Roll UP dicembre

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PERRI ER DEDIC A ALLA STREE T ART LA SUA LIMIT ED EDITI ON 2014 Dopo la limited edition 2013, riservata alle opere di Andy Warhol, Perrier rimane nel mondo dell’arte anche quest’anno e dedica la sua limited edition 2014 ad alcuni dei maggiori protagonisti internazionali della Street Art. La Street Art (arte di strada, o arte urbana) identifica tutte le forme di arte che si manifestano in luoghi pubblici, facendo ricorso alle tecniche più disparate: spray, sticker art, stencil, proiezioni video, sculture, ecc. Ogni artista che vi si dedica ha le proprie motivazioni personali, che possono essere molto varie: dalla critica sociale o artistica alla semplice ricerca di una audience allargata. La Street Art offre infatti la possibilità di avere un pubblico vastissimo, spesso molto maggiore di quello delle tradizionali gallerie d’arte. Coloratissima, esuberante, eccentrica, fortemente espressiva al limite dell’iconoclastia, la limited edition 2014 di Perrier è il seguito ideale della serie dello scorso anno, dedicata al padre mondiale della Pop Art Andy Warhol. Quest’anno Perrier ha selezionato 3 grandi artisti di strada, provenienti da 3 diversi continenti: Il brasiliano di San Paolo Kobra, per decorare le lattine; Lo statunitense JonOne, di New York, per decorare le bottiglie in vetro; La giovane giapponese Sasu, di Tokyo, per decorare le bottiglie in pet. Anche gli imballi esterni delle confezioni e i materiali di comunicazione per i punti vendita sono stati realizzati con le forme e i colori della Street Art, a cura dell’agenzia pubblicitaria Cancun.

VERSA CE X DISAR ONNO Le collaborazioni che vanno oltre al mondo della moda sono da sempre tra le migliori, perchè creano qualcosa di assolutamente nuovo e difficilmente ripetibile. L’ultima degna di nota vede protagonista Versace, che veste con le sue classiche grafiche le bottiglie di un altro grande classico italiano, il liquore Disaronno. I due iconici marchi italiani hanno unito le forze per realizzare un oggetto dedicato ai collezionisti, che fa parte di un progetto per sostenere l’iniziativa Fashion4Development, un ente di beneficienza promossa dalle Nazioni Unite che crea opportunità per le donne che vivono nei paesi in via di sviluppo e lavorano nel settore della moda.


SUP ERT RAS H Piacere agli italiani è sempre un gran lusso ed è riuscito in questa impresa il marchio olandese Supertrash, che ha fatto sold out nei negozi multimarca che lo hanno proposto. Il successo del brand è forse riposto nel suo motto: colmare il divario stilistico e di offerta che esiste tra i marchi meno costosi e quelli di lusso. La prima campagna venduta in Italia, l’Autunno Inverno 2014/15, ha avuto un grande successo, ben 110 store italiani hanno deciso di proporla al pubblico: oltre ad altri vestiti ben accolti, la giacca rock punk Jaguar e l’eco pelliccia Odyssey sono i capi più venduti. Questo farà di loro i must have della stagione?

ADIDA S ORIGI NALS X BARBO UR Se arriva l’inverno e se sommi adidas Originals e Barbour cosa viene fuori? Una collezione di giacche e scarpe davvero notevole. Di mood invernale, fatta di materiali caldi e resistenti, reinterpretando dei classici di entrambi i brand ed ibridandoli fra di loro: il logo adidas Originals che si fonde con quello Barbour, le tre strisce di adidas che decorano come mostrine militari le giacche Barbour. Ogni brand concede un po’ della sua personalità all’altro, ma con rispetto. Il risultato è un equilibrio perfetto da cui entrambi traggono giovamento e nel quale nessuno dei due diluisce la propria personalità. Sportiva quella di adidas, votata alla praticità della vita della campagna aristocratica e borghese quella di Barbour.


LE COQ SPORTIF

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Le Coq Sportif continua a rieditare i modelli più gloriosi del suo recente passato e presenta Select Collection, una selezione di alcuni suoi celebri modelli anni ’90 riproposti per il 2014 e ancora attualissimi nelle palette di colori e nel design.

FR E I TAG F 2 5 1 KO W A LS KI FREITAG non poteva essere più minimale di così e realizza un zaino artistico, adatto all’uso quotidiano e, come ogni suo pezzo, praticamente indistruttibile e resistente alle intemperie. F251 KOWALSKI è realizzato con due semplici pezzi di telone di camion, materiale a cui i fratelli Freitag danno una seconda vita, e due cinghie che svolgono al tempo stesso la funzione di spallacci e di sistema di chiusura automatico, il resto lo fa tutto il colore. L’acquisto è possibile direttamente sul sito dei due fratelli Svizzeri Freitag

Radius V2 è la cover per i-phone, radicalmente nuova nel design, ribattezzato il bikini per i-phone. Radius utilizza un’intricato design di alluminio per andare a coprire solo dove serve, nei possibili punti d’impatto, scoprendone la maggior parte possibile.






| S A N DR A I PPO LI TI |

Sandra Ippoliti è una cantante e musicista abruzzese che ha esordito con l’omonimo album nel 2011. La Ippoliti ha studiato pianoforte classico, ma dal vivo si accompagna con una chitarra a cinque corde. E’impossibile non essere conquistati immediatamente dal timbro vellutato e fresco della sua voce e dalla grazia delle sue composizioni. Sandra ha collaborato con il Santo Niente nella bella cover di “Amara Terra Mia” e successivamente Umberto Palazzo le ha affidato le armonie vocali di “Canzoni della notte e della controra”. Insieme hanno girato l’Italia per il lungo tour di quel disco. Il concerto non è un semplice show chitarra e voce, ma un affascinante e largamente improvvisato viaggio sonoro in cui il duo si destreggia fra strumenti elettronici e oggetti sonori che arricchiscono e danno profondità alle suggestive composizioni della Ippoliti. Sandra Ippoliti https://soundcloud.com/sandrippa https://www.youtube.com/results?search_query=sandra+ippoliti



F ora g in g :

n u o v a fronti e ra d e lla c u c ina e c olo g i c a ?

L’ultima novità in materia gastronomica è il foraging. Vale a dire andar per boschi, montagne, argini di fiumi, spiagge e raccogliere ciò che la natura offre di commestibile. Proprio come facevano i primitivi, ma anche i nostri nonni, quando era possibile, il cibo si andava a prendere direttamente dove cresceva o viveva. Oggi piace chiamarlo chilometro zero, ma il concetto è antichissimo e, salvo andar per funghi o per castagne, quasi del tutto abbandonato. Recentemente però, vuoi la cultura del biologico spinto, vuoi la sempre maggior credibilità dell’equazione più natura = più benessere, vuoi ancora la crisi economica (tutto gratis), il foraging si fa largo tra tante altre tendenze molto più frivole e inutili. E se nel nord Europa è una pratica già diffusa (il ristorante Noma di Copenaghen ne è la massima espressione gastronomica), in Italia è agli inizi.

K EBA B GOUR MET A MILANO APRE MARIÙ, LA PRIMA KEBBABBERIA GASTRONOMICA CHE MIXA LA COTTURA DELLA CARNE IN VERTICALE CON INGREDIENTI ITALIANI Mariù rivoluziona il modo in cui fino a oggi è stato percepito il kebab che qui è ispirato dalla tradizione italiana, che abbina la carne cucinata in verticale alla maniera mediorientale con ingredienti nostrami. In cucina solo ingredienti di qualità: la carne italiana al 100% non è tritata ma infilata nello spiedo in pezzi interi, scelti uno per uno. Lo spiedo, di pollo o di vitello, è realizzato secondo la ricetta di Mariù, in cui la carne è condita solo con sale, pepe, e spezie mediterranee naturali. Gli ingredienti da abbinare alle carni sono presi dal quaderno di ricette della nonna: verdure fresche, sott’olio e salse, creme. Un esempio? Pane puccia salentina con kebab di vitello, rucola, salsa tonnata e capperi… Un piatto di vitel tonné? No, un kebab gastronomico.

W E L C O ME C A RG O R E S TAUR A N T WELCOME CARGO RESTAURANT, LOCALE “A CHILOMETRO MILLE” TORINO

Un ristorante anti-chilometro zero in un periodo in cui i mantra della ristorazione sono “prodotti locali” e “materie prime del territorio”, e per giunta in Piemonte, patria di Slow Food. Non possiamo che ammirare il coraggio di Welcome Cargo Restaurant, nato a Torino qualche mese fa dall’iniziativa di tre amici, due orafi e un cuoco. L’idea alla base è, appunto, una cucina il più “ampia” possibile: ci sono tanti prodotti buoni al mondo, perché privarsene? E così da Welcome Cargo si trovano i gamberi blu della Nuova Caledonia e il filetto di Aberdeen scozzese, il Black Angus australiano e le ostriche della Bretagna. Un cargo, appunto, carico del meglio che offre il pianeta.


L A M O DA S I I S PIRA AL CIBO, E LA CUCINA D I V ENTA C REATIVITA’ SARTORIALE La natura, oltre alle fibre vegetali per produrre tessuti come il cotone, il lino, la canapa, o la iuta, offre anche la possibilità di realizzare splendide tinte attingendo a piante, fiori, bacche, foglie e radici. E’ solo a partire dall’inizio del xx secolo che inizia la produzione di fibre sintetiche e colorazioni ottenute da sostanze chimiche, ma fino allora, si faceva uso quasi esclusivamente di coloranti naturali e fibre vegetali: basta pensare agli arazzi, ai vestiti d’epoca, alle tende, ai tessuti di arredamento, agli splendidi kimono di seta naturale del Giappone le cui molteplici gradazioni di colore venivano ottenute da tinture ricavate dalle alghe. Ancor più nell’antichità, gli Egizi tingevano il lino con l’henné e con il cartamo, lo zafferano, la curcuma per ottenere diverse gradazione di giallo. Si deve ai Fenici la scoperta della tintura di colore porpora, ricavata dai alcuni molluschi. Oggi, in tema di eco sostenibilità, le grandi possibilità creative offerte attingendo alle risorse naturali sono state riscoperte: erbe, piante, semi e frutta commestibile da indossare, ma soprattutto tinture a base di ‘ingredienti’ naturali, note fin dall’antichità, fanno tendenza. Ecco allora il ritorno dell’uso della camomilla per ottenere il giallo, le radici di ortica per il verde, la robbia per il rosso o le tinture alla liquirizia. Il “cibo” è protagonista nel guardaroba contemporaneo di Orange Fiber , start-up fondata in Trentino da due giovani donne siciliane Adriana Santanocito e Enrica Arena. Orange Fiber produce capi di abbigliamento “tonificanti per la pelle”, realizzati utilizzando fibre prodotte con gli scarti delle arance. Grazie all’impiego di nuove tecnologie, gli oli essenziali degli agrumi vengono fissati ai tessuti affinché il vestito rilasci vitamine su chi lo indossa. Sempre dalla Sicilia, Vitussi, marchio fondato dal designer palermitano Vito Petrotta Reyes, crea borse-scrigno in fibra di ficodindia con ricami personalizzati e manici in ottone martellato e lavorato. Aquarama, ha lanciato un tessuto misto con cotone e una nuova fibra a base di ortica. Il nuovo tessuto risulta eco-sostenibile e allo stesso tempo ipoallergenico perché grazie alla sua struttura cava, la fibra di ortica presenta ottime qualità di termoregolazione, garantendo al corpo il mantenimento della temperatura ideale.

M A RL E Y N A T U RA L

Fa scalpore la notizia che gli eredi del più celebre cantante di musica reggae, Bob Marley, hanno fatto un accordo con una società di “private equity” per lanciare sul mercato il primo brand a livello mondiale di marijuana a uso ricreativo denominato: Marley Natural. Il lancio è previsto per il 2015 e verrà diffuso in molti paesi del mondo e negli Stati americani che già consentono l’uso e il commercio dell’ “erba”. Il marchio, sfruttando l’immagine del cantante giamaicano che “amava fumare gli spinelli”, punta a gonfiare il proprio portafogli per un mercato che si aggira, solo negli Stati Uniti, intorno ai 2,5 miliardi di dollari. Nel catalogo dei prodotti che la Privateer Holdings di Seattle metterà in commercio ci saranno creme per la pelle alla marijuana, balsami per labbra e accessori vari come pipe e vaporizzatori. I prodotti Marley Natural saranno distribuiti nei paesi in cui sono in vigore normative liberalizzanti, ovvero oltre a Usa e Uruguay, anche in Olanda, Spagna, Israele e Canada.


| R EPR I S E |

| LI VE MU S I C |

Certe storie sono come i rivoli di pioggia. Si incrociano, poi si dividono, poi si uniscono in un torrente. Significati innumerevoli si nascondono dietro una singola parola, i Reprise sono il frutto di una storia vera e autentica, una passione accompagnata da un grande desiderio, quello di tornare a suonare insieme . Antonio e Berardo si conoscono ormai da una vita, da quando i pomeriggi di studio si trasformavano in ore trascorse a sfiorare le corde di una chitarra e di un basso. Gli anni passano e le note strimpellate per gioco prendono forma, gli accordi diventano musica, le emozioni diventano parole. Nascono gli Eclisse. “Demo 96” successivamente distribuito in rete con il titolo “Dinamica 1”, recensito da riviste nazionali, internazionali e locali riceve giudizi positivi oltre ogni aspettative. Le radio libere lo trasmettono, anche le Tv non rimangono indifferenti, su tutte Rete A Mtv. Conquista i primi posti delle classifiche di mp3.com. Poi “L’Altra Faccia Dello Specchio “, gioie e delusioni. Le strade si dividono; luoghi, scelte, vite diverse. E poi però le storie ritornano. Ancora, una canzone. Un’idea. Certe cose non cambiano mai. E allora c’è Fabio, con Antonio per un caso in una delle band più improbabili del pianeta. Ma anche quello è servito, dopotutto. E alla fine viene fuori che in un modo o nell’altro, separatamente, hanno tutti già suonato insieme. Ma il nome? Di nuovo Eclisse? No. Sono diversi. Gli stessi, ma diversi. Non sono una replica, forse lo stesso tema, ma diverso. Come sui dischi, quando torna un inciso, ma non è uguale, non è lo stesso. È ripreso. Reprise. Nell’agosto 2013 viene pubblicato su internet il primo singolo autoprodotto, “Ancora Libera”, power-ballad sulla storia di una fine ed un inizio raccontata da un video a disegni che su youtube supera le 1500 visualizzazioni in poco tempo. “Radio Emergenti” dedica la prima pagina del sito e trasmette il singolo ogni ora pari per una settimana. Nel dicembre 2013, anticipato da un countdown su Facebook, esce il secondo singolo, “Lontano”, anch’esso accompagnato da un video che trae ispirazione da quello di “Under Pressure” dei Queen, in cui la contrapposizione tra chitarre ruvide e synth analogici ricalca il contrasto tra il grigio del progresso ed il colore dei sentimenti. Entra nella play list di Natale di “Radio Emergenti” I mesi successivi trascorrono al lavoro su nuovi brani. Il successivo singolo “Strade” costituisce l’ulteriore declinazione di un sound personale ma nel contempo mai uguale a se stesso. Nel mese di ottobre 2014 esce ‘Notte D’Estate”, nel quale la band sperimenta e strizza l’occhio alla dance. Il 2015 vedrà la luce del nuovo album “Reprise” da promuovere presso radio indipendenti e social networks. “Lontano”, “Ancora Libera”, “Strade” e “Notte D’Estate” sono attualmente disponibili nei maggiori stores musicali online, quali iTunes, Google Play e Amazon e attraverso i principali servizi di streaming come Spotify, Rdio e Jango. I rispettivi video sono disponibili sul canale Youtube della band Seguiteci su www.facebook.com/repriserockband http://bit.ly/repriseyoutube

I [reprise] sono: Berardo Rastelli - Voce e Chitarre Fabio Giusti - Voce, Sintetizzatori, Drum Programming Antonio Bernardini - Basso, Drum Programming


DISSENSOCOGNITIVO




photo • Mattia Loschiavo

RockMe Coraggiosa iniziativa di un gruppo di giovani “creativi” influenzati dal mondo Rock anni ’80 inserito negli attuali Club con un tocco di Street Style che chiude la cornice di questo nuovo brand indipendente che si sta prepotentemente insinuando nel mondo della “moda Clubbing” grazie anche alla collaborazione con il Disc Jockey Robyenn, produttore e co fondatore dell’etichetta Chelsea Hotel Records. Utilizzando i social network come mezzo di diffusione e vendita, e un corner shop a Giulianova (TE) “Big Stone” in Via Trieste 13. Partendo dalla produzione, rigorosamente Made in Italy di fasonisti italiani, al materiale di ottima qualità, il brand non tralascia alcun dettaglio. E nel suo stile minimale ogni tratto grafico rappresenta un dettagliato studio di ricerca e creatività. La scelta del colore minimale “black and white, perché “il nero non è uno stato d’animo ma uno stile di vita” come amano ripetere i componenti di questo splendido gruppo. “Il nero è considerato un colore o l’insieme di ognuno di essi anche se in realtà è esattamente l’essenza dello stesso”. Nato quasi per gioco nel 2011 dalla contaminazione della passione per il design, la musica e la moda, il brand è alla sua seconda collezione “Fucknormality”, un inno alla differenziazione, all’osare, all’essere se stessi e ad uscire fuori dagli schemi. Le creazioni nascono dal desiderio di affiancare la cultura giovane al mondo sofisticato del luxury. Il 2014 è stato un anno difficile per questo giovane brand che ha subito la perdita di un suo importante componente, morto a causa di una grave malattia, ma il gruppo ha voluto onorare la sua memoria continuando il lavoro iniziato insieme e dedicandogli una parte della collezione “Too fast to live Too young to die” citazione della canzone dei The Eagles, gruppo Rock degli anni ’70, dedicata a James Dean. Non potevamo quindi concludere questo articolo senza ricordare che “Jack DG Vive”. La nuova collezione è pronta ragazzi. Non vi resta che contattarli…. Contatti : WhatsApp : 3274073908 Facebook : Rockme Edition Instagram : rockmeitalia





B&O PLAY B&O PLAY, per chi non lo conoscesse è un brand nato dall’ azienda danese Bang & Olufsen nota al mondo per la produzione di diffusori stereo di alta qualità. Dopo una serie di progetti commercializzati a prezzi estremamente costosi ecco il primo riproduttore Bluetooth accessibile anche alle nostre tasche e a gente come noi che in qualsiasi momento della giornata vuole ascoltare musica. Il nuovo BeoPlay A2 si presenta con la solita qualità e il solito design di altissimo livello, con un amplificatore digitale di 180 watt, due woofer da 3” e una batteria che garantisce almeno 24 ore di funzionamento con l’altoparlante sempre attivo. L’apparecchio è ora disponibile sull’online del brand, non è piccolissimo ma, dicono sia molto comodo da trasportare anche grazie alla tracolla in pelle presente su una delle due estremità. Portable Sound!

BOTTA DESIGN Gli orologi Botta-Design sono caratterizzati dalla loro concentrazione sull’essenziale. Essi sono deliberatamente spogliati da funzioni aggiuntive e da decorazione. Gli orologi ad una lancetta progettati da Botta Design sono di fama mondiale e fanno si che questo marchio si distingua dalla folla. Questi orologi dovrebbero accompagnare chi li indossa per molti anni e continuare a stupire. In questo senso, gli standard non sono diversi da quelli dei classici marchi orologiai.

KODAK PRESENTA UNA ACTION CAM A 360° La nuova Kodak SP360 è una action cam che, oltre a video e foto standard, permette di riprendere video HD a 360°, senza l’utilizzo di molte telecamere. La SP360 è controllabile anche via smartphone, attraverso WiFi e tecnologia NFC, per il massimo della versatilità. Video, ma anche fotografie ad alta risoluzione, con un sensore MOS da 16megapixel e una lente pulita e brillante. Inoltre, con una velocità di scatto di 10fps non perderai mai l’istante giusto! Altre due funzioni davvero interessanti sono la funzione timelapse e il rilevatore di movimento, che permette alla SP360 di filmare o fotografare in automatico.





S K I N N Y COCK TA I L

La moda arriva dagli Stati Uniti, dove gli “skinny cocktail” stanno spopolando, soprattutto tra le giovanissime. Hanno iniziato i locali più cool delle grandi città americane che, imitando quanto è avvenuto da tempo nella ristorazione, hanno elaborato nuove proposte di light drink oppure hanno “alleggerito” le ricette classiche. Poi, hanno iniziato a riportare sulle liste le calorie di ogni aperitivo. Visto il successo, questa tendenza è arrivata in Europa, a partire da Londra. Sull’onda di questo successo sono nate addirittura delle linee di drink già pronti e di vini “low calories”. Il punto di partenza è: come alleggerire cocktail e long drink? Visto che gli ingredienti base sono poco modificabili, i “bar tender” hanno puntato a sostituire gli altri. Come lo zucchero, rimpiazzato dai dolcificanti ipocalorici, o l’acqua tonica, sostituita con soda e succo di lime. Per arrotondare il gusto hanno aggiunto le spezie. La moda degli skinny cocktail porta l’attenzione sulle calorie, ma trascura un altro fattore non meno importante: il tenore alcolico dei drink. Gli esperti consigliano cautela. Il profilo delle “skinnydrinkgirl” proviene dal mondo della moda dove, per mantenersi filiformi, le modelle si sottopongono a diete ferree e talvolta si aiutano con i drink. L’alcol dona un senso di sazietà e un minimo di calorie per sopravvivere, così si riesce a digiunare. Un approccio folle, che può avere effetti molto negativi sulla salute.

S Y BE R I A N CO C K TA I L

Arriva il freddo, almeno così dicono le previsioni meteo. E noi non vogliamo lasciarci sfuggire l’occasione di sfruttare le basse temperature per cercare qualcosa che riscaldi le nostre serate. Niente paura, nessuno pensa a una tazza di camomilla. Qui si parla di bollicine. E allora, quali sono i cocktail con champagne e prosecco da chiedere al barman in queste sere invernali o da preparare in casa, magari prima di una cena a due? Uno sicuramente è il “Syberian Cocktail“, per il quale servirà la vodka e non potrà mancare lo champagne. 3 cl di Absolute Vodka, 1 cl di Blue Curaçao e 2 cl di champagne

drinkin g in a j ar

Pensate che l’aperitivo non abbia più nulla di nuovo da offrirvi? Continuate con il vostro solito tran-tran tra Negroni e Caipiroska, passando per un Bloody Mary occasionale? Ripensateci. Conoscete la moda del drinkingin-a-jar? Partita dai locali alla moda della Grande Mela e di Shangai, questa tendenza è sbarcata anche in Italia. Bere nel barattolo, oltre che essere molto fashion, pare dia al sapore del cocktail quel certo “non so che”. Una tendenza molto in voga a New York, inoltre, è quella di presentare i cocktail imbottigliati, prendendo ispirazione dagli anni del Proibizionismo. Serviti in piccole bottiglie con l’etichetta del locale e la ricetta, in alcuni casi, i cocktail possono persino essere invecchiati.




LA TO U R PA R I S 1 3: T U TTA L’A R T E CHE C’E R A Trasformare un edificio in un museo effimero: questa l’alternativa che Parigi ha dato alla dura repressione imposta alla StreetArt dopo il processo di Versailles. È una risposta chiara e decisa che in parte contrasta la miniaturizzazione dei graffiti e l’accettazione delle regole del mercato dell’arte contemporanea, ma in parte si inserisce nella volontà di asfaltare i cortocircuiti che osannano alcuni artisti, relegandone altri. La Tour Paris 13 non è solo un luogo abbandonato, rivissuto attraverso gli interventi artistici. È un tentativo di soddisfare le caratteristiche più peculiari di un linguaggio, inserendosi pienamente nel modello attuale della StreetArt. Temporaneo, complesso, globale, sono le parole chiave legate al progetto di Mehdi Ben Cheikh, 38 anni, e sostenuto della municipalità. Il progetto, durato sette mesi, ha collegato circa cento artisti provenienti da 16 nazioni, sistemandoli in nove piani e 36 appartamenti, alcuni dei quali ancora arredati, e facendoli confluire all’interno della Galerie Itinerrance, su una superficie di 4000 mq. Il secondo piano, curato da Christian Omedeo, di Le Grand Jeu, è stato invaso dagli italiani. Quindici gli artisti invitati: 108; Agostino Iacurci, Awer, Dado, Etnik, Hogre, Hopnn, JBRock, Joys, Moneyless, MP5, Orticanoodles, Peeta, Senso, Tellas. Per garantire la leggibilità dei singoli interventi, gli artisti sono stati ripartiti secondo criteri stilistici all’interno di 4 appartamenti. I risultati del progetto sono stati visibili dal 1 al 31 ottobre 2013 e durante tutto il mese i visitatori hanno fatto file interminabili per assaporare tratti e figure di un movimento artistico che sconvolge le regole elitarie del sistema dell’arte. È inutile far finta di niente perché, come diceva Francesca Alinovi a proposito della StreetArt, “l’arte d’Avanguardia non solo non è morta, ma ha dissotterrato la sua ascia di guerra e batte il tam tam lungo le linee di frontiera”. Non cercate traccia reale di quello che è stato, perché l’edificio non esiste più. È stato demolito come da progetto iniziale. Vi forniamo noi la traccia virtuale per iniziare il Tour Paris 13. | Antonella Perazza | http://www.tourparis13.fr/


V e lo P l u s ,

la e - bik e italiana in stil e v inta g e

Bicicletta elettrica interamente prodotta in Italia, VeloPlus utilizza la tecnologia Bike+ by ZeHus, innovativo sistema all-in-one che integra tutti i componenti elettrici ed elettronici all’interno del mozzo posteriore della bicicletta, in modo elegante e leggero: il peso complessivo di tutto il kit è contenuto in circa 3 kg. VeloPlus rappresenta un nuovo modello di veicolo che, dietro l’aspetto di una elegante bicicletta in stile vintage, nasconde un sistema elettrico sofisticato, che legge e gestisce la forza motoria per ottimizzare poi l’efficienza del “motore umano”, dandogli assistenza nei momenti di bisogno e recuperando l’energia in eccesso quando la pedalata è efficiente.

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O to C y c l e s , l ’ e - bik e dal g u sto v inta g e

Se amate il gusto retrò e le bici, anche elettriche, avete trovato il punto d’incontro: queste e-bike arrivano da Barcellona, e per una volta prestazioni e dettagli tecnici contano meno – molto meno – delle scelte di design. Il richiamo è chiaramente al gusto delle motociclette anni Cinquanta, con il sellino basso, la canna curva, il serbatoio bombato, gli pneumatici da 24 cerchiati bianchi, le selle Brooks in pelle e i colori vintage, almeno nell’ispirazione. Poi però al sapore d’antan si sovrappongono un po’ di soluzioni molto moderne e perfette per la mobilità urbana: c’è il display Lcd per controllare il motore elettrico da 250 W (si raggiungono i 25 Km/h, e poi ci sono anche i motori da 500W e da 750W per tirare fino a 55 Km/h, ma forse non parliamo più di biciclette elettriche…); c’è la batteria Samsung da 36V che dura più o meno una sessantina di Km; e c’è il faro a LED anteriore, per una illuminazione della strada davvero sicura. Oto Cycles, artigiani catalani che da 15 anni fanno bici a mano e su misura (anche non elettriche), e che hanno pure ottenuto la certificazione Applus in linea con le normative europee.

Bici

e l e ttri c a C r u is e r R e tro ’ di W orld D im e nsion , pi u ’ di u na c ity bik e La bici elettrica Cruiser Retrò proposta da World Dimension, è una vera city bike dotata di motore elettrico da 250W con grande autonomia di serie. Il cambio Shimano permette di affrontare eventuali salite in tutta tranquillità senza bisogno di uno sforzo fisico supplementare. Eleganza e funzionalità si intrecciano in modo perfetto, la bici giusta per tutti i giorni e per chi desidera un prodotto di altissima qualità dal gusto retrò.


BO E

(SCOZIA)

Al momento del suo lancio sul mercato dei drink del Regno Unito nel 2007, il Boë Gin Superiore ha creato un certo scalpore. Questo gin di grande successo è unico, perché è distillato con il tradizionale alambicco distillatore Carterhead e, tuttavia, con i suoi 47%, conserva ancora un’alta percentuale alcolica. Chiamato con il nome dell’uomo al quale viene attribuita l’invenzione del gin, il medico olandese del XVII sec Franz de la Boë, questo prodotto ha un alto volume alcolico, in linea con la visione del professore per la sua miscela originale: lo “Jenever”. Per questo inimitabile Boë Gin Superior, distillato in piccoli lotti, usano solo ingredienti naturali e tredici erbe (di numero maggiore, rispetto a quelle dei suoi principali concorrenti). Inoltre, l’utilizzo del sistema Carterhead permette ai vapori botanici di passare attraverso il liquido, invece di essere bolliti.

FI LLI ER S

( BE L GI O )

Prodotto e nvecchiato da una distillazione in piccoli alambicchi di rame, Filliers Dry Gin 28 è invecchiato per quattro mesi in botti di rovere da 300 litri, un tempo utilizzate per invecchiare i migliori cognac. La maggioranza dei distillatori scelgono di non invecchiare i loro gin in botti di rovere a causa dell’investimento che questo richiede per le botti e lo spazio di affinamento. “il tempo è denaro,” conferma Pedro Saez del Burgo, “ma noi crediamo nel valore aggiunto del gin invecchiato in botte. Noi lasciamoche la natura faccia il suo corso. Non è possibile affrettare le cose. Solo rispettando il tradizionale processo artigianale è possibile raggiungere questo felice connubio tra i profumi e i sapori del gin e cognac”.

S Y LV I U S

( O LA N DA )

Il Sylvius utilizza botaniche di arancia (sia la buccia che la polpa, per dare più profondità al gusto) , ginepro italiano proveniente dalla Toscana, coriandolo, lavanda e anice angelica che unisce il tutto.

O N LY

( S PA G N A )

Questo gin nato a Barcellona mira a soddisfare i gusti dei clienti più esigenti. Le due infusioni di bacche di ginepro vengono caratterizzate dai diversi botanici utilizzati, ma in ogni caso la parola d’ordine è qualità e carattere secondo lo stile London Dry. Prodotto con il 100% di alcol neutro di grano, infuso con delle selezioni speciali di botanici. Nell’Only Gin troviamo una predominanza di profumi floreali uniti a quello delle bacche di ginepro: gelsomino, melissa, ibisco, violeta, petali di rosa, malva, lavanda, rosa, fiori d’arancio. un grande ritorno quello dei cocktail a base di gin e il nuovo tempio di questa tendenza si trova a Giulianova Lido: si chiama BE ESTRO. Al suo interno, arredato con raffinata semplicità, i titolari hanno selezionato più di 60 tipi di gin differenti tra i migliori del mondo, e qui se ne propongono quattro particolari. Per gli amanti del Gin&Tonic (long drink poco impegnativo che però permette, secondo gli esperti, l’apprezzamento dei vari botanicals) la cura è totale e va dalla scelta del tipo di ghiaccio a quella della tonica. Possibile, ovviamente, anche la degustazione di gin “on the rock”.




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