Salento Review - Anno VII - Numero uno

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TERRITORIO

Intervista alla direttrice del MarTa, tra i più importanti musei italiani

MOSTRE

Nel complesso degli Agostiniani, a Lecce, Van Gogh tra reale e virtuale ANNO VII – n. 1 € 4,50 – € 3,00

SPECIALE

Matera 2019: l'appuntamento con la storia, gli eventi, la cucina

WITH ENGLISH ABSTRACTS




som

Puglia www.365giorniinpuglia.it

anno VII – numero 1 FOTO DI COPERTINA Borgo Egnazia – Savelletri (BR) PH: Giorgio Baroni DIRETTORE RESPONSABILE Gabriele De Giorgi REDAZIONE Mariella Tamborrino (redazione@365giorniinpuglia.it) DIREZIONE GRAFICA Michele Ortese (grafica@365giorninpuglia.it) COLLABORATORI: Barbara Andreetti, Marcella Barone, Paolo Conte, Ilaria Florio, Fabio Antonio Grasso, Lorenzo Madaro, Francesca Mandese, Ilaria Marinaci, Aurora Mastore, Eleonora Leila Moscara, Jessica Niglio, Fabiana Pacella, Annachiara Pennetta, Fiorella Perrone, Giorgia Salicandro. TRADUZIONI: Sabrina Liberti FOTO e VIDEO: Massimo Centonze COLLABORAZIONI FOTOGRAFICHE: Pierpaolo Schiavone, Andrea Stella, Dalila Dimitri, Andrea Centini, Samuele Vincenti. COLLABORAZIONE GRAFICA: Roberto Mariano VIDEO: Massimo Centonze WEB: Vito Domenico Amodio, Arianna Moscatello SOCIAL MEDIA MANAGER: Annachiara Pennetta RESPONSABILE DISTRIBUZIONE: 365 giorni in Puglia s.r.l.s. RESPONSABILE BTM: Mary Roberta Rossi Si ringraziano: Regione Puglia e l’Assessore al Turismo Loredana Capone; l’agenzia Pugliapromozione; sindaci e amministratori dei Comuni di Lecce, Brindisi, Taranto, Gallipoli, Melendugno, Nardò e Galatina; l’Università del Salento; tutte le edicole nelle quali Salento Review è messo in vendita. Si ringraziano inoltre AirDolomiti, e tutti i partner del progetto, Borgo Egnazia per la foto di copertina, gli abbonati alla rivista e lo staff di BTM 2019.

www.salentoreview.it – info@salentoreview.it EDIZIONI, PUBBLICITÀ E DISTRIBUZIONE

Via Pozzuolo, 77 73100 Lecce (LE) Tel. 0832.402381 info@365giorniinpuglia.it

6 5. EDITORIALE

territorio LECCE

6. Una nuova vita per Sant’Oronzo TARANTO

18. “Il MarTA è la nuova casa dei tarantini”

40.

LECCE Illuminando l’antica Giudecca BORGAGNE

58. Borgoinfesta: da essere a fare comunità

e storico della città di Otranto

storie LIBRERIA PUPILLA

30. Occhi aperti sui libri in uno spazio a misura di bambino CREAZIONI

68. Il Salento diventa gioiello MESTIERI

74. Un garage all’americana e un Maggiolone truccato alla Fast and Furious

STAMPA

Antezza Tipografi srl Zona Industriale La Martella, Matera (MT) È vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle foto senza il permesso dell’Editore. Chiuso in redazione il 5 Aprile 2019 ISCRITTO AL N. 7 DEL REGISTRO DELLA STAMPA DEL TRIBUNALE DI LECCE 2 MAGGIO 2013 – CRON. N. 18/2013 Annotato mutamento al n. 7/2013 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 23 gennaio 2018.

OTRANTO

88. La Torre del Serpe, luogo misterioso

natura ITINERARI VISITA IL BLOG MAGAZINE WWW.SALENTOREVIEW.IT

48. La via dell'acqua: un Sud diverso lungo 500 chilometri


mario 82 104 pubbliredazionali 12. BTM 2019 Eventi

24. PUGLIAPROMOZIONE Territorio

mostre ARTE

82. Van Gogh, the immersive experience

cultura MUSICA

36. CDSHOTELS Strutture ricettive

44. FEDERTERZIARIO Territorio

54. VIVOSA APULIA RESORT Strutture ricettive

64. VALLE D'ITRIA Territorio

92. Dalle cantine ai festival, la musica fermenta

71. ALMAROMA

LETTERATURA

78. ACAYA GOLF RESORT & SPA

98. «La disperazione è una molla»

STREET ART

Servizi Strutture ricettive

86. COMUNE DI MELENDUGNO Territorio

104. Dalla città al mare

96. PASTA D'ÉLITE

sport SCHERMA

102. COMUNE DI GALLIPOLI

112. Con il campionato nazionale di scherma vince anche il turismo

112

Ristorazione Territorio

108. LET'S GO GUIDES Servizi

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TEL./FAX 0832.243811 www.orestetroso.it info@orestetroso.it


EDITORIALE

GABRIELE DE GIORGI

L’orizzonte di questa rivista è stato, sin da subito, molto più ampio dei confi ni della provincia di Lecce, quelli del Salento strettamente inteso. Il nostro sguardo, in un secondo momento, si è allungato anche oltre i confi ni della vecchia Terra d’Otranto, con incursioni sempre più frequenti nella parte settentrionale della regione, per esempio nella Puglia federiciana. Con altrettanta naturalezza abbracciamo ora Matera, che con pieno merito si è aggiudicata il riconoscimento di Capitale Europea della Cultura per il 2019 e che entra, proprio in questi mesi, nel vivo del ricco cartellone di eventi allestito per una irripetibile occasione. Diversamente, del resto, non potrebbe essere: la contiguità con la nostra Puglia e il fascino del paesaggio rendono la Basilicata tutta una peculiarità, in gran parte ancora da valorizzare. Le pagine dedicate a Matera 2019 sono dunque un omaggio all’unicità di una parte del Mezzogiorno da cui ci sentiamo irresistibilmente attratti per la sua autenticità di stampo rurale che, dopo essere stato il volto di una certa “arretratezza”, può darci insegnamenti molto utili in tema di sviluppo del turismo in chiave sostenibile. Since the beginning, the horizon of this magazine has been much wider than the boundaries of the province of Lecce, those of Salento strictly speaking. Later, our look has extended even beyond the borders of the ancient Land of Otranto, with increasingly recurring intrusions in the northern part of the region, for example in Frederick's Apulia. With the same naturalness, we are now including Matera, which has been awarded with full merit as the European Capital of Culture for 2019, and which is getting in these months to the heart of the rich programme of events organised for an unrepeatable occasion. After all, it could not be otherwise: the contiguity with our Apulia and the charm of its landscape make the whole Basilicata a peculiarity, largely still to be enhanced. The pages dedicated to Matera 2019 are, therefore, a tribute to the uniqueness of a part of the South of Italy to which we feel irresistibly attracted for its rural authenticity that – after having been the face of a certain "backwardness" – can give us very useful lessons in terms of sustainable tourism development.

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TERRITORIO

LECCE

Una nuova vita per Sant’Oronzo La statua simbolo di Lecce è oggetto di un meticoloso restauro: le sue condizioni appaiono compromesse Succede che anche i santi, di tanto in tanto, debbano sottoporsi ad un accurato restyling. Nel caso della statua di Sant’Oronzo, che svetta sulla colonna al centro dell’omonima piazza di Lecce, la situazione è più grave. Il simulacro del santo patrono, in base alle accurate indagini diagnostiche effettuate, non gode

affatto di buona salute tanto che – nel corso delle fasi preliminari dei lavori di restauro condotti dalla ditta Emilio Colaci Restauri di Alessano – si è deciso di portare giù la statua con una gru, una gabbia per continuare a prendersene cura a terra. Dall’inizio di febbraio, quindi, Sant’Oronzo ha trovato casa


di ilaria marinaci/foto massimo centonze

nell’androne principale di Palazzo Carafa, sede del Comune, con affaccio su via Rubichi. L’area del cantiere è stata delimitata da una vetrata che permette a tutti i passanti di poter ammirare, ad una distanza ravvicinata e inedita, l’opera nelle sue imponenti dimensioni e di seguire, contestualmente, anche l’avanzamento dei lavori, finanziati con lo strumento della sponsorizzazione artistica, attraverso banner pubblicitari che, per tutta la durata dell’intervento, occupano i quattro lati dell’impalcatura che nasconde, in piazza, la colonna, ora orfana della sua preziosa sommità. Il portone dell’androne è aperto negli

ALTA CIRCA CINQUE METRI, HA UNA STRUTTURA PORTANTE REALIZZATA IN LEGNO, POI RIVESTITO DA SOTTILISSIME LAMINE DI RAME stessi orari del Comune, tutti i giorni feriali dalle 7 alle 19, mentre resta chiuso nel fine settimana. Si spera, però, si possa presto fare in modo di tenerlo aperto anche nei week end, almeno durante la bella stagione, visto che sono le giornate in cui il centro della città pullula di visitatori. D’altra parte, la possibilità di guardare Sant’Oronzo a grandezza naturale è un’occasione più unica che rara, sebbene anche nei precedenti restauri

sia stata presa la decisione di portarlo giù, scegliendo, negli anni Quaranta, di ospitarlo all’interno del Duomo, e, a metà degli anni Ottanta, nel Sedile. Osservare la statua così da vicino, però, permette a tutti – anche a chi non è un addetto ai lavori – di capire come le sue condizioni siano drammatiche. Contrariamente a quanto molti ancora credono, la statua di Sant’Oronzo non è in bronzo, ma è una creazione di “arte povera”, 6 7


TERRITORIO

LECCE

che, secondo gli esperti, potrebbe essere considerata una sorta di reinterpretazione della celebre tradizione leccese dell’arte della cartapesta. Alta circa cinque metri, ha una struttura portante realizzata in legno, poi rivestito da sottilissime lamine di rame, fissate al legno tramite chiodi sempre di rame. Secondo il report delle indagini diagnostiche eseguite dal professor Alfredo Castellano dell’Università del Salento con la sua équipe, le immagini endoscopiche indicano che il legno interno si presenta marcio a causa delle numerose infiltrazioni d’acqua che si sono susseguite nel corso del tempo, essendo Sant’Oronzo, sulla colonna, esposto ad ogni tipo di

intemperie, a cominciare da pioggia e, quando capita, neve. Per Castellano, quindi, il futuro del santo patrono non può più essere su quella colonna di cui i brindisini ancora, di tanto in tanto, reclamano la restituzione (ne parliamo a parte). «L’ideale sarebbe realizzare una copia in stampa 3D – ipotizza il professore che, in passato, ha lavorato sul Perseo di Cellini, sul David di Michelangelo e sui Bronzi di Riace – e conservare l’originale, magari nel Sedile. È meglio che la statua là sopra non torni più». L’altro problema che sta compromettendo la “salute” dell’effigie di Sant’Oronzo è dovuto ad un errore fatto durante il restauro precedente, quello iniziato nel 1984


L’IDEALE SAREBBE REALIZZARE UNA COPIA IN STAMPA 3D E CONSERVARE L’ORIGINALE, MAGARI NEL SEDILE e terminato nel 1987. Per fissare le lamine di rame, spesse circa un millimetro, alla struttura lignea sottostante, sono stati usati i rivetti di rame, che hanno però un’anima in ferro. Ragion per cui hanno causato un problema di ossidazione con la ruggine visibile anche ad occhio nudo. Ecco spiegato, quindi, perché la statua sia in condizioni peggiori di quanto si credesse all’inizio del restauro e perché – secondo gli esperti – la sua consistenza e staticità siano compromesse. A questo punto i restauratori sono in attesa di sapere da tutte le istituzioni competenti (Comune, Curia e Soprintendenza) come proseguire il loro lavoro: occorre, infatti, agire in un modo se la statua è destinata a tornare sulla colonna, in tutt’altro se, invece, l’intenzione è quella di musealizzarla, conservando l’originale in un luogo protetto. In questo caso sulla colonna sarebbe collocata una copia dell’originale. L’esempio più celebre in questo senso è il David di Donatello, a Firenze: l’originale è conservato nella Galleria dell’Accademia, mentre è una copia quella che i turisti ammirano tutti i giorni in Piazza della Signoria. All’interno di questo dibattito, si è inserita anche un’azienda specializzata di Milano, che sta per aprire uno studio a Lecce, con una soluzione che potrebbe far propendere la decisione verso la ricollocazione sulla colonna: utilizzare, durante la parte finale del restauro, le nanotecnologie per preservare le lamelle di rame dagli agenti atmosferici. In sostanza, un ricorso a metodi di ultima generazione per fare in modo che il simulacro non perda la sua storica posizione al centro della piazza. Tante, insomma, le ipotesi in campo per il futuro della Statua di Sant’Oronzo. Non resta che aspettare di capire quale decisione verrà presa, sperando che sia la migliore per i secoli a venire. 8 9


TERRITORIO

LECCE

La storia della colonna contesa Sottoposta a restauro è anche la colonna, che ha una storia importante e curiosa. Il 20 novembre 1528 una delle colonne romane che a Brindisi segnavano la fine della Via Appia crollò misteriosamente. I vari pezzi marmorei rimasero a terra per oltre un secolo, senza che nessuno se ne preoccupasse. Intanto, nel 1657, la peste riprese a seminare morte in tutto il Regno di Napoli, ma fortunatamente non arrivò mai in Terra d'Otranto. I leccesi, convinti che fosse stato Sant’Oronzo a salvarli dall’epidemia, elevarono un monumento al patrono della città. L'allora sindaco di Brindisi, Carlo Stea, in segno di condivisione di quella devozione, decise di offrire in dono i pezzi della colonna caduta, danneggiati e in stato di abbandono. Ma il sindaco che gli succedette, Giovanni Antonio Cuggiò, facendosi interprete delle volontà del popolo, si rifiutò di consegnare la colonna. Fu necessario l’intervento, il 2 novembre 1659, del Viceré di Napoli, che ordinò l’invio a Lecce dei pezzi contesi. Così, nel 1666, il celebre architetto Giuseppe Zimbalo innalzò nella piazza principale la statua

di Sant'Oronzo (realizzata, forse, a Venezia) su una colonna marmorea che riutilizzava, sia pure dopo averli rastremati e nuovamente lavorati, i rocchi e il capitello della colonna brindisina. Durante i festeggiamenti del santo patrono nell’agosto del 1737, un razzo innescò l’incendio della statua. La nuova effigie riprese nel 1739 il suo posto, al centro della piazza. Nella posizione in cui siamo abituati a vederla venne invece spostata (e ruotata di 180 gradi) negli anni Trenta, quando la stessa piazza cambiò volto con lo sterramento dell’anfiteatro e la costruzione degli edifici circostanti. Inoltre, se fino a quel momento la statua poggiava sopra il capitello originale della colonna, a quell’epoca ne fu realizzato un altro, usualmente ma impropriamente detto “pulvino”: un’opera in calcestruzzo armato, cava all’interno per scaricare il peso sui bordi esterni del capitello sottostante. In tutto questo, però, ciclicamente, ancora oggi Brindisi prova a chiedere la restituzione della “sua” colonna. E da Lecce, come fecero gli antenati degli attuali abitanti, continuano a fare orecchie da mercante.

THE HISTORY OF THE CONTENDED COLUMN Even the column is being restored. It has an important and intriguing history. On 20th November 1528, one of the Roman columns that marked the end of the Appian Way in Brindisi collapsed mysteriously. The various marble pieces remained on the ground for over a century. In 1657, the plague sowed death throughout the Kingdom of Naples, without ever arriving in the Land of Otranto. Lecce people, convinced that it had been Sant'Oronzo to save them from the epidemic, raised a monument to the patron saint of the city. The mayor of Brindisi, Carlo Stea, as a sign of sharing that devotion, decided to offer the pieces of the fallen column – damaged and in a state of neglect – as a gift. But the mayor who followed him, Giovanni Antonio Cuggiò, refused to hand over the column. In 1659, the Viceroy of Naples ordered the dispatch of the disputed pieces to Lecce. In 1666, the well-known architect, Giuseppe Zimbalo, raised the statue of Sant'Oronzo on a marble column in the main square. For that column, he had reused – after having worked them again – the drums and the capital of the Brindisi column. Around the 1930s, the original capital of the column was replaced. However, cyclically, Brindisi still tries to ask for the return of "its" column. And from Lecce, they continue to turn a deaf ear.

A NEW LIFE FOR SANT'ORONZO THE STATUE SYMBOL OF LECCE IS BEING RESTORED, BUT ITS CONDITIONS APPEAR TO BE COMPROMISED Even the saints, from time to time, must undergo a thorough restyling. In the case of the statue of Sant'Oronzo, the situation is more serious. To such an extent that it was decided to take it down to take care of it. Since the beginning of February, Sant'Oronzo has found a home in the main entrance hall of Palazzo Carafa, the seat of the city council. There, all passers-by can admire it at a close distance and follow the progress of the restoration work (every weekday from 7.00 am to 7.00 pm). This close observation of the statue allows everyone to understand the seriousness of its condition. About five

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metres high, its supporting structure is made of wood covered with very thin copper sheets. The internal wood is rotten due to the numerous water infiltrations. According to Professor Alfredo Castellano of the University of Salento, the future of the patron saint can no longer be on that column. "The ideal would be to make a 3D printed copy of the statue – assumes the professor – and keep the original." A mistake made during the previous restoration is compromising the solidity and the static nature of the statue too, causing a serious oxidation problem. The restorers are waiting to know how to continue their work. All that remains is to wait, in the hope that the decision made is the best for centuries to come.



EVENTI

PAOLO ZANZOTTERA, DIGITAL STRATEGIST. PH: ANDREA STELLA

BTM 2019

BTM 2019, il turismo fa da ponte tra Puglia e Basilicata Successo di pubblico per la V edizione dell’evento sul turismo che ha portato in città 4mila persone al giorno e tante novità


BTM – tel. +39 0832 402381 – info@btmpuglia.it – www.btmpuglia.it –

NEVIO D'ARPA. PH: DALILA DIMITRI SALA PUGLIAPROMOZIONE. PH: ANDREA STELLA

SALA APT BASILICATA. PH: ANDREA STELLA

SALA B2B. PH: ANDREA STELLA

La V edizione di BTM – Business Tourism Management – ha superato ogni aspettativa. L’evento, che si è svolto a Lecce dal 28 febbraio al 2 marzo, era stato presentato alla vigilia come l’edizione della maturità. La tre giorni di incontri, workshop, percorsi del gusto, B2B sul turismo di qualità, ha aperto numerose finestre di dialogo con i migliori attori internazionali ed esperti di accoglienza, revenue, formazione e innovazione in ambito turistico. Tre location: il foyer del Teatro Politeama Greco, il Villaggio di BTM Gusto e il Castello Carlo V. Più di

50 relatori, 150 espositori delle migliori aziende che – a vario titolo – sono legate al sistema turistico, 40 buyer internazionali, digital influencer, giornalisti e un caloroso e numeroso pubblico, hanno reso l’edizione 2019 la migliore realizzata fino ad ora. «Sono molto soddisfatto e orgoglioso del risultato raggiunto – afferma Nevio D’Arpa, organizzatore della manifestazione –. Abbiamo registrato un incremento dei visitatori di circa il 20% rispetto alla scorsa edizione. Molto apprezzata la crescente qualità dei contenuti del ricco palinsesto che ha permesso di avere le sale sempre piene». La Puglia laboratorio di partnership Che la Puglia sia magnifica è assodato. Che sia una destinazione affascinante non basta più. Ora è il momento di mantenere salda l’identità, perfezionare la qualità dei servizi e fare rete. Un passo importante in tale direzione è stato registrato proprio a BTM 2019, con la presenza fianco a fianco di Pugliapromozione, l’agenzia regionale di promozione turistica e Basilicata Turistica, l’APT dei cugini lucani. Una vera novità che ha aperto le porte al dialogo già avviato dalla Regione e ha permesso di conoscere meglio tutte le opportunità che accomunano le due terre in un anno cruciale che vede Matera Capitale europea della cultura. «Fiere come BTM aiutano gli operatori a mettersi in rete – ha commentato l’assessore all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia, Loredana Capone – e a riflettere insieme su come organizzarsi meglio. BTM con i suoi 40 buyer ospiti ha creato anche l’occasione per le aziende di incontrare operatori internazionali e farsi conoscere». Il piano strategico della Regione e tutti i prodotti turistici di Puglia365 sono stati ampiamente illustrati nel corso degli incontri a cura di Pugliapromozione. «C’è un modello Puglia che è un macrocosmo nel quale si inserisce anche la provincia di Lecce sul quale investire – ha aggiunto il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva – che abbraccia storia, bellezza del territorio e innovazione poiché oramai si parla di turismi, da quello culturale a quello balneare ed enogastronomico».

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EVENTI

BTM 2019

Accoglienza e inclusività, le parole magiche Sono stati numerosi gli interventi di relatori che hanno regalato al pubblico una sequenza di scatti sui cambiamenti dei flussi turistici. A tenere insieme tutti i frame, le parole “accoglienza” e “inclusività”. La prima è stata più volte citata dal carismatico Michil Costa che si auto definisce “oste e uomo di Natura”. Un panel il suo che ha riappacificato la frenesia del turismo bulimico con la ragionevolezza della sostenibilità. «Mi occupo di ospitalità, ma l’accoglienza va oltre – ha detto Michil Costa – significa accogliere il più debole, il collaboratore, dare dignità all’uomo, significa sapere dove si vuole arrivare». Poi inclusività, con tutti gli approfondimenti che hanno dato rilevanza ai flussi turistici di Millennials e LGBT, in grande crescita e in grado di reggere una importante fetta di economia turistica, come è emerso dalla ricerca presentata da Elisabetta Ruspini, docente di Sociologia alla Bicocca di Milano e Fabio Corbisiero, docente di Sociologia del turismo all’Università degli studi di Napoli Federico II. E poi, le nuove frontiere dei flussi in Italia e nel mondo BTM 2019, MAIN HALL – FOYER TEATRO POLITEAMA GRECO DURANTE "HOTEL PERFORMANCE DAY". PH: ANDREA STELLA

con Elena Di Raco di Enit Italia e Marco Malacrida di Trust you, il rapporto sul turismo enogastronomico con Roberta Garibaldi. In anteprima nazionale è stata presentata la collana “Digital Marketing Turismo” edita da Hoepli e diretta da Nicoletta Polliotto. E, ancora, dai dibattiti dedicati al turismo accessibile e alla vacanza sicura con strutture ricettive, spiagge, eventi e manifestazioni pubbliche adeguati alle esigenze delle persone con disabilità o con bisogni speciali, a cura di AbilFesta e L’Integrazione, alla vacanza cardio-protetta con i progetti di Gesti di Vita. Formazione con Hotel Performance Day Fiore all’occhiello della V edizione è stata l’intera giornata dedicata alla formazione con la “F” maiuscola con Hotel Performance Day. Più di 300 imprenditori del turismo, operatori turistici, titolari di hotel e strutture extra-alberghiere e i loro collaboratori hanno partecipato alla full immersion con gli esperti di TITANKA!, la web agency che da oltre diciannove anni costruisce strategie digitali per il settore turistico, offrendo idee, strumenti concreti e soluzioni ad hoc per sviluppare nuove

MICHIL COSTA. PH: ANDREA CENTINI

ed efficaci opportunità di promozione e vendita in rete. «È stata una delle carte vincenti di BTM – ha commentato la event manager di BTM, Mary Rossi – che ha registrato un boom di partecipazione e ha lasciato molto soddisfatti sia i nostri ospiti relatori di Titanka! che i partecipanti per l’altissimo livello dei seminari».

DA SINISTA: LAVINIA TURI (RESPONSABILE MARKETING TITANKA!), ENRICO POZZI (PRESIDENTE CDA TITANKA!) E MARY ROSSI (EVENT MANAGER BTM). PH: ANDREA CENTINI


BTM GUSTO. PH: DALILA DIMITRI

PAOLA PUZZOVIO. PH: DALILA DIMITRI

BTM GUSTO. PH: DALILA DIMITRI

BTM Gusto Senza alcun dubbio anche la parte dedicata al turismo enogastronomico BTM Gusto è stata un successo. Oltre ad aver accolto migliaia di visitatori, coinvolto buyer e imprenditori aziendali in numerose attività di show cooking, il villaggio TEG di BTM Gusto è stato un contenitore di numerosi seminari formativi tenuti dai migliori professionisti del settore. «Particolare attenzione quest’anno è stata dedicata alla capacità di fare rete – ha spiegato la responsabile di BTM Gusto, Paola Puzzovio – tra le aziende interessate ad eccellere nel turismo esperienziale e nell’enoturismo, i due trend di maggiore successo in Puglia».

BTM GUSTO. PH: DALILA DIMITRI

BTM GUSTO. PH: DALILA DIMITRI

BTM GUSTO. PH: ANDREA CENTINI FAM TRIP, ABLEROBELLO. PH: ANDREA CENTINI

FAM TRIP, AGRITURISMO LA FATTORIA – OTRANTO. PH: ANDREA CENTINI

FAM TRIP, TRANI. PH: DALILA DIMITRI

Fam Trip e B2B Novità assoluta di quest’anno è stata la prima edizione del B2B con i digital influencer. Un momento dedicato alla consulenza per le aziende interessate a rafforzare la propria “brand identity” sui social che hanno seguito i suggerimenti della squadra degli influencer ospiti di BTM: Alice Balossi – “I Dolci di Alice”, direttamente da Bake off Italia, Marika Laurelli e Diego Miele del blog di viaggi “Gate 309”, Nunzia Bellomo del blog “Miele di Lavanda”, Giuseppe Flavio Pagano e Mattia Bonavida fotografo certificato da Leica Camera. Il gruppo è arrivato a Lecce dopo aver partecipato al Fam Trip di BTM insieme a 40 buyer internazionali e giornalisti. Il consueto tour che anticipa l’evento ha fatto tappa a Bari e Trani, ad Alberobello e Valle d’Itria, Otranto, Santa Cesarea Terme e Tricase. Sold out poi per 14 15


EVENTI

BTM 2019

BTM 2019, ZONA ESPOSITORI – CASTELLO CARLO V. PH: ANDREA STELLA

le due giornate del B2B con i buyer: tutte le sessioni hanno registrato un’ampissima partecipazione con un feedback più che positivo delle aziende e delle strutture ricettive coinvolte. Area social Dalla prima analisi della campagna social sui profili ufficiali di Facebook e Instagram si deduce che si è registrato anche per il 2019 un aumento del 30% dei follower, con un picco di oltre 70mila impression solo il primo giorno, e con oltre 40mila persone raggiunte com-

plessivamente dai post, in particolare su Instagram, nei giorni dell’evento. Il pubblico social è composto per il 55% da donne e il 44% da uomini, per una fascia media di età compresa tra i 25 e i 55 anni. La nazionalità: al primo posto Italia poi a seguire Regno Unito, Svizzera, Spagna, Germania, Stati Uniti, India, Francia, Turchia e Azerbaigian. Numeri importanti anche sul sito web ufficiale di BTM www.btmpuglia.it che potrete consultare per ogni tipo di approfondimento.

BTM 2019, ATRIO CASTELLO CARLO V. PH: DALILA DIMITRI BTM 2019, ZONA ESPOSITORI – CASTELLO CARLO V. PH: ANDREA STELLA

STAFF BTM, SALUTI FINALI. PH: ANDREA STELLA

BTM 2019, TOURISM IS THE BRIDGE BETWEEN APULIA AND BASILICATA PUBLIC SUCCESS FOR THE FIFTH EDITION OF THE TOURISM EVENT The last edition of BTM has exceeded all expectations. The event, held in Lecce from 28th February to 2nd March, has opened numerous dialogues with the best international stakeholders and experts in hospitality, revenue, training and innovation in tourism. More than 50 speakers, 150 companies, 40 international buyers, digital influencers, journalists, and several warm participants. "I am very satisfied and proud of the result achieved", says Nevio D'Arpa – the organiser of the event. Apulia, a partnership workshop Apulia is a fascinating tourist destination. Nevertheless, it is necessary to improve the quality of services and to network. The presence of both the Apulian and the Lucanian agencies of tourism promotion at BTM has deepened the dialogue between these two regions. It represents an important opportunity for our region, as Matera is this year’s World Capital of Culture. Hospitality and inclusiveness The speakers highlighted the changes in tourist flows. There are growing flows of Millennials and members of the LGBT community, able to support a remarkable segment of the tourist economy. These are not the only types of tourists, as there are also those interested in food and wine as well as people with disabilities or special needs.

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Training with Hotel Performance Day The pride of the fifth edition was the entire day dedicated to training with Hotel Performance Day. More than 300 tourism entrepreneurs participated in the full immersion with the experts of TITANKA!, the web agency whose aim is to help companies to develop effective digital strategies of online promotion and selling. "It was one of BTM winning cards", says BTM event manager Mary Rossi. BTM Gusto BTM Gusto – the section dedicated to food-and-wine tourism – was a success, too. In addition to having welcomed thousands of visitors, involved buyers and business entrepreneurs in many show-cooking activities, the village of BTM Gusto was the venue of many training seminars held by the best professionals in the sector. Fam Trip and B2B This year's absolute novelty was the first B2B with digital influencers whose goals was to teach how to strengthen the companies’ brand identity on social media. The two days of B2B with buyers were sold out and the feedback given by the involved companies and accommodation facilities was more than positive. SOCIAL AREA This year, there has been a 30% increase in followers with a peak of over 70 thousand impressions only on the first day, and with over 40 thousand people reached by posts in the days of the event. Significant numbers also come from the official BTM website, www. btmpuglia.it.



TERRITORIO

TARANTO

“Il MarTA è la nuova casa dei tarantini” Intervista a Eva Degl’Innocenti, direttrice del museo archeologico della città ionica, uno dei più importanti d’Italia Dal 2015 fiore all’occhiello della città ionica, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MarTA – ha inaugurato una nuova politica culturale, ponendosi come protagonista del processo di crescita del contesto territoriale. La riforma Franceschini, infatti, lo ha riconosciuto come museo autonomo e ne ha affidato la direzione a una giovane archeologa, Eva Degl’Innocenti che, dopo aver lavorato in Francia, è rientrata in Italia vincendo il concorso internazionale del ministero dei 18 19

Beni Culturali per selezionare i direttori dei musei autonomi. Il MarTA, istituito nel 1887, racconta la storia di Taranto – una delle più floride città della Magna Grecia – e del suo territorio dalla Preistoria all’Alto Medioevo. Al visitatore viene proposto un viaggio tra reperti unici e di esemplare bellezza: i tre piani custodiscono statue, vasellami, anfore, arredi e corredi funerari, pavimenti a mosaico, medaglie e i famosi ori di Taranto, una collezione di monili aurei della Magna Grecia diventati il


di aurora mastore/foto valentina pagano

simbolo stesso del museo. All’interno di venticinque sale vengono ricostruite in maniera cronologica le vicende storiche del territorio tarantino dal periodo arcaico passando per quello greco, romano, tardoantico e altomedievale affrontando le problematiche dei rapporti dinamici fra centro coloniale e mondo indigeno. Ma il valore aggiunto del MarTA per l’intero territorio risiede, oggi, soprattutto negli obiettivi della pianificazione che la nuova direzione sta portando avanti e di cui abbiamo parlato con la stessa direttrice, Eva Degl’Innocenti. Qual è la nuova politica culturale del MarTA? Sin da subito abbiamo creato un piano strategico ideando una politica culturale dalla quale emergessero cinque elementi importanti: il museo come centro di educazione e ricerca, come elemento identitario e di inclusione sociale, come innovazione (è forte il legame con le nuove tecnologie), come elemento legato alla comunicazione e promozione delle attività sotto forma di valorizzazione e di rapporto con i propri visitatori, che tenga quindi in considerazione la natura del nuovo pubblico. Infine, l’elemento che racchiude tutti gli altri, quello legato alla missione del museo come motore di sviluppo socio-culturale e turistico-economico del territorio, SCHIACCIANOCI IN BRONZO E ORO A FORMA DI MANI CONGIUNTE (IV SEC. A.C.) MARTA, TARANTO

CORREDO FUNERARIO DI UNA TOMBA FEMMINILE DATATO DAL IV AL II SEC. A.C. MARTA, TARANTO


TERRITORIO

TARANTO

Quali sono le attività culturali che il museo porta avanti all’interno di questa nuova strategia? Sin dall’inizio abbiamo creato un’offerta culturale per i vari target di pubblico, superando quella generalista precedente: sono nati i laboratori didattici per bambini, è stato creato un vero e proprio programma per le scuole, ma anche per il pubblico individuale e per coloro che desiderano un maggiore approfondimento. Ogni mese ha una tematica diversa disciplinata sui vari segmenti di pubblico, in modo che ognuno possa trovare una sua offerta specifica. All’interno di questo programma sono nati gli appuntamenti settimanali chiamati “Mercoledì del MarTA”, cioè conversazioni e conferenze con specialisti che hanno come scopo la divulgazione e la ricerca e che sono gratuite e aperte a tutti per garantire un’accessibilità economica alla cultura. In questo modo, siamo riusciti non solo a fidelizzare un buon pubblico, ma a dare vita addirittura a degli appuntamenti di

QUESTA È UN’AREA CHE AVEVA PERSO LA CONOSCENZA DELLE SUE RADICI, L’IDENTITÀ DEL PROPRIO PASSATO

dialogo con la comunità. A tutto questo si sono aggiunte le nostre stagioni musicali, che organizziamo ogni anno grazie a dei partenariati con il Festival della Valle D’Itria, l’Orchestra Magna Grecia, il Conservatorio. È nato anche un festival declinato sulle varie forme artistiche, musica, video arte e teatro-danza, che quest’anno ospiterà un ciclo di videoproiezioni, basate sul video mapping, su quella che storicamente era la facciata principale del MarTA, su Corso Umberto. In questo modo, si creerà un rapporto più diretto con la piazza antistante il museo e si valorizzerà l’intera città grazie a questa illuminazione. A ciò si aggiunge la partecipazione del MarTA al comitato scientifico del progetto Taranto-Matera, all’interno del quale stiamo lavorando per finalizzare delle attività insieme al Comune di Taranto, proprio perché crediamo che sia importante che il MarTA non si muova da solo, ma in una strategia di territorio. Il MarTA quindi assume un ruolo importante per lo sviluppo della città di Taranto?

Il MarTA diventa un attore fondamentale: la cultura, in questo senso, viene vista come motore di uno sviluppo sostenibile, sociale ed economico del territorio. Il suo contributo ha una ricaduta indiretta sul contesto circostante a partire, ci tengo a sottolineare, dall’elemento di educazione e ricerca, quindi grazie al grande lavoro che abbiamo fatto e che continuiamo a fare con le scuole, le università, gli istituti di ricerca. Siamo presenti con un’intensa attività nei confronti dei giovani che saranno le classi dirigenti del futuro, ci concentriamo molto sul territorio e sul suo elemento identitario. Questa è un’area che aveva perso la conoscenza delle sue radici, l’identità del proprio passato. Il significato della nostra politica culturale – per noi che abbiamo un’idea di archeologia del futuro, quindi con un legame diretto con la contemporaneità – si basa sul valore del passato e sulla conoscenza del presente come costruzione del futuro. A proposito di ricerca e di collaborazioni con le università, è partito il progetto per la “Scuola di specializzazione in beni architettonici e paesaggistici” che ORECCHINO A NAVICELLA CON LAVORAZIONE IN FILIGRANA APPARTENENTE AGLI "ORI DI TARANTO" (TRA IV E I SEC. A.C.) MARTA, TARANTO

fondato su una co-progettazione basata sulle best practice.


DETTAGLIO DEL DIADEMA IN ORO E PIETRE DURE APPARTENENTE AGLI "ORI DI TARANTO" (TRA IV E I SEC. A.C.) MARTA, TARANTO

avrà sede proprio a Taranto. Quali saranno le ricadute positive di questo nuovo corso di studi? Noi siamo fra i partner di questo progetto insieme al Politecnico e all’Università di Bari, alla Regione Puglia, al Comune di Taranto e alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto. Ma la scuola di specializzazione è solo il punto di partenza verso la realizzazione di una scuola di alta formazione con curriculum archeologico in cui l’inglese sarà la lingua principale degli insegnamenti e che accoglierà studenti e docenti da tutto il mondo. L’obiettivo generale è quello di creare un indotto, infatti il progetto prevede la realizzazione, a Taranto, di un vero e proprio campus internazionale. Questa è la nostra speranza. Il museo ha attivato una collaborazione con il Touring Club: 40 volontari contribuiranno ad accogliere i visitatori e ad illustrare il patrimonio conservato. Cosa ne pensa delle polemiche di chi ritiene che questa iniziativa possa sminuire il valore delle professioni culturali? Credo che le critiche siano nate da una mancata comprensione. Innanzitutto, i

NOI CONSIDERIAMO CHE L’APPORTO PIÙ IMPORTANTE CHE IL MUSEO POSSA DARE SIA LA CULTURA CHE TRASMETTE AI PROPRI CITTADINI quaranta volontari non opereranno tutti insieme, ma faranno dei turni e, soprattutto, non si sostituiranno al personale, perché il loro ruolo è volontario e di supporto all’accoglienza e alle attività del museo, quindi non faranno vigilanza né visite guidate. Sono stati giustamente formati al percorso perché abbiano la conoscenza del luogo espositivo e della storia del museo. Si tratta, tra l’altro, di una decisione che è stata condivisa pienamente con i sindacati. La figura dei volontari, per noi, corrisponde a quella di ambasciatori del patrimonio e, dunque, del MarTA stesso: sono cittadini di Taranto e dintorni che accolgono i visitatori e acquisiscono un ruolo fondamentale diffondendo l’alto valore del patrimonio alla comunità. Si tratta di una interpretazione della figura del volontario così come avviene in tutti gli altri paesi europei, come la Francia, dove io ho lavorato per otto anni e dove la collaborazione tra professionisti e volontari è sempre esistita. Tengo particolarmente a questa attività, io stessa ho sempre riconosciuto l’alto valore professionale dei mestieri, da archeologa

con un contratto a tempo determinato. Posso dire che, da parte nostra, c’è assoluta trasparenza e onestà. Possiamo dire che i bilanci sono già molto positivi? Sì, sono positivi soprattutto perché noi consideriamo che l’apporto più importante che il museo possa dare sia la cultura che trasmette ai propri cittadini, ponendosi al servizio della comunità. L’elemento valoriale che il museo ha acquisito oggi è l’alto indice reputazionale, a cominciare proprio dagli abitanti di questo territorio, che si riconoscono nell’istituzione museale. Il MarTA è diventato un po’ anche la casa dei tarantini e ha aumentato nello stesso tempo la sua visibilità rispetto al pubblico internazionale. A proposito di questo, il nostro videogioco, “Past for Future”, ha vinto il premio come miglior progetto digitale dei beni culturali per il 2018 nella classifica “Artribune best of”. Si tratta di un progetto internazionale che sta riscuotendo grande successo, infatti a meno di due mesi dal suo lancio, ha già 27mila download, in tutto il mondo. Ad 20 21


TERRITORIO

STATUETTE FITTILI RAFFIGURANTI DELLE DONNE MARTA, TARANTO

TARANTO

aprile inaugureremo “MitoMania. Storie ritrovate di uomini ed eroi”, una mostra temporanea internazionale di otto mesi (dall’11 aprile all’11 novembre 2019) che valorizzerà alcuni reperti molto importanti del nostro museo – delle ceramiche apu-

le – che furono sottratti illegalmente dal territorio e acquistati da alcuni importanti musei americani, tra cui il J. Paul Getty e il Metropolitan e che all’inizio degli anni 2000 sono tornati in Italia grazie ad una intensa operazione portata avanti dal

MARTA IS THE NEW HOME OF TARANTO'S INHABITANTS INTERVIEW WITH EVA DEGL'INNOCENTI, DIRECTOR OF THE ARCHAEOLOGICAL MUSEUM OF THE IONIAN CITY Recognised as an autonomous museum, MarTA – as the National Archaeological Museum of Taranto is commonly known – was established in 1887. It tells the story of the city – one of the most flourishing in Magna Graecia – and of its territory, from Prehistory to the Early Middle Ages. The three floors of the museum hold many treasures, such as – among other things – the renowned Golds of Taranto, become the symbol of the museum itself. We talked to its director, Eva Degl'Innocenti. What is the new cultural policy of MarTA? The museum is conceived as a centre of education and research, as an element of identity, social inclusion and innovation, as well as a means to enhance the territory. It is also a motor for the socio-cultural and tourist-economic development of the territory. What are its new cultural activities? We have created a cultural offer for various target audiences. We have also created the "MarTA Wednesdays" – free lectures aimed at dissemination, research and economic accessibility to culture. Our musical seasons have been added to all this along with a festival including various forms of art – music, video art, theatre and dance. MarTA is also a member of the scientific committee of the TarantoMatera project. Does MarTA play an important role in the development of the city? It plays a key role as a driving force for social and economic

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Nucleo di tutela del patrimonio culturale dei carabinieri, in collaborazione con il ministero degli esteri e quello per i Beni e la Attività Culturali. Per la prima volta, saranno esposti tutti insieme al Museo Archeologico Nazionale di Taranto.

sustainable tourism. We are carrying out an intense activity addressed to young people, we are focusing on the territory and on its identity. Our cultural policy is based on the value of the past and on the knowledge of the present as the foundation of our future. What will be the positive effects of a "School of specialisation in architectural and landscape heritage" in Taranto? It is just the starting point towards the realisation of a high school with an archaeological curriculum where English will be the main language. The goal is to create a real international campus. The museum has started a collaboration with the Touring Club, based on voluntary work. Do you think this initiative could diminish the value of cultural professions? The volunteers will not replace the staff. They will only support the reception and other activities of the museum. They will be the ambassadors of the territory and of MarTA itself. They are citizens of Taranto and of its surroundings who will welcome visitors and play a fundamental role by spreading the high value of this heritage to the community. Can we say that the evaluation is already very positive? Yes, we can. MarTA has become something quite similar to the home of Taranto's inhabitants. It has increased its visibility from the international public, too. Our video game, "Past for Future", is enjoying great success. On 11th April, we will inaugurate “MitoMania. Storie ritrovate di uomini ed eroi” ("MitoMania. Histories found of men and heroes"), an international temporary exhibition that will enhance some very important finds of our museum.


borgoegnazia.com


TERRITORIO

PUGLIAPROMOZIONE

TORNANO I WEEK-END “SLOW” In primavera, la Puglia si offre ai visitatori in tutto il suo splendore. Dal Gargano al Salento, un’unica grande vetrina Alla scoperta del passato e delle radici di una terra dai mille volti. Viaggiare a ritroso nel tempo, addentrarsi nella realtà contadina o addirittura in quella del Neolitico e assaporare le atmosfere rurali. Laboratori a tema, tour guidati e una serie di esperienze che regalano, a chi

le vive in prima persona, il piacere di viaggiare in Puglia. Anche per la stagione primaverile Pugliapromozione, l’agenzia regionale del turismo, ha messo insieme con il progetto “InPuglia365”, una serie di iniziative, tutte rigorosamente slow, appositamente studiate per creare un’offer-

ta ancora più accattivante e completa. Gli appuntamenti in calendario sono tanti, dal Gargano al Salento, dalla costa all’entroterra. Del resto, lo ha detto anche una testata prestigiosa come il New York Times: la Puglia è fra le 52 destinazioni mondiali da visitare nel 2019. Mica poco se si


PUGLIAPROMOZIONE Direzione Generale Fiera del Levante, PAD. 172, Lungomare Starita – Bari (BA) tel. +39 080 5821411 fax. +39 080 5821429 – direzione.generale@viaggiareinpuglia.it – www.inpuglia365.it –

LECCE, CHIESA DI SANT'IRENE

considera che, nella particolare classifica stilata dal quotidiano statunitense, la regione è al 18° posto, prima di luoghi dall’innegabile fascino internazionale come New York, Los Angeles, Tahiti (tanto per citarne alcuni). Bella, accogliente, affascinante, interessante, ricca. Gli aggettivi per descrivere

una delle regioni più belle d’Italia non sono mai abbastanza. Siamo in presenza di una terra che ha così tanto da offrire in termini turistici, storici, archeologici. Un luogo magico dove passato, paesaggio, cultura, tradizioni e innovazione trovano una sintesi perfetta. La Puglia è ormai un brand riconosciuto a livello mondiale, in grado di richiamare viaggiatori italiani ma soprattutto stranieri, la cui presenza consente spesso di “allungare” la stagione. Argomenti, questi, affrontati nel corso della BIT di Milano dove l’area dedicata alla Puglia è stata fra le più visitate. Si è parlato di una “terra aperta tutto l’anno”, con evidente riferimento ad azioni ed eventi pensati per dare slancio alla destagionalizzazione, obiettivo del Piano strategico Puglia365. Il successo dipende anche dalla sintonia tra pubblico e privato ed è proprio in que-

sta direzione che si muove InPuglia365, il progetto che mette insieme una serie di proposte da offrire ai turisti. Il programma può essere consultato sul sito www.inpuglia365.it Laboratori di cucina e di artigianato, performance artistiche, escursioni e attività sportive all’aria aperta, degustazioni, tour nelle città d’arte e aperture straordinarie di musei: i week-end di primavera sono tutti da scoprire e da vivere con i sensi accesi, seguendo le tre aree tematiche principali, ovvero cultura, natura e gusto. Le proposte, selezionate con l’avviso pubblico di Pugliapromozione, che ha stanziato oltre 700 mila euro per il progetto, sono rivolte ai viaggiatori, italiani e stranieri, ma anche agli stessi pugliesi. Gli appuntamenti spaziano fra arte, cultura, enogastronomia, sport: per tutti i gusti e per tutte le esigenze, con attività pensate per i ragazzi e per le famiglie. 24 25


TERRITORIO

PUGLIAPROMOZIONE

L’idea di far rivivere le tradizioni rurali, con tutta la magia che l’atmosfera contadina può esercitare, diventa realtà nel tarantino dove torna l’appuntamento denominato “100 masserie di Crispiano”. I visitatori, accompagnati da guide specializzate, andranno alla scoperta delle aziende agricole più interessanti, dei siti archeologici e degli ambienti in cui per secoli si è svolta la vita di contadini e nobili. I visitatori potranno, in questo modo, vivere un viaggio avvincente attraverso l’evoluzione della civiltà bucolica, muovendosi in un percorso fatto di storia e tradizioni. Un modo originale per conoscere questo universo, per riscoprire i sapori di una volta e familiarizzare con le tradizioni gelosamente conservate dai contadini. Rivivere la storia antica di questa terra seducente e unica è un cammino da fare anche attraverso l’archeologia che, nel programma di InPuglia365, si traduce nell’organizzazione di una “cena preistorica” (a Corato), servita in scodelle primitive, da consumare rigorosamente con posate del Neolitico. Ovviamente anche i sistemi di cottura saranno come quelli dell’epoca. Infine, l’attenzione al mondo agricolo, e alle sue radici, si completa con un’altra iniziativa particolare che proietta i visitatori nel complesso universo della pastorizia. “Pastori per un giorno” è un’esperienza

FASANO, MASSERIA BORGO SAN MARCO. PH: PUGLIAPROMOZIONE

a tu per tu con gli animali da masseria. E qui ci spostiamo nel barese, più esattamente a Castel del Monte. I visitatori non saranno semplici spettatori, perché parteciperanno attivamente al pascolo del gregge di pecore o capre, prepareranno la cagliata e si occuperanno dei prodotti tipici caseari. Artigianato e tradizione sono alla base di un altro appuntamento, di scena a Lecce, dove saranno organizzati laboratori per conoscere la lavorazione

della pietra leccese, la cosiddetta “pietra gentile” che, con la sua luce inconfondibile, illumina il centro storico della città. E restando in tema di “luce”, non possiamo non menzionare l’appuntamento con le luminarie salentine. I visitatori saranno introdotti nell’affascinante universo di quest’arte senza tempo che scandisce i ritmi delle feste patronali e che, negli anni, si è rivelato uno degli elementi fondanti della tradizione locale.

Luca Scandale, Responsabile Pianificazione Strategica Pugliapromozione Si parla tanto di destagionalizzazione, e si sta anche facendo tanto. Il piano strategico non a caso si chiama Puglia365: il nome stesso sta a sottolineare l’impegno e la volontà, da parte nostra, di promuovere una significativa e definitiva destagionalizzazione. L’ obiettivo è far sì che la Puglia non sia solo una destinazione “mare”, con picchi di turisti italiani a luglio e agosto, ma sia una terra da vivere tutto l’anno. Le potenzialità ci sono, basta saperle sfruttare al meglio per favorire l’allungamento della stagione. A maggio, giugno, settembre e ottobre le

presenze sono cresciute a doppia cifra e il trend sembra destinato ad aumentare ulteriormente. Dal 2015 al 2018, da quando c’è la nuova giunta Emiliano, il turismo straniero ha registrato un +41,8% e tanto conferma quanto già espresso in altre occasioni, e cioè che sono proprio gli stranieri a scegliere di visitare la nostra regione anche nei mesi non estivi, a differenza degli italiani. Il programma InPuglia365 nasce proprio per questo, per destagionalizzare i flussi turistici e trasformare il soggiorno in un’esperienza da ricordare.

LUCA SCANDALE, HEAD OF PUGLIAPROMOZIONE STRATEGIC PLANNING

Puglia365 is the new strategic plan. Its name underlines the commitment and the will to promote tourism in a significant way and not just in summer. The potential is there. From 2015 to 2018, foreign tourism increased by 41.8%, thus meaning that foreigners choose to visit our region all year long.


LECCE, PIAZZA SANT'ORONZO – SEDILE

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ANDRIA, CASTEL DEL MONTE. PH: PUGLIAPROMOZIONE


TERRITORIO

PUGLIAPROMOZIONE

Loredana Capone, Assessore Industria Turistica e Culturale Regione Puglia Il turismo, in questo momento, è il principale vettore economico e in Puglia sta dando ottimi risultati. Ovviamente si può ancora migliorare, si può lavorare per una maggiore strutturazione e potenziare sempre di più la qualità all’interno dell’accoglienza. Giusto, adesso, puntare su incoming, destagionalizzazione e promozione dei prodotti di Puglia. Negli ultimi anni le presenze straniere sono aumentate del 41, 8%, e tutto questo rappresenta per noi una conquista importante. Alla bellezza del mare, al fascino delle nostre città e dei nostri borghi possiamo aggiungere anche il talento artistico. La Puglia è anche un palcoscenico privilegiato: festival cinematografici, manifestazioni teatrali, musicali, concerti e svariate attività connesse all’arte, rappresentano altri momenti per affezionarsi a questo territorio. E non solo nei canonici mesi estivi. Tra le bellezze di questa terra, infine, vale la pena sottolineare l’autenticità della sua comunità e la gioia del dialogo con persone dal cuore immenso. LOREDANA CAPONE, COUNCILLOR FOR TOURISM AND CULTURAL INDUSTRY OF THE APULIA REGION

Currently, tourism is the main economic carrier and it is giving excellent results in Apulia. Obviously, it can still improve. The artistic talent can be added to the beauty of the sea and the charm of our towns and villages. Apulia is a privileged stage: film festivals, theatre and music events, concerts and various activities related to art represent other moments to grow attached to this territory.

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Meno antica, ma pronta a diventare anch’essa un elemento identificativo della regione salentina, è la Street Art. Le periferie di Lecce, grazie all’impegno e all’estro di artisti di fama internazionale, sono diventati veri e propri musei a cielo aperto. Tra gli appuntamenti targati “InPuglia365” ci sono anche visite guidate, assolutamente gratuite, alla scoperta

di questi angoli di città dove immagini e colori hanno trasformato il profilo di quartieri spesso dimenticati. Le iniziative in programma sono davvero tante. Per conoscerle basta visitare il sito È sufficiente un clic per scegliere come vivere questa terra baciata dal sole, abbracciata dal mare, appassionata e ambiziosa, da vivere tutto l’anno.

"SLOW" WEEKENDS ARE COMING BACK IN SPRING, APULIA OFFERS ITSELF IN ALL ITS SPLENDOUR For the spring season, Pugliapromozione has put together a series of initiatives, all strictly slow, specifically designed to create an attractive and complete offer. The events are many, from the Gargano to the Salento region, from the coast to the hinterland. This land is rich from a tourist, historical and archaeological point of view. A magical place where past, landscape, culture, traditions and innovation find a perfect synthesis. A "land open all year round" was a recurrent theme at the BIT in Milan, with clear reference to actions designed to give impetus to work all the year long, which is also the main objective of the Puglia365 strategic plan. The project is called InPuglia365 and its programme can be consulted on the website, www. inpuglia365.it Cooking and craft workshops, artistic performances, outdoor excursions and sports activities, tastings, art city tours and extraordinary museum openings. All the activities are designed for all tastes and needs. “100 masserie di Crispiano” ("100 farms in Crispiano") is the initiative meant to discover the most interesting farms, archaeological sites and environments where the life of peasants and nobles had taken place for centuries. It is possible to experience the ancient history of this land also through archaeology: a "prehistoric dinner" will be served in primitive bowls and it will be eaten strictly by using the Neolithic cutlery. In Castel del Monte, “Pastori per un giorno” ("Shepherds for a day") is the initiative that will allow visitors to actively participate in grazing sheep and goats, prepare curd and deal with typical dairy products. In Lecce, workshops to learn about the processing of Lecce local stone will be organized. Visitors will be introduced to the fascinating universe of the Salento illuminations: a timeless art that marks the rhythms of the patron saint's festivals. Street Art is also ready to become an identifying element of the region. Just visit the website to choose how to live this sun-kissed land embraced by the sea all year round.



STORIE

CHIARA SERGIO, TITOLARE DELLA LIBRERIA PUPILLA

LIBRERIA PUPILLA

Occhi aperti sui libri in uno spazio a misura di bambino A Brindisi un luogo inclusivo per leggere, imparare e giocare Saba e Paola siedono l'una accanto all'altra. Dividono il banco di scuola e stanno leggendo insieme una fiaba. Dividono anche il libro: Paola è seduta sulla destra, Saba è alla sua sinistra. Il racconto è lo stesso, ma non lo sono le parole scritte che scorrono dinanzi agli occhi delle due bimbe. Saba, infatti, sta leggendo la fiaba nella sua lingua madre, l'eritreo, mentre Paola la legge in italiano. «Perché è importante mantenere sempre saldo il legame con le proprie radici», spiega Chiara 30 31

Sergio. Quel libro non è un miraggio. Esiste davvero, insieme a molti altri, tutti scritti in doppia lingua, italiano e diverse lingue straniere. Sulle pagine pari c'è una versione, su quelle dispari c'è l'altra, perché i bimbi possano condividere il momento della lettura e della fantasia. È uno dei numerosi tesori impilati negli espositori della “Pupilla”, una libreria – e non solo – che profuma ancora di nuovo, di pittura e grafite, di legno e zucchero.


di francesca mandese/foto massimo centonze

PH: DOMENICO SUMMA

Ha aperto i battenti poco prima dello scorso Natale e sembra essere quasi una sfida. Perché aprire una libreria di questi tempi è una scelta a dir poco coraggiosa. Ancora di più se il locale è lontano dal frastuono del centro cittadino. E che dire, poi, del sogno coltivato da Chiara Sergio: gestire uno spazio aperto e inclusivo dove bambini e ragazzi dagli zero ai 14 anni possano imparare ad amare i libri e la lettura. Tutti i bambini, italiani e stranieri, con diverse abilità, sensibilità ed esperienze. Siamo a Brindisi, in via Achille Grandi angolo via Fratelli Cervi, a pochi metri dal lunghissimo viale che conduce dall'ingresso Ovest della città al porto, cambiando nome man mano che la strada attraversa i quartieri. In questo quadrato pieno di luce e colori, dal quale si può ammirare il verde di Parco Di Giulio, è tutto un po' speciale. A cominciare dal nome, come racconta Chiara: «Un pomeriggio, Federico, il mio bimbo di 5 anni, mi porge un foglio con un disegno fatto da lui. “Ti regalo i miei occhi, mamma”,

mi dice. Sul foglio c'era uno scarabocchio bellissimo, due occhietti stupiti e simpatici che mi guardavano. In quel momento, proprio mentre il progetto di questa libreria prendeva forma nella mia testa, ho deciso che quello sarebbe stato il logo. Mancava il nome, però. Dagli occhi alla pupilla il passo è stato breve, come quello, su suggerimento di mio fratello Andrea, di trasformare le sopracciglia in un libro aperto. Era nata Pupilla». E se si vuol credere che alcune cose nascano come per magia, l’etimologia della parola pupilla è la forma diminutiva del termine pupa, che in latino indica la bambola. Pupilla significa, dunque, bambolina, la stessa che vediamo riflessa negli occhi di chi abbiamo di fronte e ci osserva. «Si tratta del primo e originario modo di conoscersi e ri-conoscersi, quando non esistevano né specchi né tanto meno selfie, ma si poteva avere un’idea autentica del proprio aspetto soltanto attraverso lo sguardo dell’altro – scrive Chiara sul sito web della sua libreria –. Non a caso, questo particolare e tenero legame semantico è

anche reperibile nel greco antico, infatti κόρη (kore) viene usato sia per indicare una fanciulla sia per indicare la pupilla, a conferma di una profonda e arcaica unione fra questi due concetti. Inoltre, gli occhi sono l’unica parte del corpo che non cresce da adulti, quasi a ricordarci di non perdere mai quell’incanto fanciullesco né la meraviglia dello sguardo che ogni bimbo riceve in dote alla sua nascita». Niente di più appropriato, quindi, per il nome di una libreria per bambini. Il curriculum di Chiara è molto ricco e quasi tutto costruito accanto ai bambini. Si è laureata in conservazione dei beni culturali e ha poi arricchito le proprie conoscenze attraverso la danza-terapia e le specializzazioni in pedagogia ed

LA PASSIONE PER LA LETTURA DEI LIBRI PER L’INFANZIA E PER LE ILLUSTRAZIONI MI HA SPINTO A METTERMI IN GIOCO


STORIE

LIBRERIA PUPILLA

PUPILLA È ANCHE UN LUOGO PER GIOCHI E ATTIVITÀ NEI QUALI COINVOLGERE ALTRI BAMBINI CON I LORO GENITORI

educazione all’infanzia. Per molti anni ha coordinato progetti sociali sull’inclusione, anche per bambini diversamente abili e con situazioni difficili alle spalle, collaborando con diverse scuole e istituti privati e per tre anni con la Fondazione Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, lavorando in quartieri ghetto e in situazioni di difficoltà sociale. Quando è nato Federico si è presa una pausa ed è tornata a Brindisi per seguire il marito (funzionario delle Nazioni Unite nella base cittadina). «Proprio l'esperienza di madre – spiega – mi ha dato il coraggio di realizzare un sogno: creare un luogo nuovo che in città non esistesse ancora, un punto di incontro, 32 33

scambio, ascolto, lettura, gioco, un luogo del quale, proprio come madre, sentivo la mancanza. La passione per la lettura dei libri per l’infanzia e per le illustrazioni mi ha spinto a mettermi in gioco, anche perché mio figlio è un lettore accanito. Dal giorno in cui è nato, non ci siamo mai fatti mancare il momento della lettura della fiaba serale, uno spazio di condivisione tutto nostro al quale nessuno dei due rinuncerebbe mai. Se non obbedisce, la punizione è la rinuncia alla fiaba serale». La scelta del luogo per la sua libreria è stata facile perché sognava uno spazio pieno di luce e dal quale si vedessero alberi e verde. Non è un caso, poi, che

lì vicino ci siano anche un asilo e una scuola. Ed eccola qui, la Pupilla, arredata con legno, tessuti e tappeti, piccoli tavoli e sedioline. Negli scaffali che circondano lo spazio giochi e animazione si trovano delle vere chicche. Ci sono giochi da tavolo e puzzle che la mamma può mettere in borsa per far giocare il figlio mentre, magari, si è fuori a cena. «L'alternativa al solito tablet che si dà ai bambini per farli stare tranquilli», dice Chiara. Ci sono libri con i pittogrammi per bambini autistici, quelli solo illustrati per genitori e figli che vogliono costruire insieme una storia, quelli per bimbi ospedalizzati o sovrappeso o che, magari, devono


CHIARA SERGIO, TITOLARE DELLA LIBRERIA PUPILLA

affrontare la separazione dei genitori o una grave perdita, le graphic novel e i grandi classici, i cartonati lavabili per i piccoli che non vogliono rinunciare a leggere nemmeno durante il bagnetto, testi sonori e tattili. Ci sono anche libri per genitori e insegnanti. Insomma, tutto il meglio dell'editoria specializzata di tutto il mondo, con testi spesso difficili da trovare, soprattutto nel profondo Sud. E se la mattina è facile, per Chiara, dedicarsi alla sua attività , nelle ore pomeridiane e la domenica non vuole rinunciare al tempo prezioso da trascorrere con Federico, nÊ relegarlo in un angolo della libreria a trascorrere il tempo tutto solo.


STORIE

LIBRERIA PUPILLA

Ecco, quindi, che la Pupilla è anche un luogo per giochi e attività nei quali coinvolgere altri bambini con i loro genitori. Gli appuntamenti sono numerosi e di ogni genere. Oltre ai laboratori per avvicinare i bambini alla lettura, ce ne sono per donne in gravidanza con esperienze tattilo-sensoriali fino ai primi mesi di vita del neonato, teatro dei burattini, lezioni di

cinema, percussioni e per giovani registi, rappresentazioni in inglese e lezioni sui grandi inventori. Il tutto con il supporto di persone altamente qualificate. «Il calendario delle iniziative è già pieno fino alla prossima estate – spiega Chiara – e i gruppi sono già al completo. Federico è il mio braccio destro, questo luogo è casa sua e anche gli arredi li abbiamo scelti insieme».

EYES OPENED ON THE BOOKS IN A CHILD-FRIENDLY SPACE IN BRINDISI, AN INCLUSIVE PLACE WHERE TO READ, LEARN AND PLAY Saba and Paola are reading a fairy tale together. The story is the same, but the words in front of their eyes are not. Saba is reading the fairy tale in her mother tongue, the Eritrean, while Paola is reading it in Italian. That book really exists, along with many others, all written in two languages, so that children can share a moment of reading and fantasy. It is one of the numerous treasures of the “Pupilla” bookstore, an open and inclusive space where children and young people, Italians and foreigners, can learn and love books and reading. We are in Brindisi, in via Achille Grandi. Chiara Sergio says, "One afternoon, Federico, my five-year-old son, gave me a paper with a drawing made by him. There were two little eyes looking at me. At that moment, I decided that would be the logo. From the eyes to the pupil, the step was short, like that of turning the eyebrows into an open book." If you want to believe that some things come as if by magic, the origin of the word "pupil" is the diminutive form of the term “pupa”, the Latin word for "doll". Pupil means, therefore, doll – the same that we see

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L'ultima iniziativa alla quale Chiara sta lavorando, e che spera ottenga il sostegno dell'assessorato comunale alle Politiche sociali, è quella del "libro sospeso". «Chi vorrà – conclude – potrà acquistare un libro da donare, apponendo una propria dedica o semplicemente una firma. Mi piacerebbe che fosse l'assessorato a distribuirli a chi ne ha realmente bisogno».

reflected in the eyes of those we face. "This is the first and original way to know and to recognise each other when someone could have an authentic idea of their own appearance only by the gaze of the other. This particular and tender semantic link can also be found in the ancient Greek, in the word κόρη (kore)." Chiara's curriculum vitae is very rich and almost every experience is related to children. For many years, she has coordinated social projects on inclusion, working in ghettos and in situations of social difficulty. "The experience of motherhood – she explains – gave me the courage to make a dream come true: to create a point where to meet, exchange ideas, listen, read, play, a place of which I felt the lack." Here is the “Pupilla”. There are board games and puzzles, books with pictograms for autistic children, those only illustrated, those for hospitalized children or for those who need to face a serious loss, graphic novels and great classics, washable cardboards, sound and tactile texts. There are also books for parents and teachers. All the best-specialized publishing in the world. Pupilla is also a place for games and activities. The scheduled events are numerous and of all kinds. Chiara's last initiative is the "pending book". "Whoever wants – she concludes – can buy a book to donate to those who really need it."


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STRUTTURE RICETTIVE

CDS, PIETRABLU

CDSHOTELS

L’arte dell’accoglienza L’eccellenza come segno distintivo. Con 9 strutture ricettive, oltre 1300 camere e 30 anni di storia alle spalle, CDSHotels si conferma una realtà importante per il comparto turistico pugliese

Ci sono posti che restano nel cuore, appiccicati all’anima fino a diventare parte di noi, come fossero cellule di bellezza e pace, finestre di vita da cui affacciarsi per recuperare sorrisi e benessere. Luoghi speciali in cui tutto è luce e perfezione, legati fra di loro da una catena che, anello dopo anello, si srotola fino a raggiungere il top. Proprio come accade, da trent’anni a questa parte,

per le strutture gestite da CDSHotels, prestigioso brand che opera nel campo dell’ospitalità in Puglia. Nove strutture, fra hotel di lusso, villaggi turistici e masserie, e più di 1300 camere compongono il portafoglio di questa catena alberghiera che ha fatto dell’eccellenza il proprio marchio di fabbrica. Lusso e natura, relax e benessere, eleganza e comfort, professionalità e competenza: questi gli ingredienti principali alla base di una ricetta dalla formula che, nel tempo si è rivelata vincente. È anche per questo che CDSHotels è sempre un passo avanti nel mercato dell’accoglienza. Il viaggiatore viene prima di tutto, così come le sue esigenze e le sue aspettative. Chi sceglie di partire, adesso lo fa con più consapevolezza e con una preparazione maggiore rispetto

al passato, non accetta compromessi, sa perfettamente cosa vuole. Ecco perché la riposta non può e non deve deludere i suoi desideri. Le radici del brand salentino affondano nella storia di un territorio ricco, il cui patrimonio culturale, artistico, tradizionale e umano è già di per sé un valore aggiunto. Le strutture firmate CDSHotels vanno dalla provincia di Bari fino all’estremo lembo d’Italia e il pregio di questa catena è quello di far sì che ognuna di esse mantenga la propria identità, le proprie caratteristiche, rafforzandone anzi l’individualità. Gioielli ricettivi impreziositi, a loro volta, dal paesaggio circostante: mare limpido, riserve naturali, campagna lussureggiante, suggestivi centri storici. Alcuni sorgono direttamente sul mare, come il Pietrablu Resort & Spa a Poli-


CDSHOTELS S.P.A. Via Bastianutti, 25 – Lecce (LE) tel. +39 0832 351321 – info@cdshotels.it – www.cdshotels.it –

gnano a Mare, immerso nel verde, circondato da ulivi secolari e piante tipiche della macchia mediterranea. Alcune delle camere e suite si affacciano proprio sulle acque cristalline che lambiscono la costa. Uno spettacolo nello spettacolo. Altri sono immersi in oasi naturali come il Riva Marina Resort, vicino alla Riserva Naturale di Torre Guaceto, e come il Relais Masseria Le Cesine, a due passi dall’omonima area marina protetta. Luoghi incantevoli, punteggiati da acque limpide e da natura incontaminata. Un mare meraviglioso, che non ha certo bisogno di presentazioni, è quello di Torre dell’Orso, una delle mete più ricercate e più amate del Sud Italia. Qui sorge il villaggio Alba Azzurra, ritagliato su misura per famiglie, bambini, coppie e comitive di amici. Il divertimento è assicurato, così come la qualità dell’accoglienza. Chi invece è alla ricerca di atmosfere più

CDS, CORTE NETTUNO

CDS, LE CESINE

CDS, GRAND HOTEL RIVIERA

CDS, GRAND HOTEL RIVIERA

rarefatte, può optare per lo Spa Hotel Basiliani, un vero e proprio nido dove coccolarsi un po’. Terrazze, sentieri e vialetti sono incastonati nella pietra bianca che illumina un incantevole angolo di Otranto. E sempre nel centro idruntino, a pochi metri dal Castello Aragonese, sorge l’Hotel Corte di Nettuno, una vera e propria chicca dell’accoglienza ricavata da un antico casolare agricolo trasformato in un palazzotto arredato in stile mediterraneo, con elementi che richiamano le atmosfere marine. Fiore all’occhiello dell’offerta CDSHotels è il Marenea Suite Hotel, il primo 5 stelle della catena alberghiera, ultimo nato nella grande famiglia: 25 suites con terrazzo privato, un uliveto che si affaccia sul mare ed una location unica ed esclusiva a 300 metri dall’insenatura Acquaviva, a Marina di Marittima. Scelta obbligata per gli amanti del lusso, del comfort e della bellezza.

CDS, MARENEA

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STRUTTURE RICETTIVE

CDSHOTELS

CDS, BASILIANI

Sulla costa jonica, più esattamente sul lungomare di Santa Maria al Bagno spicca una struttura dove antico e moderno si fondono insieme fino a raggiungere un equilibrio fatto di ricercatezza e attenzione al dettaglio. È il Grand Hotel Riviera, tornato ai suoi antichi splendori dopo un accurato lavoro di ristrutturazione. Strutture bellissime, gestite in maniera professionale, dove moderno e classico trovano la loro espressione migliore. Gli spazi interni si completano con scenari unici, di quelli che solo la natura incontaminata può regalare. Il viaggio nel mondo dell’accoglienza di CDSHotels inizia nel

CDS, ALBA AZZURRA

1990. Da Ugento, più esattamente Lido Marini, con l’apertura del Costa del Salento Village, il resort ideale per le famiglie e i bambini (tanto da meritare, lo scorso anno, il riconoscimento di “Bimboinviaggio Awards”). Location da sogno, paesaggi incantevoli, ambienti raffinati ed eleganti ma soprattutto professionalità ad altissimi livelli. Chi sceglie di soggiornare in una delle strutte targate CDSHotels sa perfettamente di poter contare su uno staff efficiente, cordiale e sempre disponibile. «Negli anni è cambiato il modo di fare accoglienza – afferma Fioravante Totisco, amministratore unico di CDSHotels –.

CDS, RIVA MARINA

THE ART OF RECEPTION WITH 9 ACCOMMODATION FACILITIES, OVER 1300 ROOMS AND 30 YEARS OF HISTORY BEHIND IT, CDSHOTELS IS CONFIRMED AS AN IMPORTANT REALITY FOR THE APULIAN TOURISM SECTOR There are places that remain in the heart. Special places where everything is light and perfection. Just like the structures managed by CDSHotels, a prestigious brand working in the Apulian accommodation field. Luxury and nature, relaxation and well-being, elegance and comfort, professionalism and expertise: these are the main ingredients at the base of a recipe with a winning formula. Accommodating jewels embellished by the surrounding landscape: clear sea, nature reserves, lush countryside, suggestive historical centres. Some of them stand directly on the sea, such as the Pietrablu Resort & Spa in Polignano a Mare, surrounded by centuries-old olive trees and typical Mediterranean plants. Natural oases surround other facilities, such as the Riva Marina Resort, near the Natural Reserve of Torre Guaceto, and like the

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L’industria turistica salentina sta vivendo una fase di maturità importante. C’è un nuovo modo di concepire l’ospitalità. Il viaggiatore, rispetto al passato, ha le idee chiare, è più consapevole, sa perfettamente quello che vuole e non ha certo intenzione di accontentarsi. Ha affinato lo spirito critico ed è più esigente. Chi opera in questo contesto deve tenere a mente soprattutto un concetto: l’ospitalità è un valore. L’organizzazione dell’accoglienza turistica – conclude – è l’unica via da seguire per distinguersi in un contesto in cui la globalizzazione gioca un ruolo fondamentale. Ed è quello che CDSHotels propone da circa 30 anni».

CDS, COSTA DEL SALENTO

Relais Masseria Le Cesine, a stone's throw from the homonymous protected marine area. A wonderful sea is that of Torre dell'Orso. Here rises the Alba Azzurra Village, tailored for families, children, couples and groups of friends. If you are looking for more rarefied atmospheres, you can opt for the Spa Hotel Basiliani, in a charming corner of Otranto. Also in Otranto, a few metres from the Aragonese Castle stands the Hotel Corte di Nettuno. The pride of the CDSHotels supply is the Marenea Suite Hotel, the first 5-star hotel of the chain. On the Ionian coast, the Grand Hotel Riviera stands out, having returned to its former glory after careful renovation. The journey into the world of CDSHotels reception began in 1990. It started from Ugento, with the opening of the Costa del Salento Village, the ideal resort for families and children. "Nowadays, travellers know perfectly what they want and are more demanding – says Fioravante Totisco, sole director of CDSHotels –. The organisation of tourist reception is the only way to stand out. And that is what CDSHotels has been offering for about 30 years."


SANTA MARIA AL BAGNO, NARDÒ

COMUNE DI NARDÒ ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


TERRITORIO

LECCE

Illuminando l’antica Giudecca Nel Medioevo a Lecce vi era un quartiere ebraico. Oggi la doppia toponomastica lo ricorda Lecce è la prima città in Puglia – e tra le pochissime in Italia – ad avere, nelle vie che ricordano la presenza dell’antica Giudecca, le targhe toponomastiche in doppia lingua: italiano ed ebraico. La cerimonia di inaugurazione, ribattezzata “La Giudecca si illumina”, con la scopertura simbolica della targa di Via della Sinagoga, si è svolta durante l’ultima Giornata della Memoria, il 27 gennaio scorso, quando, nel capoluogo salentino, è arrivato per l’occasione Daniele Coppin, responsabile della Comunità Ebraica di Napoli, al quale i promotori dell’iniziativa – i responsabili del Museo Ebraico “Palazzo Taurino” – hanno chiesto di svelare il cartello stradale bilingue. Le tre strade coinvolte nel progetto sono Via della Sinagoga, perché era presente 40 41

nel Medioevo nei pressi della Basilica di Santa Croce, Vico della Saponea, che richiama, nel nome, l’antica attività dei saponificatori ebrei, e Via Abramo Balmes. La via ricorda la figura del medico nato a Lecce verso la metà del Quattrocento, di cui si conserva a Zurigo, caso unico nella storia dell’ebraismo medievale, il diploma con cui Papa Innocenzo VIII gli concesse di praticare l’arte ippocratica presso i cristiani. Nella strada che oggi porta il suo nome, dove si presume fosse la sua casa, ora è stato aperto un b&b. Ma dove si trovava e com’era organizzata la Giudecca a Lecce durante il Medioevo? Agli inizi del Trecento, la piazza centrale della città si chiamava ancora Piazza dei Mercanti (solo nel Seicento, avrebbe

preso il nome di Piazza Sant’Oronzo) e, dall’attuale via Templari, si entrava laddove vivevano e lavoravano gli ebrei, che erano, soprattutto, commercianti, dediti alla compravendita della seta e alla concia delle pelli. La loro presenza nel capoluogo salentino è accertata fino al 1541, anno in cui l’editto di Carlo V ne decretò l’espulsione definitiva dal Regno delle Due Sicilie. Il quartiere, quindi, si estendeva nella zona intorno a Via Umberto I e a Santa Croce. La sinagoga si trovava dove oggi c’è il Museo Ebraico “Palazzo Taurino”, perché, durante alcuni scavi, ne sono state rinvenute le antiche fondamenta. Il luogo di culto ebraico per eccellenza, nel Medioevo, ospitava, oltre al libro sacro della Torah, all’altare e alla fiac-


foto di massimo centonze

IL QUARTIERE, QUINDI, SI ESTENDEVA NELLA ZONA INTORNO A VIA UMBERTO I E A SANTA CROCE cola sempre accesa, anche le vasche delle abluzioni, dove donne e uomini si purificavano. L’acqua, però, non doveva essere stagnante, per cui si sceglieva sempre per la sinagoga un posto vicino ad un fiume o un torrente. E, infatti, sappiamo che proprio in quella zona scorre il fiume sotterraneo Idume. La sinagoga venne distrutta dai cristiani alla fine del Quattrocento quando, nella furia scatenata contro il popolo che aveva crocifisso il Messia, si espropriarono gli ebrei di tutto e si distrussero i loro luoghi di culto. Nei sotterranei di Palazzo Adorno si trova un’incisione in ebraico, tratta dalla Genesi, “Non è questa forse la casa di Dio?”, e si crede che il muro sul quale è scritta potesse trovarsi a suo tempo nell’antica sinagoga. La riproduzione di questa incisione si trova all’interno del museo ed è accessibile a tutti. Altre prove a conferma dell’ubicazione dell’antica sinagoga sono alcune colon-

ne superstiti inglobate alla struttura di Palazzo Taurino, chiaramente appartenenti ad un edificio religioso, e poi il vano dov’era conservata la mezuzah, una pergamena contenente versetti biblici tratti dal Deuteronomio, chiusa in un astuccio, posta in prossimità dell’ingresso dei luoghi abitati o, appunto, sacri. Per la precisione, vicino allo stipite destro delle porte (rispetto a chi entra). Il rifacimento delle targhe in italiano e in ebraico è stato finanziato dall’Associazione Nazionale Insigniti della Repubblica Italiana e approvato dall’Amministrazione Salvemini, quando era ancora in carica. Ad avere l’idea e a spiegare il significato dell’iniziativa è Michelangelo Mazzotta, che ha fondato e gestisce il Museo Ebraico. «Non basta solo il giorno della memoria – dice –, ma bisogna ricordare tutti i giorni dell’anno. La targa con la scritta anche in ebraico rafforza il senso civico e ci dà questa possibilità. Compito


TERRITORIO

LECCE

COMPITO DEL NOSTRO MUSEO È CONTINUARE A PARLARE DI COME IL SALENTO SIA STATO TERRA D’ACCOGLIENZA IN OGNI EPOCA del nostro museo è continuare a parlare di come il Salento sia stato terra d’accoglienza in ogni epoca. Anche perché, come vediamo proprio in questo periodo, ciclicamente certi momenti storici bui rischiano di tornare. Meglio, quindi, essere preparati a riconoscerli e a impedire che riaccadano». Contestualmente all’inaugurazione delle

targhe, c’è stata anche la presentazione della “Guida al Salento Ebraico” (Capone Editore) a cura dell’archeologo Fabrizio Ghio e del direttore del Museo Ebraico, Fabrizio Lelli, docente di Lingua e Letteratura Ebraica all’Università del Salento. Nel volume, si ripercorre la storia della presenza ebraica nel territorio salentino, a partire dal Medioevo fino alla cacciata

HIGHLIGHTING THE ANCIENT GIUDECCA IN THE MIDDLE AGES, LECCE WAS HOME TO A JEWISH QUARTER. TODAY, THE DOUBLE TOPONYMY RECALLS IT Lecce is the first Apulian town having – in the streets that recall the presence of the ancient Giudecca – the toponymic plaques in two languages: Italian and Hebrew. The inauguration ceremony took place during the last International Holocaust Remembrance Day, on 27th January. The three streets involved are Via della Sinagoga, Vico della Saponea and Via Abramo Balmes. But where was the Giudecca in Lecce? At the beginning of the Fourteenth century, the main square – at present known as Piazza Sant'Oronzo – was still called Piazza dei Mercanti ("Merchants square"). You could enter the square from the current via Templari, where Jews lived and worked. Their presence in the town is ascertained until 1541 when Charles V expelled them from the Kingdom of the Two Sicilies. The synagogue was located where today there is the Jewish Museum, “Palazzo Taurino”. In the Middle Ages, this place kept the holy book of the Torah, the altar and the eternal torch, in addition to the ablution tanks. The synagogue was destroyed by the Christians

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dal Regno delle Due Sicilie, voluta da Carlo V, aprendo poi la bella pagina dedicata ai campi di accoglienza che, nell’immediato Dopoguerra, gli alleati allestirono proprio in alcuni centri costieri, come Santa Maria al Bagno, marina di Nardò, e Santa Maria di Leuca, per ospitare i reduci dai lager nazisti che desideravano raggiungere il nascente stato di Israele o altre destinazioni, come gli Stati Uniti. Una vera e propria mappatura di località e comuni – come Copertino, Gallipoli, Otranto, la Grecìa – che conservano memoria del passaggio degli ebrei, un percorso che attraversa secoli e racconta luoghi, personaggi e curiosità, un itinerario storico-turistico alla ricerca delle tracce di un popolo che è stato prima cacciato e poi accolto, nel momento peggiore della sua storia. Tanti sopravvissuti, infatti, ricordano il mare del Salento e la gentilezza degli abitanti come la cura che li ha rimessi al mondo dopo la barbarie disumana dei campi di concentramento nazisti. Le targhe in lingua italiana e in lingua ebraica sono lì, nel cuore dell’antica Giudecca di Lecce, per non far dimenticare tutto questo.

at the end of the Fifteenth century when Jews were dispossessed of everything and their worship places were destroyed. The idea of remaking those plaques in Italian and in Hebrew is a Michelangelo Mazzotta's initiative. He is the founder of the Jewish Museum. "Our museum task is to continue to talk about how Salento has always been a welcoming land. Also because certain dark historical moments are cyclically likely to return." On the same day of the inauguration of the plaques, there was also the presentation of a guide to the Jewish Salento (Guida al Salento Ebraico, Capone Editore). It tells the story of the Jews in this area, from the Middle Ages until the expulsion from the Kingdom of the Two Sicilies. It is also the story of the reception camps in some coastal villages, such as Santa Maria al Bagno and Santa Maria di Leuca. A real mapping of the places and the municipalities that preserve the memory of the passage of the Jews. Many survivors remember the sea of Salento and the kindness of its inhabitants as the cure that brought them back to the world after the inhuman barbarity of the Nazi concentration camps. The plaques in Italian and in Hebrew are there to prevent us from forgetting all this.



TERRITORIO

FEDERTERZIARIO

Strategia EUSAIR, sfide e opportunità per la Puglia Favorire lo sviluppo economico e sociale della regione Adriatico-Ionica attraverso la crescita e la creazione di posti di lavoro, migliorando la sua connettività, preservandone l’ambiente e garantendo ecosistemi marini e costieri sani e in equilibrio. Ecco i vantaggi del progetto europeo

Crescita blu, collegamenti fra regioni, qualità ambientale, turismo sostenibile: questi i “pilastri” alla base della Strategia

EUSAIR, progetto europeo di cooperazione tra regioni e nazioni che si affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio e che formano la cosiddetta Macroregione. Se ne è discusso nei giorni scorsi a Lecce, nell’ambito della V edizione di BTM Puglia, durante un convegno organizzato da FederTerziario. Con Nicola Patrizi, presidente nazionale

della Confederazione, abbiamo fatto il punto della situazione. «È indubbiamente una grande opportunità di sviluppo – spiega il numero uno di FederTerziario –. L’obiettivo generale dell’EUSAIR è quello di promuovere la prosperità economica e sociale della regione migliorando attrattività, competitività e connettività».


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Quali sono gli aspetti fondamentali? EUSAIR è una Strategia europea (approvata dal Consiglio Europeo nell’ottobre 2014) finalizzata alla cooperazione tra regioni e nazioni che si affacciano sul Mare Adriatico e sullo Ionio – altrimenti detta Macroregione – e rappresenta uno strumento della Politica regionale di coesione. La Macroregione non indica un territorio delimitato da specifici confini ma, piuttosto, un’“area” caratterizzata da fattori e caratteristiche comuni con l’obiettivo

di uno sviluppo coordinato e sostenibile di una specifica area geografica. Quella adriatico-ionica non è l’unica Macroregione, l’Italia, per esempio, rientra anche in quella alpina. Non ci sono finanziamenti aggiuntivi, né una nuova normativa o nuove istituzioni. Le risorse a disposizione sono principalmente quelle dei fondi strutturali assegnati ad ogni Paese che, però, vengono indirizzate verso obiettivi strategici dell’area, con la “supervisione” degli organismi comunitari.

Nella prossima programmazione europea 2021-2027, dopo la sperimentazione iniziale, le Macroregioni saranno la base per la ripartizione dei fondi e in ballo ci sono oltre 30 miliardi di budget: questo dovrebbe stimolare adeguate politiche di vicinato tra i Paesi europei. La Macroregione EUSAIR nasce proprio con il fine di rafforzare la cooperazione regionale tra le sponde adriatiche e ioniche, al fine di promuovere soluzioni concordate per la sicurezza, la stabilità e la protezione ambientale dell’area, ma anche per accelerare il percorso di integrazione europea dei Paesi balcanici. L’obiettivo è, dunque, da una parte agevolare l’integrazione e concretizzare il principio della cittadinanza europea, dall’altra consolidare la cooperazione economica e sviluppare una governance comune su tematiche economiche e ambientali. La Strategia si basa infatti su quattro grandi aree tematiche, chiamate Pilastri: 1) Crescita Blu, cioè pesca, tecnologie blu, governance del mare; 2) Connettere la Regione e quindi trasporti e reti energetiche; 3) Qualità ambientale; 4) Turismo sostenibile. Il Piano d’Azione EUSAIR contiene, per ogni Pilastro, una lista di interventi prioritari e obiettivi da raggiungere nel 2021. Ma in alcuni ambiti ci sono stati già risultati molto importanti. Nel turismo, per esempio, negli ultimi anni, c’è stato un progresso notevole di flussi, pari ad oltre il 50% su tutta l’area, anche grazie al coinvolgimento degli stakeholders, in particolare delle 42 Camere di Commercio della Macroregione. Quali e quanti Paesi sono coinvolti nel progetto? EUSAIR comprende sia stati Membri dell’Unione Europea (Italia, Slovenia, Croazia, Grecia) che stati non Membri (Montenegro, Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia). Le Regioni Italiane coinvolte sono Veneto, Umbria, Abruzzo, Marche, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Molise. Qual è il ruolo di FederTerziario? Noi vogliamo mettere le aziende che rappresentiamo in condizione di beneficiare 44 45


TERRITORIO

FEDERTERZIARIO

del potenziale della strategia Eusair, connettendo pubblico e privato. Per farlo, stiamo innanzitutto svolgendo un’azione divulgativa poiché, sembrerà strano, ma ad oggi si tratta di argomento appannaggio solo degli addetti ai lavori, come spesso capita quando si parla di Europa. Non è un caso che da anni non riusciamo a spendere i fondi europei, che sarebbero un toccasana per l’Italia, le sue infrastrutture, le imprese. In passato eravamo tra i primi nell’utilizzo di questi fondi, oggi siamo al terzultimo posto. L’Europa dice che non c’è bisogno di fondi aggiuntivi per l’Italia, perché se non spendiamo quelli già stanziati, evidentemente vanno bene questi che abbiamo a disposizione, che però scadono nel 2020.

Per questo metteremo a disposizione degli stessi enti pubblici il nostro know-how: vogliamo innescare un circolo virtuoso per stimolare gli investimenti e favorire le aziende. Facile intuire l’importanza di questo progetto per la Puglia in generale e per il Salento in particolare. La Puglia è evidentemente in una posizione molto strategica nell’ambito della Macroregione Adriatico-Ionica, specie se si considera che costituisce un pezzo importante del binario lungo la Via della Seta marittima, quella che collegherà la Cina all’Europa. Tale prospettiva, che sta interessando il dibattito politico in questi giorni, potrebbe avere un impatto enorme

EUSAIR STRATEGY, CHALLENGES AND OPPORTUNITIES FOR APULIA TO PROMOTE THE ECONOMIC AND SOCIAL PROSPERITY AND GROWTH OF THE ADRIATIC-IONIAN REGION. HERE ARE THE ADVANTAGES OF THE EUROPEAN PROJECT Blue growth, connections between regions, environmental quality, sustainable tourism: these are the "pillars" behind the EUSAIR Strategy, a European project of cooperation between regions and nations that overlook the Adriatic and Ionian seas and that form the so-called "Macro-region". "The general objective is to promote economic and social prosperity in the region," explains Nicola Patrizi, the national president of the Confederation. What are the fundamental aspects? The resources available are mainly those of the structural funds. The EUSAIR Macro-region was created with the aim of strengthening regional cooperation between the Adriatic and the Ionian shores, promoting joint solutions for the security, stability and environmental protection of the area, accelerating the European integration path of the Balkan countries. Which and how many countries are involved in the project? EUSAIR includes both Member States of the European Union (Italy,

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sulle infrastrutture (anche dell’entroterra), sul turismo e sull’artigianato. Un’ultima riflessione anche sulle ricadute in termini di occupazione. Attorno alla strategia EUSAIR sono nati diversi programmi per centinaia di milioni di euro; il solo Programma Interreg IPA CBC Italia-Albania-Montenegro 2014-2020, ha una dotazione finanziaria che ammonta a circa 93 milioni di euro di fondi pubblici cui vanno sommati gli investimenti dei privati. L’effetto sull’economia, sul PIL, sull’occupazione potrebbe essere notevole ma perché questo accada, bisogna passare dalla fase della strategia a quella dell’azione. È una responsabilità di tutti, noi ci stiamo mettendo tutto il nostro impegno!

Slovenia, Croatia, Greece) and non-Member States (Montenegro, Albania, Bosnia and Herzegovina, Serbia). The Italian regions involved are: Veneto, Umbria, Abruzzo, Marche, Apulia, Basilicata, Calabria, Sicily, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Molise. What is the role of FederTerziario? We want to allow the companies we represent to benefit from the potential of the EUSAIR strategy, by connecting the public and the private sector. We will make our expertise available to public bodies, so as to trigger a virtuous circle. It is easy to understand the importance of this project for the Apulian region. Apulia is an important piece of the track along the Maritime Silk Road. This prospect could have a huge impact on infrastructure, tourism and crafts. A final consideration on the repercussions in terms of employment. Around the EUSAIR strategy, several programs for hundreds of millions of euros have appeared. The effect on the economy and employment could be significant. For this to happen, we need to move from the strategy phase to the action phase. It is everyone's responsibility. We are putting all our efforts into it!


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NATURA

CASCATA MONUMENTALE DI LEUCA

ITINERARI

La via dell'acqua: un Sud diverso lungo 500 km La guida a firma di Roberto Guido e un recente volume di Kurumuny ricostruiscono la fruizione della Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese Acqua a perdita d'occhio, lungo le pareti della scogliera, negli anfratti della roccia. Una capriola magnificente cambia la direzione del flusso, da orizzontale a verticale. Per chi si trova ai suoi piedi, l'effetto è quello di una potenza segreta, finalmente sguinzagliata per andare a 48 49

tuffarsi nel mare. Quello della Cascata Monumentale di Santa Maria di Leuca avrebbe tutti i numeri per essere considerato il classico spettacolo naturale che toglie il fiato e spinge a riflettere sulla potenza della madre terra. Li avrebbe, sì, se questo fosse appunto uno spettacolo

“naturale” e non un'opera dell'ingegno umano inaugurata nel 1939 per completare in grande la poderosa infrastruttura dell'Acquedotto Pugliese. L'inganno per il turista poco accorto ai dettagli è quasi dietro l'angolo, tanto questo scrosciante salto d'acqua si inserisce “con gentilez-


di giorgia salicandro/

LA CICLOVIA È UN ITINERARIO CHE PARLA DI UN SUD DIVERSO DAL COMUNE IMMAGINARIO TURISTICO

PISTA ARNEO

LEUCA TARGA EAAP

za” nella roccia d'intorno, tutt'altra cosa rispetto alle innumerevoli costruzioni industriali sorte nei decenni a seguire e che ovunque, in Puglia come altrove, si stagliano fastidiose alla vista. Quella cascata, a ben guardare, è l'esempio eccellente di un modus operandi che ha contraddistinto l'intera opera, la quale costituisce un unicum nel suo genere: non solo perché, correndo senza soluzione di continuità da Caposele, in provincia di Avellino, fino al Capo del Salento, è il più lungo acquedotto d'Europa, ma anche per l'intelligenza con cui l'ingegneria è riuscita a lavorare senza aggredire il paesaggio. Oltre un secolo dopo la posa della prima pietra (era il 1906), questo approccio lungimirante ha prodotto un'eredità certamente inattesa dai pur abili progettisti del tempo. Fianco a fianco con il flusso che percorre i 500 chilometri del suo viaggio, si sviluppa un percorso che, in modi diversi dalla Campania al Tacco, può essere seguito a piedi o in bicicletta, guidati dalla via maestra dell'acqua, e che, grazie all'impegno delle


NATURA

ITINERARI associazioni riunite nel “Coordinamento dal basso”, costituisce oggi la Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese. Una strada vera e propria, che da Spinazzola, nei pressi di Castel del Monte, sino a Villa Castelli (Brindisi), coincide con una pista di servizio rialzata rispetto alla condotta, costruita per assicurare il controllo costante della rete idrica prima che venissero introdotti i più moderni mezzi satellitari. Per saltare i numerosi avvallamenti furono, inoltre, eretti dei ponti-canale – il cosiddetto “Ponte di Pirro”, ad esempio, o “Ponte di Cecca” – del tutto simili a quelli di epoca romana, vere perle di archeologia industriale, non soltanto da ammirare ma da fruire in modo sorprendente. Dopo Villa Castelli, il terreno addolcito dalla pianura non rese necessaria la co-

TRATTURO TRA PARABITA E STANZIE

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struzione di piste che fiancheggiassero la condotta; tuttavia, l'esistenza di innumerevoli stradine di campagna ha permesso al coordinamento di individuare un percorso che ricuce le storie dell'acquedotto e altre storie d'acqua. Come quella della maestosa Fontana del Toro a Nardò, fatta erigere appositamente per festeggiare l'arrivo dell'acqua corrente. È per tutte queste storie che la ciclovia può essere considerata un vero «itinerario narrativo», come sostiene Roberto Guido, giornalista, cicloesploratore per passione e autore de “La Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese” (Ediciclo, 2018), il primo riferimento bibliografico completo sull'originale percorso. A questo volume di recente si è unito “La via dell'acqua. Pratiche di valorizzazione del patrimonio industriale dell'Acquedotto Pugliese”, a cura di Antonio


MAPPA STORICA AQP

ROBERTO GUIDO

TORRINO NARDO. PH: FABIO GANASSIN

IL COORDINAMENTO HA GIÀ PROMOSSO DUE CICLOESPLORAZIONI COLLETTIVE, NEL 2015 E NEL 2016

Monte, Paola Durante e Sofia Giammarruco (Kurumuny, 2019), che dedica un'ampia parte all'esperienza del coordinamento. Il testo rimanda anche, attraverso un QR code, al documentario omonimo e al virtual tour “La centrale idroelettrica Battaglia”, entrambi realizzati da Giuseppe Dell'Atti. Quest'ultimo approfondisce la storia dell'impianto – tutt'ora in funzione – che sorge nelle campagne di Villa Castelli e riporta l'attenzione su uno dei temi della valorizzazione dell'acquedotto, ovvero la rigenerazione degli edifici, spesso di pregevole fattura, costruiti ad hoc per sostenere l'infrastruttura (tra questi, si pensi anche alle case cantoniere che si diramano lungo l'intero percorso). «La ciclovia è un itinerario che parla di un Sud diverso dal comune immaginario turistico – spiega Roberto Guido – perché corre nell'entroterra, non si vede mai il mare da Caposele a Leuca, solo meravigliose campagne. Attraversa territori molto diversi tra loro, ma accomunati dall'essere stati esclusi dallo sviluppo industriale immaginato nel dopoguerra. Così, mentre oggi Brindisi e Taranto devono fare i conti con l'inquinamento, queste aree, che pure erano considerate depresse e marginali, hanno potuto conservarsi più o meno integre e hanno, per questo, un grande potenziale turistico». Il problema, però, è un altro. «C'è un difetto alla base – continua Guido – a causa di nodi amministrativi e burocratici che interessano Aqp e Regione Puglia: a tutt'oggi non è stata formalmente riconosciuta l'esistenza della ciclovia, anzi, insistono ancora dei cartelli di divieto su tutta la pista, nonostante l'accesso sia assolutamente tollerato. Il coordinamento ha già promosso due cicloesplorazioni collettive, nel 2015 e nel 2016, e ci auguriamo che al più presto questa situazione si risolva, in modo da far diventare le nostre iniziative una pratica costante». Di certo, non gioca a favore di questo progetto l'impasse tra la Regione Puglia (capofila) e le altre regioni coinvolte nel progetto per l'inserimento dell’itinerario nel sistema nazionale delle ciclovie turistiche e il ritardo rispetto al completamen-


NATURA

ITINERARI NARDÒ FONTANA DEL TORO

to del piano di fattibilità da presentare al ministero delle Infrastrutture. In attesa di conoscere gli esiti della vicenda e le attività estive del coordinamento dal basso (tutte le news sono su www.aqp.bike/ coordinamento/), i più curiosi potranno trovare alcuni tra i più audaci progetti di ciclovie, che sono già realtà in tutto il mondo, nel capitolo di Cosimo Chiffi inserito nel libro di Kurumuny. L'Old Croton

Aqueduct di New York, ad esempio, che percorre 41 miglia costeggiando il fiume Hudson e si trasforma per un tratto nel famoso High Bridge; o il maestoso ponte dell'Aqueduto das Águas Livres, dal quale si può godere il panorama unico di Lisbona e della Valle dell'Alcantara. Un modo per sognare ad occhi aperti, perché no, un futuro possibile anche per la “siticulosa Apulia”.

ARRIVO DELL'ACQUA IN PUGLIA A MEZZO DI UNA TIPICA FONTANINA PUBBLICA, 1925 (ARCHIVIO STORICO AQP S.P.A., MODUGNO-BA)

MONTE SANT’ANGELO (FG). IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO, 1932 CIRCA (ARCHIVIO STORICO AQP S.P.A., MODUGNO-BA)

LECCE. SERBATOIO PENSILE DURANTE LA COSTRUZIONE, 1930 (ARCHIVIO STORICO AQP S.P.A., MODUGNO-BA)

LECCE. SERBATOIO PENSILE DURANTE LA COSTRUZIONE, 1930; SULLO SFONDO, A DESTRA IL CAMPANILE DEL DUOMO E A SINISTRA IL CONVENTO DEI TEATINI, LA CHIESA DI SANTA IRENE E LA TORRE CAMPANARIA (ARCHIVIO STORICO AQP S.P.A., MODUGNO-BA)

VALLE D’ITRIA. VISTA DEL PERCORSO CICLABILE TRA CISTERNINO E CEGLIE MESSAPICA INAUGURATO NEL 2014, CICLOESPLORAZIONE 2016 (PH: C. CHIFFI)

ATELLA (PZ). PONTE CANALE SULLA FIUMARA DI ATELLA, CICLOESPLORAZIONE 2016 (PH: C. CHIFFI)

THE WATER ROAD: A DIFFERENT SOUTH 500 KM LONG A GUIDE BY ROBERTO GUIDO AND A RECENT VOLUME BY KURUMUNY RECONSTRUCT THE EVENTS RELATED TO THE CYCLE ROUTE OF THE APULIAN AQUEDUCT Water as far as the eye can see, along the cliff walls, in the ravines of the rock. A magnificent somersault changes the direction of the flow, from horizontal to vertical. For those who stand at its feet, the effect is that of secret power, finally unleashed to go and dive into the sea. The Monumental Waterfall in Santa Maria di Leuca could be considered a breathtaking natural spectacle. Actually, it is the result of human ingenuity. It was inaugurated in 1939 to complete in great the impressive infrastructure of the Apulian Aqueduct at its best. The entire work runs uninterruptedly from Caposele, in the province of Avellino, to Capo del Salento, and represents the longest aqueduct in Europe. Over a century after the laying of the foundation stone (in 1906), this forward-looking approach has produced an unexpected heritage. Alongside this 500-kilometre flow, there is a route from Campania to the Heel of Italy. It can be followed on foot or by bicycle, led by the water main road, which today constitutes the Apulian Aqueduct Cycle Route.

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According to journalist and cycle explorer, Roberto Guido, the cycle route can be considered a true "narrative itinerary". Guido is the author of “La Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese” (Ediciclo, 2018). This volume has been recently followed by “La via dell'acqua. Pratiche di valorizzazione del patrimonio industriale dell'Acquedotto Pugliese” (Kurumuny, 2019). The text includes a QR code referring to a documentary and to a virtual tour, “La centrale idroelettrica Battaglia”, both made by Giuseppe Dell'Atti. The latter focuses on the theme of the enhancement of the aqueduct, through the renewal of buildings, often of exquisite workmanship, specially built to support the infrastructure. "The cycle route – explains Roberto Guido – runs through the hinterland crossing wonderful countrysides. It passes through very different territories, which have in common a past made of exclusion from the industrial development imagined in the post-war period. Thus, these areas – once considered underdeveloped and marginal – could be preserved more or less intact and have, therefore, a great tourist potential." To learn about summer activities, please visit www.aqp.bike/ coordinamento/.


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O VI

IL LUSSO DI POTER RACCONTARE UNA STORIA IMPORTANTE Palazzo Ducale Venturi è il primo hotel 5 stelle lusso in Puglia e tra i primi in Italia con crioterapia, un trattamento hi-tech che opera a -190° per un’efficacia total body in 3 minuti.

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STRUTTURE RICETTIVE

VIVOSA APULIA RESORT

La vacanza esclusiva Lavoro di squadra, qualità dei servizi, professionalità. Tra novità e appuntamenti già consolidati, ecco come sarà l’estate firmata Vivosa Apulia Resort

Stretta di mano vigorosa, sorriso aperto e grinta da vendere. Silvio Grilli, 52 anni, cagliaritano d’origine, ma da tempo figlio del mondo, è il nuovo direttore generale di Vivosa Apulia Resort (Marina di Ugento).

Da gennaio è al timone di questa nave complessa e meravigliosa, chicca pregiata dell’accoglienza salentina, regno del relax, del benessere, dello sport e della felicità. Un incarico prestigioso che il giovane manager ha accolto con entusiasmo e determinazione, forte di una formazione personale, e professionale, che lo hanno naturalmente proiettato verso questo universo. Una laurea in scienze motorie,

tanta esperienza maturata in altre strutture ricettive e, prima ancora, sui campi da calcio come allenatore – parentesi che gli ha permesso di perfezionare la sua indole organizzativa e la capacità di gestire il “gruppo” – Silvio Grilli è pronto per questa nuova avventura. Il 18 maggio partirà ufficialmente la stagione estiva 2019 e, tra tante gradite conferme, ci sarà una novità assoluta: il Vivosa Fitness Crew. Un’équipe di


VIVOSA APULIA RESORT Via Vicinale Fontanelle – Marina di Ugento (LE) tel. +39 0833 931002 fax. +39 0833 933646 – info@vivosaresort.com – www.vivosaresort.com –

professionisti si prenderà cura degli ospiti che vorranno dedicarsi alle attività sportive sia indoor che outdoor. E tutto sarà rigorosamente personalizzato, con esercizi programmati in base alle esigenze e alla personalità di ognuno. L’obiettivo è presto detto: raggiungere il benessere psico-fisico senza troppi sforzi, seguendo la formula “antistress” che è alla base dell’offerta di Vivosa Apulia Resort la cui missione, negli anni, è rimasta immutata: regalare un’esperienza indimenticabile in una struttura immersa nella natura, a due passi dal mare. Soggiornare in un resort come questo, specializzato nell’offerta “healthy”, è un toccasana tanto per il corpo, quanto per lo spirito. Lo confermano tutti coloro che hanno avuto il piacere di trascorrere qui del tempo. In questo piccolo mondo esclusivo, tra dune di sabbia e mare cristallino, nel cuore del Parco Naturale di Ugento – Torre San Giovanni, si respira davvero un’atmosfera magica. Cosa rende unico questo posto? L’elenco è lungo. Innanzitutto proposte esclusive accomunate dall’eccellenza, cura del dettaglio, formula ‘all inclusive’ e tante attività rivolte anche ai più piccoli. La posizione strategica, tra verde e mare, la grande pineta in cui trovare frescura nei momenti più caldi, una SPA che, con i suoi 800 mq è il regno del relax e del benessere coniugato, tra l’altro, con prodotti assolutamente naturali. Sauna finlandese, hammam, docce emozionali, cromo-aromaterapia, area relax, biosauna e piscine idromassaggio sono gli strumenti ideali per curare lo stress. A tutto ciò va ad aggiungersi un’offerta gastronomica speciale, in grado di coniugare piacere e salute. Un ruolo importante lo gioca anche il contesto architettonico. Gli edifici hanno quel tocco in più grazie alla pietra leccese che, quando è illuminata dal sole, dà una sensazione di luce e respiro. Gli ospiti di Vivosa Apulia Resort sono affascinati dal connubio tra l’essenza tipicamente salentina del posto e la ricercatezza che da sempre è il marchio distintivo di questa realtà dal profilo 54 55


STRUTTURE RICETTIVE

VIVOSA APULIA RESORT

internazionale. Lo conferma il direttore generale, Silvio Grilli, che parla anche di una presenza importante di ospiti stranieri. A maggio si riparte. Che estate sarà? Sarà una stagione ricca di eventi, collegati sia al benessere che alla natura. Raccolgo il testimone di chi mi ha preceduto e, in nome della continuità, porterò avanti le attività già in agenda. Chi sceglie di venire qui, sa di poter optare per diverse soluzioni e soprattutto sa che, una volta varcato l’ingresso del resort, approda in un angolo di paradiso, in un’oasi di pace circondata da ulivi secolari, in una dimensione lontana anni luce dal frastuono e dallo stress quotidiano. Meta perfetta per rigenerare spirito e corpo, grazie anche

alla presenza di personale altamente specializzato, pronto a prendersi cura degli ospiti, anche quelli più esigenti. Sarà una bella stagione, sicuramente impegnativa, ma questo non ci spaventa, anzi, ci stimola a dare sempre il massimo. Inoltre, a differenza di quanto sta accadendo nel resto della regione, dove si registra un calo delle presenze straniere, posso confermare che da noi avviene il contrario. Benessere e relax affidato ad esperti del settore, in un contesto unico, dove la natura è protagonista. È così? Esattamente. Siamo i soli, in Italia, ad essere affiliati all’Unique Antistress Resort in the World. Un primato non da poco. Da un lato il contesto naturale, dall’altro l’offerta dei servizi improntati all’eccellenza: rigenerarsi, qui, risulta semplice e piacevole. Yoga, pilates, meditazione, sport acquatici, eco-golf, tennis, calcetto, tanto

AN EXCLUSIVE HOLIDAY TEAMWORK, QUALITY OF SERVICES, PROFESSIONALISM. HERE IS HOW SUMMER BY VIVOSA APULIA RESORT WILL BE An open smile and determination to sell. Silvio Grilli, 52, is the new general manager of Vivosa Apulia Resort (Marina di Ugento), a realm of relaxation, wellness, sport and happiness. On 18th May, the 2019 summer season will officially start with an absolute novelty among many welcome confirmations: the Vivosa Fitness Crew. A team of professionals will take care of guests who want to dedicate themselves to both indoor and outdoor sports activities. And everything will be strictly customized. The objective is soon said: to help guests to reach their psycho-physical well-being, giving them an unforgettable experience. Excellence, attention to detail, an 'all inclusive' formula and many activities especially conceived also for children make this place unique. A special gastronomic offer is added to a strategic position between greenery and sea, a large pine forest in which to find coolness in the hottest moments, an 800-square-metre SPA. The guests of Vivosa Apulia Resort are fascinated by the combination

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per citare alcune delle attività previste, sono affidate solo ed esclusivamente a personale specializzato. A pieno regime, in questa struttura lavorano fino a 300 persone. Non sarà facile gestirle tutte. Io credo molto nel lavoro di squadra, nell’armonia e nello spirito di collaborazione. Da ex allenatore di calcio so quanto sia importante, per raggiungere ottimi risultati, lavorare in un clima sereno. Regole chiare, rispettate da tutti: solo così si può mantenere un certo equilibrio. Se regna l’armonia se ne accorgono anche gli ospiti, a cui, non mi stancherò mai di ripeterlo, sono rivolte tutte le nostre attenzioni. In un certo senso noi abbiamo una “missione”: prenderci cura di chi sceglie Vivosa Apulia Resort. Anche un semplice caffè, offerto con sorriso sulle labbra, fa la differenza.

of the typically Salento essence and attention to detail. Here is an interview with the general manager, Silvio Grilli. What kind of summer will it be? It will be a season rich in events. Those who choose this resort know they are going to stay in a corner of paradise, surrounded by ancient olive trees. It is the perfect destination to regenerate spirit and body. Wellness and relaxation entrusted to industry experts, in a unique context, where nature is the protagonist. Is that right? Exactly. We are the only ones in Italy to be affiliated to the Unique Anti-stress Resort in the World. A noteworthy record. Up to 300 people work in this facility. It will not be easy to manage them all. I really believe in harmony and teamwork. I know how important it is to work in a peaceful atmosphere. If harmony reigns, guests will also notice it. We have a "mission": to take care of those who choose Vivosa Apulia Resort. Even a simple coffee, offered with a smile on the lips, makes the difference.


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TERRITORIO

PIAZZA SANT'ANTONIO

BORGAGNE

Borgoinfesta: da essere a fare comunità Le origini di un festival che guarda a un futuro circolare fatto di sostenibilità, riuso, ospitalità Un piccolo paesino, sconosciuto a molti, più precisamente una frazione incastonata tra campagne di ulivi a pochi passi dalla sponda adriatica, da quindici anni celebra come un rito la riscoperta del legame viscerale dei suoi abitanti con la terra, dando vita a una serie di azioni 58 59

virtuose, sociali, artistiche e solidali racchiuse in un festival ecoculturale che prende il nome di “Borgoinfesta”. Fino al 2003 non lo avrebbe immaginato nessuno, forse solo pochi sognatori con le spalle abbastanza grandi da sorreggere un futuro comune a tutti. Borgagne,

quell'agglomerato di case che si snodano attorno a un grazioso centro storico di recente riqualificato, aveva in seno le potenzialità della terra, dei campi coltivati, dell'accoglienza. Tutte qualità che avevano iniziato a germogliare già decenni prima, sostenute dalle radici forti


di marcella barone/foto raffaele puce

LA PRIMA EDIZIONE SPAZZA VIA OGNI INCERTEZZA, IL SOGNO DI POCHI DIVENTA UN SOGNO COLLETTIVO

MOSTRA FRANTOIO IPOGEO

VOLONTARI

DIMOSTRAZIONE INTRECCI DI PANIRI PROIEZIONE ORTOMETRAGGI

di un passato contadino, inconsapevole motore di quella che nel tempo è stata definita un'autentica "rINvoluzione". Tutti figli o nipoti di contadini o proprietari terrieri, tutti con un po' di terra da arare, coltivare e mettere a riposo. Angelo Pellegrino, solido sognatore, matura ancor più prepotentemente l'idea del profondo dialogo con la natura quando, nel 2003, viene a mancare suo nonno ed è a lui che dedica diverse poesie per esaltare l'amore di una vita. Sudore della fronte e fatica rinfrancati dai sapori genuini delle verdure e degli ortaggi coltivati con le proprie mani, dal vino buono delle proprie vigne, dalla frutta dolcissima raccolta direttamente dagli alberi e assaporata sotto le fronde, dalla legna da ardere tagliata con la serra: erano queste le giornate scandite dal lavoro e dai canti delle donne che ingannavano la stanchezza e concluse la sera, con la famiglia, con un pasto semplice ma degno di un re. Una simbiosi tra uomo e terra e tra tutte le famiglie del paese destinata a dissolversi con l'avvento di nuove generazioni proiettate verso la modernità: «La consapevolezza che un intero mondo si stesse LANTERNE BIF

lentamente dissolvendo ha scatenato in me l'esigenza di provare a salvare il salvabile, ossia quel nostro modo originale e autentico di essere comunità – spiega Angelo Pellegrino, presidente e fondatore dell'associazione –. Ho tentato di riversare questo forte senso di appartenenza in Borgoinfesta, un festival nato come un contenitore di eventi e iniziative, puntando al coinvolgimento emotivo della gente del paese, dando un contorno di festa ma anche dei contenuti che esprimessero questo senso comunitario di vivere il nostro passato e, da lì, ripartire insieme per costruire un futuro sostenibile». Nel 2005 un gruppo di volontari forma l’Associazione di Promozione Sociale 'Ngracalati facendovi convogliare agricoltura, artigianato, solidarietà con progetti diretti alla realizzazione di pozzi in Benin, e ancora arte, ambiente ed enogastronomia, tutto in un grande evento apripista della stagione estiva, a cavallo tra maggio e giugno. Il nome dell'associazione inizialmente fa storcere qualche naso perché, fino a cinquant’anni prima, questo era stato il soprannome attribuito ai borgagnesi per sottolineare lo stato insalubre e paludoso di quei luoghi e


TERRITORIO

BORGAGNE

ricordare il gracchiare ininterrotto delle rane che sembrava scandire il tempo di una dimensione esclusivamente rurale. L'idea, però, è forte e coinvolge tutta la comunità: la prima edizione spazza via ogni incertezza, il sogno di pochi diventa un sogno collettivo. Nel 2006 fanno capolino “Le 'Ngracalate”, il primo dei progetti cardine del festival. Per la prima volta, sotto i riflettori ci sono le cantrici di Borgagne, anziane donne del paese che raccontano con le loro voci, all'unisono, di un tempo in cui quei canti erano espressione dei momenti lieti delle giornate lavorative, attimi di sollievo e condivisione attorno a un ulivo o nelle piantagioni di tabacco. Angelo Pellegrino, Salvatore Gervasi e Mariella Salierno riuniscono il gruppo di cantrici, incoraggiandolo a trasmettere un patrimonio orale incredibilmente vasto. Erano tempi di miseria, sacrificio e fame, ma anche di amori veri e cose semplici e, se da un lato qualcuno avrebbe voluto dimenticare quell’epoca difficile, i cuori e le voci di chi si è unito al coro delle 'Ngracalate hanno subito dissipato ogni dubbio. L'esperimento non solo convince, ma diventa subito un cd omaggio alla polifonica "Il Paese che Canta" e, nel 2009, le stesse melodie delle cantrici si fondono con il jazz del pianista-compositore Livio Minafra e del percussionista Luigi Morleo. Borgoinfesta si traduce in poco tempo nel «megafono di tutte quelle voci che, attraverso poliedriche interpretazioni artistico-culturali-sociali-solidali e d’integrazione, raccontano quel delicatissimo rapporto tra uomo e uomo e tra uomo e terra mediante il linguaggio universale della cultura» come afferma l'ideatore, e difatti artisti e operatori culturali da tutta Italia si avvicinano incuriositi e pronti a dare il proprio contributo, arricchendo ogni edizione con nuovi input e prospettive. Nel 2015 nasce la “UnZapzap BIF Band” che, diretta dal maestro Luigi Morleo, tornerà anche quest'anno per la 15esima edizione (dal 31 maggio al 2 giugno 2019) con la partecipazione straordinaria di artisti del calibro di Michel Godard, Lucilla Galeazzi, Enza Pagliara e Stefania Morciano che accom60 61

LUCA MORINO NOTTE DELLE 100 CHITARRE

UNZAPZAP BIF BAND


DOPO AVER RIPORTATO A GALLA LA VOGLIA DI ESSERE COMUNITÀ, QUESTI QUINDICI ANNI HANNO APERTO LA VIA A NUOVE SFIDE PANIRI E CANISCI

LANTERNA VOCI DI TERRA

PANORAMICA PIAZZA SANT'ANTONIO BORGAGNE

OFF

GRIDA DI TERRA

NGRACALATE

pagneranno i canti con i ritmi segnati dai tipici attrezzi di lavoro suonati nei campi da gente comune. Stretta è poi la collaborazione nata nel 2014 con Luca Morino, leader dello storico gruppo Mau Mau, che coinvolge un ensemble di chitarristi, anche alle prime armi, nell'ormai celebre “Notte delle 100 chitarre”. L'appuntamento è uno dei più attesi: un intero corteo di chitarre sfila per il borgo fino ad arrivare al palco centrale, sul sagrato della Chiesa in piazza Sant'Antonio, dove gli stornelli diventano sempre più trascinanti e dirompenti. Borgoinfesta è anche sperimentazione

in ambito musicale e cinematografico. L'edizione 2018, infatti, ha visto dare alla luce due nuovi progetti: “La Trappola” a cura di Moreno Turi, che ha avvicinato le nuove leve ai temi di Borgoinfesta attraverso la musica trap, e “OFF, Ortometraggi Film Festival”, un concorso nel quale registi e videomaker hanno trasferito su pellicola i propri valori legati all'equilibrio tra natura e società. La prima edizione è stata valutata da una giuria di prim'ordine composta, tra gli altri, dal critico e autore Marco Giusti e dal direttore dell'Accademia Mediterranea dell'Attore (Ama), Franco Ungaro,

quest'ultimo particolarmente vicino a Borgoinfesta, tanto da assumere per la prossima edizione il ruolo di co-direttore artistico al fianco di Angelo Pellegrino. Dopo aver riportato a galla la voglia di essere comunità, questi quindici anni hanno aperto la via a nuove sfide: non basta più raccontare, ora bisogna fare. In questa fase rientrano a pieno titolo i “Cibi che fanno comunità”, un nuovo modo di intendere la cultura del cibo e della convivialità come momento di interazione e integrazione. Il cibo, quest'anno, diventa anche uno strumento di mediazione sociale a cura dello chef toscano Simone


TERRITORIO

BORGAGNE PREMIAZIONE OFF

Biso, con la collaborazione di Ama, di Spraar e Cas dei comuni salentini, ma è anche racconto di modi di abitare la terra, in sinergia con Gus, Gruppo Umana Solidarietà. Da essere comunità a fare comunità, progettando delle azioni che non si esauriscono nei tre giorni di festa ma diventano parte integrante di un'energia circolare che nel corso dell'anno continua a gene-

rare autonomamente risorse e servizi, riducendo gli sprechi e riutilizzando i materiali, creando nuovo valore sociale e territoriale: dall'orto organico ai forni e ai mulini di comunità, fino all'idea di ospitalità diffusa, Borgagne avrà ancora tante storie da raccontare, rimpastando le sue radici contadine con le nuove tecniche dell'agricoltura rigenerativa e l'entusiasmo delle nuove generazioni.

ANGELO PELLEGRINO

CIBI CHE FANNO COMUNITÀ – AMA ACCADEMIA MEDITERRANEA DELL'ATTORE

BORGOINFESTA: FROM BEING TO CREATING A COMMUNITY THE ORIGINS OF A FESTIVAL THAT LOOKS TO A CIRCULAR FUTURE MADE OF SUSTAINABILITY, REUSE, HOSPITALITY For fifteen years, a small village among olive groves has celebrated the rediscovery of the visceral bond between its inhabitants and the earth, giving life to a series of virtuous actions included in an eco-cultural festival that takes the name of “Borgoinfesta”. Borgagne – a cluster of houses that wind around a pretty historic centre – had the potential of the land, of cultivated fields, of hospitality. In 2003, Angelo Pellegrino increased awareness of the need for deep dialogue with nature. A symbiosis between humankind and earth destined to dissolve with the advent of new generations projected towards modernity: "I tried to pour this strong sense of belonging into Borgoinfesta – explains Angelo Pellegrino, president and founder of the association –, giving an outline of festival but also some contents expressing this community sense of living our past and, from there, start to build a sustainable future." In 2005, a group of volunteers founded the Association of Social Promotion “'Ngracalati”. The idea was strong and involved the whole community. In 2006, “Le 'Ngracalate” peeked out – a group of women from Borgagne who tell the happy moments of the past working days by singing, thus transmitting an incredibly vast oral heritage. Every year, artists and people working in the cultural field from all over Italy, curious and ready to make their own contribution, approach enriching the festival with new inputs and perspectives. Borgoinfesta is also music and film experimentation. The 2018 festival has brought the new generation closer to the themes of Borgoinfesta through trap music and a contest for video makers. These fifteen years have also paved the way for new challenges. The "food that creates a community" is a part of this phase, in which food is intended as a moment of interaction and integration, as a tool of social mediation but also as a tale of the different existing ways to inhabit the earth. From being to creating a community, planning actions that become an essential part of circular energy that continues to generate resources and services, by reducing waste and reusing materials, creating new social and territorial value: from organic gardens to community ovens and mills, up to the idea of widespread hospitality, Borgagne will still have many stories to tell.

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TERRITORIO

VALLE D'ITRIA

Trulli, masserie e “cummèrse” I mille volti della Valle d’Itria

SKYLINE, LOCOROTONDO. PH: EMANUELE COLABELLO

La Valle d’Itria è terra di colori, sapori, tradizioni e magia. Una destinazione unica in Puglia tra arte, cultura, paesaggio, mare ed enogastronomia

Situata al centro della regione, prende il nome dalla Madonna di Hodegitria, il cui culto fu introdotto nel Medioevo dai monaci basiliani. La sua origine carsica accomuna il territorio e la pietra è una risorsa fondamentale che disegna il paesaggio: dai trulli ai muretti a secco, dalle masserie alle “cummèrse”. I Comuni che fanno parte di quest’area geografica, ovvero Alberobello, Ceglie Messapica, Cisternino, Locorotondo, Martina Franca e Ostuni (Pagina Facebook: Valle d'Itria), il 21 giugno 2018 hanno sottoscritto un

protocollo d’intesa, sancendo così l’inizio di un percorso di condivisione e sviluppo per la promozione e valorizzazione del territorio. Ognuna di queste località ha peculiarità che le rendono uniche ed esclusive. Come Alberobello, capitale dei trulli. Ci si può “perdere” piacevolmente tra più di 1400 trulli concentrati nelle due zone monumentali: Rione Aia Piccola e Rione Monti. Qui svettano i tetti conici più famosi al mondo, frutto della laboriosità e manualità dei mastri trullari. In queste preziose strutture, patrimonio Unesco dal 1996, oggi sono ubicate abitazioni, attività commerciali e strutture ricettive. Meritano una visita anche il Museo del Territorio e il Trullo Sovrano, l’unico su due livelli. Uno scenario fiabesco è quello che si presenta con l’evento Alberobello Light

Festival, previsto dal 20 al 28 luglio 2019. Da Alberobello si raggiunge Locorotondo, meraviglioso borgo bianco, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, Bandiera Arancione del Touring Club e Comune Ciclabile. La sua forma circolare lo rende accogliente e caratteristico, con le cummèrse che cingono tutta la cittadina. Si tratta di case dal tetto spiovente, il cui nome deriva dal latino “cum vertice”, costruite per raccogliere l’acqua piovana attraverso grondaie laterali, per poi farla confluire in cisterne sotterranee. Balconi in fiore, scorci meravigliosi e una vista mozzafiato sulla Valle d’Itria, sono gli elementi connotativi di una città che unisce arte, cultura, musica ed enogastronomia, con piatti tipici accompagnati da vino eccellente. Sono da visitare la Chiesa Matrice di San


SOCIETÀ COOPERATIVA SISTEMA MUSEO c/o Spazio 14, Via Piccinni 182 – Bari (BA) info@pugliatolive.it – www.sistemamuseo.it – www.italytolive.it – www.pugliatolive.it – PIAZZA MARIA IMMACOLATA, MARTINA FRANCA

Giorgio Martire, la Chiesa di San Nicola di Myra, la Chiesa di Santa Maria della Greca e la Chiesa di San Rocco, dove quest’anno si festeggia l’anno giubilare. Ai piedi del borgo sorge la mostra-museo “Perle di Memoria”, ubicato nell’ex chiesa di Sant’Anna. Grande attenzione merita l’agro, molto popolato, che conta più di 140 contrade. Tra gli eventi in programma per la primavera ricordiamo “Notti da Giganti a Locorotondo”, dal 25 al 28 aprile. E anche quest’estate tornano il Locus Festival (dal 27luglio al 14 agosto 2019) e il Viva Festival (dall’1 al 4 agosto 2019). Dal “lungomare” di Locorotondo non si vede il mare ma una valle incantata che permette di scorgere un’altra località suggestiva: Martina Franca, città del Barocco e Rococò, elegante e signorile per

la presenza di numerosi palazzi storici, primo fra tutti il Palazzo Ducale con le sale nobili visitabili, in cui si possono ammirare meravigliose tempere del 1700. Il centro storico è impreziosito dalla Basilica di San Martino e dalla Chiesa di San Domenico, anch’esse in stile barocco e rococò. C’è poi il Muba (Museo della Basilica) e un “palcoscenico” naturale offerto da Piazza Maria Immacolata. Qui l’arte si lega al gusto, con i due prodotti tipici come il bocconotto e il capocollo. Longeva e importante è anche la tradizione musicale, con il Festival della Valle d’Itria, che quest’anno si svolgerà dal 16 luglio al 4 agosto 2019. Tra i Borghi più belli d’Italia c’è anche Cisternino, cittadina medioevale, Bandiera Arancione del Touring Club. Cinque quartieri costellano il centro storico dominato dalla Torre Normanno-Sveva e dalla Chiesa Matrice di San Nicola collocate a Porta Grande, dal Museo Maac e dalla Torre dell’Orologio nella piazza principale. Palazzi nobiliari e angoli fioriti contribuiscono ad impreziosirlo. Passeggiando tra i vicoli, i profumi e i sapori si fondono in un turbinio di gusto tra le macellerie che preparano la carne al fornello e i vari negozietti. Tra gli eventi previsti in primavera ricordiamo “Borgo infuocato”, di scena dal 20 al 22 aprile. Un altro comune “bianco” della Valle d’Itria è Ceglie Messapica, famosa per il suo biscotto di mandorla, presidio Slow Food, che è possibile assaggiare

nei locali-laboratori e nelle pasticcerie. Il centro storico è dominato dal Castello Ducale, sede della biblioteca comunale e della pinacoteca dedicata all’artista Emilio Notte. Il labirinto di vicoli conduce a Piazza Plebiscito, fulcro del borgo antico. Città di arte con il Museo Maac, e città di gusto con la Medita Cooking school, ogni anno ospita il Ceglie Food Festival. Ceglie Messapica ha ricevuto la Bandiera Gialla di Comune Ciclabile. Grande rilevanza è data alla Ciclovia dell’Acquedotto pugliese. Come ultima tappa del nostro itinerario non possiamo che spostarci verso la costa e raggiungere Ostuni, la “città bianca”. Un agglomerato di casupole spicca in altura, nel quartiere “Terra”. Per visitarle si parte da Piazza della Libertà, si attraversa via Cattedrale, si passa dal Museo di Civiltà Preclassiche e si raggiunge la Cattedrale di Santa Maria Assunta, col rosone in stile gotico fiorito, tra i più grandi d’Europa. Dalla cinta muraria si può ammirare la vasta piana degli ulivi. La campagna è ricca anche di numerosi frantoi ipogei. Incantevole è la vista sul Mare Adriatico, con la litoranea che dista circa 7 km dalla città. Il santo Patrono è Sant’Oronzo, e in suo onore, il 26 agosto, viene organizzata la famosa “cavalcata”: un corteo di cavalli e cavalieri bardati a festa, sfila per le vie della città. La festa più importante e sentita di tutto l’anno. (Si ringrazia per la collaborazione la Società Cooperativa Sistema Museo). 64 65


TERRITORIO

VALLE D'ITRIA PIAZZA PLEBISCITO, CEGLIE MESSAPICA

STRADA PANORAMICA, CISTERNINO.

ITRIA VALLEY ITRIA VALLEY IS A LAND OF COLOURS, FLAVOURS, SHAPES AND MAGIC. A UNIQUE DESTINATION IN APULIA Its towns are Alberobello, Ceglie Messapica, Cisternino, Locorotondo, Martina Franca and Ostuni. The white of the lime, the enchanting glimpses, the luxuriant landscapes, the centuries-old monuments and the local handicraft unite them. Alberobello is the capital of trulli – typical small round stone buildings with a conical roof, designated as a UNESCO World Heritage since 1996. Over 1400 trulli are gathered in the two monumental areas: Rione Aia Piccola and Rione Monti. The Museo del Territorio, the local museum of the territory, and the Trullo Sovrano – the only existing example of a two-storey trullo – are also worth a visit. The Alberobello Light Festival (from 20th to 28th July) presents a fairy-tale scenario. Locorotondo is a wonderful white town characterized by the cummèrse, houses with a sloping roof that collect rainwater and make it flow into underground tanks. Balconies in bloom, wonderful glimpses and a breathtaking view are its connotative elements. Among the monuments that cannot be missed, there are the Mother Church of San Giorgio Martire, the Church of San Nicola di Myra, the Church of Santa Maria della Greca and the Church of San Rocco. Among the scheduled events: the Notti da Giganti a Locorotondo (from 25th to 28th April), the Locus Festival (from 27th July to 14th August) and the Viva Festival (from 1st to 4th August).

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AIA PICCOLA, ALBEROBELLO

CINTA MURARIA, OSTUNI

Martina Franca, the city of Baroque and Rococo in Itria Valley, has many noble palaces – first of all, the ducal palace, Palazzo Ducale. The historic centre is enriched with the Basilica of San Martino and the Church of San Domenico, the Muba – the museum of the cathedral – and Piazza Maria Immacolata. Art combines with taste, with the two typical products: the bocconotto, a typical pastry, and the capocollo, a traditional pork cold cut. A long-running and important tradition is the musical one, with the Festival della Valle d'Itria (from 16th July to 4th August). Cisternino is one of the most beautiful medieval towns in Italy. Its five districts dot the historic centre, which is overlooked by the NormanSwabian Tower and the Mother Church of San Nicola near Porta Grande and by the Clock Tower in the main square. Among the events, let us mention “Borgo infuocato” (from 20th to 22nd April). Ceglie Messapica is renowned for its almond biscuit. The Ducal Castle with its municipal library and its art gallery stands in the historic centre. Piazza Plebiscito is the cornerstone of the ancient village. City of art with the Maac Museum and of taste with the Medita Cooking School, every year it is enriched by the Ceglie Food Festival. Great importance is given to the Water Route of the Apulian Aqueduct. Ostuni, commonly referred to as "the white town", is the last stop on our itinerary. Starting from Piazza della Libertà, cross via Cattedrale with a visit to the museum of pre-classical civilizations, up to the Cathedral of Santa Maria Assunta. From the town walls, you can admire the plain of the olive trees and the Adriatic Sea. A suggestive event here is the horse ride in honour of the patron saint, Sant'Oronzo (26th August).



STORIE

ANELLO IN LEGNO DI ULIVO – PH: MIMMO VILLANI

CREAZIONI

Il Salento diventa gioiello L’arte orafa di Roberta Risolo tramuta il territorio in oggetti preziosi Il legno di ulivo e la pietra leccese sono i materiali prediletti di molte sue creazioni, l’uno coriaceo, antichissimo, selvaggio, l’altra malleabile, resistente, riflettente. Il suo laboratorio è in quel crocevia di popoli che è la sponda adriatica salentina, in quella città famosa per i martiri bagnata dal mare che porta a Oriente, Otranto. E proprio vicino Porta Terra, una delle antiche porte di ingresso alla città vecchia, sulle mura, le sue mani danno vita a gioielli che si plasmano 68 69

sulle ispirazioni che vengono proprio dal territorio. Roberta Risolo è una giovanissima e talentuosa orafa che, dopo una formazione fuori regione e la partecipazione a numerose mostre in Italia, è da qualche anno ritornata a casa per raccontare a suo modo la terra prediletta. I profumi, i colori, il mare, gli uliveti, tutto quello che l’anima più profonda del Salento custodisce si svela e trova nuova forma attraverso l’arte creativa orafa.

I metalli si plasmano e così Otranto e Lecce diventano vere e proprie materie preziose portatrici di un messaggio universale, simboli di storie che si perdono nel tempo a cui la memoria dà nuova linfa. Un linguaggio creativo che trova espressione in oggetti accattivanti e rivelatori di narrazioni, come la linea realizzata utilizzando il legno di ulivo, nobile ed evocativo, tanto caro al Tacco d’Italia, oggi colpito da una ferita insanabile: il


popoli, da sempre di passaggio in una condizione semplice e profondamente umana. Così gli abbracci di accoglienza avvicinano le culture e le persone, con un gesto essenziale e primordiale che riunisce e accomuna. La passione per l’arte orafa, come unica e prescelta forma di espressione, ha portato la Risolo a creare anche dei pezzi con tecniche antiche: la collana, il bracciale e la spilla “Radici” che uniscono il legno di ulivo e la pietra leccese a ottone, oro giallo, rutenio e acciaio; la collana "Maria d’Enghien", un vero pezzo raro, omaggio alla contessa d’Enghien, che ha come ispirazione il rosone della Chiesa di Santa Caterina di Alessandria, in cui i colori bianco e verde si rifanno ai colori dell’abito che indossa in un affresco l’amata contessa di Lecce e in seguito Regina del Regno di Napoli a Taranto; gli orecchini “Grapes” che delineano dei grappoli di uva in legno di noce, quarzo e ottone. Ancora, la collana Torre del Serpe, simbolo e icona della città di Otranto. Dalle sue mani non nascono solo gioielli, ma anche delle sculture, come la medaglia commemorativa della canonizzazione dei martiri di Otranto, che raffigura lo stemma della città idruntina e, sul retro, l’icona dei martiri realizzata nel 1996 dall’artista Renata Schiachi. Roberta, nata a Galatina nel 1983, ha vissuto a Otranto fino al conseguimento del diploma di maturità in “Arte dei metalli e dell’oreficeria” presso l’Istituto Statale d’Arte “Nino della Notte” di Poggiardo. In seguito, l’interesse per l’oreficeria l’ha portata a Vicenza, dove ha frequentato corsi di specializzazione, e l’ha lanciata ROBERTA RISOLO INDOSSA LE SUE CREAZIONI PH: MIMMO VILLANI

disseccamento rapido. Nascono così degli anelli, veri e propri solitari, fatti dagli scarti di falegnameria, in cui compaiono ottone e perle a richiamare il valore unico che l’albero di ulivo ha e deve avere per la Puglia. Gli elementi architettonici delle chiese e dei palazzi barocchi e gotici sono trasformati e reinterpretati secondo nuove forme stilistiche: il giglio decorativo che si trova sul portale sinistro della Basilica di Santa Caterina di Alessandria a Galatina, stemma della famiglia degli Angiò, diventa elemento principale di pendenti e bracciali; così angeli, puttini, foglie di acanto dei palazzi leccesi, perfi no il rosone e gli Adamo ed Eva del celebre mosaico della Cattedrale, la Chiesa di San Pietro a Otranto e le mura del Castello Aragonese, si tramutano in preziosi pendenti o dettagli di collane, orecchini e bracciali. Lo stesso accade anche per elementi della natura salentina, come le alghe marine e i fichidindia, tramutati in ottone, placcati in oro o bagnati nel rodio, insieme a pietre preziose come agata, corniola, ametista, quarzo e tormalina che ricalcano anche i colori dei frutti. Ai tanto amati e golosi ricci di mare è dedicato spazio con una collezione che ha la sua punta in anelli che richiamano le sfere dello scheletro del frutto di mare. Tra le creazioni più apprezzate di Roberta Risolo di sicuro c’è “Abbracci”, in ottone brunito e ottone patina verde in cui compaiono tante metaforiche figure che raccontano dell’inclinazione salentina all’accoglienza. Un lembo di terra nel mare è inevitabilmente crogiolo di

ROBERTA RISOLO NEL SUO LABORATORIO PH: FRANCESCA DE MATTEIS

COLLANA CON GIGLI PH: MARCO PERULLI

di jessica niglio/

GLI ELEMENTI ARCHITETTONICI DELLE CHIESE E DEI PALAZZI BAROCCHI E GOTICI SONO TRASFORMATI E REINTERPRETATI SECONDO NUOVE FORME STILISTICHE nel mondo del lavoro attraverso la collaborazione con prestigiose aziende. Arricchita dell’esperienza maturata, decide poi di rientrare nel Salento dove ora svolge un lavoro di ricerca e valorizzazione del territorio e della cultura attraverso la propria arte. È protagonista di diverse mostre collettive e personali in Italia e all’estero, tra cui Caffè Pedrocchi di Padova, Fiera dell'Oro di Vicenza, Museo del Gioiello di Vicenza, Università e Nobil Collegio degli Orefici a Roma, Mudec di Milano, Museo Marino Marini di Firenze, Museo Ugo Carrà di Muggia, Castello Aragonese di Otranto,


STORIE

CREAZIONI nonna, che preparava la pasta fatta in casa, dei piccoli pezzi di impasto per realizzare matriosche, piccoli animali e case di bambola che diventavano via via sempre più minuti. Dopo un lungo percorso formativo lontana dalla Puglia, il richiamo della propria terra è stato troppo forte per resistervi: il suo bagaglio ha quindi preso un linguaggio nuovo, quello che narra l'amore, i materiali, le architetture e la storia del Salento.

ORECCHINI ABBRACCI PH: MIMMO VILLANI

ROBERTA RISOLO – PH: MIMMO VILLANI

DETTAGLIO REALIZZAZIONE GIOIELLI FICHIDINDIA PH: MIMMO VILLANI

DETTAGLIO ROSONE – PH: LUCIO IANNI

ORECCHINI ADAMO ED EVA

Castello Carlo V di Lecce, Castello Risolo a Specchia. Nel 2013 ha frequentato il corso di alta formazione TAM (Trattamento Artistico Metalli), polo di eccellenza fondato da Arnaldo Pomodoro, ed è docente del corso di Design Orafo presso l'Accademia di Moda "R. Calcagnile" a Lecce. Come lei stessa racconta spesso, il suo percorso era in qualche modo già scritto quando, ancora bambina, sottraeva alla

ARRICCHITA DELL’ESPERIENZA MATURATA, DECIDE POI DI RIENTRARE NEL SALENTO DOVE ORA SVOLGE UN LAVORO DI RICERCA E VALORIZZAZIONE

DETTAGLIO CREAZIONE GIOIELLO LINEA ABBRACCI PH: LUCIO IANNI

SALENTO BECOMES A JEWEL ROBERTA RISOLO'S GOLDSMITH ART TURNS THE TERRITORY INTO VALUABLES Olive wood and Lecce stone are the favourite materials for many of her creations. Her workshop is at that crossroads of peoples, in that town renowned for its martyrs and bathed by the sea leading to the East, Otranto. Right there her hands make jewels inspired by her territory. Roberta Risolo is a very young and talented goldsmith, who for some years has returned home to tell her dearest land in her own way. The scents, the colours, the sea, the olive groves, and the deepest soul of Salento are revealed and find a new shape through Roberta’s creative goldsmith art. Otranto and Lecce become bearers of a universal message that leads to the creation of appealing and revealing narrative pieces, such as the collection made of olive wood. This is how rings are made from carpentry waste, in which brass and pearls appear to recall the unique value that the olive tree has for this land. The Baroque and Gothic architectural elements are reinterpreted according to new stylistic forms: the lily becomes the main element of pendants and bracelets. Similarly, angels, cherubs and acanthus leaves are turned into precious pendants. Elements of Salento's nature, such as seaweeds and prickly pears, are converted to brass, along with precious stones, such as agate, carnelian, amethyst, quartz and tourmaline. Among the most appreciated creations made by Roberta Risolo, there is certainly the “Abbracci” collection (literally meaning, "Hugs"), which tells of the Salentine inclination towards hospitality. The passion for the goldsmith's art also led Risolo to create jewels by availing herself of ancient techniques, and by combining the olive wood and the local stone with brass, yellow gold, ruthenium and steel. Her hands do not create only jewels, but also sculptures. Roberta was born in Galatina in 1983 and lived in Otranto until she obtained her high-school diploma in "Art of metals and goldsmithing". She attended specialisation courses in Vicenza, and then she started to collaborate with prestigious companies. Enriched by the experience gained, she decided to return to Salento where now she carries out research and development work on the territory and its culture through her own art. She is also the protagonist of several collective and personal exhibitions in Italy and abroad.


ALMA ROMA Via Melendugno, Vernole (LE) tel./fax. +39 0832 891229 – info@almaroma.it – www. almaroma.it –

SERVIZI

ALMA ROMA

Non solo guardie giurate L’evoluzione della vigilanza, tra nuove tecnologie e sistemi di sicurezza avanzati. La storia di Alma Roma, importante realtà salentina da sempre impegnata nel controllo del territorio

VIGILANZA Una storia lunga più di 40 anni, costellata di successi, soddisfazioni e accompagnata dalla consapevolezza di avere operato una piccola ma significativa rivoluzione nel campo della sicurezza locale. Alma Roma è sinonimo di affidabilità, professionalità e, soprattutto, competenza in un settore così delicato e importante per tutti: privati, aziende, esercizi commerciali, istituti bancari ed enti pubblici (tanto per citarne alcuni). Alle spalle un gruppo solido, come solo le grandi famiglie sanno esserlo. E non è una similitudine impropria. Si scrive

Alma Roma ma si legge De Carlo, come il nome della famiglia che da decenni porta avanti questa azienda. Una realtà come poche, che, nel tempo, si è ritagliata un posto di rilievo nel settore della vigilanza e della prevenzione. Sul campo solo guardie giurate preparate. E non soltanto perché adesso la legge impone obbligatori corsi di formazione ai futuri vigilantes. La politica aziendale è sempre stata chiara su questo punto: in Alma Roma si entra solo dopo un apposito addestramento teorico e pratico, perché la qualità dei servizi offerti deve essere sempre al top. Del resto i numeri parlano chiaro: ad oggi gli iscritti sono circa 6000, su un territorio che si estende dal capoluogo salentino fino a Casarano, passando per la fascia adriatica che va da Torre Chianca fino a Otranto-Porto Badisco.

Un pattugliamento capillare “on the road” e, soprattutto, un lavoro sinergico con la centrale operativa, sono alla base dell’azione di sorveglianza che quotidianamente, 24 ore su 24, viene esercitata dalle guardie giurate. C’è un filo invisibile, ma robusto, che mette insieme le azioni di chi lavora in questa azienda: le pattuglie impegnate nella perlustrazione di rito, il collega che dalla centrale operativa ha tutto sotto controllo, lo staff che lavora negli uffici amministrativi, il direttore tecnico, Salvatore De Carlo e poi lui, l’amministratore unico, Giorgio De Carlo, alla guida di questa macchina di sicurezza dagli ingranaggi ormai ben rodati. La cura e l’attenzione che viene data ad ogni singolo cliente è studiata in modo tale da soddisfare ogni singola esigenza. «Siamo un po’ come dei “sarti della sicu70 71


SERVIZI

ALMA ROMA GIORGIO DE CARLO, AMMINISTRATORE UNICO ALMA ROMA

SALVATORE DE CARLO, DIRETTORE TECNICO ALMA ROMA

rezza” – spiega Giorgio De Carlo – perché offriamo servizi su misura. E questo dice tanto sul nostro modo di lavorare. Ogni cliente ha le sue peculiarità ed è nostra cura offrire servizi mirati. Per esempio – prosegue – il titolare di una gioielleria avrà esigenze diverse rispetto ad un privato. Sta a noi indicare le prestazioni più adatte. Ovviamente – conclude – tutto si muove nel solco della professionalità e della serietà che sono i segni distintivi di questa azienda». Un’azienda che affonda le radici negli anni 40. Nata dall’intuizione di un carabiniere in pensione, Alma Roma ha vissuto negli anni un’incredibile evoluzione. Il cambio di rotta avviene negli anni 70 quando viene acquisita da Pantaleo De Carlo. Oltre al raccolto, adesso vengono sorvegliati anche i beni. Ed è a questo punto che viene scritta la storia moderna di questo istituto. Tra i capitoli più interessanti c’è quello dedicato alla tecnologia e alla cosiddetta vigilanza elettronica. I sistemi di allarme e gli impianti di videosorveglianza, rigorosamente collegati alla centrale operativa, aumentano la copertura dei servizi offerti. E soprattutto aumentano il senso di sicurezza. Va da sé che la presenza di pattuglie in strada sia fondamentale per interventi tempestivi e risolutivi. Non da ultimo, è importante la collaborazione con le forze dell’ordine. «Le guardie giurate – afferma De Carlo – sono da considerare come degli ausiliari delle altre forze di polizia. Danno supporto, ma sempre nel rispetto della loro funzione preventiva e dissuasiva». Dissuadere: in questo verbo è racchiusa in qualche modo la mission dell’azienda. Far desistere il malintenzionato dal compiere l’atto criminale è l’obiettivo di Alma Roma. «Per fare sicurezza – sottolinea l’amministratore – bisogna costruire ostacoli. Più ce ne sono, meglio è». Per comprendere questo concetto, che in prima battuta ha molto di psicologico, basta conoscere le regole di base per la costruzione della sorveglianza. E sono: difesa passiva (porte e armadi blindati, casseforti, grate etc); difesa attiva (impianti di allarme e videosorveglianza);


intervento (rapido e tempestivo). Tra i tasselli che rendono unico e armonioso il mosaico della sicurezza targata Alma Roma vi è quello relativo alle risorse umane e al rapporto che si crea fra tutti i collaboratori. Lavoro di squadra, sinergia, preparazione e senso di appartenenza sono i punti imprescindibili da cui partire

per ottenere sempre risultati importanti. «La professionalità da sola non basta – conclude De Carlo –. La formazione deve andare di pari passo con il supporto tecnologico e soprattutto con i migliori equipaggiamenti. Ed è questo a fare la differenza. Chi indossa la nostra divisa lo sa bene».

NOT ONLY SECURITY GUARDS THE STORY OF ALMA ROMA, AN IMPORTANT SALENTO INSTITUTION THAT HAS ALWAYS BEEN COMMITTED TO MONITORING THE TERRITORY The story of this company is full of success in the field of local security. Alma Roma is synonymous with reliability and competence for everyone: individuals, companies, businesses, banks and public bodies, among the others. It is written Alma Roma but it is read De Carlo, like the name of the family that has been running this company for decades. There are only trained security guards on the field because the quality of the services offered must always be at the top. After all, the numbers speak for themselves: today there are about 6,000 members. An invisible thread brings together the patrolling guards, the colleague at the operations centre, the staff in the administrative

offices, the technical director, Salvatore De Carlo, and the sole director, Giorgio De Carlo. "Each customer has their own peculiarities and it is our care to offer targeted services – explains Giorgio De Carlo –. Professionalism and reliability are the hallmarks of this company." Alarm systems and video surveillance systems connected to the operations centre increase the sense of security. Street patrols are essential for timely and decisive interventions. Last but not least, collaboration with the police is important. To dissuade is the mission of the company, pursued through passive defence (armoured doors, safes, grilles etc.), active defence (alarm systems and video surveillance) and rapid and timely intervention. Teamwork and competence are essential to achieving important results. "Training – concludes De Carlo – must go hand in hand with technological support and the best equipment. And that is what makes the difference."

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STORIE

MESTIERI

UN GARAGE ALL’AMERICANA E UN MAGGIOLONE TRUCCATO ALLA FAST AND FURIOUS Le sfide ago e filo di mesciu Franco, il tappezziere dei vip 74 75


di fabiana pacella/foto massimo centonze

La Wolkswagen Zodiaco California impennava sulla via di San Cataldo, asfalto rovente di un’estate leccese, motore truccato e un bagagliaio pieno di sogni ancora sospesi. Un garage stile americano in cui prendersi cura delle auto come dei pazienti di una clinica di lusso, check-up completo e remise en forme, dal motore alla carrozzeria passando per gli interni. Sedili, fodere, scocche e sterzo. E tutto ciò che l’estro e il piglio pratico di mesciu Francu il tappezziere, mescolati ad arte, avrebbero partorito. Che poi lui all’anagrafe fa Francesco Perrone, classe ’55, ma pare averlo scordato. Da quasi cinquant’anni, quando lui ne aveva otto, è noto come il mago della tappezzeria per auto. E moto, motorini e barche di ogni fatta. Un maestro, insomma. Non è che a mettergli per le mani una poltrona o un divano non sappia come districarsi. È che un motore che romba cambia la storia, la rende più sapida e aggiunge carburante alle sue mani operose, un po’ come fosse la colonna sonora giusta per spingere, ancora e ancora, oggi che ha i capelli bianchi come ieri quando, uscito da scuola, andava “allu mesciu” per imparare un mestiere. Nel ’74 la sua prima partita Iva. Quei pomeriggi tra stoffe, filo e macchine da cucire avevano fruttato qualcosa, lo avevano reso fine artigiano, oggi storico punto di riferimento in tutta la Puglia. Per raggiungerlo occorre abbassare le difese, lasciate ogni pregiudizio voi

SOLO UNA PERSONA FREGA MESCIU FRANCO PERRONE, ED È UNA DONNA. DALILA SI CHIAMA ch’entrate e girate le spalle alla Lecce chiassosa. Sulla via per San Cataldo – lì dove sferragliava il suo maggiolone modificato, negli anni ’70 –, all’imbocco della 167 si gira a destra, e a destra ancora. Una stradina stretta e incurvata accanto ai palazzoni, da percorrere con fiducia. Pochi alberi e, un’altra volta a destra, sedili affastellati e mangiati dalla ruggine. Sono le colonne d’Ercole all’ingresso di un’officina un po’ laboratorio, un po’ casa. Senza tempo. Una fucina operosa in terra di frontiera, dove arrivano motorini scalcagnati con i sellini da sistemare o commesse per natanti di lusso da 17 metri e passa cui vanno svecchiati e sistemati gli arredi interni. Non fa distinzioni mesciu Francu, l’impegno è lo stesso in ogni caso. «C’è chi ti chiede cose piccole, fastidiose – ammette lui –, che portano tempo e nessun guadagno. Ma che fai, non li accontenti? Qui c’è posto per tutti». Abbassa la testa sulla macchina da cucire in fondo allo stanzone e riprende a metter punti. Tutto si può fare, tranne che perdere tempo. Qui dove le lancette dell’orologio sembrano incriccate su un momento che è chissà quando. La polvere, i colori, le colle e i pennelli. I tavoli da lavoro tutt’intorno e una spruzzata di confusione. Il lusso viene dopo, a lavoro finito. «Alessandro pigghia li sedili te la Smart, dai!» redarguisce il figlio, l’unico, 33 anni – esortandolo a prendere i sedili di quella piccola auto – anche lui cresciuto a pane, motori e sedili. Non è che gli manchi la loquela, ma non si spreca quando si lavora. Testa bassa e cuore artigiano. Le chiacchiere a poi.

Lui e i lavoranti, in quello stanzone. Gli stessi che con mesciu Franco condividono liturgie sacre e familiari, cui non si deroga per niente al mondo. Una a caso? Il giorno dell’Immacolata: si chiude alle 12.30, in segno di rispetto. Pina, la moglie di Franco – 47 anni insieme tra fidanzamento e matrimonio –, va a prendere le pucce leccesi e i mandarini, e si condivide il pranzo, in piedi e con allegria, come da tradizione. La Pina, si diceva. Altro zoccolo duro – e paziente come solo l’amore sa essere – di quel cantiere. E sì, perché varcata la soglia che porta sul retro, si apre un’altra stanza. Quella in cui Pina e sua sorella aggiungono il tocco femminile, dall’alto delle loro macchine da cucire. «Lo sa? – confida Pina – Ero capo segreteria nello studio dell’avvocato Petrucci da ragazza, avevo studiato tanto, mi piaceva stare in mezzo alla gente. Poi vinsi il concorso in Bnl, ma decisi di restare accanto a Franco e allora passai dalla scrivania alla macchina da cucire». Sorride, non sembra pentita. Cosa non si fa per amore. «Peccato – aggiunge – che ancora adesso non si riposi mai, che devo dire? Franco è così. Pensi che da 33 anni abbiamo una cabina a Lido Azzurro a San Cataldo, ma ci vado praticamente da sola perché lui, anche in quei pochi giorni di ferie, come la domenica, mi pianta in asso e corre in officina». Del resto è la sua vita, quel posto. Ha cambiato sede, passando da via IV Novembre a via di Pettorano e oltre, ma il bagaglio se l’è portato appresso e lo custodisce tra cuore e rotoli di stoffa e pellame.


STORIE

MESTIERI

Solo una persona frega mesciu Franco Perrone, ed è una donna. Dalila si chiama. Bella, bella assai e di carattere. Ha perso la testa e la ragione. Con lei, per lei, si concede fughe estemporanee e si mette a terra. Come quando le ha insegnato a gattonare. Perché quella donna, di appena un anno, è la sua nipotina. Per il resto è fedele, fedelissimo alla sua Pina. Lo era anche quando voleva fare colpo con quella Zodiaco California: «Motore Porsche, ruote posteriori da

Formula 1, scocca maggiolino e rifinitura in vetroresina, motore esterno ma troppo potente. Per cui perdevi il controllo e impennavi, tanto che fummo costretti a inserire ai lati quattro lastre da due quintali». Ma di storie ne potrebbe raccontare a iosa, Franco. Jeans calato, lupetto e giubba, occhialino senza posa e capelli legati in una coda fatta troppo in fretta. C’è la storia di quella Porsche 356 coupé passatagli di mano, ma anche quella

E CHE DIRE DELLA PEUGEOT 201 SU CUI SALÌ UNA SPLENDIDA MONICA BELLUCCI PER GIRARE LE SCENE DI UN FILM?

AN AMERICAN-TYPE GARAGE AND A "FAST AND FURIOUS" STYLE MODIFIED ENGINE THE NEEDLE-AND-THREAD CHALLENGES OF MESCIU FRANCU, THE VIPS' UPHOLSTERER A Volkswagen Zodiaco California rearing up on the way to San Cataldo, Lecce’s asphalt scorching in summer, a modified engine and a luggage compartment full of dreams still suspended. An American-style garage in which to take care of cars, from their engine to their body, passing through their interiors – seats, covers, bodies and steering wheels – and all that the creativity and the practical manner of “mesciu” – as people address a master artisan here – Francu, the upholsterer, would have generated. Born in 1955, Francesco Perrone has been known as the magician of car upholstery for almost fifty years. As well as of motorcycles, mopeds and boats of all kinds. A master, in short. In 1974, his first VAT registration. Those afternoons among fabrics, thread and sewing machines had made him a fine artisan, and today a historical point of reference throughout Apulia. On the way to San Cataldo, in a narrow and curved street next to the tower blocks, some rusty seats are piled up. These are the Pillars of Hercules at the entrance of a garage, which is a workshop and a home at the same time. Timeless. From run-down scooters to luxury boats, Mesciu Francu's commitment is always the same. "There is room for everyone here", he says.

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della sua 500 comprata per 240mila lire negli anni del boom economico, e poi il più bel restauro che ricordi: «Anni ’90, una 500 degli anni Quaranta tutta in legno, di un collezionista di Brindisi». E che dire della Peugeot 201 su cui salì una splendida Monica Bellucci per girare le scene di un film? Poi gli anni delle grandi commesse, quelle per Omfesa. Il capannone alla periferia di Lecce in cui prendevano forma gli arredi delle carrozze delle Ferrovie dello Stato. E quelle per un magnate brindisino «che mi portava un’auto da collezione a settimana. Poi, sull’orlo del fallimento mi chiamò e disse: Franco, quanto ti devo? Vieni a prendere la tua somma, prima che vada tutto in fumo». Si emoziona ma non lo dà a vedere. È un duro lui, ma chi ci crede? Lo è stato col suo unico figlio, che ora è braccio destro. «Non volevo più andare a scuola – racconta Alessandro – per lavorare con papà. Mi mise alla prova. Lasciai gli studi per un anno e mi fece lavorare sodo, senza sosta, da mattina a sera. Partii dalla pulizia dei bagni». Così fa un maestro.

Dust, colours, glues and brushes. Work tables all around and a sprinkle of chaos. Luxury comes later when the job is done. In a back room, his wife Pina and her sister add their feminine touch. "When I was younger, I won a competition at the BNL – she reveals –, but I decided to stand by Franco, so I passed from the desk to the sewing machine." She smiles, she does not seem to have changed her mind. "It is a pity – she adds – that even now he never takes a rest. Even during his few days off, he ditches me and runs to the garage." There is only one person who manages to cheat Mesciu Franco Perrone. Her name is Dalila, she is just one year old, and she is his granddaughter. Franco could tell stories in abundance. What about the Peugeot 201 where a wonderful Monica Bellucci shot the scenes of a film? Then, the years of the big orders. The warehouse on the outskirts of Lecce where the furnishings of the state railways coaches took shape. And those for a tycoon from Brindisi "who used to bring me a collectable car a week." He gets excited but does not give it to see. He is a tough man, but who believes it? He has been tough with his only son, who is now his right-hand man. "I did not want to go to school anymore – says Alessandro – as I wanted to work with him. I left school for a year, and he made me work hard, non-stop, from morning to evening. I started by cleaning the toilets." That is how a master behaves.



STRUTTURE RICETTIVE

ACAYA GOLF RESORT & SPA

Benvenuti a casa Tramonta il termine cliente per fare spazio al concetto di ospite. Quando il team è come una famiglia. Anche per chi viaggia. La realtà di Acaya Golf Resort & Spa Li incroci nei corridoi, nella Spa, nella hall così come al bar o nella sala ristorante. Indaffarati ma sempre sorridenti, cordiali, affabili. E non perché sia qualcosa di imposto dal ruolo che rivestono. Il team di Acaya Golf Resort & Spa è proprio così, ti accoglie come solo una grande famiglia sa fare. Quando prenoti un soggiorno in questa struttura da sogno ti senti un cliente come tanti ma, una volta qui, la situazione cambia sostanzialmente e diventi un ospite a tutti gli effetti, con i vantaggi che questo comporta. Il calore e il garbo dell’accoglienza fanno il paio con la qualità dei servizi e l’offerta

di questa struttura che fa parte della catena JSH Hotels & Resorts. In un mondo dominato dai ritmi frenetici della vita quotidiana che, va detto, troppo spesso finiscono per penalizzare i rapporti umani, la realtà di Acaya assume un valore davvero importante. Chi viene qui, oltre a rigenerarsi in un contesto meraviglioso, a contatto con la natura, in una location che già da sola trasmette gioia e serenità, sa di poter contare su un ambiente unico. Soprattutto dal punto di vista umano. Tutto il personale riesce davvero a trasmettere quel qualcosa in più, mettendo

subito l’ospite a proprio agio. Nulla è ostentato, anzi, la prima impressione che si ha è quella di fare già parte di questo gruppo. «Da sempre poniamo l’accento su un certo tipo di ospitalità. Idea, questa, sposata con entusiasmo dal nuovo direttore, Alessandro Gualtieri – afferma il responsabile delle Risorse Umane, Giuseppe Campobasso –. Chi sceglie di trascorre del tempo qui da noi sa di trovare un ambiente sano, tranquillo, familiare. L’accoglienza, nella sua accezione più ampia, è uno dei nostri punti di forza, uno di quelli che ci permette di fidelizzare la clientela. L’atteggiamento


ACAYA GOLF RESORT & SPA Strada Comunale di Acaya Km 2 – Acaya (LE) tel. +39 0832 861385 – fax +39 0832 861384 – info@acayagolfresort.com – www.acayagolfresort.com –

cordiale e confortevole favorisce la crescita di legami forti con i nostri ospiti che, anno dopo anno continuano a venire qui, magari anche con altri amici, creando in questo modo un circolo virtuoso di rispetto reciproco e perché no, anche di sviluppo. Per questo motivo è molto importante anche selezionare e assumere le giuste risorse umane con un forte senso dell’ospitalità, cortesia e professionalità». Il concetto di “armonia” è presente anche nel mantra che è stato scelto per l’imminente stagione estiva: “TogetherWeCan”, insieme possiamo. Un inno al lavoro di squadra, all’impegno congiunto di tutti i reparti – 12 per l’esattezza – con un significato molto profondo: quando c’è unione, armonia, intesa, nessun risultato è impossibile. Anzi. Bandita la filosofia dell’“io”, il messaggio che prevale è appunto questo “noi” che si proietta come un abbraccio professionale anche agli ospiti della struttura. Un modus operandi sposato dai responsabili di reparto e dal team tutto. «Il senso della condivisione ci accompagna

tutto l’anno, ma si accentua soprattutto a ridosso dell’estate, quando cambiano i ritmi del nostro lavoro. Prima di iniziare, tutto il team è invitato a trascorrere insieme l’‘induction day’, ossia una giornata di formazione, approfondimento, presentazione dei nuovi colleghi di lavoro e dei

nuovi progetti. L’appuntamento serve a potenziare il senso di collaborazione e coesione del gruppo, a rafforzare le singole capacità comunicative e quelle organizzative. Tutto legato al senso del “noi” di cui parlavo prima». In qualche modo è cambiato anche l’atteg-

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STRUTTURE RICETTIVE

ACAYA GOLF RESORT & SPA

giamento di chi viaggia. Se un tempo la vacanza era intesa solo come una pausa dal lavoro, oggi è anche un momento di contatto e di confronto con gli altri. Le relazioni assumono un ruolo importante, al pari del relax che il viaggiatore cerca. Giusto, quindi, saper affrontare questa sfida sull’empatia, perché in fondo anche questo è benessere. Il personale di Acaya Golf Resort & Spa lo sa bene. Anzi, più che personale adesso verrebbe da dire la “famiglia”, una bella famiglia numerosa con i suoi 70 membri che, a stagione avviata, raggiunge quota 110. Un piccolo esercito di sorrisi e premurosità a cui abbandonarsi con fiducia. Loro sono pronti. E voi?

WELCOME HOME THE TERM CUSTOMER FADES TO MAKE ROOM FOR THE CONCEPT OF GUEST You meet them in the corridors, in the hall, at the bar or at the restaurant. They are busy but always smiling. The Acaya Golf Resort & Spa team is just like that. It welcomes you like only a big family can do. The warmth and the kindness of the hospitality are coupled with the quality of the services of this accommodation facility that is part of the JSH Hotels & Resorts chain. Those who come here know they can count on a unique and wonderful environment, where to regenerate themselves in contact with nature. Guests feel immediately at ease. "We have always focused on hospitality. This idea has been married with enthusiasm by our new director, Alessandro Gualtieri – says the head of Human Resources, Giuseppe

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Campobasso –. Anyone who chooses to spend their time here knows they will find a peaceful and familiar atmosphere. Reception is one of our strengths, one of those that allows us to retain customers. Our guests continue to come here year after year, sometimes even with some of their friends, thus creating a virtuous circle of mutual respect and development." The concept of "harmony" is also present in the mantra chosen for the upcoming summer season: "TogetherWeCan". A hymn to teamwork, to the joint commitment of all departments, with a very deep meaning: when there is harmony, no result is impossible. In some ways, the attitude of travellers has also changed. Relationships play an important role and the staff of the Acaya Golf Resort & Spa knows this well. More than staff, now we would call it a "family". A small army of smiles and care to abandon yourself with confidence. They are ready. And you?



MOSTRE

ARTE

Van Gogh, the immersive experience Da non perdere la mostra presso l’ex convento e chiesa degli Agostiniani a Lecce, fino al 16 giugno EX CONVENTO E CHIESA DEGLI AGOSTINIANI, LECCE.

Presso l’ex convento e chiesa degli Agostiniani a Lecce (viale Michele De Pietro, 10), fino al prossimo 16 giugno, è in corso la mostra dal titolo “Van Gogh – The immersive experience”. Sarà aperta sabato e domenica dalle 9 alle 22 e il resto della settimana dalle 9 alle 20 (prevendita biglietti su TicketOne, Go2, CiaoTicket e nei punti vendita autorizzati). L’intero spazio della chiesa e due ambienti al pian terreno del convento sono stati trasformati in luoghi della ricostruzione, reale e virtuale, delle opere del più celebre degli artisti olandesi. Non si tratta degli


di fabio grasso/foto massimo centonze

UN PITTORE MALEDETTO VERREBBE DA DIRE, SE SOLO CI ADAGIASSIMO SULLA RETORICA UN PO’ STANCA DI CERTA LETTERATURA originali naturalmente, ma riproposizioni attraverso la tecnologia della luce principalmente. “Vincent van Gogh (Zundert, 30 marzo 1853 – Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890) è stato un pittore olandese”. É con la secchezza delle parole appena scritte che quasi tutte le biografie aprono i loro capitoli sul celebre artista. Quanto contrasto fra quella narrazione contrita, quasi cinica e asettica, e la travolgente successione di eventi, artistici e non solo, che quella vita ha attraversato e da cui si è fatta attraversare. Molti di noi lo conoscono per la sua follia, per il fatto che si tagliò un orecchio, perché venne a mancare giovanissimo, a trentasette anni, con quella morte prematura che lo accomuna ad altri grandi della storia dell’arte, come Raffaello Sanzio e, perché no, James Dean.

Verrebbe da sottoporre un’intervista a Vincent e, forse, potremmo farla davvero perché l’artista fu anche un autore folle di lettere al fratello Theo, nelle quali affrontava le tematiche della sua arte. Se la tela, la tavola per un artista, solleva il problema di trovare la forma a una realtà più o meno vicina, quello di chi scrive è di trovare la parola più adatta e quindi più vicina a un gesto, a un pensiero. A ben vedere le due realtà, quella della scrittura e quella del dipinto, sono più vicine di quanto si possa immaginare perché accomunate dalla linea, dal tratto di un volto così come quello di una lettera. É il tentativo insistente, prima ancora che disperato, di esplorare e dare un senso al segno. “Osservo negli altri che anch'essi durante le crisi percepiscono suoni e voci strane come me e vedono le cose trasformate. E questo mitiga l'orrore che conservavo delle crisi che ho avuto [...] oso credere che una volta che si sa quello che si è, una volta che si ha coscienza del proprio stato e di poter essere soggetti a delle crisi, allora si può fare qualcosa per non essere sorpresi dall'angoscia e dal terrore [...] Quelli che sono in questo luogo da molti anni, a mio parere soffrono di un completo afflosciamento. Il mio lavoro mi preserverà in qualche misura da un tale pericolo” (lettera a Théo van Gogh, 25 maggio 1889). Un pittore maledetto verrebbe da dire, se solo ci adagiassimo sulla retorica un po’ stanca di certa letteratura che ne ha plasmato la fama. E se così non fosse, anzi, e se solo così non fosse? E se solo la sua diversità, la sua volontà di ricerca attraverso la pittura e il disegno, fosse nient’altro che l’espressione di una umanità densa e inconsueta tanto quanto quella che potrebbe attanagliarci in una notte d’estate, dispersi nella campagna, sotto uno dei tanti cieli stellati che lo 82 83


MOSTRE

ARTE

VORREI DIPINGERE RITRATTI CHE APPAIANO DOPO UN SECOLO ALLE PERSONE COME APPARIZIONI

stesso artista ha pure con insistenza rappresentato ovvero esplorato? Fu la sua umanità, il suo sentirsi un unicum con la natura, con il paesaggio, con i fiori, i cipressi, le acque e i cieli, un atto di follia? Si racconta della passione di quell’artista per i contorni ben delineati delle figure rappresentate nell’arte giapponese, “un’insensata voglia di equilibrio” cantano oggi i Negramaro. “Non si potrebbe studiare l'arte giapponese, mi sembra, senza diventare molto più sereni e più felici – scriveva van Gogh –: dobbiamo ritornare alla natura, nonostante la nostra educazione e il nostro lavoro in un mondo convenzionale. Invidio ai giapponesi l'estrema nitidezza che tutte le cose hanno presso di loro. Nulla vi è mai noioso, né mi sembra mai fatto troppo in fretta. Il loro lavoro è semplice come respirare: essi fanno una figura mediante pochi tratti sicuri, con la stessa disinvoltura come se si trattasse di una cosa semplice quanto abbottonarsi il panciotto”. Eppure nei paesaggi, così come nei ritratti e autoritratti, tutto sembra cedere il passo a un fluire continuo che, a volte, assume i connotati di un leonardesco turbinio. Parlare di van Gogh negli anni nostri della precisione fondata sulla luce può essere rischioso perché l’artista non ricercava la rappresentazione fotografica, ma quel punto di labilità o fessura attraverso cui, secondo la tecnica di restauro giapponese detta kintsugi, passa qui l’oro, lì la luce. E non è affatto un caso che

VAN GOGH, THE IMMERSIVE EXPERIENCE DO NOT MISS THE EXHIBITION AT THE FORMER CONVENT AND CHURCH OF THE AUGUSTINIANS IN LECCE The exhibition entitled "Van Gogh – The immersive experience" is underway at the former Augustinian convent and church in Lecce until 16th June. It will be open on Saturdays and Sundays from 9.00 am to 10.00 pm and the rest of the week from 9.00 am to 8.00 pm. The entire space of the church and two rooms on the ground floor of the convent have been transformed into places of the real and virtual reconstruction of the most famous Dutch artist’s works. "Vincent van Gogh (Zundert, 30th March 1853 – Auvers-sur-Oise, 29th July 1890) was a Dutch painter". Many of us know him for his madness, for the fact that he cut off his ear, or because he died very young, at the age of thirty-seven. An accursed painter, one might say, if only they rested on the rhetoric of certain literature that has shaped its fame. Have you ever wondered if his diversity, his desire to research through painting

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il giallo sia un colore molto ricorrente nella sua produzione artistica. A sua sorella scrisse: “Vorrei dipingere ritratti che appaiano dopo un secolo alle persone come apparizioni. E con questo intendo che non debbano sforzarsi di raggiungere questo obiettivo attraverso la rassomiglianza fotografica, ma grazie ai mezzi delle nostre appassionate emozioni, che vale a dire utilizzando le nostre conoscenze e il nostro gusto moderno per il colore come mezzo per arrivare alla espressione e l'intensificazione del personaggio”. E poi ancora: “…dipingere degli uomini e delle donne con un non so che di eterno [...] mediante la vibrazione dei nostri colori [...] il ritratto con dentro il pensiero, l'anima del modello [...] esprimere l'amore di due innamorati con il matrimonio di due colori complementari, la loro mescolanza e i loro contrasti, le vibrazioni misteriose dei loro contrasti [...] esprimere la speranza con qualche stella. L'ardore di un essere con un'irradiazione di sole calante [...] non è forse una cosa che esiste realmente?” A proposito del paesaggio è utile ancora, infine, ricordare le sue parole: “Mi sono rimesso al lavoro, anche se il pennello mi casca quasi di mano e, sapendo perfettamente ciò che volevo, ho ancora dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà per cercare di esprimere la mia tristezza, l'estrema solitudine”.

and drawing, was nothing but the expression of a dense and unusual form of humanity? Was his humanity, his feeling of being unique with nature, an act of madness? In his landscapes, as well as in his portraits and self-portraits, everything seems to give way to a continuous flow. The artist did not seek the photographic representation, but that point of lability or crack through which, according to the Japanese repairing technique called kintsugi, gold passes here, and light there. And it is no coincidence that yellow is a very recurrent colour in his artistic production. He wrote to his sister: "I would like to [...] paint men and women with something – I do not know what – of eternal [...] through the vibration of our colours [...], the portrait with the thought inside, the soul of the model [...], expressing the love of two lovers with the marriage of two complementary colours, their mixture and their contrasts, the mysterious vibrations of their contrasts [...] expressing hope with some stars. Is not the passion of a being [...] a thing that really exists?"


APERTI A PRANZO SERATE CON MUSICA LIVE via Maremonti, 41 - LECCE tel. +39 0832 1810125 info e prenotazioni: Vincenzo : +39 331 5875964 Marco : +39 329 6190022 www.off-sidelecce.it offsidelecce@gmail.com Off-Side-Lecce

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TERRITORIO

COMUNE DI MELENDUGNO

SALENTO: BELLO DA VEDERE, BELLO DA VIVERE

Un viaggio alla scoperta degli angoli più suggestivi della costa salentina. Melendugno presenta, alla Bit di Milano, il video promozionale sulle sue marine e i suoi borghi. Quando un’immagine vale più di mille parole

Raccontare un territorio attraverso le immagini. Con un bellissimo video, presentato ufficialmente nei giorni scorsi alla BIT di Milano, il Comune di Melendugno ha dato il via agli appuntamenti fieristici e promozionali. “Melendugno tra Mare e Poesia” è il titolo della clip che, in pochi secondi, cattura l’attenzione dello spettatore e lo proietta in

un quel mondo di azzurro e di luce che è la costa adriatica salentina fra Torre Specchia e Torre Sant’Andrea. Ogni fotogramma è curato nel dettaglio e la bellezza del video sta proprio qui, in questo racconto fatto di immagini capaci di emozionare. Il visitatore viene preso per mano e accompagnato in un viaggio alla scoperta delle bellezze naturali, storiche e archeologiche di una terra ricca di fascino e bellezza. Si parte da Roca, dalla sua area archeologica che è fra le più importanti d’Europa. Da qui si passa alla Grotta della Poesia, eletta tra le dieci piscine naturali più belle al mondo per giungere alla selvaggia Torre Specchia con le sue suggestive calette circondate dalla macchia mediterranea. Il percorso fa tappa a San Foca. Il drone

cattura dall’alto la perfezione di un paesaggio il cui profilo si staglia tra sole e mare, tra spiagge dorate e rocce illuminate dalla luce del tramonto. Il cuore è rapito da tanta bellezza. Come quella della baia di Torre dell’Orso, una fra le più belle d’Italia, come le Due Sorelle, i faraglioni più famosi d’Europa. Il video, che in qualche modo è un omaggio a tanta bellezza, è presente sul sito www. melendugnotoyou.it, il portale turistico del Comune di Melendugno. Ma non è solo il mare a farla da padrone. L’entroterra è altrettanto bello e suggestivo, ancora di più se ravvivato dagli eventi artistico-culturali che ogni anno l’amministrazione rinnova per ampliare l’offerta turistica.


COMUNE DI MELENDUGNO Piazza Risorgimento, 24 – Melendugno (LE) tel. +39 0832 832111 – fax. +39 0832 832545 – www.comune.melendugno.le.it – www.melendugnotoyou.it

Tra le chicche da visitare sicuramente spicca Borgagne, borgo autentico d’Italia, dove ad agosto va in scena la Notte degli Artisti di Strada, un vero e proprio festival itinerante che pone l’accento su un tipo di arte che non necessita di palcoscenici particolari, ma che conquista il pubblico grazie alla semplicità e all’immediatezza dello spettacolo. «Melendugno, le sue marine e l’entroterra sono un gioiello da difendere e valorizzare continuamente» afferma la consigliera con delega al Turismo, Angelica Petrachi che a

Milano ha ribadito la necessità di rafforzare il turismo balneare, ricordando quanto sia importante porre in essere azioni congiunte finalizzate alla destagionalizzazione. «Il nostro mare gode di ottima salute – sottolinea Angelica Petrachi – e tanto è confermato da riconoscimenti importanti come la Bandiera Blu, le Cinque Vele di Legambiente e la Bandiera Verde dei pediatri italiani che ogni anno vengono conferiti alle marine di Melendugno. Da parte nostra – conclude – facciamo di tutto affinché il turista torni a casa con la valigia carica di

Non solo turismo Il Comune di Meledugno sposa anche un’importante causa ambientale che porta la firma di “REMEDIA Life on the Beach”, l’associazione che opera nel settore della maricoltura. In calendario c’è un appuntamento da non perdere: il 25 maggio, nella marina di Sant’Andrea, dalle 11.30 alle 14.30. L’obiettivo del progetto è quello di rivoluzionare le buone pratiche della pesca sostenibile. Si partirà, quindi con l’esposizione di materiale divulgativo, per far conoscere meglio le attività legate alla maricoltura e quelle relativa all’IMTA (Integrated Multi Trophic Aquaculture) e sarà organizzata una degustazione, con annessa comparazione di pesce allevato e pesce pescato secondo le tecniche tradizionali. «È interessante capire da quali siano i fattori che influenzano il comportamento di acquisto dei consumatori – spiega Cinzia Zugolaro, responsabile educazione ambientale e sensibilizzazione pubblico generico». L’incontro di maggio è rivolto ai cittadini, ma soprattutto alle scolaresche.

emozioni e con la voglia di tornare quanto prima in questi luoghi dell’anima». Melendugno si è confermata anche nel 2018 tra le dieci mete più visitate della Puglia ed è l’unica destinazione della Provincia di Lecce ad aver avuto un aumento di arrivi e di presenze rispetto all’anno precedente, a testimonianza del gradimento dell’offerta turistica variegata, che soddisfa diverse fasce di reddito, con hotel a 5 stelle, villaggi, agriturismi, b&b e aree camper attrezzate, una ristorazione tradizionale ma anche all’avanguardia e servizi turistici d’eccellenza. Inoltre, propone un turismo di comunità rafforzato dall’appartenenza ai Borghi autentici d’Italia, l’olioturismo legato alla tradizionale produzione dell’ottimo olio extra vergine d’oliva, che insieme al miele, prodotto tipico da cui trae origine il nome, rappresentano due eccellenze del territorio. Melendugno è infatti l’unica Città del Miele in Puglia e sta sviluppando un’interessante offerta turistica legata a esso.

Meledugno is also involved in an important project aimed at revolutionising the best practices of sustainable fishing. "It is interesting to understand which factors influence consumers' purchasing behaviour", explains Cinzia Zugolaro, responsible for environmental education and public awareness.

SALENTO: BEAUTIFUL TO SEE, BEAUTIFUL TO LIVE MELENDUGNO PRESENTS THE PROMOTIONAL VIDEO OF ITS SEASIDE RESORTS AND VILLAGES “Melendugno tra Mare e Poesia” (literally, "Melendugno between the Sea and Poetry") is the title of a beautiful video by which the town council of Melendugno has given the go-ahead to the exhibition and promotional events at the BIT, in Milan. The video clip attracts the viewers' attention and projects them into a world of blue and light, that is the Adriatic coast between Torre Specchia and Torre Sant'Andrea. It starts from Roca: its archaeological area is one of the most important in Europe. Then, it continues with “la Grotta della Poesia” ("the Cave of Poetry"), one of the ten most beautiful natural pools in the world, and with the wild Torre Specchia and its suggestive coves surrounded by the Mediterranean maquis. The route stops in San Foca, with its golden beaches and rocks lit by the light of sunset.

The heart is kidnapped by the beauty of Torre dell'Orso and Le Due Sorelle, the most renowned sea stacks in Europe. The video clip is available on www.melendugnotoyou.it. The hinterland is beautiful and suggestive too, especially if it is revived by artistic and cultural events. Among the gems to visit, stands out Borgagne with its travelling festival, known as “Notte degli artisti di strada” ("Night of the Street Artists"). "Melendugno, its seaside resorts and the hinterland are a jewel to be enhanced all year long," says Councillor Angelica Petrachi. "Our sea enjoys excellent health – she highlights –, as confirmed by important awards such as the Blue Flag, the Five Sails of Legambiente and the Green Flag of Italian paediatricians. We do everything so that tourists come home with a suitcase full of emotions and the desire to return to these places of the soul." In 2018, Melendugno was among the ten most visited destinations in Apulia once again. Its community tourism is closely related to the production of extra-virgin olive oil and honey. Melendugno is the only Town of Honey in Apulia.

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TERRITORIO

OTRANTO

LA TORRE DEL SERPE, LUOGO MISTERIOSO E STORICO DELLA CITTÀ DI OTRANTO

Questo splendido simbolo otrantino, rappresentato anche nello stemma della città, si erge carico di storia e mistero sulla litoranea Sud a pochi passi dal Faro Palascìa


di eleonora leila moscara/foto massimo centonze

Una delle leggende orali più intriganti e antiche tra quelle raccontate ai bambini otrantini narra la misteriosa storia della Torre del Serpe. Splendido simbolo della città posto sulla strada litoranea, nel centro della macchia mediterranea, risalendo la costa a sud nei pressi della località Orte e del faro di Palascìa, questa torre, recentemente restaurata, rappresenta per gli abitanti di Otranto la sentinella fiera della città, carica di leggende e di misteri. La costruzione si ipotizza sia stata effettuata nel periodo in cui i Romani realizzano un ampliamento del porto. La torre viene da subito utilizzata come faro, il cui sistema di segnalazione consisteva in una colonna di fumo. Dallo studioso Luigi Maggiulli sappiamo dell’ipotesi del crollo della vedetta a causa di un terremoto. Dal XIV al XVII secolo la torre rivive come avamposto di avvistamento: risulta infatti che in una bolla di Papa Alessandro IV sia stata inserita nel sistema di fortificazione svevo e così inglobata nel sistema difensivo di Federico II. Anche nell’epoca dei viceré spagnoli compare nell’elenco degli strumenti difensivi mentre, dal XVIII secolo in poi, torna a funzionare come faro. L’ultimo restauro risale al 1998, a cura dell’architetto Antonio Bramato, sovrintendente di Bari. Oltre al suo progetto, ci fu anche quello di Marina Bello e Fernando Russo: entrambi puntavano al consolidamento tramite acciaio e colate di cemento, ma il secondo prevedeva, rispetto al primo, di preservare la parte originaria senza quei due speroni in pietra leccese che sono stati poi aggiunti e che tanti otrantini non hanno mai gradito. Nonostante le critiche, la torre rispetta i principi di riconoscibilità e reversibilità necessari per gli interventi di restauro e continua a resistere fedelmente alle intemperie e allo scorrere del tempo. Parallelamente ai cenni storici su questo meraviglioso faro romano, esiste però un’altra “verità”, a cui si può credere o meno, che veste la torre di mistero e che spiega il perché del nome che la associa a un enorme serpente, mostro marino avvinghiato alla torre anche nello stemma

ESISTONO VERSIONI DIVERSE DELLA LEGGENDA CHE NEL TEMPO SI MODIFICANO, COME OGNI RACCONTO CHE VIENE TRAMANDATO ORALMENTE civico della città idruntina. Esistono versioni diverse della leggenda che nel tempo si modificano, come ogni racconto che viene tramandato oralmente. Dalla raccolta di racconti “Cuntame nu cuntu”, pubblicata da Annamaria Gustapane, la versione forse più comune è quella che narra di questo mostro marino, dalle dimensioni enormi, che di notte risaliva dal mare per raggiungere la torre e bere tutto l’olio che alimentava il faro, portandolo allo spegnimento.

Quel faro però era molto importante per i marinai otrantini perché indicava delle secche ma, una volta spento, molti pescatori naufragavano rovinosamente, perdendo la vita dopo essersi schiantati sulle rocce. L’anziano guardiano del faro, Colangelo, venne allora mandato via e sostituito da un baldo giovane, ma durante una notte il vecchio, che si era rifugiato nelle vicinanze, vide il serpente più grosso mai immaginato risalire dal mare e strisciare nella torre 88 89


TERRITORIO

OTRANTO

ANTONIO CIATARA SOSTIENE CHE IL SERPENTE FOSSE IL SIMBOLO DELLA PRUDENZA, RICONDUCIBILE ALLA DEA MINERVA, DELLA QUALE ERA IL SACRO ANIMALE in cerca dell’olio. Il farista cercò di dare l’allarme ai compaesani, ma nessuno gli credette, fatta eccezione per il sindaco che conosceva il vecchio Cola come uomo di senno. Così, su ordine del primo cittadino, i marinai si appostarono, videro il serpente e, come un solo uomo, gli si fecero addosso, lo colpirono, gli mozzarono la coda e, quando l’animale cadde rovinosamente riverso a terra, Colangelo – ritrovato il vigore dei suoi migliori anni – con un colpo d’ascia gli mozzò la testa e la sollevò trionfante su di una picca.

Anche il crollo della torre viene spiegato nella leggenda: oltre al serpente, infatti, si narra che ci fosse la sua femmina la quale, non vedendolo tornare, iniziò a chiedere preoccupata a tutti gli animali della brughiera chi l’avesse visto per ultimo, fino a quando una lucertola gli confessò l’uccisione per mano degli otrantini. Piena d’ira, si vendicò arrampicandosi sulla torre, stringendola a sé talmente forte da farla crollare. Non si sa bene perché la torre sia stata scelta come simbolo della città: tra i tanti studiosi che si

sono espressi sul tema, Antonio Ciatara sostiene che il serpente fosse il simbolo della prudenza, riconducibile alla dea Minerva, della quale era il sacro animale. La torre per lui sarebbe stata la rappresentazione del grande coraggio dimostrato dagli otrantini nell'assedio saraceno del 1480. Per Luigi Maggiulli, invece, il faro simboleggerebbe il primo bagliore della fede che, da Otranto, si diffuse poi nel mondo pagano. Tante le interpretazioni dello stemma, dunque, ma numerosi anche gli interrogativi rimasti ancora senza una risposta.

TORRE DEL SERPE, A MYSTERIOUS AND HISTORIC PLACE IN THE CITY OF OTRANTO THIS WONDERFUL SYMBOL OF OTRANTO RICH IN HISTORY AND MYSTERY IS A FEW STEPS FROM THE PALASCÌA LIGHTHOUSE A splendid symbol of the city, this tower represents the proud sentinel of the city of Otranto. Built by the Romans, it was immediately used as a lighthouse. From the Fourteenth to the Seventeenth century, the tower revived as a lookout outpost in the defence system of Frederick II. Even in the era of the Spanish viceroys, it appears in the list of defensive buildings while, from the Eighteenth century onwards, it returned to work as a lighthouse. Parallel to the historical outlines, another "truth" gives the tower a hint of mystery and associates its name with a huge sea monster clinging to the tower also in the civic emblem of the town. The legend tells of this huge sea monster that went up the tower at night to drink all the oil feeding the lighthouse, bringing it to extinction. Thus, many fishermen from Otranto died after crashing on the rocks. Colangelo, the old lighthouse keeper, was sent away. But during one night, he saw the snake. The man gave the alarm but nobody believed him, except for the mayor. At the command of the first citizen, the sailors struck the snake, which fell ruinously to the ground. Colangelo cut off his head with an axe and raised it triumphantly on a pike. The collapse of the tower is also explained by the legend. In addition to the snake, it is said there was his female. Angered by the killing of the snake, she clung to the tower so tightly that it collapsed. The reason why the tower has been chosen as the symbol of the city is not clear. According to Antonio Ciatara, it would be the representation of the courage shown by the inhabitants of Otranto in the Saracen siege of 1480. According to Luigi Maggiulli, however, the lighthouse would symbolise the first glow of faith that spread from Otranto to the pagan world. Many are the interpretations of the city emblem as well as many questions are still without an answer.

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CULTURA

MUSICA

Dalle cantine ai festival, la musica fermenta La “fotografia” di Filippo Bubbico, giovane talento e musicista a tutto tondo «La musica nel Salento c’è sempre stata. Dove c’è il mare è impossibile che la gente non sia musicale». Inizia così la chiacchierata con Filippo Bubbico, artista che rappresenta pienamente il fermento musicale del Salento contemporaneo: giovanissimo (classe ’92), ha fatto della musica la sua professione. E come lui tanti altri. «È un fenomeno generale che si può osservare anche a livello nazionale: è aumentato tantissimo il numero dei ragazzi

che fanno musica, adesso molta più gente giovane suona e lo fa in maniera molto più evoluta rispetto a prima». Polistrumentista, compositore, producer. La freschezza di Filippo Bubbico si riconosce nell’originalità di composizioni che mescolano insieme potenti groove funk, jazz ed elettronica, sempre alla ricerca di sonorità nuove e fortemente espressive. A settembre 2018 è uscito il suo disco, “Sun Village”, per l’etichetta

discografica Workin’ Label, con il sostegno di Puglia Sounds Records e la distribuzione di I.R.D. “Sun Village” si riferisce proprio a Villaggio del Sole, la zona dove Filippo vive e in cui ha preso forma tutto il processo creativo musicale confluito nel disco. «È un disco interamente autoprodotto, realizzato in completa autonomia nel mio studio a San Cataldo. Abbiamo fatto un po’ di concerti in giro per l’Italia e ora stiamo


di aurora mastore/foto lucia olivieri

lavorando alle nuove date per quest’estate. Nel frattempo, sto continuando a scrivere cose nuove, collaboro con altri artisti come Sofia Brunetta, Sofia Rollo, mia sorella Carolina, Gabriele Poso e, a breve, uscirà un mio nuovo singolo». Filippo è nato nella musica: sua madre Irene Scardia, suo padre Luigi e sua sorella Carolina sono tutti musicisti molto attivi. Quando parla di casa sua, la descrive come un luogo pieno di bella energia, oltre che di tanti strumenti musicali. «Però nascere nell’ambiente è ben diverso dal farsi conoscere dai musicisti che sono residenti qui, che lavorano nella zona. Ho iniziato ad approcciarmi al mondo della musica intesa come lavoro a Bologna. Lì ho cominciato a formare la mia rete di contatti che non mai abbandonato; ho anche suonato un sacco per strada e poi sono tornato a Lecce, non consapevole di quella che era diventata la scena musicale che avevo abbandonato, un po’ più stantia di come poi l’ho trovata tornando. Nel 2011 mi sono diplomato al liceo e sono andato via: sono stato a Milano, dove ho studiato Ingegneria del suono al SAE, poi sono stato quattro anni a Bologna, ho studiato jazz al conservatorio e, quindi, sono tornato a Lecce. Quando sono andato via da qui, a 18 anni, le mie uniche esperienze in ambito musicale erano tutt’altro che lavorative e si collocavano soprattutto in ambito grunge, rock. Al liceo suonavo e cantavo in una band, ma non avevo nulla a che vedere con la scena musicale dei professionisti». Nel Salento c’è sempre stato un movimento musicale indipendente, dagli anni Ottanta e per tutti gli anni Novanta fino a oggi. Sin da quando si suonava nelle cantine in cui c’era solo “polvere e corrente”, come ha ben ricostruito il regista salentino Dario Brandi nel suo documentario (il cui titolo è proprio “Polvere e Corrente”) sulla musica indipendente delle province di Taranto, Brindisi e Lecce di quegli anni. Ed è proprio quel contesto che ha fatto da retroterra culturale per la formazione di chi oggi lavora organizzando i circuiti della musica indipendente qui. Da allora, sicuramente il modo di fare musica in questa terra così lontana, ma nello stesso tempo aperta e protesa verso

NEL SALENTO C’È SEMPRE STATO UN MOVIMENTO MUSICALE INDIPENDENTE, DAGLI ANNI OTTANTA E PER TUTTI GLI ANNI NOVANTA FINO AD OGGI

le influenze mediterranee, è cambiato tanto, soprattutto nell’ultimo decennio. «Dal mio punto di vista prima che partissi, quindi fino al 2011, la scena musicale era un po’ più chiusa, secondo quello che i miei occhi riuscivano a osservare», e che le sue orecchie potevano ascoltare, evidentemente. «C’erano meno etichette discografiche, meno festival, anche se devo dire che forse i locali in cui poter suonare a Lecce erano di più». Ride. «Adesso, in città, il fulcro della provincia, ci sono pochi locali in cui ascoltare musica live.; poi chiaramente ti puoi spostare in altri centri del territorio, dove ci sono realtà molto

interessanti. Se ci pensiamo, il Salento è molto vasto: siamo quasi un milione di abitanti e ci sono tantissimi musicisti». La visione in prospettiva, però, lascia ben sperare: «Oggi, senza dubbio, ci sono molte etichette discografiche, come ad esempio La Rivolta Records, URLO records, Workin’ Label, Dodici Lune, Discographia Clandestina e ne sto dimenticando tante altre. Ci sono molti più festival. Da tre anni con mia madre Irene organizziamo anche il Piano Piano Festival, che si tiene in ville private. C’è un pianoforte che gira per le varie case, in genere dal 2 al 5 luglio. Dal secondo anno si sono aggiunti 92 93


CULTURA

MUSICA

SICURAMENTE CI SONO TANTI POSTI, PERÒ LA CITTÀ DI LECCE, IL FULCRO DELLA PROVINCIA, HA POCHI LOCALI IN CUI ASCOLTARE MUSICA LIVE BAND AL COMPLETO

LIVE DUO FILIPPO CAROLINA BUBBICO. PH: NICO QUARANTA

COPERTINA SINGOLO DREAMING. VIDEO: MATTIA EPIFANI

altri strumenti, dal terzo anno è entrato anche il teatro. Questo a testimonianza di un’ulteriore realtà che cresce a livello territoriale. Alla rassegna Sud Est Indipendente, a settembre, ho presentato il mio disco. Non possiamo non citare il Loco-

motive Jazz Festival, che è arrivato alla quindicesima edizione. Anche allargando l’occhio un po’ più a nord, c’è il VIVA!Festival nella Valle d’Itria, a Locorotondo il Locus. D’estate si suona tantissimo e si viene a creare una bella sinergia tra

FROM WINE CELLARS TO FESTIVALS, THE MUSIC FERMENTS FILIPPO BUBBICO, A YOUNG TALENT AND A WELL-ROUNDED MUSICIAN "There has always been music in Salento", says Filippo Bubbico, one of the many young artists and musicians from this area. "The number of the young who play music has dramatically increased at a national level, too. They play in a more evolved way than they used to do before." He is a multi-instrumentalist musician, a composer, and a producer. His compositions mix powerful funk, jazz and electronic grooves. In September 2018, his album was released, whose name – Sun Village – recalls the hamlet where Filippo lives. "This album is completely self-produced. At the moment, I am writing new things, I am working with other artists and my new single will be released soon." In his family, they are all very active musicians. "I began to work in the music world when I was in Bologna. There, I began to create my network of contacts. I also played a lot on the street and then I came back to Lecce. In 2011, I graduated from high school and then I went to Milan, where I studied sound engineering. After that, I moved to

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i musicisti. Ad esempio, il Medimex (che si tiene a Taranto) è una cosa fantastica. Noi in genere ci andiamo quasi sempre, perché speriamo di riuscire a esportare il fermento che c’è qui a Lecce e di poter raccogliere dei frutti in futuro per questo territorio. C’è la consapevolezza che sia necessario spostarsi, andare all’estero, muoversi anche in Italia, far conoscere i progetti, scambiare le idee. Oggi, fare il musicista a Lecce significa dover alzare in continuazione la testa e vedere quali sono le possibilità che il mondo ha da offrire. L’etichetta Workin’ Label, ad esempio, è nata perché mia madre ha deciso di autoprodurre il suo disco, Risvegli, uscito nel 2012. Quello è stato il primo disco prodotto e, da lì in poi, è diventato un lavoro. Io, invece, come ampliamento delle possibilità di carriera, ho scelto quella del producer, fonico da studio». Certo, non è facile fare e produrre musica in un’area così periferica come questa. Ma il Salento musicale di oggi è un proliferare di progetti nuovi e molto validi, che hanno come comun denominatore la volontà di affermare il valore professionale degli artisti e che si pongono come obiettivo quello di riconoscere la musica – e l’arte in generale – come protagonista per la crescita culturale dell’intero territorio.

Bologna where I studied jazz at the conservatory." There has always been an independent music movement in Salento. Today, the way music is made in this land, which is far away but also open to the Mediterranean influences, is very different. "In 2011, Lecce had fewer record labels, fewer festivals, but more places in which to play music. Now, there are only a few places where to listen to live music." He continues, "My mother and I have been organising the Piano Piano Festival for three years. It is usually held from the 2nd to the 5th July, and a piano goes around the houses. Since the second year, other instruments have been added; since the third year, the theatre has also entered. We cannot fail to mention the Locomotive Jazz Festival and the Sud Est Indipendente Festival. A little further north, there are the VIVA! Festival and the Locus Festival. In summer, the Medimex is great. We go there almost every year. It is necessary to move, to go abroad, to let other people know your projects, to exchange ideas." It is not easy to produce music in such a peripheral area. But today Salento's music landscape is a proliferation of new and very good projects, all united by the will to affirm the professional value of the artists involved and to recognise music as a protagonist for the cultural growth of the whole territory.


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RISTORAZIONE

PASTA D'ÉLITE

INNOVARE PARTENDO DALLA TRADIZIONE Pasta fresca impastata con amore e gastronomia gourmet per accontentare i palati più esigenti. “Pasta d’Élite” è diventato un brand famoso anche fuori dai confini pugliesi. Quando qualità e competenza fanno la differenza

Ci sono storie legate da un filo. Come, per esempio, quella di una mamma pastaia, Rossana, e di una figlia, Emanuela, che sin da piccina ripete con le mani e con il cuore gli stessi movimenti materni, creando gli stessi piccoli capolavori mescolati con acqua e farina. In questa storia c’è anche una zia, Daniela, che, con affetto e dedizione, tramanda alla nipote i segreti delle nonne e lo fa attraverso il codice silenzioso dell’amore.

La bambina cresce, così come il suo bagaglio di esperienza, e quel filo invisibile che la accompagna da sempre si allunga fino a creare nuove relazioni altrettanto forti. Come quella che, da oltre 10 anni, la lega ad Alessio, la sua anima gemella. Nasce così un sodalizio non solo personale ma anche professionale. Emanuela Bruno e Alessio Gubello, una volta raccolto il testimone di mamma e zia, hanno ridisegnato il profilo di Pasta d’Élite, piccolo regno della pasta fresca e della gastronomia a Lecce. Lei pastaia, lui chef, hanno fuso insieme le loro competenze creando qualcosa di nuovo. La lavorazione artigianale è stata perfezio-

nata. Hanno creato nuovi formati di pasta rivisitando gli “scialatelli” (fettuccine realizzate con un impasto di prezzemolo, basilico e menta) creando un mix fra tradizione siciliana e campana; hanno “inventato” i ravioli cacio e pepe e hanno dato ai “triddhri” una connotazione più saporita, aggiungendo nell’impasto pecorino, pepe e prezzemolo. Ma soprattutto hanno integrato la produzione con grano arso, grano Saragolla, Senatore Cappelli e grano integrale a basso contenuto di glutine. Un’attenzione in più per i clienti che, in questo modo, possono scegliere il piatto più adatto alla loro dieta. Tutto rigorosamente fresco e genuino,


PASTA D'ÉLITE Via Bari, 2 – Lecce (LE) tel. +39 0832 315048 – www.pastadelite.it –

come i ripieni (burrata, bufala e crudo, cernia e lime, rape con la sfoglia di grano arso), così come i prodotti di gastronomia. E qui si apre un capitolo a parte. I piatti preparati da Alessio, chef di rinomata esperienza (ha lavorato nei ristoranti più prestigiosi, in hotel extralusso, ha avviato nuove strutture ed oggi ha un’invidiabile clientela come private chef) hanno quel qualcosa in più che li rende unici. Alla base di ogni singola ricetta, come amano ripetere lui ed Emanuela, ci sono solo prodotti di stagione. I piatti

a base di verdura e ortaggi, per esempio, cambiano a seconda del periodo dell’anno. Inoltre, dietro ad ogni ricetta c’è un’attenzione per il dettaglio che fa la differenza. La filosofia adottata da Alessio ed Emanuela si può riassumere così: prodotti di eccellenza, prodotti di qualità, prodotti del territorio. «L’impiego di ingredienti sempre freschi e genuini è il nostro marchio di fabbrica – affermano – ed è quello che ci rende riconoscibili in questo mercato». Fra pochi mesi Pasta d’Élite compirà 20

TO INNOVATE STARTING FROM TRADITION FRESH PASTA MIXED WITH LOVE AND GOURMET GASTRONOMY. "PASTA D 'ÉLITE" HAS BECOME A FAMOUS BRAND EVEN OUTSIDE THE APULIAN BORDERS This is the story of Rossana, a pasta maker, and of her daughter, Emanuela, who has repeated the same movements of her mother since a young age. There is also an aunt, Daniela, who handed down the grandmothers' secrets to her niece. The child grows, and so does her experience. She creates strong relationships. Like the one that connects her to Alessio, her soul mate. A personal and professional partnership. Emanuela Bruno and Alessio Gubello have redesigned the profile of Pasta d'Élite, a small kingdom of fresh pasta and gastronomy in Lecce. She is a pasta maker, he is a chef. They have perfected the handmaking and created new pasta shapes. Above all, they have integrated different types of high-quality wheat. Thus, customers can choose the dishes best suited to their diet.

anni. Un bel traguardo per una realtà artigianale che, nel tempo, si è creata una sua storia ed ha dato vita ad un brand ormai riconosciuto e apprezzato anche fuori dai confini pugliesi. L’ultimo decennio è quello in cui Alessio ed Emanuela hanno dato un’impronta più moderna, senza tuttavia snaturare l’identità di questa realtà. Per loro innovare significa guardare al futuro ma con i pieni ben piantati in terra, ricorrendo per esempio a nuove tecniche di cottura (come quella sottovuoto), senza tuttavia trascurare gli aspetti tradizionali legati all’universo della cucina. «Il vero cambiamento passa dalla tradizione – dicono entrambi –. L’importante è restare fedeli al passato, valorizzando quello che abbiamo imparato, ma al tempo stesso proiettandoci verso nuove sfide. Questo lavoro richiede tanto impegno e tanti sacrifici – concludono – ma affrontiamo tutto con passione e con lo stesso entusiasmo che avevamo agli inizi della carriera. Alla fine le soddisfazioni non mancano, e questo ci rende orgogliosi, ci fa capire di aver lavorato nel modo giusto». Le sfide affrontate fino ad oggi sono state tutte vinte. Anche quelle personali. Il successo di questa coppia è testimoniato anche dall’affetto che i clienti dimostrano quotidianamente. Del resto, per capirlo, basta entrare nel loro pastificio. Il sorriso, il garbo e la simpatia con cui viene accolto ogni avventore sono come quei “piatti fuori menù” che fanno la differenza.

All strictly fresh and genuine. Vegetable dishes, for example, change depending on the season of the year. "The use of fresh and genuine ingredients – they say – let us stand out in this market." In a few months, Pasta d'Élite will be 20 years old. A nice goal, considering that the brand is now recognised and appreciated even outside the Apulian borders. The last decade is the one in which Alessio and Emanuela have given a more modern imprint, without distorting tradition. "The most important thing – they say – is to value what we have learned, projecting ourselves towards new challenges. This work requires a lot of effort and many sacrifices, but we face everything with passion and enthusiasm." The challenges faced so far have all been won. Even the personal ones. The smiles and the kindness that welcome every customer are like those "dishes off the menu" that make the difference.

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CULTURA

LETTERATURA

«La disperazione è una molla» Andria ospita il Festival della Disperazione, evento letterario tra i più originali e raffinati d’Italia “La disperazione è perfettamente compatibile con una buona cena”. Lo scrittore satirico inglese William Makepeace Thackeray ne era convinto. O, per dirla con Beckett, “la speranza non è che un ciarlatano che non smette di imbrogliarci; e, per me, io ho cominciato a star bene solo quando l’ho persa”. Ad Andria, tre anni fa, proprio durante una cena, è nata l’idea del “Festival della Disperazione”, uno dei festival letterari italiani più originali e raffinati, organizzato dal Circolo dei Lettori.

Andria è una città che gode di fama internazionale per essere a una manciata di chilometri da Castel del Monte, il geniale complesso architettonico difensivo medievale, a pianta ottagonale, simbolo dell’influenza di Federico II in Puglia e dichiarato bene Unesco nel 1996. Geniale è a suo modo anche il Festival della Disperazione, che ruota intorno a questo sentimento indagandolo a seconda delle diverse sfaccettature, sia dal lato ironico legato al fallimento e all’errore, sia dal lato più serio con innumerevoli chiavi

di lettura e declinazioni. Nelle passate edizioni l’intraprendenza di un gruppo di giovani appassionati di letteratura ha portato in città ospiti del calibro di Carlo Lucarelli, Francesco Piccolo, Ermanno Cavazzoni, Stefano Benni, Loredana Lipperini, Erri De Luca, Gianni Amelio, Umberto Galimberti, solo per citarne alcuni. La terza edizione è in programma dal 16 al 19 maggio e il Circolo dei lettori è in piena fase organizzativa. L’idea, si diceva in apertura, è nata parallelamente alle attività di questa associazione culturale


di annachiara pennetta/foto sara suriano e michele cioce

LA DISPERAZIONE DÀ LUOGO A DEI MOTI CHE NEL CASO DEGLI ARTISTI GENERANO OPERE D’ARTE

che ha un anno in più di vita rispetto alla manifestazione. «Volevamo che la letteratura facesse parte della nostra vita e della vita culturale della città – racconta Gigi Brandonisio, in prima persona tra gli organizzatori e promotori dell’iniziativa –; abbiamo pensato ad un’azione che sembrasse impossibile e quindi disperante. Tre anni fa stavamo lavorando insieme allo scrittore Paolo Nori al suo “Repertorio dei pazzi della città di Andria”, pubblicato da Marcos Y Marcos. Durante una cena con lui venne fuori il concetto di disperazione come uno dei sentimenti d’ispirazione per scrittori e artisti. La disperazione dà luogo a dei moti che nel caso degli artisti generano

opere d’arte. Per noi, nel nostro piccolo, ha generato un movimento culturale». Questo approccio finì poi in una chiacchierata tra Paolo Nori e lo scrittore Carlo Lucarelli, inserita anche nel “Manuale pratico di giornalismo disinformato” (per Marcos Y Marcos). Intanto, l’idea era sedimentata nei ragazzi del circolo fino a quando hanno provato a organizzare davvero il festival, riuscendo a coinvolgere altre persone che ci hanno creduto. Una rivincita su questo stato emotivo, un modo per esorcizzarlo con intelligenza e creatività, per valorizzarlo come slancio. E, come dicono gli stessi organizzatori «Un festival di taglio culturale, non un inno alla disperazione ma, piuttosto, un'esplorazione culturale e antropologica nei territori della disperazione, tema letterario per eccellenza, alla ricerca dei risvolti serissimi e ironici della stessa». Il festival ospita gli appuntamenti principali nella chiesa sconsacrata Mater Gratiae, sorta dove un tempo c’era la cappella di San Giovanni Battista, che si inserisce nel dedalo di viuzze tra le più strette e intricate d’Italia, simbolo di una città racchiusa in una cinta muraria, testimonianza complice delle influenze normanne e sveve. Un labirinto ideale dal quale si esce mettendo in moto il proprio senso dell’orientamento. Il fe-

stival prevede anche un programma “off” molto interessante e divertente che propone mostre, workshop, esibizioni musicali. Nella passata edizione, ad esempio, tra un incontro e l’altro ci si è potuti cimentare con il corso di disegno brutto e con lo “Slam Poetry for losers”. Ma non solo. Avete mai impiccato un caciocavallo? Ad Andria sì, a conclusione dell’escursione verso la Torre Disperata, un luogo affasciante e di grande bellezza paesaggistica a quota 686 metri, punto più alto della Murgia dal quale ammirare le colline con lo sfondo di Castel del Monte, Monte Savignano e in lontananza il Vulture. La passeggiata è stata incorniciata per l’occasione nella poesia di Franco Arminio. La città di Andria, però, di sorprese da scoprire ne riserva molte altre. Prima tra tutte la cripta paleocristiana, risalente all'VIII secolo, della Cattedrale di Santa Maria Assunta, struttura romanica con un imponente campanile alto 50 metri, situata nel centro storico. Qui sono sepolte due delle mogli di Federico II. Jolanda di Brienne, la seconda consorte del sovrano soprannominato “Stupor Mundi”, aveva circa tredici anni quando, nel 1225, sposò l’imperatore, nel duomo di Brindisi. Una vita da reclusa per la giovane regina che morì nel 1228, a soli 98 99


CULTURA

LETTERATURA

sedici anni, pochi giorni dopo aver dato alla luce Corrado IV di Svevia, futuro erede. Jolanda di Brienne fu inumata nella cripta della cattedrale di Andria, dove l’imperatore avrebbe fatto seppellire in seguito anche la sua terza e ultima moglie, Isabella d’Inghilterra, morta di parto, come la precedente. Continuando a fare un giro nel cuore di Andria, da non perdere sono anche la Chiesa di

Sant'A gostino, simbolo della storia dei Templari, e il Santuario di Santa Maria dei Miracoli, risalente al Cinquecento e composto di varie chiese: la rupestre di Santa Margherita, quella centrale della Crocifissione, che si caratterizza per la preziosità degli affreschi, e la Basilica dell'architetto Cosimo Fanzago, risalente al Seicento. E per finire, vicino alla Cattedrale, tappa al Museo del Confetto,

con un percorso alla scoperta dei vari attrezzi utilizzati per la produzione. Se tutto questo ispira un po’ di curiosità, allora raccontarlo non è stato un tentativo disperato. E, nell’attesa, potreste sempre cimentarvi nella “Storia disperata in tre parole”, la nuova sfida del festival che potete seguire sulle pagine social ufficiali e sul sito www. festivaldelladisperazione.it.

IL FESTIVAL PREVEDE ANCHE UN PROGRAMMA “OFF” MOLTO INTERESSANTE E DIVERTENTE

"DESPAIR IS A SPUR" ANDRIA HOSTS THE FESTIVAL OF DESPAIR Three years ago, the idea of one of the most original and fine Italian literary festivals emerged in Andria – the Festival of Despair (or “Festival della Disperazione”, as it is called in Italian). Brilliant in its own way, this festival focuses on the feeling of despair by investigating it in its various facets. In past editions, the resourcefulness of a group of young literature lovers belonging to the “Circolo dei Lettori” (the "Readers’ Club") brought guests of the calibre of Carlo Lucarelli, Stefano Benni, Erri De Luca and Umberto Galimberti to the city. The third edition is scheduled from 16th to 19th May and it is currently in its full organisational phase. "We wanted literature to be part of the cultural life of the city – says Gigi Brandonisio, one of the organisers and promoters of the initiative –. Three years ago, we were working with the writer Paolo Nori when the concept of despair emerged as one of the inspirational feelings for writers and artists. For us, it has generated a cultural movement." The Festival of Despair is a way to dispel this feeling with intelligence and creativity. "It represents a cultural and anthropological exploration of despair, in search of the very serious

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and ironic implications of the same." The main events will be held in the deconsecrated church Mater Gratiae, among some of the narrowest and most intricate alleys in Italy. An ideal labyrinth from which it is possible to come out by putting in motion one's own sense of orientation. The festival also includes a very interesting and fun "off" program. The city of Andria has many other surprises. First of all, the early Christian crypt of the Cathedral of Santa Maria Assunta, dating back to the eighth century. Here, two of the wives of Frederick II are buried – Jolanda of Brienne and Isabella of England. Not to be missed are the Church of Sant'Agostino, a symbol of the history of the Templars, and the Sanctuary of Santa Maria dei Miracoli, dating back to the sixteenth century. The latter is composed of various churches: the rupestrian of Santa Margherita, the central one of the Crucifixion, with its precious frescoes, and the Basilica of the architect Cosimo Fanzago, dating back to the Seventeenth century. Finally, it is worthwhile stopping at the Museo del Confetto (the museum of sugared almonds). For more information, please visit the official social pages and the site, www.festivaldelladisperazione.it.



TERRITORIO

COMUNE DI GALLIPOLI

PH: ITB BERLIN

“Bella” tutto l’anno Lavorare per la destagionalizzazione. A partire dalle fiere di settore, come l’IBT di Berlino, palcoscenico importante per promuovere il brand “Gallipoli” Berlino chiama, Gallipoli risponde. Per il secondo anno consecutivo, la “città bella” ha preso parte all’IBT, una delle fiere dedicate all’universo turistico più importanti al mondo. Vetrina privilegiata per far conoscere, apprezzare e amare una località che non ha certo bisogno di presentazioni ma che, comunque, da questa ribalta importante ha potuto allargare

i propri orizzonti, creando un’occasione importante per mettere in risalto il suo bagaglio storico, artistico, paesaggistico. Con oltre 180 mila visitatori, 110 mila operatori provenienti dal mondo del turismo e 10 mila espositori giunti da circa 180 Paesi, la International Tourism Börse (6 – 10 marzo) si è confermata la fiera più rinomata del settore a livello internazio-


COMUNE DI GALLIPOLI Via Antonietta de Pace, 78 – Gallipoli (LE) tel. +39 0833 266176 – fax +39 0833 260279 – www.comune.gallipoli.it –

nale. Bastano solo questi numeri per far comprendere la portata dell’evento. Il 2019 è stato proclamato l’Anno Nazionale del Turismo Lento, per intenderci, quello improntato alla scoperta di itinerari sostenibili, a contatto con la natura, dall’inconfondibile profilo “green”, una formula nata per privilegiare mete alternative da un lato e per rafforzare l’idea di destagionalizzazione dall’altro, tema, questo, particolarmente caro agli amministratori locali da sempre impegnati in tal senso. Il sindaco di Gallipoli, Stefano Minerva, spiega: «Crediamo molto nel mercato tedesco e, più in generale, in quello europeo. A nostro avviso, sono canali perfetti per avviare un percorso concreto che porti verso la destagionalizzazione del turismo. A differenza degli italiani, gli stranieri si muovono tutto l’anno e, grazie anche alla presenza dei collegamenti diretti sia di Bari che di Brindisi con le principali capitali europee, possono raggiungere più facilmente la nostra bella città e innamorarsene. È sufficiente far conoscere Gallipoli – continua il primo cittadino – il resto verrà da sé. Abbiamo un solo obiettivo: costruire bellezza. Ci stiamo provando, lo facciamo con umiltà e passione, come solo chi ama profondamente la propria terra può fare. Gallipoli è una delle città più belle d’Italia, direi del mondo, ma questo non basta. Grazie all’aiuto di alcuni imprenditori illuminati, di cittadini con un forte senso civico, di associazioni e di straordinarie realtà attive sul territorio, continueremo a portare il brand “Gallipoli” in tutto il mondo».

L’Amministrazione Comunale, a Berlino, è stata rappresentata dal consigliere Mino Nazaro. «Sono orgoglioso – ha detto – di rappresentare la città in cui sono nato e cresciuto. L’ITB non solo è una ghiotta occasione per comunicare Gallipoli in tutto il mondo, ma è anche è un modo per stringere accordi che si trasformano in concrete opportunità di sviluppo. Ed è proprio di questo che la città ha bisogno». Dello stesso tenore il commento dell’assessore al Turismo Titti Cataldi. «Abbiamo scelto di investire su Berlino perché, ad oggi – afferma – è la meta numero uno in termini di incoming in Italia. Sto portando avanti una strategia mirata alla destagionalizzazione. Gallipoli sta vivendo un periodo di cambiamento e noi non possiamo fare altro che rispondere a questo stimolo nel migliore modo possibile». Grande successo, infine, per il progetto

GALLIPOLI, SPIAGGIA DELLA PURITATE AL TRAMONTO. PH: MASSIMO CENTONZE

“Italy Salento my love in Berlin”, giunto alla sua quinta edizione. Tantissimi giornalisti non solo tedeschi, ma provenienti da ogni angolo del mondo, hanno partecipato all’esclusivo evento organizzato dalla rivista di turismo e cultura “Mediterraneo Spiagge”, diretta da Carmen Mancarella. Un’occasione unica per scoprire le bellezze del Salento attraverso la musica, il paesaggio, il divertimento, i sapori, la cultura.

PH: ITB BERLIN

"BEAUTIFUL" THROUGHOUT THE YEAR WORKING TO PROMOTE TOURISM DURING OFF-PEAK SEASON. STARTING FROM THE INDUSTRY FAIRS, SUCH AS IBT IN BERLIN Berlin calls, Gallipoli answers. For the second consecutive year, the "beautiful city" has taken part in the IBT. With over 180 thousand visitors, the International Tourism Börse (6th – 10th March) proved itself to be the most renowned international trade fair in the sector. 2019 was declared the National Year of Slow Tourism, based on the discovery of sustainable itineraries, in close contact with nature. A formula created to favour alternative destinations and off-season incoming tourism. The mayor of Gallipoli, Stefano Minerva, explains: "We believe very

much in the German and, more generally, in the European market. Foreigners move throughout the year and, thanks to the direct links of both Bari and Brindisi with the main European capitals, they can reach our beautiful city more easily and fall in love with it." "ITB – Councillor Mino Nazaro said – is also a way to make agreements that turn into concrete development opportunities." "We have chosen to concentrate on Berlin because, currently – says Tourism Councillor Titti Cataldi –, it is the first city in terms of incoming tourism in Italy. I am pursuing a strategy aimed at enhancing off-season tourism. Gallipoli is experiencing a period of change, and we can do nothing but reacting to this motivation in the best possible way." Finally, a great success for the project "Italy Salento my love in Berlin". A unique opportunity to discover the beauties of Salento through music, landscape, fun, flavours and culture.

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CULTURA

STREET ART

DALLA CITTÀ AL MARE Interventi di street art a Lecce e nella marina di San Cataldo

Con uno dei linguaggi più innovativi dell’arte contemporanea, la street art, Lecce offre spunti suggestivi e originali in un percorso che dal perimetro urbano corre verso il mare: dalla periferia del quartiere Stadio/167 B alla marina di San Cataldo, è stata voluta e realizzata dall’associazione “167/B street” un’esposizione di opere d’arte a cielo aperto. In una città d’arte conosciuta e apprezzata per storia e cultura, tra le innumerevoli testimonianze di civiltà che hanno vissuto e attraversato la Messapia, la terra tra i due mari, le tracce architettoniche di un passato legato all’impero romano, le meraviglie del Barocco, irrompe una nuova corrente, tra le più nuove e sensibili ai temi sociali, ma altrettanto ricca qual è “l’arte di strada”. In particolare, con il progetto “167 Art Project”, i lavori realizzati sulle facciate dei palazzi popolari nascono da un’idea

di don Gerardo Ippolito, parroco del quartiere, in collaborazione con l’associazione 167/B Street, realtà che da più di dieci anni si pone come portavoce dell’arte urbana nella città di Lecce. L’uno e l’altra sono stati probabilmente spinti da ciò che è alla base delle intenzioni della street art, diffondere messaggi importanti e significativi: uno immediato, estetico, che può arrivare ovunque e nei luoghi più “difficili”; un altro, indiretto, di denuncia sociale. Il tema della riqualificazione delle periferie nasce dalla consapevolezza che l’arte, l’architettura, siano condizioni necessarie affinché si possa sviluppare una sensibilità nei confronti di una bellezza che educa, non fine a se stessa, ma intesa come veicolo di consapevolezza, di rispetto del proprio territorio e delle proprie ricchezze. In tutto il mondo la street art svolge


di barbara andreetti/foto massimo centonze

I LAVORI REALIZZATI SULLE FACCIATE DEI PALAZZI POPOLARI NASCONO DA UN’IDEA DI DON GERARDO IPPOLITO, PARROCO DEL QUARTIERE

questo compito e al tempo stesso fa un passo oltre, denunciando con colori, segni, volti e immagini di ogni genere le ingiustizie della società, delle guerre. Lasciando testimonianze in luoghi inediti, in territori lontani tra loro, gli artisti si spostano fisicamente per realizzare i propri lavori, spesso denunciati perché casse di risonanza di realtà scomode, che non dovrebbero essere conosciute. Nel rione popolare della 167, imponenti, accattivanti e coloratissimi, i lavori a opera di cinque artisti contribuiscono alla riqualificazione urbana e alla rivalutazione di un luogo spesso visto con diffidenza dagli stessi cittadini, ma che è diventato meta di visite e obiettivo di sguardi incuriositi grazie al contributo degli italiani Chekos Art (esponente locale), e Bifido, di Julieta XLF (Spagna), Artez (Serbia), Mantra (Francia). Da sottolineare il murale, realizzato dal primo artista, che ricorda e celebra i due giocatori di calcio della squadra del Lecce, Michele Lorusso e Ciro Pezzella, venuti a mancare in un incidente stradale nel lontano 1983, ma sempre ricordati con affetto dai tifosi. Mentre nel panorama nazionale e internazionale continuiamo ad assistere alla realizzazione di opere provocatorie e bellissime di street artist del livello di Banksy, Blu, Jorit (artista napoletano arrestato nel 2017 a Betlemme per un lavoro raffigurante una giovane palestinese imprigionata per aver schiaffeggiato due soldati), che offrono spunti di riflessione sulle principali problematiche umane e sociali, il nostro territorio, legato indissolubilmente al mare, diventa un “supporto” materiale affinché si esprima quell’umanità che proprio il mare e le sue tragedie di questi anni di incessanti migrazioni hanno messo in crisi: tutto questo diviene possibile grazie ad un’ altra iniziativa, il progetto “Oltremare”. Nella due edizioni, realizzate nella marina di San Cataldo, è il mare, infatti, protagonista e spettatore: un grande edificio fatiscente a ridosso del lungomare diviene testimonianza dell’abbandono in cui versa questo luogo e si offre spontaneamente, se pur non nelle intenzioni 104 105


CULTURA

STREET ART

PER ALCUNI GIORNI IL LAVORO DEGLI STREET ARTIST È STATO ACCOMPAGNATO DALLA PRESENZA DEI BAGNANTI

ultime del programma, come specchio di una più grande tragedia, quella delle migrazioni di esseri umani. San Cataldo, un tempo punto di riferimento, vacanza e svago dei leccesi, un posto dove tutti si conoscono e riconoscono, oggi è una località alla ricerca della sua identità perduta. L’iniziativa, condotta dal laboratorio 167/B Street e Artkademy di Milano, ha tentato di restituire dignità estetica al lungomare Amerigo Vespucci.

Per alcuni giorni, il lavoro degli street artist è stato accompagnato dalla presenza dei bagnanti, in un evento slegato da circuiti ufficiali e gallerie d’arte, condizione necessaria affinché si possa esprimere la natura stessa della street art (ricordando a tal proposito lo sberleffo di Banksy che ribadisce la sua posizione nei confronti del mercato dell’arte: durante un’asta da Sotheby’s a Londra, nel 2018, ha distrutto, attraverso un meccanismo inserito nella cornice, una sua opera,

FROM THE CITY TO THE SEA STREET ART INTERVENTIONS IN LECCE AND IN SAN CATALDO In Lecce, street art offers suggestive and original cues, in a path that links the Stadio/167 B district to San Cataldo's seaside – an open-air exhibition realised by the association, "167/B Street". Behind these works, there is the intention to spread important and meaningful, aesthetic and social denunciation messages. Art and architecture are necessary conditions so that awareness can be developed towards a kind of beauty aiming at educating, and conceived as a means to learn the respect for our own territory. These impressive, captivating and colourful works contribute to the urban redevelopment and to the revaluation of a place often viewed with distrust by its inhabitants themselves. Artists such as Chekos Art (local exponent) and Bifido, Julieta XLF (Spain), Artez (Serbia), Mantra (France), have contributed to make this place a destination

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“Girl with Ballon”, subito dopo l’acquisto confermato dall’acquirente). I meravigliosi lavori di rigenerazione urbana realizzati su un edificio fatiscente da oltre quaranta artisti, provenienti da Italia, Spagna, Albania, Sud America e Lussemburgo, offrono un nuovo panorama che focalizza lo sguardo su forme e colori che denunciano la situazione in cui versa la marina di San Cataldo. Tra gli artisti: Nemos, Bifido, Guerilla, Spam, Exitenter, Jamesboy, Chekos’art, Piger, Ivan, Hopnn, Davide DPA, Mr Wany, Mr Blob, Biodpi, Alessandro Suzzi, Carlitops, Francesca Grandir e altri. Tantissime e differenti, per forma e contenuti, le immagini che corrono lungo le pareti: murales che fanno riferimento al gasdotto Tap fino a citazioni prettamente locali, come il ritratto di Bruno Petrachi, maestro della musica folk leccese. Ciò che oggi si può ammirare in questo luogo è un susseguirsi di figure coloratissime. Alcune fanno sorridere, altre stupiscono attraverso giochi di forme e colori, molte fanno riflettere: si vedono volti che prendono vita allontanandosi a piedi nudi sulla spiaggia. In questi progetti vi è un’opportunità di crescita per Lecce perché la street art è una forma espressiva che si materializza nelle città, nelle periferie, in contesti desolati; coglie di sorpresa, spesso senza chiedere il permesso, denuncia, esalta, ipnotizza, distoglie lo sguardo e veicola informazioni, non prescinde dalle abilità e dal talento dei suoi protagonisti, artisti contemporanei di uno dei linguaggi più autentici dei nostri tempi.

for visits as well as the target of curious looks. Inextricably linked to the sea, our territory expresses that humanity that the sea and the tragedies of these years of incessant migration have called into question. In one of the projects realised in San Cataldo, “Oltremare”, a large and crumbling building has become the testimony to the abandonment of this place and mirror of a tragedy: the migration of human beings. The initiative, carried out by 167/B Street and Artkademy, attempted to restore aesthetic dignity to the seafront. The wonderful urban regeneration work carried out by over forty artists, coming from Italy, Spain, Albania, South America and Luxembourg, has offered a new panorama focusing on shapes and colours and denouncing the difficult situation prevailing here. The images that run along the walls are many and differ in shape and contents – from murals that refer to the Tap pipeline up to typically local references.



SERVIZI

LET'S GO GUIDES

LA PUGLIA INEDITA IN UN CLIC Con “Let’s go guides” le visite guidate non saranno più le stesse. Arriva la rivoluzione on-line Itinerari indimenticabili, non necessariamente inseriti nei circuiti standard, cuciti su misura, assecondando le esigenze e i gusti dei visitatori. Nasce per questo www.letsgoguides. com, il portale attraverso il quale guide

turistiche ufficialmente riconosciute ed esperti del territorio possono mettere in condivisione tour e visite dal profilo classico ma, soprattutto, alternativo. Uno strumento nuovo per affrontare l’emozione di un viaggio, un punto d’incontro


LET'S GO GUIDES Viale Leopardi, 15 – Lecce (LE) cell. +39 351 9013733 (Vito) / +39 351 9704264 (Rita) – info@letsgoguides.com – www.letsgoguides.com –

fra utenti e ciceroni in cui saranno gli stessi viaggiatori a scegliere le guide che li accompagneranno alla scoperta dei segreti della Puglia. Ma c’è ancora altro. Sul portale, grazie alla collaborazione con aziende locali, potranno essere inseriti tour messi a disposizione da imprenditori che hanno attività di accoglienza, con proposte di particolare interesse. Non solo storia, mare, paesaggio e cultura. Il viaggio si tinge di esperienza sensoriale passando dalle cantine ai frantoi, dalle masserie ai corsi di cucina, per familiarizzare con l’autentica identità pugliese.

Un approccio diverso al mondo dell’accoglienza, frutto dell’intuizione di due amici, ora soci, che hanno realizzato un progetto talmente innovativo che si è anche aggiudicato il bando Pin 2018, quello a sostegno di idee smart, ad alto potenziale di sviluppo locale, promosse da giovani. Come Vito Domenico Amodio e Rita Piccinni, testa e cuore di questa iniziativa che segna una piccola ma significativa rivoluzione nell’universo turistico. Innovativo, sì, ma al tempo stesso “Let’s go guides” è uno strumento di una semplicità assoluta. Oltre che gratuito.

«Il portale www.letsgoguides.com – spiega Vito Domenico Amodio, CEO della start up – rappresenta un punto d’incontro virtuale tra i viaggiatori, i ciceroni e gli esperti di Puglia. È un trampolino di lancio per le guide neoriconosciute ma anche un’occasione in più per quelle di provata esperienza, per ampliare la propria cerchia di interesse senza intaccare i loro già consolidati canali di promozione. Il turista diretto in Puglia potrà scegliere direttamente chi lo accompagnerà nel suo viaggio, o potrà prenotare la migliore esperienza assistito da esperti. Il viaggiatore straniero, che ancora non conosce le bellezze della nostra regione,

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SERVIZI

LET'S GO GUIDES

potrà invece, sempre attraverso il portale, studiare tour già collaudati, comodamente da casa propria, a chilometri di distanza». Domanda e offerta uniti da un clic. Il web, ancora una volta, è la piattaforma privilegiata per una comunicazione più ampia. «Funziona in modo molto semplice – aggiunge Rita Piccinni, CIO del progetto –. Noi ci rivolgiamo alle guide, agli esperti del territorio pugliese che, una volta collegati al sito, si registrano e vengono abilitati al nostro gestionale, attraverso il quale possono caricare le esperienze, inserire il prezzo, decidere il numero di partecipanti e quindi farsi conoscere da un pubblico più ampio. Quella della guida turistica – conclude – è una delle figure professionali più utili e più ricercate, soprattutto qui da noi. Ed è importante affidarsi a persone esperte, preparate e che soprattutto abbiano grandi doti comunicative. Non è sempre facile gestire i gruppi».

THE UNREVEALED APULIA THANKS TO "LET'S GO GUIDES", GUIDED TOURS WILL NEVER BE THE SAME. THE ONLINE REVOLUTION IS COMING Unforgettable itineraries meet the needs and tastes of visitors. www.letsgoguides.com is the portal designed to allow tourist guides to share classic or alternative tours and visits. The platform offers tourists the opportunity to find a journey where travellers will choose the guides who will accompany them to discover Apulia. Not just history, sea, landscape and culture. The journey turns into a sensorial experience, as you pass from the wine cellars to the oil mills, from the farms to the cooking classes,

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to get acquainted with the authentic Apulian identity. "Let's go guides" is an innovative, simple and free tool. "The portal, www.letsgoguides.com – explains Vito Domenico Amodio, CEO of the start-up –, represents a virtual meeting point for travellers, guides and experts from Apulia. Those who do not know the beauties of our region will be able to study already-tested tours from the comfort of their own home." "Guides and experts of the Apulian territory can upload experiences, enter their rate, decide the number of participants – adds Rita Piccinni, CIO of the project –. The tour guide is one of the most useful and sought-after professionals in our territory. It is important to rely on trained people with great communication skills."


UN ENTE AL SERVIZIO DEL CITTADINO “TURISPORT EUROPE” è un Ente nazionale di protezione ambientale e di promozione del turismo nello sport sociale, costituitosi in Roma nel 2008 ed opera in tutta Italia con oltre 300 associazioni affiliate e con circa 50.000 Tesserati. Riconosciuto dal Ministero dell’Interno e dai Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Turismo e delle Pari Opportunità svolge, collateralmente alle attività ricreative, culturali e dopolavoristiche anche iniziative nel settore della formazione e l’aggiornamento di tecnici sportivi, degli animatori del tempo libero, del turismo sociale e per operatori del servizio

socio-educativo e sanitario. Un network nazionale che interagisce con istituzioni per le specifiche attività con rilascio di relativa certificazione ufficiale. Fornisce strumenti operativi con una preparazione tecnica sulle metodologie operative in uso all’interno delle imprese turistiche e sportive con una preparazione specialistica, orientata ai tempi della sostenibilità e della responsabilità, necessaria ad interpretare e gestire la complessità del fenomeno turistico ed il fabbisogno professionale delle imprese e dei territori che operano nel settore.

DELEGATO DEL COMITATO PROVINCIALE TURISPORT DI LECCE: Aldo Accettura – Tel. 339.4152521 – e-mail: aldoaccettura@gmail.com SEDE CENTRALE: Via A.Bausani, 60 – 00166 Roma – Tel./Fax 06.61905186 – e-mail: turisport@live.com


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CON IL CAMPIONATO NAZIONALE DI SCHERMA VINCE ANCHE IL TURISMO L’eccellenza schermistica della linea verde italiana si destreggerà sulle pedane allestite presso gli impianti di Lecce Fiere e del palazzetto dello sport “Germano Ventura”. Il Salento diventerà per tre giorni la capitale della scherma giovanile, in occasione del campionato italiano categorie Cadetti e Giovani, che si svolgerà tra il 24 e il 26 maggio. Dopo ben 110 anni di storia della Federazione Italiana Scherma, la città di Lecce ospiterà per la 112 113

prima volta un evento sportivo di respiro nazionale, che vedrà fronteggiarsi 504 schermidori provenienti da ogni angolo della penisola, suddivisi in gruppi di 42 atleti per ogni arma e per ognuna delle due categorie. La manifestazione, indetta dalla Fis e organizzata dal Club Scherma Lecce della presidente Sari Greco, si dipanerà in una tre giorni caratterizzata dalle specialità del fioretto, della spada e della sciabola. Dopo il cam-

pionato italiano Assoluti, la competizione organizzata in collaborazione col Comune di Lecce rappresenta la manifestazione più importante del panorama nazionale. L’élite delle nuove generazioni si darà battaglia dinanzi al pubblico delle grandi occasioni per contendersi la palma di campione d’Italia. L’evento sportivo, ad ingresso gratuito, darà lustro al movimento schermistico della Puglia e imprimerà una stoccata importante verso l’obiettivo


di paolo conte/foto massimo centonze

della destagionalizzazione turistica. Centinaia di atleti raggiungeranno, infatti, la città barocca con famiglie e amici, per un totale di circa tremila persone al seguito di un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’affascinante disciplina olimpica, quella che all’Italia ha sempre dato il maggior numero di medaglie. I seimila pernottamenti prenotati in vista del campionato lasciano presagire una grande festa dello sport. Ristoranti, bar, strutture ricettive, alberghi e varie attività commerciali beneficeranno della prestigiosa kermesse che scriverà una pagina storica della scherma leccese. Un business importante per la città che, in base ai dati forniti dall’Osservatorio sul turismo della Regione Puglia, nel 2018 ha conservato la sua posizione risultando terza per arrivi e quinta per presenze. «Stiamo lavorando alacremente alla messa a punto di questa competizione da oltre un anno – spiega la professoressa Sari Greco –. Per ospitare le gare, le istituzioni hanno messo a disposizione in piazza Palio il palazzetto dello sport e il Lecce Fiere, ma la parte burocratica e la ricerca

MOLTI ATLETI DEL CLUB SCHERMA LECCE SONO ARRIVATI A CALCARE LE PEDANE DEL PALCOSCENICO TRICOLORE


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ASSISTEREMO A DIVERSI CONFRONTI DAGLI ELEVATI CONTENUTI TECNICI CHE INFIAMMERANNO GLI SPALTI degli sponsor hanno gravato unicamente sulle spalle del Club Scherma Lecce e del comitato organizzatore presieduto da Lucio Martina, mio marito. Nel caso di buona riuscita di questa prima edizione, in futuro la manifestazione potrebbe diventare un appuntamento fisso che gioverebbe a tutta la comunità e alla crescita della pratica sportiva sul nostro territorio». L’idea di scegliere Lecce come meta del torneo è riconducibile all’incontro avvenuto tra Sari Greco e il presidente della Fis, Giorgio Scarso, nel dicembre del 2017. «Molti atleti del Club Scherma Lecce sono arrivati a calcare le pedane del palco-

scenico tricolore esportando la scherma made in Lecce con risultati lodevoli – prosegue la presidente Greco –. Ricevetti i complimenti e gli attestati di stima del presidente Scarso. Mi disse che in soli dieci anni di attività siamo diventati il fiore all’occhiello della scherma giovanile, un punto di riferimento e un modello da seguire per tutti. E mi propose di organizzare a Lecce il campionato nazionale per le categorie Cadetti e Giovani. Per noi fu motivo di grande orgoglio dopo tanti anni di lavoro e di grossi sacrifici. Ci auguriamo di essere all’altezza del compito e di ripagare la fiducia riposta

da Scarso». Gli atleti si alterneranno in pedana all’interno delle due strutture limitrofe. I gironi eliminatori si svolgeranno tutte le mattine presso il Lecce Fiere, mentre il PalaVentura sarà l’impianto che ospiterà ogni giorno quattro finali, nelle ore pomeridiane. Dodici in tutto, che assegneranno altrettanti titoli italiani. Un calendario fitto che per tre giorni consecutivi garantirà lo spettacolo dalle prime ore del mattino sino a pomeriggio inoltrato. «La categoria dei Cadetti riguarda gli under 17, i Giovani corrispondono agli under 20 – spiega Greco –. Il livello sarà molto alto, quindi


assisteremo a diversi confronti, dagli elevati contenuti tecnici, che infiammeranno gli spalti. Questo torneo sarà il preludio al campionato nazionale riservato alla categoria degli Assoluti, che si terrà a Palermo nel mese di giugno». In attesa della presentazione ufficiale della manifestazione, che si svolgerà a Lecce il 2 maggio, la marcia di avvicinamento al campionato nazionale giovanile è stata caratterizzata da esibizioni dimostrative presso alcune scuole superiori del leccese che ha toccato i territori di Maglie e di Lecce. Gli alunni hanno avuto modo di conoscere la pratica sportiva della scherma attraverso una serie di lezioni teoriche e pratiche. «Abbiamo dato vita ad un tour in giro per le scuole con l’obiettivo di promuovere la scherma e avvicinare le nuove generazioni a questo bellissimo sport – dice la presidente del Club Scherma Lecce –. Il nostro maestro alle tre armi, Teodorico D’Avella, abilitato

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SCHERMA

anche all’insegnamento della scherma in carrozzina e non vedenti, ha illustrato i principi fondamentali della scherma agli studenti. I nostri atleti si sono esibiti in un vero e proprio assalto dinanzi agli occhi stupiti delle scolaresche. Successivamente, abbiamo simulato un assalto con maschere di plastica che ha visto protagonisti gli alunni. Abbiamo ripetuto questo iter più

volte nei vari istituti che hanno avuto il piacere di ospitarci. La scherma è una disciplina olimpica, ma purtroppo rientra ancora tra gli sport cosiddetti di nicchia. Abbiamo approfittato dell’organizzazione di una competizione così importante per entrare nelle scuole e cercare di trasmettere ai ragazzi la passione per la scherma». Negli ultimi anni sono stati numerosi

i talenti allevati dalla Club Scherma Lecce. Campioncini che hanno brillato su scala regionale e nazionale, esportando la scherma made in Salento, in virtù degli insegnamenti di uno staff qualificato, capace di inculcare i valori dello sport. Una fucina di promesse forgiate da un’associazione dilettantistica sportiva fondata nel 2007 e affiliata alla Federazione Italiana Scherma. «In questi anni abbiamo conseguito risultati di prestigio nell’ambito di tante competizioni – ricorda la professoressa Greco –. Attualmente militiamo nel campionato di C1 sia con la squadra maschile che con quella femminile. Il nostro schermidore di punta si chiama Giorgio Lombardi. Un ragazzo che gareggia per la categoria Giovani, facente parte del gruppo d’élite nel ranking nazionale. A livello regionale primeggiamo da anni alla Puglia Cup, manifestazione principe del circuito. Abbiamo collezionato tante coppe e medaglie predicando i valori del rispetto delle regole. Per raggiungere questi traguardi ci siamo sempre allenati con umiltà e senso di appartenenza. E dopo tanti anni il nostro lavoro è stato premiato con l’organizzazione di una kermesse senza precedenti nella storia della città di Lecce. Tra i nostri atleti più meritevoli si sono distinti i nomi di Alice Spagnolo, Letizia Orlando, Alessia Ingrosso, Valeria Giannaccare, Lucrezia Orlando, Alberto De Giorgi e Cesario Colitti».

WITH THE NATIONAL FENCING CHAMPIONSHIP, TOURISM ALSO WINS Between 24th and 26th May, Salento will become the capital of youth fencing, on the occasion of the Italian Cadet and Youth categories. After 110 years of history of the Italian Fencing Federation, Lecce will host a national sporting event for the first time. 504 fencers will compete with foils, épées and sabres. The elite of the new generations will compete for the prize of Italy champion. This free sporting event will give prestige to the Apulian fencing movement and will give an important thrust to the goal of promoting off-season tourism. The six thousand nights booked in view of the championship portend a great sports festival. Restaurants, bars, accommodation facilities, hotels and various commercial activities will benefit from the prestigious event. "In the case of success of this first edition – explains President Sari Greco –, it could become a regular event that would benefit the whole community." The idea of choosing Lecce as the location of the tournament is due to the meeting between Sari Greco and the FIS president, Giorgio Scarso, in December 2017. "President Scarso told me that, in just ten years, we have become the pride of youth fencing. And he proposed to organise the national championship for the Cadet and Youth categories in Lecce." The athletes will take turns on the fencing strip inside two neighbouring structures. The elimination rounds will take place every morning at Lecce Fiere, while the PalaVentura will host four finals every day, in the afternoon. Twelve Italian titles will be awarded. "The level will be very high," explains Greco. The official presentation of the event will take place in Lecce on 2nd May. Meanwhile, the march towards the national youth championship was characterised by demonstrative performances at some high schools in then province of Lecce. In recent years, there have been numerous talents raised by Club Scherma Lecce. "We have achieved prestigious results in many competitions – highlights Greco –. We have collected many cups and medals by preaching respect for the rules. We have always trained with humility and a sense of belonging. And after so many years, our work has been rewarded with the organisation of an event unprecedented in the history of the city of Lecce."

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