il mare, i tramonti in spiaggia, i desideri. Ispirazioni a diverse epoche e culture, abbinamenti e accostamenti volutamente forti e “azzardati”… come un lunghissimo abbraccio, come quelle emozioni che non si dimenticheranno mai. Karma of Charme non ha tempo, non ha età, è qualcosa che va oltre le mode e i modi. “Fare con le nostre mani qualcosa che possa in un certo qual modo far emozionare… fantasticare”… Karma Of Charme


Drifting

con il triciclo veramente

E PICO

Una volta era un oggetto per bambini… adesso sta diventando un oggetto di culto per adulti… Il triciclo si trasforma e diventa un mezzo per spericolati appassionati di velocità e drifting. Derapare con il triciclo. Adesso il triciclo sta tornando di moda ma scordatevi di vederlo guidare da bambini.Infatti adesso sta diventando di moda sempre di più il Trike Drifting una pazza disciplina che riesce a mettere insieme il Downhill (la discesa spericolata in montain bike o con qualsiasi altro mezzo) e il Drifting (la capacità di eseguire curve tenendo sempre la macchina di traverso), infatti questi mezzi a tre ruote, resi adatti per essere guidati da un adulto, vengono usati per sfrecciare in discesa compiendo delle manovre mozzafiato e rimanendo sempre di traverso durante le curve grazie alle ruote posteriori fatte di plastica dura. Come al solito più le cose sono strane più si diffondono velocemente in tutto il mondo.. infatti stanno cominciando vere e proprie competizioni tra i drifter più bravi. Anche in Italia stanno cominciando a diffondersi dei seguaci di questa disciplina c’è anche un sito dove trovare maggiori informazioni d-trikeitalia.it e trovare tutti i consigli per creare un triciclo per il Trike drifting perfetto per lanciarsi sgommando su tutte le discese disponibili!!

Kitesurf,

l’ onda che fa tendenza

l Kitesurf o più correttamente il Kitesurfing è lo sport acquatico che più sta crescendo al mondo. Non si tratta del windsurf né del wakeboard, non parliamo del surf da onda né di powerkiting. Il kitesurf è la fusione di tutte queste discipline e sarà lo sport estremo acquatico di tendenza del presente e del futuro. Il kitesurf ha iniziato a farsi conoscere dal 1999 sopratutto grazie ai francesi e agli hawaiani, da allora le poche centinaia di pionieri sono diventati milioni di praticanti kitesurfer che con i kite colorano i cieli di qualunque spiaggia nel mondo. Il Kitesurf usa la potenza del vento come propulsore. Il vento viene catturato dal Kite, in italiano aquilone, che viene controllato dal kitesurfer con una barra collegata al kite da due o quattro linee, corde lunghe circa 30 metri. Le tavole usate per il kitesurfing in principio erano quelle del wakeboard. Oggi si hanno due tipi di tavole: quelle simili al wakeboard e le tavole direzionali più vicine al surf da onda. Vi piace il brivido della velocità? Non fatevi sfuggire questo sport: il kite è l’ oggetto più veloce spinto sull’ acqua dal vento. Adrenalina pura: mettetevi il casco, allacciate la cinture, cavalcate le onde e buon divertimento.


Osteria dei portici L’Osteria dei portici è un piccolo ristorante con cucina teramana situato nel centro storico di Giulianova paese, a due passi dal belvedere, con un’ottima veduta panoramica. Gnocco dell’oste, carne alla brace, arrosticini fatti a mano, cotiche con fagioli, trippa, uova e peperoni…l’antica cucina tanto per capirci. Una discreta scelta di vini e birre artigianali accompagneranno i vostri pasti. Il menù va dai 15 ai 25 euro e nei fine settimana potete imbattervi nelle serate live,karaoke. Cmq per essere meglio informati potete consultare il profilo facebook osteria dei portici. Chiuso il martedì. Via Gramsci 13, Giulianova - Tel. 347.6263516 facebook#Osteria dei portici

La Tav ern ett a ca posta pro-

strategi Osteria la Tavernetta è un grazioso ristorante in posizione Nasce 11 anni fa Lido. ova Giulian di centro pieno ne, prio in Piazza Fosse Ardeati tta, si caratteTaverne la Osteria te. da un’idea di Loris, chef e titolare del ristoran a menù fissi, anche grazie pranzo, pausa veloce una per ideale luogo rizza come molto location una in vole incante serata una oltre che un luogo dove passare antipasti caldi e freddi, curata degustando prodotti di qualità. Cucina di mare con rigorosamente artigustosi primi e grigliate. Da non perdere a fine pasto i liquori Chiuso il lunedì a cena. gianali. Non resta che prenotare….l’Osteria la Tavernetta! 3726

Giulianova Lido, PIazza Fosse M. Ardeatine n° 25 - Tel. 347.073

An tic hi Sa po ri Il ristorante Antichi Sapori si propone di ricrear e la convivialità delle terre Abruzzesi, sia attraverso i piatti della tradizione, sia attraverso la calorosa accoglienza e l’ambiente semplice ma sempre vivace e gradevole. Grazie alla nuova gestione di Anita e Stefania, Antichi Sapori propo ne i piatti tipici della cucina teramana e prossimamente anche arrosticini. Il venerdì sera menù di baccalà, costo 20€ (si consiglia la prenotazione). Locale adatto a piccole cerimonie. NUOVA GESTIONE • CHIUSO IL MARTEDÌ Via Fonte Alessio, 6 - MONTONE DI Mosciano Sant’A ngelo (TE) - Tel. 085.8648390


FESTIVAL TOMORROWLAND Tomorrowland 2014 uno dei più grandi festival di musica elettronica del mondo. Lanciato nel 2005 a Boom, Belgio, il Tomorrowland 2014 segna l’anniversario dei 10 anni del celebre festival ed è da non perdere. Saranno presenti i migliori DJ, il pubblico sarà una vera e propria folla, l’atmosfera sarà elettrica ed è garantito che l’esperienza sarà veramente incredibile! Tomorrowland non è un semplice concerto, è un’ esperienza da vivere: quasi 20 palchi dislocati in uno splendido paesaggio dove la natura belga la fa da padrone, ogni palco ospita un suo tema , un suo stile, e non solo per la musica! Scenografi, coreografi, fonici, migliaia di persone lavorano sodo per dar vita a tre giorni ininterrottti di musica ed esibizioni! Il sito ufficiale di Tomorrowland 2014

KRAFTWERK IN 3D A ROMA: Se non è l’evento dell’anno, poco ci manca. Il prossimo 14 luglio, infatti, Roma ospiterà l’unica data italiana dei Kraftwerk, il famigerato quartetto di Düsseldorf che, con la sua carica innovativa e la sua insuperabile musica elettronica, è riuscito a condizionare il mondo della musica internazionale degli ultimi 50 anni. Un appuntamento da non perdere, soprattutto considerando che i Kraftwerk a Roma presenteranno il loro nuovissimo format di concerto in 3D, che ha fatto il suo debutto nel 2012 in Brasile, al Sónar di San Paolo, e ha riscosso un grandissimo successo di pubblico e critica nei principali teatri, festivals e musei di tutto il mondo. Il risultato? Un coinvolgente “art-rave elettronico” che riesce a unire musica, tecnologia, grafica 3D e innovazione. Basta dare un’occhiata alle tante registrazioni amatoriali presenti su Youtube per rendersi conto di quale grande spettacolo stiamo parlando

UNICA DATA ITALIANA IL 14 LUGLIO





CHEAP, un festival interamente dedicato alla poster art Dall’1 al 10 maggio a Bologna si è tenuta la seconda edizione di Cheap, un festival interamente dedicato alla poster art. La periferia della città è stata protagonista dell’evento che in collaborazione con le Amministrazioni locali ed i cittadini ha scommesso fortemente sulla potenzialità della riqualificazione urbana tramite l’azione creativa, portata avanti attraverso l’utilizzo della carta. Economico, periferico, artistico. Carta, colla, muro. Rigenerazione, collettività, sostenibilità. Parole chiave su cui ha puntato l’intero festival. L’evento, preceduto da una selezione di opere, pervenute attraverso un’Open Call, ha avuto un indiscusso successo, superiore all’anno precedente che aveva raggiunto attaccato 1.050 metri quadrati di carta, usato 112 litri di colla e selezionato 125 artisti selezionati. Vista l’ampia risposta, quest’anno il CHEAP ha ridisegnato le modalità esecutive: ha lavorato sul tema “green”, non solo inteso come colore, ma come mezzo atto a creare una presa di coscienza attiva e partecipata su temi quali gli stili di vita sostenibili, l’impegno sul riciclo, la tutela del verde urbano, l’utilizzo di energie rinnovabili con scarso impatto inquinante. Da un lato, sono stati realizzati una serie di interventi site specific ad opera di artisti italiani ed internazionali: cinque guest artists, infatti, si sono cimenteti in “grandi opere” nella prima periferia della città. In via Ottavio Mascherino, ha operato Lucamaleonte, esperto dello stencil. Sotto il ponte di via Stalingrado, in via Zago, ha lavorato Martina Merlini, concentrandosi su un progetto che, seguendo la sua ricerca artistica attuale, ha sperimentato la tecnica dello strappo e della giustapposizione di macchie di colore creando un interessante effetto materico. L’artista argentina Hyuro ha indagato le espressioni del viso attraverso l’esplicitazione di una serie di emozioni che si susseguono dando vita ad un percorso carico di teatralità legato alla mimica facciale. A San Donato hanno lavorato gli Orticanoodles, duo milanese attivo dal 2004, che, utilizzando colori e paste up, hanno portato un progetto ispirato alla figura del poeta bolognese Roberto Roversi, scomparso nel 2012. Altri interventi sono stati eseguiti da Centina e AK. Gli ultimi giorni del festival (8-10 maggio) sono stati dedicati alle affissioni negli spazi urbani delle opere selezionate attraverso la Call,

precisamente in via Zamboni, via Irnerio, via San Giacomo, via dell’Abbadia, via del Pratello, via Graziani, Strada Maggiore, via San Vitale, via Begatto, viale Masini. Inutile aggiungere altro! Gli indirizzi ci sono, i treni per Bologna anche... Non resta che partire e andare a ammirare i risultati di un festival che di cheap ha solo il nome e le modalità!

A cura di Antonella Perazza





G OCYCLE G2 L a p i u ’ b e ll a

S A D AB I K E : bici

a pedlata assistita

La Gocycle G2 è indubbiamente la più bella bicicletta a pedalata assistita mai vista in giro. Prodotta dalla Karbon Kinetics Limited in Inghilterra, è stata realizzata da Richard Thorpe, un designer industriale con esperienza nel mondo della F1 con la McLaren ed altri marchi prestigiosi come Bentley, Audi, Ferrari e Mercedes. Il telaio e le ruote sono state realizzate in magnesio, materiale ultraleggero che consente di avere un peso totale della bici di 15,6 kg, la strumentazione è integrata nel manubrio grazie ad un bellissimo display che fornisce tutte le informazioni (velocità, marcia selezionata, stato di carica della batteria), freni a disco idraulici (senza cavi a vista), cambio Shimano nexus a tre velocità “automatico” e programmabile, in grado di cambiare autonomamente il rapporto ed allo stop torna da solo al rapporto più corto, ovviamente di catena a vista neanche a parlarne, tutto è integrato all’interno del telaio, batteria compresa, per un autonomia di 40 miglia (64 km) e libero da manutenzione. Come se non bastasse è anche pieghevole.

la prima bici senza raggi che entra in uno zaino e ’ M a d e i n I t a ly “Less is more”, l’idea che la semplicità e la chiarezza portino a un buon design deve aver guidato gli studi e le ricerche di Gianluca Sada, ingegnere italiano, di Battipaglia, laureato in Ingegneria dell’Autoveicolo al Politecnico di Torino con una tesi su una bicicletta futurista portata all’essenziale: le ruote prive di raggi, il minimo ingombro in chiusura, il sistema di piegatura con un solo movimento, il packaging utilizzabile anche come zaino contenitore, sono le innovazioni di questo questo progetto sorprendente. “Elegantly simple, simply innovative” è lo slogan di Sadabike, la prima bicicletta senza raggi, pieghevole, che si mette all’interno di uno zainetto. Biciclette pieghevole dal peso e ingombro ridotto ne esistono al mondo, però, si figurano tutte come biciclette con dimensioni eccessivamente piccole. “Esse dispongono di telaio e ruote di dimensioni ridotte, a discapito della stabilità, per privilegiare la compattezza e la portabilità durante il trasporto. Le minime dimensioni del telaio, infatti, penalizzano la posizione del ciclista durante la guida e le ridotte dimensioni delle ruote risentono molto delle variazioni del terreno.






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