GIOVEDÌ 27 GIUGNO 2013
Il supplemento rientra nel progetto RUSSIA BEYOND THE HEADLINES, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, The Washington Post, Le Figaro, El Pais, Süddeutsche Zeitung, Le Soir, La Nacion L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de NATASHA METLUKH / BANG! BANG! STUDIO
UN VIAGGIO NEL MONDO DEL LAVORO Un tasso di disoccupazione stabilmente posizionato intorno al 5%. Il dinamismo della società che si trasferisce al mercato del lavoro, rendendo sostenibile la flessibilità. I desideri e le ambizioni dei giovani che trovano, con sempre maggior frequenza, sbocco e realizzazione. La Russia che diventa terra promessa per un numero sempre crescente di italiani. Ora gli impegni sono il consolidamento dello Stato sociale e la lotta al sommerso, fenomeno strettamente legato a quello dell’immigrazione clandestina e non.
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Economia
MERCATO DEL LAVORO IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE SI ATTESTA AL 5,6% MA GLI STIPENDI E LA PRODUTTIVITÀ CRESCONO LENTAMENTE
Sin dai tempi dell'Unione Sovietica, la percentuale di cittadini non occupati è tra i più bassi del mondo. La prossima sfida è rafforzare le fondamenta dello Stato sociale. ILYA DASHKOVSKYI RUSSIA OGGI
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’agenzia Rosstat, ad aprile in Russia soltanto il 5,6% della popolazione attiva ha cercato lavoro. Si tratta di un dato molto positivo, soprattutto se confrontato con quello di altri Paesi sviluppati che stanno attraversando una crisi profonda (in Italia il dato si attesta ormai al 12%). Solo negli Stati più prosperi come Germania e Norvegia la situazione è rimasta simile a quella russa, con indici rispettivamente del 5,4% e 3,7%. La principale caratteristica dell'indice di occupazione nella Federazione è la sua limitata elasticità. Infatti, anche nel corso delle crisi internazionali del 1998 e del 2008, il numero delle persone senza lavoro è cresciuto sì, ma senza le impennate registrate nell'Europa Occidentale e negli Stati Uniti. Questo si spiega con il fatto che già ai tempi dell'Urss lo Stato reputava un suo dovere garantire il lavoro per tutti (o quasi), e di conseguenza le imprese e gli enti pubblici erano pieni di specialisti in esubero, accusando così il peso della bassa produttività. Il basso livello di disoccupazione nella Russia di oggi è in realtà la continuazione delle tradizioni inaugurate in epoca sovietica. I posti di lavoro vengono pagati dal bilancio. «Gli attuali prezzi del petrolio permettono di garantire un alto tasso di occupazione. A questo proposito c’è anche da considerare il basso livello degli stipendi. In queste condizioni possiamo praticamente garantire un posto di lavoro per tutti», ritiene Sergei Smirnov, direttore dell’Istituto di politica sociale e dei programmi socio-economici dell’Al-
ta Scuola Economica di Mosca. Negli anni precedenti alla crisi internazionale del 2008, si è registrata un'impennata degli stipendi in quanto i lavoratori avevano un maggiore potere contrattuale, ma il rallentamento dell'economia - che ha fatto scendere i prezzi delle materie prime - ha mutato lo scenario. Anche se negli ultimi mesi si registrano nuove pressioni al rialzo. Secondo alcuni analisti in realtà la disoccupazione reale sarebbe tre volte superiore alle statistiche ufficiali perché alcuni hanno smesso di cercare un'occupazione per l'insoddisfazione degli attuali livelli salariali. Complice la persistente resistenza a spostarsi dal luogo di residenza a quelli che offrono maggiori opportunità d'impiego. Aleksandra Gross, redattrice capo di Rabota.ru, ritiene che la disponibilità a trasferirsi si trova soltanto nella generazione“Y”(conosciuta anche come Millennial Generation, ndr). Ne fanno parte coloro che sono nati tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, ragazzi cresciuti all'epoca di Internet. Ma questi giovani professionisti, sottolinea, guardano meno alle possibilità in Russia e più alle prospettive che si aprono all’estero. Secondo le previsioni di Sergei Smirnov, nei prossimi due anni la situazione rimarrà stabile. Anche la prossima crisi, che in base alle proiezioni del Ministero dell’Economia e dello Sviluppo è attesa per il 2018, non dovrebbe cambiare in maniera sostanziale lo stato delle cose. Il governo dovrà ancora una volta intervenire prontamente, ma non sono attesi problemi di lunga durata. «L'esecutivo ha uno stimolo importante a far sì che la disoccupazione rimanga su livelli contenuti; non vuole che i cittadini siano insoddisfatti. Prenderanno piede i lavori sociali, le riqualificazioni, persino gli assegni di disoccupazione che saranno senza dubbio aumentati se ci sarà un crollo sul mercato del lavoro, come è successo nel 2008», commenta Sergei Smirnov.
Scenari per l'architettura Avanguardie, i palazzoni del socialismo reale, le nuova urbanistica. Mosca, una metropoli dove il futuro dell’architettura viene messo alla prova ogni giorno. Tra i protagonisti di questa sfida, un giovane italiano. Classe 1985, nato a Venezia e residente a Mosca da quasi tre anni, Giacomo Infelise è uno dei padri di ArchinRussia, progetto internazionale pensato per inserire gli architetti stranieri nel mercato della Federazione. «Qui ci sono pochissimi architetti rispetto all’Europa: solo tre ogni 10mila abitanti. Se a questo dato aggiungiamo il fatto che il governo prevede di destinare nei prossimi tre anni quasi 34 miliardi di euro al settore delle costruzioni, e che il Paese ha uno dei più alti tassi di miliardari pronti a investire, capiamo subito le grosse opportunità che ci sono qui». Arrivato a Mosca con una borsa di studio, Infelise ha lanciato il progetto insieme a un piccolo gruppo di professio-
nisti stranieri. «L’idea è nata in maniera spontanea: abbiamo iniziato a ricevere richieste di aiuto da parte di alcuni studi europei», racconta. Dalla consulenza alla traduzione dei documenti, dalle visite in cantiere ai rapporti con i tecnici locali, la società offre un appoggio per sviluppare il business in quella che sembra oggi la nuova Terra Promessa per le aziende italiane schiacciate dalla crisi. «Non è solo una questione di guadagni: la differenza consiste nel fatto che, mentre in Italia si lotta per accaparrarsi i pochi progetti che ci sono, in Russia avviene il contrario». In una realtà dove la progettazione delle case a pannelli in stile sovietico si mescola con schizzi di edifici extralusso, il gusto europeo si impone senza difficoltà. «I mobili Made in Italy sono tra i più richiesti. Bisogna solo superare le barriere linguistiche, burocratiche e culturali che spesso ci colgono impreparati. Al di là di questo, si apre un mondo in continua crescita, che guarda a noi con interesse». Lucia Bellinello
A parte ciò si utilizzerà il meccanismo di sostituzione degli immigrati per lavoro con i cittadini del Paese. In Russia ci sono molti rappresentanti di questa categoria provenienti dai Paesi dell’ex Unione Sovietica, di cui una buona parte è illegale, lavora in nero e, quindi, non paga le tasse. Per contrastare questo problema, il governo si sta attivando con misure di contrasto, prevedendo ad esempio il versamento di mille dollari per l’ingresso in Russia, in modo da scoraggiare gli arrivi. Intanto, il mercato del lavoro non resta immune ai grandi cambiamenti che stanno interessando il settore in Occidente. Negli anni Novanta si preferiva mandare i dipendenti in ferie lunghe e non pagate, ma non licenziarli. Per questo anche nei periodi economicamente problematici in Russia il salto nell’indice di disoccupazione era inferiore che negli altri Paesi sviluppati. Ora la situazione è cambiata e si licenzia con molta più facilità, ritiene Smirnov. Che dunque vede un progressivo avvicinamento tra il mercato del lavoro locale e quello dei principali Paesi occidentali, in cui il ruolo di intervento dello Stato come camera di compensazione di fronte
agli shock sistemici è molto più limitato. Questo significa che per le autorità russe sarà difficile in futuro mantenere inalterato il tasso d’occupazione durante i periodi di crisi. Una sfida alla quale è bene prepararsi sin da ora, per evitare problemi sociali.
STORIE TRA PIZZA E CULTURA www.russiaoggi.it/24937
Vincenzo Dilillo NATO A RAVENNA NEL 1975 HA VINTO I CAMPIONATI MONDIALI DELLA PIZZA IN ITALIA A SA LSOMAGGIORE TERME
C’è ancora spazio per gli italiani nel settore ristorazione? Ci sono continue aperture di ristoranti e pizzerie italiani. A Mosca la ricerca di personale è rivolta soprattutto a professionisti con grande competenza ed esperienza nel settore, capaci di rispondere a una domanda sofisticata.
Giovanni Savino NATO IN PROVINCIA DI NAPOLI NEL 1984, DOTTORE DI RICERCA IN STORIA, È INSEGNANTE DI LINGUA ITALIANA
Quali problemi ha incontrato? L’unica vera difficoltà è stata legata al visto. Sono a Mosca con un permesso trimestrale, per cui periodicamente devo rientrare in Italia per ottenerne uno nuovo. Le direzioni del personale delle varie Università alle quali mi sono rivolto per cercare di avere un invito più lungo sollevano molte difficoltà. Per il resto mi trovo bene; sono in affitto in una stanza singola, con contratto regolare.
Paola Punzo
Uno speciale online Articoli, storie, informazioni burocratiche. Una sezione dedicata a tutti coloro che vogliono trasferirsi nella Federazione per cercare un lavoro. Con indicazioni relative alle modalità per richiedere il permesso di soggiorno e alle tipologie contrattuali più diffuse. Senza trascurare i contatti più importanti da attivare. Una guida ricca. Anche di storie in presa diretta, di giovani e non, che si sono trasferiti in Russia e hanno deciso di raccontare le loro esperienze. www.russiaoggi.it/24939
NATA A MILANO NEL 1967, LAVORA IN NESTLÉ DAL 2000, DOVE È SUPPLY CHAIN CUSTOMER MANAGER
Cosa consiglia a chi vuole venire in Russia a lavorare? C’è l’Associazione Italiani a Mosca per chi cerca sbocchi professionali. Dal punto di vista delle aziende interessate a investire, oggi il mercato moscovita è saturo; non basta più portare il prodotto e venderlo. Più facile inserirsi nel mercato se ci si sposta verso gli Urali, la Siberia, ma anche San Pietroburgo, una realtà che non si è sviluppata come si sarebbe potuto immaginare una decina di anni fa.
Mancano specialisti com creativo. Persone in grad per dodici ore al giorno
Aleksei Kudrin, ex ministro delle Finanze
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Economia
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GES RYSTOCK/SALT IMA KANG KIM/GALLE
GLI ESPERTI
Occhio al visto Armando Ambrosio AVVOCATO
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a disciplina dei rapporti di lavoro è di per sé una materia delicata, ma questo vale in particolare per i lavoratori stranieri che decidono di trasferirsi in Russia. La normativa di settore è piuttosto rigida e, come quella italiana, basata su un elevato livello di protezione del lavoratore. A ciò si aggiunge il formalismo: la legge, infatti, impone l’osservanza scrupolosa delle norme e delle procedure che regolano i rapporti di lavoro. Il testo fondamentale in materia è il Codice del lavoro, entrato in vigore nel febbraio 2002. Un ruolo fondamentale spetta al contratto individuale, che deve essere necessariamente concluso in forma scritta. Mentre la contrattazione collettiva, anche se è stata ampiamente disciplinata nel Codice, ha trovato sinora scarsa attuazione nella pratica, salvo in alcuni settori particolari. Il contratto a termine è ammesso, per una durata non superiore a cinque anni, ma solo nei casi stabiliti dalla legge. Il lavoratore straniero deve procurarsi innanzitutto un visto di lavoro, che viene concesso nell’ambito delle quote annue stabilite dal governo russo, salvo che non rientri nella categoria degli specialisti altamente qualificati: in questo caso viene esentato dal sistema delle quote e può contare su una procedura molto più snella. Salvo rare eccezioni, il permesso deve essere ottenuto prima di iniziare il lavoro; la responsabilità in caso di mancato ottenimento ricade sul datore e sul dipendente stesso. In sostanza, anche se il dirititto del lavoro russo è in linea di massima simile a q quello dei Paesi occidentali, in esso permangono alcune specificità che il lavoratore deve imparare a conoscere per evitare spiacevoli sorprese. L'autore è responsabile del desk Russia di De berti Jacchia
Le occasioni per i talenti Davide Riboni ANALISTA
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Giovani La ricerca di stabilità lascia il posto alla speranza di un impiego appagante
Arrivederci posto fisso, arriva la flessibilità Il dinamismo che caratterizza la società spinge a cambiare spesso lavoro. Tra pro e contro. La battaglia contro il costo della vita. TATIANA SHRAMCHENKO RUSSIA OGGI
Una generazione che desidera. Mettendo al primo posto le proprie aspirazioni. E che studia con passione fotografia, grafica, cinema, arte culinaria, design del paesaggio. Insomma, tutto ciò che permette di liberare la cre-
mpetenti, che abbiano un approccio do di essere attive e di pedalare continuando a produrre risultati"
e, in una lezione all'Università di San Pietroburgo
atività. Oggi è meglio essere istruttori di yoga che fisioterapisti e lavorare come businesscoach è considerato più prestigioso che insegnare. I desiderata dei giovani russi in materia di lavoro sono il frutto di un mercato che gode di un buono stato di salute. E che permette di costruire il proprio futuro. Basta compiere un viaggio virtuale sui social network: inondati di fotografie, di pietanze ben presentate, di scorci dei luoghi più insoliti e di preziosi consigli su qualsiasi argomento. Una vetrina per le proprie passioni. Fino a una decina di anni fa, tra i lavoratori dominava il desiderio di stabilità, pochi erano propensi a cambiare attività. Oggi la situazione si è radicalmente trasformata: i giovani lasciano facilmente un impiego che li annoia, si mettono alla prova in altri campi, sperimentano. Scelte frutto di una maggiore fiducia nel domani, che spinge a rischiare. La lista dei requisiti che il futuro lavoro do-
vrebbe avere per soddisfare i giovani è lunga. «Ho studiato Economia. Dopo la laurea ho lavorato per un anno come contabile, ma ho capito presto che quella mansione non faceva per me. Ora sono in cerca di occupazione», dice Galina, 24 anni, su un forum online. Le aspettative sono importanti anche sul fronte retributivo: «I soldi mi bastano a mala pena per l'affitto! Come è possibile pagare così poco per così tante mansioni e impegni?», esclama incredulo il ventiquattrenne Ilya, che si è laureato in Marketing all'università di San Pietroburgo e si è trasferito per lavoro a Mosca. Secondo una ricerca sulle aspettative dei neolaureati, condotta dal portale Superjob.ru, per vivere bene nella capitale russa i giovani chiedono uno stipendio non inferiore all'equivalente di 2mila euro, con la possibilità di orari di lavoro flessibili. Ambizioni che poi, inevitabilmente, devono confrontarsi con quanto offre il mercato.
econdo uno studio della banca inglese Hsbc, la Russia rappresenta una delle cinque destinazioni most attractive per i lavoratori disposti a trasferirsi all'estero. Questo perché il mercato, nella Federazione, è sempre stato più aperto alle competenze internazionali e allo stile manageriale occidentale. Inoltre la situazione attuale e le previsioni per i prossimi anni garantiscono una domanda di personale altamente qualificato e specializzato in crescita stabile. A rendere attrattivo il trasferimento in Russia è anche una tassazione sul lavoro dipendente che si attesta al 13%, un sogno per i nostri connazionali, e non solo. Ottenere i visti per il lavoro non è semplicissimo per il personale non qualificato, mentre per i cosiddetti high qualified la Federazione prevede un Work Visa di tre anni. I settori con le maggiori opportunità di lavoro sono, oltre al tradizionale "oil & gas" e al siderurgico, il farmaceutico, la logistica e il manifatturiero. Molte possibilità vi sono anche nel "fashion & luxury", grazie anche ai forti legami con l'Italia. La ricerca di personale di alto profilo si combatte a colpi di salario. E di benefit. La capitale presenta livelli di stipendi molto elevati. Dunque non è raro che le aziende medie e grandi offrano a giovani con prospettive manageriali stipendi equivalenti a 3.500-5.000 euro netti al mese, con la prospettiva di una rapida crescita dopo qualche anno di esperienza. Tra i profili manageriali, le figure più richieste sono i general manager e i ceo, che devono abbinare alla formazione post-universitaria, un’approfondita conoscenza del mercato di riferimento e la capacità di tessere relazioni sul territorio. Vengono richiesti minimo cinque anni di esperienza e la conoscenza di più di una lingua (meglio se russo e inglese). Molto ricercati sono anche i direttori vendite e marketing e i responsabili finanziari. L'autore è Country Manager di Gi Group Russia
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Società
IL COMMENTO
L'incessante migrazione Zalina Kornilova ESPERTO
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egli ultimi due anni il flusso di immigrati dai Paesi della Csi verso la Russia è cresciuto del 40 per cento. Dall'inizio del 2013 sono stati rilasciati circa 463mila permessi di lavoro e 467mila licenze. Inoltre sono state svolte più di 365mila indagini per individuare casi di violazione delle leggi sull'immigrazione, e oltre un milione di
persone si sono viste infliggere sanzioni di tipo amministrativo. I cittadini stranieri provenienti dalle repubbliche dell'ex Unione Sovietica trovano impiego principalmente nell'edilizia e nella manutenzione delle infrastrutture. Nel 2012 e nei primi mesi del 2013 sono state approvate nuove norme indirizzate a contrastare l'immigrazione illegale, inasprendo le
pene. Inoltre sono stati forniti maggiori poteri e mezzi agli organi di polizia per condurre operazioni e indagini in questo settore. Il periodo massimo di soggiorno previsto per legge è di 90 giorni. Negli ultimi tre anni è stato negato l'ingresso a quasi 230mila stranieri provenienti da diversi Paesi. Al primo posto ci sono i cittadini dell'Uzbekistan (50mila, quindi quasi un quarto del
totale), seguiti da quelli del Tagikistan e del Kirghizistan. Ultimamente si osserva un aumento dell'attrattiva della Russia verso i migranti, un trend che coinvolge praticamente tutti i tipi di attività: economiche, umanitarie, turismo e commercio. L'autrice è portavoce del Servizio Federale per l'Immigrazione
Immigrazione e lavoro. Un viaggio tra i 16 milioni di stranieri che risiedono nella Federazione
YURI KOZYREV / NOOR IMAGES
Nelle grandi città sono numerosi i cittadini provenienti dai Paesi dell'exUrss. Sono disposti a qualsiasi lavoro pur di mettere da parte qualche risparmio da inviare alle famiglie. STEFANIA ZINI RUSSIA OGGI
Sostano nelle piazze antistanti alle stazioni principali. O in strade secondarie poco frequentate. Si spostano per la città seguendo indicazioni segrete, una topografia nascosta dell'occupazione clandestina. Non cercano lo sguardo dei passanti. E si trovano in quei luoghi perché hanno un appuntamento. Con chi, magari, potrebbe ridare speranze alle loro vite. Ricomporre le loro vite spezzate. Molti hanno una capigliatura corvina. Li chiamano gastarbeiter: immigrati provenienti dagli Stati dell'ex Urss, ma anche dalla Cina, dal Vietnam e dalla Turchia. In genere giovani, ma non necessariamente. Si lasciano alle spalle la famiglia e la terra natale, per trasferirsi in una realtà lontana anni luce dalla loro cultura. Trovando spesso non poche difficoltà di ambientamento. Secondo i dati dell’Ufficio Federale dell'Immigrazione, a fine 2012, il numero degli immigrati ha raggiunto quota 16 milioni, di cui solo poco più di un terzo è in regola. Una volta, in-
fatti, lo straniero deve registrare il proprio domicilio. Un pezzo di carta, che è facile acquistare per poche centinaia di rubli, che consente la permanenza nella Federazione per 90 giorni. Un periodo che lo Stato concede a ogni nuovo venuto per ottenere un permesso regolare di lavoro, o almeno il patent, una sorta di indulgenza emessa presso gli uffici d'immigrazione a chi si presenta, lasciando anche le proprie impronte digitali. Disposti a tutto. Gli immigrati provenienti dai Paesi dell'ex-Urss, cercano un lavoro a qualsiasi condizione, e la loro speranza è di inviare qualcosa ai familiari rimasti a casa. Si tratta spesso di somme irrisorie, secondo gli standard locali, ma che, nei rispettivi Paesi d'origine, decidono le sorti di intere e numerose famiglie. Ma i nuovi gastarbeiter sono tenaci. E non rifiutano nessun tipo di impiego. Anche quelli per cui non sono formati, anche quelli che rappresentano l'ultima spiaggia. Al mattino, sono sempre loro a comparire nei cortili moscoviti e a spazzare a testa bassa, silenziosi, d'estate l'immondizia accumulata durante il giorno precedente, e d'inverno la neve. Qui c'è anche un risvolto burocratico: i contratti di assunzione, infatti, non prevedono mansioni specifiche, per cui devono adat-
tarsi a fare tutto quello che viene loro chiesto. Appena fuori città, chi di loro non ha un impiego si ritrova in punti prestabiliti a bordo strada delle principali arterie che collegano le capitali alle regioni, creando veri e propri mercati umani del lavoro dove il costo delle prestazioni offerte viene calcolato in base al numero di mattoni spostati o al metro lineare di parete costruita o pitturata. Chiunque abbia necessità di manodopera - dai veri e propri costruttori alle famiglie che vogliono ammodernare la propria abitazione - può accostare la macchina, scegliersi il lavoratore più adatto al caso e portarlo direttamente sul posto di lavoro. I sentimenti dei cittadini russi nei loro confronti sono oscillanti: da una parte sono infastiditi dalla presenza di volti stranieri, d'altra parte sanno di non poter fare a meno di queste braccia a poco costo e disponibili a svolgere lavori di bassa qualifica. Le autorità, travolte dai crescenti boom migratori, ma consapevoli del forte bisogno nel Paese di forza lavoro non specializzata, negli ultimi anni si stanno impegnando a livello legislativo per controllare e regolamentare i flussi migratori. Si prevede che dal 2015 verranno ammessi nella Federazione immigrati dai Paesi dell’ex Urss - ai
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DATI DI RILIEVO
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Tra i lavoratori immigrati presenti sul territorio di Mosca nel 2013, il 50 per cento risulta qualificato, il 20 per cento altamente qualificato, mentre il restante 30 per cento possiede una bassa qualifica
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Limitare i lavoratori immigrati nel settore del commercio, aumentare la responsabilità sociale dei datori nel rispetto del codice fiscale e ridurre del 30 per cento i lavoratori poco qualificati: questi gli obiettivi del governo di Mosca
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Secondo i dati di Rosstat, gli Stati ex Urss nel corso del 2012 hanno ricevuto dalla Russia 18,2 miliardi di dollari, una cifra che per la Federazione rappresenta solamente lo 0,93 per cento del Pil, mentre per una realtà come il Tagikistan, ad esempio, rappresenta la metà del prodotto interno lordo
quali oggi è concesso di soggiornare con il passaporto del Paese di origine - solo se in possesso di passaporti internazionali. Questo con l'obiettivo di facilitare la catalogazione elettronica dei nuovi arrivati, con la conseguente possibilità di vietare nuove entrate a chi infrange le leggi e a tutti i membri delle rispettive famiglie.Verranno creati nuovi centri di raccolta per gli stranieri che non rispettano i tempi di soggiorno o che commettono reati più gravi, e che da lì saranno rimpatriati. Se da una parte, quindi, si assiste a un irrigidimento della legislazione russa nei confronti degli immigrati, dall'altra le autorità si impegnano a concedere a stranieri specializzati permessi di lavoro triennali anzichè annuali. Per aiutare questi cambiamenti, un provvedimento importante, già in vigore da inizio 2013, prevede l’obbligo imposto a tutti gli stranieri che desiderino lavorare presso enti pubblici di passare un esame lingua e cultura russa. Una conoscenza almeno basilare facilita l’integrazione sociale, diminuisce i soprusi da parte dei rappresentanti delle autorità locali e dei datori di lavoro. Gli sforzi delle autorità devono però fare i conti con il fatto che spesso i Paesi d’origine si trovano impreparati a conformarsi ai cambiamenti.
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