Running Evolution Magazine 02

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Memorandum MAGGIO PASSATORE (100Km) 26-Mag-2012 www.100kmdelpassatore.it/ € 60 dal 15 Apr al 16 Mag 2012 € 80 dal 17 Mag al 23 Mag 2012 GIUGNO CORTINA-DOBBIACO RUN (30km) 03-Giu-2012 www.cortinadobbiacorun.it € 40 dal 21 Apr al 20 Mag 2012 € 45 dal 21 Mag al 31 Mag 2012 LUGLIO STRALIVIGNO (21km) 29-Lug-2012 www.stralivigno.it € 25 fino al 22 Giu 2012 € 30 dal 23 Giu al 26 Lug 2012 € 35 dopo il 27 Lug 2012 OTTOBRE VERONA MARATHON (42Km) 07-Ott-2012 www.veronamarathon.it € 25 entro il 30 Giu 2012 € 30 dal 1 Lug 2012 al 31 Ago 2012 € 40 dal 1 Set 2012 al 30 Set 2012 € 60 dal 1 Ott 2012 al 6 Ott 2012 VENICE MARATHON (42Km) 28-Ott-2012 www.venicemarathon.it € 56 dal 01 Apr al 30 Giu 2012 € 64 dal 01 Lug al 30 Set 2012

NOVEMBRE TURIN MARATHON (42Km) 18-Nov-2012 www.turinmarathon.it € 30 fino al 30 Giu 2012 € 40 dal 01 Lug al 02 Ott 2012 FIRENZE MARATHON (42Km) 25-Nov-2012 www.firenzemarathon.i € 35 fino al 15 Mag 2012 € 45 dal 16 Mag 2012 al 15 Set 2012 € 55 dal 16 Set 2012 al 31 Ott 2012 € 70 dal 1 Nov 2012 al 15 Nov 2012 Si ringrazia per il contributo fotografico www.mariomoretti.it www.romacorre.it (Roberto Dalmazi)

VUOI PROMUOVERE LA TUA GARA? VUOI DARE VISIBILITÀ ALLA TUA AZIENDA? redazione@runningevolution.it contattaci TROVEREMO INSIEME LO SPAZIO CHE FA PER TE!

RUNNING EVOLUTION MAGAZINE Bimestrale sportivo a diffusione gratuita. Anno 1 numero 2 Registrazione n°1/2012 al Tribunale di Velletri Direttore Responsabile: Marco Caroni Proprietario ed Editore: Running Evolution a.s.d. Redazione: Via Piave, 1 - Frascati redazione@runningevolution.it Responsabile della Redazione: Giampiero Cacciato Hanno collaborato: M. Regina Bortolato, M. Teresa Cannuccia, Andrea Cardinali, Valeria Colonna, Andrea De Felici, Antonella De Nardo, Liliana Farronato, Angelo Giuliani, Fausto Giuliani, Ivana Oldani, Carlo Minnucci, Salvatore Paolini. Non si riconoscono compensi o attestazioni per foto e articoli pubblicati anche se firmati. Progetto grafico: M.G.S. srl Via Piave, 1 00044 Frascati Stampa: Poligrafica Laziale Piazzale Sandro Pertini 4/6 Frascati Foto di copertina: Roma Vivicittà 2012 Chiuso in redazione il 2/05/2012

"LOMBALGIA DELL'ATLETA: TRATTAMENTO E PREVENZIONE CON LA RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE E LA TERAPIA MANUALE" La lombalgia (o mal di schiena) costituisce il problema più comune per chi pratica la corsa, sia da professionista che da amatoriale, con il risultato di prestazioni non soddisfacenti, e il rischio di provocare problematiche alla colonna vertebrale e alla muscolatura più gravi. Il dolore lombare può riconoscere cause di natura diversa e non sempre facilmente individuabili. Possiamo pensare ad una postura "scorretta", una scoliosi, o problematiche delle caviglie e ginocchia per esempio. Oppure dovute a traumi diretti o disturbi muscolari che provocano il dolore. Ma possono esserci altre cause più difficili da individuare. La prevenzione e il trattamento in caso di lombalgia si possono affrontare con lo stretching posturale globale e la terapia manuale. Allungare le catene muscolari e riequilibrare le tensioni muscolari per contrastare gli "scompensi" dovuti all'allenamento e alla gara, e soprattutto per ripristinare un corretto assetto posturale sono di fondamentale importanza per "proteggere" la nostra colonna e la nostra muscolatura. Cosi come un adeguata terapia manuale mirata (massaggi,pompages, mobilizzazioni, trattamenti osteopatici.. ecc), è necessaria per risolvere alcune cause che determinano la lombalgia. Alla base di tutto è necessaria una valutazione attenta e professionale. Per questo bisogna rivolgersi a personale qualificato, che oltre a fornire un adeguato supporto medico-riabilitativo, può dare allo sportivo una serie di consigli di stile di vita e sportiva per evitare il "fai da te" troppo spesso dannoso e che non risolve il problema. Lo studio professionale fisioterapico KINESIS in collaborazione con la RUNNING EVOLUTION propone agli iscritti della società un supporto professionale e competente per ogni esigenza e necessità! A cura del dott.fkt Fabio Barigelli e del dott. Roberto Scaramella D.O www.kinesistudio.com - Puoi seguirci su: http://www.facebook.com/KinesisStudioProfessionaleFisioterapico


EDITORIALE

LINEA DI PARTENZA

V

isto il grande successo dei primi due numeri della rivista, abbiamo deciso di fare un ulteriore salto e di portare a 24 le pagine del RE Magazine, un impegno più gravoso ma sicuramente alla nostra portata. Aumenta l'interesse da parte di tutti e la rivista sinceramente piace. Abbiamo la possibilità di poter conoscere meglio i personaggi del podismo laziale, dell’Atletica italiana e con le rubriche varie possiamo saperne di più sulla corsa. Nel numero precedente abbiamo avuto il piacere di poter ospitare un’intervista a Giorgio Calcaterra e ci sentiamo anche noi un po’ orgogliosi del suo terzo titolo Mondiale della 100 km appena conquistato a Seregno. Come ci fa piacere poter pubblicare in questo numero una bella intervista a Valeria Straneo, fresca di miglior prestazione italiana della Maratona e soprattutto fresca di convocazione alle Olimpiadi di Londra del prossimo Agosto. Fa piacere quindi di poter offrire un prodotto sempre fresco, sempre basato sull’attualità. Abbiamo anche un’interessante intervista ad Andrea Moccia, del G.S. Bancari Romani, uno dei più forti della sua categoria in Italia (M50), un modo per conoscere meglio il mondo del podismo laziale. Il gruppo di lavoro della Redazione si sta amalgamando sempre più e ci fa piacere poter mettere in pratica vostre puntuali osservazioni che possano arricchire il Magazine. Ci vediamo per strada, con il RE Magazine in mano e sempre voglia di correre.

di Giampiero Cacciato

Gocce di diritto

Avv. Liliana Farronato

Le gare domenicali, cui tanto amiamo partecipare, normalmente sono gare competitive nel senso che si tratta di vere e proprie manifestazioni sportive agonistiche ufficiali cui gli atleti partecipano in competizione tra loro. La nostra ordinaria attività sportiva amatoriale, dunque, pur non professionistica (perché priva dei requisiti formali del “professionismo” stabiliti dalla legge n.91 del 1981), tuttavia è attività agonistica, caratterizzata, cioè, dal confronto sportivo tra atleti amatori. Partecipare ad una gara competitiva dà ad ogni atleta il diritto minimo ad un risultato ufficiale, certificato e incontestabile, conseguito su un percorso misurato; a questo diritto minimo si aggiungono, poi, tutti gli altri diritti (quali il paccogara o premi di categoria) previsti dal singolo regolamento di ciascuna gara. Per poter vantare tali diritti, l’atleta, però, ha precisi doveri. La partecipazione alle gare competitive, infatti, nell’ordinamento sportivo italiano, non è libera ma è riservata agli atleti iscritti ad un sodalizio sportivo, la “squadra”, che, a sua volta, deve essere o affiliato ad una delle Federazioni Nazionali del CONI, ovvero riconosciuto dal CONI quale Ente di promozione sportiva. In Italia, infatti, la disciplina, la regolazione e la gestione di tutte le attività sportive nazionali è interamente demandata al CONI, che è un Ente pubblico fondato il 9 e 10 giugno del 1914 quale emanazione del CIO, Comitato Olimpico Internazionale, con il compito di promuovere la massima diffusione della pratica sportiva anche per la partecipazione italiana alle olimpiadi. Il CONI è stato di recente riordinato dal Decreto Legislativo 8 gennaio 2004 n. 5 che lo ha trasformato nella Confederazione delle Federazioni Sportive (che sono 45 e raggruppano gli sport ammessi alle olimpiadi tra cui la FIDAL Federazione Nazionale di Atletica Leggera) e delle Discipline Sportive Associate (che sono 19, al momento, e che raggruppano attività riconosciute come sport pur se ancora non ammesse alle Olimpiadi). Il tesseramento con un gruppo sportivo affiliato o, almeno, riconosciuto dal CONI è, dunque, necessario per la partecipazione alle gare competitive con risultati ufficiali e vincola gli atleti al rispetto anche dello statuto del CONI e di ogni altro specifico regolamento settoriale altrimenti si commettono veri e propri illeciti sportivi accertati e sanzionati dagli appositi organi di giustizia sportiva. Buona lettura!!

CORRERE e RE MAGAZINE Venerdí 16 Marzo 2012. Daniele Menarini, Condirettore di Correre, e Fausto Giuliani, Presidente della Running Evolution, hanno appena finito di registrare il loro intervento a “Marathon” la trasmissione televisiva dedicata al mondo podistico, condotta da Ludovico Nerli Ballati, in onda ogni venerdì sulle frequenze di Rete Oro (sky 926 e digitale terrestre can. 18). Un sentito ringraziamento al Direttore Menarini per le belle parole di incoraggiamento nei confronti di tutta la Redazione per l’avventura editoriale da poco intrapresa.

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Il RE MAGAZINE PORTA FORTUNA

Gran Prix Corsa su strada 2011 SOCIETA’ PREMIATE CLASSIFICA DI QUANTITÀ GENERALE 1 G.S. BANCARI ROMANI 2 PODISTICA SOLIDARIETA’ 3 LBM SPORT TEAM 4 G.S. CAT SPORT ROMA 5 A.S.D. RUNNING EVOLUTION 6 A.S. AMATORI VILLA PAMPHILI 7 A.S. ROMA ROAD R.CLUB 8 ATL. AMATORI VELLETRI 9 CLUB ATL. CENTRALE 10 ATL. MONTE MARIO

Giorgio Calcaterra vince per la terza volta il titolo mondiale della 100 chilometri andando a chiudere la sua fatica con il nuovo personale in 6h23'21''. Secondo lo svedese Jonas Buud, terzo l’altro azzurro Alberico Di Cecco in 6h40'36". Il nostro amico tassista ancora una volta sale sul tetto del mondo, dove già era salito lo scorso anno a Winschoten (Olanda) e nel 2008 a Tarquinia, in occasione della terza edizione dell’Ultra Maratona degli Etruschi. Tantissimi complimenti a Giorgio Calcaterra per il quale evidentemente è stata di buon viatico la copertina e l’intervista sul precedente numero del RE Magazine!

QUALITA’ MASCHILE 1 PODISTICA SOLIDARIETÀ 2 A.S.D. RUNNING EVOLUTION 3 G.S. BANCARI ROMANI 4 LBM SPORT 5 G.S. CAT SPORT ROMA QUALITA’ FEMMINILE 1 PODISTICA SOLIDARIETÀ 2 G.S. BANCARI ROMANI 3 LBM SPORT TEAM 4 A.S.D. RUNNING EVOLUTION 5 G.S. CAT SPORT ROMA

DOVE CORRONO GLI ORANGE

Francesco Middei si allena ad Orlando nei pressi del DisneyWorld.

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Appunti enogastronomici con gocce di piacere e di dovere di Maria Regina Bortolato Il cerimoniale prima di una maratona si sta sempre più arricchendo di riti. La vasellina, l’olio di canfora, booster, manicotti, fasce, plantari ecc. ecc. Ma la cosa più incredibile è la varietà di integratori. C’è chi si apparecchia, li conta, si chiede se bastino, si confronta, si fa consigliare… Sempre di più, sempre più colorati, per prima, durante e dopo, liquidi, in gel, in pasticche e barrette. Marsupi, pantaloncini o magliette con tasche, cinture porta integratori riempite con bottigliette che poi durante la corsa vanno su e giù e si miscelano come un cocktail, c’è chi li tiene in mano, nelle mutande ….. Non dimenticherò mai il francese che alla mia seconda maratona a Firenze, mentre attraversavo le Cascine, al 33° mi ha raccolto le “pasticche” che mi erano cadute. La paura della crisi, del muro, del calo di zuccheri è il vero fantasma del maratoneta ed intorno agli integratori è nata una vera industria. Ma poi la crisi, quando arriva, è veramente carenza di zuccheri o cede invece prima la testa? Si parla poco in realtà di imparare come sviluppare la “resilienza” e come utilizzare le nostre risorse di grassi. Come dice Luca Speciani, l’unico modo per arrivare bene in fondo ad una maratona, senza soffrire crisi di sorta, è infatti quello di allenare il corpo al consumo parziale di grassi insieme agli zuccheri, fin dal primo chilometro ma su questo non c’è un’industria… Volevo parlare però di quello che per me è oggi l’integratore per eccellenza e che ormai dal 30 km chiedo affannosamente a ogni rifornimento: la “coca cola”. In corsa ho difficoltà a digerire anche l’acqua, a Terni mi sono trovata al venticinquesimo per la prima volta senza energia, eppure avevo cominciato a “impasticcarmi” già dal settimo km. Al trentesimo ho trovato al rifornimento la coca cola che mi ha fatto emettere il tipico suono caro ai giapponesi e improvvisamente ho ritrovato le energie e ho ripreso senza fermarmi più, come la corsa fosse appena iniziata. Infatti è risaputo che mangiare durante gli allenamenti impegna lo stomaco nella digestione risucchiando grosse quantità di risorse e di sangue dall'organismo, con conseguente decadimento delle prestazioni, mascherando una crisi che uno pensa sia dovuta invece a cali di zuccheri. ll mio appello quindi a società organizzatrici di Maratone, Ironman, Mds, è: non solo acqua, e bevande saline, ma anche “coca cola”.


INTERVISTA TRIPLA SONIA MARCOTULLI

JACQUELINE LOVARI

LAURA IMPERATORI

Cosa fai nella vita?

Mi occupo di Assicurazione e Controllo Qualità di Sistemi per la Difesa (Navali e Aeronautici militari), non mi chiedete cosa vuol dire, ancora non l’ho capito neanche io… E sono mamma di due bimbe: Francesca e Viola!

Sono laureata in psicologia, laurea che cerco di utilizzare soprattutto come mamma, ruolo che svolgo a tempo pieno

Impiegata di notte, mamma di giorno, atleta per il tempo che rimane... a volte dormo!

Dove abiti?

Ariccia, ma ci abito soltanto

Abito ai Castelli Romani, a Montecompatri, ho vissuto per tanti anni a Ostia, anche se la mia mamma è olandese… in tanti infatti credono che io sia straniera

Avete presente Colonna, zona Castelli Romani? Beh, dall' altra parte di Roma…

Da quanto tempo corri?

Ho iniziato a 13 anni, ho smesso a 20 e ho ricominciato a corricchiare a fine 2008.

Da circa 13 anni ma la carica agonistica me l’ha data la Running Evolution, dal 2006

Da quando avevo 8 anni, non l’ho mai abbandonata, tranne che nei periodi in cui ho dovuto pensare ad altro… sono mamma di ben 3 scavezzacollo!!

Ti allena qualcuno?

Sì! Sono stata “adottata” da Pino Ozimo ad inizio 2010, quando mi sono “affacciata” al campo sportivo delle Terme di Caracalla per cercare di aggiungere il terzo allenamento settimanale, approfittando della pausa pranzo…

Purtroppo mio marito Ugo, il mitico (almeno così viene definito dagli orange) Maestro One; scherzo… Ugo mi ha fatto conoscere il mondo della corsa, me l’ha fatta amare e a lui devo tutte le emozioni e i grandi ricordi…

Ma chi m’allena… lo cerco da una vita un buon allenatore (in tutti i sensi…), ma non riesco a trovarlo… ahahah

Quale allenamento preferisci?

Quello del mercoledì, “il lavoro” a Caracalla con i miei compagni di allenamento ed il mio allenatore.

Lunghi collinari che purtroppo non riesco a fare quasi più perché non ho più tempo

Il collinare lungo, mi rilassa e nello stesso tempo mi carica, vado alla grande! Quando il Presidente mi “chiede” di correre l’ora in pista mi viene il voltastomaco… però obbedisco!

Il tuo gruppo in due parole

Sorridente e colorato

Coinvolgente e spensierato

Unito e divertente

La più bella soddisfazione in orange?

Fare questa intervista! Scherzo… i miei personali su 10000 e mezza maratona, andando sotto i 40’ e 1h30’, anche se di un solo secondo!!!

Due grandi soddisfazioni: la vittoria alla 50 km del Gran Sasso del Luglio 2008 e nel Maggio 2009 il quarto posto assoluto (terza nel campionato italiano) nella 100 km del Passatore portato a termine con il tempo di 9 ore e 40 minuti.

diciamo che sono soddisfatta sempre... merito del mio Presidente, anche se le gare di Cross (quelle che puntualmente la società snobba…) sono quelle che più mi danno soddisfazione. Quest’anno purtroppo Valli del Sorbo e Caffarella mi sono sfuggite per il maltempo… pazienza…

Il tuo Presidente in due parole.

Ne basta una: DESPOTA! Fausto ti voglio bene!...È un ottimo organizzatore e catalizzatore!

È il motore di tutto, non saremmo ciò che siamo senza di lui!

Troppo forte!!

Cosa vorresti chiedergli?

Una canottiera ARANCIONE! Le donne orange non possono correre con una canottiera VIOLETTA, no?!

Mi domando se non abbia voglia ogni tanto di mollare tutto…

”chi è il tuo spacciatore?”

La gara che ricordi con più affetto

La mia prima gara, settembre 2008 a Colonna, corsa con la mia amica Eva: 1ora e 20minuti…ci ha superato anche l’ambulanza e all’arrivo lo speaker che gridava “Grazie di essere quiiiiiiii!!!”

Sempre la 50 km del Gran Sasso: ultimi cento metri, oramai è fatta… mia figlia Chiara mi viene incontro con la bandiera della Running ed insieme tagliamo il traguardo… cosa chiedere di più?

Maratona di New York indubbiamente (corsa nel Novembre 2010): unica, indimenticabile, irripetibile! E poi batterlo (il Pres) nella Grande Mela è stato entusiasmante!

La gara che vorresti cancellare dai tuoi ricordi

Ladispoli 2012, mi sono ritirata per la prima volta in vita mia, ma mi è servito per decidere di fermarmi per un po’, per cercare di curare per bene questo maledetto tendine di Achille.

Nessuna, anche quelle più sofferte e negative hanno sempre qualcosa da insegnare.

tutte quelle non concluse per infortuni e non sono poche…

Come vedi il tuo futuro podistico?

Sicuramente ORANGE!...Sempre se il Presidente mi farà correre di nuovo con una canottiera ARANCIONE!!!

A correre tanto, soprattutto dietro le mie due splendide bambine, Lara e Chiara. Chiara è una gran bella signorina che da un paio d’anni calca le piste di atletica più di me! In famiglia già stiamo a posto!

‘na fetenzia: sono piena di acciacchi… sarà l’età?

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Il sole e la luna niente riassume meglio una settimana nel deserto niente, meglio di un'immagine del sole che sorge e la luna che tramonta, alle sei della mattina niente puo rappresentare meglio il contrasto e l'armonia di un mondo mille miglia lontano dal nostro mondo dove tutti i contrasti si esasperano e dove tutto viene assorbito e accolto da un deserto che non ti da tregua e ti accarezza e ti fa gelare, di notte e ti brucia fino all'ultima delle tue cellule, di giorno un contrasto pazzesco ma un'esperienza unica, irripetibile dove capisci che a 70 anni, se vuoi, puoi avere più energia di 3 ventenni e mezzo, dove senti che se cammini puoi tirare fuori sensazioni mai immaginate e scriverle, si, durante la gara dove ti arrampichi su una Porta Vescovo sulla sabbia e scendi su una pista di sabbia dove capisci che significa amore quando vedi sei pompieri francesi che fanno fare la marathon des sables a sei ragazzi portatori di handicap su una carrozzella dove capisci l'importanza degli occhi quando vedi Didier che fa la mds accompagnato e guidato da un amico dove capisci l'importanza di una sedia quando per una settimana vivi e mangi buttato per terra, dove apprezzi l'invenzione del riscaldamento quando, di notte dormi a 4 gradi con il telo di sopravvivenza dentro il sacco a pelo ultraleggero e ultrainutile, dove devi diventare ordinato per forza, anche se la tua natura è la più incasinata del mondo quando devi convivere in una tenda berbera con altri sei pazzi furiosi e dividere ogni centimetro con loro quando ti metti a correre e senti che lo stomaco, ancora, non ne vuole più sapere di gel, maltodestrine e schifezze varie e il giorno dopo cammini per 81 km e mangi parmigiano, altrochè quando guardi, dalla cima dello jebel, mezza africa e un mondo intero e ti si spalanca un mondo che non avresti mai neanche immaginato quando cammini per 3 km con Mreb, un ragazzo berbero il cui sogno è portare la corrente al suo villaggio di 50 anime; lì capisci che la corsa è una scusa, lì capisci che se hai gli occhi, se hai i piedi sani, se hai voglia di vivere il deserto ti fa vedere, ti fa correre, ti fa vivere come solo il vuoto piu vuoto e il pieno più denso ti fanno sentire vivo, come mai ti sei sentito, prima, poi torni e ti chiedono il tempo ti chiedono che media al chilometro hai seguito ti chiedono se il terreno era reattivo ti chiedono com'è Marco Olmo ti chiedono come si prepara una marathon des sables cosi, si prepara, una mds svuotandosi, e riempiendosi di aria di vento di luce di caldo di freddo di fatica di gioia di viste incredibili e di sofferenze durissime del sole, e della luna.. insomma..di vita


Quattro del Runner Team 99, non solo ha confermato il suo ottimo stato di forma laureandosi campionessa italiana sulla mezza maratona con la migliore prestazione di sempre (1h07’46”), ma ha poi stabilito il nuovo record italiano di maratona (2h23’44”) arrivando seconda alla Maratona di Rotterdam dello scorso 15 aprile. Quando nasce la tua passione per la corsa? Nasce quando ero ancora giovanissima. Mi è sempre piaciuto correre, é una cosa che mi rilassa molto. Dopo mi sento talmente bene che se poi non corro per 2 o 3 giorni sto veramente male.

I

n occasione della presentazione dei top runners della RomaOstia 2012, il Re Magazine ha avuto l’opportunità di intervistare Valeria Straneo quando ancora aveva un best solo di 1h09’42” sulla mezza maratona e quando ancora era incerta la sua partecipazione alle Olimpiadi. In quel momento scendere sotto le 2h24’ in maratona era ancora un sogno, eppure la Straneo ha rivelato grande fiducia nelle proprie capacità e nell’allenamento svolto. L’Alessandrina

Le persone fuori dall’ordinario non emergono dal nulla; tu hai fatto tanta “gavetta”. Poi, cosa è successo? Cosa ti ha fatto svoltare? La mia è una storia un po’ particolare; ho questa disfunzione genetica dalla nascita che si chiama sferocitosi. Si tratta di una disfunzione della membrana del globulo rosso che ha fatto si che avessi valori di emoglobina ed ematocrito bassissimi che non sono proprio ideali per chi vuole fare corsa lunga. Faticavo molto, a tal punto da non riuscire a sostenere 2 allenamenti al giorno. All’inizio del 2010 sono stata molto male: la milza si era ingrossata in maniera spaventosa e i valori del sangue erano disastrosi, la classica crisi emolitica. A questo punto l’intervento di asportazione della milza è diventato necessario. E’ stato fondamentale! Tutti i miei valori ematici sono tornati nella norma, permettendomi così di tornare ad allenarmi e di conseguire ottimi risultati in breve tempo, tanto da far venire dubbi a più di qualcuno.


c h i a c c h i e r e c o n . . . VALERIA STRANEO di Andrea De Felici & Ivana Oldani

Che genere di dubbi? Di ogni genere! Ne ho sentite di tutti i colori da gente che crede di conoscere tutto, ma che vuole giudicare, pur non sapendo niente dei miei trascorsi. Capisco che un salto di qualità così repentino per un’atleta di trentacinque anni possa destare dei dubbi, anche io li avrei, ma un conto è pensarlo e un conto è dirlo o scriverlo come se fosse parola certa. In tanti mi hanno molto deluso, soprattutto persone con cui pensavo di avere un’amicizia. Ma pazienza, io sono a disposizione per qualsiasi tipo di controllo. Quante ore ti alleni al giorno? Faccio due allenamenti al giorno di solito. Quando sono in preparazione di una maratona arrivo a correre dai 160 ai 180 km a settimana con punte di 185 km. Cos’è l’allenamento per te? L’allenamento adesso è un grande stimolo, fa parte della mia vita. Ora come ora l’atletica è diventata il mio lavoro, un lavoro che mi piace tantissimo. Come ti alleni? Partecipi al programma che ti prepara la tua allenatrice (Beatrice Brossa)? Quello che mi dice faccio! Non saprei come fare senza, la sento più volte di mio marito... Anche se ultimamente succede che mi dà degli allenamenti con dei ritmi da tenere ma che secondo me sono troppo lenti e allora corro più veloce. Però adesso si sta adeguando anche lei, la mia è stata un’escalation talmente veloce e ci stiamo riscoprendo a poco a poco. Pensi di avere dei margini di miglioramento? Io penso di avere in generale dei margini di miglioramento per questo il prossimo 15 Aprile a Rotterdam penso realmente di poter fare un bel tempo, di poter scendere sotto le 2h26m. Quando ho fatto Berlino, ho corso un po’ con il freno a mano tirato e sono arrivata molto bene. Adottando una condotta di gara un po’ più audace penso di riuscire a migliorarmi.

sei diventata sportivamente? Devo ringraziare soprattutto la mia famiglia, infatti dico sempre che non sono io a fare i sacrifici, ma li fanno gli altri per permettermi di allenarmi. Non smetterò mai quindi di ringraziare mio marito i miei ed i suoi parenti. E poi nei ringraziamenti dovrei mettere un sacco di persone, davvero! La mia allenatrice, Beatrice Brossa, per prima e poi il fisioterapista, il dietologo e il massaggiatore, tutto uno staff che sta dietro ma che contribuisce in maniera consistente al mio benessere quindi al miglioramento delle mie performances.

Hai dei riti pre-gara? O degli amuleti? Non ho dei riti pre-gara, ne’ sono superstiziosa, però per la maratona di Berlino mi hanno regalato un braccialetto con le iniziali dei nomi dei miei figli e di mio marito. Non me lo sono mai più tolto. Diciamo che però è un legame più affettivo che scaramantico. Ci sono state, nella tua vita da atleta delle figure di riferimento a cui ti sei ispirata? Non ho delle particolari figure di riferimento a cui ispirarmi, anche se tra gli atleti mi piace Stefano Baldini che ho anche conosciuto. Una persona umile che nonostante i grandi successi ottenuti è rimasta se stessa. Io non sopporto chi cammina a un metro da terra... E poi mi piace molto Josefa Idem, una grande, sia per l’atleta che è sia per la sua filosofia. Mi piace molto una sua frase in cui dice cosa è secondo lei (Josefa) lo sport: “Sacrificio lo sport? Sacrificio è non avere il pane ogni giorno, non avere un tetto sopra il capo, lo sport è un grande impegno” . Per me è un gran piacere. Ci sono persone che senti di dover ringraziare per quello che

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testa cercando di non bagnarle per poi raggiungere la spiaggia dove poter correre. Sei molto apprezzata dagli appassionati della corsa. Quale pensi possa essere il motivo? Non so, forse perché rispondo a tutti, parlo con tutti, o forse perché sono e mi sento un’ex “tapasciona” e quindi il fatto di venire dalle gare domenicali, delle quali ne ho mantenuto ancora lo spirito, ha influito positivamente sui giudizi degli appassionati. Qual è il tuo sogno più grande? Nell’immediato è sicuramente andare alle Olimpiadi...per me sarebbe proprio un sogno! Se penso dove ero un anno fa mi sembra impossibile. Per il futuro, il sogno è quello di continuare a correre il più a lungo possibile avendo sempre tanta passione e tanta voglia come ne ho adesso. L’Alessandrina con il risultato di Rotterdam ha ribaltato le carte in tavola per le convocazioni Olimpiche e si ritrova ad essere nettamente la miglior maratoneta italiana in circolazione. Nei confronti di tutti ti senti in dovere di dare qualche risultato? Non mi sento in dovere di nulla anche se è vero che arrivata a questo livello devi sempre dimostrare a tutti quello che vali e sbagliare ora non sarebbe certo auspicabile. Cerco di fare sempre del mio meglio e se poi i risultati non dovessero arrivare, beh, io ce l’ho messa tutta! La cosa più strana che ti ha fatto fare la corsa? Cerco di trovare sempre il momento per andare a correre anche nelle ore più impensabili o con ogni condizione meteo. Per esempio, nel periodo freddo, sono uscita per fare un lungo con -13 gradi. Avevo la borraccia dell’integratore e dopo un po’ cerco di bere e mi rendo conto che non ci riesco. Penso: é rotta! invece no, era ghiacciata. Però la cosa più strana l’ho fatta l’estate scorsa quando, in piena preparazione per la maratona di Berlino, sono stata una settimana in barca e pur di correre mi facevo duecento metri di nuoto con le scarpe sulla

A questo punto il sogno di questa splendida atleta potrebbe proprio diventare una bellissima realtà.

Andrea De Felici, Ivana Oldani e Liliana Farronato con Valeria Straneo


AMI LA CORSA MA SEI ALLE PRESE CON DOLORI CHE TI IMPEDISCONO DI GAREGGIARE AL MEGLIO? CERCHI DI MANTENERTI IN FORMA MA DEVI FARE I CONTI CON MUSCOLI E TENDINI CHE NON COLLABORANO? O VUOI SEMPLICEMENTE PERMETTERE AL TUO CORPO DI DARE IL MASSIMO NEGLI ALLENAMENTI E IN GARA? NOI DEL CENTRO ESPERIA INSIEME ALLA TECNOLOGIA TECAR TI AIUTIAMO A RIDURRE I TEMPI DI RECUPERO, MA ANCHE A PREVENIRE INFORTUNI DI NATURA MUSCOLARE E ARTICOLARE.

COS’È HUMAN TECAR®.

L’allenamento di un podista o di un ciclista, così come quello di qualsiasi altro sportivo, ha l’obiettivo di migliorare tutti gli aspetti fisici, sia aerobici che muscolari, che saranno indispensabili per affrontare al meglio la giornata di gara o la performance sportiva. Spesso non si considera, o viene sottovalutato, che nella fase di allenamento, oltre a condizionare positivamente il nostro organismo,si crea un accumulo di tossine e acido lattico, sostanze che, se non vengono smaltite in tempo, possono condizionare in maniera negativa la nostra prestazione. Noi del centro medico-fisioterapico ESPERIA utilizziamo i trattamenti fisioterapici supportati dalla tecnologia Human Tecar® uniti alle più avanzate tecniche manuali e all’utilizzo di prodotti funzionali,velocizzando dall’interno i normali processi metabolici cellulari e ripristinando la fisiologia tessutale del nostro corpo. In sostanza si vanno ad accelerare i normali processi riparativi e antinfiammatori che il nostro corpo già possiede. Questo tipo di trattamento non fa altro che aiutare il nostro organismo ad eliminare tutte quelle tossine e cataboliti che ha accumulato durante l’allenamento e più in generale durante qualsiasi tipo di attività sportiva. Il trattamento risulta essere estremamente efficace con una conseguente ed immmediata sensazione di leggerezza ed elasticità a livello muscolare.

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COSA SI USA.

Efficacia, flessibilità e assenza di controindicazioni rendono Human Tecar® uno strumento prezioso per chi pratica sport, sia a livello professionistico che amatoriale. I trattamenti di Tecarterapia®, abbinati alla manualità dell’operatore e opportunamente modulati, sono in grado di dare risultati immediati,sia per problematiche infiammatorie,sia nelle contratture e distrazioni muscolari;ma anche in chi vuole recuperare velocemente forza ed energia dopo gli allenamenti e ritrovare le condizioni fisiche ideali per migliorare le proprie prestazioni.La ricerca scientifica Human Tecar® si basa su un metodo scientifico e rigoroso, in continua evoluzione e improntato sulla sicurezza. A convalidarne gli effetti biologici e i risultati ottenuti nelle patologie più frequenti, intervengono le ricerche e le sperimentazioni condotte da poli di ricerca e Università, a livello nazionale e internazionale, tra cui l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI, di cui Human Tecar® è partner tecnico.

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DOVE NASCE LA TECNOLOGIA

TECAR

Determinante per la messa a punto del metodo è stata l’esperienza nello sport agonistico di alto livello, dove accelerare i tempi di ripresa e di recupero rappresenta una necessità fondamentale. È in questo ambito che la Tecarterapia® ha dato i suoi primi, grandi risultati, consentendo a migliaia di atleti infortunati di rimettersi in gara, in tempi eccezionalmente brevi. A HumanTecar® si affidano oggi numerosi atleti, squadre e federazioni sportive di primo piano, ai quali garantisce risultati concreti nella cura di patologie dolorose e infiammatorie, oltre a svolgere un ruolo fondamentale in termini di prevenzione e di conservazione dell’equilibrio fisico.La stessa innovativa tecnologia è oggi al servizio di tutti gli sportivi che vogliono sentirsi al meglio

NASCE A FRASCATI

UNO DEI PRIMI CENTRI

HUMANTECAR®

IN ITALIA,DOVE TUTTI POSSONO ESSERE TRATTATI DA CAMPIONI.

Oggi attraverso una rete di Centri Specializzati presenti su tutto il territorio nazionale, viene resa accessibile la punta più avanzata della scienza fisioterapica ad un vasto pubblico con necessità di cure specifiche ma con l’esigenza di effetti riabilitativi rapidi e stabili nel tempo. Gli Specialisti che operano nei Centri Human Tecar® praticano una fisioterapia moderna, rapida ed efficace basata su una tecnologia brevettata, prodotti funzionali e tecniche manuali avanzate in grado di stimolare in profondità, selettivamente e in modo non invasivo le diverse tipologie di tessuto. Un’azione dall’interno che consente di apportare in modo naturale ossigeno e nutrimento ai tessuti, supportando così i fisiologici processi autoriparativi dell’organismo. Questo permette di trattare un ampio numero di patologie tanto a livello acuto quanto cronico, ma soprattutto di intervenire in un ottica di prevenzione e benessere,con trattamenti specifici prima e dopo una performance sportiva. Dallo sportivo fino al disabile, coinvolgendo le diverse fasce di età, le diverse professioni e i diversi ambiti sportivi, gli Specialisti e i Centri Human Tecar® adattandosi alle specifiche necessità del paziente, consentono a ognuno di vivere, lavorare e praticare sport nelle migliori condizioni possibili. In questo modo tutti possono essere trattati come i grandi campioni dello sport perché quando si mette in moto l’energia, il benessere è sempre a portata di mano.Per informazioni venite a trovarci o consultate il nostro sito internet WWW.FISIOESPERIA.IT CENTRO MEDICO-FISIOTERAPICO ESPERIA, VIA SCIADONNA 24-26 (ACCANTO AL COMMISSARIATO DI POLIZIA) 00044 FRASCATI TEL.069417775


25 MARZO 2012

MARATONINA DEI FIORI

1 APRILE 2012


ROMA - FIUME TEVERE

15 APRILE 2012

FRASCATI

25 APRILE 2012


INTERVISTA ad Andrea Moccia di Angelo Giuliani

D. Allora Andrea, raccontaci un po’ di te: come e quando nasce questa passione per la corsa? R. Il mio amore per la corsa risale all’età di otto anni, quando i miei genitori mi iscrissero al centro Pulcini del CONI alle Tre Fontane. Dopo qualche esperienza nel mezzofondo sono passato alla marcia con la sezione giovanile delle Fiamme Gialle. Tuttavia, gli impegni legati allo studio mi hanno costretto, a 16 anni, ad interrompere l’attività agonistica. D. Quindi si è trattato di una riscoperta, un po’ come è accaduto a me, anche se forse con qualche anno di anticipo: anch’io ho praticato l’atletica in età giovanile (tra i 13 e i 18 anni, con l’Atletica Frascati, allora si chiamava così) per poi riscoprirla a trenta e, sia pure con qualche pausa dovuta ad infortuni, non ho più smesso fino agli attuali 50… R. Come senz’altro tutti gli appassionati di questo sport sanno, la passione difficilmente si cancella e così, dopo quasi 30 anni, ho ricominciato con le gare amatoriali. La mia apparizione, nel circuito di gare romane e del Lazio, risale al 2004...

D. Ecco, parliamo un po’ delle tue performances, a tutti note (almeno nel mondo podistico laziale), che fanno di te l’atleta over 50 più forte della regione e senz’altro tra i più forti d’Italia. R. Beh, devo dire che gli ultimi anni mi hanno regalato diverse soddisfazioni: nel 2010 ho vinto il campionato italiano di maratona, siglando il miglior tempo tra gli M50, mentre lo scorso anno ho realizzato “soltanto” la seconda prestazione nazionale in maratona (2 ore e 37’, a Latina, dietro il grande Calcaterra); in compenso ho conquistato la prima piazza nella mezza, ai campionati italiani di San Benedetto del Tronto, con il tempo di 1 ora e 13’. Quest’anno purtroppo non sono riuscito a ripetere l’impresa lo scorso 29 aprile a Salerno anche se il secondo posto credo sia sempre un gran bel risultato. D. Parliamo un po’ di te, delle tue abitudini, nella vita privata e nello sport. R. Sono nato il 12 giugno 1959 nelle Marche, a Porto San Giorgio, e vivo a Roma dall’età di 5 anni. Sono sposato con Francesca ed ho tre figli: Riccardo, Paolo e Tommaso, di 14, 12 ed 8 anni. Ho una laurea in Ingegneria Elettronica e lavoro in banca. Per poter conciliare lo sport con l’attività lavorativa e gli impegni familiari sono costretto ad allenarmi in orari abbastanza improbabili, solitamente alle 5.30 del mattino. D. Ecco, arriviamo all’argomento di cui, tra noi podisti, durante gli allenamenti o in gara, si parla come di una leggenda: i tuoi allenamenti all’alba, e il numero di chilometri che sei solito “macinare”. R. In effetti è così, altro che leggenda! Come ti dicevo, esco la mattina presto e percorro di media tra i 120 e i 200 km a settimana, gare comprese. Sicuramente non è facile svolgere lavori di qualità prima dell’alba, specialmente d’inverno, ma con il tempo ho finito per abituarmi. D. Conoscendoti ormai da diverso tempo, devo dire che più di ogni altra cosa mi colpisce, di te, la capacità di centrare ogni appuntamento agonistico, qualunque esso sia. A cosa è dovuta questa determinazione?

D. Anno in cui hai avuto l’incontro della tua vita..., si fa per dire, col Gruppo con il quale militi e con la persona che ti cura come fossi un “purosangue”...

R. Penso che in parte sia questione di DNA ed in parte sia dovuta al fatto che, non avendo avuto molti trascorsi agonistici, ho ancora traguardi da raggiungere e riesco a mantenere le motivazioni, senza le quali non sarebbe facile uscire alle 5.30 sotto la pioggia.

R. Da sempre corro per i Bancari Romani (tra l’altro sono anche dipendente di banca, la BNL, che ha al suo interno una attivissima sezione di atletica) e quella persona alla quale tu fai riferimento è il supercoach Luciano Duchi, alla cui esperienza mi affido quasi ciecamente: è lui che, oltre a programmare i miei allenamenti, pianifica ogni mia attività agonistica, selezionando gli appuntamenti più importanti dell’anno, sia in pista che su strada.

D. Come saprai, nel mondo della corsa amatoriale, o master come si usa dire, costituisci per tutti noi, soprattutto over 50, un irrinunciabile punto di riferimento: le nostre prestazioni, dico di quelli che, come me, ancora reggono sul piano agonistico, siamo soliti valutarle in relazione ai secondi (spesso minuti, soprattutto se si tratta di una mezza) che ci separano da te. Cosa si prova a sentirsi addosso, ogni volta, tutte queste attenzioni?


della concomitanza con la maratona di Berlino.

R. Fa senz’altro piacere. Se ben gestite, le attenzioni possono essere uno stimolo a fare sempre meglio. C’è il rischio che il tutto finisca per assumere un’importanza eccessiva e di attribuire alle proprie “imprese” un’importanza fuori luogo ma, considerando l’età ed il carattere, credo di esserne sufficientemente al riparo.

D. Voglio concludere raccontandoti un piccolo aneddoto. Era il 2005, rientravo da un periodo prolungato di assenza per un infortunio al tendine di achille. Avevo programmato il mio rientro ufficiale proprio in casa, a Colonna. Tra gli atleti di recente “apparizione” qualcuno mi aveva segnalato un nome nuovo tra i bancari, un certo Moccia, sempre piazzato intorno ai 34’ sui 10 km, più o meno il mio valore di allora. La prima cosa che ho fatto è stato individuarlo in mezzo al gruppone e tenerlo d’occhio durante la gara. Quel giorno il distacco, se non ricordo male, è stato di una manciata di secondi (forse 20”). Da allora i secondi sono diventati 30, 40, oggi più di un minuto e non soltanto perché sia calato io …. Complimenti Andrea e in bocca al lupo per tutti i tuoi prossimi traguardi.

D. Per essere sempre pronto e non mancare mai un appuntamento, segui un regime di vita particolare, mi riferisco, ad esempio, al tipo di alimentazione, al tempo che dedichi al risposo o, all’opposto, a momenti di svago o distrazione? R. Per quanto riguarda l’alimentazione, non seguo un regime particolare. Mangio probabilmente troppi dolci, soprattutto gelati, ma cerco di regolarmi con il buonsenso. La sveglia antelucana mi obbliga ad andare a letto presto, possibilmente entro le 22.00, rinunciando ai programmi televisivi serali (non credo che sia un grave danno). Al mattino accompagno Tommaso a scuola e poi vado in banca. Sono di ritorno verso le 19.30 e, di conseguenza, il tempo da dedicare allo svago non è molto. Nei week-end, oltre alle gare personali, ci sono quelle dei figli (i due più grandi praticano l’atletica ed il piccolo il mini-basket). Nel tempo che rimane mi piace leggere e dedicarmi al bricolage ed al giardinaggio. D. Per concludere questa nostra chiacchierata siamo curiosi di conoscere i tuoi prossimi appuntamenti, e mi riferisco ovviamente a quelli ufficiali, visto che tendi a gareggiare ogni domenica. R. Non mi ha lasciato un granché soddisfatto (2.40.22) la recente Maratona di Roma che ho corso poche volte, perché speravo di concluderla con un tempo vicino al mio personale (2.33 a Piacenza due anni fa). Cercherò di rifarmi nel Campionato Italiano di Maratona, subito dopo l’estate; farò anche pista, terreno a me meno congeniale, dove di solito mi limito a gareggiare senza preparazione specifica, quando la mia prestazione può contribuire ai risultati della squadra. Naturalmente il 30 settembre prossimo sarò, come sempre, presente alla Corri Colonna della quale non ho mai mancato un’edizione, con l’eccezione di quella del 2010, a causa

Angelo Giuliani e Andrea Moccia


Mi Fido o non mi Fido I cani e il podismo. Avere Fido accanto, nell’allenamento del podista, vuol dire non solo vivere il piacere della corsa ma anche quello della relazione con il proprio cane. Di questo si sono accorti gli organizzatori di eventi sportivi, che sempre più spesso prevedono che a partecipare alle gare ci sia anche il compagno quadrupede ed organizzano apposite gare a sei zampe. Come fare, però, per non trasformare un evento gioioso in una specie di tortura ricorrente per Fido? Il rapporto tra cane e podista, di contro, non è sempre roseo. Cosa fare, infatti, quando il cane è il Fido di qualcun altro e sembra proprio avercela con noi, con fare oltremodo aggressivo? Per evitare di incorrere in un turbinio di differenti opinioni, ho pensato di rintracciare un esperto di comportamento canino. Ecco cosa ci spiega dell’argomento, purtroppo per voi con una mia sintesi, la gentilissima e disponibilissima dottoressa Marzia Possenti, medico veterinario comportamentalista, felice proprietaria di un competente Fido: Correre con il proprio cane è senza dubbio un’attività positiva, purché si tenga presente che il cane corre per il piacere di stare con il proprio padrone. Non corre per dimagrire, non corre per vincere la gara e neanche per migliorare i suoi tempi. L’agonismo e l’estetica sono categorie umane, non canine. E’ importante, dunque, non forzarlo, portarlo gradualmente a sopportare lo sforzo, tenere presenti le sue necessità e le sue caratteristiche: tutti i cani possono correre ma un carlino non corre come e soprattutto quanto un levriero. In generale i cani cosiddetti molossoidi, ovvero con il muso corto e schiacciato, hanno un apparato respiratorio meno efficiente e si affaticano molto più facilmente. Pensare sempre, dopo la corsa, a delle attività emendative, ovvero che lo ristorino dalla fatica sopportata pur di stare con noi. Attività, dunque, deputate al relax, alla calma ed al divertimento, senza sforzo o concentrazione. Sarebbe preferibile correre con il proprio cane in corse campestri o trails piuttosto che sempre e solo sulla strada, perché si tratta di attività più ricreative per il cane e tali da permettergli di acquisire più competenze di movimento. Riguardo al guinzaglio, obbligatorio in città, per legge deve essere lungo 1,5 metri, fisso, tenuto in mano e non legato ad una cintura se il cane è di dimensioni medio-grandi, a garanzia dell’incolumità della persona. A garanzia dell’incolumità di Fido e del suo confort invece, sarebbe opportuno usare la pettorina e non il collare, meglio se una pettorina cosiddetta “ad acca” o “alla romana”, che fascia il corpo del cane senza stringere spalle e collo. Questo non solo per permettere una più agevole respirazione ma anche per garantire al cane la possibilità di comunicare agevolmente con i suoi simili, comunicazione che passa anche attraverso i movimenti della testa e del collo, nonché di annusare, importante fonte di conoscenza per il cane. Passando al tema dei cani aggressivi è opportuno fare una premessa; il cane è un animale diverso da noi, con un suo linguaggio ed un suo mondo, anche sociale. Non possiamo pretendere che si comporti come noi e che capisca sempre il nostro comportamento. E’ molto più facile ed opportuno che sia l’uomo a prendersi la briga di parlare e comunicare al cane, usando il linguaggio del cane. Altra premessa fondamentale: il cane non vuole ucciderci, non vuole cibarsi di noi e probabilmente non vorrebbe nemmeno morderci. Pensiamo a questo per cercare il sangue freddo necessario in alcune sventurate occasioni. Il nostro problema è che siamo, secondo il cane, nel posto sbagliato. La cosa importante da fare, dunque, in caso di cani aggressivi, è far capire al cane che noi siamo intenzionati a spostarci di lì e per farglielo capire è opportuno usare il suo linguaggio. Se ci spostiamo

di Valeria Colonna

finisce la ragione delle tensioni e tutti possono continuare a fare quello che vogliono. Qual è, dunque, il linguaggio del cane? Come riuscire a spostarsi? Il cane ci minaccia fissandoci, ringhiando ed abbaiando. Ci minaccia, come detto, perché ritiene che noi non dovremmo stare lì, nel suo territorio. Scappare a gambe levate e gridare, in risposta alla minaccia del cane, sono comportamenti che ci rendono molto simili ad una preda ed istigano nel cane comportamenti predatori. Fissare a nostra volta il cane ed affrontarlo sono comportamenti di sfida che potrebbero a volte garantirci il successo ma altre volte potrebbero portare ad una aggressione da parte del cane. Il cane, mediamente, è più forte e più veloce di un uomo. Potremmo fare dei calcoli in base alla nostra prestanza fisica e valutare in alcuni casi la possibilità di fuggire più velocemente di lui. In molti casi potrebbe essere sufficiente infatti uscire dal suo territorio per farlo desistere dal minacciarci, ma questo comportamento, come detto prima, potrebbe scatenare nel cane una risposta di predazione, spingendolo ad inseguirci ed afferrarci. Un consiglio generale è, invece, quello di dare ragione al cane. Evitiamo di sfidarlo ad esempio attraversando greggi o entrando in proprietà altrui. Se ci si para di fronte un cane ringhiante, a zampe larghe, che ci fissa, smettiamo di correre, guardiamo l’orizzonte e piano, piano, senza voltarci, ma senza guardarlo direttamente, indietreggiamo. Solo una volta raggiunta una distanza di sicurezza potremo ricominciare a correre, in direzione opposta al cane! Se stiamo già correndo ed il cane ci insegue, idem, se non abbiamo uno scatto fulmineo, meglio fermarsi, non fissare il cane, magari incrociare le braccia e mettere le mani sotto le ascelle, per proteggere le braccia e fare letteralmente il palo, con lo sguardo perso nel vuoto, senza urlare, al massimo facendo un rumore sordo con le mani, prima di metterle al sicuro sotto le ascelle, e girarsi verso di lui. Questo atteggiamento spiazza il cane e dovrebbe contribuire a calmarlo. Per dimostrare ulteriormente le nostre intenzioni pacifiche, poi, sono fondamentali i segnali calmanti, universalmente conosciuti ed apprezzati da tutti i cani. Questi segnali consistono nel: girare la testa di lato, socchiudere gli occhi, leccarsi le labbra. I cani si parlano così, sono segnali di pace conosciuti tra loro, se li adottiamo, stiamo imparando una nuova e preziosa forma di comunicazione. Insomma ringrazio per la gentilezza e la disponibilità la dottoressa Possenti, ricordo come questo articolo voglia, soprattutto, suscitare la voglia di capire meglio uno degli animali più stupefacenti che la storia dell’uomo abbia conosciuto, potenzialmente pericoloso ma molto spesso semplicemente ineducato e circondato da persone incapaci di comunicare con lui.



TRAIL di Maria Teresa Cannuccia

N

LO ZAINO DELL'ULTRATRAILER elle gare Ultra, dove il numero di chilometri supera i 42 delle maratone, il materiale è molto importante per la riuscita della gara. Infatti la maggior parte delle volte si corre in situazioni di semi/auto sufficienza, e quindi bisogna avere con se tutto l’occorrente per superare i problemi e tutto quello che il percorso, l’ambiente ed il fisico potrebbe creare. È si perché, per esempio nella corsa in montagna, il tempo cambia continuamente e certo non ti avverte, si può passare infatti da un sole caldo, a pioggia ,vento e alle volte addirittura a neve. E’ bene portare sempre nello zaino quindi una giacca anti pioggia/vento che sopporti condizioni meteorologiche avverse, guanti e cappello per ripararsi dal freddo. È sempre consigliato avere pantaloni al ginocchio, il telo di sopravvivenza, un fischietto in caso ci si perda, e borraccia con una riserva d’acqua di almeno 1/2 litro che è la quantità minima necessaria per essere autosufficienti fino all’arrivo ai ristori. Anche la luce frontale, con naturalmente batterie di ricambio, è importante, per-

ché nelle gare ultra si corre il rischio di partire con la luce del giorno e di arrivare a notte fonda quindi si deve essere in grado di poter proseguire la gara con mezzi propri. Un’altra cosa da non trascurare è l’ausilio del telefono cellulare con memorizzati i numeri del soccorso e degli organizzatori nel caso ci si trovi in condizioni di non poter portare a termine la gara ed i punti di ritiro siano distanti dal punto in cui ci si trova. Anche il cibo è importante: ciascun corridore deve portare con se barrette, sali, integratori e tutto quello di cui si ha bisogno perché non è detto che lo si trovi ai ristori!!! Bende elasticizzate, cerotti, vasellina, ago, filo, coltellino multiuso e forbicine non possono mancare … perché è facile, in gare dove l’appoggio non è regolare, incorrere in qualche storta e/o caduta quindi, avere il materiale per fare una fasciatura di sicurezza potrebbe aiutarvi a terminare la gara senza troppi problemi. Spesse volte anche il bicchiere deve essere personale perché in alcuni ristori non ci sono i bicchieri di plastica che, eventualmente abbandonati sul percorso, creerebbero ulteriore inquinamento, è bene quindi averne uno proprio. Naturalmente quando le gare sono così lunghe, è bene portare con se anche materiale di ricambio come: calzini, magliette e pantaloncini così da poter correre sempre con indumenti asciutti. Peserete un po’ di più ma vi assicuro che sarete più tranquilli, perché qualsiasi cosa vi succeda sarete in grado di gestirla senza problemi… io lo faccio sempre quando corro un ultra trail!!!!

Running... und drang

V

di Antonella De Nardo

oglio iniziare queste poche righe con una frase che in questi ultimi tempi affiora sempre di più dalle mie reminiscenze scolastiche: ‘Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me’ (Critica della ragion pratica, I.Kant). Questa frase affiora nei momenti in cui corro e la mia mente si stacca dalla quotidianità spicciola: il nostro paese sta vivendo una difficile condizione, che sfiora in alcuni momenti il paradossale. E ripercorrendone la storia da quando ho studiato per l’esame di maturità, dove i principi erano così chiari e nitidi, trovo che questi concetti nella nostra attualità siano davvero obsoleti - o passatemi il termine - ‘inquinati’. Peccato però che io – e non credo di essere la sola – ho fatto miei quei principi e la rabbia di vederli desueti può solo essere convogliata positivamente nella spinta e nella volontà di correre per migliorare la mia velocità media. Perché la determinazione non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all’infinito. E la corsa ci aiuta a essere più determinati non solo per migliorare la forma fisica ma, specie, quella interiore.

L’Angolo di Paolini Il tempo non conta Olimpiadi di Stoccolma 1912. Siso Kanakuri, maratoneta giapponese, non termina la gara e scompare senza lasciare traccia. Inutili le ricerche e al termine delle Olimpiadi viene considerato ufficialmente disperso. In realtà, colto da malore, fu accolto da una famiglia svedese e lasciò Stoccolma in anonimato considerando troppo disonorevole il ritiro. Rintracciato da un giornalista svedese, fu ospitato a Stoccolma e nello Stadio Olimpico, tra grandi applausi, l’ultrasettantenne atleta percorse gli ultimi 100 metri tagliando finalmente il traguardo. Dopo 55 anni !


ROM A ROAD RUNN E RS 20 ANNI DI CORSA 1991-2011

L

’A.S. Roma Road Runners Club nasce nel 1991 e nel 1992 inizia quell’attività organizzativa che fino ad oggi l’ha portata a firmare oltre cinquecento manifestazioni, di cui oltre la metà d’interesse nazionale, diventando così una tra le società organizzatrici di eventi sportivi più ricercata, grazie alla professionalità di un gruppo dirigente formatosi all’interno di un servizio di volontariato, e grazie anche ad un pool di sponsor, (la maggior parte non sono più partner) che ha permesso una crescita verticale del gruppo e delle manifestazioni. Dai progetti iniziali, l’A.S. Roma Road Runners Club, ha raggiunto i seguenti obiettivi: • Essere riusciti a creare un centro di aggregazione, capace di sviluppare ed incentivare la pratica dell’atletica rivolta alla gente comune; • Avere un ufficio che funziona come sede autonoma a disposizione dei nostri associati e non solo, che è anche punto d’informazione per tutto quello che riguarda notizie sulle manifestazioni (non solo del R.R.R.C.) regionali, nazionali, sulle trasferte all’estero in occasione delle maratone (New York, Londra, Parigi, Praga, Amsterdam, L’Avana, ecc.); • Aver creato un circuito di gare al quale si sta lavorando per incentivarne ed aumentarne la qualità e la quantità; • Aver messo le basi, assieme al Centro Sportivo Italiano, Ente a cui siamo affiliati, per la prossima costituzione del settore giovanile, che per ragioni operative, sarà co-gestito tra noi e l’Ente. La nostra Associazione, in questi ultimi anni, è balzata agli “onori” delle cronache grazie ai grandi risultati organizzativi raggiunti per merito dei circa 260 iscritti, che ci pongono ai primi posti nel Lazio ed anche in Italia in fatto di quantità. Con il nome di Roma Road Runners Club, abbiamo voluto dare quell’immagine di inter-

di Patrizio Mancini

nazionalità già affermata, visti i frequenti scambi con l’organizzazione della Maratona di New York, che costituisce la pietra miliare del podismo mondiale. Attualmente, le collaborazioni offerte al Comune di Roma ora Roma Capitale, riguardano anche la Maratona della Città di Roma, e con le organizzazioni delle maratone di Praga, Venezia e Carpi, di cui siamo i referenti per il centro-sud Italia. Dobbiamo affermare che la nostra crescita è dovuta anche all’apprezzamento riconosciutoci dagli Assessorati allo Sport della Provincia di Roma e della Regione Lazio anche grazie ai nostri gioielli organizzativi e vale a dire la maratonina “CORRI PER LA BEFANA”, che nel 2012 è giunta alla 20a edizione, realizzando la considerevole presenza di oltre 2.200 atleti nell’edizione, ponendosi alle spalle di eventi sportivi di caratura nazionale ed internazionali. Lo stesso attributo c'è stato riservato dall’Assessorato allo Sport della Regione Lazio, che per dodici anni ha assegnato alla nostra associazione l’organizzazione del prestigioso circuito podistico “CORRILAGHI”, tranne l’edizione 2011 che è stata in regime di autofinanziamento. Per non parlare dell’AMERICANA A ROMA, giunta oramai alla decima edizione su piazza (con la pista sarebbero venti edizioni), che rappresenta la grande novità di portare l’atletica in piazza, vicino alla gente; l’edizione 2011 ha rappresentato la consacrazione dell’evento. Importantissima in tutti questi anni è stata la collaborazione con il campione olimpionico di maratona di Seoul 1988 Gelindo Bordin, che dal 1999 ha portato la nostra società a diventare consulente del gruppo Fila per poi legarci successivamente all’azienda di cui oggi lui ne è dirigente, vale a dire Diadora Sport, ma soprattutto lega il sottoscritto ad una lunghissima e sincera amicizia con il grande campione.

runningevolution.it



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