Runners & Bikers Magazine Aprile 2016

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Quella creatura iniziale è cresciuta molto. Potrebbe procedere da sola: perché ogni giorno viene alimentata dall’arrivo di nuovi amici, storie, emozioni e sudore, ma…

S embra ieri, 9 Dicembre 2013. Se mi chiedeste perché quel giorno mi è venuto in testa di creare il gruppo devo rispondere con diverse idee e necessità: la voglia di stare bene, la consapevolezza che per stare bene devo fare sport e che lo sport è meno pesante se lo faccio con qualcuno, la voglia di trasmettere le mie emozioni e stati d’animo, il desiderio di conoscere gente con la stessa passione e trovare lo stimolo per non fermarmi alla prima difficoltà. E poi, come in un torrente in piena che tutto travolge, ti ritrovi trascinato da amici, eventi, storie ed amore. L’incoscienza di aver creato qualcosa e la non consapevolezza di ciò che sarebbe successo.

Consci del fatto che siete voi il successo e la forza di questo gruppo, vorremmo darvi di più, farci sentire ancora più forte la nostra vicinanza, potervi offrire vantaggi, supporto, nuove gare, un nuovo gruppo di amministratori di più preparato ed organizzato per farvi essere orgogliosi di fare parte di questo gruppo. Ed ecco qui la prima novità di una lunga serie di fatti che vi sorprenderanno e speriamo realmente di riuscirci. Cercheremo di pubblicare questo piccolo magazine con cadenza mensile cercando di darvi notizie interessanti ed utili: ne vedrete delle belle. Ricordando che il gruppo siamo tutti noi, sentitevi liberi di proporre argomenti, articoli, spunti e quanto vi incuriosisce, così come di proporre iniziative, competizioni ed idee. Vorremmo inoltre farvi partecipi di una nuova bellissima iniziativa che

stiamo organizzando, quella di portare i nostri amici diversamente abili a percorrere percorsi trail ed inviarci le foto delle loro sfide superate assieme ad poche righe di accompagnamento che descrivono la loro sfida. Realizzeremo tale iniziativa in comunione con la UILDM (unione italiana lotta alla distrofia muscolare) e vorremmo rappresentasse una sorta di stimolo ad uscire dal chiuso delle quattro mura e farsi coraggio. Ne vedremo delle belle. Nel frattempo vorrei mandare un grande abbraccio a Maurizio, Stefania, Giuseppe, Ciro, Tommaso e Massimiliano, grandi amici scoperti grazie a questo gruppo e che mi hanno supportato nei momenti difficili vissuti in questi ultimi due anni. Un ringraziamento enorme a tutti voi per la gioia, l’entusiasmo e la voglia di fare sport che emerge in ogni post.

Fabio


1 . Come hai iniziato a correre e cos’ è per te la corsa? Ho iniziato a correre per caso a 12 anni: c'era una gara per ragazzi a Piazza Navona a Roma io ero lì per dipingere. Essendo in tuta e scarpe da tennis mio zio mi disse "con quelle gambe lunghe perchè non partecipi? " Così andammo a fare l'iscrizione ma le ragazze della mia età avevano già gareggiato, e gli addetti alle iscrizioni mi proposero di correre con i maschietti fuori gara senza pettorale o se volevo il pettorale, con le ragazze più grandi. Dato che io volevo il pettorale decisi di correre con le ragazze più grandi. Partii come un razzo perché ( ovviamente per me) volevo vincere. Dopo essere stata in testa per tutta la corsa arrivai terza allo sprint finale. Tutti mi dissero che ero portata per la corsa e che dovevo correre! Io non capivo cosa intendessero ma ero felicissima, un vero e proprio colpo di fulmine. Dal giorno dopo mi misi in testa che mi dovevo allenare e iniziai a girare da sola intorno al palazzo dove abitavo con mia madre che mi guardava dalla finestra. Volevo correre. Forte, fortissimo. Oggi ci penso e sorrido: all'epoca mi piaceva tanto correre e non immaginavo nemmeno lontanamente dove sarei arrivata. La corsa quindi da sempre è per me semplicemente un qualcosa

di meraviglioso che mi fa stare bene e mi rende felice, a prescindere da tutto ciò che, sopratutto oggi, le ruota intorno.

2. Cosa provi quando corri? Quando corro ho la massima sensazione di libertà, di autonomia, di forza, di sicurezza. Sono io insomma.

3 . A quali gare partecipi e Quali sono i tuoi obiettivi? Oggi che non corro più da Top Runner mi diverto tantissimo a partecipare ad alcune maratone internazionali come Berlino e NEW York in quanto sono International Travel Partner della maratona di NY ( sono uno dei 6 organizzatori italiani che posseggono i pettorali della maratona) e quindi accompagno il mio gruppo di Runners e poi partecipo ad alcune mezze maratone in giro per l'Italia nelle quale siamo presenti nell'expo' con Macron Running , l'azienda sportiva della quale sono, oltre che

testimonial, consulente al prodotto e dello sport marketing dal 2014. L'obiettivo è sempre: divertirsi nel modo che solo noi runners conosciamo, cioè faticando.

4. Che significa per te partecipare a gare così impegnative? Oltre a avere una grande passione, mi sfido in continuazione. Anche quando sono poco preparata sono curiosa di vedere cosa riesco a fare, ma attenzione devo ammettere che mi approfitto del fatto di essere una maratoneta genetica: per me correre a lungo é estremamente naturale, ogni volta mi meraviglio di quello che riesco ad ottenere da me stessa, però ad alcune maratone sono arrivata in ginocchio, in ginocchissimo! Ma io lo so fa parte del gioco!

5 . Come ti alleni per poter partecipare a gare così impegnative? Oggi mi alleno veramente poco, circa 30/50 km a settimana e passo anche dei periodi sopratutto d'inverno ( che non amo) in cui vado a correre 1 volta a settimana, ma è chiaro che se volessi puntare a particolari risultati cronometrici dovrei allenarmi di più, ma l'ho fatto per tanti anni: 2 allenamenti al giorno + il terzo allenamento in palestra... Sinceramente non ne ho voglia, i risultati che dovevo fare lì ho fatti a suo tempo, ora è tempo di farli fare ai Runners amatori, che alleno.


6. Come riesci a gestire gli impegni familiari con la passione per la corsa? Il lavoro è quello che mi impegna moltissimo: io sarei una insegnante di educazione fisica, ma in Italia devi fare anni di saltapicchio con le supplenze, dopo la carriera da atleta non ho avuto accesso alla cattedra per cui ho mollato la scuola e, come ho già accennato oggi sono allenatore, consulente per la Macron ( azienda sportiva) , ITP della maratona di NY. Allenarmi dipende dagli impegni del momento: comunque devo ammettere che oggi vado a correre quando mi va, se la giornata mi ispira e dando priorità agli impegni familiari e lavorativi. Quando correvo da professionista ero obbligata ad allenarmi anche se non mi andava e con qualsiasi condizione meteo. Oggi veramente è puro divertimento

7. A tuo parere, in Italia si può vivere di sport? Si se entri in un gruppo sportivo militare oppure devi essere un super campione ed andare avanti con gli sponsor, Io non sono mai entrata in un gruppo sportivo militare e mi sono sempre gestita da sola con gli sponsor. Ma sono fiera di questo: non mi ha mai aiutato nessuno.

8 . S econdo te, in Italia si fa abbastanza per il mondo della corsa? In Italia si fa poco per la corsa,

ancora oggi c'é molto fai da te, c'è poca cultura sportiva", gli impianti sono anteguerra. È una situazione in cui " ti hanno dato la bicicletta ma non fanno insegnato a pedalare", molti corrono ma non si rendono conto che non sanno farlo correttamente, così gli infortuni cadono a pioggia.

9 . Quali sono i consigli che ti sentiresti di dare a degli sportivi amatoriali che hanno la passione per la corsa? Divertitevi nella fatica, cercate le motivazioni dentro di voi e non al di fuori, guardate l'avversario come qualcuno che può aiutarvi a migliorare, non siate troppo legati al cronometro, sfruttate la corsa per sentirvi più forti, più dinamici più sicuri di voi avendo un fisico che risponde, che è pronto. Consiglio anche di iscriversi ad un corso, farsi seguire da un bravo allenatore. 1 0 . Ci racconti un aneddoto? Ne avrei tantissimi ...Ve ne racconto tre: Ero in allenamento in media quota nei boschi ai confini con l'Abruzzo, Ho acquistato un cavallino di 30 giorni che aveva perso la mamma per salvarlo dalla macellazione e l'ho tirato su con il biberon. Questo cavallino, Diablo, credeva che fossi la sua mamma , correva con me quando andavo ad allenarmi, gli avevo insegnato a non corrermi dietro ma di fianco ( altrimenti ti arrivano i calci) Fantastico!

Una volta mi trovavo al biscotto di Caracalla a Roma, un circuito strade in pieno centro, stavo facendo un un allenamento durissimo in preparazione della maratona di NY, ad un certo punto sento sulle mie spalle delle sirene: due autoblu che mi superano e inchiodano 50 mt aventi a me, io ho pensato "ma questi proprio qua devono fermarsi ?" Era il sindaco Rutelli che scese dalla macchina e si mise a dirigere il traffico dicendo " fate passare la Fiacconi". Io ero talmente stanca che non ce la feci nemmeno a salutare, abbozzai un sorriso tirato e proseguii per il mio allenamento. Nella Marathon des Sables che vinsi nel 2001 (arrivando 8a assoluta nella classifica generale maschile) nella tappa di 82 km dopo 45km mi stavo annoiando così mi misi a cantare. Ad un certo punto mi affiancò una giapponese che mi guardò con un'aria talmente sbalordita che io mi misi a ridere e lei pure, continuammo insieme per un po' e io cantavo, poi negli ultimi 30 km smisi di cantare, la salutai e andai in progressione verso il traguardo. Nell' intervista televisiva lei dichiarò " , l'italiana mentre correva cantava !!" Forse mi riteneva un po' matta, ma i credo che noi corridori di lunghe distanze lo siamo un po tutti.


Guardo

intorno, dentro e fuori di me. Vedo una grande rigidità del corpo e della mente e riconosco un limite da me imposto. Comincio una sfida: trasformare il mio limite in un'opportunità di cambiamento, cercare di tendere il più possibile all'elasticità, alla leggerezza mentale e fisica. Un giorno di giugno del 2015, ho abbandonato le mie convinzioni, ho demolito gli schemi, ho cominciato ad esplorare me stesso. Ho indossato un paio di scarpe da corsa, un pantaloncino e una maglietta e ho iniziato un viaggio, consapevole del fatto che ciò che non vidi mai in passato di me lo avrei trovato dove non sono ancora stato. Imbocco un sentiero e pian piano sento la mia mente svuotarsi dai problemi, dallo stress quotidiano, entro in un altro mondo, in una dimensione dove il tempo e lo spazio sembrano non esistano. Inizio ad alternare minuti di corsa a minuti di camminata, lo sforzo è immenso e la voglia di smettere viene quasi subito, ma sono lì, non posso permettermi di farmi vincere dalle paure e dalle sofferenze fisiche. Trascorro il primo mese cercando di correre per 5 km senza fermarmi. Il cuore comincia a sentirsi, batte più forte, il calore pervade il corpo, il respiro diventa più intenso, le gambe spingono in avanti e il

corpo avanza, poi si ferma e poi continua ancora, finalmente ci sono, un primo traguardo: 10km in un’ora e otto minuti. È Luglio, il caldo estivo si fa sentire, ma non demordo cambio gli orari di allenamento spostandoli la mattina alle 5.30 o dopo le 19.00. Sento che mi servono stimoli nuovi, persone con le quali confrontarmi, condividere ed imparare. Come per una coincidenza, trovo un messaggio non ricordo su quale social, di una persona che mi presenta un gruppo " Runners&Bikers" ; Lui è Fabio Barnaba. Decido di iscrivermi preso dall'entusiasmo di conoscere i Runners e le loro

prestazioni. Un tripudio di emozioni, la voglia di non fermarmi davanti agli ostacoli cresce. Trascorro l'estate a correre, sudare e condividere con i primi amici del gruppo. Sono trascorsi i primi tre mesi, le gambe erano diventate di legno, i movimenti più rigidi e l'espressione dolorante; nonostante ciò, attingevo energia per far fronte in maniera positiva ai primi eventi traumatici. Mi rendo conto che la corsa deve essere supportata dall'alimentazione e così insieme a mia moglie Immacolata Rianna la modifico, cerchiamo di ottimizzarla, mi documento e trovo un primo

equilibrio alimentare. Il peso diminuisce e mi sento più forte. È settembre l'aria comincia a rinfrescarsi e il momento della corsa è più confortevole. Il gruppo di Runners&Bikers indice una competizione virtuale di quelle giocate tramite i dispositivi gps: la 10km più veloce. Io sono lì, iscritto alla gara per migliorarmi, confrontarmi. Conosco altre persone: Maurizio Seneci, Christian Rossanigo, Leonardo Ugolini e una donna, Rachele Pica. Persone straordinarie, con storie interessanti e affascinanti. La gara ha inizio, condivido con gli arbitri le prime sessioni e scambio quattro chiacchiere con Rachele che mi incita ad allenarmi e mi dà consigli. La mia gara finisce con il primo vero infortunio, tendinite al tendine di Achille, tallonite e un trauma alla caviglia; ma sono contento il mio tempo sulla 10km è sceso a 50 minuti. Il supporto del gruppo, quello di Rachele, del mio dottore Antonio Storino e quello che sentivo da dentro mi aiutarono a risolvere quel problema per ritornare quanto prima in strada. Le sensazioni erano fortissime, lo sconforto aumentava. Poi un'idea. Fissare un obiettivo: La 21 km di Sorrento, una gara dura, visto il dislivello positivo di 600 metri e la lunga salita da 11km e la discesa da 10. A due mesi dall'evento comincia la sfida, forte, di quelle che piacciono a me: Riprendermi dall'infortunio e allenarmi per la mezza maratona. I km aumentano, il viaggio si fa più interessante, il sentiero che percorro diventa


più arduo, stretto ed in salita. Penso che la mente non sia allenata, mi serve un supporto e la prima cosa che mi viene alla mente è lo Yoga. Entra nella mia vita un’insegnante di Yoga Kundalini, Maria Felicia Tufano, che diventa presto una cara amica; con il suo aiuto sono riuscito a rompere molti schemi mentali, la mia percezione del dolore, della paura e della realtà è cambiata totalmente; sento realmente di potercela fare. I chilometri aumentano 12, 15, finalmente i 18. Ormai ci sono, le emozioni sono forti, intense, comincio a commuovermi raggiungendo i piccoli traguardi. Arriva finalmente il 20 dicembre 2015, sono sulla linea di start della Sorrento Half Marathon, fa un po' freddo, ma il sole c'è, non ci sono nuvole, e c’è tanta gente a darmi calore, sono le 9 e si parte, via. Dopo 1 ora e 49 minuti intensi a guardare dentro e fuori di me, a piangere alla fine della salita e soffrire la fame in discesa arrivo al traguardo. La gioia più grande è stata vedere la mia famiglia, mia moglie e i miei figli e perdere volentieri la medaglia dal collo per darla a loro. Dopo la mia piccola sfida, conosco persone straordinarie, Antonio Santella presidente della squadra dell’Atletica Nolana di cui oggi sono fiero di farne parte, tanti amici speciali ed in particolare Dora Giugliano, che con la sua caparbia e la sua voglia di migliorarsi, sta migliorando me. La corsa è cambiata è diventata ragione di vita e con essa è cambiata la mia vita, sono cambiati gli obiettivi e i

II TO RNEO TRAIL CLIMB ER RUNNER 5 0 S F UMATURE D I PO LVERE S O LE, PIO GGIA O NEVE: NIENTE CI intendo F ERMA!

traguardi che raggiungere, consapevole del fatto, che quello che si fa e si farà, comporta e comporterà sempre sofferenza, impegno e tantissima dedizione. Ora ho un traguardo ambizioso: Tor Des Geants (330 km sulle Alpi) che potrò raggiungere mantenendo i piedi a terra, con tanta umiltà, tantissimo rispetto verso di me e gli altri e seguendo un percorso graduale di duri allenamenti.

Vi ricordiamo che sono ancora aperte le iscrizioni al t o rn e o . . . . https://www.facebook.com/ permalink.php?story_fbid= 1121827537849309&id=9 44059258959472


D IETA E S PO RT D I END URANCE Se è vero che una corretta programmazione dietetica risulta fondamentale nel soggetto sano per mantenere un buono stato di salute, essa assume ancor più importanza nello sportivo di resistenza, amatoriale o professionista che sia. L'alimentazione infatti, quando ben strutturata, può portare non solo a velocizzare i tempi di recupero, ma anche e soprattutto a migliorare i risultati delle prestazioni sportive. Per questo motivo è importante scegliere con cura gli alimenti da assumere durante le diverse fasi (allenamento, gare, recupero e riposo), porre attenzione ai tempi in cui alimentarsi e, ove necessario, ricorrere all’integrazione pre/durante/post prestazione per supportare il recupero ed evitare carenze nutrizionali. Per raggiungere e mantenere un ottimo stato di salute e sostenere nel migliore dei modi l’attività fisica, è importante garantire all’organismo almeno le dosi consigliate per tutti i nutrienti, a partire dalle calorie che devono risultare adeguate non solo a sostenere le spese energetiche ma anche a mantenere il peso corporeo e a massimizzare gli effetti dell’allenamento (aumento massa magra, diminuzione massa grassa). La dieta più appropriata per qualunque sportivo è quella ricca in carboidrati complessi (meglio se integrali), adeguata in proteine (privilegiando quelle magre) e povera di grassi (preferendo gli insaturi ai saturi).

CARB O ID RATI: I carboidrati (o glucidi) devono coprire il 45-60% delle calorie totali giornaliere, anche se risulta più opportuno parlare di fabbisogni in gr/kg di peso corporeo. In funzione delle caratteristiche fisiche dell’atleta e del livello di sforzo, la dose giornaliera di glucidi può variare dai 6 ai 10-12 g/Kg. Il glucosio rappresenta il carburante preferito (e anche il più veloce ad essere utilizzato) a scopi energetici rispetto per esempio al fruttosio che, prima di essere metabolizzato, deve essere trasformato in glucosio. Il glucosio ha quindi un indice glicemico maggiore del fruttosio. L’indice glicemico (IG) rappresenta la misura della velocità con la quale un alimento provoca l’aumento di zucchero nel sangue. Un indice glicemico elevato porterà ad un aumento rapido ed elevato della glicemia ma anche ad una altrettanto rapida diminuzione successiva. Fornisce quindi energia veloce ma poco persistente. I carboidrati hanno la funzione di mantenere adeguati livelli di glucosio nel sangue durante l’esercizio e reintegrare il glicogeno dopo la prova sportiva. GRAS S I: Negli sport di resistenza e di lunga durata, vengono utilizzati come fonte energetica anche i lipidi per risparmiare carboidrati e proteine. Benché una dieta ricca di grassi permette di sostenere sforzi intensi, l’indicazione per gli atleti è quella di non esagerare col loro consumo. Le linee guida consigliano un apporto del 20-35% dell’energia totale giornaliera. PROTEINE: Mentre i fabbisogni proteici per persone sedentarie si aggirano sui 0,8-1 gr/kg, la dose giornaliera per gli atleti oscilla tra 1-1,2 e 1,5-1,8

gr/kg. Questo aumentato fabbisogno è dovuto al maggior catabolismo muscolare causato dall’attività fisica a lunga durata (running, maratone..) ed alla contemporanea necessità di costruire nuova massa muscolare in risposta allo stimolo allenante. I fabbisogni raccomandati possono generalmente essere assicurati con la sola alimentazione anche se in alcuni casi può essere utile una supplementazione esterna. LIQUID I: Affronteremo più approfonditamente questo argomento nei prossimi numeri ma, in generale, è utile ricordare che il fabbisogno idrico è stimato in circa 30 ml/kg di peso. Nei periodi di attività fisica intensa o di condizioni ambientali particolarmente impegnative, questa quota può elevarsi anche a 45-50 ml/kg. MICRO NUTRIENTI: Praticare diete squilibrate, eliminando uno o più alimenti può causare carenze nutrizionali. Generalmente chi segue una dieta varia assume tutte le vitamine e i minerali di cui ha bisogno. Un’integrazione può essere necessaria laddove si presenti un aumentato fabbisogno, quando si segue un piano dietetico che prevede l’eliminazione di alcuni cibi (dieta vegetariana), o quando si palesino delle carenze. In questi casi è utile ricorrere alla consulenza di un esperto per evitare problemi nutrizionali. Oggi abbiamo visto le principali linee guida per una corretta alimentazione nel soggetto sportivo. Nei prossimi numeri approfondiremo i vari aspetti che legano alimentazione e sport. A presto!


Macron : la ricetta del successo. Mi capita spesso di ricevere complimenti per la linea running della Macron che ho curato in qualità di capo progetto. Con la stessa frequenza mi viene domandato da dove ho tratto l’ ispirazione. Sarà banale ma l’ ispirazione mi è venuta correndo. Correndo da appassionato, infatti, mi è capitato spesso di stare nelle retrovie delle gare dove maggiore è la fatica ed immensa la passione. Osservando gli appassionati, ascoltando i loro racconti, indagando le loro necessità ho scoperto che parecchi top brand si

erano dimenticati di loro perché a tutti piace vestire chi alza le mani al cielo un po' meno chi arriva con minuti se non ore di distacco. Io ho pensato che invece andava realizzato un prodotto fatto ad hoc per loro che sono la vera anima del movimento podistico mondiale e che corrono come me per pura passione. Runner che non hanno allenatori che li seguono in bicicletta o in motorino durante i famigerati “lunghi”; runner che arrivano ai rifornimenti delle gare dove non trovano più nulla se non mucchi di bicchieri di carta vuoti buttati per terra ; runner che corrono di notte o di primo mattino rubando tempo al proprio lavoro e alla propria famiglia. Studiare il prodotto è stato molto facile perché io sono uno di loro e quindi sapevo cosa serviva (soprattutto in termini funzionali) cosa avevano già fatto tutti gli

altri brand ma soprattutto cosa avevano trascurato di fare. Poi la passione e la cura maniacale dei particolari ha fatto la differenza. D’ altra parte correndo ho imparato ben presto la lezione che qualsiasi risultato si voglia ottenere il segreto del successo sta nel fare le cose con metodo , tecnica e passione.

Il successo è alla portata di tutti basta volerlo.

Giorgio B orgognoni Proj ect leader running


runnersbikers@gmail.com

Redazione:

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Fabio Barnaba Giuseppe Cucinotta Tommaso Palo Ciro Pica M a u r iz io S e n e c i

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