ANNO IV - n. 1 € 4,50 - € 3,00
I PONTI
SETTIMANA SANTA I TEMPLARI
Un viaggio originale nella Puglia meridionale
I riti del periodo pasquale. La devozione dei tarantini
A Brindisi, i luoghi e i simboli nascosti
Da una Scavolini aspettati sempre qualcosa di pi첫.
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anno IV - numero.1 FOTO DI COPERTINA
(Ponte Ciolo, Gagliano del Capo)
Pierpaolo Schiavone DIRETTORE RESPONSABILE Gabriele De Giorgi (direttore@pwad.it) REDAZIONE Mariella Tamborrino (redazione@pwad.it) DIREZIONE GRAFICA Francesca delli Carri (grafica@pwad.it) COLLABORATORI: Fabio Grasso, Ilaria Lia, Lorenzo Madaro, Francesca Mandese, Ilaria Marinaci, Carlo Morelli, Eleonora Leila Moscara, Jessica Niglio, Federica Sabato, Fiorella Perrone, Giorgia Salicandro, Enzo Turco FOTO: Pierpaolo Schiavone COLLABORAZIONE GRAFICA: Michele Ortese WEB: Fernando Rugge VIDEO: Massimo Centonze TRADUZIONI: Sabrina Liberti Si ringraziano: l’agenzia Pugliapromozione e Rocky Malatesta, Nica Mastronardi, Carlo Caroppo, Mara Maggiore, Pantaleo Rollo; Paolo Perrone - sindaco di Lecce; Alessandro Delli Noci - ass. all’Innovazione Tecnologica del Comune di Lecce; sindaci e amministratori dei Comuni di Lecce, Brindisi, Melendugno, Taranto, Tricase e Vernole; l’Università del Salento; Carofalo Reale Mutua; Iberotel Apulia; Banca Mediolanum; Marco Mancarella - Salento UP ‘N Down; Milena Calogiuri - Instagramers Lecce; Lucio Perrone - Go Far Travel; l’agenzia L’A 50millimetri di Taranto per le foto della Settimana Santa; tutte le edicole nelle quali Salento Review sarà messo in vendita.
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Via Carlo Alberto 33 72012 Carovigno (BR) www.aemmedia.it - info@aemmedia.it STAMPA Gioffreda Multiservice di Patrizia Gioffreda & Fratelli Snc Via Vella G., Maglie LE È vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle foto senza il permesso dell’Editore. Chiuso in redazione il 15 marzo 2016 ISCRITTO AL N. 7 DEL REGISTRO DELLA STAMPA DEL TRIBUNALE DI LECCE 2 MAGGIO 2013 - CRON. N. 18/2013
18 05. EDITORIALE
lecce
territorio
BRINDISI 34. Lungo il cammino dei Templari.
I TESORI 07. La chiesa delle
I luoghi e i simboli nascosti
Teresiane Scalze, gioiello barocco nel cuore della città
I CONTEST FOTOGRAFICI 66. La selezione fotografica dei contest “Puglia Winter Mood” e “Vivere 365 giorni nel Salento”
speciale fotografico
L’OPINIONE 76. Turismo e cultura per la riconversione: ambiente come bene comune
I PONTI 18. Un progetto per la tutela e la valorizzazione dei ponti tra Puglia ed Epiro
tradizione
LA PASQUA 42. I riti della Settimana Santa
a Taranto
mario 42 60 economia
L’EVENTO 60. I due giorni intensi ed emozionanti
della seconda edizione del Business Tourism Management
PH: SERGIO CAMPLONE
cultura
STORIA 52. Un viaggio nel tempo
con il sistema museale di Vaste e Poggiardo LETTERATURA 72. Palazzo Comi, patrimonio pubblico da salvare MUSICA 106. Si accende la Fòcara, esplode la musica TEATRO 110. AMA. La prima accademia di teatro del Salento ARTE 114. Omaggio a Vittorio Balsebre
surf in salento
PASSIONE PER IL MARE 96. Adriatico o Ionio?
88 pubbliredazionali 14. COMUNE DI LECCE Innovazioni tecnologiche 32. LA FIERMONTINA Accoglienza
40. LINCIANO Wine and beverage 50. MASSERIA SAN PIETRO Ristorazione
Come leggere il tempo
68. IBEROTEL APULIA Accoglienza
cucina
81. ANNA VALENTINI Style and beauty
LE PIANTE SELVATICHE 84. La “paparina”
92. AVIO SPUMONCINO
Gusto
l’erba regina
LE VARIAZIONI SUL TEMA 88. Il pane nelle ricette di risulta
salute
TUTTO L’ANNO 100. Life Walking
in viaggio
BELGRADO 118. Moderna, vivace e ricca di fascino
è la città che non ti aspetti
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EDITORIALE
Gabriele De Giorgi
La seconda edizione del Business Tourism Management (20-21 febbraio) ha confermato il vivace fermento delle aziende e dei professionisti attivi nel comparto turistico. Nel Salento cresce la volontà di formazione e di condivisione di conoscenze e metodi per migliorare l’offerta di accoglienza che, da adesso e per tutti i prossimi mesi, intercetterà una domanda corposa, esigente e variegata. L’appuntamento presso l’ex convento dei Teatini ha dimostrato la consapevolezza che lo sviluppo economico, inteso anche in termini occupazionali naturalmente, non può prescindere da una tutela accurata delle risorse naturali. L’integrità ambientale è la premessa logica e materiale di una strategia di progresso sostenibile nell’ambito di un processo di riconversione territoriale di cui istituzioni, attori economici e comunità devono sapere cogliere la capacità visionaria, perché proiettata nel futuro, ma anche la sua attualità, considerati i segnali che vengono dai monitoraggi sulla qualità di aria, acqua e terreni in alcune specifiche zone del territorio. Ecco perché il 17 aprile è importante recarsi ai seggi per il referendum e votare per il “sì”. Siamo contrari a insistere sulla ricerca di fonti energetiche fossili e crediamo che sia importante mandare un segnale politico in questo senso. Il futuro ce lo immaginiamo diversamente.
LA SECONDA EDIZIONE DEL BUSINESS TOURISM MANAGEMENT HA CONFERMATO IL VIVACE FERMENTO DELLE AZIENDE E DEI PROFESSIONISTI ATTIVI NEL CAMPO TURISTICO
The second Business Tourism Management (February 20th-21st) confirmed the lively ferment of companies and professionals active in the tourism sector. In Salento, there is a growing desire for training and sharing of knowledge and methods to improve the reception supply and, from now to the next few months, to intercept a substantial, demanding and varied demand. The meeting at the former Teatini’s cloister proved the awareness that an economic development – also meant in terms of employment, of course – cannot leave a painstaking protection of natural resources aside. The environmental integrity is the logical and material premise of a sustainable progress in a process of regional changeover. Institutions, economic stakeholders and the community must be able to grab the visionary skill, as it is projected into the future, but also its topicality, considered the signals coming from the monitoring of air, water and soil in some specific areas of the territory. This is the reason why, on April 17th, it is important to go to the polling stations for the referendum and to vote “yes”. We are opposed to keeping on the search for fossil fuels and we believe it is important to send a political message in this direction. We imagine the future differently.
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LECCE
i tesori
di fabio a. grasso/foto pierpaolo schiavone
LA CHIESA DELLE TERESIANE SCALZE, GIOIELLO BAROCCO NEL CUORE DELLA CITTÀ ALLA SCOPERTA DI UNO DEI LUOGHI DI CULTO MENO CONOSCIUTI DEL CAPOLUOGO SALENTINO 6 7
LECCE
i tesori
UNO DEGLI ASPETTI PIÙ INTERESSANTI È QUELLA SINGOLARE GRATA LAPIDEA DORATA CHE SUPERIORMENTE FA DA FONDALE ALL’ALTARE MAGGIORE
Nella chiesa sotto il titolo della Madre di Dio e San Nicola a Lecce, detta anche delle Teresiane Scalze, si concentrerebbero le opere di almeno tre dei maggiori artisti dell’epoca barocca: il copertinese Giovanni Donato Chiarello, Giuseppe Zimbalo di Lecce e Giovanni Andrea Larducci di Salò. Zimbalo, la cui presenza nel cantiere della chiesa è attestata fin dal 1638, avrebbe scolpito parte della decorazione interna, ma soprattutto i tre altari e poi ancora il portale maggiore così come le due statue nelle due nicchie che decorano il prospetto principale. Tutte queste realtà scultoree sono infatti, da un punto di vista formale, significativamente vicine all’unica opera autografa di Zimbalo 8 9
(già esistente nel 1646) oggi nota, ossia l’altare dedicato a Santa Teresa posto nella omonima chiesa leccese. Larducci invece sarebbe l’autore delle decorazioni, forse in stucco, che sono sulla volta del cosiddetto cappellone. Di Chiarello infine potrebbero essere, per l’esterno, l’ordine architettonico che è sulla facciata laterale e principale (e su quest’ultima, eccetto quanto già assegnato a Zimbalo e le due nicchie laterali in basso, anche la grande finestra in alto al centro). All’interno lo scultore copertinese potrebbe avere realizzato pure: il fregio con teste d’angelo nel cosiddetto cappellone; le decorazioni dell’arco trionfale che separa il vano dell’unica navata (aula) dalla cappella maggiore
e così pure gli elementi scultorei della volta che copre l’aula. Le due nicchie esterne in facciata principale e le teste d’angelo che sono lungo il fregio dell’aula andrebbero assegnate invece ad altro scultore ancora ignoto. Quest’ultimo, a tratti stilisticamente vicino a Chiarello, è forse anche l’autore delle decorazioni, fra cui ancora teste d’angelo, presenti nella chiesa (navata e facciata principale) dell’Annunziata a Squinzano (Lecce) dove Chiarello ha realizzato l’autografo altare maggiore. Uno degli aspetti più interessanti della chiesa delle Teresiane è quella singolare grata lapidea dorata che superiormente fa da fondale all’altare maggiore. Non è da escludere che in origine questa grata, oggi tamponata sul retro, mettesse in comunicazione visiva ed acustica la chiesa con una stanza superiore, ancora esistente, posta immediatamente dietro quei trafori lapidei; la funzione originaria di questo ambiente superiore, quindi, potrebbe essere stata quella di coro destinato alle suore del convento. Proseguendo l’analisi dell’altare maggiore si può notare che alcuni suoi elementi, come le cornici che decorano i fusti delle colonne oppure i visi ed il trattamento
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LECCE
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IMPORTANTE DAL PUNTO DI VISTA ARTISTICO È IL RAPPORTO, NON SAPPIAMO QUANTO DIRETTO, CHE ZIMBALO POTREBBE AVERE AVUTO CON CHIARELLO delle ali nelle figure ai lati in basso della mensa, ricordano quelli analoghi presenti nelle opere del leccese Angelo Ricciardo. Questo tipo di cornici compaiono simili nell’altare di San Nicola di Bari che Ricciardo realizzò e firmò nella Matrice di Salve (Le) come pure sull’altare della Madonna del Rosario nella Matrice di Lucugnano (Le).
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Importante dal punto di vista artistico è inoltre il rapporto, non sappiamo quanto diretto, che Zimbalo potrebbe avere avuto con Chiarello durante la costruzione della chiesa delle Scalze e forse anche in quello della chiesa di Santa Maria della Grazia a Maglie. Qui il primo artista scolpì l’autografo, datato altare maggiore; di Zimbalo sarebbe invece il datato (1648) portale simile stilisticamente a quello pure principale delle Scalze. Quando si terminava di costruire la chiesa delle Scalze con i suoi altari, Zimbalo era un giovane promettente poco meno che trentenne, in una età in cui cioè la personalità artistica non è detto si fosse già formata nella sua interezza. Quanto quindi, ci chiediamo, potrebbe avere imparato questo giovane scultore dal più anziano Chiarello? Fu forse discepolo dell’artista copertinese oppure si limitò a guardare, disegnare quello che vedeva attorno a sé e cercava di interpretarlo in modo personale, nuovo e libero. Abbiamo parlato già della
sfavillante grata dorata e potremmo continuare con il guardare le figure scolpite da Zimbalo, come ad esempio gli angeli. Sono diversi da quelli di Chiarello, non ci sono dubbi, ma dello scultore copertinese ripropongono certe forme gonfie, a tratti anche un poco deformi. Un altro particolare interessante dell’altare maggiore è quello delle colonne ruotate, messe cioè di spigolo; nel linguaggio odierno potremmo dire anche che esse ‘bucano lo schermo’ squarciando la tela di quel quadro virtuale che è davanti all’osservatore. In genere questi elementi architettonici erano collocati frontalmente, invece questa posizione angolata obbliga l’osservatore a muoversi per vedere meglio lo stesso altare. È questa una posizione quindi più improntata al dinamismo, quello dell’occhio e poi ancora quello della mente. Da dove proviene questa scelta di ruotare le colonne? Prima di allontanarci in chissà quale speculazione forse la risposta è nello stesso edificio e nelle sue forme. Questa rotazione infatti
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sembra fare il paio con le teste d’angelo che sottolineano gli spigoli dei pilastri angolari alla base della volta del cappellone (assegnate come detto allo scultore copertinese) e, in termini più generali, con l’uso di una logica compositiva impostata sulla diagonale. Non possiamo in ogni caso al momento sapere con certezza se questa rotazione delle colonne sia una conseguenza indiretta di quell’accentuazione diagonale dei pilastri o diretta, in virtù cioè di un disegno (anche dell’altare) lasciato da
Chiarello e realizzato poi da Zimbalo, oppure ancora se essa scaturisca invece dal rapporto di collaborazione fra quest’ultimo artista leccese e Ricciardo. Una cosa appare però chiara: contrariamente a quanto sostenuto dalla storiografia, non sembra sostenibile l’ipotesi che un altro scultore pure barocco, Giulio Cesare Penna, sia l’autore materiale dell’altare maggiore; basterebbe infatti confrontare quest’ultima opera con la pressoché coeva facciata superiore della chiesa leccese di Santa Croce, opera autografa di Penna.
THE CHURCH OF THE DISCALCED TERESIANS, A BAROQUE JEWEL IN THE HEART OF THE CITY The Church of the Mother of God and St. Nicholas (Chiesa della Madre di Dio e San Nicola) in Lecce, also known as the Church of the Discalced Teresians, would concentrate the works of at least three major artists of the Baroque era: Giovanni Donato Chiarello, Giuseppe Zimbalo, and Giovanni Andrea Larducci. Zimbalo would have carved a part of the interior decorations, and especially the three altars, the main portal and the two statues in the niches of the main facade. All these sculptural elements are significantly similar to Zimbalo’s only autograph work currently known – the altar dedicated to St. Therese, in the homonymous church in Lecce. Larducci would be the author of the decorations on the vault. The architectural order on the side and on the main facade could belong to Chiarello. The sculptor could have carved the frieze with the heads of an angel, the decorations of the triumphal arch, and the sculptural elements of the vault. The two niches and
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the heads of an angel along the frieze would have been carved by a sculptor still unknown – maybe the same author of the decorations inside the Church of L’Annunziata in Squinzano. One of the most interesting aspects of the church is the singular golden stone grille behind the high altar. Some elements of this altar remind analogous elements carved by Lecce sculptor Angelo Ricciardo. It is also important to highlight the relationship that Zimbalo might have had with Chiarello during the construction of
the Church. Zimbalo might have learned by him or have interpreted his teachings in a personal way. The rotated columns are an interesting detail of the high altar. Their angled position forces the observer to move to see the altar better. This position is based on the dynamism of the eye and of the mind. The rotation of the columns might derive from a compositional logic based on the diagonal. One thing is evident: contrary to historiographical hypothesis, Baroque sculptor Giulio Cesare Penna is not the author of the high altar.
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Lecce Social Innovation City Giovani talenti chiamati a ridefinire il profilo del sistema turistico locale. Lo sviluppo passa da idee rivoluzionarie e innovatrici e soprattutto dalla creazione di nuove reti e relazioni. Mettete insieme un gruppo di giovani con idee rivoluzionarie, una città aperta alle novità, un bagaglio storico-culturale di tutto rispetto ed il gioco è fatto. Si chiama Lecce Social Innovation City, ed è il progetto avviato con successo dall’amministrazione comunale, più esattamente dall’assessorato all’Innovazione Tecnologica che, attraverso un lavoro a più mani, punta a creare una rete per raccogliere idee e programmi utili per la valorizzazione del sistema turistico. L’identikit delle “menti innovatrici” è
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presto detto: giovani di età compresa fra i 16 ed i 35 anni che vivono ed operano a Lecce. Ogni loro intuizione può essere considerata come un mattone da fissare nella costruzione di un modello di sviluppo nuovo e originale. Il segreto sta tutto nella connessione fra talenti che, in più occasioni, hanno avuto modo di confrontarsi mettendo in luce punti di vista diversi ma non per questo inconciliabili. Lo scorso dicembre c’è stato il primo step di questo progetto. Oltre 130 partecipanti, divisi in 13 tavoli
di lavoro, hanno dato vita a 13 visioni differenti su come potenziare e valorizzare settori trainanti per l’economia di questo territorio quali il turismo e la cultura. A gennaio, poi, il secondo step con l’individuazione di cinque idee tradotte in veri e propri cantieri di lavoro. «Con Lecce Social Innovation City – afferma l’assessore all’Innovazione Tecnologica del Comune di Lecce Alessandro Delli Noci – vogliamo creare un modello di valorizzazione delle risorse artistiche, culturali e paesaggistiche della nostra
COMUNE DI LECCE - ASSESSORATO INNOVAZIONE TECNOLOGICA Palazzo ex Convento dei Teatini, Corso V. Emanuele II 16, Lecce tel. +39 0832 682973 - fax +39 0832 868066 - www.apuliamoving.it - www.comune.lecce.it - www.alessandrodellinoci.it
città. Abbiamo un potenziale enorme sul quale lavorare per favorire ricadute positive in termini di attrattività turistiche». Gli ingredienti principali di questo progetto sono: comunità, giovani, partecipazione, creatività e competenza. Le nuove generazioni sono sicuramente il motore migliore per dare nuova linfa allo sviluppo del territorio. Sta a loro costruire nuovi percorsi partendo dall’eredità culturale ricevuta in dono, scrivendo una nuova storia sul solco di quella precedente. Gli obiettivi di Lecce Sociale Innovation City sono pochi ma essenziali: mettere in rete i talenti del luogo; qualificare le competenze; elaborare modelli di finanziamento innovativi fra pubblico e privato; progettare iniziative di crowfunding civico per progetti culturali dedicati alla città; elaborare una mappa territoriale digitale per individuare le pratiche migliori da mettere in atto. «Da quanto emerso fino ad oggi – rac-
conta Delli Noci – i punti nevralgici sui cui si incentreranno i lavori hanno a che fare con gli ostacoli che il turista incontra più frequentemente. Da qui l’esigenza di creare un contesto fatto di accoglienza fruibile e moderna, a partire dai servizi». A che punto è il progetto? Quali saranno i prossimi step? «Al momento siamo a circa un terzo del percorso. Dopo una prima fase di brainstorming, a fine gennaio i ragazzi coinvolti
si sono dedicati, nel corso di due giornate, alla progettazione vera e propria. Sono entrati nel vivo, stanno mettendo testa-mani-cuore nelle loro idee e le stanno trasformando in progetti concreti. Sono stati individuati dei referenti per i progetti che saranno responsabili per la gestione e l’amministrazione del singolo progetto e si potranno avvalere nei prossimi sei mesi di un gruppo di collaboratori e follower per la realizzazione di attività, eventi e riunioni di lavoro. Continueremo
COMUNE DI LECCE
innovazioni tecnologicHe
lungo questo percorso ancora per molto tempo e sono certo che il meglio debba ancora venire!». C’è stata un’adesione entusiastica. Vi aspettavate questo successo? «Quasi 250 ragazzi e ragazze tra i 16 e i 35 anni hanno inviato la propria candidatura per partecipare al bando. Nessuno, compreso me, si aspettava una simile risposta, a dimostrazione del fatto che le giovani generazioni vogliono sentirsi protagoniste del processo di sviluppo della città. Per questo motivo, e per non escludere nessuno, abbiamo deciso subito, senza pensarci due volte, di estendere la partecipazione
oltre le 100 persone che avevamo previsto nel bando. Ad oggi i ragazzi continuano a partecipare agli incontri con lo stesso contagiosissimo entusiasmo». Quali sono le criticità emerse dallo studio dei giovani talenti innovatori? «Abbiamo individuato sicuramente alcuni
LECCE SOCIAL INNOVATION CITY YOUNG TALENTS ARE CALLED TO REDEFINE THE LOCAL TOURIST SYSTEM PROFILE A group of young people with revolutionary ideas, an open-minded city, a reputable historical and cultural heritage and the deal is done. Lecce Social Innovation City is the municipality project aiming to create a network for the enhancement of the tourist system. More than 130 people, between 16 and 35 years old who live in Lecce and have different points of view, have given their opinion on how to enhance business related to tourism and culture. Five of these ideas have been turned into real work sites. «We want to create a model for the enhancement of our artistic, cultural and natural resources. – councillor Delli Noci says – We have a huge potential». The main ingredients are participation, creativity and competence. There are few but essential goals: networking local talents;
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gap importanti, zavorre – infrastrutturali, sociali o culturali – che influiscono negativamente sullo sviluppo della città. Proprio su queste criticità stiamo lavorando per superare l’ostacolo e raggiungere, tutti insieme, il traguardo che ci siamo prefissato. Del resto, il senso di Lecce Social Innovation è proprio questo».
developing skills, funding and crowdfunding models; developing a digital territorial map to identify best practices to be implemented. At what stage is the project? «At the moment, we are in the planning phase. Points of reference responsible for the project management have been identified». Did you expect this success? «Almost 250 young people have submitted their applications to the call. We did not expect such a success. This is a demonstration of young people’s will to participate in the city development process». What are the critical issues? «We have identified infrastructural, social and cultural critical issues that have a negative impact on the city development. We are working on them to achieve our goals».
SPECIALE FOTOGRAFICO
PH: SERGIO CAMPLONE
i ponti
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I PONTI a cura di federica sabato/foto pierpaolo schiavone tranne dove diversamente indicato
ambasciatori della storia Un progetto per la tutela e la valorizzazione, tra Puglie ed Epiro I ponti in pietra pugliesi sono diventati attrattori culturali grazie al progetto “Bridges of History and Tradition”, finanziato nell’ambito dei programmi di cooperazione transfrontaliera dall’Unione Europea e attuato sul territorio regionale dall’Upi Puglia. «La conservazione e la valorizzazione del patrimonio architettonico dei ponti
tradizionali, come beni culturali da salvaguardare e tutelare come sistema – spiega il project manager Roberto Serra – costituiscono un elemento importante del possibile sviluppo sostenibile nel settore turistico e dell’offerta alternativa per i territori cooperanti, la Regione Puglia e la regione greca dell’Epiro».
BRIDGES, AMBASSADORS OF HISTORY The Apulian stone bridges have become cultural attractions thanks to the project: “Bridges of History and Tradition”. Their enhancement is an important element for a sustainable tourism in Apulia and in the Greek region of Epirus.
SPECIALE FOTOGRAFICO
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#ponte Benedetto XVI LEUCA
Costruito negli anni cinquanta, per facilitare il collegamento della frazione di Leuca con la strada provinciale 91 che costeggia il mare. Trattasi di un ponte stradale realizzato interamente in cemento armato, rivestito in pietra locale calcarea; è costituito da 5 arcate a sesto ribassato.
PH: SERGIO CAMPLONE
Built in the 1950s, it is made of reinforced concrete, covered with the local calcareous rock; it has 5 segmental arches.
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#ponte di Torre San Giovanni UGENTO
Il ponte di Corso Annibale si trova in prossimità dello sbocco nel mar Jonio di uno dei canali di collegamento con i Bacini di Ugento, realizzati a partire dagli anni trenta del Novecento per bonificare le estese paludi che caratterizzavano questo tratto di costa. È stato costruito quindi nell’ultimo decennio del XX secolo, è a campata unica e ad arco ribassato. Situated near the Ionian Sea, it was built in the last decade of the 20th century. It has a segmental arch with a single span.
SPECIALE FOTOGRAFICO
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#ponte Giovanni Paolo II GALLIPOLI
È stato costruito a partire dal 1600 ed è caratterizzato da una struttura a 12 arcate e un ponte levatoio in legno in corrispondenza dell’antica porta che permette l’accesso al castello. Modifiche strutturali furono apportate nel Settecento e nel 2011 venne intitolato a Papa Giovanni Paolo II. Built since 1600, it is characterized by 12 arches and a wooden drawbridge that allows the access to the castle.
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#ponte sugli Alimini OTRANTO
Situato lungo la costa adriatica, il ponte si trova all’interno di una delle aree naturalistiche più importanti del Salento, in corrispondenza della foce del lago Alimini Grande, nel punto in cui acqua salmastra e mare si uniscono. Fu progettato nei primi del Novecento nell’ambito delle opere di bonifica e riqualificazione del comprensorio degli Alimini. Situated within one of the most important natural areas in Salento, at the mouth of the Alimini Grande Lake. It was designed in the early 1900s.
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#ponte di Villa Castelli
VILLA CASTELLI Congiunge le due sponde della gravina, fu costruito negli anni trenta del XX secolo per collegare il centro storico cittadino con la zona di nuova espansione, il quartiere “Lizzito�. Ha 9 archi a tutto sesto di cui quello centrale di maggiori dimensioni ed una lunghezza di quasi 100 metri. Built in the 1930s, it has 9 round arches and it is almost 100 metres long.
SPECIALE FOTOGRAFICO
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#ponte Gli Archi SANTA CESAREA TERME
I ponti sono due e sono uno in prossimità dell’altro. Ambedue sono ad arco a tutto sesto e a unica campata e sono sormontati da un camminamento pedonale che dalla strada pubblica conduce a una passeggiata sul fronte mare. Risalgono ai primi anni del XX secolo. Two bridges, both with a round arch and a single span. They date back to the early years of the 20th century.
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#ponte del Ciolo
GAGLIANO DEL CAPO Situato lungo la costa di levante tra Leuca e Novaglie, il ponte unisce i due versanti del “Ciolo”, un profondo canale dal caratteristico aspetto di piccolo fiordo, scavato nel corso dei millenni dalle acque. Costruito negli anni sessanta del XX secolo, è sospeso a 36 metri di altezza sul mare. It connects the two sides of “Ciolo”, a deep channel similar to a small fiord, carved by water over the millennia. It was built in the 1960s.
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#ponte La Fraula
SANTA CESAREA TERME Il ponte situato in località “La Fraula”, attraversa un canale fluviale ormai fossile. Nelle sue vicinanze si trova l’ingresso alla grotta detta “della Mummia”. Secondo i riferimenti storici potrebbe essere stato realizzato a seguito delle operazioni di bonifica di laghetti e ruscelli che insistevano nell’entroterra della baia dal XVI secolo fino al 1943. It crosses a fossil river, near the grotto “of the Mummy”. It might have been built from the 16th century until 1943.
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#ponte Santo Stefano PALAGIANELLO Ăˆ stato costruito nel 1927 circa e si tratta di un ex ponte ferroviario realizzato quasi interamente in pietra e costituito da 8 arcate a tutto sesto. La via ferrata lunga 182 metri poggia su 9 pilastri e si appoggia ai rispettivi versanti della gravina mediante le arcate minori. Built around 1927, it is a former railway bridge, made almost entirely of stone, with 8 round arches.
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Piatti tipici della tradizione berbera e mediterranea in un contesto da favola. È il nuovo appuntamento col piacere offerto dall’urban resort A meno di un anno dalla sua inaugurazione, l’indirizzo del lusso nell’ospitalità pugliese a Lecce apre ad una interessante novità culinaria e, dopo aver ospitato operatori del settore, giornalisti e turisti internazionali nel suo lancio, scrivendo così una pagina importante nella letteratura del turismo 32 33
di fascia alta per raccontare Lecce, il Barocco, il Salento ed il suo immenso patrimonio culturale, La Fiermontina introduce, nel fine settimana, la cucina autentica del Marocco. Un’esperienza legata al cibo che incanta con la magia dei suoi sapori e colori orientali e, al tempo stesso, legata alle
tradizioni culinarie berbere, moresche e mediterranee. Un modo per consentire agli ospiti di vivere emozionanti fine settimana immersi nella bellezza dell’urban resort leccese, capolavoro architettonico che sorge nel centro storico della città, in un equilibrio armonico tra lusso, piacere ed eleganza.
LA FIERMONTINA URBAN RESORT Piazzetta Scipione de Summa 4, 73100 Lecce (LE) tel. +39 0832 302481 - info@lafiermontina.com - www.lafiermontina.com
La struttura, nata da un lavoro di restauro e recupero di un palazzo del Seicento, con successive rivisitazioni e ampliamenti del 1800, si affaccia su un prato ordinatissimo, arricchito da maestosi alberi di ulivo che circondano la piscina. In questo spazio che ricorda un’oasi in mezzo al deserto, lo sguardo del visitatore si posa su straordinarie opere d’arte che impreziosiscono una costruzione già magnifica di suo. Sembra di trovarsi tra le righe di una fiaba moderna scritta con i colori del sud. Tra il bianco del carparo ed il verde degli ulivi si respira un’atmosfera di splendore e benessere. E adesso, a questo incantesimo si aggiunge un’altra magia: ogni sabato a cena, e le domeniche a pranzo, il menu alla carta lascia il posto anche ad un affascinante menu marocchino. L’ambiente intimo e accogliente, restaurato nel pieno rispetto della tradizione architettonica pugliese, in chiave minimal chic, è la cornice ideale per immergersi in una cena o un pranzo sano e al tempo stesso ricco di gusto. La cucina marocchina viene servita il sabato sera e la domenica a pranzo, sia nella sala interna che nella cornice magnifica del patio con vista ulivi sotto le stelle dell’estate leccese. In piena atmosfera primaverile e per accogliere l’estate con stile ed originalità, La Fiermontina offre agli ospiti dell’albergo ed ai clienti esterni, ogni fine settimana, un’opportunità in più
per assaporare al meglio la cucina mediterranea. Tra le ricette tipiche che è possibile degustare, i pugliesi appassionati di cibo mediterraneo qui troveranno i piatti più apprezzati del Marocco, ottenuti con ingredienti sempre freschi: il couscous, le tajine di carne e verdure.
La ristorazione marocchina servita nel fine settimana è aperta anche ad ospiti esterni, su prenotazione. Tutto ciò in un contesto da sogno, in un luogo talmente bello da sembrare incantato. Solo qui stile e lusso si intrecciano perfettamente con confort e tradizione, in un abbraccio fatto di armonia e bellezza.
LA FIERMONTINA: MOROCCAN CUISINE IN LECCE TYPICAL DISHES OF BERBER AND MEDITERRANEAN TRADITION IN A FAIRYTALE ATMOSPHERE. IT IS THE LATEST APPOINTMENT WITH PLEASURE OFFERED BY THE URBAN RESORT Less than a year after its inauguration, La Fiermontina opens to an interesting culinary news: the authentic cuisine of Morocco. An experience that enchants with its oriental tastes and colours and related, at the same time, to Berber, Moorish and Mediterranean culinary traditions. A way to allow guests enjoying exciting weekends in this fine architectural work of art located in the historical centre of the city. This renowned 16th-century palace and its swimming pool are surrounded by stunning olive trees. It seems to be in an oasis in the midst of the desert. The atmosphere is intimate and minimal chic. It is the ideal setting for a healthy and tasty lunch or dinner. Moroccan cuisine is served on Saturday evenings and at Sunday lunches, both to hotel guests and external customers (upon reservation), in the indoor restaurant or outdoor – overlooking the olive trees under the stars of the summer in Lecce.
TERRITORIO
BrinDisi
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di francesca mandese/foto pierpaolo schiavone
LUNGO IL CAMMINO DEI
TEMPLARI I LUOGHI E I SIMBOLI NASCOSTI
Dall’albergo costruito sul porto al tempietto di San Giovanni al Sepolcro fino alla chiesa di Santa Maria del Casale dove furono processati nel XIV secolo
TERRITORIO
BrinDisi
Al ritorno dalla Terra Santa trovavano rifugio e accoglienza in un luogo sicuro, un albergo dotato di darsena porticata dove ricoverare le galere e gli attrezzi marinari. La croce potenziata nella chiave di volta dell’arco a sesto acuto, incisa a bassorilievo sulla porta d’ingresso, non lascia adito a dubbi. Furono i cavalieri Templari a far costruire quell’edificio sul porto di Brindisi, città dalla quale partivano alla volta di Gerusalemme per difendere il Santo Sepolcro di Cristo. A raccontarlo è lo storico brindisino Giovanni Maria Moricino nel XVI secolo: «Intorno a questi tempi i Cavalieri Ospitalarij, o del Santo Sepolcro di Gerusalemme, accresciuti molto dalle ricchezze et entrate già delli estinti Templari, li quali passarono a loro, teneano molte Galere armate con le quali correano tutti i lidi dal Mar Mediterraneo sino alle frontiere d’Italia [...] i loro antecessori Templari avessero tenuto in Brindisi la stanza o l’ospedale del Santo Sepolcro, tuttavia essi per comodità delle loro [...] vollero avere nella città nuovo albergo sotto il nuovo nome de la religione, che particolarmente fusse comodo alle loro marinaresche. Si fabbricaro dunque sul sito interno del destro corno del porto, quasi al dritto dell’entrata, che si dirama in due e sul principio del ramo destro predetto, un altro Albergo con molti portici per comodità de le Galere che ivi si traggevano a terra e degli artigli maritimi, e sul loco medesimo edificaro una nobil chiesa a loro nume tutelare San Giovanni [...]». Una storia che non finisce mai di affa36 37
I TEMPLARI FURONO ACCUSATI DI APOSTASIA, IDOLATRIA, ERESIA E SODOMIA E, AL TERMINE DI LUNGHI PROCESSI, MOLTI DI LORO FINIRONO SUL ROGO scinare quella dei cavalieri Templari, i soldati di Cristo dai mantelli bianchi e dalla croce vermiglia sulla spalla il cui ordine fu messo al bando settecento anni fa. Su di loro si sono scritti fiumi di parole e affermati registi ne hanno raccontato le gesta in film di grande successo. Ed è proprio a Brindisi che i segni del loro passaggio sono ancora oggi visibili e riconoscibili, proprio partendo da quell’edificio sul porto nel quale trovavano ospitalità di ritorno dalla Terra Santa e che oggi ospita la Casa del Turista e un infopoint. A Brindisi ebbero una vera e propria base operativa fin dalla fine del 1100 e numerose fonti attestano la presenza di una domus templare (insediamento formato da una parte adibita a refettorio, dormitori, stalle, officina,
ecc. e una parte riservata al culto), presumibilmente ubicata nella chiesa di San Giorgio del Tempio, situata nei pressi dell’attuale stazione ferroviaria, laddove esisteva il bastione denominato San Giorgio. Altri studi riferiscono di una seconda sede nei pressi della chiesa di San Giovanni al Sepolcro, ipotesi però non suffragata da fonti storiche. È storicamente accertato, invece, che nel porto di Brindisi vi erano cantieri navali dove svernavano e venivano riparate le imbarcazioni dell’Ordine, come la nave Santa Maria dei Templari. Nell’odierna Casa del turista erano impegnati principalmente in attività mercantili, di noleggio di imbarcazioni, ma anche in missioni diplomatiche. Dei cavalieri brindisini si ricordano Frà Guglielmo de
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TERRITORIO
BrinDisi
Brundusio, Frà Simone, Frà Adam, Frà Angelo e Ruggero Flores. Quest’ultimo, cresciuto nell’Ordine, non fu mai un frate, ma divenne valoroso capitano di ventura e comandante de “Il Falcone”, la più grande nave templare dell’epoca. Tappa imprescindibile per i Templari era la chiesa di San Giovanni al Sepolcro, edificata sopra un’antica domus romana della quale si può ancora oggi ammirare il pavimento a mosaico. La forma architettonica della chiesa riporta ai modelli diffusi nell’Italia del Medioevo delle chiese circolari o di forma ottagonale. Queste ultime erano spesso ispirate alla Rotonda dell’Anastasis, l’edificio circolare costruito, sempre nel Medioevo, intorno al Santo Sepolcro a Gerusalem-
me, oggetto di secolare protezione da parte dei Crociati. Proprio all’interno della chiesa sconsacrata, che i brindisini chiamano semplicemente “il tempietto”, sono stati scoperti i simboli nascosti del passaggio dei cavalieri Templari. E molte delle scoperte si devono ad Angelo De Luca, guida appassionata che accoglie i turisti nel tempietto. È stato lui a scoprire, inciso su un muro, il “nodo di Salomone o dei templari”. Altri simboli visibili sono la croce di Lorena, la triplice cinta composta da tre quadrati o cerchi concentrici che rappresentava un messaggio inciso per altri templari di passaggio a Brindisi. Simboleggia la cinta muraria a protezione del sepolcro di Cristo. Ma l’aspetto più
suggestivo sono i segni di spada lasciati sulle colonne del tempietto, all’interno del quale i cavalieri entravano a cavallo. Toccare le colonne con la punta della spada serviva a benedire l’arma. A Brindisi si è scritto anche uno degli ultimi capitoli della storia dei Templari. Cresciuto nei secoli in potere e ricchezza, l’ordine si inimicò il re di Francia Filippo il Bello e andò incontro, attraverso un drammatico processo, alla dissoluzione definitiva tra il 1312 e il 1314, a seguito della bolla di papa Clemente V che soppresse l’ordine in modo perenne e irrevocabile. I Templari furono accusati di apostasia, idolatria, eresia e sodomia e, al termine di lunghi processi e confessioni estorte con la tortura, molti di
TAPPA IMPRESCINDIBILE PER I TEMPLARI ERA LA CHIESA DI SAN GIOVANNI AL SEPOLCRO, EDIFICATA SOPRA UN’ANTICA DOMUS ROMANA
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loro finirono sul rogo. Uno dei processi si celebrò a Brindisi, nella chiesa di Santa Maria del Casale, le cui pareti affrescate ancora conservano traccia delle figure dei cavalieri. Dal maggio 1310, la chiesa e i locali annessi furono utilizzati come cancelleria del processo contro i Templari del Regno di Sicilia. In quella occasione, il tribunale, composto dall’arcivescovo brindisino Bartolomeo da Capua, dal canonico romano di Santa Maria Maggiore Jacopo Carapelle, dai
francesi Arnolfo Bataylle e Berengario di Olargiis, insieme al canonico Nicola il Mercatore, condannò in contumacia i cavalieri assenti. E per chi volesse vivere l’emozionante esperienza di soggiornare in un antico Ospitale dei cavalieri crociati, sulle mura interne del b&b “I Templari” sono ben visibili le incisioni (come quella di una colomba dal dorso a forma di coppa, forse il Sacro Graal) lasciate dai soldati di Cristo a futura memoria.
ALONG THE TEMPLAR TRAIL, THE PLACES AND THE HIDDEN SYMBOLS FROM THE HOTEL BUILT ON THE HARBOUR TO THE SMALL SAN GIOVANNI AL SEPOLCRO’S TEMPLE, UNTIL SANTA MARIA DEL CASALE’S CHURCH WHERE TEMPLARS WERE TRIED IN THE 14TH CENTURY A safe place where they rested on their way back from the Holy Land. A hotel with a porticoed boathouse to recover the galleys. The cross potent on the front door removes all doubt. The Knights Templar built that building in Brindisi, the city from which they leave to protect the Holy Sepulchre of Christ. In Brindisi, the marks of their passage are still evident in that building that currently contains the Tourist House and an Information desk. Brindisi had been a real base of operations since 1100. Numerous resources attest the presence of a Templar domus, presumably located in the Church of San Giorgio del Tempio. There were also dockyards where they repaired their boats. In today’s Tourist House they carried out their commercial and diplomatic activities. The Church of San Giovanni al Sepolcro was an essential stop for Templars. Its architectural form was inspired by the Rotunda of the Anastasis in Jerusalem, object of protection by the Crusaders. Inside the deconsecrated church, “the small temple”, hidden symbols of the passage of the Knights Templar – like “Solomon’s Knot and the Cross of Lorraine - have been discovered. But the most suggestive aspect is represented by the marks left by the Knights’ swords on the temple columns to bless the weapon. In Brindisi, one of the last chapters of the Knights Templar history was written. Grown over the centuries in power and wealth, the Order of Knights Templar fell out with the King of France Philip the Fair and was definitely abolished between 1312 and 1314, after Pope Clement V’s Bull. One of the trials was held in Brindisi, in the Church of Santa Maria del Casale. On that occasion, the Court convicted in absentia the absent Knights. For those who want to live the thrilling experience of staying in an ancient hotel of the Knights Crusaders, on the inner walls of the B&B “I Templari” there are visible engravings left by theSoldiers of Christ for posterity.
TRADIZIONE
PH: FABRIZIO PASTORE
La pasqua
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di jessica niglio/foto per gentile concessione di l’a 50millimetri - taranto
I riti della
Settimana Santa A Taranto Perdoni, Misteri e incappucciati per la piĂš suggestiva delle tradizioni
TRADIZIONE
PH: FABRIZIO PASTORE
La pasqua
I RITI RIGUARDANO L’INTERA COMUNITÀ, CHE PARTECIPA ATTIVAMENTE, E ATTRAGGONO NELLA CITTADINA IONICA NON SOLO FEDELI MA MIGLIAIA DI VISITATORI
Tra i più antichi e particolari riti legati alla Pasqua, un posto di rilievo ha la Settimana Santa a Taranto, scandita da appuntamenti intensi e suggestivi, soprattutto notturni, che rievocano la “passione” di Cristo. Una tradizione che trova radici nella religione cristiana e finisce per assumere un significativo valore sociale e culturale. I riti riguardano l’intera comunità, che partecipa attivamente, e attraggono nella cittadina ionica non solo fedeli ma decine di visitatori, coinvolti in un’esperienza unica tra leggenda e mistero. La Settimana Santa prende il via la domenica delle Palme per culminare nei festeggiamenti della domenica di 44 45
Pasqua, in un percorso di cortei penitenziali e momenti di preghiera. Le processioni e le rievocazioni prendono vita grazie alle confraternite che, fin dal quindicesimo secolo, hanno rappresentato a Taranto una realtà attiva e forte. I riti risalgono all’epoca della dominazione spagnola nel Sud Italia, introdotti nella città agli inizi del 1600 da Diego Calò; fu poi un suo discendente, divenuto sindaco, a consegnare nel 1765 ufficialmente due statue della processione dei Misteri del Venerdì Santo alla Confraternita del Carmine, affidando l’onore dell’organiz-
zazione del corteo. Due sono le principali confraternite tarantine: quella di Maria Santissima Addolorata del Carmine, che ha sede nella omonima chiesa del Borgo Nuovo della città, e quella di San Domenico, che ha sede nella chiesa di San Domenico Maggiore nel Borgo Antico. I rappresentanti delle due confraternite, per consuetudine, in occasione della Domenica delle Palme danno il via alle cosiddette “gare”, delle vere e proprie aste per aggiudicarsi l’onore di partecipare attivamente alle processioni. Si bandisce l’asta e si aggiudica il trasporto di statue e simboli chi fa la migliore offerta. Alle gare partecipano anche intere famiglie,
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TRADIZIONE
PH: NICO CARAGNANO
La pasqua
I PERDONI INCEDONO MOLTO LENTAMENTE RISPETTANDO UN TIPICO ANDAMENTO DONDOLANTE, CHE SPESSO PARE INDIETREGGIARE
gruppi o singoli spinti dalla devozione: spesso dietro la volontà di partecipare alle processioni ci sono ex voto, pene morali da scontare, sacrifici per il raggiungimento di obiettivi. Il denaro che viene raccolto viene poi utilizzato nel corso dell’anno a favore di iniziative benefiche.
I PERDONI Il primo rito della Settimana Santa si svolge il giovedì ed è rappresentato dai “Perdoni”, coppie (in gergo “poste”) di confratelli della Chiesa del Carmine che ricordano i pellegrini che si recavano a piedi a Roma per ottenere il perdono dei peccati. A partire dalla chiesa di appartenenza, peregrinano verso gli altari della reposizione, allestiti nelle più importanti chiese della città. Tutti partecipano al rito, il passaggio degli incappucciati avviene in una solenne atmosfera che rispetta il silenzio assoluto e l’intima preghiera. I Perdoni incedono molto lentamente rispettando un tipico andamento dondolante, che spesso pare indietreggiare, chiamato in dialetto tarantino “nazzecata”; sono scalzi e vestiti
con l’abito tradizionale, composto di un camice bianco, una cinta di cuoio nero, un rosario in vita con medaglie e croce, due scapolari in seta blu, un cappuccio bianco che copre interamente il capo ad eccezione degli occhi, un cappello con nastro blu che può essere indossato o tenuto sulle spalle, guanti bianchi. In mano il “bordone”, una mazza di circa due metri, simbolo dei vecchi pellegrini. Tappa obbligata la chiesa di San Domenico, ove risiede la statua della Vergine Addolorata, pronta per la processione notturna.
Nella notte tra il giovedì e il venerdì santo, la Vergine Addolorata esce dalla chiesa di San Domenico seguita da moltissimi fedeli per visitare molte vie centrali di Taranto, con momenti di preghiera, passando anche per il Ponte Girevole, con una sosta al monastero di Maria SS. Immacolata per poi rientrare e riprendere il suo posto nel primo pomeriggio del venerdì. Anche questa processione è caratterizzata dall’incedere lentissimo dei confratelli incappucciati, scandito dalle marce funebri. Tantissimi sono gli oggetti simbolici legati alla veglia funebre: in particolare la “troccola”, uno strumento che viene regolarmente agitato e che emette un rumore roco; ancora, le “pesàre”, in ricordo delle pietre scagliate verso Gesù, la Croce dei Misteri e altre tre croci. I confratelli indossano un caPH: NICO CARAGNANO
PH: FABRIZIO PASTORE
LA PROCESSIONE DELLA VERGINE ADDOLORATA
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TRADIZIONE
PH: FABRIZIO PASTORE
La pasqua
LA PROCESSIONE DEI MISTERI
La Settimana Santa a Taranto rappresenta un nodo importante per il recupero dell’identità cittadina attraverso le tradizioni e il ripetersi del rito antico, grazie soprattutto ad un coinvolgimento emotivo che va ben oltre la fede.
THE RITES OF HOLY WEEK Among the most ancient rites of Easter, Holy week in Taranto has a prominent place. Rites evoking Christ’s “passion” are suggestive and involve the whole citizenry and dozens of visitors, in a unique experience between legend and mystery. Holy week begins on Palm Sunday, with penitential processions and prayers. Processions and recollections come alive thanks to the brotherhoods; their origin dates back to the time of Spanish domination in Southern Italy, during the 17th century. There are two main brotherhoods: that of Maria Santissima Addolorata del Carmine and that of San Domenico. On the occasion of Palm Sunday, the two brotherhoods begin real auctions to win the honour of the transport of statues and symbols. The money raised is used through the year for benefactions. The Pardons The first rite of the holy week is that of “Pardons”. Pairs of cobrothers remind the barefoot pilgrims traveling to Rome, asking for God’s forgiveness of their sins. The hooded men walk in a solemn atmosphere, in absolute silence and intimate prayer.
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PH: NICO CARAGNANO
Nel pomeriggio del venerdì, dalla Chiesa del Carmine, si avvia la celebre processione dei “Misteri”, che ripercorre le tappe della Via Crucis, così come da tradizione cristiana. Le statue trasportate raccontano per mezzo di icone la Passione di Cristo e si muovono nel Borgo Nuovo di Taranto, toccando anche la centrale Via Di Palma, con una sosta di preghiera nella chiesa di San Francesco di Paola, per poi tornare al PH: NICO CARAGNANO
mice bianco stretto in vita da una cinta nera con quattro fasce alle cui estremità sono applicate due nappe, una mozzetta nera con una piastra in metallo su cui è raffigurata l’Addolorata, un cappello nero bordato di bianco sulle spalle; anche loro recano un cappuccio con due sole fessure per gli occhi, su cui è poggiata una corona di sterpi, guanti bianchi, scarpe con coccarde di bottoni neri. In vita un rosario nero a cui sono appesi numerosi simboli religiosi.
Carmine. I confratelli sono vestiti come i “Perdoni” e procedono, ancora lentissimi, sulle note delle marce funebri, anticipati dal suono della troccola. La processione prosegue per tutta la notte, sino alle prime luci dell’alba, seguita da fedeli e cittadini, immersi in una irripetibile dimensione atemporale, e si chiude con un suggestivo e atteso rito: l’incappucciato che porta la troccola batte per tre volte su un’anta della chiesa del Carmine con la mazza che reca in mano. Da questo momento ci si dedica alla meditazione e alla preghiera per l’intera giornata e fino alla mezzanotte del sabato, quando le campane di tutte le chiese annunciano la resurrezione di Cristo.
Pardons walk very slowly; they wear a white coat, with a rosary at their waist. A white hood with two small holes at eye level covers their face. They hold in their hand a two-metre-long stick, symbolizing that of old pilgrims. The Church of St. Domenico – with its statue of our Lady of Sorrows – is a must-see. The procession of our Lady of Sorrows Even this funeral procession is characterized by the slow pace of the hooded co-brothers. Among its symbols, there are the “troccola”, a typical musical instrument, and the “pesàre”, stones reminding those thrown towards Jesus. The procession of the Mysteries On Friday afternoon, this procession recalls the Stations of the Cross and tells the Passion of Jesus Christ. Co-brothers, dressed as for “Pardons”, walk very slowly on notes of funeral marches until the break of day, in a unique and timeless dimension. The procession ends at the Church of Carmine. From this moment on, devotees pray until Saturday midnight, when bells announce Christ’s resurrection.
MASSERIA SAN PIETRO
ristorazione
MASSERIA SAN PIETRO cucina
golf
natura
Tra delizie e magia il tempo si tinge di bontĂ Cibo e paesaggio sono la migliore compagnia per gli ospiti che scelgono Masseria San Pietro, chicca del buon gusto nei campi di Acaya 50 51
MASSERIA SAN PIETRO Strada prov. S. Cataldo Otranto km 5 - LECCE tel. +39 347 2931679 - +39 347 2931679 - info@masseriasanpietroacaya.com
C’è un luogo, nel Salento, dove la magia si rinnova ogni giorno. Tra prati verdi baciati dal sole e tramonti che accompagnano i pensieri più intimi, Masseria San Pietro è il posto dove le coccole raggiungono il cuore ed il palato degli ospiti che scelgono di vivere momenti di piacere e relax. La struttura, che sorge all’interno del complesso golfistico del rinomato Double Treeby Hilton AcayaGolf & SPA Resort, è la chicca che completa l’offerta della struttura ricettiva più esclusiva della provincia di Lecce, targata JSH Hotels Collection. Nuova gestione ma, gli ambienti accoglienti, i prodotti genuini e le ricette che sanno coniugare tradizione e innovazione -privilegiando i prodotti che una terra generosa come quella salentina sa offrire- continuano ad essere il biglietto da visita di questo ristorante dove si respira il calore della natura che, in tutto il suo vigore, circonda l’antica masseria che risale al XVI secolo. Non dimentichiamo che a due passi da questo luogo incantato, circondato da macchia mediterranea, ulivi secolari e non
lontano dal mare, sorge la riserva naturale delle Cesine, oasi WWF. I sensi sono tutti appagati: in particolare la vista, grazie a scenari mozzafiato come quelli appena descritti, ed il palato, lusingato dalle prelibatezze preparate dallo chef che sceglie prodotti freschissimi, tipici di questa terra, creando di volta in volta piccoli capolavori da servire a tavola. Piatti gustosi, questi, da assaporare nelle raffinate sale interne, in grado di accogliere 80 commensali o, quando il tempo lo consente, nel cortile che si affaccia sui curatissimi prati da golf. Tra un aperitivo sfizioso, una cena fra amici, un tete-à-tete a lume di candela o anche per festeggiare ricorrenze speciali, il menu perfetto è servito. Non solo per i golfisti, che qui sono ovviamente di casa, ma anche per chi vuole semplicemente ritagliarsi del tempo per momenti speciali. E non è tutto. Pochi passi e ci si può concedere un viaggio emozionale nella SPA o, semplicemente, una passeggiata a contatto con la natura
AMONG DELIGHTS AND CHARM, TIME IS TINGED WITH GOODNESS Between sun-kissed green meadows, Masseria San Pietro is the place where pampering reaches the heart and the palate of guests. The building is situated in the golf complex Double Tree by Hilton Acaya Golf & SPA Resort. A cozy atmosphere, genuine products, and recipes that combine tradition and innovation are the calling card of this restaurant located in this ancient 16th-century farmhouse. A stone’s throw away from this enchanted place, surrounded by century-old olive trees and not far from the sea, there is the nature reserve Le Cesine, a WWF oasis. The view is satisfied by breathtaking landscapes and the palate is flattered by the chef’s delicacies to savor in the fine dining rooms or in the courtyard overlooking the manicured golf lawns. Children can experience moments of lightheartedness, too. Masseria San Pietro is the only restaurant in Lecce belonging to Alleanza Slow Food dei Cuochi, for the protection of food biodiversity. Open all year round, Masseria San Pietro is the ideal location for outdoor lunches or dinners. An outdoor barbecue makes the offer even more attractive. A new ritual that makes this appointment with taste in this home of good food even more special.
incontaminata che rende speciale il luogo. Relax e benessere sono momenti da cogliere al volo, sempre. Ed anche per i più piccoli ci sono spazi adeguati e momenti da vivere in tutta la loro spensieratezza insieme alle animatrici. Tra l’altro, vale la pena ricordare che Masseria San Pietro è l’unico ristorante della provincia di Lecce a far parte dell’Alleanza Slow Food dei Cuochi, una rete nata per tutelare la biodiversità alimentare. Il cibo, adesso più che mai, è da intendere come un mezzo di comunicazione sociale, uno strumento grazie al quale poter condividere esperienze, creare nuovi legami e consolidare quelli già collaudati. Se tutto questo avviene in un ambiente adeguato, il gioco è fatto. E Masseria San Pietro è anche questo: un panorama emozionante, tra campi curatissimi e orizzonti fatti per sognare dove l’aspetto conviviale esalta il piacere della compagnia. La proposta ristorativa, pur nella sua semplicità, riserva piacevolezze anche ai palati più esigenti. Aperta tutto l’anno, Masseria San Pietro, soprattutto durante la bella stagione, è la location ideale per organizzare pranzi o cene all’aperto. A rendere più accattivante l’offerta vi è una novità: uno spazio barbecue, allestito nello spazio esterno, per grigliate alla portata di tutti. Saranno gli stessi ospiti a scegliere le carni migliori esposte in un apposito bancone. Un “cotto e mangiato” che sa d’allegria e semplicità. Un nuovo rito per rendere ulteriormente speciale l’appuntamento con il gusto in questo nido della buona cucina.
CULTURA
storia
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di eleonora leila moscara/foto pierpaolo schiavone
Un viaggio nel tempo con il sistema museale di Vaste e Poggiardo Prenotazione online, un caffè all’ombra degli aranceti, tablet interattivo alla mano e si parte Il sistema museale di Vaste e Poggiardo è solo la punta dell’iceberg di un passato tutto da scoprire. Il biglietto si può comprare online, sito e pagina facebook sono quotidianamente aggiornati, con tablet e guida interattiva si parte per un giro nella storia: tesoretti, corredi funerari, luoghi di culto, chiese, affreschi. Vaste e Poggiardo sono la culla ancora viva di una popolazione che ha lasciato in eredità una parte importante della sua storia.
«Il sistema museale – dichiara il sindaco di Poggiardo, Luciano Colafati – è stato concepito dall’Università del Salento per il turista, ma anche per la didattica: la tecnologia e i plastici consentono ai visitatori di entrare nel vivo del racconto rendendo la visita coinvolgente e appassionante. Inoltre nella torre del Palazzo Baronale è in allestimento il laboratorio nel quale i docenti potranno spiegare ai ragazzi la procedura di datazione e altre chicche del mestiere di archeologo. Ma
MUSEO ARCHEOLOGICO IN PIAZZA DANTE A VASTE
CULTURA
storia
LA NUOVA TECNOLOGIA E I PLASTICI CONSENTONO AI VISITATORI DI ENTRARE NEL VIVO DEL RACCONTO questo sistema è ben più ampio e intende mettere in rete la storia di sedici comuni di cui Poggiardo è capofila. L’obiettivo è il biglietto unico per vedere tutti i siti archeologici del territorio». Il nostro viaggio nel sistema museale ha inizio dal museo allestito nel Palazzo Baronale di Vaste, complesso architettonico edificato tra il XIV e il XVII secolo, affiancati dalle guide Rino Greco e Pasquale Urso. Si trova in Piazza Dante ed è dotato di un bar con i tavolini disposti sulla piazza e nell’aranceto alle spalle: in un attimo ci sembra di essere in una grande città all’avanguardia che ha fatto della cultura e della propria storia il motore di crescita e sviluppo. Il visitatore è accolto da una gigantografia ideata dal professor France54 55
sco D’Andria che rappresenta la cinta muraria di Vaste, uno degli elementi caratteristici dell’antica Messapia, vicino a due tombe disposte una di fronte all’altra, quella del Cavaliere e quella dell’Atleta. La prima contraddistinta dallo sperone di bronzo che connota
il defunto come possessore di cavalli mentre la seconda da due strigili in bronzo, strumenti utilizzati per ripulire il corpo da oli e terra dopo avere gareggiato nelle competizioni. Ci sono tantissimi reperti ritrovati nel Fondo Melliche alle spalle del Parco dei
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CULTURA
storia
OGGI LE CARIATIDI SONO ESPOSTE NEL MUSEO PROVINCIALE DI LECCE E NEL MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DI TARANTO
CHIESA RUPESTRI SS STEFANI, A VASTE
Guerrieri di Poggiardo: il tipico cratere era il contenitore in cui si miscelavano mosto, acqua, spezie e miele ed era un elemento del corredo maschile. Solo agli uomini, infatti, era permesso consumare la bevanda. Le trozzelle, ossia i contenitori per l’acqua, indicavano invece il ruolo della donna come responsabile delle attività domestiche: le fibule per legare i drappi delle vesti, gli unguentari per oli profumati sono caratteristici delle tombe femminili. Nella prima sala è collocata una ricostruzione dell’Ipogeo delle Cariatidi, la monumentale tomba a camera di età ellenistica, scolpita in calcare. Dopo una scalinata, ritrovata a Fondo Maura, spiccavano quattro figure femminili, con un abito fermato da bretelle e il seno scoperto, che sollevano con il palmo delle mani gli stipiti delle porte d’accesso della camera funeraria: ad esse spettava il compito di custodire l’ultima dimora di importanti famiglie aristocratiche. Oggi le Cariatidi sono 56 57
esposte nel Museo provinciale di Lecce e nel Museo nazionale archeologico di Taranto, ma la comunità intera e l’amministrazione auspicano, da molto tempo, un “ritorno a casa”. Un altro importante e affascinante ritrovamento esposto nel museo è un tesoretto di 150 monete rinvenute in un’olpe di bronzo nel Fondo Sant’Antonio e nascoste dal proprietario forse perché terrorizzato per l’arrivo dei Romani nel Salento, oppure dopo essere stato
richiamato a combattere. Gli stateri, questo il nome delle monete, erano provenienti delle zecche di Taranto, Eraclea e Turi e sono databili intorno alla metà del III secolo prima di Cristo. Con uno statere si potevano acquistare fino a due mucche, dunque l’uomo doveva essere molto ricco. Il museo contiene molti altri reperti e plastici che anticipano il percorso intero, come quello riferito al complesso paleocristiano di Fondo Giuliano a nord di Vaste: qui, nel 1991, sono stati riportati alla luce tre edifici di culto e una vasta necropoli rupestre. Alcuni importanti elementi conducono ad interpretare la prima chiesa costruita come martyrion, ossia un edificio che sorgeva nei pressi di luoghi in cui si
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CULTURA
storia
trovavano reliquie dei santi o si avevano testimonianze delle loro vite. Alle spalle di questi centri di culto fu costruita una necropoli, dove sono stati ritrovati, oltre alle ossa, molti oggetti personali dei defunti, monete per pagare il passaggio di Caronte e anche i segni dei focolai e dei refrigerium dove i parenti preparavano i pasti per i morti che affrontavano il viaggio verso l’aldilà. La necropoli di Fondo
Giuliano non poteva che appartenere a un gruppo di persone di alto rango sociale, le uniche con il privilegio di essere seppellite nei pressi di un luogo di culto. A pochi metri di distanza la chiesa rupestre dei Santi Stefani con le pareti affrescate raffiguranti il “Cristo fra due angeli in adorazione”, ma anche “San Basilio”, “San Nicola” e altri dipinti risalenti a diverse epoche. Il percorso del sistema museale con-
COMPLESSO PALEOCRISTIANO NEL FONDO GIULIANO, PRESSO VASTE
tinua nel centro di Poggiardo con l’esposizione degli affreschi della chiesa di rito greco di Santa Maria degli Angeli: sono stati restaurati a Roma e ricollocati a Poggiardo, grazie al lavoro dell’architetto Franco Minissi, nel museo degli Affreschi inaugurato nel 1975 dall’allora presidente del Consiglio, Aldo Moro. Il viaggio nel passato si può prenotare online ed anche presso gli info point di Poggiardo e del Parco dei Guerrieri. Altre informazioni si possono avere chiamando il numero verde 800 55 11 55 e leggendo la guida cartacea a cura del professor Giovanni Mastronuzzi. Radici salde nel passato e sguardo al futuro, il viaggio nella storia è tutto da vivere.
CAPANNA JAPIGIA
A JOURNEY THROUGH TIME WITH THE MUSEUM SYSTEM OF VASTE AND POGGIARDO Tickets can be bought online; the museum website and Facebook page are daily updated. With a tablet, visitors can admire treasures, places of worship and frescoes. Vaste and Poggiardo are the cradle of a population that has bequeathed an important part of its history. The museum system is designed for tourists, but also for teaching: technology and models allow visitors entering into the heart of history, thus making the visit engaging and exciting. The final goal is to network the history of sixteen municipalities by an only ticket that allows seeing all the archaeological sites of the territory. Our trip starts from the museum set up in the Baronial Palace in Vaste, built between the 14th and the 17th century. Greeted by a giant poster of Vaste walls, close to the Knight’s and the Athlete’s graves, visitors have the feeling to be in a state-of-the-art city that has made of history and culture the engine of its growth and development. Among the many findings, there are the typical krater, a male container for must, water, species and honey, and the so-called trozzelle, a female container for water. In the first room, there is a reconstruction of the monumental Hypogeum of the Caryatids, dating back to the Hellenic age, whose task was to guard the final resting place of important aristocratic families. The museum contains many other findings and models that anticipate the whole path, as that referred to the early Christian complex in Fondo Giuliano, north of Vaste. A necropolis is situated behind these centres of worship. Here, bones, personal belongings of the deceased and some refrigeria – commemorative meals for the dead who were starting their journey to the afterlife – have been found. A few metres away, a rock church shows frescoed walls and paintings dating back to different ages. The path continues through the centre of Poggiardo, with the Church of Santa Maria degli Angeli and its frescoes. The journey back in time can be booked online or at the information desks in Poggiardo and in the Parco dei Guerrieri.
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Via Marino Brancaccio, Lecce - Tel. 0832.304286 www.ristoranteblunotte.com - blunottelecce@libero.it
ECONOMIA
L’ evento
I due giorni intensi ed emozionanti della seconda edizione del Business Tourism Management Il successo della manifestazione non è solo una questione di numeri. Hanno vinto l’amore per il territorio e la voglia di migliorare
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di ilaria lia/foto pierpaolo schiavone
ECONOMIA
L’ evento
L’INTERVENTO DI LOREDANA CAPONE, ASSESSORE ALLO SVILUPPO ECONOMICO - REGIONE PUGLIA
Basterebbero i numeri a decretare il successo della seconda edizione del Business Tourism Management, organizzato dall’agenzia di comunicazione Password Ad srl. Oltre settanta stand espositivi; ventitré incontri tematici al giorno senza contare i b2b; tante le attività collaterali come lo show cooking o il press tour al quale hanno partecipato 40 tra buyer e blogger provenienti da tutto il mondo. E ancora, la radio Btm, i concerti a chiusura di ogni giornata, le mostre fotografiche e soprattutto i numeri realizzati sui social, Instagram e Twitter: 660 post con l’hashtag #btmpuglia2016; 196 utenti; 258.076 visualizzazioni uniche dei post; 1.223.344 visualizzazioni totali. Basterebbero questi per dire che i due giorni presso l’ex convento dei Teatini hanno riscosso un enorme consenso, decisamente oltre le aspettative. Per quanto importanti e necessari, però, i dati non riescono a trasmettere per intero quello che è stato per davvero il Btm 2016, le emozioni e la ricchezza di ogni minuto trascorso lì. Sì, perché se per due giorni interi le sale e gli spazi dei Teatini sono stati presi d’assalto, se il pubblico è rimasto tutto il tempo a seguire i lavori, a fare nuove conoscenze, a curiosare 62 63
tra quello che era disponibile, allora si è riusciti a trasmettere passione per il proprio lavoro, per il territorio, voglia di superare gli steccati e migliorarsi. Si è riusciti a far passare il concetto che con il turismo si può lavorare, e bene anche, ma che non bisogna improvvisare o andare al ribasso. Il Btm si è confermato l’unico grande evento a Lecce, e senza esagerare in Puglia, capace di parlare a 360 gradi di turismo, di farlo con professionisti altamente qualificati e di saper attirare centinaia di visitatori, tra semplici curiosi, lavoratori del settore se non anche docenti e studenti, convinti che ci sia
sempre qualcosa da imparare. A maggior ragione in un settore come questo che impone preparazione e formazione per poter rimanere sempre competitivi. Le parole chiave dell’edizione 2016 in effetti sono state formazione, professionalità, capacità di emozionare. Come si fa, lo hanno spiegato egregiamente i relatori che nelle due sale a disposizione, al piano terra e al primo piano, negli incontri tenutisi a ritmo incalzante, in media uno ogni mezz’ora, hanno raccontato la loro esperienza e hanno elargito preziosi consigli e suggerimenti. Così è stato per l’intervento del professore Cosimo Curto, presidente di Arfotur Milano, l’azienda che opera nel campo della formazione continua e permanente e che, davanti ad una platea di docenti, ha illustrato i nuovi percorsi di alternanza scuola lavoro nel turismo. Perché in un territorio vocato all’accoglienza come quello pugliese le scuole hanno quasi il dovere
ROCKY MALATESTA DI PUGLIA PROMOZIONE E VINCENZO BELLINI DEL DISTRETTO PRODUTTIVO PUGLIA CREATIVA
PERCORSO SENSORIALE ENOGASTRONOMICO UN ESEMPIO DI MENU DEL PERCORSO SENSORIALE Prima portata
AN EXAMPLE OF MENU SENSORIAL TOUR First course
Seconda portata
Second course
Cruditè di carciofi conditi con olio al limone, spicchi di carciofi scottati conditi con olio al rosmarino, tarallini salentini all'olio delicato e vino bianco Anima di Chardonnay. Casarecce ai pomodori semi-secchi con olio delicato e spezie, trucioli alle rape, vino rosato Rose.
Terza portata
PecorinoconmielediSullaeformaggiofrescosemistagionatoconcomposta di peperoncino, crostini di pane di grano duro, vino rosso Qu.ale.
Quarta portata
Morbidino con purea di fichi, quenelle di mustazzoli e fiocco di latte con sbrisolona di cupeta, vino rosso Qu.ale. La somministrazione delle portate indicate nel menu può variare secondo stagionalità e disponibilità di ingredienti e prodotti. Il percorso prevede: degustazione del menu, presentazione e degustazione di tre vini, mini educational sui prodotti e sui piatti presentati, offerta di un gadget enogastronomico. Sedi in cui si svolge il percorso: Lecce, San Cesario, Guagnano, Vernole, Tricase, Roma, Milano. Si valuta la disponibilità di sedi alternative.
Costo del percorso: € 35,00 /persona
cruditè artichoke seasoned with oil lemon, slices of steamed artichokes seasoned with rosemary oil, tarallini Salento with gentle oil and white wine Anima di Chardonnay. casarecce with semi-dried tomatoes and spices and gentle oil, trucioli with turnips, rosé wine Rose.
Third course pecorino with Sulla honey and fresh cheese with pepper compote, croutons of durum wheat, red wine Qu.ale.
Fourth course morbidino with mashed figs, quenelle of mustazzoli and cottage cheese with sbrisolona of cupeta, red wine Qu.ale. The menu courses may change according to season and availability of ingredients and products. The tour includes: tasting menu, presentation and tasting of three wines, mini educational on products and dishes presented, a food/wine gadget gift. Locations: Lecce, San Cesario, Guagnano, Vernole, Tricase, Roma, Milano. We take into consideration alternative locations.
Price of tour: € 35,00 /person
ECONOMIA
L’ evento
ALCUNI MOMENTI DEL B2B
di presentare nuove prospettive agli studenti e di porre le basi per le future scelte lavorative. Sulla stessa linea, ma con l’attenzione puntata verso chi già opera nel settore è stata la lezione di Marco Santinato, presidente di Teamwork, che ha illustrato come offrire sempre il meglio ai clienti. È noto ormai che non bastano le bellezze della natura per poter avere un alto flusso turistico, per invogliare i viaggiatori a scegliere determinate mete per le va-
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canze. È necessaria anche una mirata attività di promozione che inizia prima del viaggio, durante e dopo. Bisogna continuamente regalare emozioni, con le parole, i racconti o con le foto. Nella sezione dedicata ai blogger e ai social network questi concetti sono stati ampiamente discussi: la potenza della rete è una risorsa irrinunciabile. Che riesce a raggiungere tutti nel mondo e che è importante per unire e far crescere i territori, anche distanti tra loro. Fon-
EDUCATIONAL A SPECCHIA
damentali i contributi degli esperti di Puglia Promozione, l’agenzia regionale che da anni svolge un eccellente lavoro i cui risultati sono ora sotto gli occhi di tutti: Nica Mastronardi, Carlo Caroppo, Mara Maggiore hanno illustrato le premesse e le strategie della loro attività che ha contribuito moltissimo a fare della Puglia un brand internazionale. Proficui gli incontri con la rappresentante dell’Ente del turismo ellenico e con una docente dell’Istituto di ricerca e sviluppo di Durazzo. Nazioni dirimpettaie, esperienze diverse, dal cui dialogo possono far sbocciare e crescere nuovi progetti. Non a caso è stata lanciata dagli ospiti la proposta di ripetere l’esperienza del Btm, magari anche in Grecia e in Albania. Il Btm è stato anche momento d’incontro
ALCUNI MOMENTI DEL COOKING SHOW
tra grandi compagnie e agenzie turistiche. Tra i partecipanti Alitalia, Ryanair, Vueling, Air Dolomiti, Air Berlin e Turkish Airlines, le compagnie di navigazione come Costa Crociere ed Msc, che hanno avuto modo di presentare in anteprima le novità della prossima
stagione. Inoltre hanno preso parte le aziende di fornitura alberghiera, tour operator nazionali come Nicolaus, metamotori di ricerca e prenotazione online come Trivago e Skyscanner ed alcune tra le aziende del settore ricettivo alberghiero ed extralberghiero
THE TWO INTENSE AND EXCITING DAYS OF THE SECOND BTM Figures would be enough to confirm the success of the second BTM, organized by the communication agency Password Ad Ltd. More than seventy exhibition stands; twenty-three meetings a day; b2bs; a wide range of side activities involving buyers and bloggers coming from all over the world. The Btm radio, several concerts at the end of each day, photo exhibitions and especially the numbers on Instagram and Twitter. Figures would be enough, but they do not convey all the emotions related to Btm 2016. If the halls of the Teatini were stormed by visitors, then we have been able to communicate our passion for our work and for our territory as well as the concept that with tourism we can work well. The Btm has proved to be the only big event in Lecce and even in Apulia. The keywords have been: training, expertise, and emotion, as speakers have explained - including prof. Cosimo Curto, Arfotur Milano Chairman, and Marco Santinato, Teamwork Chairman.
di Puglia e di tutto il Mezzogiorno. Per tutto quello che si è elencato e per quanto non si è potuto scrivere, si può dire che nel Btm si è respirato futuro. E gli occhi attenti dei visitatori lo hanno confermato. Ora, di sedersi sugli allori non se ne parla. Le due giornate sono state realizzate con un lavoro certosino iniziato mesi prima da tutto lo staff coadiuvato anche da Mary Rossi e Paola Puzzovio, che assieme a Nevio D’Arpa –ideatore dell’evento e amministratore di Password AD – hanno incassato i complimenti da parte di tutti e sono pronti a rilanciare. «Grazie a tutti per aver contribuito al risultato corale di questa borsa leccese del turismo. Ringrazio tutti coloro che da subito hanno investito nel progetto, gli enti, le aziende e gli sponsor che hanno permesso la riuscita della manifestazione – ha affermato D’Arpa – stiamo già lavorando al prossimo Btm portandoci dentro questa meravigliosa esperienza dedicata interamente alla nostra amata Puglia».
Natural beauties are not enough to attract a high tourist flow. A targeted promotion is also required. The contribution of Puglia Promozione experts – Nica Mastronardi, Carlo Caroppo, Mara Maggiore – has been fundamental. Meetings with the representative of the Hellenic Tourism Organization and with a professor of the Institute of Research and Development in Durrës have been fruitful. The Btm was also a moment of encounter between big airline companies and travel agencies (Alitalia, Ryanair, Vueling, Air Dolomiti, Air Berlin and Turkish Airlines, Costa Crociere and Msc), hotel suppliers, national tour operators (Nicolaus), search and online-reservation engines (Trivago and Skyscanner). In the Btm, future is in the air. These two days have been realized thanks to the extraordinary teamwork of Paola Puzzovio, Mary Rossi, Nevio D’Arpa – creator of the event and Director of Password AD – and of their staff. «Thanks to everyone who has contributed to the success of this BTM – D’Arpa said. – We are already working on the next Btm, taking with us this wonderful experience entirely devoted to our beloved Apulia».
TERRITORIO
i contest FotograFici
PUGLIA WINTER MOOD Tutte le sfumature dell’inverno nel concorso lanciato da Btm Puglia, 365 giorni nel Salento e Instagramers Lecce di fotografare gli aspetti più belli e affascinanti della Puglia. In tanti hanno accettato la sfida e mandato gli scatti inediti per raccontare la stagione più fredda dell’anno. Dalla cucina tipica, agli eventi le feste, le tante attività che si possono svolgere in questo periodo dell’anno ma anche gli scorci e i paesaggi: le foto arrivate sono davvero tante e dimostrano quanto sia affascinante questa stagione. Di seguito alcuni lavori dei vincitori.
2º CLASSIFICATO
All the shades of winter in the photo contest launched by Btm Puglia, 365 giorni nel Salento and Instagramers Lecce to photograph the most beautiful and fascinating aspects of Apulia.Many people have accepted the challenge and sent unpublished photos to tell the coldest season of the year. From the traditional cuisine to the events, the parties and the many activities that may be done in this period of the year, but also views and landscapes. A large number of pictures have arrived and they show how fascinating this season is. Here is some winners’ work. 1º CLASSIFICATO
DONATO PINTO 3º CLASSIFICATO
MARIANNA DE MARCO
MATTIA RAMUNNI
VINCENZO DANIELE
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CARLO MORELLI
DIANA DE LORENZI
MICHELE GRECUCCI
ROBERTA RANIERI
LUCILLA CUMAN
SALENTO GUEST HOUSE
CLAUDIO URSO
ANDREA DONNANTONIO
ANNA CHIARA RIZZO
GLORIA DE RONZO
ENZO GRASSO
FRANCESCO MIGGIANO
LUDOVICA BOZZA
1º CLASSIFICATO
2º CLASSIFICATO
MICHEL CAPUTO
VIVERE 365 GIORNI NEL SALENTO
DANIELE CAGNAZZO
3º CLASSIFICATO
Interpretare il lifestyle del territorio attraverso le foto. È il secondo contest fotografico “Vivere 365 giorni nel Salento” lanciato in occasione del Btm Puglia 2016. Cultura, storia, tempo libero, musica gastronomia: sono stati solo alcuni dei temi richiesti. Le foto sono state pubblicate su Facebook, per essere poi votata dagli utenti. Lo scatto con più like ha vinto, ed eccola pubblicata anche qui assieme a una selezione di altre foto partecipanti. Interpreting the lifestyle of a region through its photos. That is the photo contest “Vivere 365 giorni nel Salento” launched at Btm Puglia 2016. Culture, history, leisure, music and gastronomy: they have been just some of the topics required. Photos have been posted on Facebook, to be later voted by users. The photo with more likes has won, and here it is published, too.
DANIELE MERCADANTE
IBEROTEL APULIA
accogLienza
Il benessere alla portata di tutti A maggio e a settembre Iberotel Apulia Antistress Resort ospiterà l’International Wellbeing Meeting Point, evento dedicato al benessere e al relax. Un’occasione da non perdere per rigenerare spirito e corpo Non solo relax. Non solo mare cristallino. Non solo natura incontaminata. Per staccare la spina e godersi una vacanza da sogno, anche il benessere può fare la sua parte. Mettendo insieme tutti questi ingredienti e affidandosi alle cure dello staff di Iberotel, si torna a casa ritemprati nello spirito e nel corpo. Il travel & relax è ormai, a tutti gli effetti, uno dei segmenti più gettonati degli ultimi anni, un trend che si sta affermando sempre di più e che nel Salento trova la sua naturale collocazione in questa struttura accoccolata nel Parco Naturale di Ugento dove è già tutto pronto per il primo International Wellbeing Point, evento di respiro internazionale che porta la firma di Antistress Academy. A maggio e a settembre, l’Iberotel Apulia Antistress Resort 4 stelle ospiterà il meeting mondiale del benessere. Dal 14 maggio al 4 giugno e poi dal 10 al 30 settembre, gli 68 69
operatori del benessere non solo si confronteranno fra loro, ma si prenderanno cura dei clienti accompagnandoli per mano in un percorso che si articolerà in incontri, laboratori e seminari. L’evento toccherà gli ambiti del gusto, delle arti orientali, delle discipline sportive e bionaturali, ed è alla portata di chiunque: famiglie, adulti e piccini. In programma ci sono molteplici attività e seminari ispirati al relax ed al benessere psico-fisico ed emotivo. Sarà dato spazio ad un nuovo concept di travel & relax, con la presentazione di strumenti e tecniche innovative di wellness. Il personal trainer e l’antistress coach metteranno a punto una serie di attività per gli ospiti partendo, ovviamente, dalle loro esigenze. Per ciascuno di loro sarà creato un programma su misura in cui la buona alimentazione e gli esercizi fisici saranno bilanciati con le attività relax più adatte. La location ben si presta a questo tipo di esperienza sensoriale
IBEROTEL APULIA ANTRISTRESS ECO RESORT **** Via Vicinale Fontanelle 106 - 73059 Marina di Ugento (LE) tel. +39 0833 931002 - fax +39 0831 933646 - info@iberotelapulia.com - www.iberotelapulia.com
ed emotiva: ampi spazi verdi, un parco naturale, un paesaggio incontaminato ed un tappeto di ulivi secolari sono la cornice perfetta per creare una dimensione di pace e tranquillità all’interno di un Ecoresort che si contraddistingue per la sua formula “all inclusive.” L’International Wellbeing si concentrerà anche sull’educazione alimentare e psicofisica perché, come sottolineano gli esperti, le sane abitudini devono radicarsi anche nel comportamento a tavola. Fondamentale è, a tal proposito, la conoscenza degli alimenti e del loro apporto energetico. Da questa consapevolezza prenderanno il via apposite lezioni di foodtherapy, il tutto con uno sguardo rivolto alla cucina mediterranea. Nel percorso saranno coinvolti anche i più piccoli, perché il “vivere bene” è un cammino da intraprendere sin da bambini. A loro saranno riservati percorsi individuali e di gruppo, distinti in fasce d’età, per un approccio naturale al benessere, con animazioni e attività ricreative all’interno dell’anfiteatro dedicato al mini-club. In programma, tra le altre cose, anche lezioni di golf, scout ed eco-attività con importanti nomi dello scenario internazionale. Oltre al corpo, bisogna “cibare” anche la mente. Niente di meglio, allora, delle arti marziali e delle tecniche orientali, come Qi Gong, Tai Chi, Feng Shui e Meditazione. L’International Weelbeing Meeting Point è un’opportunità da cogliere al volo per approfondire lo studio e la conoscenza di tali discipline, sempre più apprezzate e conosciute dal popolo occidentale. Per l’occasione
giungeranno nel Salento le più importanti personalità del settore. Questa è la prima edizione, ma una cosa è certa: l’International Wellbeing Meeting Point in Salento è destinato a diventare un appuntamento fisso. Gli ingredienti per il successo ci sono tutti: una location prestigiosa, istruttori di provata esperienza e la giusta atmosfera dove avviare un percorso di crescita psico-fisica ed emotiva. La struttura ha già messo le radici nel panorama dell’offerta turistica che punta ad un nuovo concept di travel style. Chi soggiorna qui viene coccolato dal primo all’ultimo della vacanza. Un ruolo fondamentale lo gioca anche la Spa, con il suo centro benessere e la vasta gamma di trattamenti estetici e massaggi esclusivi come l’aroma antistress massage, il tibetan sound massage e l’esclusivo massaggio “Sesto Senso”. Si può optare per una doccia emozionale o per la biosauna, passando per l’hammam o per l’idromassaggio. Rigenerarsi non è mai stato così piacevole. Chi sceglie Iberotel Apulia, sceglie di trascorrere una vacanza diversa dal solito, all’insegna del relax, della salute e del green in un ambiente raffinato e accogliente. Scenari da favola per vivere un sogno ad occhi aperti.
IBEROTEL APULIA
accogLienza
WELLBEING FOR EVERYONE IN MAY AND IN SEPTEMBER, THE INTERNATIONAL WELLBEING MEETING POINT WILL TAKE PLACE IN THE IBEROTEL APULIA ANTISTRESS RESORT. AN OPPORTUNITY NOT TO BE MISSED TO REGENERATE BODY AND SOUL Not just relaxation, a clear sea and an unpolluted landscape, but also wellbeing. Travel & relaxation find their natural place in the Natural Park of Ugento. Everything is ready for the first International Wellbeing Meeting Point. Wellbeing workers will look after guests, in a path through taste, oriental martial arts, sports and bio natural activities. There are lots of activities scheduled, aiming at relaxation and psychophysical wellbeing. Innovative techniques and tools will be presented. A personal trainer and an anti-stress coach will structure a custom-made program for every guest. A healthy diet and sports activities will be combined with the most suited relaxing activities. An unpolluted landscape and century-old olive trees frame this peaceful and quiet environment. The International Wellbeing will focus on nutrition and psychophysical education, with an eye to the Mediterranean diet. Children will also be involved, with golf classes,
scouting and eco-activities. To “nourish” the mind, nothing is better than martial arts, like Qi Gong, Tai Chi, Feng Shui and Contemplation. The International Wellbeing Meeting Point in Salento is destined to become a regular meeting, as there are all the ingredients for success. Even the Spa plays a key role, with its aroma anti-stress, Tibetan sound and “Sixth Sense” massages. Spiritual rebirth has never been so pleasant. Who chooses Iberotel Apulia chooses to live a daydream.
International Wellbeing Meeting Point in Salento ...relax all inclusive
14 May/4 June 2016 10/30 September 2016 unique antistress resort in the world
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CULTURA
Letteratura
Palazzo Comi, patrimonio pubblico da salvare Dalla mobilitazione civica all’impegno della Regione: a Lucugnano una biblioteca di grande valore La storia di Palazzo Comi è paradigmatica di due questioni irrisolte che questa rivista, dal primo numero, intende affrontare: la prima riguarda la scarsa conoscenza da parte degli stessi salentini di una buona parte del patrimonio naturalistico e storico che si trova su questo lembo di Mezzogiorno; la seconda ha a che fare con l’incapacità di rendere i contenitori culturali efficaci attrattori turistici. Girolamo Comi (1890 - 1968) è stato 72 73
un poeta formatosi nella temperie del simbolismo francese del primo Novecento. Barone di Lucugnano, frazione di Tricase, cedette la sua dimora alla Provincia di Lecce perché gravato da problemi finanziari, ma vi rimase come bibliotecario fino alla sua morte: il vasto repertorio librario contenuto nel palazzo rappresenta un vero e proprio tesoro. Negli ultimi anni il cordone della borsa si è stretto anche per l’ente provinciale e si è dunque pensato di redigere un
di gabriele de giorgi/foto pierpaolo schiavone
bando per l’affidamento trentennale a privati, associando Palazzo Comi al Circolo Cittadino di Lecce: la procedura ha creato da subito delle perplessità e in men che non si dica si è costituito un comitato spontaneo per salvaguardare la destinazione pubblica dell’edificio. I componenti decidono di procedere ad un’occupazione pacifica: «Un’azione di responsabilità nei confronti di Casa Comi – commenta Simone Coluccia, il portavoce – caratterizzata da incontri, convegni, concerti, mostre, presentazioni di libri e molte altre iniziative. In diverse settimane siamo riusciti a dimostrare che un’alternativa di gestione culturale condivisi per Palazzo Comi esiste: coinvolgendo associazioni, attivisti e cittadini abbiamo lanciato due sottoscrizioni per un totale di oltre 3000 firme per opporre un netto rifiuto alla sostanziale privatizzazione di Casa Comi e alla mercificazione della cultura». «Abbiamo fatto – spiega Coluccia – un elenco di azioni che la Provincia di Lecce avrebbe potuto e dovuto intraprendere, negli anni, per rilanciare e tutelare il tesoro di Casa Comi: dai protocolli d’intesa con l’Università del Salento per il recupero e restauro dei libri, alla ‘modernizzazione’ della biblioteca con l’attivazione di servizi minimi come il servizio wi-fi e postazioni informatiche. E poi ancora, il varo una volta per tutte quel Polo Culturale del Sud Salento che per anni ha riempito i giornali e le bocche dei politici con dichiarazioni di facciata e che nella realtà è rimasto
utopia. Eppure di finanziamenti in questi anni ne sono passati e tutti i treni sono stati persi: Comunità Europea, Stato e Regione Puglia hanno fornito numerose opportunità per la riqualificazione di poli culturali e biblioteche». Oggi, nelle more di una vicenda controversa si intravede uno spiraglio, almeno parziale. La Regione Puglia, competente in ambito culturale dopo il ridimensionamento degli enti provinciali, si candida a fare la sua parte. Un impegno in tal senso è stato preso da Loredana Capone, assessore con delega
anche alla Gestione e Valorizzazione de Beni Culturali: «Prima ancora di una biblioteca, Casa Comi rappresenta un episodio centrale della storia della cultura del Salento – spiega l’esponente della giunta pugliese – e della capacità dei protagonisti di questa storia di relazionarsi con la cultura nazionale ed europea. La rivista L’Albero testimonia ancora oggi la straordinarietà di quella stagione culturale e dei suoi protagonisti. L’antologia curata dal compianto Gino Pisanò per Bompiani ha consegnato quella stagione alla dignità della scena
CULTURA
Letteratura
letteraria nazionale come meritava. La scomparsa di molti degli scrittori, poeti, letterati, intellettuali che, raccogliendo l’eredità spirituale di Girolamo Comi e dell’Accademia Salentina, avevano continuato ad animare Casa Comi, ri-
schia di disperdere la memoria stessa di questo inestimabile patrimonio di contenuti culturali». “Il recupero di questo patrimonio dentro il progetto della Digital library della Regione Puglia – prosegue Loredana Capone –
PALAZZO COMI, A SOCIAL WEALTH TO PRESERVE From civic mobilization to the commitment of the Region: a valuable book heritage in Lucugnano The story of Palazzo Comi is paradigmatic of two unsolved issues: Salento inhabitants’ unfamiliarity with their own natural and historical heritage; the incapabilityto make culture containers effective tourist attractions. Girolamo Comi (1890–1968), a Lucugnano poet and baron, burdened by financial problems, ceded his palace and his vast repertoire of books to the Province of Lecce. In recent years, due to economic reasons, there has been a proposal to entrust the provincial corporationto private individuals.The procedure has immediately created perplexities. Thus, a volunteer Committee to preserve the public destination of the building has been founded.
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rappresenta l’opportunità di conservare la memoria dentro una strategia di valorizzazione e promozione dei valori di quella che con Ennio Bonea possiamo definire la ‘Sub Regione Culturale Salento’ di cui Casa Comi è uno dei momenti più alti. Nello stesso tempo vogliamo che questa scelta sia anche il riconoscimento dell’impegno del movimento spontaneo di cittadini, operatori culturali, amministrazioni locali per la difesa di questo imprescindibile presidio culturale che attraverso la piattaforma regionale intendiamo salvare e affidare alle nuove generazioni».
Simone Coluccia, thespokesman for the Committee, says: «The Province of Lecce might have undertaken a series of actions to bring Casa Comi in again, including the launch of a Culture Polein Southern Salento. There have been lots offunding opportunities and all have been lost». Nowadays, the Apulia Regionapplies for doing its own part. Loredana Capone, the regional councillor with a delegation for the Management and the Enhancement of the Cultural Heritage, says: «Casa Comi represents a key episode of Salento culture. After Comi’s death, andthe demise of many writers who had continued animating Casa Comi, we are taking a big risk losing this priceless cultural heritage. TheDigital library represents the opportunity to preserve Southern Salentocultural memory. By our regional platform, we aim to preserve this heritage and to entrust it to younger generations».
TERRITORIO
L’ opinione
Turismo e cultura per la riconversione: ambiente come bene comune La condizione essenziale di una crescita economica di lungo periodo è il rispetto dell’integrità del territorio. Bisogna scegliere da che parte stare L’evocazione del concetto di sistema è oramai divenuto un mantra privo di ogni contenuto. Anzi, lo svuotamento del suo significato è direttamente proporzionale all’abuso che si fa di questa parola che da due decenni è entrata di diritto nel lessico delle buone intenzioni. Anche qui nel Salento il sistema è stato più volte richiamato come la cornice all’interno della quale il tutto diviene magicamente superiore della somma delle parti che lo compongono, ma le applicazioni concrete sono state assai poche. Il comparto dell’offerta turistica 76 77
e culturale ne è un esempio lampante: ciascuno pensa di far da sé, ogni iniziativa si presume superiore alle altre. La prospettiva è quella del breve periodo e la compresenza di interessi di varia natura genera operazioni di corto respiro. Le eccezioni, per fortuna non mancano, ma la regola resta quella dell’improvvisazione e del fai da te. Più di un editoriale di questa rivista è stato dedicato alla necessità di non perdere il treno che ci sta passando davanti. Ma forse l’errore è quello di immaginare possibile un cambiamento
di gabriele de giorgi/foto pierpaolo schiavone
di mentalità semplicemente proponendo un termine politically correct e lasciando invece inalterata la rappresentazione dei protagonisti della scena: imprenditori, istituzioni, operatori a vario titolo, tutti impegnati nella difesa del proprio orticello e gelosi del successo altrui. Bisognerebbe invece iniziare a capire che se l’erba del vicino è più verde, allora c’è da rallegrarsi. Il primo passo è quello di ricollocare al centro la figura di cittadino che appartiene ad una comunità insediata su un territorio e ne difende l’integrità paesaggistica e ambientale come un bene comune. Perché dalla preservazione di quel valore dipende il successo di una programmazione a lungo termine che
possa trasformare una moda in una caratteristica strutturale: in verità, turismo e cultura possono essere i pilastri di un’operazione di riconversione territoriale senza precedenti, in grado di generare livelli occupazionali di tutto rispetto nell’ambito di un progresso che vada di pari passo con la sostenibilità. Studi epidemiologici più o meno recenti hanno acceso un faro sul nesso, nel Salento, tra forme di inquinamento e patologie gravi, anche mortali. L’enigmatica vicenda del disseccamento rapido degli ulivi potrebbe avere un collegamento con fattori di stress ambientale, come l’utilizzo di composti chimici che impoveriscono la qualità dei terreni. Limitare le emissioni nocive, adottare comportamenti di vita
più sani, rispettare l’equilibrio dell’ecosistema sempre più fragile che ci circonda, sono oramai obblighi morali ai quali non ci si può sottrarre. E nessun comparto più di quello turistico è interessato da questa agenda. E’ importante quindi iniziare a prendere posizione su alcuni temi centrali, liquidando una volta per tutte quell’atavica indole incline alla rassegnazione che serve solo a fare in modo che le decisioni più importanti vengano prese sulle nostre teste con una facilità disarmante. Schierarsi è una forma di presa di coscienza del proprio ruolo all’interno di un soggetto collettivo che per la prima volta ha davanti l’opportunità di declinare il suo futuro sfruttando in maniera sana le risorse che la natura e la generosità della storia le hanno lasciato in dono. Le questioni del gasdotto, delle grandi infrastrutture come la Ss 275, ma anche il referendum abrogativo sulle concessioni per le ricerche di idrocarburi in mare, chiamano il Salento a una scelta di campo: molte altre zone di questo paese vivono la stessa condizione. Il potenziale attrattivo dell’Italia è ancora in parte inespresso, quello del Mezzogiorno in particolare. Come svilupparlo al meglio, dunque? Impostando in maniera corretta la possibile
TERRITORIO
L’ opinione
ANCHE L’ENIGMATICA VICENDA DEL DISSECCAMENTO RAPIDO DEGLI ULIVI POTREBBE AVERE UN COLLEGAMENTO CON FATTORI DI STRESS AMBIENTALE soluzioni di alcuni problemi datati: in tema di trasporti, ad esempio, i visitatori non vogliono la velocità della luce, ma efficienza e coordinamento; per quanto riguarda l’accoglienza e i servizi, non cercano risparmio fine a se stesso, ma un rapporto equilibrato tra qualità e prezzo; non desiderano immensi e anonimi villaggi turistici, ma oasi naturali e percorsi ciclabili. Soprattutto, bramano autenticità, li-
bertà e immedesimazione. Vogliono sentirsi parte e non semplici visitatori. Ecco allora che bisogna affrancarsi dalla logica del ricatto: le classi dirigenti da quello del consenso, gli imprenditori da quello del profitto tout court, tutti da quello dell’invidia e della sleale concorrenza. Con lungimiranza e competenza è possibile ridefinire le coordinate dello sviluppo dei prossimi decenni. Questo fa di me un inguaribile sognatore.
TOURISM AND CULTURE FOR A CHANGEOVER: THE ENVIRONMENT AS A COMMON GOOD THE ESSENTIAL CONDITION FOR A LONG-TERM ECONOMIC GROWTH IS THE RESPECT FOR TERRITORY. YOU HAVE TO CHOOSE YOUR SIDE The emptying of the “system” concept of all its meaning is directly proportional to the abuse of this word. Even here in Salento, the applications of the logic of system have been few. The perspective is that of the short term, with just some exceptions. It would be erroneous to imagine that introducing a politically-correct term would be enough to trigger a change. We should understand that if the neighbour’s grass is greener, we shall be happy. The first step is to replace citizens in the middle of a community that is settled in a territory and that preserves the landscape and the environmental integrity as a common good. Tourism and culture may be the pillars to generate long-term employment levels as part of a sustainable development. A healthier behaviour and the respect of the ecosystem are moral obligations. And none is more affected by this programme than the tourist sector. Standing on key issues is a kind of awareness. We must take advantage of the resources that nature and history have left us in a sustainable way. The issues of the pipeline, of SH 275 and of the law-repealing referendum on concessions for the search of hydrocarbons at sea ask Salento to make a choice. The potential appeal of Southern Italy is still partially untapped. As regard transports, visitors ask for efficiency and coordination. With regard to reception and services, they look for a good balance between quality and price, for nature reserves and cycling lanes. With foresight and expertise, we may redefine the coordinates of the development in the coming decades.
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CUCINA
Le piante seLvaticHe
La “paparina”, l’erba regina Tra le piante selvatiche, quella più nota come papavero rosso è particolarmente apprezzata in cucina, ma non solo Il Salento storicamente ha sempre avuto una vocazione agricola e rurale. Non è quindi un caso se le nostre massaie hanno guardato alla campagna alla ricerca degli ingredienti per sfamare le proprie famiglie. Ne hanno trovati tanti, specialmente tra le “erbacce” selvatiche, e li hanno trasformati con la loro creatività in pietanze semplici e deliziose che oggi costituiscono piatti molto ricercati. 84 85
Pensate che un tempo non era raro vedere le madri di famiglia aggirarsi per “cisurie” (orti recintati all’interno delle mura cittadine) o per “fori” (campagne fuori dalla cinta muraria) raccogliendo piante aromatiche come salvia, rosmarino, timo o erbe selvatiche per la cena tipo: cardi selvatici, cicureddhre, zanguni (crespigno), suffioni (tarassaco), spruscini (aspraggine), carruzzitula (asperella), sanapuddhri
(senape selvatica), lupazzu (lapazio), pampasciuni (lampascioni), paparina (papavero comune). Queste stesse erbe erano molto utili anche per le loro proprietà medicinali al punto che esisteva la categoria dei “raccoglitori di erbe”, perfetti botanici della strada oltre che ottimi guaritori e preparatori di decotti, tisane, sciroppi ritenuti eccellenti per la cura di diversi malanni. Regina di queste piante può essere rite-
di enzo turco/foto pierpaolo schiavone
nuta la “paparina”, il comune papavero rosso universalmente noto come fastidioso “infestante” dei campi di grano, ma che per noi invece è un’erbetta selvatica edibile della quale gustiamo le giovani rosette raccolte all’inizio della primavera, prima della fioritura. La si può benissimo consumare cruda – ha un sapore molto gradevole e dolciastro – nei misti di insalata selvatica (misticanza); se viceversa la si cucina diventa gustosissima abbinandola sapientemente ad altre erbe rigorosamente selvatiche ed ai giusti intingoli. Sul tipo di preparazione, si è sbizzarrita la ben
nota fantasia delle massaie al punto che – come spesso avviene dalle nostre parti per un secolare campanilismo tra due aree della penisola a lungo divise dal “limes greco-longobardo” – anche sulla preparazione della paparina sono venute fuori due linee di pensiero: nel sud Salento (lu Capu) ha prevalso “la paparina fritta”, un piatto molto semplice da cucinare mentre al nord si è imposta la “paparina ‘nfucata”, più elaborata per l’uso di diversi ingredienti e per la cottura. Ancora oggi sopravvive una leggera forma di contrapposizione verbale tra “le ’ppoppete” (abitanti a sud del
“PAPARINA”, THE QUEEN HERB Salento has always had an agricultural vocation. Our housewives have looked to the countryside looking for ingredients useful to feed their own families. And they have found many, especially among weeds, and have turned them into simple, delicious dishes. Once it was not uncommon to see housewives wandering around in the kitchen gardens or in the countryside, collecting herbs for dinner. “Paparina”, the common red poppy, can be considered the queen of these herbs. It can be eaten raw in a salad, but it becomes delicious if it is cooked with other herbs. There are two lines of thought about how to prepare it. In southern Salento, the “fried paparina” has prevailed, while in northern Salento the “paparina ‘nfucata” – a more elaborate recipe – has triumphed. A slight form of contrast between Lecce housewives and “’ppoppete” – housewives living outside the walls of Lecce who criticize the mongrelisation of paparina with curly dock – still survives. As a healing herb, paparina decoctions are an excellent cure for stomach pain, but also against children’s sleeplessness.
“limes”, così definite perché nate post oppidum Lupiae, ossia fuori dalle mura di Lecce) che criticano l’imbastardimento della paparina per la mescolanza con “lu lupazzu”(*) che ne altera il sapore delicato e le massaie leccesi che fanno valere in rima la loro ricetta: “De la paparina ce me ne fazzu se nu tegnu lu lupazzu?” (“cosa me ne faccio della paparina se non ho il lapazio?). Comunque sia, fritte o ‘nfucate, le paparine sono sempre state apprezzate sia dai nobili che dai villani perché veramente eccellenti e gustose come pietanza singola e ancor più se abbinate a cibi con sapori eccelsi come la selvaggina e la cacciagione. Come erba medica la “paparina” ha avuto un grandissimo uso fino alle metà del Novecento. I suoi decotti erano infatti un’eccellente cura per i dolori addominali, ma anche per combattere l’insonnia dei bambini. Da qui il termine dialettale “papagna”, ovvero l’infuso di papavero. (*) lupazzu (acetosa o romice o lapazio): è un’erba perenne, con un sottile rizoma sotterraneo e un fusto basso e striato.
CUCINA
Le piante seLvaticHe
Le ricette FRIED PAPARINE (RECIPE) Boil paparine, and then pulp them. Meanwhile, take a pan and fry two cloves of garlic in extra virgin olive oil. Pour paparine. Salt to taste, add a hot pepper, and let it cook over low heat for about twenty minutes, adding some olives at the end of the cooking. PAPARINE ‘NFUCATE (RECIPE) Brown two cloves of garlic in extra virgin olive oil. Pour both paparine and curly dock. Stir often and well. Ten minutes before the end of cooking, add some black olives, salt to taste, and a hot pepper.
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LE PAPARINE FRITTE Una volta lessate, le paparine vanno pestate a lungo per ridurle in poltiglia. Nel frattempo in una padella si lasciano imbiondire un paio di spicchi d’aglio in olio extravergine d’oliva, quando “sfuma” e si sente penetrante il profumo dell’aglio, allo si versano le paparine. Si aggiusta il tutto di sale, si mette un peperoncino (qualcuno ha come variante l’aggiunta di una scorzetta di arancia intera o grattugiata), si lascia cuocere a fuoco lento (un tempo si usava la pignata vicino al fuoco) per una ventina di minuti avendo cura di aggiungere verso la fine della cottura qualche oliva.
LE PAPARINE ‘NFUCATE Questa è l’antica ricetta tramandata da madre in figlia a Lecce: si rosolano due spicchi d’aglio in olio extra vergine d’oliva, quando sfuma e si sente il profumo dell’aglio si buttano sia le paparine che il ”lupazzu”, dopo averli lavati abbondantemente. Occorre mescolare spesso e bene, meglio ancora afferrando il recipiente per i manici e si fanno letteralmente “saltare” le verdure. Verso la fine (10’ prima) della cottura si aggiungono le olive nere, il sale, quanto basta, un peperoncino.
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Le variazioni suL tema
Il pane nelle ricette di risulta Viaggio nella cucina italiana del giorno dopo, con l’ingrediente principe delle nostre tavole
L’eccellenza della cucina italiana è rinomata nel mondo. Nella varietà che la contraddistingue una menzione di merito va ai suoi piatti più poveri, quelli ottenuti con gli avanzi. Una vasta tradizione di ricette “di risulta” mai passate di moda. Formidabili creazioni culinarie frutto di ingegno e necessità, quando il cibo scarseggiava e gettarlo era considerato un delitto o un “peccato”: chi non ha mai visto la nonna baciare il pane e recitare una preghiera sommessa prima di buttarlo via? Gesto commovente e significativo, che arrivava comunque solo dopo aver riciclato l’alimento più volte e in vari modi. Il repertorio di ricette a base di pane raffermo tocca pressoché ogni regione 88 89
italiana, a volte divenendo elemento distintivo della cucina locale: si pensi alla pappa al pomodoro toscana, resa celebre dal Gian Burrasca televisivo che, a ragione, la definiva un capolavoro. Oggi, sarà per la crisi economica, sarà per la voglia di riscoprire un passato gastronomico essenziale e genuino, torna alla ribalta in versione “laica” e “gourmet”, attraverso le rivisitazioni di chef di grido. Se si passano in rassegna i piatti che utilizzano gli avanzi di pane, si riscopre un mondo che, dall’Alto Adige alla Puglia, passando per il Piemonte, il Lazio, l’Abruzzo, offre creazioni culinarie che nulla hanno da invidiare alle pietanze più pregiate, a prescindere dalle moderne
rivisitazioni che ne innalzano il lignaggio. Ciascuna è ancorata ai prodotti tipici del territorio cui appartiene: formaggi, verdure, erbe selvatiche, che di norma sono anche i più sani e gustosi, rispettando diligentemente una sorta di km zero ante litteram. Partendo dal Tirolo, è indispensabile citare i Canederli, deliziosi gnocchi di pane raffermo bagnato nel latte, insaporiti con speck, prezzemolo e formaggio, serviti con brodo (d’avanzo) o burro fuso: una meraviglia del nordest, comunque la si appelli: gnochi de pan in Trentino; chineglis in Friuli; balotes nelle valli ladine. Non molto diverse le polpette casc’e ovo abruzzesi. Il concetto è lo stesso, polpette
di fiorella perrone/foto pierpaolo schiavone
di pane raffermo insaporite da un ricco composto, dove allo speck subentra il formaggio pecorino, insieme a cipolle, pomodoro, peperone, prezzemolo, in un tripudio di gusto e colori mediterranei. E poi un’infinita gamma di minestre e zuppe, dalla panada piemontese alla superba ribollita della Toscana, dove i pezzi di pane avanzato si chiamano seccherelli, come ricorda il grande Pellegrino Artusi (“La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”). Pietanza ricca e avvolgente che compete con un piatto salentino molto simile al palato ma meno noto al grande pubblico: il Cecamariti. Nome evocativo che da solo racconta una storia: la sua apparente comples-
CECAMARITI Mescolare fae nette (purè di fave), rape ’nfucate (letteralmente: affogate, cioè ricoperte d’olio in cottura) e altri generi d’avanzo, come legumi, pasta o verdure selvatiche. A parte, friggere il pane raffermo a tocchetti. Unirli al composto prima di servire. La rivisitazione dello chef Alfredo De Luca: Saltare dei mugnuli (broccoli selvatici) in aglio, olio e peperoncino; unirli a un purè di fagioli bianchi locali; aggiungere un fritto di pane e calamaretti. Condire con olio al rosmarino CECAMARITI Mix mashed fava beans with turnips – previously cooked in a lavish quantity of olive oil – and other left-overs, like legumes, pasta or wild vegetables. Aside, fry stale bread into chunks and add it to the mixture before serving. Chef Alfredo De Luca’s reinterpretation: panfry wild broccolis in garlic, olive oil and hot pepper; add broccolis to mashed local white beans. Then, add fried bread, squids and olive oil flavoured with rosemary.
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Le variazioni suL tema
sità e il sapore appagante lasciano immaginare che richieda lunghe ore di preparazione. Questo, stando alla sua denominazione, che alla lettera significa “acceca mariti”, ha consentito a molte generazioni di donne di prendersi qualche ora di libertà dai doveri domestici senza che una misera cena lo lasciasse intuire al consorte. In alcuni comuni del Salento prende il nome di muersi o ’mpanatu, appellativo che più immediatamente richiama l’ingrediente che lo contraddistingue e completa. Se minestre, zuppe e cecamariti accompagnano l’inverno, la panzanella è la regina dell’estate. Rustica e profumata,
a base di fette di pane raffermo, pomodori, cipolle, basilico, olio e aceto, si declina in mille varianti e assume nomi differenti nelle diverse zone d’Italia. Nel Salento, dove si alterna all’ormai nota frisa, prevede inderogabilmente capperi e origano. Poi largo alla fantasia
e alla freschezza della bella stagione: menoncelle (cetrioli caroselli), peperoni (crudi o ’scattati, vale a dire soffritti), timo, tonno... Ammettiamolo, le ricette di risulta sono così buone e confortanti che gli avanzi finiamo col crearli apposta!
IL “CECAMARITI” – LETTERALMENTE ACCECA MARITI – HA CONSENTITO A GENERAZIONI DI DONNE DI PRENDERSI QUALCHE ORA DI LIBERTÀ DAI DOVERI DOMESTICI SENZA CHE UNA MISERA CENA LO LASCIASSE INTUIRE AL CONSORTE BREAD IN LEFTOVER RECIPES The excellence of the Italian cuisine is renowned in the world. An honourable mention is awarded to its simplest dishes, as they are the result of wit when food was scarce. Nowadays, a “gourmet” version of stale bread has come back to the fore, offering delicious culinary creations from Alto Adige to Apulia. Starting from the Tyrol, it is essential to mention Canederli, delicious stalebread dumplings, flavoured with speck, parsley and cheese, served with broth or melted butter. Then, there is an infinite range of soups, from the Piedmontese panada to the Tuscan ribollita, a tasty dish similar to the less-known Salento Cecamariti. Their name means “husband blinding”, and it denotes the apparent complexity and the satisfying flavour of the dish – that have secretly enabled many generations of women to enjoy a few hours of freedom from household duties without letting their husband know it. Panzanella is the queen of summer. Simple and fragrant, it comes in many versions, all made from slices of stale bread that can be served with tomatoes, onions, basil, oil and vinegar, capers and oregano.
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GOLOSITÀ A PROVA DI INTOLLERANZE Avio Sas ha ideato dei nuovi prodotti per celiaci e per le persone intolleranti al lattosio. Delizie per tutti, con la cura di sempre Ci sono emozioni che partono dagli occhi, attraversano il palato e conquistano il cuore. Piccole ondate di piacere che regalano felicità ad ogni assaggio. Un rito che porta ad assaporare golose magie che, pur nella loro semplicità, custodiscono il segreto della passione e dell’amore di chi ha fatto dell’arte dolciaria una vera e propria missione. Non chiamateli semplicemente gelati. Gli Spumoncini Avio sono qualcosa di più. Sono un’esperienza sensoriale difficile da descrivere a parole. Per capirlo fino in fondo bisogna affondare il cucchiaino 92 93
nel loro cuore morbido e squisito e lasciare che le papille gustative ricevano questa delizia. Piccoli, eleganti e soprattutto buonissimi, sono sinonimo di genuinità e maestria artigianale. Nati dall’intuizione di Luca Quarta, amministratore di Avio Sas, gli Spumoncini sono il risultato di una ricerca certosina avviata per creare qualcosa di diverso in grado di coniugare tradizione e innovazione. Pur essendo un prodotto “giovane”, cioè sul mercato da pochi anni, ha saputo conquistare numerosi consumatori, facendo
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breccia anche tra i palati più esigenti. Inizialmente destinato al mondo della ristorazione, si è poi imposto anche nella distribuzione al dettaglio, per il piacere di molti, con una gamma di gusti classici e sfiziosi in grado di accontentare un po’ tutti. Nocciola, cioccolato, pistacchio, copeta, mandorla e caf fè non sono che alcuni degli ingredienti trasformati in specialità a due gusti dall’inconfondibile forma semisferica. Bontà queste che, dalla prossima estate, saranno davvero alla portata di tutti. Anche di chi soffre di intolleranze alimentari. Arrivano, infatti, gli Spumoncini “gluten free”. Per dare vita a questo nuovo nato, Luca Quarta ha preso spunto dalla mail di una signora celiaca che diceva di aver sentito tanto parlare dei prodotti Avio, in particolare degli Spumoncini e che avrebbe voluto assaporare anche lei quelle delizie. La richiesta non è caduta nel vuoto. Anzi! Chi conosce Luca sa bene che lui ama le sfide e quindi, ingredienti giusti alla mano, ha maturato la ricetta per la realizzazione di gelati che possano tranquillamente essere consumati da celiaci ma anche da chi è intollerante al lattosio.
Lo spiega nel dettaglio, scandendo i passaggi che precedono la creazione di queste nuove chicche del gusto, ottenute sempre da un’attenta e appassionata lavorazione artigianale. «Adoperiamo una base d’acqua e, come grassi, scegliamo quelli dell’olio d’oliva nostrano invece di quelli della panna. Anche per realizzare il pan di spagna utilizziamo un accorgimento particolare: alla farina normale preferiamo quella di riso». Elementi semplici e genuini che sono comunque da sempre il tratto distintivo
di quest’azienda che da anni opera nel settore del gusto. «È giusto dedicare la nostra attenzione anche a questo segmento di consumatori. Purtroppo – afferma Luca Quarta – le intolleranze alimentari sono abbastanza diffuse e se anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa per loro, lo facciamo con tutto l’impegno e la dedizione possibile». Per il momento gli Spumoncini privi di glutine e lattosio saranno declinati nei gusti classici: nocciola-cioccolato e
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gusto
nocciola-pistacchio. Più in là si penserà ad eventuali nuove varianti. E le novità non finiscono qui. A breve sentirete parlare di un altro prodotto destinato ad avere successo. Bocche cucite negli stabilimenti di Via
Slovenia. Luca non vuole anticipare ancora nulla. Di sicuro avremo a che fare con qualcosa di straordinario, frutto di tradizione, passione e creatività. «L’attesa – conferma Luca – sarà premiata».
I GUSTI CLASSICI Nocciola e cioccolato Nocciola e pistacchio Stracciatella e cioccolato SALENTINI Copeta, fondente e fichi Pasticciotto e mustazzolo Mandorla e caffè SFIZIOSI Crema al limone e cioccolato all’arancia Cubano Limone e mora Limone e maracuja
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INTOLERANCE-PROOF DELICACIES There are emotions that start from the eyes, pass through the palate and win the heart. Small waves of pleasure give happiness with every taste. Small, elegant and delicious, Spumoncini Avio are synonymous with naturalness and great skill. Created by Luca Quarta, Spumoncini combine tradition and innovation, with a wide range of classic and tasty flavours. Hazelnut, chocolate, pistachio, almond brittle, almond and coffee are just some of the ingredients of this hemispheric deliciousness. Next summer, this delicacy will be tasted by everyone, even by those who suffer from food intolerances. Indeed, a “glutenfree” version will be available, suitable for coeliac disease sufferers and people with lactose intolerance. “Food intolerances are quite widespread - Luca Quarta says. – We want to take care of these consumers, too. And we do it with all the dedication needed”. And the news does not end here. Luca does not want to reveal anything. For sure, we will deal with something extraordinary. “The wait – Luca confirms – will be rewarded”
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passione per iL mare
Adriatico o Ionio? Come leggere il tempo PH: GIORGIO CUNA
Per gli amanti degli sport acquatici la scelta della spiaggia è fondamentale, ma quasi mai facile Avere a disposizione due litorali, quasi 300 km di costa, un gran numero di località, nell’entroterra e sul mare, ricche di storia, cultura, e bellezze naturali, non è poca cosa: queste caratteristiche fanno del Salento uno dei luoghi più affascinanti e una delle migliori mete turistiche. Ciò che rende ancor più particolare questa “penisola della penisola” non è tanto il fatto che sia circondata per tre quarti dal mare, ma soprattutto che abbia una posizione “strategica” nel mar Mediterraneo, ad un passo dall’area balcanica, poco a nord della calda area nord-africana. Il Salento ha un proprio micro-clima, allo stesso tempo caldo, umido, mite e ventilato, e per tali ragioni, spesso, risulta non facilmente comprensibile e valutabile 96 97
da chi mastica poco la meteorologia. Negli ultimi mesi, a causa dei cambiamenti climatici in corso, i più importanti modelli di previsione sono diventati meno attendibili, e quindi scegliere, per esempio, la spiaggia migliore dove poter fare il bagno, o praticare sport marini come la vela, il windsurf, il surf da onda, il kitesurf, il paddle surf, oppure il diving, lo snorkeling, la canoa, è diventata un’operazione assai complicata. Vi è mai capitato di optare per una località immaginandovela con il mare calmo, il sole caldo e il cielo limpido, e una volta arrivati a destinazione, accorgervi che era esattamente il contrario? È una cosa molta antipatica, ma altrettanto frequente. Cerchiamo dunque di raccontarvi, grazie alla nostra esperienza ormai
ventennale di assidui frequentatori del mare salentino, come potrebbe essere scelta la spiaggia ideale alla vostra attività, una volta consultata la previsione meteo-marina. In generale, nel Salento, l’estate è caratterizzata da prevalente stabilità, grazie all’arrivo dell’alta pressione anticiclonica, con cielo sereno, caldo intenso e assenza di fenomeni temporaleschi. Si possono però verificare degli eventi isolati di instabilità, dovuti al forte calore e al livello di umidità che da noi è sempre alto, come per esempio temporali improvvisi con forti raffiche di vento sul litorale ionico nel mese di agosto, oppure giornate di forti venti provenienti da nord che sferzano il litorale adriatico in tutto il periodo estivo. L’inverno è decisamente più
di carlo morelli/ A SINISTRA, MAURIZIO CHIESA IN AZIONE CON IL WINDSURF A FRASSANITO; A DESTRA, ALBA DI NOVEMBRE NEL BASSO IONIO; IN BASSO, BASE ESTIVA PER I SURFISTI DA ONDA A SAN FOCA - LI MARANGI
PH: GIACOMO BRUNO
SI POSSONO VERIFICARE DEGLI EVENTI ISOLATI DI INSTABILITÀ, DOVUTI AL FORTE CALORE E AL LIVELLO DI UMIDITÀ CHE DA NOI È SEMPRE ALTO PH: CARLO MORELLI
TAVOLE DA SUP IN PISCINA PER IL SUP FITNESS
Torre Chianca, Frigole, San Cataldo: nelle marine vicine al capoluogo si avrà mare calmo con venti da O-SO-S; mare mosso e ventoso con venti da SE-E-NE-N-NO.
movimentato, a causa dell’arrivo nel Mediterraneo di tutte le perturbazioni di origine atlantica che, entrando dalla Francia o da Gibilterra, scendono giù dal Mar Tirreno e investono tutta la penisola, trasformandosi, una volta giunte in Salento, nelle classiche sciroccate autunnali. Inoltre in questo periodo
sono presenti anche i flussi di aria gelida dai Balcani, che si trasformano in forti venti di Tramontana o Grecale. Alla luce di queste considerazioni di carattere generale, si può “indovinare”, in linea di massima, come sarà il mare nelle principali località salentine a seconda del vento calcolato dalla previsione meteo.
San Foca, Roca, Torre dell’Orso, Otranto: queste località della costa adriatica si trovano nella posizione in cui la costa inizia a degradare nascondendosi, più a sud, dai quadranti del nord; si avrà mare calmo con venti da NO-O-SO e mari mossi e onde medio-basse con venti da N-NE-E-SE. Santa Cesarea, Castro, Marina di Novaglie: questo affascinante tratto di scogliera alta e degradante risulta riparato e con mare calmo quando i venti
SURF IN SALENTO
passione per iL mare
NEGLI ULTIMI MESI, A CAUSA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI IN CORSO, I PIÙ IMPORTANTI MODELLI DI PREVISIONE SONO DIVENTATI MENO ATTENDIBILI
nell’entroterra e comunque più a nord il cielo è nuvoloso e piovoso, proprio lì si può trovare il cielo sereno con il sole caldo che mantiene la temperatura dell’aria anche due o tre gradi sopra la media locale. soffiano da NO-N-NE; viceversa mosso e con onde spettacolari che si abbattono sulla scogliera quando i venti soffiano da E-SE-S. Santa Maria di Leuca: questo magico paesino di mare merita una menzione a PASSEGGIATA IN SUP A SAN CATALDO - PH: ALESSIA RAHO
parte per la sua particolare posizione. Ultimo lembo di terra che si affaccia su una sconfinata porzione di Mar Mediterraneo, rappresenta il primo avamposto a essere toccato dalle perturbazioni che giungono da sud, e l’ultimo ad essere sfiorato dai gelidi venti di tramontana. Spesso, mentre
Gallipoli, Porto Cesareo, Torre Lapillo: queste località turistiche del medio Ionio avranno sole e mare calmo con venti da NO-N-NE; mare mosso con vento forte e rafficato e onde alte con perturbazioni provenienti da O-SO-S-SE.
ADRIATIC OR IONIAN SEA? FOR WATER SPORTS ENTHUSIASTS, THE CHOICE OF BEACH IS FUNDAMENTAL Two coasts, 300 km of coastline, a large number of places rich in history, culture, and natural beauty, make Salento one of the best tourist destinations. Mostly surrounded by sea, Salento has a “strategic” position in the Mediterranean Sea and its own micro-climate – warm, wet and windy. In the last few months, due to the current climate change, the most important weather forecast models have become less reliable. Let us tell you how to choose the most suitable beach for you. In Salento, summer is usually hot. Sudden thunderstorms and strong winds are isolated cases. In the light of these considerations, we can “guess” how the sea will be in the main places in Salento. Torre Chianca, Frigole, San Cataldo: calm sea with winds from W-SW-S; rough and windy sea with winds from SE-E-NE-N-NW. San Foca, Roca, Torre dell’Orso, Otranto: calm sea with winds from NW-W-SW; rough sea and low-moderate swells with winds from N-NE-E-SE. Santa Cesarea, Castro, Marina di Novaglie: calm sea with winds from NW-N-NE; rough sea and spectacular waves, with winds from E-SE-S. Santa Maria di Leuca: overlooking a vast portion of the Mediterranean Sea, it has often clear skies and hot sun, with temperatures above the local average. Gallipoli, Porto Cesareo, Torre Lapillo: sunny and calm sea with winds from NW-N-NE; rough sea with strong winds and heavy swells with bad weather from W-SW-S-SE.
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SALUTE
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di mariella tamborrino/foto pierpaolo schiavone
LIFE walking
Camminare per vivere. Non è un semplice esercizio fisico, è la via per il benessere e per la salute del corpo e dell’anima Passo dopo passo, alla conquista della salute, muovendo corpo e anima nella direzione giusta, quella che conduce al benessere. Si chiama life walking, ed è una passeggiata particolare, una camminata, come suggerisce lo stesso nome, per la vita. Andatura svelta e braccia oscillanti, la tecnica richiama quella del fit walking. Eseguito correttamente, questo esercizio
fisico aiuta a bruciare calorie, a combattere lo stress e soprattutto a creare le condizioni ideali per prevenire le malattie. Ma, cosa più importante, in alcuni casi è una vera e propria terapia per superare mali terribili. Testimone e, al tempo stesso, promotore di questa disciplina salutistico-sportiva che a Lecce, in un paio di anni, ha raggiunto risultati ragguardevoli in termini
di appassionati, è Nicola Ciannamea, ortopedico leccese, la cui storia personale si intreccia inevitabilmente con questo sport e con la speranza di una rinascita. Tutto comincia con la scoperta di un tumore. Un’amara sorpresa che lo porta a vivere tutto un ventaglio di emozioni: sorpresa, paura, dolore, ma soprattutto voglia di combatterlo e sconfiggerlo. Dopo l’intervento e la cure specifiche
SALUTE
tutto L’ anno
TUTTO COMINCIA CON LA SCOPERTA DI UN TUMORE. UN’AMARA SORPRESA CHE LO PORTA A VIVERE TUTTO UN VENTAGLIO DI EMOZIONI a cui ci si sottopone, Nicola prende in mano la sua vita, anzi, la afferra per il bavero. Ritrova dentro di sé un’energia formidabile che lo porta ad esplorare una serie di attività, non solo fisiche, per poter riemergere da una situazione che minaccia il suo equilibrio interiore. Marzo 2014: la risposta alle sue domande non arriva solo dal mondo scientifico. Nei suoi piedi trova gli strumenti per risalire la china e per allontanarsi da quel buco nero che minaccia di inghiottirlo. Scarpe comode, volontà di ferro e determinazione, inizia la sua camminata personale per la vita. Accanto a lui, come sempre, l’inseparabile moglie Nori che abbraccia con entusiasmo questa nuova avventura. Un’idea semplice che tuttavia, proprio nella sua naturalezza, racchiude valori alla portata di tutti. Gli esperti lo sostengono da sempre: camminare è lo sport più antico del mondo. Allontana lo stress, permette di tenere in allenamento corpo e mente. È meno 102 103
traumatico della corsa ed è adatto a tutti. Anche a Nicola che, reduce da lunghe cure che lo hanno spossato nel fisico e nell’umore, passo dopo passo recupera le energie perdute, ritrova il vigore e soprattutto il buonumore di un tempo. «Mi sono affidato alla medicina – racconta – ho fatto tutto ciò che andava fatto: intervento, chemio, controlli. Ho eseguito alla lettera tutto ciò che mi veniva detto dai colleghi. Poi ho sentito dentro di me l’esigenza di muovermi, di fare qualcosa per me stesso. Ho avvertito una forza interiore e profonda che, come una molla, ha fatto scattare questo meccanismo di difesa e rinascita». E così, con le ali ai piedi si è mosso verso nuove consapevolezze. «All’inizio eravamo pochi, ma nel giro di qualche mese il gruppo è cresciuto. Adesso siamo una cinquantina, più o meno, a vivere l’emozione del life walking». I “camminatori serali” si incontrano tre volte a settimana: lunedì, martedì e mercoledì. L’appuntamento è intorno alle
20.30 in piazza Partigiani, a Lecce. Un saluto al volo, l’attesa degli immancabili ritardatari e poi via, si parte. Freddo, caldo, vento: non li ferma nulla. Il percorso totale da coprire è di circa dieci chilometri. Si attraversa viale Aldo Moro, si continua per via Roma e alla fine si raggiunge piazza Madre Teresa di Calcutta. È un momento di confronto, di condivisione e di scambio reciproco. Chi partecipa al life walking fa qualcosa che va oltre la semplice camminata. Nascono nuove amicizie, si cementano quelle vecchie, si vive la dimensione del gruppo. Una sorta di famiglia allargata all’interno della quale c’è chi ha combattuto o sta ancora combattendo contro malattie, diciamo così, “impegnative”. Ed il suono dei passi è il ritmo che aiuta ad allontanare tutte le energie negative. «È un modo per dare un senso alla vita. Nel corso delle nostre passeggiate – aggiunge Nicola – abbiamo la possibilità di meditare, di ritrovare il centro di noi
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SALUTE
tutto L’ anno
I “CAMMINATORI SERALI” SI INCONTRANO TRE VOLTE A SETTIMANA L’APPUNTAMENTO È INTORNO ALLE 20.30 IN PIAZZA PARTIGIANI, A LECCE stessi, pur vivendo un’avventura corale che conduce alla pace, alla libertà e al benessere». L’avventura ha conquistato anche il mondo social. Su Facebook, infatti, sono stati creati due appositi gruppi di discussione: “Quelli che la guarigione la creano” e “Passo dopo passo verso la quiete del sé (camminare meditando)”, uno complementare all’altro, fonte di ispirazione per i neofiti e al tempo stesso piattaforma veloce attraverso la quale i seguaci 104 105
possono comunicare fra di loro. C’è da aggiungere che le passeggiate hanno anche il sapore della natura. In particolare quelle organizzate in riva al mare, per esempio o nel meraviglioso universo dell’oasi naturale delle Cesine. Contesti che rendono ancora più efficace l’effetto della camminata. «Non ci ferma nemmeno la pioggia – conclude sorridendo il nostro amico – tutto diventa armonia se sappiamo coglierne gli aspetti più profondi».
Già l’armonia. Un bene prezioso da cui partire per allontanare negatività e stress. Basta saper collegare testa, cuore, piedi. Un passo dietro l’altro ed il cambiamento lo costruiamo noi stessi. «I benefici sono molteplici e sono sotto gli occhi di tutti. Con la mia esperienza personale posso testimoniare quanto sia efficace questa disciplina. Non è avventato paragonarla ad un farmaco, potente, adatto a tutti. L’unico senza controindicazioni». E non occorre nemmeno la ricetta.
LIFE WALKING THE WAY TO THE HEALTH OF BODY AND SOUL It is similar to fit walking; it is a walk for life. It helps burn calories, combats stress and prevents diseases. In some cases, it is a real therapy to overcome terrible diseases. Nicola Ciannamea, a Lecce’s orthopedist, is the promoter of this discipline. It all begins with the discovery of a tumor. After the operation and the specific care, wishing to cope with a
situation that is threatening his inner balance, Nicola explores a range of activities. In March 2014, he understands that life walking is the tool to overcome long-standing obstacles. With him, there is his inseparable wife Nori. Walking dismisses stress and trains body and mind. It represents a simple idea, suitable for everyone. Step by step, Nicola recovers energy and good-humouredness. «I felt deep inside me an inner strength that triggered this mechanism of rebirth». «At the beginning, we were few; now we are
fifty or so, living the emotion of life walking». The “evening walkers” meet three times a week. They walk for about ten kilometers, sharing opinions and experiences. A kind of extended family where there are people that have fought or are fighting against a “challenging” disease. The rhythm of the steps helps to remove all negative energies. «During our walks – Nicola adds – we have the opportunity to meditate while living a choral dimension that leads to peacefulness, freedom and wellbeing». Walks have the flavor of nature. In particular, those organized by the sea, in the wonderful universe of the natural oasis Le Cesine. «Everything becomes harmony if we know how to grasp its deeper aspects». We just need to connect head, heart and feet. Step by step, we create the enhancement. «The benefits are evident to all. I can testify the effectiveness of this discipline. It can be considered as a powerful remedy, suitable for everyone».
Il fit walking nasce nel 2001 da un’idea del campione olimpionico Maurizio Damilano. La tecnica è molto semplice. Tutto parte dai piedi che determinano il movimento del corpo. Il contatto col terreno avviene con il tallone e deve essere ben accentuato. Poi si passa alla “rullata”, l’appoggio a pianta piena, leggermente spostata verso l’esterno con una spinta vigorosa sino alla punta delle dita. Le braccia, piegate a 90 gradi, con il loro movimento oscillatorio danno forza alla camminata. Fit walking was created in 2001 from an idea of the Olympic champion Maurizio Damilano. Everything begins from feet. The contact with the ground passes from the heel to the toe. The arms at right angles give strength to the walk.
CULTURA
musica
Si accende la Fòcara, esplode la musica
Grande successo a Novoli per gli eventi musicali collegati al rito tradizionale dell’accensione della pira alta 25 metri C’è una enorme fòcara, alta 25 metri e costruita secondo un rito antico e puntuale con oltre 90 mila fascine, che arde a Novoli, nel cuore del Salento e del Mediterraneo. Lo spettacolo si ripete ogni anno, durante la notte fra il 16 e il 17 gennaio, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, santo protettore del fuoco, dei contadini, degli allevatori e degli animali domestici. Una tradizione religiosa che, nella città del nord Salento, è diventata anche sinonimo di grande evento. Da qualche anno, infatti, ad accompagnare 106 107
i tre giorni di festeggiamenti per il santo patrono di Novoli, c’è un ricco calendario di appuntamenti culturali e musicali, allestito dalla Fondazione Fòcara di Novoli. Tre le anteprime di lusso ospitate al Teatro Comunale, nei giorni immediatamente precedenti l’accensione della Fòcara, che hanno visto come protagonisti d’eccezione il pianista e compositore neretino Francesco Libetta, la cantante Antonella Ruggiero e la band dei Marlene Kuntz. Quindi è stata la volta del programma ufficiale del Fòcara Festival, la tre giorni
di concerti e dj set a cura di Loris Romano (organizzata in collaborazione con Coolclub). Sul palco principale in Piazza Tito Schipa si sono alternati artisti nazionali ed internazionali, mentre, poco distante, è stata allestita una “electro-tenda” dedicata alla musica elettronica, che ha ospitato alcune delle star del genere, fra le quali Branko, il più importante dj producer portoghese e Unkle, ossia James Lavelle, fondatore della Mo’Wax e talent scout imprescindibile per la musica elettronica degli ultimi venti anni.
di ilaria marinaci/foto pierpaolo schiavone
GRANDI ARTISTI AL COSPETTO DELLA FÒCARA: DA JAMES SENESE AI SUBSONICA, DALLA RUGGERO AI MARLENE KUNTZ L’accensione della fòcara è stata, come sempre, suggestiva e accompagnata da uno sfolgorante spettacolo pirotecnico. Con la pira in fiamme, è esplosa anche la musica e con lei gli entusiasmi delle migliaia di persone presenti in piazza. Momento clou è stato lo spettacolo “Passione Live”, nato da un’idea del regista americano John Turturro, con protagonisti il sassofonista James Senese e i Napoli Centrale, il groove di Raiz e gli Almamegretta, il timbro graffiante di Pietra Montecorvino, la sensualità orientale di M’Barka Ben Taleb, il raffinato operatic-pop di Gennaro Cosmo Parlato, la world Music verace degli Spakkaneapolis 55. Un mix made in Napoli già di per sé frizzante, a cui si è aggiunta la partecipazione straordinaria di Enzo Gragnaniello. Nell’aria sono risuonati con arrangiamenti nuovi e moderni i grandi classici della canzone partenopea insieme a successi più recenti, ma senza dimenticare un doveroso omaggio al
“lazzaro felice” Pino Daniele, scomparso improvvisamente proprio un anno fa. La forza della proposta musicale che accompagna la festa della Fòcara sta nella sua varietà: sul palco, infatti, ci sono stati anche i Funketti Allucinogeni, gruppo funk rock originario di
Villa Castelli, i musicisti zingari della Fanfara Ciocarlia, i Dengue Dengue Dengue, un tropical bass duo peruviano, e un fuoriclasse dub come Neil Joseph Stephen Fraser, conosciuto con lo pseudonimo di Mad Professor, accompagnato dai Brother Culture.
TARANTA E FÒCARA INSIEME, NASCE “SALENTO TUTTO L’ANNO” Si tratta di un comitato che riunisce le fondazioni che da anni organizzano i due eventi di maggior richiamo del Tacco d’Italia. Da una parte “La Notte della Taranta,” che ha portato la musica salentina in tutto il mondo, dall’altro la Fòcara di Novoli, il più grande falò d’Europa intorno al quale, in occasione dei riti legati a Sant’Antonio Abate, si radunano, a gennaio, artisti di tutte le discipline provenienti da ogni angolo del mondo. Obiettivo è quello di avviare un percorso comune per promuovere progetti condivisi in grado di dare valore al grande patrimonio culturale che lega la musica al paesaggio e agli antichi riti del Salento. TARANTA AND FÒCARA TOGETHER GIVE RISE TO “SALENTO TUTTO L’ANNO” “Salento tutto l’anno” is the Committee combining the foundations that have organized the two major events of Southern Italy over the years: “La Notte della Taranta” and the Fòcara in Novoli.
CULTURA
musica
IN PIAZZA TITO SCHIPA ANCHE LA “ELECTRO-TENT” CON I MAGGIORI NOMI DELLA MUSICA ELETTRONICA La sera successiva, l’attesa è stata tutta per il concerto dei Subsonica. Il gruppo torinese, impegnato ultimamente in un tour nei migliori club italiani con tre brani per ciascuno dei sette album pubblicati, ha scelto una scaletta originale, riuscendo ad infiammare ed emozionare il pubblico della Fòcara. Oltre alla band guidata da Samuel, si sono esibiti anche i Teenage Riot, La Municipàl, la cantau-
trice hip hop Nneka e, infine, il reggae vintage di Prince Fatty, accompagnato dal fedelissimo Horseman. Gran finale con la terza e ultima serata di concerti sul palco di Piazza Tito Schipa, affidati alla musica tradizionale dei dieci musicisti che compongono “Radici nel fuoco”, all’hip hop di Mad Dopa seguito da Munny& Street Recordz Fam e Dj Beta.
music. As always, the pyre lighting has been impressive, accompanied by a blazing fireworks display. With the lighting of the pyre, music and the thousands of people in the square have broken out. Chief attraction of the celebration has been the “Live Passion” show. Great classics of the Neapolitan song have echoed in the air, not
to mention a fitting tribute to Pino Daniele. The following night, the Subsonica band has excited and moved the audience. Other artists have gone to the stage. During the third night of concerts, the grand finale has been under the sign of the traditional music by the ten musicians that make up “Radici nel fuoco.”
FÒCARA LIGHTS UP, MUSIC EXPLODES A GREAT SUCCESS IN NOVOLI FOR THE MUSICAL EVENTS RELATED TO THE TRADITIONAL RITE OF THE LIGHTING OF THE 25-METRE-HIGH PYRE (THE SOCALLED FOCARA) There is a huge pyre burning in the heart of Salento. The show takes place every year on the occasion of St. Anthony the Abbot’s Feast. A religious tradition that has become the synonym of a great event, as a full calendar of cultural and musical events characterizes the three-day celebration. The pianist Francesco Libetta, the singer Antonella Ruggero and the band Marlene Kuntz have performed in the days immediately preceding the pyre lighting. National and international artists have appeared on the main stage, while nearby an “electro-tent” was devoted to electronic
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PORTO DI TRICASE
Comune di Tricase ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO
Salento.
OGNI GIORNO UNA SCOPERTA
CULTURA
teatro
LA PRIMA ACCADEMIA DI TEATRO DEL SALENTO
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di giorgia salicandro/foto pierpaolo schiavone
Paolo ha i capelli bianchi, Giulia un fisico e una voce da uccellino. Gabriella è un medico, nella vita parallela con cui fa quotidianamente i conti. Dario vorrebbe fermare il tempo, diviso com’è tra almeno due laboratori e altrettante compagnie, Elisa ha fatto per anni la ballerina, Chiara ha capito da grande che cosa la emoziona, Manuela lo sapeva fin da bambina. Il primo giorno è sempre una soglia. In una classe di teatro, poi, le soglie si moltiplicano esponenzialmente, tanti quanti sono i percorsi di chi vi approda, tante quante le prospettive a cui si guarda. Siamo nella sala casting del Cineporto di Lecce, la classe è quella dell’Accademia mediterranea dell’attore, la paternità dell’esperimento è di Franco Ungaro, storico cofondatore dei Canteri Koreja e ora fresco di nomina a direttore artistico del Teatro San Domenico di Crema. Sugli allievi selezionati per formare il primo gruppo assoluto della scuola biennale si condensa una scommessa che riguarda il modo stesso di concepire la pratica teatrale. Collegare le energie migliori del territorio salentino e non solo, troppo spesso estranee l’una all’altra, formare una rete, lasciare innescare liberamente il “contagio”. Per i docenti ciò significa approdare nella dimensione del seminario per condividere i propri
MICHELE SANTERAMO
“work in progress” con gli studenti. Per questi ultimi, la “rete” da intessere è soprattutto tra il “dentro” e il “fuori” dell’aula-laboratorio, tra il week end di pratica intensiva e i restanti giorni della settimana, in cui “rubare” ispirazioni dal mondo e riportarle a lezione sotto forma di “bagaglio”. Dopo aver chiuso l’esperienza trentennale con i Koreja, “fare comunità” era il progetto a cui Franco Ungaro pensava: «Creare a Lecce occasioni permanenti per la formazione avanzata in campo teatrale e artistico per frenare la fuga dei talenti dal nostro Salento». E ora, a pochi mesi di distanza, è in corso la costituzione dell’associazione Accademia mediterranea dell’attore,
con alcuni dei docenti del primo anno. Una realtà inedita, da sempre florido di corsi e aspiranti attori, ma orientato più a coltivare passioni che non ad approfondire il “mestiere”: per quello, di solito, si è sempre andati fuori. Ora non più, almeno nelle intenzioni del fondatore. I nomi dei docenti valgono la pretesa di questo “turning point”. Il primo ciclo di seminari è stato inaugurato dal regista Edoardo Winspeare. Nelle ore di recitazione cinematografica sollecita gli allievi a dimenticare la finzione. Un pugno sul tavolo, la contrazione della mascella, un sospiro: la strada giusta è una reazione che sia autentica. Partire dal corpo è ciò che esige Mario Perrotta, attore e regista premio Ubu,
CULTURA
teatro
ATTESI I SEMINARI DI TEATRO-DANZA CON GIORGIA MADDAMMA, BALLET MASTER PER IL TANZTHEATER WUPPERTAL, E LUIGI PRESICCE, A CUI È AFFIDATO L’INSEGNAMENTO DI VISUAL ART PERFORMANCE FRANCO UNGARO
che ha fatto del corpo la propria cifra stilistica e il proprio “atto politico”. Sul palco del Don Bosco e poi nelle sale del Convitto Palmieri, sperimentare le diverse qualità del movimento è, ben prima della parola, il modo suggerito agli allievi di “innescarsi” come macchine attoriali. Quella di Enza Pagliara non è una lezione con spartiti e scale. Lei, che intorno alla musica popolare ha costruito una lunga carriera di spettacolo e ricerca etnomusicale, stimola soprattutto un “affondo” verso il suono viscerale, immemore, della voce: un varco per ogni altro percorso canoro o teatrale. Così come la dizione, per Carla Guido
– attrice e direttore artistico del teatro Paisiello di Lecce – non è tanto una questione di “o aperte e chiuse”, quanto un modalità per incanalare il respiro, rendere “piena” la parola, proteggerne l’intensità. Ad Ama si è già presentato, tra gli altri, Tonio De Nitto, fondatore della compagnia Factory: a lui è affidata la regia della performance del primo anno. Con De Nitto gli allievi hanno iniziato a percorrere le vie tortuose di Medea, la cui figura imponente verrà adottata come canale di un nuovo immaginario sulle relazioni e sui luoghi. Altri incontri speciali si sono tenuti
“AMA”, THE FIRST THEATRE ACADEMY IN SALENTO We are in the Mediterranean Academy of the Actor. This experiment arises from an idea of Franco Ungaro, co-founder of Cantieri Koreja and artistic director of the San Domenico Theatre in Crema. The aim is networking the best local energies, triggering the “contagion”, weaving a “network” between the classroom-lab and the outside world, “stealing” inspirations to bring back into the classroom. Franco Ungaro’s goal is the creation in Lecce of permanent opportunities for an advanced theatrical and artistic training, in order to curb the drift of talented people from Salento. The choice of teachers confirms this “turning point”. The first series of seminars has been inaugurated by Director Edoardo Winspeare, who has prodded students into showing true reactions.
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con Fabrizio Saccomanno, Ippolito Chiarello, Luca Cortina, Fedele Congedo. Attesi invece, nei prossimi mesi, i seminari di teatro-danza con Giorgia Maddamma, ballet master per il Tanztheater Wuppertal, e Luigi Presicce, a cui è affidato l’insegnamento di visual art performance. In classe intanto gli allievi attori attendono la prossima lezione. Tra loro, certamente c’è qualcuno che rivedremo sui palcoscenici tra qualche tempo, altri, fisiologicamente, non arriveranno al “mestiere”. Volti, storie, sogni, oscillanti tra l’adrenalina del salto nel vuoto e il calcolo di un ritorno “a riva”. Tutti alla grande prova del primo anno.
Starting from the body and experiencing different kinds of movement are what actor and director Mario Perrotta requires. Ama is an innovative reality that allows expanding on the “profession” without leaving Salento. Enza Pagliara, who has based her career on folk music, has encouraged students to find a visceral sound of their own voice. According to Carla Guido, elocution is a way to channel breath, and to protect word strength. With Tonio De Nitto, director of the first-year performance, students have already begun to go along Medea’s curvy path. Meanwhile, in the classroom students are waiting for their next class. Among them, there is certainly someone we will meet again on the stages. Faces, stories, dreams, adrenaline. All to the great test of the first year.
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CULTURA
arte VITTORIO BALSEBRE, REPERTO, ANNI DUEMILA, COLLAGE SU CARTA. COLLAGE SU CARTA
Omaggio a Vittorio Balsebre Il percorso di un artista sperimentale nel Salento degli anni Settanta e oltre Ingiustamente trascurato in recenti mostre finalizzate a tirare le somme delle ricerche artistiche in Salento nel XX secolo, oltre che dal contesto accademico del territorio, Vittorio Balsebre ha rappresentato – sin dal suo arrivo a Lecce nel 1966 – una felice eccezione, anzitutto per il suo eclettico approccio di conoscenza e dialogo con l’arte e gli artisti. Non è stato difatti solo un artista visivo – nella sua lunga esperienza ha sperimentato con disinvoltura tutti i 114 115
linguaggi –, ma anche, almeno fino agli anni Ottanta, un critico militante, presentatore di mostre e recensore di progetti espositivi in spazi pubblici e privati della provincia leccese. Balsebre è morto il 29 dicembre 2013; era nato nel 1916 e aveva vissuto la sua vita, prima del definitivo trasferimento a Lecce, girovagando tra la Lucania e Roma. Tre realtà nodali per la gestazione di molte sue ricerche. Da un lato, negli anni Cinquanta, il dibattito sul fronte dell’astrazione nella capitale,
dove ha avuto modo di conoscere da vicino le indagini del Gruppo Forma 1, in particolare quelle di Piero Dorazio e Achille Perilli, e di aggiornarsi sulle novità italiane ed europee visitando assiduamente la Galleria Nazionale d’arte moderna. Con la curiosità che gli è stata propria, per indole, fino agli ultimi mesi della sua vita, fa domande, s’informa, frequenta determinati luoghi fondamentali per l’arte romana di quegli anni, e il suo alfabeto visivo muta, si evolve, subi-
di lorenzo madaro/
PH: ARCHIVIO LORENZO MADARO
VITTORIO BALSEBRE NEL 2010
BALSEBRE È MORTO IL 29 DICEMBRE 2013; ERA NATO NEL 1916 E AVEVA VISSUTO LA SUA VITA, PRIMA DEL DEFINITIVO TRASFERIMENTO A LECCE, GIROVAGANDO TRA LA LUCANIA E ROMA. TRE REALTÀ NODALI PER LA GESTAZIONE DI MOLTE SUE RICERCHE IN ALTO A DESTRA: SENZA TITOLO, ANNI DUEMILA, PENNARELLI E COLLAGE SU CARTA, CM 33X48. COLLEZIONE PRIVATA. A DESTRA: SENZA TITOLO, ANNI OTTANTA, COLLAGE SU CARTA. COLLEZIONE PRIVATA
sce evidenti influenze. Successivamente approda a Matera, all’epoca in pieno fermento grazie all’attività del circolo La Scaletta e all’arrivo di Lucio Del Pezzo e di altri artisti, dove vive la scoperta dell’annullamento della forma e l’utilizzo delle terre e dei materiali, da impiegare nelle sue composizioni materiche su cartoni pressati e tavole di risulta. Ha tutto inizio in quel periodo, a cavallo tra gli anni Cinquanta e il decennio successivo. È in quei contesti che tralascia del tutto la figurazione
per confrontarsi con la sperimentazione informale. La sua vorace creatività l’ha spinto a interfacciarsi con la pittura, il disegno, il collage, il video, l’installazione e la fotografia. In una recente mostra-omaggio che chi scrive gli ha dedicato nella galleria Foresta di Lecce (ottobre 2014) – siamo stati legati a un’amicizia profonda e una collaborazione assidua, ampiamente documentata – sono stati esposti i collage di un periodo circoscritto della sua indagine, ovvero gli ultimi dieci anni di
attività, provenienti dalla collezione degli eredi, i figli Gianluigi e Tiziana, e da alcune raccolte private, come anteprima di un progetto espositivo retrospettivo già avviato, che però necessiterà di una gestazione più lenta e di uno spazio espositivo più ampio, probabilmente a Matera (e subito dopo a Lecce). Queste opere sono state elaborate il più delle volte con carte di riviste, quotidiani e depliant pubblicitari, e raramente con altri inserti, i collage – tutti di dimensioni medie e piccole – compendiano l’interesse per la materia, l’attenzione all’immagine prelevata (modelle, volti noti di politici o attori) e al carattere tipografico, che sin dagli anni Settanta, in concomitanza con la sua attenzione nei confronti delle indagini verbo-visive, hanno avuto un’importanza notevole in molti suoi lavori. Assembla fogli, realizza composizioni, preleva quelle frasi degne, legate alla storia, all’arte e alla vita: per Balsebre questa diventa una pratica costante,
CULTURA
arte
ASSEMBLA FOGLI, REALIZZA COMPOSIZIONI, PRELEVA QUELLE FRASI DEGNE LEGATE ALLA STORIA, ALL’ARTE E ALLA VITA: PER BALSEBRE QUESTA DIVENTA UNA PRATICA COSTANTE, COSÌ COME LA SCRITTURA MANUALE, CHE SUL RETRO DEL FOGLIO DI CARTA TORNA UTILE PER NARRARE LA PROPRIA ESPERIENZA SENZA TITOLO, 1964, COLLAGE SU CARTA. CAMPI SALENTINA, COLLEZIONE PRIVATA
A SINISTRA: SENZA TITOLO, 1964. COLLAGE SU CARTA. CAMPI SALENTINA, COLLEZIONE PRIVATA IN BASSO: SENZA TITOLO 2015. COLLAGE SU CARTONCINO, CM 48X33. COLLEZIONE PRIVATA
così come la scrittura manuale, che sul retro del foglio di carta torna utile per narrare la propria esperienza, i pensieri reconditi sugli amici o anche su questioni più generali. Il foglio di carta per Balsebre è anzitutto una pagina di diario, da riempire con annotazioni – dalle più banali, o apparentemente tali, a quelle più compiute, frutto di lunghe riflessioni – e dati, anche polemici, oltre che tristi, soprattutto negli ultimi anni della sua esistenza, quando
non ha più potuto esercitare il confronto diretto con molti suoi compagni di strada, poiché l’età avanzata l’ha costretto a non uscire più dalla sua casa-studio. Sarebbe interessante – soprattutto per le giovani generazioni di artisti attivi in Salento nell’ultimo decennio, che non l’hanno potuto conoscere e frequentare – vedere le sue opere, dalle storiche a quelle più recenti, in uno spazio pubblico, così com’è stato per altri nomi suoi pari (e non solo).
HOMAGE TO VITTORIO BALSEBRE THE PATH OF AN EXPERIMENTAL ARTIST IN SALENTO SINCE THE 1970S Unjustly neglected, Vittorio Balsebre has represented – since his arrival in Lecce in 1966 – a happy exception among Salento artists, primarily for his eclectic approach to knowledge and dialog with art. He was a visual artist who experimented all languages, but also a militant reviewer and an exhibition presenter. Before his definite transfer to Lecce, Balsebre had spent his life between Lucania and Rome. Three key realities for much of his research. With his innate curiosity, he studied and attended fundamental places for the Roman art. His visual alphabet evolved. Later, he
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arrived at Matera, where he discovered the annihilation of the shape and the use of different materials. Everything began at that time, between the 1950s and the 1960s. His voracious creativity pushed him to interface with painting, drawing, collage, video, art installation and photography. In October 2014, collages of the last ten years of his activity were included in an exhibition, as a preview of a retrospective project that has already been started, although it requires a larger exhibition space. To Balsebre, the paper sheet was first and foremost a diary page to fill with notes and data – polemical or even sad, especially when the old age forced him not to leave his home-studio. It would be interesting, in particular for those who have not had the opportunity to know him yet, to see his works in a public space, as it has been for other artists.
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MODERNA, VIVACE, RICCA DI FASCINO, È LA CITTÀ CHE NON TI ASPETTI Situata nel cuore della penisola balcanica, Belgrado è una città da visitare con gli occhi e da ammirare col cuore. Arte, cultura e tradizioni qui si mescolano con un paesaggio mozzafiato che riempie l’anima di chi ha il privilegio di ammirarlo. Capitale della Serbia, città tra le più affascinanti d’Europa, stretta nell’abbraccio dei fiumi Sava e Danubio, un autentico spettacolo della natura che si può ammirare dalla Fortezza (Kalemegdan), una 118 119
delle costruzioni più antiche di Belgrado, monumento culturale di innegabile importanza insieme al suo parco. L’attività economica del giorno cede il passo ad una vita notturna vivace e brillante che coinvolge tanto i residenti quanto i turisti. E sì, i visitatori sono sempre di più, Belgrado è una città che piace. Ovviamente la zona più gettonata è quella centrale. A partire da Ulica Knez Mihailova, il cuore pulsante insieme a
Piazza della Repubblica, luoghi ideali per gli amanti dello shopping. Una delle icone della capitale serba è senz’altro la statua a cavallo di Knez Mihailo Obrenovic, scelta da molti giovani del posto come punto di ritrovo. Altro punto di ritrovo è il quartiere bohèmien di Skadarlija, paragonato a Montmartre: ricco di ristoranti, bar, trattorie, le famose kafana, un tempo luoghi ideali per scambi culturali, oggi angoli di piacere.
di redazione/foto per gentile concessione di tourist organization of belgrade
LA FORTEZZA
TEMPIO DI SAN SAVA
CAFFÉ SUL DANUBIO
I turisti si innamorano di Belgrado al primo sguardo. Sarà per i suoi monumenti tra i quali il Tempio di San Sava, il Palazzo Reale, la Cattedrale; sarà per i musei, come quello Nazionale, il Museo dell’Aviazione – dove sono esposti più di 200 modelli di velivoli storici – o la “Casa dei Fiori”, dove si trova la tomba del Maresciallo Tito, sta di fatto che ogni anno si registra un trend sempre crescente di visitatori che oltre a vivere il centro storico si sono appassionati in
particolare a Ada Ciganlija, un’isola del fiume Sava, che nel 1967 fu modificata con l’innalzamento di apposite dighe e che ora è, a tutti gli effetti, il mare dei belgradesi. Questa perla fa il paio con gli splavovi, cioè zattere o barche trasformate in club galleggianti, ristoranti, bar e locali notturni, di solito ancorate sulle sponde dei fiumi Sava e Danubio. Impossibile, per chi visita questa città dalle mille sorprese, non passare per Mikser
House, nel vivacissimo quartiere di Savamala. Si tratta di un importante centro di aggregazione culturale, una sorta laboratorio per scambi dal sapore artistico, luogo ideale per concerti, eventi e mostre. Ultimo, ma non per importanza, è l’aspetto gastronomico. La cucina serba in generale, e quella di Belgrado in particolare, risentono delle influenze mediterranee, ungheresi, turche ed austriache. Piatti saporiti e abbastanza speziati, si accompagnano a vini corposi. Da consumare nelle già citate kafana, trattorie nate anche per socializzare. Vale la pena assaggiare la corba, minestra a base di interiora di vitello, la srpska gibanica, sfoglia ripiena di kajak, un formaggio fresco, e uova oppure la pljeskavica, un misto di carni grigliate (manzo, maiale, agnello e vitello) insaporite con la cipolla. Specialità da non perdere sono i rinomati cevapi (involtini di carne tritata variamente speziati). Il tutto accompagnato dal prokupac,
IN VIAGGIO
BeLgraDo
UNA DELLE COSTRUZIONI PIÙ ANTICHE DI BELGRADO È LA FORTEZZA (KALEMEGDAN), MONUMENTO CULTURALE DI INNEGABILE IMPORTANZA INSIEME AL SUO PARCO tipico vino rosé scuro che prende il nome dall’omonino vitigno. Per digerire basta mezzo bicchiere di rakija, distillato di frutta che, nella fermentazione, raggiunge un’importante gradazione alcolica. Per chiudere in dolcezza non si può rinunciare alle palacinke, crepes dolci che hanno diversi ripieni tra cui quello di marmellata e di cioccolata. Tuttavia, nonostante le numerose declinazioni, le più apprezzate rimangono le pala’c’inke sa orasima (crepes alle noci). Con pochi soldi si mangia bene dappertutto. Il turista si imbatterà sempre in locali accoglienti e personale alla mano, l’aria che si respira è familiare e semplice, un mix che piace e che
rende unico il soggiorno in questa terra davvero ospitale. Zaino in spalla e via, tra storia e folklore, alla scoperta delle meraviglie di questa città considerata tra le capitali “più verdi” d’Europa, crocevia tra Oriente ed Occidente, anni luce lontana dal TEMPIO DI SAN SAVA
BELGRADE Belgrade mixes art, culture and traditions in a breath-taking landscape. It is located at the confluence of the Danube and Sava rivers, a true wonder of nature that can be seen by the Fortress (Kalemegdan) – one of the most ancient cultural monuments in Belgrade. Daytime economic activities give way to a lively nightlife. The most popular area is the city centre, starting from Ulica Knez Mihailova and the Republic square. One of the icons of the Serbian capital is the equestrian statue dedicated to Knez Mihailo Obrenovic. Another meeting-place is Skadarlija, a Bohemian neighbourhood with many restaurants, bars and the well-known kafanas. Every year, there is an increasing trend of visitors living the old town
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periodo buio della guerra in Kosovo. Ricca di fascino e sempre in fermento, è stata definita la Berlino dei Balcani per la sua effervescente vita notturna. Tra discoteche, pub e caffetterie, gli amanti delle ore piccole non hanno che l’imbarazzo della scelta.
and Ada Ciganlija, an island in the Sava river, with its typical splavovi (i.e. floating clubs, restaurants and nightclubs). Mikser House, in the lively neighbourhood of Savamala, is the ideal place for concerts, events and exhibitions. The Serbian cuisine presents tasty and quite spicy dishes, accompanied by full-bodied wines. Tasting typical dishes - corba, srpska gibanica, pljeskavica, cevapi – is worthwhile. Everything accompanied by prokupac, a typical dark rosé wine. To digest, nothing is better than rakija, a highly alcoholic fruit distillate. To end on a sweet note, there are the palacinke, the typical pancakes. Between history and folklore, this city – one of the “greener” capitals in Europe, a crossroads between East and West – is full of charm.
FARAGLIONI DI SANT’ANDREA
Comune di Melendugno ASSESSORATO AL TURISMO
Salento.
OGNI GIORNO UNA SCOPERTA