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Il golfista in palestra
a cura di Fabio Grossi e Michela Verardo
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l golf, con oltre 50 milioni di giocatori, è uno degli sport più diffusi al mondo. Probabilmente perché, a differenza di altre attività, può essere praticato indistintamente da uomini e donne, da bambini, adulti e anziani. Per alcuni si tratta effettivamente di una disciplina sportiva, per altri è un divertimento, per altri ancora una piacevole e salutare dipendenza. Concentrazione, calma, nervi saldi sono le qualità indispensabili in questo gioco. Un gioco o uno sport aggregante, grazie a strutture come club e circoli, dove è determinante l’integrità dell’individuo nel dimostrare rispetto nei confronti degli altri giocatori e nella rigida osservazione delle regole (il golf è molto spesso giocato senza la supervisione di un arbitro). Secondo Giovanni Valentini il golf è un'opportunità per migliorarsi all'infinito. Per diventare dei buoni giocatori di golf non basta conoscere la tecnica o avere un fisico bene allenato, ma occorre praticarlo con continuità e passione. Come in ogni aspetto della vita, per
mezzo della pratica si sviluppano gli automatismi, i movimenti di routine e si migliora soprattutto la fiducia nei propri mezzi. Dario Cubani , giornalista e artista napoletano, definisce il
golf come arte in movimento, dove ogni colpo richiede creatività e strategia per arrivare in buca con la soluzione migliore; ma, oltre alla fantasia, occorrono tecnica e allenamento.
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PREPARARSI FISICAMENTE Quando vediamo i grandi personaggi di questo sport, il celebratissimo Tiger Woods su tutti, eseguire con estrema facilità colpi fantastici, ci viene da pensare che questo sia un gioco semplice, che non comporta sforzo alcuno. In realtà non riusciamo a comprendere fino in fondo quanto lavoro si celi dietro le performance di questi grandi campioni. Giocare a golf significa essenzialmente essere capaci di eseguire gesti tecnici di grande precisione che richiedono forza, flessibilità, coordinazione e concentrazione per colpire la palla con l’obiettivo di “metterla in buca”. La programmazione individuale dell’allenamento dovrebbe esser tale da garantire lo sviluppo armonico ed equilibrato di tutte le principali qualità fisico-atletiche: resistenza alla forza, velocità d’esecuzione del gesto, flessibilità. La resistenza non è la qualità fisica principale nel gioco del golf, anche se migliorare la capacità di tollerare uno sforzo prolungato risulta importante per costruire la base su cui
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incrementare le altre qualità. La preparazione dovrebbe prevedere il bilanciato e moderato sviluppo di tutta la muscolatura, anche perché un lavoro troppo incentrato su forza e ipertrofia potrebbe risultare controproducente: lo sviluppo di grandi masse muscolari, soprattutto nella “parte alta” del corpo, può andare a discapito dell’efficacia del gesto, della flessibilità e della sensibilità nelle rotazioni del corpo. La muscolatura addominale, soprattutto a livello degli obliqui, è fondamentale per dare luogo alle torsioni del busto. Per quel che concerne gli arti superiori, il tricipite e i muscoli dell’avambraccio sono decisivi nel garantire solidità e controllo per colpire la palla. Trapezio, deltoidi e romboidi sono chiamati in causa nel gesto di portare il bastone (o mazza) verso l’alto. Per ottenere uno swing, il colpo principe del golf, efficace e preciso, gli arti inferiori dovranno essere mantenuti tonici e in particolare gastrocnemio, soleo, quadricipite e muscoli posteriori della coscia vanno tonificati e potenziati. Fondamentali, e non solo nella parte inferiore del corpo, i muscoli intrarotatori ed extrarotatori, indispensabili nella stabilità del colpo e della posizione. La flessibilità è sicuramente la qualità più importante per un gioca-
tore di golf: la componente asimmetrica del gioco e la natura ripetitiva del gesto rischiano col tempo di usurare tendini, articolazioni e muscolatura. Per questo, il mantenimento del tono muscolare e di una buona flessibilità può prevenire eventuali fenomeni di usura. La flessibilità è una qualità che può essere migliorata con un valido e costante programma di allenamento, con risultati significativi in tempi relativamente brevi. La regolare pratica di esercizi di stretching e di mobilità articolare, oltre a prevenire gli infortuni, può agevolare un incremento della performance, grazie soprattutto a maggiore ampiezza e fluidità del gesto atletico. Nei giovani, in particolare nei bambini, la preparazione atletica sarà incentrata sul lavoro di ba-
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se, generale, con un occhio di riguardo per le capacità coordinative, abilità che si sviluppano mediamente dai 4 agli 11 anni d’età; negli anziani, invece, ci si concentrerà sulla ricerca di una maggiore flessibilità, proprio per evitare traumi e fastidiose contratture, eventi sempre più frequenti con l’incedere del tempo. In ogni caso, anche il giocatore di golf a livello amatoriale dovrebbe dedicare al miglioramento della condizione fisica almeno tre o quattro giorni la settimana, prediligendo l’utilizzo di pesi liberi ed elastici a discapito delle macchine isotoniche, spesso troppo vincolanti per le articolazioni, ricordandosi sempre di effettuare un buon riscaldamento prima di iniziare a giocare e a praticare questo affascinante sport.
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Fabio Grossi Direttore tecnico dello studio genovese di Personal Training “Salute In Movimento”, progetto ideato con la moglie Michela Verardo, ha sviluppato negli anni competenze in acquamotricità, coordinamento scuole nuoto, fitness olistico e posturale. Titolare di tre agenzie matrimoniali, si è formato presso la “Pyramid” del dottor Norberto Tranquillo per gestirne e ottimizzarne le campagne pubblicitarie on-line. Collaboratore di alcune pubblicazioni locali e nazionali, si è perfezionato nel 2005 come istruttore sportivo presso l’Università di Genova e sta attualmente frequentando la rinomata scuola per consulenti grafo-diagnostici “Crotti Magni” di Milano.
IL GOLF IN ITALIA
CENNI STORICI
Il primo club italiano fu fondato nel 1889 a Firenze da un gruppo di inglesi che abitavano nella zona del capoluogo toscano, e il percorso fu realizzato solo in seguito nella zona di S. Donato, in un terreno di proprietà dei principi Demidoff. Il percorso di buche più antico esistente è però L’Acquasanta di Roma, fondato nel 1903 e realizzato nel favoloso scenario dell’Acquedotto Claudio. Oggi la maggioranza dei circoli si trova al nord Italia e di fatto Piemonte e Lombardia insieme rappresentano il 42% circa dei giocatori e il 33% degli impianti esistenti (61 campi in Lombardia e 51 in Piemonte). Nel centro Italia le due regioni che dimostrano un maggiore interesse nei confronti del golf, e che contano di conseguenza una buona presenza di campi, sono il Lazio (con grandissima concentrazione nella zona di Roma) e la Toscana. Al sud stanno emergendo Puglia e Sardegna, ma soltanto come numero di impianti, per il momento. Nel decennio dal 1996 al 2006 i giocatori di golf a livello amatoriale sono aumentati ogni anno con una percentuale pari a circa il 5%: una realtà in continua crescita, nonostante il golf non ricopra una posizione di vertice tra gli sport praticati in Italia, a causa di un’insufficiente promozione e di svariate ragioni di tipo culturale. Inoltre, si pensa comunemente che il golf sia uno sport costosissimo, riservato a una limitatissima élite di persone, ma non è esattamente così, dal momento che giocare a golf non è più costoso di altre attività come lo sci, il tennis e l’equitazione, volendone citare solo alcune.
Senza ombra di dubbio i pionieri del golf furono gli scozzesi, che iniziarono a praticarlo sui loro links (strisce di terra) in riva al mare e lo diffusero in tutto il mondo, insegnandone la corretta pratica e le regole a popoli di altre tradizioni. Il più antico percorso di golf esistente è quello di St. Andrews, vicino a Edimburgo, dove si iniziò a giocare intorno alla metà del XV secolo. Verso la metà del XVIII secolo nacquero i primi circoli istituzionalizzati, dove furono codificate le regole di base del gioco. Fu poi introdotto nella vicina Inghilterra e in tutti i Paesi che avevano rapporti politici, commerciali e culturali con il Regno Unito. Leader assoluti, sia come professionisti che per numero di percorsi e di praticanti, sono gli Stati Uniti d’America, dove viene organizzato il circuito di gare più ricco e importante del mondo.
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BIBLIOGRAFIA ED EMEROGRAFIA ON-LINE Bagnoli G. “Golf” ed. GiuntiDemetra, Firenze 2006. Chopra D. “Lo spirito del golf applicato alla vita” Sperling Paperback, Milano 2007 Leadbetter D. “Migliorate l’equilibrio” da Il Mondo del Golf, n. 219, anno 28, pag. 62, novembre 2008. Taruffi P. “Ci vuole un fisico bestiale”, da 18Golf, n. 18, gennaio-febbraio 2009. Palomba F. “Arte nel Golf”, da 18Golf, n.20, maggiogiugno 2009. www.federgolf.it www.caneogolf.it www.fitnessanywhere.com www.ilmondodelgolf.com www.federgolf.it www.18golf.it
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