Salento Review | Anno quattro | Numero due

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CINEMA E MUSICA Inediti documentari e Carmen Consoli

LE GRAVINE

Il volto della Puglia scavato dall’acqua

ANNO IV - n. 2 € 4,50 - € 3,00

GROTTE, GIARDINI, TURISMO LENTO La vacanza come bellezza


RISERVA NATURALE LE CESINE

Comune di Vernole ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA



som

Puglia www.365giorniinpuglia.it

anno IV - numero.2 FOTO DI COPERTINA

(Santa Maria al Bagno, Nardò)

Pierpaolo Schiavone DIRETTORE RESPONSABILE Gabriele De Giorgi (direttore@pwad.it) REDAZIONE Mariella Tamborrino (redazione@pwad.it) DIREZIONE GRAFICA Francesca delli Carri (grafica@pwad.it) COLLABORATORI: Paolo Conte, Fabio Grasso, Ilaria Lia, Lorenzo Madaro, Francesca Mandese, Ilaria Marinaci, Carlo Morelli, Eleonora Leila Moscara, Jessica Niglio, Mariapaola Pinto, Federica Sabato, Fiorella Perrone, Giorgia Salicandro, Enzo Turco FOTO: Pierpaolo Schiavone COLLABORAZIONE GRAFICA: Michele Ortese Roberto Mariano WEB: Fernando Rugge, Dario Rizzo VIDEO: Massimo Centonze TRADUZIONI: Sabrina Liberti RESPONSABILE DISTRIBUZIONE: Dario Melcore COORDINAMENTO PASSWORD AD: Manuela Rucco RESPONSABILE BTM: Mary Roberta Rossi Si ringraziano: Regione Puglia e l’assessore al Turismo Loredana Capone; l’agenzia Pugliapromozione, Paolo Verri, Rocky Malatesta, Bianca Bronzino, Alfredo De Liguori, Nica Mastronardi, Bianca Tricarico, Carlo Caroppo, Mara Maggiore, Pantaleo Rollo; Paolo Perrone - sindaco di Lecce; Alessandro Delli Noci - ass. all’Innovazione Tecnologica del Comune di Lecce; sindaci e amministratori dei Comuni di Lecce, Brindisi, Taranto, Melendugno, Poggiardo, Tricase e Vernole; l’Università del Salento; Terme di Santa Cesarea; Federbalneari; Mauro Della Valle; Maldive del Salento; Ristorante L’incanto; tutte le edicole nelle quali Salento Review sarà messo in vendita.

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Viale della Libertà 47 - 73100 Lecce (LE) Tel. 0832.1692478 - www.pwad.it - info@pwad.it PUBBLICITÀ E DISTRIBUZIONE ZONA ALTO SALENTO STAMPA Gioffreda Multiservice di Patrizia Gioffreda & Fratelli Snc Via Vella G., Maglie LE È vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle foto senza il permesso dell’Editore. Chiuso in redazione il 15 giugno 2016 ISCRITTO AL N. 7 DEL REGISTRO DELLA STAMPA DEL TRIBUNALE DI LECCE 2 MAGGIO 2013 - CRON. N. 18/2013

112 05. EDITORIALE

lecce

GIUGGIANELLO 66. La Cutura il giardino botanico del Salento

l’altare e la scala

OTRANTO 101. Turismo lento, prima tappa a Sud Est

I TESORI 12. Santa Croce, nuove scoperte:

speciale fotografico IL SENTIERO DELLE CIPOLLIANE 46. Dove mare e terra si fondono

territorio

PUGLIA 06. Il piano strategico

del turismo

tradizione RACCONTI 126. Le vie del sale

cultura

MUSICA 80. Carmen Consoli

alla Notte della Taranta: edizione storica


mario 66

surf in salento PASSIONE PER IL MARE 130. Dall’Australia

il salvataggio con tavola

cucina

47 pubbliredazionali 20. COMUNE DI LECCE Innovazioni tecnologiche 30. COMUNE DI LECCE Ambiente

32. MASSERIA SAN PIETRO Strutture ricettive

PRELIBATEZZE 112. La mistica del riccio

42. IBEROTEL APULIA Strutture ricettive

e il crudo di mare

44. I BINARI ELLA TRADIZIONE D Promozione del territorio 60. DIFFY IL GHIACCIOLO Prodotti artigianali

12 CINEMA 92. Europa e Mediterraneo nell’estate dei Festival ARTE 146. Il suo nome è Otranto

economia

WORK IN PROGRESS 108. BTM Puglia

un cantiere di idee sempre in movimento

salute

BIODANZA 120. La danza della vita

in viaggio

BARCELLONA 152. Dal cuore autentico di Raval alla voglia di far festa

SALENTO VISTA DA FUORI 156. Da Napoli a Lecce sull’onda dell’amore

sport

73. TERME DI SANTA CESAREA Strutture ricettive

76. SAN LORENZO Aziende agricole 78. LA DOLCE RIVA Stabilimenti balneari 88. LE DUNE GROUP Strutture ricettive 106. CAROFALO Agenti di assicurazioni 118. POGGIARDO Sistema museale 123. ANNA VALENTINI Health & beauty

138. MARINE DI MELENDUGNO Costa adriatica 142. ART&CO Cultura

BASKET 34. Benvenuti nella città

del pallone a spicchi ATLETICA 134. Il giovane migrante che sogna le Olimpiadi

63. LA CASARANA RESORT Strutture ricettive

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EDITORIALE

Gabriele De Giorgi

Esattamente un anno addietro si invocava il salto di qualità. Oggi è venuto il tempo della maturità. La Puglia è conosciuta oramai in tutto il mondo e il Salento è uno dei suoi biglietti da visita più invitanti. C’è un lavoro intenso alle spalle, sia dal punto di vista della promozione che della valorizzazione. I risultati si toccano con mano. Lo dicono tutti gli indicatori di settore, l’onda è lunga e bisogna saperla cavalcare: la stagione estiva che si apre si innesta su una premessa primaverile che ha confermato il grande potenziale attrattivo della regione, senza soluzione di continuità. I turisti smaniano per trascorrere le vacanze in Puglia, per viverne la variegata offerta che non teme confronti né per quanto riguarda il paesaggio e le bellezze naturali, né per ciò che concerne il patrimonio culturale e immateriale. Come dodici mesi addietro, la raccomandazione è la stessa. Abbandonarsi al favore del vento, infatti, sarebbe un errore imperdonabile: l’inerzia prima o poi finisce se il potenziale non si struttura in una organizzazione intelligente delle risorse e non si declina in una valorizzazione delle competenze necessarie a qualificare l’offerta. La sinergia virtuosa tra pubblico e privato più che un’evocazione di rito, è a questo punto una strada obbligata.

ESATTAMENTE UN ANNO ADDIETRO SI INVOCAVA IL SALTO DI QUALITÀ. OGGI È VENUTO IL TEMPO DELLA MATURITÀ. LA PUGLIA È CONOSCIUTA ORAMAI IN TUTTO IL MONDO E IL SALENTO È UNO DEI SUOI BIGLIETTI DA VISITA PIÙ INVITANTI

Exactly one year ago, we invoked a leap in quality. Today, time for maturity has come. Now, Apulia is known all over the world and Salento is one of its most inviting business cards. There is a hard work behind, both in terms of promotion and enhancement. The results are tangible. All sector indicators confirm it: the wave is long and we need to ride it. The forthcoming summer season is grafted onto a spring premise that has confirmed the great attractive potential of the region, without a break. Tourists long to spend their holidays in Apulia, to live its varied supply that is second to none, neither with regard to its landscape and natural beauties nor with regard to its cultural and intangible heritage. The recommendation is the same of twelve months ago. As a matter of fact, indulging in tailwind would be an unforgivable mistake: sooner or later, inertia ends if the potential is not structured in a smart organization of the resources and the skills required to qualify the supply are not enhanced. At this point, a virtuous synergy between public and private is a fixed course more than a conventional evocation.

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TERRITORIO

pugLia

TRANI - CATTEDRALE: PH: ANDREA RUGGERI


di redazione/

IL PIANO

STRATEGICO DEL TURISMO

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TERRITORIO

pugLia

ALTAMURA - CATTEDRALE. PH: MIRABILIA SISTEMI

Un percorso di 18 incontri per arrivare alla consegna nella mani del ministro Dario Franceschini, che ha la delega al Turismo, del piano strategico della Puglia per i prossimi anni. Sei le aree tematiche attorno alle qualI una vasta platea di attori, istituzionali e privati, sta costruendo un programma per traghettare la Puglia dal modello turistico classico, fondato sul concetto di mera destinazione, a quello di prodotto in grado di offrire una prospettiva esperienziale. Il tutto con la cabina di regia di Pugliapromozione, guidata dal commissario straordinario Paolo Verri, nell’ambito delle attività dell’assessorato all’Industria Culturale e Turistica. L’assessore, Loredana Capone, spiega quali sono i criteri che ispirano la stesura del documento programmatico che si presenta, ha precisato, come un business plan e non come un libro bianco o un libro dei sogni: «Due gli obiettivi principali, ambiziosi ma non impossibili: il primo è sviluppare una visione condivisa degli obiettivi pluriennali del settore e determinare una strategia di azioni di marketing, advertising, realizzazione di reti di impresa, implementazione di trasporti pubblici efficienti; il secondo è continuare a crescere in un settore trainante dell’economia e della società pugliese per diventare traino del sistema Italia e caso di studio sempre più innovativo anche in Europa».

ANDRIA - CATTEDRALE. PH: MIRABILIA SISTEMI

La crescita oggettiva, certificata dai numeri, della Puglia come meta ambita per i turisti italiani e stranieri, ha imposto la consapevolezza della necessità di un cambio di passo nella programmazione intesa non solo come capacità di guardare nel medio lungo periodo, ma anche di mobilitazione trasversale di settori – cultura, turismo, agricoltura, internazionalizzazione – abituati sostanzialmente a procedere autonomamente l’uno dall’altro: FOGGIA - PIAZZA CAVOUR. PH: CLAUDIA AMATRUDA

«Le linee guida di partenza – prosegue l’assessore regionale – si riferiscono agli obiettivi di una crescita della competitività della destinazione in Italia e all’estero, aumento dei flussi di turisti internazionali e spinta positiva alla destagionalizzazione, favorendo l’innovazione organizzativa e tecnologica. C’è un impegno straordinario di tutta la Puglia sul tema del turismo e dell’industria turistica. Dobbiamo fare in modo che questo impegno si traduca in


ALBEROBELLO. PH: GIORGIO GUARINI

FASANO - CATTEDRALE. PH: CARLOS SOLITO

LE LINEE GUIDA DI PARTENZA SI RIFERISCONO AGLI OBIETTIVI DI UNA CRESCITA DELLA COMPETITIVITÀ DELLA DESTINAZIONE IN ITALIA E ALL’ESTERO risultati capaci di durare nel tempo e giovare alle imprese. Per riuscirci dobbiamo organizzarci ma l’organizzazione richiede una regia forte e un grande lavoro, frutto di un rapporto pubblico-privato. Per questo stiamo costruendo un piano strategico di intervento che tenga conto delle diverse attrattività del territorio pugliese e, al contempo, lavori su alcune priorità: prodotto, formazione, accoglienza, promozione, legate dal filo dell’innovazione e dello sviluppo delle infrastrutture. E innovazione è certamente tecnologia digitale, applicazioni, ma è anche lavorare sull’offerta nella logica dei viaggi brevi, short break, e migliorare i collegamenti. Bisogna fare squadra anche nella promozione. E naturalmente strategico è il tema della nuova governance al quale teniamo moltissimo». Nell’iter di preparazione del piano, la Regione Puglia si sta avvalendo anche di esperti noti a livello internazionale, come il catalano Joseph Ejarque, consulente strategico e destination manager: «Il turismo in Puglia è un’attività in crescita e i dati lo confermano. Ma ci sono alcuni fattori su cui è importante fermarsi e riflettere, come per esempio, la forse eccessiva dipendenza da alcuni mercati, il volume di turisti stranieri ancora da

LUCERA - CATTEDRALE. PH: WILD RAT FILM

incrementare o la supremazia del turismo balneare rispetto agli altri prodotti del territorio (non a caso, ben il 54% degli arrivi e ben il 68% delle presenze hanno come motivazione il mare), nonostante la Puglia sia molto altro: è cultura, enogastronomia, natura, benessere, religione, tutti segmenti di mercato che possono e devono crescere, soprattutto per favorire la destagionalizzazione». Nell’impostazione di tutto il piano, naturalmente, riveste centralità l’utilizzo del web e delle molteplici interazioni che consente la rete. Per Roberta Milano, consulente e docente universitaria «il turismo è il settore che, più di altri,

ha anticipato e continua ad anticipare l’evoluzione delle dinamiche di mercato che Internet ha generato. Attraverso blog, recensioni, social network e applicazioni mobile, ha modificato comportamenti e aspettative delle persone, riportando l’individuo al centro. Si delinea un viaggio pensato come esperienza condivisa, in cui la tecnologia rende disponibili nuove piattaforme a un raffinato sistema di guide destrutturate, create dagli utenti e dagli utenti stessi personalizzabili a piacimento». Insomma, è di tutta evidenza che la nuova vocazione del turista è quella di vivere un’esperienza autentica che gli faccia toccare con mano l’essenza di un 8 9


TERRITORIO

pugLia

GALLIPOLI - PANORAMA. PH: FRANCO CAPPELLARI

SI DELINEA UN VIAGGIO PENSATO COME ESPERIENZA CONDIVISA, IN CUI LA TECNOLOGIA RENDE DISPONIBILI NUOVE PIATTAFORME A UN RAFFINATO SISTEMA DI GUIDE DESTRUTTURATE posto, dei suoi abitanti e anche dei suoi aspetti meno appariscenti. Il tema della mobilità e delle infrastrutture si presenta come una delle sfide cruciali per vincere quella che è una sorta di prova del nove per la Puglia. L’assessore Capone anticipa cosa prevede il piano da questo punto di vista: «Gli operatori pugliesi inseriscono l’incremento dei collegamenti aerei e ferroviari, la banda larga e la formazione tra i bisogni basilari per lo sviluppo turistico della regione. Occorre quindi innovare l’offerta, adattandosi alle esigenze e ai bisogni dei viaggiatori moderni, e investire sulle tecnologie. Dal ministero, da Trenitalia e da Tim sono arrivate nell’incontro che abbiamo fatto alla Bit di Milano numerosi

stimoli a lavorare insieme. Il boom del turismo crocieristico degli ultimi anni poi sta ponendo in maniera sempre più forte la questione della dotazione di infrastrutture portuali adeguate ad accogliere tale domanda. Ma è necessario anche offrire all’utente la possibilità di combinare più OSTUNI - PANORAMA. PH: CARLO BEVILACQUA

TOURISM STRATEGIC PLAN 18 meetings were needed to hand the Apulian Tourism Strategic Plan in to the Minister Dario Franceschini. «There are two main goals. - says Councillor Loredana Capone. – They are ambitious, but not impossible: developing a shared vision of longterm objectives as well as an effective strategy; keeping on growing in a leading sector of the Apulian economy». Apulia’s economic growth has led to a change of pace in the medium and long term planning, but also to the cooperation among different sectors – culture, tourism, agriculture, internationalization. «The guidelines – says the Councillor – aim at developing Apulia competitiveness in Italy and abroad all the year round. There is an outstanding commitment on tourism. We must turn this commitment into lasting results able to benefit businesses. We are working on a number of priorities, such as: product, training, hospitality, promotion, innovation and infrastructure development. We must work as a team». To prepare the business plan, the Apulia Region is availing itself

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mezzi e servizi a seconda delle proprie esigenze. Bisogna pensare soluzioni intermedie tra il trasporto pubblico e quello privato, tra la rigidità dei percorsi e delle destinazioni dei mezzi di trasporto di massa e il point to point ottenibile con il trasporto individuale privato».

of International experts, such as Joseph Ejarque, a strategy consultant and a destination manager: «Tourism in Apulia is growing. Thus, we need to think about several factors, like the excessive reliance on some markets, the number of incoming tourists, the supremacy of seaside tourism. Culture, food and wines, nature, well-being, and religion are key factors to develop tourism in every season of the year». According to the consultant and professor Roberta Milano, «The web plays a leading role. It has changed people’s behaviour and expectations. Thanks to technology, travelling has become a shared and tailored experience». Mobility and infrastructures are crucial challenges for Apulia. «In tourist operators’ opinion, air and rail connections, broadband connection and training are some of the basic needs for the development of tourism in the region. We must innovate the tourist offer and invest in technologies. It is also necessary to offer a combination of public and private transport systems».



LECCE

tesori

SANTA CROCE nuove scoperte:

l’altare e la scala È la chiesa più studiata, ammirata e visitata del capoluogo salentino, ma non finisce di sorprendere


di fabio grasso/

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LECCE

tesori

L’ANALISI STILISTICA CONSENTIREBBE DI ATTRIBUIRLO ALLE STESSE MAESTRANZE CHE LAVORARONO ALLA COSTRUZIONE DI SANTA CROCE

La chiesa di Santa Croce a Lecce, edificio fra i più studiati perché simbolo per eccellenza della scultura e architettura rinascimentali e barocche in Puglia, continua, nelle pieghe dei suoi muri, a riservarci ancora sorprese. In una intercapedine, larga circa 80 centimetri, è emerso un intero altare plausibilmente tardo cinquecentesco. Per capire qualche cosa di più su questa ritrovata opera è stato necessario condurre naturalmente prima di tutto una ricerca nella vastissima bibliografia dedicata a questa famosa chiesa leccese e paradossalmente non si è ancora trovato nulla di specifico. Non solo non si sono rinvenute notizie ma, e ciò è ancora più importante, neanche foto né disegni di questo altare e addirittura l’intercapedine in cui si trova nascosta l’opera non è segnalata neppure nei rilievi architettonici presenti nelle pubblicazioni più autorevoli dedicate proprio a Santa Croce. In mancanza di informazioni sull’argomento ed in attesa di ulteriori riscontri che dovessero scaturire 14 15

dai doverosi approfondimenti in corso, l’opera, oggetto di quella che sembrerebbe essere una vera e propria scoperta, merita almeno una seppur rapida descrizione. Dell’altare è visibile soprattutto e meglio la metà superiore. Al centro è un arco (il diametro all’intradosso è pari a circa metri 2.92); sulla ghiera (a fasce e modanata) compaiono, equamente distribuite, sette teste d’angelo (tre a destra, tre a sinistra e l’ultima collocata in chiave).

L’arco, poggiante su pilastri con cornice, è inquadrato da due colonne corinzie. La trabeazione, riccamente e variamente scolpita, è in parte danneggiata all’altezza della cornice superiore. Particolarmente interessante è il fregio. Su quest’ultimo si dispiega infatti una vera e propria processione di angeli ignudi a figura intera sostenenti i simboli della Passione di Cristo (i dadi e la tunica, la scala, i chiodi, la corona di spine, e così via).


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LECCE

tesori

PARTICOLARMENTE INTERESSANTE È IL FREGIO. SU QUEST’ULTIMO SI DISPIEGA INFATTI UNA VERA E PROPRIA PROCESSIONE DI ANGELI IGNUDI Quegli angeli, partendo dai risalti della trabeazione in corrispondenza delle colonne, procedono in fila, gli uni da destra e gli altri da sinistra, verso il centro del fregio. Nei due pennacchi (ovvero fra l’architrave, l’arco centrale e le colonne laterali) sono inserite, una per parte, le figure intere di due vegliardi. Quello di sinistra ha una barba più lunga dell’altro a destra. Dal punto di vista iconografico questi due personaggi potrebbero essere

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la rappresentazione di quei profeti che anticiparono nei loro scritti (contenuti nel Vecchio Testamento) la venuta di Cristo. Al fine di identificare meglio tali ipotetici profeti potrebbe essere utile osservare alcune immagini molto simili presenti in due note opere pittoriche raffiguranti entrambe la “Trasfigurazione”: la prima (oggi presso il museo Nazionale di Capodimonte a Napoli) dipinta nel 1479 circa da Giovanni Bellini (Venezia, 1433 circa

– 1516); la seconda realizzata da Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 – Loreto, 1556/1557) databile al 1510-1512 e conservata nel museo civico “Villa Colloredo Mels” a Recanati. In entrambi i dipinti, ai lati della centrale figura di Cristo, vi sono due anziani barbuti che le Sacre Scritture ricordano come Mosè ed Elia. Due dettagli (lunghezza della barba e copricapo di uno dei due) presenti nel primo dipinto (figura a sinistra di Cristo) sembrano significativi perché contraddistinguono in modo analogo anche la figura scolpita (quella meglio visibile) dentro il pennacchio destro dell’altare ritrovato; tali elementi ritornano poi simili anche nel secondo dipinto ed in particolare in quel personaggio che, a destra del Cristo, è significativamente identificato in modo inequivocabilmente chiaro come Mosè da una iscrizione dorata posta sotto la stessa figura. Nel primo dipinto inoltre ognuno dei due vegliardi (incluso lo stesso Mosè che spesso nella storia dell’arte invece è rappresentato unitamente alle Tavole della Legge) sostiene quello che sembra



LECCE

tesori

essere un foglio srotolato; un elemento simile, ma molto più lungo, è sorretto da ciascuno dei due personaggi collocati nei pennacchi dell’altare nascosto nell’intercapedine. Per completezza si aggiunge che non sono state rilevate incisioni fin dove è stato possibile ispezionare l’opera (metà destra superiore); quest’ultima inoltre, a tratti, presenta diversi strati di scialbature (risalenti, evidentemente, al tempo in cui assolveva alla sua funzione sacra). Non sappiamo quando questo altare (e altri pezzi di colonne che si vedono nella parte alta dell’intercapedine) sia stato reimpiegato murandolo come oggi lo si rileva; non è da escludere che la sua attuale posizione sia conseguenza della ottocentesca

costruzione del soprastante campanile. L’ampiezza frontale dell’altare farebbe inoltre escludere che si tratti di quello un tempo esistente nell’ultima cappella della navata destra ed eliminato forse per aprire la porta che conduce negli ambienti dell’attuale ufficio parrocchiale. Al di là di altre ipotesi, un legame più specifico dell’altare con la chiesa di Santa Croce però sembrerebbe comunque già esserci. L’analisi stilistica consentirebbe infatti di attribuirlo alle stesse maestranze (molti di essi erano membri della famiglia dei Renzo, noti costruttori e scultori) che lavorarono (come attestato da un noto atto notarile datato 1 luglio 1586) alla costruzione di Santa Croce e in particolare agli autori

delle teste d’angelo poste immediatamente sotto i capitelli delle paraste che, sopra le colonne, scandiscono il piano inferiore della navata centrale. Verrebbe da chiudere la storia qui, con questo altare, ma l’edificio continua a parlare attraverso le ricerche e così, ancora una volta tra i muri, è emersa una scala sconosciuta. E non una qualsiasi ma una scala doppia, perché costituita da due rampe intrecciate così come se ne vedono disegnate in alcuni studi realizzati da Leonardo da Vinci sul finire del Quattrocento. Questo intrigante elemento architettonico era parte integrante del campanile cinquecentesco della chiesa, anche quest’ultimo emerso dall’oblio così come il resto.

NEW DISCOVERIES IN THE CHURCH OF SANTA CROCE: THE ALTAR AND THE STAIRCASE THE MOST STUDIED AND ADMIRED CHURCH IN LECCE NEVER CEASES TO AMAZE The Church of Santa Croce in Lecce is the Apulian symbol of the Renaissance and Baroque sculpture and architecture, and it never ceases to amaze. In a space between walls, an altar has been found, and it seems to date back to the late 16th century. To understand something more about this finding, it was necessary to carry out a research on the vast bibliography existing about this famous Church. But, paradoxically, nothing has been found: not even the above-mentioned interspace. Pending further evidence, the work deserves at least a quick description. It is possible to see in particular the upper half of the altar. There is an arch in the middle, and seven heads of angel. The arch is framed by two Corinthian columns. The trabeation is partly damaged. The frieze is particularly interesting, as it is characterized by a procession of naked angels, supporting the symbols of Christ’s Passion. Inside the two pendentives, two venerable old men are probably those prophets who revealed Christ’s arrival in the Old Testament. The comparison of the two images with similar ones seems to identify those bearded old men with Moses and Elijah. No engravings are visible; on the contrary, there are several layers of whitewashing. We do not know when the altar was walled up, but it probably occurred in the 19th century when the bell tower was built. A stylistic analysis would allow attributing the altar to the same workers who worked on the construction of the Church. This is not the end of the story, as the building continues to offer new cues. Thus, once again between the walls, an unknown staircase has appeared. It is a double staircase, with two intertwined flights of steps. The most interesting thing about this them is that they are very similar to those designed by Leonardo da Vinci in the late 15th century. This enchanting architectural element was an integral part of the 16th-century bell tower and it represents another element emerged from oblivion.

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Una dimora storica di inizi ‘900 nel centro storico di Lecce, sapientemente restaurata nel pieno rispetto della tradizione costruttiva salentina e della storia dell’edificio che propone suite e appartamenti con servizi di alta qualità, finiture di pregio, elementi di design e pezzi d’arredo di recupero. Apre le sue porte a quei viaggiatori che sono alla ricerca dei colori e dei sapori più autentici di un territorio dove il Tempo è padrone ed i suoi abitanti gli rendono il giusto tributo, con uno stile di vita in movimento lento.

Historical dwelling of the beginning of the ‘900 situated in the core of the historical center of Lecce, finely restored fully respecting the Salentino building tradition and the history of the construction; it offers suites and apartements with high quality services, precious finishings, design elements and some recovered furniture. Opens its doors to all those travelers who are looking for the most genuine colors and tastes of a land where Time is the owner and its dwellers pay the right tribute to him with a slow lifestyle.

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COMUNE DI LECCE

innovazioni tecnoLogicHe

Competenze digitali Siglato a Lecce un importante accordo fra l’amministrazione comunale e la Hewlett Packard


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ANTONIO MENGHINI, RESPONSABILE HPE HEMEA PER IL SETTORE PUBBLICO

Si apre, a Lecce, una nuova era per quanto concerne le competenze e le infrastrutture digitali. Tutto questo grazie ad un accordo siglato fra l’amministrazione comunale ed una delle più grosse multinazionali impegnate nel settore dell’informatica, la Hewlett Packard Enterprise. In un incontro con la stampa, l’assessore all’Innovazione Tecnologica del Comune di Lecce, Alessandro Delli Noci, ha illustrato i punti fondamentali di questo progetto che, come ha tenuto a sottolineare, “rappresenta una grandissima opportunità per i cittadini”. Nel progetto, denominato #HPECode4Lecce, sono coinvolti studenti delle scuole superiori e professionisti. I settori di intervento sono due: le infrastrutture e le competenze digitali. Relativamente al primo punto, in base all’accordo le scuole coinvolte (per l’esattezza 49) saranno dotate di Smart Toys e potranno usufruire di un potenziamento della rete wifi grazie all’installazione di appositi hotspot sui tetti degli edifici stessi. Per quanto concerne le competenze digitali, invece, il progetto si sdoppia. Da una lato è stato previsto un intervento di

REMO GOZZI, BUSINESS DEVELOPMENT MANAGER SETTORE PUBBLICO HPE ITALIA

alfabetizzazione, dall’altro si procede con il rilascio di 1.750 voucher per ottenere, appunto, una certificazione digitale. L’alfabetizzazione ha preso il via verso la fine del 2015, con il coinvolgimento di 1.500 bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado. I laboratori di codindg, coordinati da Coderdojo Lecce hanno introdotto i ragazzini nel mondo

del codice, anticipando le indicazioni del piano digitale della “Buona Scuola”. Attraverso gli appuntamenti con docenti specializzati, i piccoli si sono addentrati nell’universo della programmazione e nella realizzazione di un videogioco. I voucher digitali, ovvero le patenti europee, si snodano attraverso quattro esami (Computer Essential; Online Essential;

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COMUNE DI LECCE

innovazioni tecnoLogicHe

World Processing e Spreadsheet). Entrando nel dettaglio, le certificazioni a disposizione dei cittadini sono mille: 700 per i ragazzi delle scuole superiori e 300 per i giovani lavoratori, per i disoccupati o per chi volesse accedere al mondo del lavoro. «Inoltre – prosegue Delli Noci – regaliamo patenti per ciò che concerne la scrittura di un progetto o per la costruzione di una rete. Siamo riusciti ad intercettare

una grande opportunità per la nostra città e la sua crescita è strettamente connessa con lo sviluppo digitale». L’accordo coinvolge non solo l’assessorato all’Innovazione Tecnologica del Comune di Lecce, ma anche quello alla Pubblica Istruzione e si inquadra nella sperimentazione di Edoc@ (Education and work on cloud), progetto di ricerca finanziato dal ministero dell›Istruzione, dell›Università e della Ricerca nell›ambito del piano operativo “Smart cities and communities and social innovation”. Soddisfatti anche gli altri protagonisti dell’intesa, Remo Gozzi (Business Development Manager HPE Italia) e

Antonio Menghini (Direttore Settore Pubblico HPE ). «Il buon uso delle tecnologie – hanno detto – può senz’altro rendere migliore il sistema scolastico. Investire sulle persone e sulle loro competenze è il passo da compiere per una crescita globale». Soddisfatto anche il sindaco Paolo Perrone: «Se un’azienda fra le più importanti nel panorama dell’informatica mondiale come la Hewlett Packard sceglie di investire a Lecce – afferma – allora vuole dire che siamo una realtà interessante ed anche così si crea cultura. E siccome le competenze da sole non bastano, occorre fare sistema potenziando le infrastrutture».

ALESSANDRO DELLI NOCI, ASSESSORE COMUNE DI LECCE

PAOLO PERRORE, SINDACO CITTÀ DI LECCE

PORTA NAPOLI, LECCE

DIGITAL SKILLS AN IMPORTANT AGREEMENT HAS BEEN SIGNED BETWEEN THE MUNICIPALITY OF LECCE AND HEWLETT PACKARD A new era begins in Lecce thanks to this agreement. Alessandro Delli Noci, the city Councillor for Technology Innovation, has highlighted the key points of this project that “represents a great opportunity for citizens”. The project, called #HPECode4Lecce, is related to infrastructure and e-skills and it involves high-school students and professionals. 49 schools will be equipped with Smart Toys and will benefit from a Wi-Fi network expansion.1,750 vouchers to get a digital certification will be issued. Digital literacy began towards the end of 2015, with the participation of 1,500 children. Since then, coding workshops have introduced kids into the universe of videogame programming and implementation. Now 1,000 free certifications are available. Delli Noci continues: «We have been able to seize a great opportunity for our city whose economic growth is closely related to digital development». The Mayor Paolo Perrone is satisfied, too: «If a company like Hewlett Packard chooses to invest in Lecce, that means that we represent an interesting reality. Digital skills alone are not enough. We need to work in an integrated way and to implementinfrastructure».

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TERRITORIO

tra murge e mar jonio


di jessica niglio/

I CANYON DELLA PUGLIA LE GRAVINE DI MOTTOLA, LATERZA E GROTTAGLIE, AUTENTICHE MERAVIGLIE DELLA NATURA

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TERRITORIO

PH: COOP. SERAPIA

tra murge e mar jonio

IN QUESTE FOTO E NELLE PAGINE PRECEDENTI, LA GRAVINA DI RIGGIO A GROTTAGLIE

Scenari spettacolari, veri e propri canyon che lasciano a bocca aperta, spaccature del terreno profonde in cui si generano grotte e cascate, disegnate da vegetazione rigogliosa. È la Puglia, multiforme e meravigliosa, per sua natura eterogenea, che, tra le Murge e il Mar Jonio, nasconde le gravine, tra gli scorci naturali più affascinanti al mondo. Si tratta di fenomeni carsici derivanti da erosioni molto profonde scavate da acque meteoriche nella roccia calcarea, originate in seguito agli spostamenti tettonici che hanno fatto emergere la terra ferma dal mare, dei fiumi fossili in parole semplici. Ancora oggi, infatti, sul fondo delle gravine pugliesi, sono evidenti i segni lasciati

dall’acqua e addirittura permangono dei torrenti. Proprio la presenza dell’acqua ha permesso l’insediamento anche di tipo religioso in epoca bizantina: abitazioni che diventavano santuari o luoghi di difesa, all’interno delle grotte sulle cui pareti sono ancora visibili i resti di dipinti, altari, dispense. I siti più significativi si trovano nei dintorni di Taranto fino al confine barese e lucano: Castellaneta, Palagianello, Villa Castelli, Ginosa, Laterza, Mottola, Grottaglie, Gravina in Puglia. Sono scrigno di veri e propri tesori della flora e della fauna: rapaci di piccole dimensioni come il lanario, il grillaio e il gheppio o il nibbio bruno, la poiana, il biancone,

il capovaccaio e il gufo, si aggirano sui lunghi costoni. Non è raro veder volare anche corvi imperiali, rondoni, civette, cinciallegre e pipistrelli. Negli stagni e negli specchi d’acqua ci sono rane, tritoni, rospi e ululone dal ventre giallo. Trovano rifugio nella vegetazione volpi, istrici, tassi, cinghiali e piccoli roditori, anche rettili e tartarughe. Piccolo padrone di casa è il geco di Kotschy. Polmoni verdi permettono escursioni a stretto contatto con la natura più autentica: le gravine sono ricche di lecci, pini d’aleppo, frassini, corbezzoli, aceri selvatici, orchidee spontanee, caprifoglio, ciclamini, biancospino e rose selvatiche. Nei canyon ci sono spesso anche melograni, cotogni e fichi d’india.

LA GRAVINA DI RIGGIO A GROTTAGLIE Anche Grottaglie svela una delle gravine più belle delle Murge, quella di Riggio, di proprietà privata ma messa a disposizione della comunità. Lungo l’itinerario si possono scoprire passaggi segreti che conducono in grotte panoramiche e affrescate con pitture tra le più antiche dell’Italia meridionale, insediamenti e fossili marini. Nella stagione delle piogge si genera


PH: ELETTA BIANCO

PH: ELETTA BIANCO LA GRAVINA DI MOTTOLA

LA GRAVINA DI MOTTOLA È STATA SCELTA DAL REGISTA MATTEO GARRONE COME SET PER “IL RACCONTO DEI RACCONTI”

PH: VALERIA D’AUTILIA

LA GRAVINA DI MOTTOLA È finita alla ribalta internazionale perché scelta dal regista Matteo Garrone come set per “Il racconto dei racconti”: vi è stata ambientata la storia “La pulce”, con protagonista un re che dà in sposa sua figlia ad un orco. Sono le grotte di Casalrotto, impervie e selvagge, a diventare la casa del mostro nel fantasy. La gravina, in particolare le aree del bosco di Sant’Antuono e Petruscio, è anche oggetto di un progetto, “Peopleforforest”, vincitore di un bando ministeriale che mette insieme le associazioni “Terre Nostre”, “I Portulani”, WWF Trulli e Gravine, Arcogem (spin off Università di Bari) per la ricerca in ambito arche-

PH: VALERIA D’AUTILIA

una suggestiva cascata che accoglie poi l’acqua in una piscina naturale dove gli anfibi possono vivere e riprodursi. Gli itinerari, organizzati dalla cooperativa Serapia, sono solo guidati e consentono di venire a contatto con scenari mozzafiato, dirupi, macchia mediterranea libera tanto da assumere un aspetto fiabesco, ulivi secolari. A Riggio ci sono ancora una grotta-chiesa con affreschi bizantini e la grotta farmacia con le innumerevoli nicchie (info e prenotazioni escursioni +39 366.5999514; info@cooperativaserapia.it; www.cooperativaserapia.it). Tutte le escursioni o i percorsi di trekking richiedono particolare agilità e scarpe e abbigliamento tecnico.

ologico, geologico e forestale attraverso laboratori con le scuole, un forum permanente, workshop, escursioni, messa in sicurezza dei luoghi, mappatura e ricostruzioni in 3D. Petruscio è un insediamento rupestre medievale immerso nella macchia mediterranea. Scavate nelle pareti si riconoscono tre chiese e le case-grotta, a vari piani di altezza, collegate da scalinate scavate nella roccia. Tra Mottola e Martina Franca si estende per 520 ettari il bosco di Sant’Antuono, che ha ospitato fino a metà del secolo scorso attività di sostentamento per le popolazioni locali (pascolo, raccolta legna, cibo) e che oggi rappresenta una risorsa di indubbio valore per il patrimonio di flora e 26 27


TERRITORIO

tra murge e mar jonio

fauna. Le escursioni conducono lungo i sentieri del bosco una volta battuti dai briganti, alla scoperta dei profumi e dei suoni, sulle tracce degli animali selvatici. È possibile anche partecipare a itinerari storico-naturalistici lungo la gravina e il villaggio rupestre, passando per un’antica carraia, torrette di avvistamento, mangiatoie, cisterne e la monumentale scalinata di accesso al villaggio medievale. Una particolare escursione conduce invece alla scoperta delle “grotte di dio”, insediamenti rupestri di natura religiosa, in cui è possibile ammirare la cosiddetta “cappella sistina della civiltà rupestre”, dedicata a San Nicola, in stato di eccezionale conservazione. Prezioso il Pantocratore dell’abside centrale di San Gregorio, paragonato dagli esperti al Pantocratore del Duomo di Monreale (Info e prenotazioni Ufficio Iat Mottola +39 099.8867640).

GRAVINA DI LATERZA. PH: PIERPAOLO SCHIAVONE

LA GRAVINA DI LATERZA È UN’OASI DI PROTEZIONE DELLA FAUNA LOCALE INSERITA NEL PARCO REGIONALE “TERRA DELLE GRAVINE” LA GRAVINA DI LATERZA È un’oasi di protezione della fauna locale inserita nel parco regionale “Terra delle Gravine”, gestita da una onlus, la Lipu; ha un centro visite che organizza laboratori per ragazzi ed escursioni lungo i sentieri. Tutte le attività sono indirizzate alla

conservazione della natura, alla tutela della biodiversità, alla promozione della cultura ecologica. La Lipu, in particolare, è da anni impegnata in campagne di sensibilizzazione contro il bracconaggio e la caccia. È possibile visitare e scoprire l’oasi della gravina di Laterza attraverso

escursioni tematiche guidate ma sono tanti gli eventi organizzati per il pubblico, soprattutto durante la bella stagione: proiezioni, passeggiate, caccia al tesoro, studio di specie animali o vegetali, osservatorio delle stelle, e iniziative di inclusione sociale (info +39 339.3311947, info@lipu.it).

APULIA CANYONS RAVINES IN MOTTOLA, LATERZA AND GROTTAGLIE: AUTHENTIC WONDERS OF NATURE Spectacular views, real canyons with caves and waterfalls, and lush vegetation: these are the ravines, true fossil rivers. This is Apulia between Murge and the Ionian Sea. At the bottom, signs left by water are still evident. It was exactly the presence of water that allowed the settlement of Byzantines over the centuries. The most significant sites are near Taranto: among them, Villa Castelli, Laterza, Mottola, Grottaglie, and Gravina in Puglia. Their flora and fauna are extraordinarily diversified: small birds of prey, amphibians, reptiles, turtles, and small rodents are just some examples. Kotschy’s gecko is the little master of the house. Ravines allow excursions through the wilderness. Riggio ravine in Grottaglie Grottaglie discloses one of the most beautiful ravines. Many secret passages lead to panoramic caves, frescoed with some of the most ancient paintings in Southern Italy. In the rainy season, a natural pond receives the water of a picturesque waterfall. The routes allow getting into contact with breathtaking and fairy-tale views (info: +393665999514 – info@cooperativaserapia.it - www. cooperativaserapia.it). Mottola ravine The ravine, and the areas of Sant’Antuono’s wood and Petruscio in particular, are the object of the project “Peopleforforest”. Petruscio is a medieval rupestrian settlement surrounded by the maquis. Carved into the cave walls, there are three churches and some houses, connected by a staircase carved into the rock. Sant’Antuono’s wood is rich in flora and fauna. Excursions lead to discover the “God’s caves” where you can admire the so-called “Sistine Chapel of rupestrian civilizations”, devoted to Saint Nicholas. The Pantocrator of Saint Gregory’s central apse is extremely valuable (Info: +390998867640). Laterza ravine It is an oasis for local fauna. All the activities related to this ravine - workshops for children and excursions – aim at protecting environment and biodiversity. Another objective is the promotion of eco-friendly attitudes (Info: +393393311947 – info@lipu.it).

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COMUNE DI LECCE

amBiente

Riciclare il vetro non è mai stato così facile, e divertente. “Porta, pesa e vinci - Il vetro a buon rendere” è il nome dell’iniziativa con cui l’amministrazione comunale di Lecce si sta muovendo per avvicinare i più giovani all’universo della raccolta differenziata. In programma, per i mesi di luglio e agosto, ovvero in concomitanza con i Gruppi Estivi legati ad oratori e ad associazioni cittadine, ci sono apposite giornate dedicate al progetto varato dall’Ufficio Ambiente del Comune di Lecce. Basta seguire poche e semplici regole per addentrarsi in questo viaggio fatto di educazione civica e amore per la propria città. Una volta accumulato, il vetro da smaltire dovrà essere portato

nelle campane per la raccolta che, per l’occasione, saranno dotate di strumenti per pesare tutto il materiale conferito che, una volta pesato, si tradurrà in “scontrini” che ne attesteranno la quantità. Questi passaggi avverranno alla presenza degli operatori Monteco, la ditta che si occupa, in città della raccolta differenziata. Protagonisti del progetto, dicevamo, sono i ragazzi dei quattro Gruppi Estivi che ogni lunedì, fino alla fine dell’esperimento, si dedicheranno a questa sana abitudine. “Porta, pesa e vinci” è organizzato dal Comune di Lecce in collaborazione con il CoReVe, il Consorzio per il Recupero del Vetro. Tra gli obiettivi vi è sicuramente quello di focalizzare l’attenzione sul servizio di raccolta-vetro predisposto

in città e familiarizzare con le pratiche di smaltimento e riutilizzo. Ma soprattutto, il progetto nasce con l’intento di sensibilizzare la cittadinanza, in particolar modo il segmento più giovane, ad un corretto approccio con la differenziazione dei rifiuti. Tra i quattro gruppi che prenderanno parte all’iniziativa, quello che raccoglierà maggiore quantità di vetro riceverà un premio da parte dell’Amministrazione Comunale. Ma al di là di ogni considerazione, ciò che sta a cuore all’assessore all’Ambiente Andrea Guido, che insieme al responsabile del Settore, Gianluca Pezzuto, ha messo a punto il progetto, è quello di allargare il coinvolgimento a tutta la cittadinanza, favorendo un interesse collettivo per la raccolta del

RICICLARE ED ESSERE PREMIATI ARRIVA “PORTA, PESA E VINCI IL VETRO A BUON RENDERE”


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vetro e la conseguente conoscenza delle apposite isole ecologiche presenti in città. «Per i prossimi mesi – afferma l’assessore Guido – attendiamo un aumento della percentuale della raccolta vetro pari a 2/3 punti percentuali. E siamo certi – conclude – che le isole ecologiche diventeranno un preciso punto di riferimento per tutta la popolazione». PROPOSTA PROGETTUALE Si propone l’organizzazione dell’iniziativa “Porta, pesa e vinci – Il Vetro a Buon Rendere”, ovvero di giornate di raccolta del vetro con il coinvolgimento dei ragazzi di quattro Gruppi legati ad oratori o ad associazioni che organizzano i campi estivi ricadenti nella città di Lecce e ubicate in prossimità dei quattro Centri Comunali di Raccolta del Comune di Lecce. I ragazzi, partecipanti all’iniziativa, partecipano al concorso attraverso il conferimento del vetro raccolto e collocato presso le campane appositamente posizionate che, a loro volta saranno raccolte e smaltite presso uno dei quattro centri comunali di raccolta indicati e concordati con l’Ufficio Ambiente, appositamente allestiti con pesa e contenitori appositi. Il momento del conferimento e della pesa dei propri rifiuti in vetro consentirà di scoprire in maniera diretta, alla presenza cordiale degli operatori Monteco, ditta che gestisce la raccolta, la propria capacità di effettuare la raccolta differenziata, verificando sul momento il corretto conferimento del rifiuto in questione. In tal modo sarà inoltre possibile focalizzare l’attenzione dei partecipanti sul servizio di raccolta predisposto nel comune,

agevolando la conoscenza delle corrette pratiche di smaltimento del vetro e del suo riutilizzo. Obiettivo delle giornate sarà quello di accrescere la propensione della cittadinanza verso la corretta differenziazione dei rifiuti, predisponendo materiale e punti informativi ed incentivando la partecipazione a questi eventi con delle premialità. I quattro Gruppi estivi che nell’arco temporale previsto dalle attività di progetto da luglio ad agosto avranno conferito la maggior quantità di vetro, riceveranno dei premi da parte dell’amministrazione Comunale. MISURAZIONE PUNTUALE Si propone di organizzare una raccolta straordinaria presso i gruppi estivi alla fine della stagione estiva. Il conferimento avverrà

RECYCLING AND BEING REWARDED “BRING, WEIGH AND WIN – THE GOOD GLASS DELIVERING” HAS COME The Municipality of Lecce and CoReVe are cooperating to sensitise the young to glass recycling Recycling glass has never been so easy and funny. “Bring, weigh and win – The good glass delivering” is the title of the project aimed at sensitising the young to the world of recycling. In July and in August, several special days will be devoted to the initiative. There are just a few and easy rules to follow. Once collected, glass will be delivered and weighed. Every Monday, for two months, the young of four Summer Groups will be devoted to this healthy habit. The Municipality of Lecce has organised the project, “Bring, weigh and win” in collaboration with CoReVe, the Consortium to recycle glass. Sensitising citizenship to a proper separate collection of rubbish, focusing on glass recycling, and becoming familiar with

ogni lunedi fino alla fine del progetto. I ragazzi che parteciperanno potranno portare il vetro presso le campane che saranno collocate appositamente e successivamente il rifiuto sarà pesato e verrà consegnato uno scontrino attestante la quantità conferita. BENEFICIARI DIRETTI I beneficiari diretti sono i ragazzi dei quattro gruppi estivi per la realizzazione della proposta pilota, accanto ad essi ovviamente le ricadute di una tale attività di sensibilizzazione risultano essere tutti i ragazzi e le famiglie ricadenti nel territorio del comune di Lecce. RISULTATI ATTESI Il coinvolgimento di tutta la cittadinanza.

glass disposal and reuse are among the objectives of the project. Promoting a collective interest in the collection of glass is the main concern of the Councillor for the Environment, Andrea Guido. «We expect an increase in the percentage of collected glass in the amount of 2 or 3 percent. – says Guido – We are sure the recycling areas will become a point of reference for the entire population». Project proposal The project aims at collecting and delivering glass. Objective: increasing people’s attitude towards a proper separate collection of rubbish, encouraging participation by means of prizes. An accurate measurement The collected glass will be weighed. A receipt will attest the amount of glass delivered. Direct beneficiaries The young of the four Summer Groups as well as all the young and families living in Lecce Expected results The involvement of all citizens.

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MASSERIA SAN PIETRO

strutture ricettive

L’accoglienza esclusiva MASSERIA SAN PIETRO cucina

golf

natura

Double Tree by Hilton Acaya e Masseria San Pietro: due facce di una stessa medaglia, per soggiorni da favola in un angolo di paradiso

È un mondo a parte, un luogo incantato dove il silenzio della natura è la migliore musica di sottofondo per una vacanza all’insegna delle coccole e del relax. Tra campi golf curatissimi, una SPA che offre i migliori trattamenti con percorsi ayurvedici e una scelta gastronomica da capogiro, gli ospiti del Double Tree by Hilton Acaya e della Masseria San Pietro non possono che vivere un’esperienza indimenticabile che attraversa tutti i sensi. In quest’angolo di Salento la favola è scritta anche per chi non necessariamente pratica il golf, che resta comunque il principe di quest’oasi verde a pochi chilometri da Lecce. Rinnovata nello stile e nei contenuti, Masseria San Pietro è la chicca che arricchisce l’offerta della struttura ricettiva targata JSH Hotels Collection. Ambienti accoglienti, sale luminose, ma soprattutto piatti genuini e ricette che sanno coniugare sapientemente tradizione

e innovazione, sono il fiore all’occhiello di questo ristorante ricavato da un’antica masseria del ’700. Location ideale per cene a lume di candela, ma anche per matrimoni, feste private e ricevimenti. Immersa nel verde, ha un cortile che si affaccia sui campi da golf, anzi, ad essere precisi è proprio da qui che parte il percorso di gara, ed il panorama che si gode da quest’angolo privilegiato è un valore aggiunto di innegabile bellezza. Lo scenario è mozzafiato, tra paesaggi incontaminati e tramonti infuocati. Masseria San Pietro è come adagiata tra la macchia mediterranea e gli ulivi

secolari che fanno da cornice a questa costruzione antica dal cuore moderno. 80 posti a sedere, tra luce ed eleganza, in un contesto fatto di coccole per l’anima e per il palato. Piacevole non solo per i golfisti, che qui sono ovviamente di casa, ma anche per chi vuole semplicemente ritagliarsi del tempo per momenti speciali. E non è tutto. Pochi passi e si raggiunge la riserva naturale delle Cesine, oasi WWF. L’offerta gastronomica di Masseria San Pietro ha, nella sua semplicità, tutta la ricchezza di questo territorio. Prodotti freschissimi, in gran parte a “km zero”, sono i tasselli di un mosaico di sapori che


DOUBLETREE BY HILTON ACAYA GOLF RESORT Strada Comunale di Acaya Km 2 - 73029, Acaya (LE) tel. +39 0832 861385 - fax: +39 0832 861384 - info.acaya@hilton.com www.acayagolfresortlecce.doubletreebyhilton.com - www.acayagolfresort.com MASSERIA SAN PIETRO Strada Prov. San Cataldo - Otranto km5 - tel. +39 347 2931679 - info@masseriasanpietroacaya.com

le sapienti mani dello chef sanno tradurre in piccoli capolavori, assolutamente da provare. Così come da provare sono i campi da golf. Quello di Acaya è uno dei circuiti più suggestivi a livello nazionale: 18 buche in un contesto da sogno, dove ogni movimento si colora di libertà. E dopo una giornata sul green non c’è niente di meglio che abbandonarsi alle piacevolezze della SPA. Fra trattamenti personalizzati, massaggi, saune, docce emozionali e momenti relax, gli ospiti vivranno emozioni indimenticabili. Per chi volesse “staccare la spina” e concedersi una pausa rigenerante, questo è il posto giusto. La bellezza della location fa il paio con la professionalità di chi ci lavora. La passione e la cura del dettaglio rendono unica l’offerta proposta dal Double Tree by Hilton Acaya e dalla Masseria San Pietro. «In questo ritaglio di paradiso vengono appagati tutti i sensi – afferma il general manager

Claudio Oliva che aggiunge – entusiasmo, tradizione, innovazione e professionalità sono i punti di forza di questa struttura. La nostra mission – conclude – è quella di rendere indimenticabile il soggiorno di quanti scelgono di trascorrere qui le proprie vacanze, senza ovviamente trascurare gli stessi salentini che optano per momenti di pace e relax a due passi da casa loro».

Errata Corrige Nell’articolo dedicato a Masseria San Pietro, pubblicato nello scorso numero di Salento Review, abbiamo erroneamente associato Masseria San Pietro all’Alleanza Slow Food dei Cuochi. Non è più così, pertanto ce ne scusiamo con i lettori.

THE EXCLUSIVE WELCOME Double Tree by Hilton Acaya and Masseria San Pietro: fairytale stays in a corner of paradise. It is an enchanted place where the silence of Nature is the best background music. Among beautifully manicured golf courses, a SPA offering the best beauty treatments, and a dizzying gastronomic choice, the Double Tree by Hilton Acaya guests will live an unforgettable experience. Masseria San Pietro has comfortable and bright rooms and a genuine cuisine that combines tradition and innovation. The restaurant, converted from an ancient 18th-century farm, is the perfect location for candle-lit dinners, private parties, and receptions. Surrounded by the countryside, it has a courtyard that overlooks the golf course. The landscape is breathtaking. Masseria San Pietro lies down between the Mediterranean maquis and olive trees. A stone’s throw from the hotel, there is the Wildlife Park Le Cesine, a WWF oasis. Acaya Golf Circuit is one of the most suggestive golf circuits nationwide: 18 holes in a dream context. And after a day on the green, there is nothing better than enjoying the pleasures of the SPA. General manager Claudio Oliva says, «Making our guests’ stay unforgettable is our mission».

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SPORT

Basket

CHECCO FISCHETTO CIRCONDATO DAI GIOCATORI DELLA BILLY MILANO IL 15 NOVEMBRE 1981


di francesca mandese/foto di damiano e vincenzo tasco

BENVENUTI NELLA CITTÀ

DEL PALLONE

A SPICCHI

LA STORIA DELLA PALLACANESTRO A BRINDISI È INDISSOLUBILMENTE LEGATA AL NOME DI ELIO PENTASSUGLIA, COACH E MAESTRO DI VITA

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La tradizione della cucina leccese

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SPORT

Basket OTIS HOWARD IN VOLO

PENTASSUGLIA PORTATO IN TRIONFO

LA CURVA DELLO STORICO BASKET CLUB BRINDISI DEGLI ANNI OTTANTA

Pane e basket. A Brindisi non è un modo di dire, è un modo di vivere e di essere. E nessuno si faccia ingannare dai “soli” quattromila tifosi che ogni 15 giorni si assiepano nel PalaPentassuglia per sostenere i biancazzurri, o dai 2-300 che si sobbarcano trasferte da mille chilometri e più per incitare i propri beniamini. Se la città avesse un palazzetto da diecimila posti, sarebbe insufficiente anche quello. Non il calcio e nemmeno il tennis, che pure ha regalato alla città la gloria riflessa di Flavia Pennetta. Non il canottaggio e nemmeno la scherma o la ginnastica, che pure hanno visto iscritti nomi di campioni locali nei più prestigiosi palmares. Nei brindisini scorre sangue e basket perché è dagli anni Cinquanta che nella piccola città sull’Adriatico si fa saltare una palla a spicchi e si tira

a canestro. Lo capisci subito, arrivando in città. Nelle strade, ovunque ci sia un muro e dieci metri quadrati di asfalto, qualche ragazzino si inerpica su una scala e inchioda un canestro improvvisato per fare due tiri con gli amici. Nei cortili dei condomini e delle parrocchie, non una rete di calcio, ma un campo di basket sarà sempre e solo la prima cosa per la quale cercare un po’ di spazio. In questi sessant’anni, Brindisi ha collezionato migliaia di aneddoti, ha visto correre sui propri campi di gioco campioni di ogni levatura. I suoi campi di basket, dalla palestra Galiano al PalaPentassuglia, sono stati testimoni di lacrime amare per le sconfitte e di feste senza freni per le vittorie e le promozioni. Ma l’aneddoto più gustoso risale a 30 anni fa, e mai come adesso torna di attuali-

ELIO PENTASSUGLIA

tà. Perché si può anche non crederci, ma Kobe Bryant, uno dei più grandi campioni di basket dell’era moderna, ha fatto due tiri a canestro in un condominio alla periferia della città. Lo ha ricordato, non più tardi di due mesi fa, l’orgoglioso protagonista Gianluigi Corlianò in occasione dell’addio al basket del campione dei Los Angeles Lakers. Gianluigi è il figlio di Antonio Corlianò, grande appassionato di basket scomparso qualche tempo fa e presidente della società nell’era di Massimo Ferrarese. Prima ancora di diventare il numero uno della New Basket Brindisi, Antonio, insieme alla moglie Teresa, era uno dei punti di riferimento della società e, soprattutto, dei giocatori. La loro casa, al pianoterra del condominio Parco Risanamento, al rione Bozzano, era sempre aperta a quei 36 37


SPORT

Basket

NEGLI ANNI SETTANTA SI ANDAVA AL PALAZZETTO DI VIA RUTA CON ORE DI ANTICIPO PER TROVARE POSTO SULLE GRADINATE ragazzini che vivevano lontano da casa per inseguire un sogno. La cucina di mamma Teresa aveva sempre i fornelli accesi per placare la fame di quei giovani atleti sempre in movimento. Era il 20 aprile del 1986, giorno dell’amara sconfitta che decretò la retrocessione in serie B della Rivestoni Brindisi, preludio a un lungo periodo buio del basket cittadino. A siglare quella sconfitta, con un canestro da 3 punti segnato sullo scadere del tempo, era stato Joe Bryant che vestiva la maglia del Rieti. Dopo la partita, Tony Zeno, uno dei grandi campioni passati da Brindisi che dai Corlianò era di casa,

bussò alla porta di quel condominio. Era in compagnia di Joe Bryant e di suo figlio Kobe, che all’epoca aveva 8 anni. «Non abbiamo voglia di uscire – disse a Teresa –, possiamo cenare con voi?». L’amarezza della sconfitta non era ancora passata e forse Teresa avrebbe voluto offrire a Joe pasta e cianuro. Ma, come sempre, aggiunse volentieri tre posti a tavola. E mentre Teresa era ai fornelli, Kobe, che aveva già visto il campo di basket nel parco condominiale, invitò Gianluigi e il fratello Mino a fare due tiri a canestro. «Giocammo uno contro uno per oltre un’ora – ricorda Gianluigi – e mio fratello e

io non riuscivamo a spiegarci come quel bambino riuscisse a schiacciare a canestro con tanta naturalezza». E se c’è un nome che a Brindisi non puoi fare a meno di associare al basket è quello di Elio Pentassuglia, scomparso in un incidente d’auto il 31 ottobre del 1988 a 56 anni, al quale è intitolato il palazzetto di contrada Masseriola. Fu lui il primo allievo di Peppino Todisco, il maestro che nei primi anni Cinquanta portò il basket a Brindisi. Il libroa lui dedicato – “In principio fu Elio” – è firmato dal giornalista Adolfo Maffei e da Claudio Calderari, uno dei tanti brindisini che, ELIO PENTASSUGLIA PORTATO IN TRIONFO

CLAUDIO MALAGOLI

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insieme ai fratelli Pino ed Enzo Giuri, Gianni Donativi, Vittorio Sangiorgio, Franco Musci, Lillo Primaverili, Roberto Cordella, Piero Labate, Tonino Bray e Checco Fischetto, hanno portato il nome di Brindisi sui più prestigiosi campi di basket. E proprio Checco Fischetto è il soggetto di una delle più famose immagini immortalate dal brindisino Damiano Tasco, fotografo ufficiale della società. Quella foto racconta del piccolo playmaker che cerca di tirare a canestro mentre viene “circondato” dall’incredulo


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SPORT

Basket

quintetto dei giganti della Billy Milano di Dan Peterson. Era il 15 novembre del 1981 e la matricola sconfisse i campioni d’Italia per 74 a 72, una sconfitta che a Dan Peterson brucia ancora e della quale non ama parlare. Di quella foto, diventata a giusta ragione il manifesto del basket brindisino, Tasco ha realizzato una gigantografia che campeggia nel suo negozio. Il libro di Maffei e Calderari è un prezioso scrigno di ricordi, aneddoti e testimonianze del basket a Brindisi. Fra i più gustosi, il ricordo di Elio quando, reduce da una vittoria, si lasciava ammirare dai brindisini mentre passeggiava sui corsi della città circondato dai suoi giocatori. Come «un pavone imperiale – scrive Maffei –, e loro felici di star lì per farsi ammirare». E fra i ricordi c’è anche

quello delle domeniche di basket che cominciavano a mezzogiorno. A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, era quello l’orario in cui, se si voleva trovare posto nel piccolo palazzetto di via Ruta, ci si doveva muovere da casa, saltando il pranzo e rassegnandosi a ore e ore di attesa. Ed è lì che, il primo giugno del 1980, la squadra brindisina è tornata

nell’olimpo del basket. Adesso si è alla vigilia del quinto campionato consecutivo nella massima serie di basket maschile. Dopo cinque anni di trionfi, coach Piero Bucchi ha lasciato il suo posto in panchina a Meo Sacchetti, che ha regalato alla Dinamo Sassari lo scudetto 2015. Comincia così una nuova storia, tutta da scrivere e sognare.

IL SALUTO TRA PIERO BUCCHI (A SINISTRA) E MEO SACCHETTI

LA FESTA PER LA PROMOZIONE IN LEGA A GIUGNO 2012 LA FESTA PER LA PROMOZIONE IN LEGA A GIUGNO 2012

WELCOME TO THE CITY OF THE SLICED BALLOON In Brindisi, basketball is a lifestyle and a way of being. Twice a month, four thousand supporters cheer on New Basket Brindisi team. If the town had a bigger sports arena, it wouldn’t be big enough to contain all the supporters. Everywhere in Brindisi, there is a child playing basketball. Over the last sixty years, several prominent champions have belonged to the team. One of the most enjoyable stories dates back to

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30 years ago when Kobe Bryant, one of the major basketball champions of the modern era, played basketball in the outer city. The story was told by Gianluigi Corlianò, Antonio’s son, the former President of the team. Antonio was a point of reference for his players. His house was always open to those children who lived away from home chasing their dream. On 20th April 1986, New Basket Brindisi was relegated to Division One. Joe Bryant was responsible for the defeat. After the game, he knocked at Antonio’s door. He was with his eight-yearold son, Kobe. That night, Kobe and Gianluigi played together. Gianluigi said, “We couldn’t explain how he could dunk so easily.” The city sports arena is named after Elio Pentassuglia. He was Peppino Todisco’s first junior athlete. The book, “In principio fu Elio” (“First, there was Elio”), is written by journalist Adolfo Maffei and by Brindisi’s prestigious player Claudio Calderari.

Checco Fischetto is the subject of one of the most famous pictures taken by the team official photographer. That picture tells the story of a playmaker who tries to shoot a hoop while he is “surrounded” by the incredulous quintet of Dan Peterson’s giants. On 15th November 1981, the newbie defeated Italy’s champions. That picture has become the manifesto of basketball in Brindisi. Among the most delightful memories of the book, there is that of Elio who let people admire him while he was walking through the city surrounded by his players, after a victory. On 1st June 1980, Brindisi New Basket came back to basketball Olympus. On the eve of the fifth consecutive championship in the most prestigious basket league, after five years of victories, coach Piero Bucchi has been replaced by Meo Sacchetti. Thus, a new story begins. A story still to be written and dreamt.


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IL PARADISO DEI BAMBINI NON PUÒ ATTENDERE SCENARI DA FAVOLA E ATTIVITÀ PER TUTTI I GUSTI. BENESSERE E ANTISTRESS PER RICARICARSI E VIVERE UNA VACANZA DIVERSA DAL SOLITO, CON INTERESSANTI NOVITÀ ANCHE PER I PIÙ PICCINI. Pace, divertimento e relax per tutti, grandi e piccoli. Punta a questo il nuovo progetto che Iberotel Apulia Antistress Resort ha messo in campo per la stagione 2016. Si chiama “Ecokidspass” ed è, in poche parole, un percorso ludico che oltre a far divertire i piccoli ospiti, li avvicina al mondo della natura. «Al loro arrivo – spiega Fabiana Pacileo, International Marketing Manager di Iberotel – i bambini ricevono uno zainetto di garza grezza con, al suo interno, un vasetto contenente dei semini che loro stessi potranno seminare nel nostro orto biologico. Ad ogni piantina sarà dato il loro nome e le varie fasi saranno documentate attraverso foto e video postati su Facebook. Ovviamente quando i ‘piccoli giardinieri’ torne-

ranno a casa, saremo noi a prenderci cura delle loro piantine che potranno ritrovare, cresciute, quando torneranno a trovarci». Un esperimento sicuramente divertente, ma al tempo stesso emozionante. Immaginate le sensazioni di un bambino a

contatto con la natura incontaminata e soprattutto alle prese con la nascita di una nuova vita! E non è tutto. «I genitori – aggiunge Fabiana – grazie a tre semplici passi da seguire, beneficeranno di un buono sconto di 300 euro per bambino.


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Basta scattare una foto, mettere Like sulla pagina Facebook “EcoKidsPass” indicando il nome del bimbo, e poi liberi da ogni stress tra campi scout, laboratori con ingredienti direttamente colti dal nostro orto biologico, attività come l’Adventure Park in pineta ed Eco-golf anche chiamato “feed the fish”». Se i bambini sono felici, di conseguenza lo sono anche i genitori consapevoli del fatto che scegliendo Iberotel, scelgono una dimensione di assoluto relax in questo scenario che sembra ritagliato da una favola. Tra le altre novità di quest’anno, ci sono gli sport acquatici: kitesurf, catamarano e stand up paddling che arricchiscono l’offerta sportiva delle “special activities” come golf, tennis, tiro con l’arco, beach volley, equitazione, acquagym e minibasket. Non solo sport. I più pigri possono “allenar-

si” nella Spa e scegliere il percorso olisitco più adatto. E una cosa è certa: una volta entrati in questo eden, il mondo resta fuori. Corpo e anima vivono una loro dimensione fatta di coccole, trattamenti estetici e massaggi esclusivi come l’aroma antistress massage, il tibetan sound massage ed il nuovissimo “Sixth Sense Ritual Massage” che coinvolge tutti i sensi in una fusione unica fra Oriente ed Occidente. Iberotel Apulia Antistress Resort è un tempio del benessere immerso nella natura, un’oasi di pace chiusa nell’abbraccio del parco naturale di

ulivi secolari dove si vivono emozioni irripetibili, a due passi dal mare cristallino di Ugento. Cornice perfetta per il recente International Wellbeing Meeting Point, appuntamento che dal 14 maggio al 4 giungo ha riunito tutti gli operatori del benessere che tra laboratori, incontri e seminari, hanno accompagnato gli ospiti in un viaggio sensoriale che ha toccato gli ambiti del gusto, delle arti orientali, delle discipline sportive e bionaturali. Lo stesso appuntamento si ripeterà a settembre, dal 10 al 30. «L’offerta di Iberotel Apulia è in continua evoluzione – spiega Mariangela Giannuzzi, Marketing Manager – e l’International Wellbeing Meeting Point rappresenta un’opportunità da cogliere al volo per approfondire lo studio e la conoscenza di discipline orientali sempre più apprezzate e conosciute dal popolo occidentale, come Qi Gong, Tai Chi, Feng Shui e Meditazione». Questa è la prima edizione ma l’International Wellbeing Meeting Point in Salento è destinato a diventare un appuntamento fisso nell’esclusivo settore del “travel & relax”. E la qualità non è che uno dei tanti tratti distintivi di questa struttura dove il relax è un piacevole obbligo. Per tutti.

CHILDREN’S PARADISE CAN’T WAIT FAIRYTALE SETTINGS AND ACTIVITIES SUITABLE FOR ALL TASTES, WITH INTERESTING NEWS FOR CHILDREN Peacefulness, fun and relaxation for everyone. Iberotel Apulia Anti-stress Resort aims at this with “Ecokidspass”, a funny and exciting game that brings younger guests close to the world of nature. Fabiana Pacileo, Iberotel International Marketing Manager explains, «At their arrival, children receive a small plant pot with some seeds that they themselves will plant in our organic garden. Every plant will have their name and the different phases of the its growth will be accompanied by photos and videos posted on Facebook. We will take care of these plants when our “little gardeners” will go back home. Children will find their plant whenever they will come back to see us». «Parents, – Fabiana adds – will benefit from a money-off voucher of 300 Euros per child. Thus, children will participate in scout camps, cooking workshops and in other activities like Adventure Park and Eco-golf». Among the news, there are also water sports: kite surfing, catamaran sailing and stand up paddling, that enrich the number of “special activities” - golf, tennis, archery, beach volleyball, horseback riding, water aerobics and mini-basketball. In the spa, guests can choose the most suitable holistic treatments. Iberotel Apulia Anti-stress Resort is a peaceful oasis surrounded by century-old olive trees, a stone’s throw from the sea.

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I BINARI DELLA TRADIZIONE

promozione DeL territorio

I Binari della Tradizione Percorsi culturali e naturalistici strade e ferrovie del Nord Salento Nell’Unione dei Comuni del Nord Salento che confina con le province di Brindisi e Taranto, c’è un nuovo modello di “governance” del territorio, un sistema di rete che muove persone ed idee lungo i binari delle ferrovie, le strade vicinali, i beni culturali, le bellezze della macchia mediterranea ancora incontaminate e che unisce paesi, intrecciare storie e diffonde culture. Il progetto ideato dal Consigliere dell’Unione Giovanni De Luca, vede una cabina

di regia formata dall’Unione dei Comuni del Nord Salento (Novoli è il Comune capofila), la Regione Puglia, la Città di Manduria, l’Associazione Nazionale “Città del Vino” ed è stato realizzato con l’obiettivo di valorizzare un ricco patrimonio fatto di conoscenze, risorse, valori, tradizioni, ma oltre alla vena romantica ha forte la voglia di legare il passato al presente, con la necessità di creare un network tra gli eventi più significativi consolidando in tal modo lo scambio di conoscenze,

attraverso il viaggio su ferro e gomma. Il lento scorrere del tempo scandisce il passaggio delle stagioni, autunno ed inverno, accendono i “fuochi” della stagionalizzazione dei flussi turistici, primavere ed estate accolgono il turista-visitatore intorno ad itinerari che sono stati tracciati in cinque linee portanti: turismo culturale, tuirsmo religioso, turismo eno-gastronomico, turismo congressuale ed infine turismo della terza età. L’Unione dei Comuni, punta anche su questo progetto


I BINARI DELLA TRADIZIONE Segreteria tecnica e organizzativa - tel. +39 346 8745174 - press.novoli@gmail.com

CONVEGNO DI SALICE SALENTINO. PH: PAISEMIU.COM

che favorisce la riscoperta della memoria storica del sistema ferroviario e del suo sviluppo, oltre alla valorizzazione di un patrimonio storico, quello costituito dalle vecchie locomotive, che conservano intatti il fascino e la magia del tempo che scorre inesorabile. «Uno degli elementi fondamentali che si intende perseguire è offrire degli strumenti qualitativi per il turismo» e coordinare attrattività territoriali autodeterminando un governo del territorio. Ogni Comune dell’Unione si è già vocato ad una precisa specificità organizzativa, Campi Salentina coordinerà il sistema dei beni culturali e archeologici, Guagnano lo svuiluppo locale delle attività produttive, Novoli le politiche della mobilità e della sicurezza tramite la Polizia Locale dell’Unione, Salice Salentino lo sviluppo dell’agricoltura, Surbo il riassetto e salvaguardia del territorio, nonché la difesa dell’ambiente, Trepuzzi i servizi sociali e le politiche rivierasche, Squinzano lo sportello Europa e le politiche giovanili. Proprio per questo Il progetto si è articolato in diversi appuntamenti molto qualificanti e che saranno oggetto di una pubblicazione. Il patto territoriale siglato nell’Unione fra i comuni delle province di Lecce, Brindisi

e Taranto, proietta la stessa in chiave strategica e privilegiata nell’interlocuzione con la Regione Puglia per le politiche del Salento dei prossimi anni. La “Città del Vino”, ha infatti messo a disposizione del territorio Recevin, una rete transnazionale che si muove e collega tutta l’Europa Meridia. L’Unione attraverso il Piano regolatore delle Città del Vino ha avviato un governo tecnico del territorio all’Associazione, un laboratorio sperimentale, in quanto è stato l’unico ente amministrativo ad adottare la “Carta della Qualità delle

PAST AND FUTURE RUN ON THE RAILROAD TRACKS A PROJECT REALIZED BY THE UNION OF NORTHERN SALENTO MUNICIPALITIES TOGETHER WITH THE TOWN OF MANDURIA TO CREATE NEW TOURIST OPPORTUNITIES Along the railroad tracks, following the iron route that has drawn the network able to connect villages, stories and cultures. The project called “The tracks of tradition” has been realized with the objective to enhance a rich heritage made of knowledge, resources, values, and traditions, but also of the strong will to establish a network of the events.

Città del Vino” e si sta già lavorando ad un secondo stralcio progettuale. A Sud, fra i due mari, nella penisola della penisola del bel paese, il futuro è già presente.

Giovanni De Luca, an adviser for the Union of Municipalities, has explained it well, “Offering quality tourist services and creating attractiveness are our key objectives”, to be achieved by travelling both by train and by road. The results are the enhancement of the historical memory of the railway system as well as an improved knowledge of the landscape, archaeological, artistic and cultural features of the territory involved. The project is divided into several events, including a travelling exhibition, publications, cultural exchanges, guided tours, conferences on various vinicultural activities, with a particular attention on the National Association of Wine Towns.

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iL sentiero DeLLe cipoLLiane

DOVE MARE E TERRA

si fondono A ridosso della litoranea Otranto-Santa Maria di Leuca un percorso di straordinaria bellezza


di francesco mancini e federica sabato/foto pierpaolo schiavone e teo pantaleo

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iL sentiero DeLLe cipoLLiane

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MARINA SERRA

Comune di Tricase ASSESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI E TURISMO

Salento.

OGNI GIORNO UNA SCOPERTA


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iL sentiero DeLLe cipoLLiane

Dopo le spiagge e le “cale”, dopo il trionfo del barocco, i borghi antichi, le escursioni eno-gastronomiche, le chiese e i castelli presenti negli itinerari più o meno classici, ecco il Salento che non ti aspetti, racchiuso in poco meno di tre chilometri. Il “Sentiero delle Cipolliane” è il luogo in cui mare e terra sembrano fondersi pur rimanendo nettamente separati, un itinerario di una ricchezza archeologica e paesaggistica talmente intensa da lasciare senza fiato. Si parte dalla Marina di Novaglie, dopo essersi lasciati alle spalle il boschetto di Tricase e le piscine naturali di Marina Serra, fino a scendere verso l’insenatura del Ciolo. Mentre gli ultimi segni della civiltà consumistica si diradano, nell’addentrarsi verso il sentiero, compaiono e via via si moltiplicano i resti di antichissimi insediamenti risalenti ai Messapi,

fino ad arrivare a toccare con mano i segni tangibili delle civiltà vissute in quelle zone nel Neolitico e nel Paleolitico. Il percorso, situato a ridosso della Litoranea Otranto – S.M. di Leuca (S.P. 358), può essere intrapreso anche al contrario, ovvero seguendo la segnaletica, all’altezza

della località “Ciolo”, da sud. Percorrendo il sentiero a strapiombo sul mare, le più varie, rare e disparate specie vegetali vanno diffondendosi nell’ambiente, diventando sempre più fitte e a volte accavallandosi l’una all’altra, dando vita ad un’esplosione di colori e anche di

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iL sentiero DeLLe cipoLLiane

profumi e, in qualche caso, di sapori. La fauna presente è particolare, soprattutto per ciò che concerne gli insetti e i rettili, mentre la flora tipica della macchia mediterranea, a queste latitudini, diventa rigogliosa fino all’esuberanza. Ed è in questo paesaggio, a cui fa da sfondo il panorama mozzafiato delle coste alte salentine del Capo di Leuca, che ci si imbatte negli antichi insediamenti rupestri di epoca messapica, caratterizzati da abitazioni, aie e infrastrutture arcaiche completamente modellate nelle rocce, levigate dall’azione di erosione del tempo. Non senza fatica, attraversando avallamenti scoscesi, facendo la dovuta attenzione a non scivolare verso il mare che si trova una trentina di metri al di sotto e passando sotto anfratti impervi creati da enormi massi sovrapposti, si giunge a quelle cavità gigantesche che sono le “grotte cipolliane”. Il nome deriva dalla presenza, al loro interno, delle cipolle selvatiche dette “cipuriane”. La sensazione netta è quella di trovarsi nella caverna di Polifemo e solo al pensiero vengono i brividi che però passano in fretta quando ci si rende conto della maestosità dell’habitat, tipico marino, 52 53

in cui ci si trova. «Qui una volta ci arrivava il mare» ci ricorda Rocco Giudice, cultore del territorio che si è offerto da farci da guida. Ed infatti è come trovarsi sott’acqua sapendo di esservi abbondantemente sopra. Del resto la volta frastagliata della grotta, maestosa e scura, rivela in più punti, ad occhio nudo, fossili di conchiglie e di pesci chiaramente visibili. Il “pavimento” della grotta è sabbioso a conferma di quanto ci è stato raccontato.

Ogni angolo del “grottone”, il più grande delle Cipolliane, se ben osservato, racchiude storie, particolari e misteri che incantano e che ognuno può interpretare in modo personale, anche romanticamente. Al suo interno e nelle vicinanze vi è una vegetazione spontanea e selvatica difficilmente visibile altrove: l’euforbia arborea, il lentisco, il mirto, il cisto rosa, il finocchio di mare, il cappero, il garofano selvatico, l’asfodelo, l’orchidea piramidale, la scrophularia lucida e la


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iL sentiero DeLLe cipoLLiane

campanula versicolor. Queste piante contribuiscono a rendere unico il paesaggio delle “Cipolliane”. Qui, le impronte di ere lontanissime, ben chiare e inequivocabili per chi le ha studiate, ci catapultano indietro nel tempo e ci danno la sensazione di essere minuscoli di fronte all’ immensità dell’evoluzione più che millenaria che ci ha preceduti. Non rimane che sedersi e lasciarsi assorbire dallo spettacolo a noi riservato: la visione di un mare venerabile e sconfinato che amplifica a dismisura la distanza tra la civiltà dei giorni nostri e quella preistorica nella quale, stando lì, ci si sente calati alla perfezione in qualità di legittimi eredi.

WHERE SEA AND LAND MERGE A ROUTE OF EXTRAORDINARY BEAUTY, CLOSE TO THE ROAD OTRANTO-SANTA MARIA DI LEUCA In addition to its beaches, to the triumph of the Baroque, to ancient villages, to wine-andfood tours, to churches and castles, here is the Salento you do not expect. The “Path of the Cipolliane” is the place where sea and land seem to merge while remaining clearly separated. This route – rich in archaeological and landscape beauties – leaves you breathless. Starting from Marina di Novaglie and going down towards Ciolo’s inlet, a multitude of remains appear. They belong to very ancient settlements dating back to the Messapians, up to the time of Neolithic and Palaeolithic civilizations that lived in those areas. Along the path overhanging the sea, the rarest and most diverse plant species spread out, resulting in an explosion of colours, fragrances and, in some cases, flavours. Local fauna is unique while local lush flora is that typical of the Mediterranean maquis. In this breathtaking landscape, you come across Messapian rock settlements. It is not without difficulty that you arrive at the “grotte cipolliane”, caves whose name comes from the wild onions inside. Within the cave, the feeling is of being in the cave of Polyphemus. The habitat is majestic. Once, the sea arrived here, as fossil shells and a sandy “floor” reveal. Every corner of the “grottone”, the largest cave among the Cipolliane, contains stories, details, and mysteries that enchant. Inside, spontaneous and lush vegetation hardly visible elsewhere makes the landscape unique.

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DIFFY IL GHIACCIOLO

proDotti artigianaLi

Zenzero e fantasia Nascono i nuovi Diffy con l’accento speziato dello zenzero per vivacizzare l’estate salentina. La novità di casa Avio farà breccia tra gli estimatori di questi ghiaccioli-non ghiaccioli

Quando l’arancia rossa incontra lo zenzero, l’esplosione di gusto avviene con calma. Si ha tutto il tempo di assaporare la freschezza del succo trasformato in ghiacciolo, mentre le papille gustative rilasciano, a poco a poco, il senso della spezia che si diffonde in tutta la sua stuzzicante intensità. Un matrimonio ben riuscito anche con il limone. Sapore vivace ma non aggressivo che dona un tocco originale ai nuovi Diffy, frutto del talento creativo di Luca Quarta, instancabile artefice di gustosi abbinamenti che rendono unici ed inimitabili questi ghiaccioli-non ghiaccioli che ormai sono

per eccellenza il gelato dell’estate salentina. Lavorazione artigianale, prodotti freschi e genuini, e tanta passione: gli ingredienti per realizzare queste delizie sono pochi, semplici e assolutamente naturali. I Diffy prendono forma (non solo quella conica ormai arcinota a tutti) tre anni fa. Giacomo, il figlio di Luca, adora i ghiaccioli. Il freezer di casa Quarta ne è sempre pieno, soprattutto quando arriva la stagione più calda: menta, fragola, arancia. Tanti gusti per soddisfare anche le inclinazioni di Chiara, la figlia maggiore e Agnese, sua moglie.

Gelati semplici, in apparenza, ma a Luca non sfuggono gli ingredienti segnati sulla carta: molta acqua, poca frutta e qualche colorante di troppo. Da qui l’idea di creare qualcosa di diverso, che rispecchiasse davvero la semplicità e la naturalezza di un prodotto autentico, senza troppe manomissioni. «Il Diffy – spiega Luca – è il classico ghiacciolo che chiunque può preparare in casa. Ottimo anche per i bambini più piccoli proprio perché ottenuto con pochi ingredienti ma tutti assolutamente genuini». Frutta fresca, zucchero di canna, acqua naturale Fontenoce (scelta per


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la sua purezza), succo di arancia per diluire alcune preparazioni e lavorazione artigianale. La percentuale di frutta è altissima, fino all’80%. Preparare i Diffy non è poi troppo complicato, ed il risultato è eccellente. «In tre anni – continua Luca – la produzione è cresciuta notevolmente. Da un

esperimento per la mia famiglia è nato un gelato che ha conquistato una fetta importante di consumatori che con la loro stima continuano, di anno in anno, a premiare il nostro lavoro». Distribuiti inizialmente in tre stabilimenti balneari salentini, i ghiaccioli di casa Avio Sas adesso li potete trovare in 20 lidi.

«La richiesta è tanta – sottolinea ancora – ed è anche per questo che ogni anno cerco di creare abbinamenti nuovi e originali come quelli che vi terranno compagnia nell’estate 2016 con un tocco di zenzero per vivacizzare arancia e limone». Perché proprio lo zenzero? «Perché è un sapore che stiamo iniziando ad apprezzare anche qui e poi nelle giuste dosi è piacevole. Non solo, fa anche bene alla salute. Basti pensare alle sue proprietà curative, è un antinfiammatorio naturale e in Cina lo usano da millenni come antibiotico. Inoltre, associato all’arancia rossa ed al limone crea un combinazione di una bontà incredibile». Non solo in spiaggia. Queste prelibatezze si trovano anche nei punti vendita Avio: Avio Selezione in Via Vito Fazzi, Avio di Quarta Simona in Piazza Partigiani e Nahò in Viale Japigia a Lecce. Buoni, colorati e unici nella loro naturalezza, i Diffy sono frutta sottozero. Un prodotto adatto a tutti, come certifica la prestigiosa attestazione rilasciata da “Vegan ok”, l’omonima associazione italiana che garantisce al consumatore precise caratteristiche etiche ed ambientali. Il marchio è su tutti i prodotti, inoltre, nei punti vendita i clienti avranno a disposizione dei flyers informativi. Per ogni gusto saranno elencati ingredienti e valori nutrizionali. Un accorgimento in più, per andare incontro alle esigenze di quanti abbiano la necessità di controllare l’assunzione di calorie. Diffy è anche questo.

GINGER AND FANTASY THE NEW DIFFY HAS THE SPICY TASTE OF GINGER TO LIVEN UP SUMMER IN SALENTO When the blood orange meets ginger, you have plenty of time to taste the freshness of the juice turned into an ice lolly, while the spice gradually releases its appetizing intensity. A successful combination even with lemon. Diffies are the result of Luca Quarta’s creative talent.Diffies were created three years ago when Luca read the ingredients of ordinary ice lollies: a lot of water and food colourings, and few fruits. Thus, he had the idea to create something different. «Diffy – explains Luca – is the traditional ice lolly that can be prepared at home. It is great for children». Fresh fruit, brown sugar, Fontenoce natural spring water (chosen for its purity), and orange juice. The percentage of fruit is very high, up to 80%. The result is excellent. «The production is considerably increased. Consumers continue rewarding our work. This is the reason why I try to find new and original combinations of tastes every year». Why ginger? «Its taste is pleasant and it is healthy. It has healing properties and it is a natural antiinflammatory. Combined with blood orange and lemon, it creates unique combinations». Good, colourful and unique, Diffies are fruit below zero. A product suitable for everyone, as it is certified by the prestigious certificate issued by “Vegan ok.”

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LA CASARANA RESORT

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Benessere, natura, relax Non la solita vacanza Mare cristallino, paesaggi incantevoli e attività per grandi e piccini: la vacanza a “La Casarana” ha un altro sapore

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LA CASARANA RESORT

strutture ricettive

Tempo d’estate, tempo di relax e per chi è in cerca di coccole e riposo il luogo ideale è “La Casarana”, splendido resort immerso nella pineta e nella macchia mediterranea, a pochi chilometri da Lido Marini. Un vero gioiello architettonico nato sulle vestigia di un’antica masseria del XVII secolo, adesso trasformata in un rifugio confortevole dove poter rallentare il ritmo della vita quotidiana e recuperare le energie perdute. Mare caraibico a due passi, centro benessere, piscine idromassaggian-

ti e ottima cucina. La Casarana è un mondo a parte e qui gli ospiti saranno accompagnati in un viaggio sensoriale alla scoperta di angoli incantevoli dove la parola d’ordine sembra essere una sola: benessere. Scegliere di trascorrere qui il proprio tempo libero significa affidarsi a chi ha studiato nei minimi dettagli il modo migliore per intrattenervi e rilassarvi: giornate in spiaggia, divertimento, fashion events, attività sportive, cura del corpo e della mente abbinate ad una

proposta ristorativa legata ai prodotti del territorio. Paesaggi suggestivi e ambienti raffinati sono la cornice perfetta per un soggiorno indimenticabile nel cuore del Salento. La struttura è immersa in 22 ettari di pineta ed è realizzata in maniera tale da creare un insieme armonioso che ancora di più valorizza il contesto naturale che la ospita. Gli spazi comuni sono arredati con gusto, a partire dalla hall, per poi proseguire con il bar, la sala lettura e


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ovviamente le camere, tutte situate al primo piano. Da qui si gode il panorama della piscina o della rigogliosa pineta che abbraccia il resort. Ci sono 30 camere superior hotel, tutte lussuosamente arredate e sono disponibili camere matrimoniali più letto aggiunto per bambini e camere quadruple. Interamente climatizzate, sono dotate di asciugacapelli, cassetta di sicurezza, minibar, telefono, box doccia, wifi. Sono disponibili inoltre 50 family room arredate con gusto e ricercatezza dei materiali. Il mare cristallino è a due passi e gli ospiti possono raggiungere con un’apposita navetta il Lido Bora Bora, uno tra i più esclusivi della zona. Ci si possono concedere immersioni piacevoli nelle due piscine che di giorno sono punto di ritrovo per la tintarella mentre di sera diventano area lounge con musica dal vivo. Altra gemma che impreziosisce l’offerta de “La Casarana” è la cucina. Piatti della tradizione italiana sono rivisitati in chiave creativa. Grande attenzione è

dedicata alla lavorazione e alla ricerca dei prodotti locali a km zero, privilegiando materie prime fresche, selezionate e di alta qualità che ben si sposano con la migliore tradizione gastronomica salentina: pane cotto nel forno di pietra, pasta fresca fatta in casa, ottima pasticceria. Il tutto sapientemente servito con l’attenta supervisione del Maitre che saprà consigliare il vino in abbinamento più indicato. Il nuovo ristorante Etesio con menù a la carte a base di pesce fresco servito a bordo piscina e musica dal vivo è aperto an-

che al pubblico non ospite del Resort. Trattamento di riguardo anche per gli ospiti baby: per loro c’è un’area attrezzata, tanti giochi e poi sempre nuove attività con l’animazione. Per i meno pigri c’è anche una vasta scelta di attività sportive: jogging (da praticare in mezzo alla natura), fitness, tennis, golf, equitazione,sport acquatici in genere, escursioni in barca e a piedi. Tutto, qui, è pensato per creare un soggiorno su misura per chi, lasciandosi alle spalle la routine quotidiana, desidera ritemprarsi nel corpo e nello spirito.

WELLBEING, NATURE, RELAXATION NOT THE USUAL HOLIDAY A CRYSTAL-CLEAR SEA, BEAUTIFUL LANDSCAPES AND ACTIVITIES FOR ALL AGES: A HOLIDAY AT “LA CASARANA”HAS ANOTHER FLAVOUR It is summertime. If you are looking for relaxation, the perfect place is “La Casarana”, a wonderful resort surrounded by 22 hectares of pinewood and Mediterranean maquis, a few kilometres from Lido Marini. It is an architectural gem built on the remains of an ancient 17th-century farm. Close to a Caribbean sea, with a spa, hydro-massagepools, and an excellent cuisine, La Casarana offers its guests days on the beach, fun, fashion events, andsports, too. Its rooms, all finely furnished, overlook the swimming pool or the pinewood. 30 superior rooms are all luxuriously furnished, fully air-conditioned and equipped with hairdryer, safe-deposit box, minibar, phone, shower, andWi-Fi. Traditional national and local dishes – made with zero-mileage, fresh and high-quality ingredients – have been creatively re-interpreted. The new restaurant Etesiois open to thepublic, too. Children may enjoy an equipped area and a lot of games. Adults may choose among jogging, fitness, tennis, golf, equitation,water sports, boat trips, and walking.

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TERRITORIO

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La Cutura il giardino botanico del Salento Un paradiso nato dall’amore per le piante di Salvatore Cezzi e rientrato a pieno titolo tra i dieci parchi più belli d’Italia


di eleonora leila moscara/foto pierpaolo schiavone

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TERRITORIO

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SALVATORE CEZZI, EX BANCHIERE SALENTINO, EREDITÒ NEL 1974 QUELLA CHE ERA UNA VECCHIA MASSERIA DI FINE ’700 La Cutura, il giardino botanico di Giuggianello, è un mondo tutto da scoprire, uno scrigno in pietra, a pochi chilometri da Otranto, che racchiude un tesoro inestimabile. Indicato tra i dieci parchi più belli d’Italia, è un luogo straordinario di sorprendente bellezza che ospita sui suoi 35 ettari una delle più ricche raccolte

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di piante provenienti da tutto il mondo, classificate e organizzate in diverse e specifiche ambientazioni, da un uomo che più che il pollice, ha il cuore verde. Salvatore Cezzi, ex banchiere salentino, ereditò nel 1974 quella che era una vecchia masseria di fine ’700: prima di lui massari e animali vivevano in que-

sto luogo splendido, fino a quando nel periodo unitario si trovò al centro di un grande comprensorio che il Regno d’Italia decise di bonificare per le coltivazioni. Proprio per questo motivo all’epoca era chiamata la Masseria della Coltura, ma il nome non deriva da questo bensì dai “cuti”, termine dialettale di origine greca che indica le pietre (in greco cutrus): fu quella la zona in cui si insediarono le colonie greche. L’area circostante, inoltre, è celebre proprio per la presenza di alcuni imponenti monoliti intorno ai quali negli anni si sono costruiti miti e leggende, i famosi “massi della vecchia”. «Io sono un collezionista di piante grasse – ci racconta Cezzi – ho fatto tutto solo e unicamente per passione, ecco perché voglio sottolineare che questo è un giardino botanico, che nulla ha a che vedere con l’orto botanico che ha scopi scientifici. Il giardino ricrea l’anima delle persone



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TERRITORIO

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I TRE FIGLI E SUA MOGLIE, LA SIGNORA GEMMA, LO AIUTANO NELLE DIVERSE ATTIVITÀ CHE SI SVOLGONO ALL’INTERNO

che amano le piante e, così come i pittori esprimono la loro sensibilità attraverso i colori e i musicisti attraverso le note, io ho riportato le mie emozioni e la mia vita in questo giardino. Ecco perché ci tengo a precisare che gli orti appartengono alla scienza mentre i giardini servono per rinfrancare lo spirito». In questo viaggio nel mondo delle piante ci racconta la storia di ognuna di loro ricordandone esattamente il nome e la relativa diversità. Sì, perché il fascino delle piante grasse consiste nella grande somiglianza con gli umani: infatti crescono, si riproducono, si ammalano e muoiono esattamente allo stesso modo. Hanno anche le stesse anomalie nel Dna ma, mentre per gli umani il più delle volte queste causano difficoltà nel corso della vita, il “difetto” genetico delle piante crea invece l’esemplare raro pregiato e unico. «Sono innumerevoli le storie che mi

legano a ogni singola pianta – ci confida Cezzi nel nostro appassionante tour –. Da giovane avevo la fortuna di ricevere in regalo da mia nonna (che se lo poteva permettere) un viaggio diverso ad ogni esame universitario superato. Queste pian-

te sono la mia vita e non mi stanco mai di loro, come potrei stancarmi dei miei ricordi?». A badare ai vari esemplari ci sono ogni giorno sette giardinieri che hanno il compito di averne cura con una sola raccomandazione: divieto assoluto di diserbanti. «Le erbacce vanno tirate via con le mani – specifica Cezzi – usando i diserbanti le danneggerei». Ascoltando con quanta cura e amore queste piante vengono accudite ogni giorno, si capisce il perché di tanto ordine e bellezza allo stesso tempo: 35 ettari di terreno di cui 20 di uliveto e 15 di bosco e giardini. Nel giardino “La Cutura” il signor Cezzi ha portato tutta la sua famiglia: i tre figli e sua moglie, la signora Gemma, lo aiutano nelle diverse attività che si svolgono all’interno come le visite guidate ai giardini e alle aree con animali (la passione del figlio maschio), i banchetti nel borgo antico adibito a ristorante oppure l’organizzazione di cerimonie e feste nel bosco di lecci. «Il legno del leccio – precisa – è fonoassorbente, quindi il bosco è molto richiesto per i concertini perché pur essendo grande e aperto, la musica si può ascoltare alla perfezione». In questo meraviglioso giro tra le piante e gli alberi di tutto il mondo, Cezzi ci racconta come la vecchia masseria si prestasse per la divisione dei giardini:

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TERRITORIO

giuggianeLLo

lì dove un tempo c’erano undici recinti degli animali, oggi ci sono undici diversi giardini. Si parte da quello roccioso in cui agavi, opuntie e cactacee trovano dimora tra vecchie mura, poi c’è la grande serra, una struttura in policarbonato alta 16 metri con volte a scivolo che permettono ai raggi del sole di cadere obliquamente e non a zenit, in cui si trovano le oltre 500 varietà di piante grasse e tropicali; il giardino mediterraneo riporta tutte le essenze della macchia mediterranea nella quale spiccano i maestosi pini e i cipressi; nel laghetto troviamo uno stagno con una bellissima collezione di ninfee, fior di loto, piante acquatiche, palustri, galleggianti e fauna acquatica.

Poi c’è il roseto che ospita 100 varietà di rose dai tanti colori mentre nel bosco di lecci le querce settecentesche creano uno scenario d’altri tempi insieme a muschi, licheni, funghi e tartufi; quindi il giardino all’italiana con le aiuole disposte geometricamente, bordate da bosso e pittosforo, e ancora nel giardino dei semplici spazio alla collezione di piante aromatiche ed officinali; nel giardino dei profumi invece si trovano gli alberi più inebrianti e profumati (mente, salvie, canfore, artemisie e altre) e, infine, il giardino segreto in cui coesistono gli agrumi rari con tanti animali da cortile e ornamentali.Si può ammirare, inoltre, una vecchia cava tufacea dove hanno trovato

dimora le conifere nane, le eritrine, le gorgonie e altre piante insolite. Questo paradiso verde è diventato con il tempo e soprattutto grazie all’appassionato lavoro della famiglia Cezzi una delle mete del Salento più interessanti da visitare. La Cutura non è un giardino botanico come gli altri. È un percorso da scoprire, che si svela all’occhio del visitatore quasi inaspettatamente, giardino dopo giardino. Chiunque vi entri viene stimolato nei suoi sensi più nascosti e non può non assorbire per osmosi la passione e l’amore trasmesso da chi lo ha creato. Una buona occasione per passare un po’ di tempo con se stessi e con la propria voglia di scoperta.

LA CUTURA, SALENTO’S BOTANICAL GARDEN A PARADISE CREATED FROM LOVE FOR PLANTS La Cutura is a world to discover, which surrounds a priceless treasure. Considered one of the ten most beautiful parks in Italy, it houses a rich collection of plants from all over the world, classified and organized by Salvatore Cezzi . In 1974, he inherited an ancient farm of the late 17th century whose name, Masseria della Coltura, comes from dialect and it is used to refer to stones. And the surrounding area is known exactly for the presence of some majestic monoliths. «I have done it all by myself and only for passion. The botanical garden has not scientific purposes; it just recreates the soul of people loving plants». Cezzi remembers exactly the story of every plant, its name, and peculiarity. Succulent plants are similar to humans: they grow, reproduce and die. They have genetic defects, too – thus becoming valuable and unique. «These plants are my life. – Cezzi says. – How could I get tired of them?». Every day, seven gardeners take care of these plants. They have the total prohibition to use herbicides. The garden covers a total area of 35 hectares of land (20 hectares of olive tree grove and 15 hectares of wood and gardens). Cezzi’s wife and sons help with his activities: guided tours, banquets in the ancient village and ceremonies in the holm-oak wood. There are eleven different gardens. The first is the rock one, with its agaves and cacti. Then, there is the big greenhouse, where more than 500 varieties of succulent and tropical plants are held. The Mediterranean garden contains all the essences of the maquis; the small lake keeps a wonderful collection of water lilies and other water plants. There is also a rose garden and an holm-oak wood, with its 17th-century oaks, its mosses, and lichens. The Italian garden has geometrically-arranged flower beds. Then, there is the collection of officinal herbs, the garden of scents, and the secret garden, with its rare citrus trees and ornamental plants. An old tufaceous pit keeps dwarf conifers and other unusual plants. La Cutura is a world to discover, garden by garden.


TERME DI SANTA CESAREA

strutture ricettive

Turismo termale: il piacere del benessere Riaprono le Terme di Santa Cesarea. Quest’anno si punterà anche sul benessere olistico.

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TERME DI SANTA CESAREA

strutture ricettive

C’è un segmento turistico che ha un suo valore e che rappresenta, da sempre, una delle attrazioni principali del Salento. È il turismo termale, settore complesso e articolato che nel tempo ha, per così dire, affinato ed arricchito la propria offerta, sfociando nel campo del benessere a tutto tondo. Partendo da questa consapevolezza, ha preso il via ufficialmente la stagione termale 2016 di Santa Cesarea, con lo storico Albergo Palazzo pronto a coccolare, con tutti i servizi del caso, gli ospiti che sceglieranno di trascorre qui le proprie vacanze. Le Terme, in realtà, sono aperte anche al pubblico esterno, con tutta una serie di pacchetti e offerte interessanti cucite su misura in base alle esigenze dei clienti. Il turismo termale, inteso come valore aggiunto per lo sviluppo di un territorio benedetto dalla natura, dalla storia e dalla cultura, è stato al centro del dibattito organizzato per l’apertura ufficiale della nuova stagione estiva. Amministratori, operatori del settore e

privati, hanno preso parte alla conferenza stampa organizzata per illustrare le novità di quest’anno a partire dall’incremento dell’offerta legata al benessere e alla medicina estetica. «Vogliamo puntare su questo comparto – ha sottolineato Rocco Bleve, presidente del consiglio d’amministrazione delle Terme di Santa Cesarea S.p.a. – perché siamo consapevoli del fatto che ormai i clienti sono alla ricerca di un’offerta completa che comprenda anche il benessere psico-fisico. Oltre alle Terme, quindi, funzionerà la SPA con tutta una gamma di trattamenti che vanno dalle saune ai massaggi, passando per le docce emozionali. Personale altamente qualificato si prenderà cura degli ospiti che qui potranno rigenerarsi nel corpo e nell’anima sin dal primo momento». Fiore all’occhiello della costa adriatica, Santa Cesarea Terme rappresenta una sorta di collante fra i Comuni che si affacciano sul mare e quelli dell’entroterra. Per questo, un’organizzazione capillare e puntuale della comunicazione non può

che portare vantaggi a tutto il territorio. «Il nostro obiettivo – ha aggiunto il sindaco di Santa Cesarea, Pasquale Bleve – è quello di creare un circuito virtuoso fatto di sinergia e collaborazione con la Regione Puglia in primis e poi con i Comuni limitrofi per la promozione di un ‘prodotto’ dalle potenzialità innegabili. E tutto questo – ha concluso – strizzando l’occhio alla destagionalizzazione». La promozione turistica si deve muovere sull’asse “terme, benessere ed estetica” che va a completare l’offerta più tradizionale che contempla mare, storia, natura, enogastronomia e paesaggio. Non tutti sanno che la stazione termale di Santa Cesarea è l’unica, in Puglia, ad avere un elevato tasso di idrogeno solforato, il che la rende un’eccellenza in questo settore. «Un privilegio per il nostro territorio – ha sottolineato l’assessore regionale al Turismo, Loredana Capone». «La stagione termale – ha affermato – è un punto di forza per la nostra economia. Santa Cesarea racchiude in sé, come uno scrigno, una serie di gioielli che sono i


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Comuni dell’entroterra. La roccia, la meraviglia degli stabilimenti e la bellezza dei monumenti e del paesaggio offrono la possibilità di attrarre migliaia di turisti. Vogliamo, quindi, investire su questi luoghi in maniera tale che tutte le possibilità di occupazione siano focalizzate su questo obiettivo». L’assessore ha poi ribadito che la Regione Puglia intende promuovere le terme come volano di crescita. «Santa Cesarea – ha continuato – sarà un laboratorio sperimentale. Stiamo costruendo una rete tra imprese e scuole alberghiere ed anche tra i Comuni. Abbiamo coinvolto Pugliapromozione perché

incentivi la domanda dei turisti verso un luogo dalle infinite potenzialità. Tutto questo avverrà qui come in altre parti della Puglia. La nostra azione riguarda l’intero sistema termale che comprende

SANTA CESAREA’S THERMAL BATHS SPA TOURISM: THE PLEASURE OF WELLBEING There is a tourist segment that has always represented one of the major attractions in Salento. It is the spa tourism, which has enhanced its offer. On the basis of this awareness, the thermal season has officially started in Santa Cesarea, and Albergo Palazzo is ready to pamper guests who choose to spend their holidays here. Thermal baths are also open to the general public, with a number of interesting tailored offers. Spa tourism is an added value for the development of a region blessed by Nature, history and culture. «We rely on this sector – the Mayor of Santa Cesarea, Rocco Bleve,

Santa Cesarea Terme ma anche Torre Canne e Margherita di Savoia. Le nostre terme, tutte insieme, in un sistema di promozione a rete». E a proposito della‘promozione’ è stata più volte ribadita l’importanza del web e dei social media, come per esempio Instagram, vetrina perfetta per una comunicazione efficace ed immediata. A volte un “clic” può fare la differenza.

says – as we are aware that customers look for a comprehensive offer, which includes physical and mental wellbeing. In addition to thermal baths, guests will enjoy a wide range of treatments, from saunas to massages and emotional showers». Santa Cesarea Terme is the flower on the Adriatic coast’s buttonhole. A widespread and timely management of communication can only bring benefits to all the territory. «Santa Cesarea, – the Councillor, Loredana Capone says – will be an experimental project. We are building a network involving companies, catering institutes and Municipalities. We have also involved Pugliapromozione in order to boost tourists’ demand» The importance of the web and of social media has been repeatedly highlighted, as they are the perfect showcase for an effective and prompt communication. Sometimes a “click” can make a difference.

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SAN LORENZO

san Lorenzo

La dolcezza raccontata con passione Come in una favola moderna, ma dai toni antichi, la storia dell’Azienda Agricola San Lorenzo di Campi si snoda fra racconti presi dalla realtà e rimaneggiati con la fantasia. C’era una volta un giovane mamma che, innamorata del suo bambino, decise di preparare una merenda genuina e del tutto naturale, dolce e semplice da assaporare. Una magia che ci porta direttamente in mezzo alle campagne di Campi Salentina, tra filari di chardonnay, malvasia e negroamaro, all’ombra di maestosi alberi di fico, avvolti dai profumi degli agrumeti, e circondati da alberi da frutto. Un paesaggio incantevole che riporta alla vita semplice, quella scandita dal ritmo

delle stagioni. La stessa che Gabriella Minonne, appassionata imprenditrice che ha voluto realizzare qualcosa di nuovo, ha trasformato in un prodotto di nicchia, frutto di curiosità e ricerca. Miele, marmellate e confetture sono preparate seguendo le ricette della nonna. Antichi sapori per palati moderni, con una produzione che parte da una rigorosa selezione della frutta, raccolta nel momento di migliore maturazione. La lavorazione è limitata a piccole quantità, senza l’utilizzo di pectine, gelificanti o altri tipi di conservanti. A scandire la preparazione dei vasetti è semplicemente il susseguirsi delle stagioni. Il ritorno al passato, dunque, si tinge di

dolcezza con i prodotti dell’Azienda Agricola San Lorenzo di Campi. Le ricette del passato sono tutte rigorosamente realizzate a mano, come da tradizione. La filosofia dell’azienda, del resto, si basa su un concetto semplice: offrire ai clienti un prodotto sano, genuino e del tutto naturale. Una storia fatta di passione e amore per la propria terra. Gabriella non ha fatto altro che trasformare in prelibatezze tutto ciò che la campagna in cui è nata e cresciuta, alle porte di Campi Salentina, le ha sempre offerto. E fa tutto da sola, fiera di aver realizzato un sogno che inseguiva da tempo.


AZIENDA AGRICOLA SAN LORENZO Via San Lorenzo (laboratorio: via Stazione, 29), 73012 Campi Salentina (LE) tel. +39 348 2232911 - fax +39 0832 791450 - info@isaporidelsalento.it - www.aziendaagricolasanlorenzo.it

CONFETTURE EXTRA

Nel laboratorio di Via Stazione 29, lavora fino a 5 chili di frutta per volta, riuscendo ad ottenere le marmellate migliori. Parole chiave: manualità e attenzione. «Curo la produzione nei dettagli – dice – dalla lavorazione al confezionamento, compresa etichettatura e distribuzione. Al momento le marmellate, il miele e le conserve che nascono qui sono destinati prevalentemente a strutture ricettive locali. Tuttavia, anche all’estero abbiamo già qualche cliente. Il nostro sito internet ci permette di raggiungere un po’ tutti e la vendita

online sta andando piuttosto bene». La cura del dettaglio ben si sposa con la fantasia e la sperimentazione. È sempre lei, instancabile sognatrice, a creare connubi e abbinamenti nuovi e interessanti, creando marmellate e composte che, anche con l’aggiunta di miele, hanno un sapore nuovo. E a proposito di miele, un capitolo a parte merita l’allevamento di api ricavato sempre nelle campagne di San Lorenzo e che rappresenta in qualche modo una marcia in più per l’azienda. «Per l’ impollinazione delle piante – racconta Gabriella – sfruttiamo l’instancabile lavoro delle nostre laboriose api che ci permettono tra l’altro, di ottenere una piccola produzione di miele naturale che, unito alle paste di frutta, danno vita alla linea ‘Miele e Frutta’. Le arnie sono sistemate in aree assolutamente incontaminate e la smielatura avviene secondo metodi tradizionali. Il nostro scopo – conclude - è offrire un prodotto che possa essere classificato come un’eccellenza della gastronomia, lontano dalle logiche della produzione industriale, all’insegna del vivere sano mangiando sano». E per capirlo basta solo un cucchiaino.

ALBICOCCHE AMARENE CILIEGIE CILIEGIE E CANNELLA CILIEGIE ALLE MANDORLE FICHI E MANDORLE FRAGOLE GELSI MORI UVA MALVASIA NERA UVA MALVASIA BIANCA MELA E CANNELLA MELECOTOGNE PERCOCHE PERE E NEGROAMARO PRUGNE

MARMELLATE ARANCE LIMONI MANDARINI MAPO POMPELMO

MIELE MILLEFIORI MIELE D’ARANCIO MIELE D’ACACIA MIELE DI TIMO MIELE DI EUCALIPTOLO

MIELE E FRUTTA MIELE E FRAGOLE MIELE E CILIEGIE MIELE E AMARENE

SAN LORENZO FARM As in a modern fairytale, the story of San Lorenzo farm develops between reality and fantasy. A magic that takes us in the countryside of Campi Salentina, in a charming landscape. The same magic that Gabriella Minonne has turned into a niche product. Honey, marmalades, and jams are prepared according to ancient recipes, starting from a rigorous selection of fruits, reaped at the time of their best ripening. The processing is limited to small quantities, without the use of pectin, jellying agents or other types of preservatives. Gabriella turns into delicacies everything the countryside offers. «I look after the production into details, from processing to packaging. At present, marmalades, honey, and preserves are mainly addressed to local facilities. However, we have already several customers abroad. Online sales are going pretty well». Thanks to her attention to details, creativity, and experimentation, Gabriella creates new and interesting mixtures, with the addition of honey. «For the pollination of plants, we take advantage of the tireless work of our bees that allow us – among the other things – to get a small quantity of natural honey. Combined with fruit, it brings forth the ‘Honey and Fruit’ product range. Our objective is offering a healthy gastronomic delicacy». And to understand it, you need just a teaspoon.

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LA DOLCE RIVA

staBiLimenti BaLneari

Quiete e bellezza a picco sul mare Non il solito stabilimento balneare: La Dolce Riva di Otranto è un’emozione da vivere. La struttura, accoccolata sulla roccia, è unica nel suo genere.

Il nome non poteva essere più adatto. La roccia, dura e morbida allo stesso tempo, il verde del prato ed il blu del mare che bacia la costa donano un’immagine di una dolcezza unica. La Dolce Riva di Otranto è il luogo in cui l’anima trova la sua dimora. Un nido baciato dal sole dove il suono delle onde è come una ninna nanna che culla gli ospiti. In questo abbraccio della natura, fra cielo, sole e mare, la famiglia Cantoro ha realizzato un sogno per far vivere ai clienti dei sogni ad occhi aperti. Otranto, Grotta della Monaca, lontano dai rumori della città: è qui che sorge questo piccolo regno del relax.

Ambienti raffinati, in perfetta armonia con il paesaggio circostante, sono la cornice perfetta per soggiorni fatti di puro piacere. Del resto, la filosofia della Dolce Riva è proprio questa: vivere la natura con una consapevolezza nuova, diventarne una sua parte fino a dimenticare lo stress e la fatica di tutti i giorni. Non è il classico stabilimento balneare, e questo lo si capisce sin dal primo sguardo. Lettini comodissimi, ombrelloni più ampi del solito e soprattutto distanti l’uno dall’altro, sono già un primo biglietto da visita. Al posto delle solite pedane di legno c’è un prato curatissimo. Tutto questo per far vivere il mare in maniera diversa e originale.

Altro tratto distintivo di questa struttura, dove ogni cosa è pensata per rispettare la natura, è il materiale, tutto rigorosamente eco-compatibile, con cui sono realizzati gli ambienti. Legno e passione danno quel tocco in più che fa la differenza. Ideale per le coppie in cerca di angoli romantici, ma anche per comitive di amici pronti a vivere momenti di svago, questo luogo incantato apre il cuore di chiunque si avvicini. Una volta qui, si ha come l’impressione di stare in famiglia. L’atmosfera calda e accogliente è anche il frutto della grande complicità che Igor, insieme ai fratelli Itaco jr e Zuleike e ai genitori Itaco e Annarita, sanno


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trasmettere ai clienti. «Per noi – dice Igor – è come ricevere degli amici. Li trattiamo con cura e riguardo, proprio perché ci immedesimiamo in loro e cerchiamo di anticipare esigenze e richieste». Per vivere appieno l’atmosfera della Dolce Riva, l’ideale sarebbe trascorrere qui un’intera giornata. La mattina lasciarsi coccolare dal mare e dal sole, farsi un bagno rigenerante nella piscina d’acqua salata, oppure regalarsi un momento di benessere nella vasca idromassaggio con vista panoramica. Assolutamente da non perdere l’aperitivo intimo (per motivi di spazio) servito nella grotta sottostante, tra mare, frescura e spicchi di sole che fanno capolino da una fenditura in mezzo gli scogli. Sublime.

A pranzo si può consumare un pranzo leggero, con prodotti assolutamente freschi, sorseggiando un cocktail a base di frutta, per poi attendere il tramonto accompagnati dalle note della musica lounge che, discreta, fa da cornice sonora a questi momenti indimenticabili. Poi ci sono le serate con dj set e live music, organizzate per ballare a due passi dal mare cristallino. Ed anche di notte, sotto lo sguardo della luna, La Dolce Riva, che tra l’altro è una location perfetta per feste private cerimonie e anche matri-

TRANQUILLITY AND BEAUTY OVERLOOKING THE SEA LA DOLCE RIVA IN OTRANTO, NESTLED ON THE ROCKS, IS UNIQUE IN ITS KIND The rock, the green lawn, and the blue sea give the image a unique tenderness. La Dolce Riva is the place where the soul finds its home and guests can live their daydreams. Refined rooms are the perfect setting for pleasant stays. The philosophy behind La Dolce Riva lets you become part of Nature, as to forget everyday stress and efforts. Comfortable sun beds, very large beach umbrellas, a well-kept lawn and strictly eco-friendly materials are distinguishing features of this facility. «Guests are like friends for us. – says Igor Cantoro – We treat them

moni, conserva intatti fascino e bellezza. «Qual è il segreto del nostro successo? Beh, la passione che ci spinge a fare sempre del nostro meglio e che poi si straduce in professionalità – afferma ancora Igor. – In tutta la provincia non ci sono altre strutture come questa dove - conclude – alla bellezza paesaggistica si aggiunge il valore umano che è uno dei nostri punti di forza». Luogo accogliente, esclusivo e di classe la Dolce Riva è soprattutto un’emozione da vivere. Inevitabile innamorarsene.

with care and we try to foresee their needs». To fully enjoy the atmosphere of La Dolce Riva, the ideal would be to spend a whole day here, among the saltwater swimming pool, the Jacuzzi or an aperitif in the cave below. Sublime. Then there are the evenings with DJ sets and live music, a stone’s throw from a crystal clear sea. And even at night La Dolce Riva, a perfect location for private parties and wedding ceremonies, keeps intact its charm and beauty. «Our passion is the secret of our success. Throughout the province, there are no other facilities like this». Hospitable, exclusive and fine, la Dolce Riva is mainly an emotion to experience. It is impossible not to fall in love with it.

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CULTURA

musica


PH: FONDAZIONE NOTTE DELLA TARANTA

di ilaria marinaci/

Carmen Consoli alla Notte della Taranta: edizione storica Per la prima volta sarà una donna a vestire i panni del maestro concertatore nella manifestazione più attesa A 19 anni si è pronti ad allargare i propri orizzonti e a fare qualcosa che non si è mai osato prima. Lo fa anche la Notte della Taranta, la manifestazione di punta dell’estate dedicata alla musica popolare, che per la prima volta nella sua storia “osa” affidare il ruolo di maestro concertatore ad una donna, la “cantantessa” siciliana Carmen Consoli. Sarà lei a imbastire il concertone finale, in programma il prossimo 27 agosto davanti all’ex convento degli Agostiniani a Melpignano, cuore pulsante della Grecìa Salentina. Alla guida dell’Orchestra Popolare, prendendo il testimone del chitarrista inglese dei Roxy Music, Phil Manzanera, ci sarà, quindi, una inedita “maestra concertatrice”, italiana, anzi meridionale doc, che, avrà accanto a sé un cast di ospiti tutto 80 81


CULTURA

PH: FONDAZIONE NOTTE DELLA TARANTA

musica

CONSOLI: “FAREMO CONTAMINAZIONE DI SENSIBILITÀ, NON DI SUONI” al femminile. L’unico nome confermato è quello di Nada, ma si parla anche di Paola Turci, forse Giorgia. Nulla ancora trapela, invece, sull’ospite straniera. Tutto, insomma, sarà definito a ridosso dell’i-

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nizio del festival, che, come ogni anno, prevede un tour nelle principali città dell’area ellenofona del Salento e non solo, prima del gran finale a Melpignano. Mentre i più attendevano l’annuncio di

un altro “papa straniero”, quindi, dalla Fondazione Notte della Taranta, presieduta da Massimo Manera, spiazzano tutti e puntano su una donna mediterranea, giovane, dalla forte personalità, che da tempo porta avanti un lavoro di ricerca minuzioso sulla musica tradizionale siciliana. Si sa, infatti, che fra Sicilia e Puglia c’è una connessione non solo linguistica ma anche sentimentale che rende le due regioni, sia pure non confinanti, profondamente simili: il discorso vale ancora di più, in particolare, per il Leccese e il Catanese. A questa similitudine, presumibilmente la cantautrice si rifarà per lasciare la sua impronta all’appuntamento più importante dell’intera proposta culturale pugliese. Al quale la Consoli non è nuova: è stata, infatti, fra gli ospiti del


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CULTURA

musica

maestro concertatore Ambrogio Sparagna proprio dieci anni fa, nell’edizione che vide anche la partecipazione di Lucio Dalla e dei Buena Vista Social Club. Due i brani a lei affidati: “Aremu Rindineddha” in grico e “Sia benedettu ci fice lu mundu” in duetto con Alessia Tondo. «Non mi entusiasma chi sceglie la Taranta per fini commerciali. Cerco contaminazioni – ha spiegato la Consoli, che a Melpignano dirigerà e canterà – nel senso federiciano del termine dove culture diverse si incontrano, dialogano e tirano fuori qualcosa

di nuovo che riguarda prima di tutto il cuore e la passione. Quando mi chiedono cosa porterò di nuovo alla Taranta rispondo: nulla rispetto a ciò che è stato già fatto nel Salento nel corso degli anni. Ho attinto a piene mani dal repertorio del primissimo Canzoniere Grecanico Salentino e ho trovato tecno, rock, elettronica, di tutto. La preoccupazione della Taranta oggi non deve essere l’innovazione e la contaminazione nel senso dei suoni ma contaminazione tra le sensibilità». Classe 1974, timbro vocale inconfondi-

PH: FONDAZIONE NOTTE DELLA TARANTA

PH: FONDAZIONE NOTTE DELLA TARANTA

LA CONSOLI ERA GIÀ STATA ALLA NOTTE DELLA TARANTA 10 ANNI FA, INVITATA DA AMBROGIO SPARAGNA

bile, talento rock cristallino, la Consoli è un’artista da record: è stata la prima artista a calcare il palco dello Stadio Olimpico di Roma, l’unica italiana a partecipare in Etiopia alle celebrazioni

DANIELE DURANTE CON LUIGI CHIRIATTI ALLA DIREZIONE ARTISTICA DELLA FONDAZIONE NOTTE DELLA TARANTA La Consoli non è l’unica novità di questa edizione 2016 della Notte della Taranta. Daniele Durante, musicista, docente di etnomusicologia del Conservatorio di Lecce e fondatore insieme a Rina Durante nel 1975 del Canzoniere Grecanico Salentino, è il nuovo direttore artistico che affiancherà Luigi Chiriatti nel cda della Fondazione. Ai due è stato affidato il compito di elaborare il progetto artistico-culturale relativo alla scelta degli spettacoli che formeranno il Festival itinerante e il Concertone di Melpignano 2016. DANIELE DURANTE AND LUIGI CHIRIATTI WILL BE THE ART DIRECTORS Carmen Consoli is not the only novelty of this year’s “Notte della Taranta”. Daniele Durante and Luigi Chiriatti will be the new art directors.

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CULTURA

PH: FONDAZIONE NOTTE DELLA TARANTA

musica

dell’anniversario della scomparsa di Bob Marley ed è stata la prima donna nella lunga storia del Club Tenco a vincere la Targa Tenco come miglior album dell’anno con “Elettra”. A questa collezione ora si aggiunge anche l’essere la prima “maestra concertatrice” della Notte della Taranta, lei che ha fondato una sua etichetta, si è ispirata a Verga e alla mitologia, ha portato nelle sue canzoni anche l’arabo e il francese. Fra i suoi brani più celebri,

CARMEN CONSOLI AT THE NIGHT OF TARANTA: A MEMORABLE EVENT FOR THE FIRST TIME, A WOMAN WILL BE THE MUSIC DIRECTOR IN THE MOST AWAITED EVENT The event is 19 years old and, for the first time, its music director will be a woman, Carmen Consoli. She will be the responsible for the big final concert, scheduled on 27th August, in Melpignano. At her side, there will be a cast of all-female guests. While most people were waiting for a foreign director, the Foundation “Notte della Taranta” has surprised everyone. They have relied on a Mediterranean, young woman, with a strong personality. For a long time, Carmen Consoli has been carrying out a thorough

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“Amore di plastica”, “Confusa e felice”, “L’ultimo bacio”, “Parole di burro”. Del 2015 è il suo ultimo album “L’abitudine di tornare” e il video del singolo che ha dato il titolo al disco è stato girato al Castello di Martano, per la regia di Fernando Luceri. La curiosità dei fan ormai si è accesa per questa Notte in rosa, che, particolare tutt’altro che secondario, sarà dedicata a Rina Durante.

research on Sicily traditional music. There is a deep connection between Sicily and Apulia, – not only linguistic but also emotional – that makes the two regions very similar. The singer will probably refer to this similarity to stamp her mark on the most important event of the whole Apulian cultural proposal. «Those who choose Taranta for commercial purposes do not excite me. I look for influences, – Consoli has explained – in the sense of different cultures that meet, interact and do something new that is primarily about the heart and passion. I will not do anything new compared to what has been done in Salento over the past years. We should look for influences among different sensitivities». At this point, the curiosity of fans arises.


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LE DUNE GROUP

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Svegliarsi a un passo dal mare… Tra gusto che è eccellenza, relax che è emozione, Le Dune Group che è qualità

Per il viaggiatore appassionato d’arte, per chi ha solo voglia di lasciare l’auto e sdraiarsi in spiaggia o rifugiarsi in un centro benessere, per il turista sportivo e il gourmet esigente, la destinazione perfetta è Porto Cesareo, sulla costa jonica salentina, tra Punta Prosciutto e Torre Inserraglio. Un’area marina protetta lunga trentadue chilometri che vede alternarsi spiagge con alte dune ricoperte di macchia mediterranea, boschi di pino d’Aleppo, scogli bassi e calette, grotte e tante torri costiere. L’indirizzo ideale è Le Dune Group, un microcosmo con tante anime gestito dalla famiglia Grandioso che, da più di vent’anni, promuove un turismo

di qualità. Per le giornate al mare c’è lo storico Lido Le Dune: sabbia dorata e acqua cristallina, bar con terrazza panoramica e appuntamento al tramonto per un aperitivo accompagnato da dj-set con ottima selezione musicale. Gli amanti della buona cucina possono pranzare nel Lido Beach Grill, tavola calda a buffet con primi piatti freschi, grigliate di pesce e di carne e ricette della cucina salentina o nel nuovo ristorante AQUA Le Dune, direttamente sulla spiaggia. Assicurato un viaggio emozionale tra i sapori della gustosa cucina mediterranea del giovane chef tarantino Cosimo Russo, a base di pesce fresco,

ortaggi di stagione e prodotti del territorio, accompagnata da vini eccellenti. Piatti leggeri e colorati, come la crema cotta di ricci, tartare di canocchie, lime e prezzemolo e il riso Carnaroli di Sibari mantecato al limone verde con anemoni croccanti e crudo di gamberi viola di Gallipoli. E poi c’è il giardino per cene en plein air e piacevoli conversazioni al chiaro di luna. Proprio di fronte, a pochi metri dalla spiaggia, sorge Le Dune Suite Hotel, un albergo bello e comodo con 48 camere: arredi naturali, colori tenui, atmosfera rilassante e servizi personalizzati. Ampi spazi esterni, vetrate e vedute panoramiche, mentre la


LE DUNE GROUP www.duneportocesareo.it RISTORANTE AQUA LE DUNE Strada dei Bacini 89, Porto Cesareo - tel. +39 0833 560660 - www.aquaportocesareo.it LE DUNE SUITE HOTEL Strada dei Bacini 72, Porto Cesareo - tel. +39 0833.565355 - www.ledunesuitehotel.it TABÙ BEACH via dei Bacini - loc. L’Approdo, Porto Cesareo – tel. + 39 0833.560339 - www.tabubeach.it

notte il relax è garantito nelle accoglienti camere Superior e Deluxe e nella suite con vasca idromassaggio. È il posto perfetto per le famiglie con bambini, con servizi di qualità e animazione discreta. Sul terrazzo Blu Sky – con solarium, American bar e piscina – l’aperitivo al tramonto è suggestivo, mentre nelle serate estive diviene location affascinante per eventi sotto le stelle. Le giornate qui scorrono in totale relax e soddisfano ogni tipo di viaggiatore tra passeggiate sulla battigia, immersioni alla scoperta del mondo sottomarino, giri in barca per scoprire isolette, grotte, insenature e calette. E ancora trekking o bici tra

gli ulivi secolari o i vigneti di negroamaro, visite ai vicini borghi ricchi di arte e cultura, come Copertino, Galatina e Nardò. Per prendersi cura di sè, cancellare dal viso i segni di stanchezza e alleggerire il corpo dallo stress si va nell’intima BeautyLife Spa: il percorso parte dalla vasca riscaldata con idromassaggio e prosegue con la sauna a 75 gradi, quindi la doccia aromaterapica e la cascata di ghiaccio e poi il piacevole bagno di vapore nell’hammam con cromoterapia e aromaterapia.Un efficace programma di benessere e bellezza è “Pronte per l’Estate” studiato per preparare il corpo all’arrivo della stagione estiva, a un prezzo speciale.

Per il viaggiatore che ama i luoghi minimal, ma al tempo stesso eleganti, il Tabù Fashion Beach è l’ideale: bella la spiaggia di sabbia finissima, dominata da Torre Chianca, magico l’aperitivo al tramonto. Il ristorante, aperto a pranzo e a cena, offre una cucina fresca e colorata, con un ampio menu à la carte. Da maggio a ottobre c’è la possibilità di dormire a dieci metri dall’acqua: il piccolo Hotel Tabù*** dispone di dieci camere, ampliate e ristrutturate di recente, con arredi in stile moderno e vista mare. Le Dune Group è anche location ideale per gli sposi che vogliono rendere magico il loro matrimonio. Si può scegliere di vivere la cerimonia nuziale con rito civile direttamente sulla spiaggia, addobbata a festa con originalità e romanticismo. Aperto tutto l’anno, offre diverse soluzioni agli sposi: il Ristorante AQUA in spiaggia, il Ristorante Giardino, il Ristorante in Hotel e la suggestiva piscina con vista panoramica sul mare.Infine,il servizio Meeting&Conference. A disposizione 5 sale, modulabili in base alle esigenze del clientee numerosi servizi a supporto di convegni e congressi. Le Dune Group vuole offrire alle aziende un modo estremamente efficace e innovativo per intrattenere, incentivare e formare i collaboratori, attraverso prodotti e attività esclusive. 88 89


LE DUNE GROUP

strutture ricettive

WAKING UP A STONE’S THROW FROM THE SEA… LE DUNE GROUP IS QUALITY The perfect destination is Porto Cesareo. The perfect address is Le Dune Group. For the days on the beach, there is Lido Le Dune, with its golden sand and crystal clear water. Gourmets may have lunch at Lido Beach Grill or at the new AQUA Le Dune restaurant. Here, they will enjoy a Mediterranean cuisine offering fresh fish, seasonal vegetables and local products, accompanied by excellent wines. Then, there is the garden, for dinners and conversations in the moonlight. Le Dune Suite Hotel, with its relaxing atmosphere, is

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the perfect place for families with children. Days pass through walks on the beach, diving to discover the underwater world, boat trips, trekking or going cycling through century-old olive trees or the neighbouring villages. Tabù Fashion Beach is the ideal for travellers loving minimal chic places. From May to October, there is the possibility to sleep ten metres from the sea in the little Hotel Tabù***. Le Dune Group is also the ideal location for those couples who want to make their wedding magical. Last but not least, the Meeting&Conference service offers many services for conferences and congresses.


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CULTURA

cinema

EUROPA E MEDITERRANEO NELL’ESTATE DEI FESTIVAL A SPECCHIA LA XIII EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA DEL REALE. E DA QUEST’ANNO, LA NOVITÀ DI ACAYA CON VIVE LE CINÉMA


di giorgia salicandro/foto bigsur

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the summer 2016 disco night

summer cabaret - 3° edizione 3 settembre MUSIC EVENINGS

9 luglio Giovanni CACIOPPO

10 settembre Serata BIG MAMA

6 agosto PINO e gli ANTICORPI

ROCK - HIP HOP MUSICA POPOLARE

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CULTURA

cinema

Lo spettacolo della luce zenitale di taglio sulla tavola rosso-azzurra di mare e terra è una ragione sufficiente per raggiungere l’estremo lembo del Sud pugliese. È la ragione per cui molti, anche quest’estate, arriveranno da ogni parte d’Europa, richiamati dal “mito” o dalla nostalgia di casa, e altrettanti salentini torneranno ad attraversare le due coste o l’arcipelago dei centri minimi. Ma c’è un Salento ulteriore, in cui perdersi tra immagini di bellezza significa anche avere la possibilità di esplorare una “visione”, il racconto del territorio e delle sue connessioni con il “fuori”. Quel Salento sarà di casa nei festival del cinema che, nel mese di luglio, animeranno due meravigliosi borghi dell’en-

mission, Regione Puglia, Comune di Vernole e Istituto di culture mediterranee, ha tre direttori artistici: lo sceneggiatore e regista Alessandro Valenti, la curatrice d’arte Brizia Minerva e Angelo Laudisa, produttore cinematografico di origine leccese, che vive e lavora a Parigi. Proiezioni di film inediti in Italia, otto lavori in concorso e, come premio, la distribuzione del film. Ma anche tavole rotonde dedicate alla co-produzione italo-francese e tre master class aperte. «L’idea – spiega Alessandro Valenti – è quella di stimolare la nascita di una vera e propria “factory”, che metta insieme produttori italiani e francesi e porti qui le produzioni, con un ritorno in termini occupazionali oltre che di immagine del

DOPO LA GRECIA, PROTAGONISTA DELLA SCORSA EDIZIONE, QUEST’ANNO IL FOCUS È SULL’ALBANIA, DI CUI LA PUGLIA È STATO SEMPRE “UN APPRODO CASALINGO” troterra: Specchia, con la XIII edizione del Festival del cinema del reale, e Acaya, che quest’anno inaugura “Vive le cinéma”, il primo festival di cinema francese nel Salento. Appuntamenti che costituiscono anche, perché no, un laboratorio per un nuovo tipo di turismo culturale con una “dieci giorni” in due tempi dedicata al cinema. Vive le cinéma, in programma dal 13 al 17 luglio al Castello di Acaya e in altri luoghi del paese, vuole essere, più che una semplice rassegna, un ponte attivo con la prima industria cinematografica europea. Il festival, promosso da Apulia Film Com-

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CULTURA

cinema

L’IDEA È QUELLA DI STIMOLARE LA NASCITA DI UNA VERA E PROPRIA FACTORY, CHE METTA INSIEME PRODUTTORI ITALIANI E FRANCESI territorio. Per questo puntiamo ad incontri “operativi”, in cui si tematizzino progetti da poter trasformare in film o serie televisive, in modo da riportare qui gli addetti ai lavori anche in inverno». Quasi senza soluzione di continuità con Acaya, dal 20 al 23 luglio l’appuntamento con il cinema si trasferisce al Castello Risolo di Specchia (e nella piazza antistante) per il Festival del cinema del reale, promosso da Big Sur in collaborazione con le associazioni Officina Visioni e Cinema del reale, con il sostegno di Apulia Film Commission, Unione europea, Comune di Specchia e il patrocinio della Provincia di Lecce. “Voci/Incanti/Tradimenti” è il tema di quest’anno, che trasforma lo schermo cinematografico in superficie specchiante, il mezzo per restituire una visione e una narrazione oltre l’immagine da cartolina del territorio: «Questa è una terra profondamente tradita – commenta il direttore 96 97

artistico, il filmaker Paolo Pisanelli – abbiamo Taranto, la città nera e rossa dell’Ilva, e Brindisi con Cerano, mentre nella Grecìa ci sono chissà quanti veleni interrati nelle campagne, che facilmente dimentichiamo. È importante aprire gli occhi».

Ma gli schermi, a Specchia, sanno essere anche “stargate” capaci di connettere il territorio – meglio: rendere evidenti le connessioni – con il Mediterraneo. Dopo la Grecia, protagonista della scorsa edizione, quest’anno il focus è sull’Alba-


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CULTURA

cinema

nia, di cui la Puglia, commenta Pisanelli, è stato sempre «un approdo casalingo», così come il Paese al di là dell’Adriatico è stato, ed è nuovamente, una dimora “facile” per gli italiani. Nei giorni del festival saranno a Specchia l’artista Adrian Paci e il regista Roland Sejko, co-autori di “Sue proprie mani”, l’istallazione che racconta il cordone Italia-Albania attraverso le lettere dei cittadini italiani ritrovate nell’Archivio di Stato albanese. Mentre a farsi portavoce della ferocia delle migrazioni approderà a Specchia Gianfranco Rosi con il suo “Fuocoammare”, film Orso d’Oro alla Berlinale 2016. Al festival arriva anche la storia del cinema della realtà “in carne e ossa”, con Lorenza Mazzetti, tra gli iniziatori del “Free cinema” inglese. Quella di Cecilia Mangini, altro pilastro del cinema documentario, sarà raccontata dalle immagini della mostra itinerante inaugurata al Bif&st di Bari che, dopo i Cineporti di Foggia e Lecce, giunge nel Basso Salento, nella terra che la Mangini filmò nel memorabile lavoro con Pier Paolo Pasolini, “Stendalì”.

PH: MATTIA MORELLI

PAOLO PISANELLI

EUROPE AND THE MEDITERRANEAN SEA IN THE SUMMER OF FESTIVALS IN SPECCHIA, THE XIII FESTIVAL OF REALITY CINEMA. AND THIS YEAR, THE NOVELTY OF VIVE LE CINÉMA, IN ACAYA The sight of the zenithal light is enough to decide to reach the farthest strip of land of the Southern Apulia. It is the reason why many people will come from all over Europe, even this year. But there is another Salento, in which you may get lost, among images of beauty, exploring the story of the territory and its connections with the “outside.” This is the Salento that will be told during the two Festivals held in July, in two wonderful inland villages: Specchia, with its Festival of Reality Cinema, and Acaya, with “Vive le cinéma”, the first French Film Festival in Salento. The Festival has three art directors: the screenwriter and director,

Alessandro Valenti; the art curator, Brizia Minerva; and the film producer, Angelo Laudisa. «The idea – explains Alessandro Valenti – is the beginning of a real “factory”, bringing Italian and French productions together, with a return in terms of employment and image of the territory». Then, the event moves to Specchia for the Festival of Reality Cinema. “Voices/Enchantments/Betrayals” is this year’s theme, the means chosen to offer a vision and a narration of the territory beyond its postcard image. But screens can also reveal the connections with other Mediterranean countries. After Greece, this year the focus is on Albania. Over the festival in Specchia, various artists will tell the connection between Italy and Albania as well as the cruelty of migration.

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TERRITORIO

otranto

di eleonora leila moscara/foto pierpaolo schiavone

TURISMO LENTO, PRIMA TAPPA A SUD EST La vecchia stazione dei treni rinasce con il progetto di Oikos: mobilità lenta e cittadinanza attiva per scoprire un nuovo modo di intendere il viaggio Un viaggio rappresenta sempre una scoperta, ma anche uno strumento grazie al quale ognuno di noi cerca qualcosa anche in se stesso.Ma avete mai sentito parlare di turismo lento? È una nuova visione di intendere la vacanza, molto diversa dal solito ma soprattutto meno frenetica, motivata dalla ricerca di autenticità, di contatto diretto con le culture e le tradizioni locali. A parlarci di questo nuovo modo di viaggiare è Katia Manca, fondatri-

ce dell’associazione Oikos sostenibile, all’interno della piccola, quanto antica, stazione dei treni di Otranto che oggi è stata riportata in vita grazie ad un progetto denominato “Stazione a SudEst”, vincitore del bando “Mente Locale” ideato per la promozione del riuso dei beni immobili a servizio del trasporto pubblico locale, promosso dall’assessorato alle Infrastrutture strategiche e Mobilità della Regione Puglia. Il progetto si propone di sviluppare tre percorsi: turismo culturale,

mobilità lenta e cittadinanza attiva sia fuori che dentro la stazione divenuta meta di “viandanti”: è così, infatti, che vengono definiti i viaggiatori lenti che una volta arrivati ad Otranto a bordo del treno, sistemano le loro cose all’interno degli alloggi ristrutturati e arredati grazie al lavoro di Oikos, gli stessi alloggi che 40 anni fa erano riservati al riposo di macchinisti, capistazione e fuochisti in occasione dei turni notturni o delle trasferte. Raggiungere le destinazioni di 100 101


TERRITORIO

otranto

LA STRUTTURA È STATA CERTIFICATA COME LABORATORIO URBANO E DARÀ VITA AL LIBRO “SALENTO, MOVIMENTO LENTO” CHE RACCOGLIERÀ LE TESTIMONIANZE PIÙ EMOZIONANTI vacanza con mezzi di trasporto diversi dall’aereo e dall’automobile, lasciare l’auto ferma e muoversi con il treno, la bicicletta, a piedi o a cavallo sanciscono una delle prime regole del turismo lento ossia, la sostenibilità e dunque il rispetto per l’ambiente. Ma se ci pensate bene è anche un modo per liberarsi dall’inquinamento tutto mentale del primo stress da viaggio che comportano proprio gli spostamenti e dunque la guida, il rifornimento, il parcheggio e molto altro. «La comodità, nel turismo lento, è nell’animo più che nel fisico, ci si libera dai soliti meccanismi, quelli che troppo spesso ci sembrano inevitabili e che senza i quali invece, viviamo benissimo. Portiamo i nostri visitatori – racconta Katia – a rallentare e a relazionarsi con il territorio e con chi lo vive per conoscere cultura, persone e gusti che non gli appartengono o che desiderano ritrovare con attività che invitano a un ritmo di vita meno frenetico». I viandanti possono contattare l’associazione tramite i social, alloggiare nell’appartamento condividendo gli spazi comuni come la cucina e il soggiorno, scegliere i loro percorsi e tracciare il cammino. I racconti verranno poi raccolti 102 103

STAZIONEASUDEST.IT Ad oggi Stazione a Sud Est è l’unico progetto in provincia di Lecce a promuovere ospitalità sostenibile e turismo culturale all’interno di uno spazio pubblico gestito da un’associazione. Di seguito le principali iniziative: fino a ottobre Salento in Movimento lento prevede otto percorsi tra terra e mare; da giugno, grazie a Bike Station Net, è attiva la prima rete di mobilità sostenibile dal basso: le bici urbane saranno in condivisione tra gli spazi attivi delle Terre di Puglia. A luglio prende vita il progetto Secret Station, appuntamento con la musica, l’arte e la convivialità. Ad agosto in stampa il secondo numero di Su Rotaie il periodico, distribuito in stazione, per uno stile di vita sostenibile nel quale verranno raccontate anche le esperienze vissute in occasione del progetto complessivo. Stazioneasudest.it To date, Stazione a Sud Est is the only project in the province of Lecce promoting sustainable and cultural tourism in a public space run by an association. There are many initiatives scheduled until October: Salento in Movimento, Bike Station Net, Secret Station and, in August, the second issue of Su Rotaie will be released.



TERRITORIO

otranto

I VIAGGIATORI SI SISTEMANO NEGLI STESSI ALLOGGI CHE 40 ANNI FA ERANO RISERVATI AL RIPOSO DI MACCHINISTI, CAPISTAZIONE E FUOCHISTI in un libro che sarà edito da Kurumuny, tutto questo grazie al secondo bando vinto dal progetto di Oikos, intitolato “Mettici le mani”. La struttura è stata certificata come laboratorio urbano e darà vita al libro “Salento, movimento lento” che raccoglierà le testimonianze più emozionanti. I componenti dell’asso-

ciazione, grazie a questo secondo bando, hanno dato vita anche alla rivista gratuita “Su rotaie”, distribuita sui treni e curano residenze artistiche, eventi diffusi, escursioni, percorsi e laboratori per bambini. «Percorrere a passo lento strette e antiche strade significa riappropriarsi di ogni loro più densa e nascosta sfumatura – spiega

l’ideatrice del progetto –. Il cammino lento ti permette di imparare a custodire il senso dei luoghi. Di dedicare il giusto tempo ad ogni cosa. La lentezza dell’osservazione permette al viandante di entrare in connessione con il territorio, prendendosi tutto il tempo per conoscerlo in maniera autentica, rispettarlo, tutelarlo e amarlo».

SLOW TOURISM IN OTRANTO, THE OLD RAILWAY STATION REVIVES A travel is always a discover. Slow mobility and active citizenship are the main features of this new way of travelling, aimed at getting in touch with local cultures and traditions. Katia Manca, the founder of Oikos, tells us about slow mobility. The project title is “Stazione a SudEst” and it intends to develop cultural tourism, slow mobility, and active citizenship, inside and outside the station. Once “wayfarers” have reached Otranto by train, they put their things into the apartments that have been renovated by Oikos – the same apartments used by drivers, stationmasters, and firemen to rest 40 years ago. Trains, bikes, feet, and horses are the means of transportation par excellence, as they allow a sustainable tourism and environment protection. «We make our visitors – tells Katia – slow down and relate to local people and to their culture». Wayfarers can stay in the apartment sharing common spaces and choosing their own routes. Their tales will be collected in the book “Mettici le mani”. The most exciting experiences will be collected in the book “Salento, movimento lento” while the magazine “Su rotaie” will gather events, routes, and other interesting information.

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per il territorio salentino, si muove con l’efficienza e la professionalità di sempre anche in questo segmento dando, attraverso la sicurezza, più valore all’ospitalità. «Si tratta di un prodotto flessibile studiato per le specifiche esigenze assicurative delle strutture ricettive – spiegano i fratelli Silvia e Dario Carofalo che aggiungono – “Soggiorno Reale” è modulabile nell’offerta e si rivolge a tutti i tipi e dimensioni


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Mutua ha creato un piano di tutela globale che copre 5 diverse fasce di intervento. INCENDIO Indennizza i danni provocati da fuoco, spargimenti di acqua, fumo, urto di veicoli ed eventi sociopolitici e atmosferici, anche durante il periodo di chiusura. ELETTRONICA ​Protegge dai danni materiali e diretti a dati, software e archivi. Rimborsa anche le spese documentate per riparazioni provvisorie, rimozione, deposito e ricollocazione delle apparecchiature elettroniche illese e gli onorari di competenza del perito. FURTO Offre un indennizzo dei danni materiali e diretti subiti dalla struttura (anche nei periodi di chiusura) e dai clienti per furto e scippo di valori e gioielli personali.

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ECONOMIA

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BTM Puglia Un cantiere di idee sempre in movimento Dopo l’evento di febbraio, tutti i protagonisti del BTM Puglia sono tornati a riunirsi per fare il punto della situazione e per definire le linee guida dell’edizione 2017


redazione/

La macchina organizzativa del BTM, il Business Toursim Management, non si ferma mai. E dopo l’evento che a febbraio ha riunito a Lecce, nelle sale dell’ex Convento dei Teatini, operatori, amministratori, privati ed esperti del settore, un altro appuntamento ha scandito la sua marcia partita da tempo per ridefinire, con il supporto di tutti, il profilo dell’accoglienza e del turismo in Puglia in generale, e nel Salento in particolare. Tutti i protagonisti che a febbraio hanno preso parte all’appuntamento con la fiera leccese per eccellenza dedicata, appunto, al turismo, si sono ritrovati, due mesi

dopo, per monitorare i progressi e le evoluzioni post BTM. Il meeting, organizzato per fare il punto della situazione, ha offerto spunti nuovi e interessanti per definire le linee guida dell’edizione 2017. Il BTM Puglia, che porta la firma dell’agenzia Password AD, e che rientra nel più ampio progetto “365 giorni in Puglia”, è come un cantiere di idee aperto tutto l’anno. Un “contenitore” di proposte e suggerimenti nel quale domanda e offerta si incontrano dando vita a nuove iniziative finalizzate alla crescita di un segmento che, nonostante i numeri incoraggianti degli ultimi anni, ha bisogno di ulteriore

attenzione da parte degli addetti ai lavori. La tavola rotonda è stata organizzata nelle Officine Cantelmo. Si è partiti da un dato certo, ovvero dalle 10 mila presenze registrate a febbraio ai Teatini. Tra criticità e successi, è emersa la volontà ma soprattutto la necessità di fare sistema per dare il giusto risalto al comparto turistico, segmento di innegabile importanza per l’economia del territorio. Tra i relatori anche Rocky Malatesta, di Pugliapromozione ed il prof. Cosimo Curto, di Arfotur. «Una delle problematiche più evidenti – hanno detto – è quella dei collegamenti a cui, spesso, si accompagna quella dell’improvvisazione. Alla base dell’accoglienza ci deve essere la formazione ed una tendenza al marketing fatta con una certa competenza. Lacune che, con la collaborazione di tutti, possono essere colmate». La parola chiave, dunque, è “sinergia”. Con un lavoro a più mani si

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ECONOMIA

work in progress

possono ottenere risultati di rilievo. Se c’è un clima di fiducia, è stato più volto ribadito durante il dibattito, il percorso diventa decisamente più fluido. C’è sempre tanto fermento. La passione non manca così come non manca il desiderio di spiccare il volo una volta per tutte. I dati sui flussi turistici, in particolare quelli registrati negli ultimi due anni, confermano un trend in costante crescita e disegnano un profilo del Salento e della Puglia in generale, che sembra piacere tanto. E non solo durante la canonica stagione estiva. E sulla tanto ambita destagionalizzazione tutti sembrano essere d’accordo: un lavoro congiunto e condiviso fra gli attori del territorio può dare risultati eccellenti.

All’appuntamento ha preso parte, tra gli altri, l’assessore all’Innovazione Tecnologia del Comune di Lecce, Alessandro Delli Noci, che ha sottolineato l’importanza di creare un mix tra turismo e tecnologia. «Un binomio perfetto – ha commentato – per dare il giusto slancio». Obiettivi comuni, strumenti condivisi e la determinazione per crescere e mantenere la competitività, non sono che alcuni degli argomenti affrontati nel corso dell’incontro che ha preso le mosse da un dato significativo: il riconoscimento per la città di Lecce arrivato dalla redazione di “Lonely Planet”, la nota casa editrice australiana che ha inserito proprio il capoluogo salentino nella top ten mondiale delle città da visitare. Tutto questo

BTM PUGLIA AFTER FEBRUARY EVENT, ALL BTM PUGLIA STAKEHOLDERS HAVE MET TO DEFINE THE GUIDELINES OF BTM PUGLIA 2017 The Business Tourism Management never stops. And after February event, all the stakeholders have met to monitor progress. The meeting has offered new and interesting ideas to define guidelines for 2017. BTM Puglia is a melting pot of ideas that is open all year round. A “mine” of proposals and suggestions, where supply and demand meet. The round table has been organized at Officine Cantelmo. The starting point has been the number of visitors (10 thousand) recorded at BTM, in February. It has emerged the desire to create a network, able to give proper emphasis to tourism. Among the speakers, there has been Rocky Malatesta, from Pugliapromozione, and prof. Cosimo Curto, from Arfotur. «One of the

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conferma la propensione naturale all’ospitalità del tacco d’Italia che, sfruttata sapientemente dagli operatori del settore, potrebbe fare la differenza. Mare, arte, cultura, tradizioni, enogastronomia ma anche bellezze naturali e architettoniche sono sempre più apprezzate. Se a ciò si aggiunge un approccio più consapevole da parte di tutti gli attori chiamati in causa nel lavoro di promozione, l’obiettivo “destagionalizzazione” non è poi così lontano. E di questo ne è fermamente convinto Nevio D’Arpa, amministratore dell’agenzia Password AD: «Il Business Tourism Management è un’occasione per fornire uno sguardo a 360 gradi su tutte le declinazioni oggi possibili del brand Salento – ha detto a margine del meeting –. Ma è principalmente un’occasione per comprendere più a fondo le nuove strategie commerciali da adottare come, per esempio, il digital marketing ed i social media, sempre più utilizzati dai turisti. Il nostro lavoro consiste nell’acquisire le esperienze che il confronto ci offre e affrontare con nuove consapevolezze il BTM Puglia 2017».

most evident problems – they say – is the lack of connections, often combined with unpreparedness. These are gaps that can be filled, with the cooperation of everyone». Passion does not run short. Data on tourist flows show a steady growth. This means that tourists like Salento. Not only in summer. The Councillor, Alessandro Delli Noci, has highlighted the importance of a mix between tourism and technology. Common objectives, shared tools and determination are just some of the topics addressed. The sea, art, culture, traditions, food and wine, but also natural and architectural beauties are more and more appreciated. Adding a more conscious approach, it is possible to bring tourists in Salento during the whole year. The administrator of Password AD, Nevio D’Arpa says, «BTM is an opportunity to give an all-round glance at all the possible facets of Salento. But it is primarily a way to acquire a new awareness».


Una pedana di legno poggiata sugli scogli come un palco sul mare, una comoda discesa a mare grazie atre scalette, lettini, ombrelloni, doccia, servizio diving. Bar con ristorazione genuina a km zero, ricci appena pescati e suggestivi aperitivi al tramonto. Vini delle migliori cantine, cocktail, birre artigianali e straniere (anche belghe e della repubblica ceca), centrifugati di frutta fresca e anche Ubuntu Cola, la cola che aiuta l’Africa. PRENOTAZIONE ONLINE - AMPIO PARCHEGGIO GRATUITO

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CUCINA

preLiBatezze


di fiorella perrone/foto pierpaolo schiavone

LA MISTICA DEL RICCIO E IL CRUDO DI MARE

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CUCINA

preLiBatezze

PER GLI INTEGRALISTI I RICCI SI MANGIANO SOLO SUGLI SCOGLI O IN BARCA, APPENA PESCATI E APERTI CON FORBICI O COLTELLO A partire dai primi scorci di primavera e fino alla fine di aprile, c’è in Puglia un imperdibile appuntamento gastronomico, impazientemente atteso nei mesi invernali, quello con i ricci di mare. Tra i più prelibati prodotti offerti dal nostro mare, i ricci contano un altissimo numero di appassionati. Che si gustino direttamente dal loro guscio acuminato con l’aiuto di un cucchiaino o del pane (nel tarantino anche con una conchiglia), sui crostini, su un piatto di linguine o nelle più moderne rivisitazioni con purea di legumi (ma qui i tradizionalisti storcono il naso), sono gli indiscussi protagonisti dei primi mesi dell’anno. Tradizione vuole che si assaporino al meglio “nei mesi con la erre”, febbraio-marzo-aprile. In maggio e giugno il fermo biologico ne vieta il consumo. Non c’è profilo di social network su cui, al meno timido raggio di sole, non compaia la foto di un vassoio carico di ricci, il mare sullo sfondo e un calice di vino bianco imperlato dal tepore della dolce stagione. Oggi, si sa, l’esperienza culinaria va condivisa. I ricci, poi, sono perfetti da immortalare. I colori accesi delle cinque gonadi che racchiudono le gustose uova, dal giallo ocra al rosso intenso, incorniciati

dal nero delle spine e incastonati nell’interno madreperlaceo, ne fanno un’opera d’arte, un frutto del mare esteticamente straordinario e superlativo al gusto, con la dolcezza e sapidità marina che lo contraddistinguono. Tra gli appassionati possono distinguersi, scherzosamente ma non troppo, diverse tipologie. Una sorta di “fenomenologia del mangiatore di ricci”, che potrebbe essere ridotta a tre categorie, con precise norme legate alla degustazione di sua maestà il riccio. A ciascuna, prestandosi a un gioco di rappresentazioni in cui molti si riconosceranno, la sommelier Francesca Pagano abbina il giusto accompagnamento alcoolico.

INTEGRALISTI Il termine basta a definirli, sono i più categorici. Per gli integralisti i ricci si mangiano solo sugli scogli o in barca, appena pescati e aperti con forbici o coltello (nessun attrezzo più moderno è consentito) partendo dalla “Lanterna di Aristotele”, l’organo piramidale per l’alimentazione posto nella parte inferiore. Per raccogliere le uova e portarle alla bocca si usano le dita, indice e medio a mo’ di bacchette. È escluso qualunque altro tipo di consumo. Usarli come condimento è reato. Regole

così spartane non ingannino, l’integralista è un gourmand ricercato cui si abbinano le bollicine, metodo classico.

PROGRESSISTI Simili agli integralisti, accettano di allontanarsi di qualche metro dalla riva del mare, a patto però che la sua vista e brezza li lambiscano. Gustano i ricci “a cinquantine”, in vassoi di plastica su tavoli di plastica gettando i gusci in un cesto posto all’uopo, rigorosamente accompagnati da mortadella e provola piccante, nelle numerose locande diffuse tra Jonio e Adriatico. Per loro un abbinamento non scontato: la birra (ad esempio la Morgose, del birrificio Birranova di Tiggianello, ottenuta con acqua marina dell’Adriatico pugliese).

RELATIVISTI Adorano i ricci e non possono resistere al desiderio di mangiarli in qualunque forma e luogo, foss’anche all’Idroscalo di Milano. Non disdegnano nessuna pietanza che li contenga, ne fanno scorpacciate con la pasta, acquistano la polpa in barattolo, e pazienza se rinunciano al rito ma il gusto li appaga e li riporta al mare. Abbinamento: un calice di rosato. 114 115


CUCINA

preLiBatezze SPAGHETTI CON POLPA DI RICCI DI FLAVIO PEDACI (DON FAUSTO-VERNOLE) In una larga padella scaldare olio evo aromatizzato con aglio. A fiamma spenta unire un cucchiaio di polpa di ricci e lasciar riposare durante il tempo di cottura della pasta. Scolare gli spaghetti al dente, versarli nella padella e mantecarli aggiungendo altra polpa e saltando energicamente a fiamma moderata. Servire guarnendo con prezzemolo tritato e altra polpa di ricci. SPAGHETTI WITH SEA URCHIN FLESH BY FLAVIO PEDACI (DON FAUSTO VERNOLE) In a large saucepan, heat extra-virgin olive oil with garlic. Join a spoon of sea urchin flesh and let it rest during the cooking time of pasta. Drain spaghetti on the hard side; pour them into the saucepan and cream adding sea urchin flesh (on a gentle heat). Serve with chopped parsley and additional sea urchin flesh.

THE MYSTIQUE OF SEA URCHINS AND RAW SEAFOOD From the early glimpses of spring until the end of April, there is a gastronomic event in Apulia that can’t be missed: the one with sea urchins. Among the most delicious products offered by our sea, sea urchins count a large number of fans. You may taste them directly from their shell, on croutons or in more modern versions. They are the undisputed protagonists of the early months of the year. In summer, there is no social network profile without a picture with a tray of sea urchins. Their colours are perfect. Their bright gonads, framed by their black spines, make

them a work of art, with a superlative taste. According to a sommelier, Francesca Pagano, three categories of supporters can be distinguished. She has paired the right drink to each category. The integralist: they eat sea urchins on the rocks or on the boat. Using them as a condiment is compared to a crime.

Pairing: sparkling wines. The progressive: they accept to eat sea urchins a few metres away from the coast, strictly accompanied by bologna and spicy provola cheese. Pairing: beers. The relativist: they love sea urchins and eat them in any form and everywhere. Pairing: rosĂŠ wines.


PIÙ RECENTE LA PASSIONE PER IL CRUDO TOUT-COURT, CHE INVECE NEL BARESE CONOSCE UNA LUNGA E GLORIOSA TRADIZIONE Se il riccio è il re della primavera, i frutti di mare lo sono tutto l’anno. Una prelibatezza che, gustata cruda, appaga da secoli le fortunate genti del mar Mediterraneo. Ciascuno ha la sua classifica. Chi, apparentandosi ai cugini francesi, mette indiscutibilmente al primo posto le pregiate ostriche. Chi, al contrario, assegna il primato alla più comune cozza nera (la quale merita un approfondimento a parte). La cronaca politica ha di recente reso nota al grande pubblico la cozza pelosa, la cui bontà è ampiamente apprezzata da generazioni di pugliesi. E poi noci, fasolari, piedi di capra (nome scientifico Arca Noae, arca di Noè), questi ultimi misteriosamente ignoti ai consumatori di alcune regioni costiere italiane, di cui non si svelerà la geolocalizzazione per impedire razzie incontrollate. Più recente la passione per il crudo toutcourt, che invece nel barese conosce una lunga e gloriosa tradizione. Non c’è menu di ristorante o trattoria di mare che oggi non preveda tra i propri antipasti un ricco assortimento di crudo di mare: gamberi, scampi, triglie, orate, ricciole…

Sara Latagliata (di “Nobili Pasticci”, chef al Primo Restaurant), ama i prodotti di Puglia, tra i quali non fanno eccezione i prelibati pesci, crostacei, molluschi offerti dal nostro mare. Tra i suoi piatti, un entrée dal nome “Il rosso gallipolino”: base pasticciotto, burrata e gambero rosso crudo in cima. Km zero, quindi, e un chiaro richiamo alla tradizione, ma con una sorta di “sovvertimento delle regole”, come nello Scrigno del Mar Mediterraneo, dove la cima di rapa, di norma utilizzata nei primi, diventa in crema la base per un pane di Altamura che si trasforma in cannolo, a ricordare lo scoglio in un fondale marino, che ospita filetti di triglia, gamberi e scampi, crudi e delicatamente conditi. Impiattato in maniera sempre diversa perché come il mare è sempre in movimento. Crudo (freschissimo e abbattuto), perché il pesce non ha bisogno di grandi passaggi, meno ce ne sono e meglio è. Basta un’emulsione di olio, limone e sale per condirlo e assaporarne al meglio la consistenza, la freschezza, il profumo del mare.

Seafood is the king of the sea over all the year. Among Sara Latagliata’s dishes (she is a chef at Primo Restaurant), there are “Il rosso gallipolino” (a clear reference to the red shrimp from Gallipoli) and the “Mediterranean Sea Treasure Chest”, with turnips, Altamura bread and fish. Raw fish does not need much handling. An emulsion of oil, lemon and salt is enough to appreciate its taste and smell to the best.

SARA LATAGLIATA, CHEF AL PRIMO RESTAURANT

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POGGIARDO

sistema museaLe

Un sistema museale che apre le porte alla destagionalizzazione Le nuove frontiere del turismo partono dai beni archeologici. Il sistema museale di Vaste e Poggiardo apre la strada ad un nuovo concetto di viaggio.

Puntare sulla cultura e sulle emozioni che il passato continua ad esercitare sulle nuove generazioni. È, questo, uno degli obiettivi del sindaco di Poggiardo, Giuseppe Colafati, riconfermato alla guida del comune salentino nella scorsa tornata elettorale. Partendo da un’offerta turistica varia e dettagliata, forte di un’organizzazione che coinvolga anche i comuni vicini, e non solo quelli rivieraschi, l’obiettivo è presto centrato. Con il Piano d’area siglato a dicembre, sette amministrazioni salentine ovvero Poggiardo (Comune capofila), Castro,

Diso, Andrano, Santa Cesarea, Spongano e Ortelle si muoveranno nella stessa direzione, nel rispetto delle singole esigenze, non solo per intercettare i fondi europei per organizzare i trasporti, per esempio, ma anche per mettere insieme le bellezze del mare e della costa con quelle dell’entroterra, valorizzando i centri storici, la gastronomia ed il manifatturiero. «Il Piano d’area – afferma Colafati – è lo strumento più adatto per avviare una progettazione integrata che favorisca le sinergie dei comuni coinvolti in modo tale da reperire i finanziamenti regionali

2014-2020 e sfruttare le stesse possibilità offerte anche a livello comunitario e nazionale. Una volta sbloccato l’accesso a questi fondi – conclude – ci muoveremo per ottimizzare l’impiego delle risorse economiche disponibili e quindi procederemo alla programmazione degli interventi». Inutile sottolineare che, fra gli altri obiettivi, il percorso intrapreso da Poggiardo insieme alle altre amministrazioni, punta dritto alla destagionalizzazione non solo con progetti finalizzati alla rigenerazione territoriale della costa, alla gestione dei siti naturali protetti ma anche e soprat-


SISTEMA MUSEALE VASTE | POGGIARDO tel. 800 55 11 55 - www.sistemamusealevastepoggiardo.it - info@sistemamusealevastepoggiardo.it

VASTE AND POGGIARDO’S MUSEUM NETWORK OPENS TO ALL-YEAR-ROUND TOURIST SEASON

GIUSEPPE COLAFATI, SINDACO DI POGGIARDO

tutto alla gestione dei sistemi di mobilità (vero nodo da sciogliere per far decollare definitivamente la filiera del turismo). Da parte sua, Poggiardo, con il Sistema Museale che comprende anche Vaste, può “lavorare tutto l’anno”. Istituito quattro anni fa, rappresa un’importante realtà non solo a livello locale, ma anche nazionale con la sua offerta museale complessa e all’avanguardia. «I turisti conoscono questa chicca – sottolinea il sindaco – e sono consapevoli della sua unicità. A fare la differenza con gli altri sistemi museali è la varietà di risorse

One of the aims of the Mayor of Poggiardo, Giuseppe Colafati, is focusing on culture and on the emotions that the past can give. Starting from a detailed supply and involving the neighbouring municipalities, the objective is soon achieved. Seven municipalities – Poggiardo, Castro, Diso, Andrano, Santa Cesarea, Spongano and Ortelle – will cooperate to benefit from EU funding opportunities, but also to organise transport, and to put together the beauty of the sea with that of the hinterland. «The Area Plan signed in December – says Colafati – is the best tool to start an integrated planning. After having received EU funds, we could proceed with the planning of the interventions». These municipalities aim at hosting incoming tourists throughout the whole year. «Tourists – highlights the Mayor – are aware of this museum network uniqueness. The wide range of its cultural resources makes it different: the Archaeological Museum; the Museum of Byzantines frescoes; the Entrance Gate as well as the Warriors’ Archaeological Park, the rock church and the Educational Arboretum». «The strong point of this network – ends Colafati – is the website www.sistemamusealevastepoggiardo.it, with its online ticket sales service and its extensive gallery of pictures».

culturali messe in campo: il Museo Archeologico ospitato presso il palazzo baronale, custode di oltre trenta anni di ricerche sul territorio; il Museo degli affreschi bizantini della Cripta di S. Maria degli Angeli ospitato in una struttura costruita ad hoc per conservare le pitture del sito originario della Cripta, anch’essa visitabile; il Portale di accesso e il Parco archeologico dei Guerrieri, luogo dell’antica Vaste messapica con le sue mura, le porte di ingresso alla città i luoghi sacri e di sepoltura; la chiesa rupestre dei Ss. Stefani con la sua storia e i suoi affreschi e per finire l’Arboreto

didattico, esperienza naturalistica nata con l’intento di coniugare la conservazione, la conoscenza e la divulgazione delle specie arboree della macchia mediterranea». «Punto di forza di questa realtà intesa come luogo diffuso di conservazione e di produzione di cultura – conclude Colafati – è il sito www.sistemamusealevastepoggiardo.it che, con il servizio di biglietti online, permette all’ospite di scegliere le modalità di visita e soprattutto offre un’ampia galleria di immagini per vivere in anteprima le emozioni legate a questo meraviglioso universo diffuso». 118 119


SALUTE

BioDanza

La danza della vita Creata dallo psichiatra Rolando Toro Araneda negli anni ’60 e diffusa in tutto il mondo, questa metodologia integra musica e spontaneità del movimento Danzare, ma non solo. Camminare, correre, saltare, abbracciare, accarezzare. In senso poetico, la biodanza si può definire la “danza della vita”. E’ un’attività che si svolge in sessioni di gruppo in cui vengono proposte delle sequenze di esercizi che, al ritmo di musiche mirate e selezionate, si caratterizzano per libertà e spontaneità dei movimenti, risvegliando benessere, piacere e fiducia in se stessi. La sua origine risale agli anni ’60, quando lo psichiatra cileno Rolando Toro Araneda lavorava presso l’ospedale psichiatrico dell’Università di Santiago del Cile dove iniziò a sperimentare la pratica della danza nell’ambito delle

terapie psichiatriche, estendendo poi applicazione e ricerca anche negli ambienti extra ospedalieri e strutturando, nel 1966, un modello teorico e una metodologia basate sull’associazione musica-movimento-emozione finalizzata a creare delle risposte psicofisiche ed emotive specifiche e immediate, capaci di apportare notevoli vantaggi in termini di salute e benessere. Negli anni successivi, la biodanza, ulteriormente approfondita e arricchita, divenne materia di un corso di studi e di una cattedra universitaria e la sua pratica, dal Sud America, si diffuse in tutto il mondo. Angela Calabretto, nata ad Alberobello


di mariapaola pinto/foto pierpaolo schiavone

ma leccese di adozione, è insegnante di biodanza secondo il sistema originale di Rolando Toro Araneda, disciplina di cui cura e promuove la conoscenza nel Salento e non solo: le sue sessioni, da Sud a Nord, sono rivolte agli adulti così come ai giovani, grazie anche alla specializzazione conseguita per “l’applicazione della biodanza per bambini e adolescenti”. Cos’è la biodanza? «È un sistema di integrazione affettiva, di rinnovamento organico e di riapprendimento delle funzioni originarie della vita. L’uomo moderno, a causa della vita frenetica che spesso conduce, può

tendere a dissociarsi dal suo corpo, dal suo qui e ora, dal suo sentire profondo, dal suo simile, dalla natura e dal cosmo. La biodanza agisce integrando tutti questi piani dell’essere umano attraverso l’esperienza del corpo, delle emozioni e ritrovando l’unità corporea. Noi viviamo immersi in una cultura che predilige le funzioni razionali e analitiche. La biodanza, invece, propone di vivere prevalentemente l’esperienza del corpo e dell’emotività, il sentire, ed è per questo che questa metodologia si può intendere come un “movimento di vita”». Quali sono i suoi benefici? «Mette in contatto le persone con le

proprie emozioni attraverso l’utilizzo della musica, del movimento corporeo e della “vivencia”, termine spagnolo che definisce l’esperienza interiore vissuta intensamente, nel momento presente. La biodanza integra l’affettività con la motricità, ossia, promuove la sintonia tra sentire e agire; riattiva le forze istintive che hanno come finalità conservare la vita e permettere la sua evoluzione; suscita l’espressione dell’identità. Nelle sessioni di biodanza ognuno è, più che mai, se stesso: rispettato e valorizzato, accettato e amato. Gli stimoli offerti portano a sentire il corpo come fonte di piacere e come potenziale di espressione creativa». A chi è consigliata la pratica di questa disciplina? «La biodanza è consigliata a tutti coloro che vogliono riconnettersi con la propria interiorità e armonizzarsi con l’ambiente circostante, privilegiando il sentire all’agire. Tutti, chi più chi meno, abbiamo qualche volta provato una sen120 121


SALUTE

BioDanza

L’UOMO MODERNO, A CAUSA DELLA VITA FRENETICA CHE SPESSO CONDUCE, PUÒ TENDERE A DISSOCIARSI DAL SUO CORPO, DAL SUO QUI E ORA sazione di squilibrio nei confronti della spontaneità e dell’autenticità del vivere: ciò accade perché, giocoforza, diamo eccessivo spazio alle funzioni intellettive e razionali, a scapito di quelle emotive. La conseguenza di questo squilibrio è il progressivo allontanamento dalla vita, vita intesa nella sua accezione più libera e naturale. Un esempio per tutti? A volte, di fronte a scelte cruciali, o nei periodi di transizione e cambiamento, può capitare di sentirci disorientati, incerti: in queste circostanze, talvolta, prendiamo la decisione più “ragionevole” e meno rischiosa; pochi sono quelli che si lasciano portare dalle proprie affinità

profonde, da una sorta di intuizione e di coerenza con la vita. Il nostro obiettivo è, appunto, trovare questa coerenza. Crediamo che le risposte alle domande che ci pone l’esistenza si trovino scritte

THE DANCE OF LIFE SPREAD ALL OVER THE WORLD, IT COMBINES MUSIC AND SPONTANEITY OF MOVEMENT Dancing, but also walking, running, jumping, hugging, and caressing. This “dance of life” involves groups of people and it is characterized by selected music, freedom, and spontaneity of movements. The result is a pleasant feeling of wellbeing and self-confidence. Its origin dates back to the 60s when the Chilean psychiatrist Rolando Toro Araneda began to use dancing during his psychiatric therapies. In 1966, he created a theoretical model and a methodology based on the combination of music-movementemotion. The aim was improving health conditions and wellbeing. From that moment on, biodanza has become a university subject and has spread all over the world. Angela Calabretto is a biodanza teacher. She promotes the discipline among adults and young people, in Salento and beyond.

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nel profondo di ognuno. Il coraggio di vivere non è altro che la capacità di dare ascolto e di essere fedeli a questo dato interiore, che come una torcia illumina la strada da prendere passo dopo passo».

What is biodanza? «It is a system of human integration, organic renewal and re-education of life original functions. Nowadays, people tend to dissociate themselves from their innermost feelings, because of the frenzied life they lead. Biodanza can act on this». What are its advantages? «It promotes harmony between feeling and acting. During biodanza sessions, everyone is respected, appreciated, and loved. The body becomes the means for a creative expression». To whom is this discipline recommended? «To all those who want to find a coherence among their innermost feelings and their actions. Courage is nothing but the ability to be faithful to ourselves».


Summer of love Anna Valentini Concetto di Bellezza

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ANNA VALENTINI

HeaLtH & Beauty

Capelli perfetti, anche d’estate Per chiome sane e lucide, a prova di sole, arriva Méthode Soleil, la linea solare studiata da La Biosthétique Paris


ANNA VALENTINI via Imbriani 36, Lecce tel. +39 0832 389063 - www.annavalentini.com - annaeanna@live.com

In estate anche i capelli devono essere protetti dal sole, dalla salsedine e dal cloro. Ad essi va rivolta la stessa cura e dedizione che mettiamo nel proteggere viso e corpo soprattutto durante questo periodo dell’anno in cui siamo più esposti ai raggi solari. Usando i prodotti giusti, la chioma resta fluente e setosa, a prova di raggi UV. La sfida estiva è partita, ed il capello lucido resta una delle prove più difficili da superare. Ma niente paura: con gli accorgimenti del caso e soprattutto con l’aiuto ed i consigli degli esperti, pettinarsi sarà un piacere. Ne sa qualcosa Anna Valentini, professionista del settore, da sempre attenta alle esigenze delle sue clienti. Nel suo salone, in Via Renato Imbriani 36, a Lecce, tra i trattamenti di eccellenza, nati per la prevenzione e la cura dei capelli, c’è Vitalité Express, spray bifasico de La Biosthétique. Facile da usare, resistente all’acqua, ha una base naturale che ben si adatta ad ogni tipo di capello. I principi attivi del germe di grano, uniti all’estratto di girasole e ai filtri UV, danno più consistenza e forza alla struttura del capello stesso. A completare il profilo di questo spray c’è anche la profumazione, assolutamente gradevole, fresca e leggera,

che regala sensazioni che spaziano dai fiori a frutti. Proteggere la testa durante l’esposizione al sole dovrebbe essere un gesto automatico, dettato dal buon senso e dall’amore per se stessi. I raggi UV – la scienza a riguardo è piuttosto chiara – sono dannosi per la pelle così come per i capelli che, senza adeguati trattamenti, rischiano di diventare spenti e sfibrati. Un vero peccato, perché i capelli sani sono sinonimo di bellezza, oltre che di salute La linea solare studiata da La Biosthétique Paris si chiama Méthode Soleil e oltre allo spray bifasico propone altri prodotti per capelli, ovviamente tutti assolutamente naturali: shampoo, crema, gloss da mettere in valigia prima di partire per le vacanze. I principali responsabili della disidratazione del capello sono da ricercare nei radicali liberi causati dai raggi ultravioletti che hanno

effetti simili a quelli della decolorazione. Partendo da questa consapevolezza, i prodotti messi a punto dalla rinomata azienda parigina contengono dei filtri particolari, in grado di contrastare gli effetti di una prolungata esposizione solare. In più vi è l’estratto di girasole che va a bloccare i radicali liberi, azzerando di fatto gli effetti nocivi. Olio, crema, shampoo e gloss sono indicati per tutti i tipi di capelli, in particolare per quelli trattati o decolorati che necessitano di maggiore attenzione. Ogni prodotto fa la sua parte: l’olio protegge, lo shampoo elimina residui di salsedine o di cloro, la crema dona elasticità ai capelli sciupati e disidratati, ed è perfetta per trattamenti d’urto. Tenendo a mente alcune regole e soprattutto usando i prodotti giusti, il capello sarà perfetto e sano. A prova di sole.

PERFECT HAIR, EVEN IN SUMMER FOR HEALTHY AND SHINY HAIR, HERE COMES MÉTHODE SOLEIL BY LA BIOSTHÉTIQUE PARIS In summer, hair needs to be protected from sun, dried salt and chlorine. By using the right products, your hair will remain flowing, silky and shiny. Anna Valentini, an expert who has always been careful of the needs of her customers, knows it. In her hairdressing parlour, among excellent treatments, there is Vitalité Express, an easy-to-use and waterproof two-phase spray by La Biosthétique. The active ingredients of wheat germ together with the sunflower extract and the UV filters give consistency and strength to the hair. Its fragrance is pleasant, fresh and light. Méthode Soleil is La Biosthétique Paris solar line. It includes oil, shampoo, mask and gloss. Each of them plays a role. These products are all completely natural and suitable for all types of hair, in particular for damaged hair. By keeping some rules in mind and especially by using the right products, hair will be perfect, healthy and sunproof.

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TRADIZIONE

racconti

Le vie del sale Tra Tricase e Marina di Andrano i passaggi verso il mare celano una storia nota a pochi

Chi percorre in piena estate il tratto della litoranea che da Tricase Porto conduce alle prime case di Marina di Andrano, non può non notare i numerosi bagnanti uscire dalle villette a monte della strada e attraversarla in tutta fretta per imboccare i passaggi che si aprono laddove il muretto o il guardrail si interrompono. Da quei pertugi si dipartono brevi sentieri che conducono direttamente a mare;dei veri

e propri “camminamenti” scavati nella roccia che qualcuno, ancora oggi, indica come “le vie del contrabbando di sale”. I “si dice” su queste specie di trincee un tempo erano tanti, si parlava di inseguimenti, di arresti e di sequestri di grandi quantità di “oro bianco (il sale) e di altre “robbe”. Qualche racconto l’ho sentito pure io ai tempi della mia fanciullezza e ricordo anche che ne rimanevo turbato

e preoccupato perché quel tratto di costa lo battevo quasi tutti i giorni d’estate armato della mia fedele canna da pesca. Per essere realistici occorre accantonare fantasie, leggende e racconti e rifarsi alle cronache dei secoli passati secondo le quali li chontrabandi de robbe avvenivano in tutta la “Leucasia” (l’attuale Basso Salento) favoriti dagli stessi “torrieri” e “cavallari” che li avrebbero dovuto contrastare. In questo


di enzo turco/foto pierpaolo schiavone

I “SI DICE” SU QUESTE SPECIE DI TRINCEE ERANO TANTI, SI PARLAVA DI INSEGUIMENTI, DI ARRESTI tratto di scogliera, in particolare, si affermò la produzione di sale, da sempre gravata da pesanti imposizioni fiscali da parte di chi deteneva il monopolio dello sfruttamento dei prodotti del mare e delle terre demaniali. Ce lo dimostrano le centinaia di “conche” di varie dimensioni scavate dai locali, ancora visibili sugli scogli più alti. Queste con le mareggiate si riempivano immancabilmente di acqua di mare che il calore solare faceva evaporare lasciando sul fondo un residuo bianco, il sale. Erano le donne e i figlioletti dei proprietari dei minuscoli fondi agricoli posti a monte della strada che provvedevano a grattare, ammucchiare e trasportare il prezioso elemento. Col tempo diversi nuclei familiari, per lo più di pescatori, avevano tacitamente e abusivamente suddiviso lo sfruttamento delle “conche” e, malgrado le grosse quantità che si riuscivano a stoccare nelle “pajare” e nei “furnieddhri”, il sale difficilmente veniva commerciato perché destinato più che altro all’attività secondaria dei pescatori locali: la conservazione di sarde, alici, capperi

e altro. Non a caso i principi Gallone, infeudati di questo angolo del Salento, chiudevano un occhio su “l’affaire” del sale sapendo dei danni irrisori che “i contrabbandieri” procuravano al loro bilancio. Le cose volsero al peggio solo con l’Unità d’Italia quando incominciarono a vedersi le pattuglie della guardia di finanza. La miseria e le ristrettezze economiche in cui le famiglie si dibattevano per le troppe gabelle non fecero

cessare la produzione di sale, anzi ne avviarono il contrabbando. Come spesso accade, tutti impararono a convivere con l’alea di essere colti in flagrante. Ed è proprio quello a cui assistetti, ormai sedicenne, mentre pescavo in quella zona. Era un periodo particolare in cui molte donne setacciavano la scogliera di sasso in sasso alla ricerca di capperi, finocchi di mare e quant’altro la fame 126 127


TRADIZIONE

racconti

atavica aveva reso edibile. Più in basso, verso il mare, i figli si affannavano attorno alle “conche” a grattare fino all’ultimo granello il sale necessario per la conservazione dei cibi. Ad un tratto il silenzio è rotto da una serie di colpi di fischietto ed ecco sbucare da dietro un muro a secco una pattuglia di finanzieri. Il panico è generale, le donne cercano riparo verso la campagna, i ragazzi attraverso i sentieri risalgono la scogliera. Nel

frattempo i militari, abbandonata la bici e imbracciato il moschetto si lanciano all’inseguimento: il capo pattuglia, più anziano, lungo la strada e il gregario lungo la scogliera a raggiungere e bloccare l’unico “grattatore” che non ha fatto in tempo ad imboccare un sentiero. Sembrava di assistere ad una famosa scena del film di Steno e Monicelli, “Guardie e Ladri”, con Totò e Aldo Fabrizi, solo che la realtà era ben diversa. Si sfiora la tragedia quando il giovane

finanziere, accortosi che il ragazzo gli sta sfuggendo perché più agile, scalzo e abituato a saltare di roccia in roccia, imbraccia l’arma e tenta di far fuoco ma, tradito dai chiodi degli scarponi perde l’equilibrio e, ironia, sparisce proprio in uno dei famosi sentieri del sale. Venne soccorso proprio da quelle madri che aveva tanto impaurito: malgrado le urla di dolore e i dolori che accusava, per una fortunata casualità la vegetazione aveva attutito la caduta.

SALT WAYS THE PASSAGES TO THE SEA HIDE A STORY KNOWN TO A FEW Along the coast road between Tricase Porto and Marina di Andrano, there are some openings where the wall and the guardrail are interrupted. From those openings, short paths carved into the rock start and lead directly to the sea. These paths are known as “salt smuggling routes.” There are lots of stories about chases, arrests, and requisitions of large quantities of “white gold.” According to chronicles, smugglings occurred in the whole Southern Salento, as salt production had always been liable to a heavy taxation. Hundreds of “pools”, dug by the locals and flooded by seawater, were allowed to evaporate in the sun. Women and children were responsible for collecting and transporting the valuable element. Nonetheless, salt was hardly traded, as it was mainly used to preserve food. With the Italian Unification, the financial police began to oppose illegal salt production. But families’ extreme poverty and too many duties brought about the start of salt smuggling. People learned how to coexist with the possibility of being caught in the act. And that is exactly what happened one day when I was sixteen years old. Women and children were collecting salt when the financial police loomed up. During the chase, a young customs guard fell down one of those salt routes. He was helped by those mothers he had so frightened. By happy coincidence, vegetation had cushioned the fall.

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PH:PIERPAOLO FARI

passione per iL mare

Dall’Australia il salvataggio con tavola Dagli episodi di “Baywatch” ai giorni nostri: un metodo di soccorso in mare che presto potremo vedere praticato anche in Italia Diventato famoso grazie alla serie televisiva americana “Baywatch”, questo metodo di salvataggio in mare, che vede l’utilizzo della tavola da surf, nasce nei paesi anglosassoni tra gli anni cinquanta e sessanta, e si sviluppa particolarmente in Australia, dove diventa addirittura una vera e propria disciplina sportiva con tanto di gare e medaglie al seguito. Siamo solitamente abituati a vedere sulle nostre spiagge, durante il periodo estivo, strumenti di salvataggio “terra-mare” come il salvagente anulare e il pattino, messi a disposizione dei bagnini dagli stabilimenti balneari; ci sarà certamente

capitato di vedere in azione i mezzi della capitaneria di porto in casi di mare molto agitato, o ancora, negli ultimi anni, le più veloci moto d’acqua. Sebbene questi strumenti siano quelli ufficialmente ammessi dalla legge italiana, purtroppo, hanno un limite di utilizzo dato dalle loro caratteristiche tecniche: troppo costosi e scarsamente eco-sostenibili nel caso dei mezzi della capitaneria e delle moto d’acqua, oppure poco maneggevoli per un solo soccorritore nel caso del pattino, o ancora scomodi nel trasporto come nel caso del salvagente anulare. La tavola da surf, invece, agli occhi dei lifeguard

americani e australiani, risulta essere il mezzo più utilizzato, più rapido e più sicuro, il primo a partire dalla spiaggia, il primo a ritornarci, con il supporto aggiuntivo di tutti gli altri. Questo fantastico strumento, finalmente, inizia a intravedersi sul litorale italiano e proprio negli ultimi mesi è sbarcato anche nel Salento, grazie alla collaborazione tra la Società Nazionale Salvamento – sezione di Lecce – e l’associazione sportiva dilettantistica 3Oceani Sport Center, che ha dato il via al primo corso di salvamento con Rescue Board, rivolto esclusivamente a tutti i bagnini di salvataggio.


di carlo morelli/

QUANDO È POSSIBILE UTILIZZARE LA RESCUE BOARD? Davanti alle grandi spiagge, dove, in condizioni di mare agitato, ondoso e con vento forte si creano le famose “ripcurrent”, falsamente denominate dalla credenza popolare vortici o mulinelli. Sempre, anche nelle piccole insenature, in presenza di onda lunga, condizione tale da rendere difficoltosa l’uscita del pattino dalla spiaggia o l’avvicinamento dal largo d’imbarcazioni di soccorso più grandi. Vicino alle foci di un fiume o fiumiciattolo in mare, dove le forti correnti rendono quasi impossibile il calcolo di una traiettoria sicura di approccio al pericolante. Nei soccorsi vicino alle scogliere o nei pressi di moli, banchine, pennelli e qualsivoglia struttura vicino alla quale si generano particolari correnti marine.

Ma vediamo nello specifico quali sono i punti di forza di questa rescue board: innanzitutto, rispetto al pattino, è più veloce, viene utilizzata da un solo soccorritore e può far aggrappare fino a dieci pericolanti in una volta sola, grazie a delle speciali maniglie poste su tutta la sua superficie. È inoltre molto leggera e quindi facilmente posizionabile nei punti dove è maggiormente necessaria; permette all’operatore di trovarsi più vicino alla persona in pericolo ed effettuare una più precisa diagnosi; è molto meno dannosa in caso di ribaltamento perché composta di materiali leggeri; infine è il miglior

PH:PIERPAOLO FARI

PH:PIERPAOLO FARI

In front of large beaches, in rough-sea conditions, with the well-known “rip currents”. Always, in presence of long waves. Near a river mouth, where strong currents make it almost impossible to calculate the best trajectory for a safe approach to the person in danger. In rescues near any facility close to particular marine currents.

PH:PIERPAOLO FARI

WHEN IS IT POSSIBLE TO USE THE RESCUE BOARD?

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SURF IN SALENTO

passione per iL mare regione, ha bisogno di una regolamentazione particolareggiata; sicché, spesso, risulta difficile omologare uno strumento di salvataggio a livello nazionale. L’interesse nato nell’ultimo periodo, però, ci fa ben sperare non solo che presto la

tavola riesca ad avere il riconoscimento ufficiale che merita, ma che possa soprattutto essere utilizzata da tutti gli stabilimenti balneari italiani e diventare lo strumento prediletto dal bagnino di salvataggio del Belpaese.

FROM AUSTRALIA, THE RESCUE BOARD This rescue technique has become famous thanks to the American TV series “Baywatch”. Now, we could see it practiced in Italy, too. We usually see rescue tools like lifebuoys and twin-hulled rowboats, port captaincy means of conveyance or faster jet skis. Unfortunately, these tools are too expensive and poorly eco-friendly or unwieldy and uncomfortable. According to Australians and Americans, a surfboard is faster and safer. In recent months, this fantastic tool has landed in Salento. The rescue board is faster than twin-hulled rowboats, it is used by only one rescuer and it can cling to up to ten people in danger. Furthermore, it is very light and it can be easily positioned where it is needed. It is less damaging in the case of capsizing and it is the best tool in the event of rough seas. The rescue board can easily overcome and ride breakers, making rescues even timelier. Unfortunately, the rescue board hasn’t been recognized as a rescue tool by the Italian law yet, but the newborn interest makes us hope that it will be officially recognized soon.

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PH:ALESSIA RAHO

VIENE UTILIZZATA DA UN SOLO SOCCORRITORE E PUÒ FAR AGGRAPPARE FINO A DIECI PERICOLANTI PH:ALESSIA RAHO

PH:PIERPAOLO FARI

PH:ALESSIA RAHO

strumento da utilizzare in caso di mare mosso, con onde e correnti di superficie molto intense. Infatti, la caratteristica principale di questa tavola è che, in fase di raggiungimento del pericolante, essa riesce a superare agevolmente i frangenti di onda, e nella fase di ritorno in spiaggia, essa può cavalcare le onde rendendo il soccorso ancora più tempestivo. Purtroppo, la rescue board non è ancora diventata strumento di soccorso riconosciuto dalla legge, e questo per vari motivi, la maggior parte di questi legati al fatto che l’Italia, avendo una costa con conformazione molto varia da regione a


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di paolo conte/foto pierpaolo schiavone

IL GIOVANE MIGRANTE CHE SOGNA LE OLIMPIADI L’inferno libico, l’afa del deserto e il buio del mare. Il talento della Tre Casali San Cesario di Lecce racconta il lungo viaggio dal Gambia sino in Puglia Quegli occhi nero pece, contornati da un alone giallo ocra che ricordano verosimilmente il colore del deserto. Come l’infinita distesa di sabbia incandescente che ha dovuto attraversare per raggiungere la libertà e continuare a cullare il sogno di diventare un campione nel podismo. Lo sguardo di Nfamara Njie racchiude la storia di un ragazzo cresciuto troppo in fretta. Appena quattordicenne, tre anni fa ha lasciato il Gambia per intraprendere il coraggioso viaggio della speranza. Partenza e traguardo, passione e sacrificio, forza mentale e tanto cuore. La lunga corsa di Nfamara verso il paradiso chiamato Italia, rispetta fedelmente i valori umani ed etici del podista perfetto, pronto a spingersi oltre i propri limiti dove mente e corpo sono le coordinate per i propri sogni. In quell’impervio cammino, durato sei mesi, è mancato solo il cronometro

e il calore del pubblico a bordo pista, per accomunare l’ardua impresa della sopravvivenza alle numerose gare agonistiche che oggi lo vedono protagonista in giro per la Puglia e in gran parte del territorio nazionale con il vessillo della Asd Tre Casali San Cesario. Dal Gambia sino allo sbarco ad Augusta (Siracusa), il giovane africano ha vissuto l’inferno attraversato negli anni recenti da una moltitudine di esseri umani. Figlio di un pescatore, e con una madre impegnata nelle faccende domestiche, ha scelto di correre prima ancora di indossare le scarpe da corsa e un pettorale numerato. Correre per aiutare la sua famiglia, scappare dalla fame e dagli stenti, fuggire dai pericoli senza mai guardarsi indietro. Mali, Burkina, Niger e poi la prigione in Libia. Due settimane di prigionia e

una coltellata sul braccio sinistro rimediata da un gruppo di libici in cerca di soldi. Poi la fuga dal carcere, ancora una volta a bordo delle sue gambe da fenicottero. Lunghe leve che gli hanno permesso di arrivare a Tripoli, il punto zero dal quale ripartire verso orizzonti ambiziosi per lasciarsi alle spalle i presagi di un destino controverso. E poi tre giorni e tre notti in mezzo al mare su un vecchio gommone in compagnia di altre centoventi anime disperate, per chiudere il cerchio della passione e vedere le prime luci della Sicilia. Per Nfamara è stata l’alba di un nuovo inizio. La costa di Augusta è stata il preludio all’arrivo in Puglia presso il centro di accoglienza di San Cesario di Lecce. Una storia conclusasi con il lieto fine in virtù della scelta nobile di una famiglia 134 135


SPORT

atLetica

CORRERE PER AIUTARE LA SUA FAMIGLIA, SCAPPARE DALLA FAME E DAGLI STENTI, FUGGIRE DAI PERICOLI SENZA MAI GUARDARSI INDIETRO

del posto, che ha deciso di prenderlo in affidamento donandogli l’opportunità di integrarsi, istruirsi e continuare a praticare quello sport che lo ha spronato a reagire a una storia difficile. «Nel deserto è stato il momento di maggiore sofferenza del mio lungo viaggio – racconta Nfamara –, credevo di morire da un momento all’altro. Abbiamo affrontato il caldo e patito la fame per undici giorni a bordo di un fuoristrada, in trenta persone. Intorno a noi c’era il nulla, ma dovevo resistere ad ogni costo per esaudire i miei desideri. Arrivare in Italia, trovare un lavoro e

continuare a fare sport. In Gambia ho gareggiato nell’ambito di diversi campionati studenteschi con risultati discreti, ma avevo bisogno di venire in Italia per diventare un atleta vero. Sono determinato a raggiungere i massimi livelli in pochi anni per arrivare a gareggiare alle Olimpiadi con i colori della nazionale italiana». E non sembrano queste le solite dichiarazioni di un adolescente che fatica ad acquisire il senso della realtà. L’astro nascente della Tre Casali San Cesario (Associazione Sportiva Dilettantistica presieduta da Gigi Renis) ha vinto tut-

THE YOUNG IMMIGRANT WHO DREAMS OF THE OLYMPIC GAMES THE LIBYAN HELL, THE HEAT OF THE DESERT AND THE DARKNESS OF THE SEA. THE TALENTED BOY TELLS HIS LONG JOURNEY FROM GAMBIA TO APULIA He has had to cross an endless expanse of red-hot sand to achieve freedom. He was just fourteen years old when NfamaraNjie left Gambia to undertake a brave journey of hope. Nfamara’s long run to that paradise called Italy faithfully follows the human and ethics values of the perfect runner, ready to go beyond his own limits where mind and body are the coordinates for his dreams. The young African man has lived the same hell that a multitude of human beings has experienced in recent years. He has chosen to help his family, to run from hunger and dangers. Mali, Burkina, Niger, and then the prison in Libya.

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to quello che c’era da vincere per la categoria Allievi su scala regionale e nazionale. Gare indoor, outdoor, corse campestri per distanze comprese tra i 1.500 ei 10.000 metri, sono state di dominio del talento allenato dal pluricampione italiano Giammarco Buttazzo. «Ha ampi margini di miglioramento – ha spiegato il tecnico – e continuiamo a lavorare per alzare l’asticella delle sue prestazioni. Quest’anno avrà il compito di riconfermarsi ad alti livelli anche per la categoria Junior e non sarà impresa facile. Mi auguro che possa raggiungere grandi traguardi attraverso la cultura del sacrificio – prosegue l’allenatore –, ma stiamo seguendo un protocollo di preparazione molto graduale perché è solo un ragazzo di 17 anni. Ci sarà tempo per aumentare i carichi di lavoro e capire quale sarà la specialità della corsa più adatta alle sue caratteristiche per puntare al definitivo salto di qualità».

Two weeks in prison and a stab wound on his left arm. Then, the escape from prison on his own legs. Three days and three nights to get to Sicily, in the middle of the sea, by an old rubber dinghy, with other 120 desperate people. It is the dawn of a new beginning. Nfamara’s story has a happy ending, thanks to a generous Apulian family who has chosen to foster him, giving him the opportunity to integrate, to study and to do his favourite sport. «I needed to resist at all costs to grant every my wish. I needed to come to Italy to become a true athlete. I am resolute to compete in the Olympic Games with the colours of the Italian National team». The rising star has won everything there was to win in his category. His coach Giammarco Buttazzo says, «We are working to improve his performance. I hope he will achieve great results through the culture of self-denial».


Il B&B Ottavopino é una splendida location al terzo piano di un moderno edificio, nel cuore di Lecce, in Via Zanardelli nº 40, a pochi passi dalla centralissima Piazza Mazzini e a circa dieci minuti da Piazza Sant’Oronzo e dal suggestivo centro storico. La principale risorsa della casa è la disposizione degli spazi studiati per far risaltare gli arredi del periodo aureo del design italiano, in un contesto realizzato negli anni settanta, molto ben conservato ma con il fascino del vissuto. L’atmosfera confortevole ed accogliente, la cura riposta nei dettagli, rendono il B&B Ottavopino un posto speciale, un ambiente studiato e realizzato per offrire agli ospiti il calore di una casa, con il comfort di un albergo di classe. Disponibilità, calore e gentilezza saranno il modo giusto per rendere la vacanza così gradevole da sentirvi “a casa”.

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COSTA ADRIATICA

marine Di meLenDugno

La ‘grande bellezza’ dell’Adriatico

ROCA VECCHIA

Pioggia di riconoscimenti per le Marine di Melendugno. Non potrebbe essere diversamente visti i risultati ottenuti anche quest’anno da uno dei tratti più suggestivi della costa adriatica Marine da record, premiate dai numeri e dai riconoscimenti. San Foca, Roca, Torre Specchia Torre dell’Orso e Sant’Andrea, ovvero le Marine di Melendugno, hanno ottenuto per il settimo anno consecutivo la Bandiera Blu che la Federazione per l’Educazione Ambientale (FEE) assegna alle località che rispettano determinati standard e criteri (dalla gestione dei rifiuti alle politiche ambientali, dalla qualità delle acque di 138 139

balneazione alle misure di sicurezza per i bagnanti, tanto per citarne alcuni). Un riconoscimento di portata internazionale, a cui quest’anno si aggiunge la Bandiera Verde, assegnata dall’Associazione Italiana Pediatri a tutte le località adatte anche ai più piccoli e che con le 5 Vele di Legambiente proiettano le Marine fra le dieci mete turistiche più importanti d’Italia. «Questi risultati ci riempiono di orgoglio – afferma il sindaco di Melendugno, Marco

Potì – e premiano senz’altro un lavoro di squadra, fatto con consapevolezza e passione. Tra le eccellenze da segnalare – prosegue il primo cittadino - ci sono il pluripremiato impianto di fitodepurazione per lo smaltimento sostenibile delle acque reflue, l’area archeologica di Roca Vecchia, sito di interesse internazionale a picco su uno splendido mare e la Grotta della Poesia, menzionata tra le 10 piscine naturali più belle del mondo».


di redazione/foto pierpaolo schiavone

FARAGLIONI DI SANT’ANDREA

SAN FOCA

Altra significativa struttura di eccellenza è la spiaggia libera di San Foca, attrezzata per persone affette da SLA ed altre disabilità, gestita in collaborazione con l’Associazione 2HE che fa il paio con il servizio di trasporto turistico tra i 17 km di costa, realizzato con navette elettriche da 14 posti denominato Mareinbus. Certo, la bellezza del litorale da sola non basta. «Perché i turisti scelgano di venire qui – aggiunge Potì – occorre creare una situazione tale da farli innamorare di questo territorio, offrendo servizi adeguati e programmando una serie di eventi». Uno di essi è il Blu Festival, interessante rassegna di spettacoli organizzata dall’amministrazione comunale di Melendugno e che va a coprire tutto il territorio di sua competenza con appuntamenti adatti ad un pubblico eterogeneo: dal cabaret alla danza, dai concerti alle rappresentazioni teatrali, ogni anno il cartellone si arricchisce di nuove e interessanti date. La macchina organizzativa comunale non GROTTA DELLA POESÌA

si ferma mai e il prossimo obiettivo è quello di fare di Melendugno una tappa del Niurumaru Festival organizzato a Lecce nel mese di agosto. Bellezza naturale, ricchezza culturale e attività collaterali da sole non bastano per dare slancio al territorio. Vetrine

importanti come le fiere di settore devono esser assolutamente sfruttate per il bene collettivo. Ed ecco spiegata la presenza delle Marine di Melendungo ad importanti appuntamenti come la BIT di Milano e la ITB di Berlino. «L’attività di promozione – sottolinea Mar-


COSTA ADRIATICA

marine Di meLenDugno

LE DUE SORELLE A TORRE DELL’ORSO

co Potì – è al primo posto nel calendario degli impegni che l’amministrazione adotta per la valorizzazione del territorio. Soprattutto se proiettata al raggiungimento di obiettivi internazionali».

Non parole ma fatti, come dimostra la sua partecipazione al forum internazionale sul turismo di Zhengzhou, in Cina, dal 21 al 28 maggio scorsi. Si tratta dell’International Mayors Forum

on Tourism (IMFT) congresso internazionale dei sindaci sul turismo, evento mondiale che in Cina, ogni due anni, chiama gli amministratori di centinaia di città ad avviare legami e programmare attività e scambi turistici tra località molto diverse e lontane. «Finora – conclude il primo cittadino di Melendugno – abbiamo raggiunto traguardi importanti e riconoscimenti ambiti che premiano il nostro lavoro. Puntiamo a crescere ancora. Abbiamo registrato un aumento costante di presenze nelle nostre Marine, prevalentemente turisti italiani anche se, negli ultimi anni, siamo stati scelti anche da visitatori stranieri. Riuscire ad ampliare questa fetta di ospiti è uno dei nostri target. E per questo l’attività amministrativa consoliderà pratiche e attività già avviate a tal fine».

Mayor of Melendugno, Marco Potì. – Among the excellences, there are the award-winning phytodepuration plant, Roca Vecchia’s archaeological site and Grotta della Poesia, one of the 10 most beautiful basins in the world». Another significant centre of excellence is San Foca beach, suitable for people affected by ALS or under a disability, and a service of tourist transport by electric shuttle bus along the whole coastline. The beauty of the coast alone is not enough. «In order to make tourists come here, we need to make them fall in love with this area, offering them adequate services and events».

One of them is the Blue Festival. Our next goal is including Melendugno among the stopovers of the Niurumaru Festival. International trade fairs are important showcases. That explains the presence of Melendungo at BIT in Milano, ITB in Berlin and IMFT in China. «The promotional activity is a priority among all the activities related to the upgrading of the area. We aim to keep on growing. Increasing the number of foreign visitors is one of our targets».

SPIAGGIA DELL’ORSETTA A TORRE DELL’ORSO

THE ‘GREAT BEAUTY OF THE ADRIATIC SEA A MASS OF AWARDS FOR MELENDUGNO’S LITTORAL Even this year, San Foca, Roca, Torre Specchia, Torre dell’Orso and Sant’Andrea have been awarded the Blue Flag by the FEE, the Foundation for Environmental Education. It is the seventh consecutive year. An international award, in addition to the Green Flag – an important award bestowed to beaches suitable for children – and to the 5 Sails by Legambiente. «These results fill us with pride – says the

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ART&CO

cuLtura

Arte e cultura come valori assoluti

Molto più di una galleria-museo, Art&Co rappresenta una filosofia di vita: l’arte intesa come valore sociale L’arte nutre lo spirito, cura l’anima, crea unione e regala bellezza e felicità. Partendo da questi presupposti, Tiziano Giurin, gallerista dall’accento campano ma dal cuore europeo, ha creato a Lecce un “contenitore” in cui tutto diventa possibile e dove l’arte intesa nel suo senso universale attraversa le vite di quanti vi si avvicinano. Art&Co, oltre ad essere il luogo “fisico” dove gli occhi impazziscono tra le opere di Giorgio de Chirico, le brillanti tarsie di Ugo Nespolo e le tele “vive” di Giuseppe

Amadio, è anche una filosofia di vita. «Quando tre anni fa ho intrapreso quest’avventura leccese – spiega con entusiasmo Tiziano Giurin – i miei obiettivi erano piuttosto chiari: avvicinare i leccesi all’arte, rendendola fruibile in tutto il suo spessore». E così è stato e continua ad essere. Infaticabile e dalla passione contagiosa, insieme alle sue collaboratrici, Mirella Coricciati (direttrice della galleria) e Monica Taveri (esperta di marketing e comunicazione) ha dato vita ad una serie di eventi che oltre ad essere un omaggio

per la città e per i suoi abitanti, rappresentano un veicolo privilegiato per la promozione turistica. Non solo mostre, dunque, ma appuntamenti che spaziano dai laboratori rivolti ai più piccoli alle presentazioni di libri passando dalle opere “prestate” alle vetrine dei negozi per regalare emozioni nuove agli amanti delle passeggiate. «La mia idea di prossimità con il pubblico – prosegue il Presidente di Art&Co – si traduce con iniziative dal sapore anche itinerante».


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Prova ne sia la mostra dedicata ad uno dei più importanti artisti contemporanei italiani, Ugo Nespolo, che dal 28 maggio al 30 giugno è stata allestita nelle sale dell’ex Convento dei Teatini a Lecce. In un certo senso è la continuazione di un’esposizione già curata dallo stesso Giurin lo scorso dicembre nell’ambito della manifestazione “Barocco che incanta”, organizzata insieme al fondatore del movimento culturale “Valori e Rinnovamento”, Wojtek Pankiewicz. «In quell’occasione abbiamo realizzato una mostra tutta incentrata sul barocco leccese, proponendo opere in cui il grande artista piemontese ha offerto la sua lettura di questa città. Un dono di inestimabile valore non solo per l’innegabile prestigio di Nespolo, che nei suoi lavori riesce a coniugare aspetti ludici ed un

estro pazzesco, ma anche per la bellezza di ogni singolo quadro o grafica in cui è stato colto il fascino della città barocca». L’impegno che Tiziano Giurin mette in ogni sua iniziativa merita un plauso anche da parte di coloro che con il mondo dell’arte hanno nulla o poco a che fare. Avvicinare quante più persone possibile a questo co-

smo fantastico non è solo una “missione”, come afferma il diretto interessato che dal 2 al 30 luglio curerà, sempre ai Teatini, una personale dedicata a Giuseppe Amadio. «In una società troppo spesso avara di bellezza, intesa come beltà di spirito, in cui siamo costretti ad assistere ad eventi tragici, a momenti difficili e problematicità di ogni tipo, l’arte e la cultura diventano un rifugio privilegiato. Ecco perché, a mio avviso, è bene respirare quest’atmosfera di magia sin da piccoli». E infatti, nella galleria di Via Salvatore Nahi, ogni sabato vengono organizzati appositi laboratori in cui sono coinvolti i bambini delle scuole elementari. I piccoli hanno il privilegio di familiarizzare con le firme più prestigiose del panorama artistico internazionale e di vivere l’arte come se fosse un gioco. Un gioco che li formerà per tutta la vita. E tra i propositi di Giurin, la cui mente non smette mai di lavorare, c’è quello di organizzare insieme al Provveditorato agli Studi un concorso 142 143


ART&CO

cuLtura

dedicato proprio a loro. «È un modo originale per sensibilizzare i nostri figli al gusto dell’arte, magari allontanandoli per un po’ da distrazioni meno gratificanti come, per esempio, videogiochi e simili». In cantiere poi ci sono ancora tante sorprese. «Spero sempre di incontrare il favore dei leccesi» sottolinea il presidente di Art&Co, a cui va il merito di aver portato a

Lecce l’Albero della Cuccagna, opera del grande maestro Mimmo Paladino, legata alla mostra diffusa organizza da Achille Bonito Oliva nell’ambito di Expo 2015. La galleria-museo di Giurin è un nido dove gli artisti, l’arte ed i suoi estimatori trovano la collocazione più consona, in attesa di coinvolgere chi ancora è troppo pigro per dedicarsi a questo settore che invece ha tanto da offrire.

ART AND CULTURE AS ABSOLUTE VALUES MUCH MORE THAN A GALLERY-MUSEUM, ART&CO IS A PHILOSOPHY OF LIFE: ART IS MEANT AS A SOCIAL VALUE Art nourishes the spirit, heals the soul, and gives beauty and happiness. On these premises, Tiziano Giurin, a gallery owner with a European heart, has created a venue in Lecce where everything becomes possible. Art&Co is not just a venue: it is a philosophy of life. «Three years ago, when this adventure started, my objective was gettingLecce people close to art», Tiziano Giurin enthusiastically explains. His events are a tribute to the town, but also a privileged means of tourist promotion, which includes exhibitions, workshops for children, and presentations of new books. «My idea of proximity with the public – Art&Co President continues – includes travelling exhibits».

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Il suo motto potrebbe essere: “Chi si ferma è perduto”. Fra le altre cose, Tiziano Giurin da 5 anni è procuratore di Valentino Marra, pittore e scultore salentino le cui opere, grazie alla sua frenetica attività di promozione, sono presenti nei musei e nelle gallerie più importati di tutto il mondo. E anche questo è un modo per offrire al Salento una vetrina internazionale.

An exhibition dedicated to Ugo Nespolo, one of the major Italian contemporary artists, will be held from 28th of May to 30th June in the rooms of the former Convento dei Teatini, in Lecce. Last year, Giurin and Pankiewicz organized an exhibition focused on Lecce Baroque. «That exhibition was a gift of inestimable value, due to Nespolo’s undeniable prestige, but also to the beauty of every single painting». Tiziano Giurin’s dedication deserves applause even by those that nothing or little have to do with art. «In a society that too often spares beauty – meant as the beauty of spirit, – art and culture become a privileged haven. That is the reason why it is good to breathe a magical atmosphere from an early age». Thus, in his gallery, every Saturday special workshops make children live art as if it were a game. «A game that will train them for life». There are still a lot of surprises in progress. «I always hope to find favour in Lecce people’s eyes», Art&Co. President highlights.



CULTURA

arte

IL SUO NOME È

Otranto

La luce adriatica nelle opere e nella vita di Alina Kalczynska Scheiwiller


di lorenzo madaro/

MEDITERRANEO, OTRANTO 2002, 25X30X18 CM, ESEMPLARE UNICO, 9 FOGLI SCIOLTI. CARTA A MANO OTTENUTA CON I COLORI DELLE TERRE LOCALI, COLLAGE. PH: GIULIA DI LENARDA. COURTESY L’ARTISTA.

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CULTURA

arte

«ALINA, CHI TI HA CONFERITO LA FACOLTÀ DI FAR APPARIRE I SEGNI PIÙ ELEMENTARI COME ESPRESSIONI DI ALTA MAGÌA? CONTEMPLANDO LE TUE OPERE, SI RIMANE AVVOLTI DA UNA FASCIA DI STUPORE IMPROVVISO». CARLO BELLI

LETTERE DALLA PUGLIA, OTRANTO 2005, 38,5X28,5 CM, CC. 8, ESEMPLARE UNICO, 8 ACQUARELLI. PH: DI ANNALISA GUIDETTI. COURTESY L’ARTISTA.

Un grande terrazzo affacciato sulla cattedrale di Otranto, da cui si intravede anche una striscia di Adriatico; e un appartamento in una centralissima via di Milano, non lontano da Parco Sempione. Sono i due poli in cui si svolge un’affascinante storia, quella di Alina Kalczynska, artista polacca residente nel capoluogo lombardo, dove ha a lungo operato nella grafica editoriale accanto al marito Vanni Scheiwiller, straordinario editore scomparso nel 1999. «Alina, chi ti ha conferito la facoltà di far apparire i segni più elementari come espressioni di alta magìa? Contemplando le tue opere, si rimane avvolti da una fascia di stupore improvviso». Inizia così un testo di Carlo

Belli a lei dedicato (All’insegna del Pesce d’Oro, Milano 1986). E magico è stato l’incontro tra Alina e Vanni con la luce di Otranto e la spiazzante bellezza della sua cattedrale, del mare e del paesaggio. È il 1984 e la coppia lascia per alcuni giorni la casa di Milano – non una casa qualsiasi, lì dentro si è svolta una parte importante di storia culturale della città e d’Italia, tra le opere di Melotti, Consagra, Fontana, Manzoni e migliaia di libri d’arte e letteratura e infiniti fogli d’appunti – per approdare verso sud, spingendosi oltre la Lucania, terra che avevano conosciuto grazie al fraterno amico Peppino, lo storico dell’arte Giuseppe Appella. «Saltò un viaggio estivo a Pantelleria,

Vanni ed io non avevamo nulla in programma, ma dal suo studio passò l’artista Vittorio Matino, che ci propose di venire a Otranto, dove trovò una casa per noi. Diversi suoi amici, tra cui Totò Miggiano, Pino Piconese e altri, prepararono il nostro soggiorno qui, che fu indimenticabile, ci portarono in posti straordinari – ricorda Alina seduta nel suo terrazzo, davanti ad alcuni libri che hanno segnato la storia editoriale di Vanni. – Da quell’anno sono venuta qui ogni estate; prima della morte di Vanni, per due mesi, luglio e agosto, mentre Vanni veniva solo ad agosto. Lui prima di sposarsi non andava mai in vacanza, lavorava anche in estate, non si fermava mai. Ormai conosco il territorio,


L’ARTISTA NELLA SUA CASA DI OTRANTO

MAGICO È STATO L’INCONTRO TRA ALINA E VANNI CON LA LUCE DI OTRANTO E LA SPIAZZANTE BELLEZZA DELLA SUA CATTEDRALE, DEL MARE E DEL PAESAGGIO ma c’è sempre qualcosa da scoprire, ci sono posti da rivedere, amici che sono incantati da quello che c’è qui, oltretutto c’è una casa in cui io posso lavorare, sono assolutamente staccata dal mondo». Alina è attratta dalla carta, difatti è il supporto privilegiato delle sue opere bidimensionali e dei suoi libri d’artista. Non poteva essere altrimenti per un’artista come lei, impegnata in una lunga e meticolosa esperienza nell’ambito dell’incisione e della xilografia, di cui ha sperimentato le potenzialità espressive riflettendo a lungo anche sugli aspetti propriamente tecnici. D’altronde il lavoro della Kalczynska è una meditazione costante sui processi cromatici e sulle loro sfaccettate declinazioni, come emerge ad esempio in un recente libro d’artista intitolato Lux, che nelle sue declinazioni anche tridimensionali rivela i riverberi di una tenue luce rossa sugli strati della carta. La consistenza del supporto carta perciò non è un aspetto secondario, ma diviene funzionale all’elaborazione stessa dell’opera. Sui fogli, grandi o piccoli che

siano, emergono così le sue calligrafie dipinte, con echi evidenti dei suoi viaggi in Cina (1987, 1989) – da queste esperienze recupera la memoria dei sigilli, per esempio – ma anche dei lunghi periodi trascorsi a Otranto. L’osservazione della luce, dei ritmi cromatici del sole nei cieli dell’Adriatico, dall’alba al tramonto, consentono all’artista una meditazione dilatata sul colore, che soprattutto attraverso l’acquerello – tecnica prediletta, come emerge anche dalle opere pubblicate su

queste pagine – si manifestano in tutta la loro energetica vitalità. A volte si tratta di segni leggeri, impalpabili turchesi, viola, rossi; in altre opere invece il colore assume un carattere più deciso. E questo accade anche nei libri d’artista, un ambito decisamente significativo della sua ricerca, che l’ha a lungo impegnata grazie a una proficua e intensa sintonia con il mondo della scrittura e quindi della poesia. Vanni Scheiwiller ha amato molto la PuLA CATTEDRALE DI OTRANTO VISTA DALLA CASA DELL’ARTISTA

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CULTURA

arte

glia, Otranto in particolare, a cui ha anche dedicato una collana editoriale, la Piccola Biblioteca di Otranto, curata con Maria Corti e promossa dal Comune. E poi c’è il magnifico libro sui Presepi di Puglia. «Vanni aveva due case editrici, All’insegna del Pesce d’Oro, che era il suo gioiello, e Libri Scheiwiller, fondata nel 1977 con altri soci. Amava molto questa terra, qui comprava tantissimi libri sulla storia locale e poi, naturalmente, perlustrava i centri storici e le chiese. È nato così Presepi di Puglia, Vanni teneva molto a quel libro». Ci sono dei luoghi specifici nella geografia pugliese di Alina: «Oltre a Otranto, amo molto Castel del Monte, è un luogo straordinario. Con la mia amica Leda Calza, gallerista piacentina, quando scendiamo in Puglia in auto solita-

mente cambiamo sempre strada, spesso ci perdiamo, ma è così bello perdersi per poi conoscere casualmente dei centri storici e dei monumenti che non avremmo mai potuto vedere. Qui ho conosciuto persone straordinarie, penso all’artista Helmut Dirnaichner e all’editore Rolando Civilla, che pubblicava una bellissima rivista che si chiama “aContrappunto”. Quando l’ho conosciuto mi disse che Vanni per lui è sempre stato un grande esempio. Da quel momento siamo diventati molto amici», ricorda Alina. Erano anni in cui la città era abitata da artisti e intellettuali – Vittorio Matino, Carlo Cego, Carlo Bertè, Sergio Sermidi e Pietro Coletta –, succedevano bellissime cose in quegli anni – rammenta –, come l’affascinante restauro del mosaico della cattedrale. Poi al

VANNI SCHEIWILLER

castello si tenevano bellissime conferenze, era un periodo positivo per questa città». E oggi? «C’è troppa confusione, infatti non esco più. Ogni tanto vado nella cattedrale, verso le 15.30, quando non c’è nessuno. Un tempo era tutta un’altra città, troppo turismo, troppa confusione per una città come Otranto».

DIARIO DI OTRANTO IV, OTRANTO 1995, 24,6X25,5 CM, PP. 40, ESEMPLARE UNICO, ACQUARELLO, COLLAGE. DIARIO GRAFICO ISPIRATO A CASTEL DEL MONTE.PH: FERRUCCIO TORBOLI. COURTESY L’ARTISTA.

ITS NAME IS OTRANTO THE ADRIATIC LIGHT IN ALINA KALCZYNSKA SCHEIWILLER’S WORKS AND LIFE A large terrace overlooking the Cathedral of Otranto and a flat in Milan: these are the two poles where the fascinating story of a Polish artist, Alina Kalczynska occurs. “Alina, who has given you the discretion to turn the most basic signs into high magic expressions?” That is the beginning of Carlo Belli’s text dedicated to her. And magic was the encounter between Alina and Otranto, its light, the surprising beauty of its cathedral, of the sea and of the landscape. It is 1984. «An artist, Vittorio Matino proposed us to come to Otranto, where he found a house for us. Our stay was unforgettable, we visited outstanding places. By now, I know the territory, but there is always something to discover, beautiful places to see again, a home where I can work». Paper is Alina’s preferred support for her two-dimensional works and books. Kalczynska’s work is a permanent reflection on

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chromatic processes and their multifaceted forms, as it can be seen in her book Lux. The paper texture is functional to her work. Clear echoes of her trips to China emerge, but also of the long periods spent in Otranto. The observation of the Adriatic light, from sunrise to sunset, allows the artist a reflection on colours that appear in all their vitality. Sometimes, her signs are weightless; other times, they are more distinct. And this is what happens in the artist’s books, too. There are some significant places in Alina’s Apulian geography, «Otranto, but also Castel del Monte. When I come to Apulia with my friend, Leda Calza, a gallery owner from Piacenza, we usually change direction. We often get lost, but it is so nice because we have the opportunity to know historical centres and monuments we wouldn’t have seen otherwise». The artist says, «I have met extraordinary people here, like the artist, Helmut Dirnaichner, and the editor, Rolando Civilla. We are very good friends». Those were the years when Otranto was inhabited by artists and intellectuals. She recalls, «It was a positive period for this city».


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Gallipoli

Lecce Otranto


IN VIAGGIO

PH: TANKY

BarceLLona

Dal cuore autentico di Raval alla voglia di far festa Meta prediletta dei turisti, la capitale catalana va ben oltre le ramblas e gli stereotipi Barcellona è una di quelle città che generano nella maggior parte delle persone che la visitano un’immediata corrispondenza di amorosi sensi. Città cosmopolita in cui la comunità italiana la fa da padrona, seconda solo a quella pachistana, Barcellona pur avendo perso i lustri degli anni pre-crisi, continua ad essere meta ambita, città di transizione, d’adozione, di vacanze, di Erasmus e di continui viaggi andata e ritorno. Perché? Che cos’ha di speciale la capitale dei països catalans? Se si arriva di giorno in aereo, sorprende vedere dall’alto questo reticolato regolare tagliato in diagonale da una grande linea: quella è appunto l’Avinguda Diagonal e quel reticolato che attraversa è l’Eixample, il secondo quartiere di Barcellona che occupa la parte centrale della città, progettato dall’architetto Ildefonso Cerdà nella seconda metà dell’800 in piena rivoluzione industriale, quando si faceva impellente la necessità di collegare il nucleo centrale della città con altri municipi satellite (oggi quartieri a pieno diritto) a vocazione industriale.


di alessandra manetti/foto copyright Turisme de Barcelona

BARRIO GOTICO. PH: TURISME DE BARCELONA

IL CASTELLO. PH: TURISME DE BARCELONA

di italiani con occhiali da sole a 42 pollici, allora vale la pena avventurarsi dietro le Ramblas e tuffarsi nel quartiere del Raval. Regno incontrastato di skaters, di persone di tutti i colori, di palazzi sgarrupati ma anche di grandi opere architettoniche e luoghi di cultura come il Macba (museo di arte contemporanea), il Cccb(centro di cultura contemporanea), il Raval rappresenta l’anima più autentica di Barcellona: un luogo dove non ci sono ghetti, dove bello e brutto convivono, dove le prostitute di Calle Robadors s’incrociano con i turisti dell’elegante hotel a 5 stelle, con gli spettatori della retrospettiva su Godard e gli avventori del famoso assenzio del Bar Marsella.

LA FIESTA MAYOR DI GRACIA. PH: TURISME DE BARCELONA

MERCATO ENCANTS. PH: TURISME DE BARCELONA

Il piano di Cerdà prevedeva una città pensata per le persone, con strade uguali, edifici non più alti dell’ampiezza delle strade costruiti secondo linee parallele e perpendicolari con la vista aperta sulle facciate anteriori e posteriori per garantire una buona ventilazione delle case. Nell’ampia zona che comprende il districte dell’eixample troviamo gran parte dell’eredità che Barcellona deve a un altro grande

architetto che ne ha segnato il destino, Antoni Gaudì; dalla centralissima Piazza Catalunya in direzione montagna si apre l’elegantissima via del Passeig de Gracia, dove possiamo trovare la Casa Milà e la Casa Batllò, progettate dallo stesso Gaudì, ma anche altri virtuosismi come la Casa Lleó Morera, la Casa Mulleras, la Casa Bonet, la Casa Amatller, espressione autentica del modernismo catalano. In direzione mare si aprono invece le famose Ramblas, attrattive e imperdibili per la maggior parte dei turisti, vietate – o meglio, dio ce ne scampi e liberi – per quelli che qui ci sono nati o sono stati adottati; per chi non sopporta le moltitudini in sandalo e calzino bianco o non vuole unirsi ai gruppi

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IN VIAGGIO

BarceLLona

Dall’altro lato delle Ramblas, il barrio gótico, l’antica Barcino, la città romana, dove è bello perdersi, passeggiare senza bussola per scoprire la Cattedrale, la bellissima chiesa di Santa Maria del Mar, la piazza dell’Ajuntament (il Comune), per arrivare così fino al mare. Si dice spesso che i barcellonesi guardino al mare di spalle: sebbene infatti Barcellona abbia avuto uno sviluppo economico e culturale basato PH: TURISME DE BARCELONA

sul fronte marittimo, è pur vero che solo con le olimpiadi del 1992 – evento che ha segnato un prima e un dopo – si è avuto un recupero totale della zona litorale tale da restituirle le spiagge così come le vediamo oggi. La vera attrattiva di Barcellona resta comunque la sua capacità di fare festa;le varie fiestas mayores che ogni quartiere organizza sono un’istituzione sacrosanta a cui le varie associazioni di vecinos lavorano alacremente tutto l’anno e che vedono protagonisti bambini, persone anziane, giovani, associazioni, disabili, artisti, il Comune, tutti insieme appassionatamente. Se capitate durante la settimana di ferragosto non perdetevi la fiesta mayor di Gracia,

un grande carnevale delle strade che per l’occasione vengono mascherate ognuna con un tema specifico; non da meno è la Festa della Mercè, la patrona della città o la festa de los Coros a Barceloneta, solo per citarne alcune. Fuori dalle dispute indipendentiste, si può forse dire che la voglia di vivere le piazze sia una caratteristica comune a tutte le città della Spagna, ma questo, mi raccomando, non ditelo a voce troppo alta; al di là delle strumentalizzazioni che accompagnano la questione, qui tanti catalani ci credono davvero che la Catalunya-is-not-Spain. E voi, mentre vi godete le meraviglie a cielo aperto della città, lasciateglielo pure credere.

PH: TURISME DE BARCELONA

PH: TURISME DE BARCELONA

SOLO CON LE OLIMPIADI DEL 1992 – EVENTO CHE HA SEGNATO UN PRIMA E UN DOPO – SI È AVUTO UN RECUPERO TOTALE DELLA ZONA LITORALE FROM RAVAL AUTHENTIC HEART TO THE WILL TO CELEBRATE A FAVOURITE TOURIST DESTINATION, THE CATALAN CAPITAL GOES FAR BEYOND THE RAMBLAS AND THE STEREOTYPES A cosmopolitan city, Barcelona continues to be a popular destination. From above, it is surprising to see the regular grid of streets cut diagonally by the big Avinguda Diagonal. The grid is the Eixample, the second neighbourhood in Barcelona, designed by the architect, Ildefonso Cerdà, during the second half of the 19th century. The architect’s plan was a city designed for people. The neighbourhood also shows the heritage of another architect, Antoni Gaudì. In the elegant street of Passeig de Gracia, we find Casa Milà and Casa Batllò, designed by Gaudì himself, but also other virtuosities of Catalan modernism.

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Towards the sea, the renowned Ramblas are must-see attractions for most of the tourists. Immediately behind the Ramblas, the neighbourhood Raval is the uncontested kingdom of skaters, of people of all colours, of dilapidated buildings, large architectural works, and places of culture. Raval is Barcelona most authentic soul: a place where good and bad coexist. In the ancient Barcino, it is nice to discover the Cathedral, the beautiful Church of Santa Maria del Mar, the square of the Municipality, until you get to the sea. But the real attraction in Barcelona is its people’s ability to celebrate, as during the different fiestas mayores. During mid-August holiday, do not miss the Gracia fiesta mayor, a great carnival through the streets, the festival of La Mercè, the patron saint, or the festival of Los Coros in Barceloneta. The will to celebrate is perhaps the characteristic common to all Spanish cities.


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saLento visto Da Fuori

Da Napoli a Lecce sull’onda dell’amore Pasquale è un consulente campano che da anni vive a Lecce dove ha incontrato due grandi passioni: sua moglie ed il kitesurf

Perché mi sono trasferito a Lecce? Per lavoro. Perche vivo qui? Per amore,anzi, per i miei amori: Mary e il mare. Che poi, a pensarci bene, il suono dei due nomi è simile, segno che il mio destino era già scritto da qualche parte.Amo Lecce, il suo centro storico che sembra abbracciare i passanti incantati dalle meraviglie barocche, ed amo la costa salentina tutta, da est ad ovest, soprattutto quando il vento trasforma

il mare nella più incantevole “pista” da kitesurf del mondo. Mi presento: mi chiamo Pasquale Facciolli, ho 44 anni, sono napoletano ma il mio cuore è ormai salentino a tutti gli effetti. Per me è stato un colpo di fulmine quando per la prima volta, 14 ani fa, ho fatto “amicizia” con questa realtà. Lavoravo per un ente di formazione con sede a Napoli e quando mi dissero che avrei dovuto trascorrere del tempo a Lecce, proprio

per avviare dei corsi, non immaginavo che la mia avventura salentina si sarebbe trasformata in un legame indissolubile. Non avevo molta confidenza con questa realtà, pur avendo villeggiato per qualche anno a Mancaversa. Anzi, ora che ci penso, il mare già all’epoca (ero poco più che un bambino) aveva fatto breccia nel mio cuore. Ma il vero grande amore, quello con occhi da cerbiatta e sorriso disarmante, lo avrei incontrato qualche anno più tardi.


di pasquale facciolli/foto pierpaolo schiavone

Insomma, se dovessi associare il Salento a qualche immagine, lo assocerei alle onde sinuose dello Ionio e dell’Adriatico e alla voce suadente della mia Mary. Anche con lei un colpo di fulmine. Entro nell’agenzia di viaggi dove lavora, il tempo di chiedere alcune informazioni per un biglietto aereo, ma il volo l’avevo già preso, col cuore. Tutto questo più di 10 anni fa. Nel frattempo l’ho sposata, ho avuto una bambina

meravigliosa e continuo a lavorare nel mondo della formazione, ma come libero professionista. Già, perché intanto l’azienda partenopea con cui collaboravo mi aveva proposto di rientrare a Napoli. Troppo tardi, le mie radici salentine avevano già attecchito. Lecce è la mia casa, la mia famiglia, il mio nuovo nido. Certamente Napoli è sempre nel mio cuore,ci torno spesso, continua ad essere una parte di me, non potrebbe essere diversamente.

Mamma e papà aspettano l’arrivo di Mia, mia figlia, come i bambini attendono Babbo Natale. Cosa posso dire sul mare salentino che non sia stato già detto? Per me è come un compagno di giochi. Estate, inverno, pioggia sole, con la muta o senza, appena posso corro a cavalcare quelle onde magiche, trasportato dal vento in una dimensione fantastica. Ci ha provato anche Mary, ma poi, tra una cosa e l’altra, ha abbandonato ed è attualmente la mia fan numero uno. Se sono bravo? Diciamo che mi diverto. Del resto, il mio primo istruttore è stato niente meno che Mitu Monteiro, campione internazionale di kitesurf! L’ho conosciuto diversi anni fa, più esattamente nel 2008, a Capo Verde durante una vacanza. All’epoca non era ancora l’atleta affermato di oggi, ma se la passione per questo sport ha fatto breccia nel mio cuore, il merito è anche suo e delle sue lezioni mai banali, anzi, se devo dirla tutta, mi sento un privilegiato ad aver avuto un maestro di tale levatura.Il resto è scandito dalla tramontana e dallo scirocco che, come solo i salentini sanno interpretare per godersi il mare, segna le mie incursioni tra le onde. Per me non è semplicemente uno sport, è qualcosa di più. Trovo diffi156 157


IN VIAGGIO

saLento visto Da Fuori

cile descrivere a parole le emozioni che provo quando sono sulla tavola. Provate ad immaginare di sentirvi liberi, tra mare e vento, quasi pronti a spiccare il volo,con il sole che vi accarezza la pelle. È qualcosa di fantastico, una sen-

sazione che vi porterete dentro anche una volta smessi i panni del “rider”. Ogni salto è una sfida, una scarica di adrenalina. E lo spettacolo della natura che ci circonda, tipo la macchia mediterranea o la scogliera salentina,

PIAZZA SANT’ORONZO

completano la tavolozza delle emozioni. Qualcuno lo definisce uno sport estremo. Non sono d’accordo.È una disciplina impegnativa, che per qualcuno diventa profondamente introspettiva, e che offre suggestioni uniche ed indimenticabili. È ovvio che alla base ci debba essere una certa preparazione, guai ad improvvisarsi kiters.Il bello di questo sport, inoltre, sta anche nelle relazioni e nelle amicizie (belle e durature) che ci permette di stringere. Adoro la cucina salentina, al dolce preferisco il salato. Mi conquistate con una frisa ben condita e tutto sommato non mi definirei un goloso, ma se mi imbatto in una vassoio di ricci… beh, non capisco più niente. Potrei mangiarne centinaia senza stancarmi mai. Ed è anche questo uno “sport” che il Salento mi permette di praticare con piacere.

PER ME È STATO UN COLPO DI FULMINE QUANDO PER LA PRIMA VOLTA, 14 ANNI FA, HO FATTO “AMICIZIA” CON QUESTA REALTÀ

FROM AUSTRALIA, THE RESCUE BOARD This rescue technique has become famous thanks to the American TV series “Baywatch”. Now, we could see it practiced in Italy, too. We usually see rescue tools like lifebuoys and twin-hulled rowboats, port captaincy means of conveyance or faster jet skis. Unfortunately, these tools are too expensive and poorly eco-friendly or unwieldy and uncomfortable. According to Australians and Americans, a surfboard is faster and safer. In recent months, this fantastic tool has landed in Salento.

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The rescue board is faster than twin-hulled rowboats, it is used by only one rescuer and it can cling to up to ten people in danger. Furthermore, it is very light and it can be easily positioned where it is needed. It is less damaging in the case of capsizing and it is the best tool in the event of rough seas. The rescue board can easily overcome and ride breakers, making rescues even timelier. Unfortunately, the rescue board hasn’t been recognized as a rescue tool by the Italian law yet, but the newborn interest makes us hope that it will be officially recognized soon.


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