Rollup febbraio

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F o o t P at rol x N ew Bal ance 1500 M a d e i n E ngla nd “ Encycl opaedi a” Finalmente arriva una di quelle collaborazioni che riesce a mettere tutti d’accordo, che non vuol dire sia perfetta, ma la vedi e già sai che resterà negli annali. Stiamo parlando dell’ultima fatica di FootPatrol, sneakers store numero uno di Londra, scelto da New Balance per mettere mano alla sua iconica 1500 Made in England. Il progetto ruota intorno al motto Knowledge is Key, una delle frasi fondamentali all’interno della street culture, che mette in risalto la passione per questo mondo. Il riferimento esplicito però è alla “Encyclopaedia” Britannica prodotta dal 1768 a 2012 in versione cartacea. Così come i suoi lussureggianti volumi, queste 1500 si presentano con una tomaia in pelle e suede a base nera con dettagli in oro e 3M. All’interno troviamo anche una soletta customizzata con una illustrazione ripresa proprio dall’enciclopedia, e l’etichetta sulla linguetta raffigurante un libro. Le sneakers saranno vendute con tre lacci, nero, oro e rosso, ed un portachiavi in pelle con la Gas Mask di FootPatrol.

Sau c o n y D X N T r a in e r “L o d g e ” P a c k La DXN Trainer è la sneaker che Saucony ha dedicato al maratoneta neozelandese Rob Dixon, disegnata da lui stesso dopo aver vinto la Maratona di New York del 1983. Per il comeback, la silhoette viene omaggiata con questo “Lodge” Pack che prende ispirazione dalla terra natia di Rob Dixon, sia per i materiali che per i colori. Due le versioni proposte una in lana cotta grigia, ed una in canvas camo, entrambe con dettagli in pelle e la solita midsole in EVA che ha reso leggendario questo modello.

Sn e a kersnst uf f x Moom i n x Karhu

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Due miti immarcescibili della Finlandia, insieme: da una parte le sneakers di Karhu, azienda nata (addirittura) nel lontano 1916 e accreditata dell’invenzione delle tre strisce e della suola ammortizzata (anche se altri due marchi avrebbero forse qualcosa da dire al riguardo…); dall’altra i tenerissimi Moomin inventati da Tove Jansson negli anni Quaranta. Oggi i personaggi di quello storico fumetto per bambini – ma amatissimo anche dagli adulti – ricoprono la tomaia di due paia di sneakers, per un progetto collaborativo che farà felici i collezionisti.


ADIDAS ORIGINALS SUPERSTAR 80S: LA SNEAKER ICONICA INTERPRETATA DA NIGO

Superstar 80’s by NIGO, nate dalla sua ultima collaborazione con adidas Originals, la Superstar, modello per eccellenza nel panorama dello streetwear, viene reinterpretata da Nigo attraverso la stampa all over di tanti trifogli sulla tomaia grigia e bianca della sneaker, conservando la caratteristica shell toe in punta e le classiche stripes adidas in pelle. La speciale release della Superstar 80’s è parte della collezione primavera estate 2015 adidas Originals by Nigo ispirata alle strade di New York City dei fine anni ’80 inizio ’90 con la reinterpretazione di pezzi classici rispolverati dagli archivi adidas come le felpe con il cappuccio, i pantaloni in tricot e le Campus, scarpa indossatissima quegli anni dai Beastie Boys.

ADIDAS ORIG IN A L S S UP E RS T A R 8 0 S “C L E A N ” Adidas Originals continua a presentare iterazioni di Superstar ’80, stavolta sull’onda del minimalismo estetico che sta imperando nel mondo delle sneaker. Questa versione “Clean” infatti, riesce a rendere la Superstar ancora più pulita e minimale. Il segno distintivo di questa versione , come si può notare, è l’eliminazione delle strisce laterali, lasciando la tomaia in pelle premium total white totalmente pulita, impreziosita soltanto dal logo in oro presente sul tallone.

NIKE AIR MAX 1 FB QS “HYPERVENOM PHANTOM” Eccovi l’ultimo quickstrike dritto dritto da mamma Nike. Tomaia realizzata in nylon con grafica all-over in stile optical bianco e nero, mentre lo swoosh è una chiara citazione delle scarpette da calcio “Hypervenom”, gli appassionati possono confermarlo. La silhouette classica delle Air Max 1 e il contrasto di colori ardito, crea un’illusione ottica mica da ridere, il modo giusto per non passare inosservati. Ah raga, non dimenticatevi che è un quickstrike, quindi be quick.




Holy Drink: l’acqua

santa

#detox

amata dalle modelle

Come cominciare al meglio a riprendersi dalla stagione invernale? Sicuramente iniziando a mangiare e bene in modo sano. Seguendo i social network abbiamo notato che tra le trend setter, le food blogger, modelle della Milano Fashion Week e qualche celeb si è diffusa una nuova tendenza, quella per la cura e la ricerca quasi maniacale di prodotti sani, bio o healthy. Frutta fresca alla mattina, verdurine crude e… una bevanda “santa”, Holy Drink ( #HolyDrink ), detox e antistress, ricca di vitamine (fra queste la B1, B3 e B12 e C), estratti vegetali (finocchio, tarassaco, mate e ginseng siberiano) e minerali (selenio, potassio e magnesio). Il gusto è davvero particolare: inizialmente cerchi di ricondurlo a qualche sapore ma effettivamente è unico. È leggermente frizzante e davvero piacevole se bevuta fredda. Ideale per un ottimo break salutare al posto di merendine e caramelle o per un aperitivo alternativo. Ultimo dettaglio? Il pack è assolutamente ecologico. Insomma wellness per noi e per l’ambiente. Sempre più diffusi i locali dedicati all’alimentazione sana e l’attività’ fisica e’ sempre più presente nella quotidianità’ delle persone. In questo scenario mancava una bevanda che potesse contribuire concretamente a queste rinnovate esigenze del pubblico. Holy e’ il frutto di un lungo lavoro di ricerca e sviluppo portato avanti con un team di nutrizionisti, che ha portato ad una formulazione straordinariamente efficace per svolgere i tre principali obiettivi del prodotto, ovvero proteggere, purificare e rigenerare l’organismo. Tutto questo in un solo prodotto, innovativo e facile da usare.

N i a s c a P o r t o f i n o Il loro quartier generale si trova a pochi passi da una delle piazzette più famose del mondo, quella di Portofino. Arrivarci è semplice, perché l’edificio, decorato con un wall painting di David Tremlett, spicca sull’architettura circostante. Qui, i quattro soci di Niasca Portofino hanno dato vita a un progetto di rilettura del borgo ligure. Per farlo, hanno recuperato alcuni terreni abbandonati e hanno iniziato a produrre olio, conserve e marmellate che distribuiscono nel circuito di Eataly (la Limonata del Tigullio, per esempio, è già di culto a New York). L’idea è di fornire le chiavi per un turismo diverso, che permetta ai visitatori di conoscere il paese nei suoi luoghi meno ovvi: attraverso una passeggiata alla ricerca di erbe aromatiche, un pic-nic o un corso di cucina tradizionale. In un solo anno di attività, sono riusciti a trasformare la percezione del “paese da cartolina”, riscoprendone l’antica essenza contadina ed esportandola all’estero. Molto bene.



ISSEY MIYAKE WATCH ll design di VUE è nato da una brillante riflessione su quale aspetto del tempo è veramente importante, soffermandosi in particolare sul valore del tempo “presente”. Sul quadrante appare soltanto la cifra dell’ora attuale. Non vi sono numeri inutili. Fissare lo sguardo su un solo numero aiuta a concentrare la mente sul presente. La semplice e innovativa forma cilindrica del vetro consente di vedere l’ora anche lateralmente. Inoltre quando la luce colpisce il vetro illuminandone i lati, si crea un vivace effetto cromatico. Il ticchettio del tempo prezioso che scorre all’interno di una cassa di vetro adesso si può anche guardare! Dice Yves Behar: Questo orologio esprime ciò che noi pensiamo del tempo. Ogni volta che guardo un orologio per sapere che ore sono, mi domando sempre: Perché sto guardando 12 numeri? Il numero che m’interessa è uno solo. L’unicità del design di questo orologio risiede nel fatto che mostra soltanto quel numero. Il numero corrispondente all’ora passata sparisce gradualmente, e gradualmente appare quello corrispondente all’ora successiva, in una straordinaria rappresentazione del presente che diventa passato e del futuro che diventa presente. Questo è il messaggio che contiene: “il tempo è irreversibile, ma racchiude sempre in sé nuove sorprese.” Questo è il mistero rappresentato da questo orologio. Vedendo soltanto l’ora attuale, possiamo acquisire “una nuova visione del tempo”.

APPLE WATCH A 18 CARATI

Apple si tuffa nel mercato dei beni di lusso, in ogni Apple Store arriveranno delle casseforti per Apple Watch d’oro. Il passo fatto da Apple non stupisce, soprattutto se si tiene conto che una parte del successo della società di Cupertino è stato garantito dalla una filosofia basata sul proporre oggetti tecnologici che contribuirebbero alla creazione di uno “status symbol”. Un possibile lancio di una linea di orologi da 18 carati servirebbe quindi a connotare maggiormente il marchio a beni di lusso, rinunciando quindi a coprire una fascia di mercato occupata da prodotti più economici. La notizia è riportata dal blog 9to5Mac, secondo il quale negli store verranno predisposti dei contenitori blindati per esporre gli orologi di valore. Gli Apple Watch a 18 carati dovrebbero vedere da luce in aprile, contemporaneamente al lancio degli altri dispositivi ad un prezzo di cui ancora non si sa nulla.

WITHINGS ACTIVITE’ POP STILE E FUNZIONALITA’ Il Withings Activité Pop è un originalissimo fitness tracker con l’aspetto di un orologio analogico, dalle forme eleganti ma disponibile in tante colorazioni giovani e frizzanti. Dotato di un’autonomia di otto mesi, può monitorare lo stato del sonno e l’attività fisica e sarà commercializzato al prezzo di 149.95 euro. Presentato al CES 2015, il Withings Activité Pop è la versione coloratissima e a basso costo del già noto fitness tracker di fascia alta Activité, conosciuto soprattutto per il fatto che si presenta a tutti gli effetti come un vero e proprio orologio meccanico di ottima fattura. L’Activité Pop è identico per design e aspetto ma come ci dice il nome Pop, rappresenta la variante “giovane” del top gamma.



IL NUOVO SEX TOY DI LELO AIUTA A CANTARE MEGLIO Il nuovissimo SIRI™ 2 di LELO vibra a tempo di musica con 8 modalità ispirate ai vari generi, come classica, reggae, rumba e tecno. Steve Thomson, a capo del marketing di LELO, ha dichiarato: “Le corde vocali dei cantantI vibrano al momento dell’emissione della voce e il nuovo Siri™2 li aiuta a esplorare l’intera gamma di queste vibrazioni. È tutta questione di come il nostro corpo risponde alla vibrazione: il muscolo può tonificarsi per contrastarla o rilassarsi per assecondarla. Si tratta per lo più di creare un flusso di energia e lasciarsi andare. E il risultato è una voce che risuona di più.” SIRI™ 2 è stato modificato rispetto al modello originale per aumentare la risonanza delle vibrazioni, e presenta un nuovo setting ad attivazione sonora che vibra in accordo con qualsiasi suono, che sia la vostra playlist preferita o la voce del vostro amante. Il primo SIRI™ ha ottenuto una diffusione virale all’epoca del suo lancio nel 2010 ed il suo nome è stato poi usato da Apple per il software di attivamento vocale dell’iPhone, ma è diventato molto popolare anche tra cantanti e attori come strumento di allenamento vocale. Il nuovo SIRI™2, il “vibratore musicale”, è stato sviluppato insieme a esperti della voce e cantanti per ottenere risultati ancora migliori nel suo utilizzo come dispositivo di supporto all’allenamento vocale. Ma questa nuova versione vi farà toccare le corde giuste anche se non è la musica quello che fa per voi.”

5 CANZONI DI ERIC CLAPTON PER UNA NOTTE LUSSURIOSA Ci sono due tipologie di incontri carnali: l’incontro-scontro di corpi che disperatamente si desiderano e selvaggiamente si prendono, e l’incontro che s’infiamma travolgendo senza ritorno i centri del piacere più alti, quelli cerebrali. Inutile stare a dirvi che non sono minimamente contemplati fronzoli e coordinate spazio-temporali per assecondare i bassi istinti, ma se si volesse puntare in alto invece, mi spiace, ma fronzoli ed adeguate contestualizzazioni saranno requisiti sine qua non. Dunque eccomi qui a suggerirvi qualche idea in più per predisporre i sensi. Cosa ne pensate di musica erotica per slacciare mente e corpo? Oggi pizzicherei dalla discografia del più grande chitarrista vivente a detta del magazine Rolling Stone: Eric Clapton. Di sera provate a ritagliarvi una mezz’oretta in compagnia di un degno calice di vino. Sprofondate sulla vostra seduta più comoda, chiudete gli occhi ed iniziate a sorseggiare il nettare degli dei con in sottofondo queste 5 canzoni di Eric Clapton… Aspetto vostri commenti sugli effetti collaterali della sua lussuriosa chitarra!

Eric Clapton • I Can’t Hold Out Eric Clapton • Double Trouble Eric Clapton & B.B King • Three O’Clock Blues Eric Clapton • Come back baby Eric Clapton • Have You Ever Loved A Women



T R I O FANFULLA Nasce nel 2013 con Nicola Aloisi al violino e mandolino, Gianluca Ruffini al contrabasso e Luciano Ruggieri voce e chitarra. Luciano abbandona l’anno seguente a causa del trasferimento in un’altra città per lavoro e lo sostituisce Antonio Cupaiolo, giovane promessa del panorama artistico teramano. Questo trio fonde interessi e stili dei tre musicisti, che, provenienti da approcci diversi cercano di lavorare su autori di canzoni “di gusto” del panorama cantautorale italiano, e pezzi originali. Nicola Aloisi ha studiato violino al conservatorio dell’Aquila, senza conseguire titoli, perché perso (come dice nel suo pezzo Gli Zingari Felici) dietro ad amori ed avventure universitarie, crescendo ispirato da De Andrè, come dal meglio di tutti i generi musicali. Ha suonato tutti, ma proprio tutti i generi musicali in moltissime formazioni,ed oggi, a 42 anni non è affatto stanco!! Gianluca nasce come bassista elettrico. Ispirato in gioventù dal metal e dall’hard rock, lavora in molte formazioni del teramano, ampliando il suo bagaglio con formazioni ispirate agli Skiantos, come al rock più attuale, ma la sua fonte di ispirazione prima è la genialità di Jaco Pastorius. Prende il contrabasso in età adulta, ma trova subito lo stile, vicino allo swing, che caratterizza le sonorità del trio. Terzo, anche a seguito della giovanissima età(22) Antonio. Studente di chitarra al conservatorio dell’Aquila, si forma con gruppi e formazioni locali, ispirate al rock folk, ma scopre subito la sua vocazione per il jazz-manouche.

Antonio è ora una spugna che assorbe tutto quello che ascolta e gli amici gli trasmettono, e lo elabora e restituisce trasformato dal suo talento e dalla sua vivacità. I cantautori preferiti dal trio sono Capossela, Pino Daniele, Paolo Conte, ma ancor di più Enzo Jannacci e Sergio Caputo. Di questi suonano i successi come pure pezzi meno noti. Inoltre suonano pezzi originali di Nicola o Antonio, oltre che strumentali balcanici e di grande impegno come i duetti di Django Reinhardt e Stephane Grappelli . Il nome Fanfulla è uscito dall’ idea di dare al trio una spirito goliardico e romanticamente rivoluzionario…. Difatti il Fanfulla, fù prima soldato di ventura, cavaliere e infine Capitano di Bandiera nei primi anni del ‘500. Protagonista della “disfida di Barletta “ contro i francesi, ma soprattutto romantico “eroe” della goliardia universitaria romana negli anni settanta.


DISSENSOCOGNITIVO


P a p e r Trop h y Vorreste addobbare casa vostra con trofei da caccia ma siccome siete sensibili alla vista del sangue non riuscite a pensare di poter riuscire a uccidere un animale a sangue freddo, squartarlo, impagliarlo ed appenderlo? Nessun problema, c’è Paper Trophy. Una più umana risposta ad ogni vostra velleità di bracconiere da caccia grossa è l’acquisto e realizzazione di questi splendidi trofei in cartoncino. Spediti in kit da ritagliare, piegare ed incollare, i Paper Trophy sono attualmente un progetto a metà tra arte e design in crowdfunding su indiegogo, sviluppato dal berlinese Holger Hoffmann.

S q u ai r “ T h e S p l i t” l a C u s to d i a p er i P h on e 6

Con l’avvento degli smartphone la custodia per proteggere al meglio il proprio device preferito è diventata un accessorio indespensabile, che esula addirittura dalla semplice funzionalità andando a toccare spesso la sfera del design. Infatti c’è chi non si accontenta, parlando di iPhone, delle belle cover messe a dispozione dalla Apple, ne tanto meno delle più economiche aftermarket. Per saziare la voglia di esclusività di questa fetta di mercato arriva da Squair, un team di designer giapponesi, “The Split” che si pone come al top tra le cover per iPhone 6. Per realizzarla è stato usato uno speciale tipo di alluminio, Extra Super Duralumin A7075, noto per la sua grande resistenza e che vi permetterà di inserire il vostro iPhone nella struttura a slide senza usare nessuna vite, al contrario delle altre custodie di questo tipo. Le colorazioni disponibili saranno le stesse dell’iPhone 6: black, silver e gold.



MILU’ LAMP

BUSTER + PUNCH: INTERRUTTORI E LAMPADE ROCK Cercate un’idea originale per dare un tocco rock alla vostra casa? Sul sito Buster + Punch trovate una serie di elementi di arredo che fanno al caso vostro. Gli interruttori sono realizzati con pomelli e levette che si possono trovare comunemente sulle radio o sugli strumenti musicali. Le lampadine e i lampadari hanno forme non convenzionali ma bellissime. Sul loro sito troverete anche moto, poltrone, mobili e molto altro ancora. I prezzi variano dalle 30 sterline a salire, ma i prodotti sono incredibili.

Milù è un prodotto che estremizza l’idea dell’abat-jour classica: estrapola i tratti, le proporzioni e i materiali. Il risultato è un oggetto pulito, pratico ed estremamente funzionale. E’ costituita da una sagoma spessa 25 mm, ricavata da un taglio a fresa CNC su una tavola in legno massello o multistrato (faggio, pioppo, betulla), su cui è “cucito” un cavo tessile colorato con portalampada. E’ studiata in modo da ottimizzare la distanza di taglio e la quantità di materiale utilizzato. Legno , cavo tessile e bulbo led da 1 W interagiscono tra loro in una composizione armonica e funzionale.



QUANDOO.IT. E’ NATO IL NUOVO TRIPADVISOR?

Non riuscite più a scegliere un ristorante senza prima leggere online recensioni e pareri sui più famosi siti dedicati, primo fra tutti Tripadvisor? Quandoo.it potrebbe essere il sito che fa per voi. Funziona in modo molto semplice: accedi al sito Quandoo.it, scegli un ristorante, verifichi la disponibilità e prenoti direttamente dal portale. La prenotazione, e la conferma da parte del ristoratore dell’effettiva presentazione, danno diritto a scrivere la propria recensione. Un meccanismo forse un po’ più elaborato di quelli a cui siamo abituati, ma che garantisce da sole e false recensioni. E non finisce qui. Quandoo.it inoltre incentiva l’utente a contribuire in ogni caso con la propria esperienza, non solo quando è stata pessima o fantastica. Per farlo offre 25 Punti Fedeltà per ogni recensione completata e 100 punti per ogni prenotazione, e al raggiungimento di 1.000 punti consente di staccare un voucher da usare presso un ristorante affiliato. L’unica pecca? Per ora la versione italiana lascia un po’ a desiderare e molte (moltissime) città italiane non compaiono nell’elenco. Diamogli tempo e siamo sicuri che non ne potremo più fare a meno.

THE DEAD DROPS, TECNOLOGIA CHE DIVENTA STREET ART SOCIALE The Dead Drops è un sistema anonimo di condivisione di files, foto, musica, video ideato dall’artista berlinese Aram Bartholl durante un suo soggiorno a New York nel quale decise, letteralmente, di piantare nei muri di alcuni palazzi della grande mela 5 chiavette usb. Dal 2010, queste installazioni sono diventate centinaia in tutto il mondo ed ogni giorno migliaia di persone armate semplicemente di computer possono scaricare e caricare tutto quello presente sulle chiavette, attaccandosi al muro. Le chiavette sono circa 1104, per un totale di quasi 5000 gigabyte di materiale scaricabile gratuitamente, senza che gli utilizzatori si incontrino fisicamente o si conoscano preventivamente. Proprio da questo particolare deriva il nome di Dead Drops, che era l’identificativo del metodo con cui le spie si scambiavano informazione reciprocamente, pur senza incontrarsi mai, ovvero fissando un luogo prefissato in cui avrebbero depositato i documenti “scottanti”. In Italia sono presenti 62 installazioni(chiavette), in città come Roma, Milano, Cagliari. Ciò che colpisce è sicuramente il fenomeno sociale, oltre che quello artistico. L’idea di Bartholl, infatti, è sicuramente una delle rappresentazioni più significative del movimento artistico denominato Street Art 2.0 e tutti possono contribuire. Come sancito nel Dead Drop Manifesto, tutti possono installare la propria chiavetta Usb, purchè sia in un luogo pubblico e sia difficilmente identificabile. Per connettervi, trovate l’installazione più vicina a voi, portate il vostro pc e collegatelo alla chiavetta (se riuscite a trovarla!!!). Quello che ci troverete dentro lo scoprirete poi…sperando che vi serva. Ogni Dead Drop, ovviamente, è unica nel suo genere.






Andrea Giordani Shoes Ti sei mai chiesto cosa accade quando l’artigianato abbraccia lo stile? Quando la semplicità si fonde con il lusso? Quando materiali di alta qualità incontrano la comodità? Noi ce lo siamo chiesti e per questo abbiamo creato un prodotto di eccellente qualità che rispondesse a queste domande, così da poterti proporre un prodotto calzaturiero inimitabile. Abbiamo, quindi, creato un marchio italiano esclusivamente per renderti felice perchè è questo il nostro principale obiettivo : “Andrea Giordani shoes”. Il Brand Andrea Giordani Shoes nasce nel 2013 a Novafeltria, nella provincia di Rimini, quando Andrea Giordani, decide di realizzare calzature che rispecchino il lusso, la moda e il design specifici dei prodotti Made in Italy. Per noi è molto importante informarvi che i nostri prodotti sono interamente italiani. Per questo motivo abbiamo scelto per te i materiali più eccellenti e comodi che ci siano sul mercato. Vera pelle di vitello, la suola in para naturale o microporosa colorata, la fodera di vero bufalo montano, sono solo un esempio di elementi selezionati accuratamente per i tuoi piedi e il tuo stile. Infatti, grazie alla lavorazione artigianale che abbiamo adottato, in grado di proporti qualsiasi combinazione di materiali, puoi personalizzare le tue Andrea Giordani Shoes come vuoi, in base al tuo stile, gusto, particolarità, unicità. (le trovi da Bailando Store)

TINO G ENERATION , IL CION D OLO C H E PARLA IL LINGUA G GIO DEI COLORI E DELL ’ AMORE Tino Generation, un brand emergente tutto Made in Italy, spirito social e anima “buona”. Tino è un ciondolo dalla straordinaria semplicità, realizzato con le fattezze di un bambino e declinato in dieci vibranti nuance che diventano ciascuna una vera e propria affermazione di personalità. Bianco, nero, giallo, arancio, verde, fucsia, rosso, rosa, azzurro, blu: ognuno di noi da oggi avrà la sua collanina che lo identifica, un accessorio alla moda che parla il linguaggio dei colori, dei sogni, ma soprattutto dell’amore. Il progetto TINO possiede infatti un’anima generosa, unita a quella di tante persone affette da disabilità. Per ogni ciondolo venduto viene devoluta una somma pari al 5% del suo prezzo al pubblico a favore dell’Anffas di Desenzano del Garda, associazione per famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale, al fine di sostenere progetti solidali, mirati e specifici.


a cura di Antonella Perazza

“Io sono Charlie” vuole dire che “io sono perché Charlie sia sempre libero di pubblicare quello che ritiene”. non vuole dire “io sono sempre d’accordo con quello che Charlie pubblica”. http://www.wittgenstein.it

Sin dagli anni ’70 Charlie Hebdo è stato il più importante giornale satirico francese, contenitore di autori straordinari tra cui Reiser, Siné, Gébé, Willem, Wolinski e Cabu. Tutto è finito intorno alle 11:30 del mattino, il 7 gennaio 2015. Due individui mascherati e armati di kalašnikov sono entrati negli uffici del giornale, dichiarandosi affiliati di Al-Qaeda e intimando alla disegnatrice Corinne Rey, tenuta in ostaggio assieme al figlio e poi rilasciata, di immettere il codice numerico per entrare nella sede di Charlie Hebdo. Hanno poi aperto il fuoco contro i dipendenti, gridando “Allāh Akbar” (“Allah è grande”). Si è trattato del più grave attentato terroristico avvenuto in Francia negli ultimi 50 anni. Il direttore Charb è stato ucciso, tra le vittime anche i noti vignettisti Cabu, Tignous, Philippe Honoré e Georges Wolinski. C’è stata anche una sparatoria con la polizia, con due agenti morti. All’indomani dell’attentato, quello che ha veramente stupito, è stato lo scatenarsi sui social network di persone motivate a schierarsi, ora a favore, ora contro il giornale satirico, facendosi trascinare dall’ostentazione del lutto mediatico. Un popolo virtuale che tenta di scalare i fatti e porsi immediatamente nel lato più alternativo della situazione, invece che tentare di capire. Il problema è non aver saputo leggere tra le righe, anche abbastanza evidenti e grandi, di Je suis Charlie. Dodici persone sono state brutalmente assassinate per avere disegnato e pubblicato vignette che irridevano Maometto e la religione musulmana, ma a morire sotto i colpi dei mitra è stata anche la libertà di espressione, che dovrebbe essere sempre tutelata, e con essa il diritto alla satira. Quello che è successo nella redazione del giornale satirico francese è, come hanno sostenuto in molti, l’11 settembre del disegno. Ma questo non deve fermare nessuno. Non si deve rinunciare alla libertà di pensiero, alla laicità, alla spensierata gioia di irridere e sorridere.

Necrologio Frederic Boisseau, addetto alla manutenzione Franck Brinsolaro, ufficiale del servizio di protezione, guardia del corpo di Charb Jean Cabut (Cabu), vignettista e disegnatore Elsa Cayat, psichiatra e giornalista Stéphane Charbonnier (Charb), direttore e disegnatore del Charlie Hebdo Philippe Honoré, vignettista e disegnatore Mustapha Ourrad, curatore editoriale Bernard Maris, economista professore all’Università di Parigi Ahmed Merabet, agente di polizia in servizio nell’XI arrondissement di Parigi Michel Renaud, fondatore del festival Rendez-vous du Carnet de voyage Bernard Verlhac (Tignous), vignettista e disegnatore Georges Wolinski, vignettista e disegnatore Diritto di satira, critica mordace della vita contemporanea Libertà di espressione, attitudine a rivelare un’esperienza soggettiva


I

capelli pixelati sono la nuova frontiera dell’acconciatura nerd-chic Le tendenze del momento non riguardano solamente la moda relativa al campo abbigliamento, ma vedono protagonisti indiscussi i capelli. Si alternano tagli particolarmente scalati a quelli retti e schematici, ma a far rumore sono quasi sempre le tinte. Dopo le sfumature decise e al contempo naturali, arrivano stili più forti ed eccentrici adatti soprattutto alle più giovani ed estreme. Stavolta si parla di colori geometrici ispirati alla tecnologia e all’evoluzione, con un effetto Pixelato, è questo il nome della novità del momento. Creato da un parrucchiere di Madrid per una campagna pubblicitaria spagnola, è stata resa subito famosa grazie ai vari social network. Ovviamente l’effetto si basa su una semplice ciocca, o su uno strato verticale che illumina i capelli. Le chiome prendono forme futuristiche, cavalcando l’onda dell’innovazione tecnologica. I colori sono forti e di impatto, ma vengono scelti esclusivamente in base alla sfumatura base della cliente.

Il sogno di tutti i nerd: spogliare Lara Croft e scoprire che sotto gli shorts porta delle mutandine ad 8bit. Dopo una nottata insonne a giocare alla vecchia Amiga 500, i designers portoghesi Sebastião Teixeira e Cesária Martins, hanno pensato di creare una linea di slip femminili “pixellati”. Ora, in attesa che trovino uno sponsor che produca questa curiosa idea, stanno ideando la versione maschile: speriamo che non prendano a modello Super Mario!



Reducetariani”: i nuovi volti della decrescita alimentare

C’è un nuovo fenomeno nel panorama dell’alimentazione modiale: quello dei “reducetariani”, cioè coloro che riducono il quantitativo di carne, scegliendola di qualità quando la mangiano. A fare luce su questa realtà è il britannico “Daily Mail”, che ha intercettato Brian Kateman, fondatore del Reducetarian blog, che ha coniato il termine. Secondo lui, oltre al valore etico della scelta va considerato anche quello di protezione e difesa dell’ambiente, perché si riducono le emissioni di gas serra su cui la produzione di carne incide per il 20 per cento del totale e anche la quantità di una preziosa risorsa come l’acqua. Poi Kateman spiega che il modo migliore per iniziare è mangiare per almeno un mese meno carne. L’importante è sceglierla di qualità superiore, oltre a ridurre anche il consumo di prodotti lattiero-caseari e pesce. Passato il mese, l’auspicio è che questo diventi uno stile di vita da cui non si sceglie di tornare indietro, complice il fatto che la carne, a differenza di quanto accade ad esempio nell’alimentazione vegetariana, non viene del tutto eliminata dalla dieta ma ne viene ridotto notevolmente il contenuto. Quindi, la scelta appare meno drastica. Tra i consigli di Kateman per ridurre il contenuto di carne nella dieta, quello di evitarla a cena se la si è mangiata per pranzo, di scegliere un giorno della settimana in cui non la si inserisce nell’alimentazione, di ridurre le porzioni e di mangiare carne che proviene da animali nutriti al pascolo anziché quella prodotta in modo convenzionale negli allevamenti di bestiame.

La “merda”

radical chic sbarca da Eataly

Già Fabrizio De André lo cantava: “Dal letame nascono fiori… ”. E allora perché, il letame, non metterlo nel barattolo e venderlo? Ed è così che la cacca finisce sugli scaffali dei supermercati. Si chiama “Real shit”. La traduzione è proprio quella che pensate: vera merda. E la distribuisce in Italia Eataly Smeraldo, il supermercato di lusso fondato da Oscar Farinetti, a Milano. Settecentocinquanta grammi di “letame organico di prima qualità”, con cui coltivare le piante sul balcone o il proprio orto urbano. L’apoteosi del radical chicchismo. Venduto a caro prezzo, soprattutto in relazione al prodotto che, come abbiamo già detto, è quella roba lì. Alla quale non siamo soliti attribuire un prezzo, ché altrimenti saremmo tutti ricchi. A esclusione di chi soffre di stipsi. Otto euro e novanta centesimi. Precisi. Ecco il prezzo della fatica – è il caso di dirlo -, di mucche e galline (sono loro le autrici della mercanzia). Il primo a sigillare le feci fu Piero Manzoni, che inscatolò la “merda d’artista” per venderla - era il 1961 - al prezzo di 30 grammi d’oro. Uno di questi esemplari è stato poi messo all’asta da Sotheby’s per 124mila euro. La cacca inscatolata è prodotta da galline e mucche, matura per 9 mesi e viene ribaltata almeno sette volte, secondo l’antica tradizione contadina dei “cumuli di letame”. Il risultato è un prodotto ricco e, pare, molto efficace…Il sito della ditta che produce Real Shit – che non ha nulla a che fare con Farinetti, il quale si limita a distribuirla – è un piccolo capolavoro. Il fondatore racconta così, sulla pagina ufficiale della sua azienda, l’inizio del suo sforzo imprenditoriale: “Un giorno mi sono svegliato e ho realizzato: la mia vita è una merda. Abiti in un appartamento di merda, nel quartiere più merdoso di una città di merda, mi ricordò una vocina nella mia testa. Quella mattina ho capito due cose: avevo un disperato bisogno di cambiar vita ed era evidente che avessi un particolare talento per la merda”. Non c’è nulla da dire: un’ottima idea per uscire da questo periodo – economicamente parlando – non certo avaro di questa materia di scarto.


Hey Cycle Semplicità, qualità e passione. Sono i valori portanti su cui poggia la filosofia Hey Cycle. Un nome informale per una bicicletta dal design ridotto all’osso. Pensata e prodotta in Danimarca da Bjarke Schmidt Nielsen e Peter Konggaard Jørgensen, Hey Cycle nasce in un habitat dove il ciclismo è concepito come parte integrante del vivere quotidiano e l’assetto urbano è ben preparato ad accogliere il traffico su due ruote. Equipaggiamento: parafanghi in lega, freno posteriore a contropedale, freno anteriore a tamburo, cambio Shimano, cerchi a 36 razze e gomme Kenda Kwick. Il tutto declinato in sette modelli, uomo e donna, disponibili in numerose varianti di colore. Le linee del telaio, in alluminio idroformato, assicurano comfort e un’esperienza di guida positiva sia in ambiente urbano che rurale. Hey Cycle si è aggiudicata il Red Dot Design Award 2014 e l’Eurobike Award 2014. È disponibile nei migliori punti vendita di settore su suolo europeo.

Denny Bike Cinque team provenienti da Chicago, New York, Portland, San Francisco, Seattle e un obiettivo: realizzare una bicicletta che risponda alle esigenze del ciclista moderno. Questo è Bike Design Project, concorso dedicato al design su due ruote che la scorsa estate ha premiato Denny Bike, risultato della collaborazione tra TEAGUE, studio di progettazione e consulenza, e Sizemore Bicycle, laboratorio artigianale capitanato da Taylor Sizemore. Notevole il manubrio messo a punto dal team di Seattle che, accanto alla sua funzione principale, diventa all’occorrenza un lucchetto con sistema di aggancio e sgancio rapido. Il telaio è equipaggiato con fari LED anteriori e posteriori in grado di attivarsi autonomamente, indicatori di posizione e portapacchi frontale con cinghie di sicurezza. In aggiunta: cambio automatico, una batteria mobile che alimenta il motore in caso di necessità e un nuovo sistema di parafanghi a spazzola dal design minimale che rimuove l’acqua dalle gomme durante le giornate piovose. La produzione è affidata all’azienda statunitense Fuji Bikes, che a partire dalla primavera 2015 metterà in commercio questo splendido velocipede.


AL WATT DI ROTTERD AM L’ENER GIA SI PROD UCE BALLAN D O Se per caso vi trovate a Rotterdam per un week-end fuori porta, non dimenticatevi di fare tappa al Watt: il dance club di Rotterdam sostenibile. Un modello green di risparmio e rigenerazione di energia, ottenuta in modo autonomo per un quantitativo pari al 30 % del fabbisogno della struttura. L’energia meccanica prodotta dal movimento dei 1400 ballerini che l’edificio è capace di ospitare ogni volta, infatti, non va persa, ma viene trasformata in energia elettrica utile all’illuminazione del locale e alle altre facility. Le mattonelle che compongono il pavimento della dance floor sono sensibili alla pressione esercitata dal peso delle persone e slittano di un centimetro verso il basso ogni qualvolta qualcuno ci salta su, accumulando energia. Allo stesso tempo, il dj dalla consolle da via al gioco di luci interattivo rendendo visibili sul display, a tutti i presenti e in tempo reale, i dati sulla produzione energetica complessiva e dei singoli moduli, provocando la sfida tra i ballerini più bravi e soprattutto più “produttivi”. Infine, il sistema di recupero dell’acqua piovana, dotato di una cisterna posizionata sulla tettoia del locale, consente di risparmiare il 50 % dell’acqua utile agli scarichi dei gabinetti, mentre il minimal waste bar, che serve solo bibite alla spina, utilizza led a risparmio, materiali riciclati ed ecocompatibili. Non resterà un’iniziativa estemporanea quella del Watt: si tratta, infatti, di un prototipo intelligente da replicare altrove per innescare un meccanismo virtuoso di diffusione di stili di vita sostenibili.

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HENDRICK’S

| Inghilterra |

A differenza dei gin ordinari, Hendrick’s viene distillato nel paese meno da gin di tutt, la Scozia. Questo ci permette di attingere a secoli di esperienza distillatoria, oltre che abbondanti, fresche e dolci acque del Penwhapple Reservoir. Soltanto Hendrick’s sfrutta l’unione tra i liquori diversissimi provenienti dall’alambicco Carter-Head e dal Bennet. Grazie a questa combinazione riusciamo a creare un gin divinamente morbido, che possiede sia il carattere che l’equilibrio di aromi sottili. Hendrick’s viene prodotto artigianalmente in minuscoli lotti di appena 450 litri per volta (basti pensare che solitamente per piccoli lotti si intende una quantità di circa 1000 litri alla volta). Più il lotto è piccolo, migliore è il controllo che può essere esercitato dall’uomo degli alambicchi (nel nostro caso, il talentuoso e meticoloso Mr. Alan Rimmer). A propositi, Mr. Rimmer ha prodotto personalmente ogni singolo lotto di Hendrick’s che sia stato imbottigliato. Cercatelo pure, ma non troverete mai un’altro gin come Hendrick’s, con le sue infusioni di cetriolo e petali di rosa. E’ un insieme che produce un gin rinfrescante con un’aroma incredibilmente delizioso..

UNGAVA | Canada |

CAORUNN | Scozia |

Ungava Canadian Premium gin nasce nella frontiera settentrionale dove la tundra canadese incontra i mari ghiacciati. Il suo particolare aroma ricorda sei erbe rare, originarie della regione artica, che si fondono nella sua composizione. Raccolte direttamente a mano nell’ambiente naturale durante la fugace stagione estiva, e infuse in maniera tradizionale, vengono trasformate in un autentico gin dal gusto unico per la gioia di amatori evventurosi e intenditori.

Caorunn, che si pronuncia “karoon”, è il nome gaelico che indica le bacche di sorbo, uno dei cinque botanici celtici usati per contraddistinguere questo gin. Utilizzando le risorse scozzesi, uniche nel loro genere, il gin Caorunn è prodotto dalla distilleria Balmenach, situata nella regione di Speyside nelle Highlands. Questo grande gin si ispira alla tradizione celtica e per questo viene infuso con cinque botanici celtici: bacche di sorbo, la “cool bush” un cultivar di mela tipica delle Highlands, erica tarassaco, mirto. Caorunn utilizza puro spirito di grano, chiara e limpida acqua scozzese e ingradienti naturali. La lenta tecnica di distillazione permette ai botanici di essere profondamente incorporati al gin finito.e intenditori.




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