GIOVEDÌ 25 GIUGNO 2015
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L’ i n s e r to è p re p a ra to e p u b b l i c a to d a Ro s s i ys kaya G a ze t a ( R u s s i a ) e n o n co i nvo l g e l e st r u t t u re g i o r n a l i st i c h e e d e d i to r i a l i d e Il supplemento rientra nel progetto Russia Beyond the Headlines, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, Le Figaro, El Pais
Dopo il vertice tra Vladimir Putin e Matteo Renzi, in occasione della visita del Presidente russo a Expo (10 giugno), è stata la volta del Forum economico Internazionale di San Pietroburgo (18-20 giugno). Un'occasione che si è rivelata utile per rinsaldare la collaborazione tra la Russia e l'Occidente, Italia compresa. I numeri parlano chiaro: nel corso del Summit sono stati siglati 205 accordi per un valore di 293,4 miliardi di rubli, corrispondenti a circa 4,7 miliardi di euro. «L'ammontare comprende accordi, memorandum, contratti, protocolli d'intesa sulla cooperazione e lettere di intenti, ma non tiene conto di quegli accordi e contratti che sono coperti da segreto commerciale», ha spiegato il consigliere del Presidente russo Anton Kobyakov. Non si conosce il valore delle intese riguardanti nello specifico l'Italia, ma è comunque indicativo che si parli di valori importanti. Di certo, nelle tre edizioni precedenti del Forum, che riunisce i dirigenti delle maggiori corporation russe, americane ed europee, i numeri erano stati maggiori, ma va considerato lo scenario di fondo dell'appuntamento 2015, all'ombra delle sanzioni. L'ultima edizione della Davos russa verrà ricordata per una serie di intese che hanno visto protagonisti soprattutto Gazprom e Rosneft. Il più importante è stato il memorandum intergovernativo tra Russia e Grecia finalizzato alla costruzione, in territorio ellenico, del nuovo tratto del gasdotto Turkish Stream. Rosneft ha poi sottoscritto 57 accordi, il più importante dei quali riguarda la vendita a BP del 20% di Taas-Yuryakh: si tratta del primo grande affare tra investitori occidentali e compagnie russe dopo l'introduzione delle sanzioni da parte di Stati Uniti e Unione Europea. Per Vladimir Dmitriev, presidente di Vnesheconombank, la banca di Stato responsabile per lo sviluppo, l'incontro Putin-Renzi e il Summit di San Pie-
troburgo vanno nella giusta direzione per superare le tensioni. «Questa atmosfera di fiducia presente tra i leader dei nostri paesi si riflette anche sullo spirito di cooperazione tra le imprese russe e italiane», è il suo pensiero. In una situazione tutt'altro che semplice, continuiamo a dare impulso al business, cercando nuove possibilità per l'intensificazione dei nostri rapporti». Al Summit ha preso parte anche l'ex-premier italiano, Romano Prodi, che ha avvertito: «Nel caso in cui vengano prorogate e intensificate le reciproche sanzioni della Russia e dell'Unione Europea, si perderanno due milioni di posti di lavoro in Europa, così come confermano i dati dell'Istituto austriaco per la ricerca economica. Già 800mila posti di lavoro sono andati persi e nel prossimo periodo in Italia se ne potrebbero aggiunge altri 215mila. A causa delle sanzioni l'Italia ha perso lo 0,9% del pil». Un richiamo importante il suo, se si considera il grande prestigio internazionale di cui gode. Una fotografia preoccupante della situazione attuale è stata scattata anche da Antonio Fallico, presidente dell'associazione Conoscere Eurasia e presidente di Banca Intesa Russia. «Le sanzioni contro la Federazione hanno trascinato l'economia in un vicolo cieco e messo in stallo il business di migliaia di imprese italiane», ha sottolineato il banchiere. Che ha quindi lanciato un invito: «Occorre ripartire dall'economia per riaprire il dialogo e riallacciare senza indugio le relazioni commerciali. La bilaterale italo russa del Forum economico Internazionale di San Pietroburgo è un punto di ripartenza importante, da cui può dipendere anche lo sblocco di contratti già siglati tra le imprese russe e italiane per un valore che si aggira tra i 3 e i 4 miliardi di euro».
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ALEKSEI TIMOFEICHEV, ALEKSEI LOSSAN RBTH
REUTERS
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