Russia Beyond the Headlines (Italia)

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GIOVEDÌ 17 DICEMBRE 2015

L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de Il supplemento rientra nel progetto Russia Beyond the Headlines, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, Le Figaro, El Pais

POLITICA ESTERA

Lotta al terrore Anche nel 2016 la priorità della Federazione è battere l’Is

PAVEL KOSHKIN RBTH

Ritrovare la possibilità di costruire un fronte comune per fermare il terrore globale. È questa la priorità che ha guidato la politica estera della Federazione nel 2015. Un anno in cui le minacce del terrorismo sono diventate realtà. L'aereo di linea russo abbattuto sul deserto del Sinai. Poi la strage di Parigi. Centinaia di morti. Due tragedie il cui effetto è stato quello di ricompattare il fronte delle nazioni intorno a un solo obiettivo: fermare l'avanzata dell'Is. E proprio sullo sfondo di questo scenario il Cremlino è riuscito a muovere passi significativi per riconquistare un ruolo di primo piano nello scacchiere delle relazioni internazionali. Lo dimostra anche il summit del G20 del 2015, quando il Presidente Putin ha incontrato diversi leader occidentali, come il Presidente Usa Barack Obama e il primo ministro del Regno Unito David Cameron. L'impegno di Mosca per battere il terrorismo comunque parte da lontano. Dagli attentanti del teatro Dubrovka prima. E dalla strage di Beslan poi. E se gli sforzi russi contro il terrorismo partono da lontano, l'impegno concreto contro lo Stato Islamico ha una data precisa di inizio: Mosca infatti dà il via alla sua campagna militare in Siria il 30 settembre di quest'anno. E subisce subito una rappresaglia: un mese dopo, un aereo di linea della Federazione esplode nei cieli d'Egitto a causa

di un attentato. Da qui, i raid russi si intensificano. E l'attenzione dei media si concentra su questa regione. Con la lotta al terrorismo, dice Mark Galeotti, professore presso la New York University, «si è riusciti a dimostrare che la Russia è in una certa misura un attore di primo piano a livello regionale e globale». «Putin pur non avendo buone carte in mano, ha dimostrato che non è possibile ignorare Mosca», prosegue Galeotti. Ma quanto durerà l'impegno russo contro l'Is? Gli analisti sono concordi nell'affermare che l'attuale fase di campagna militare russa in Siria continuerà fino a gennaio con la stessa intensità, e probabilmente con un rafforzamento della presenza militare sul terreno: decisione dettata soprattutto dalle condizioni meteorologiche dello scenario di guerra: da gennaio in poi inizia la stagione delle tempeste di sabbia. E l'aviazione militare potrebbe trovarsi in difficoltà o quantomeno non essere così efficace nello svolgimento delle operazioni. «Questo periodo di tempo potrebbe anche essere utilizzato per attivare il processo di regolamentazione politica», sostiene Anatolij Kortunov, presidente del Consiglio russo per gli affari esteri. Iniziare insomma a pensare al futuro della regione, a come mettere in piedi istituzioni resistenti alla minaccia del Califfato. E molto poi dipenderà dalle posizioni degli altri Stati nella

regione, quindi dai Paesi del Golfo: dall'Iran, dalla Siria. Il loro accordo è essenziale per mettere in sicurezza il futuro della regione. Quindi Mosca si muoverà di sicuro anche sul piano diplomatico, cercando di mettere intorno a un tavolo e intorno a un programma comune tutti gli Stati che sono direttamente interessati a frenare l'espansione dello Stato Islamico. Secondo Aurel Braun, professore di Relazioni internazionali e scienze politiche all'Università di Toronto, la priorità assoluta della Russia nel 2016 dovrebbe essere quella di riallacciare le relazioni con l'Ue e gli Usa, ma per questo «è indispensabile riorientare la politica russa» e che Mosca abbia «la volontà politica di trovare compromessi su molteplici questioni, dall'Ucraina al Medio Oriente». In termini generali, ha affermato Mikhail Troitskij, analista specializzato in questioni internazionali e politiche, l'Occidente continuerà a puntare il dito contro la mancanza di fiducia nei confronti della Russia, considerata l'ostacolo più grande per la cooperazione; mentre la Russia continuerà a puntare il dito contro l'Occidente, accusato di provocare diffidenza.

SEGUE A PAGINA 2

PAGINE 4-5 IMPRESE: IL "MADE WITH ITALY" E IL FUTURO DEI NUOVI INVESTIMENTI PAGINE 6-7 ARTE: IL FASCINO DELLA FEDERAZIONE IMMORTALATO DALL'OBIETTIVO DEI FOTOGRAFI


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