Social non si nasce... Si diventa

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primo piano web

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Social non si nasce… si diventa Facebook, Twitter e Youtube possono essere strumenti di grande importanza per ampliare la visibilità e gli introiti di un centro sportivo. Però, attenzione, non sono strumenti facili da utilizzare, almeno non in un’ottica di marketing.

Facebook come esempio, uno degli errori più comuni, assolutamente da evitare, è aprire un profilo personale al posto di una pagina fan. Se desiderate attivare una presenza su Facebook per motivi professionali o imprenditoriali, dovete optare per una fanpage. Utilizzo volutamente l’imperativo perché per Facebook utilizzare un profilo personale al posto di una fanpage è una violazione dei termini stabiliti per l’utilizzo della piattaforma. Se ciò accade, Facebook, nella migliore delle ipotesi si sente autorizzato a bannarvi, ovvero a togliervi la password d’accesso al vostro profilo. Ma potrebbe anche chiudervi definitivamente il profilo. L’ho visto fare diverse volte, credetemi. Non ci sono se e ma: da un giorno all’altro Facebook chiude il profilo di chi sgarra”.

Strategie che funzionano

Per un centro sportivo, fingere che i Social Network non esistano è il modo migliore per perdersi grandi opportunità che, se gestite a dovere, possono rivelarsi occasioni di business.

VISTO DA VICINO

Luca Ercolani. Da 28 anni nel mondo del fitness, da 15 istruttore, consulente e formatore. Da anni si occupa di Consulenza, Gestione e Formazione in Social Media Marketing, proponendo corsi ad hoc per aziende e professionisti del Fitness e del Benessere.

a cura della redazione

Partiamo da una premessa fondamentale: l’impianto sportivo che avete in gestione è un prodotto. Un prodotto che va raccontato, condiviso, promosso e venduto. Nella maggior parte dei casi è di proprietà di qualcun altro, qualcuno che ve l’ha affidato affinché lo facciate funzionare nel migliore dei modi possibili. Gli utenti, dal canto loro, quelli che ogni giorno si avvicinano il vostro prodotto (i bambini della scuola calcio, le ragazze della pallavolo, i cestisti del venerdì sera), ogni singola volta vivono un’esperienza e la condividono. È sempre stato così. Prima si passavano ore a parlare al telefono, ora si postano foto su Facebook, si twitta, si caricano video sul proprio canale di Youtube. Per un centro sportivo, fingere che questo mondo virtuale, multiforme e in continua evoluzione non esista è il modo migliore

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per perdersi grandi opportunità che, se gestite a dovere, possono rivelarsi occasioni di business. Perché voi magari su Facebook non ci siete mai entrati, ma il vostro centro sportivo c’è. E non solo su Facebook. C’è nei commenti dei vostri ragazzi, c’è nelle foto scattate con il telefonino dai genitori durante una partita, e ogni singolo ragazzo/genitore ha degli amici, che a loro volta hanno degli amici, che hanno a loro volta altri amici, in una catena di relazioni che procede sin quasi all’infinito. In questo senso, “l’avvento dei social network – racconta Luca Ercolani – ha completamente ribaltato le regole del marketing e rimesso in discussione il rapporto azienda-cliente. Il rapporto con l’azienda o il brand è diventato un rapporto personale, alla pari, quasi tra amici. Nella piazza virtuale dei social media sono gli utenti che dettano le regole, creando e condividendo commenti e contenuti. Questi utenti sono disposti ad accogliere

anche le aziende, a patto che si adeguino alle loro regole del gioco. Per questo motivo non si deve entrare a gamba tesa, proponendo di acquistare fin da subito i propri servizi/prodotti. Questi possono essere proposti solo dopo aver conquistato la fiducia del cliente, con la pazienza, il dialogo e l’ascolto. Se non si coltiva adeguatamente questa capacità di relazione si arrecano gravi danni d’immagine, e quindi economici”.

Buttarsi a capofitto? No grazie!

Come già si può comprendere, essere presenti sui social network senza la dovuta preparazione, sottovalutandone i rischi, è quindi quasi peggio che non esserci affatto. “Buttarsi a capofitto nel mondo dei social – continua Ercolani – senza ad esempio sapere che cosa si debba fare per aprire una pagina Facebook o, ancor più importante, cosa comunicare tramite il web, può essere dannoso per il proprio business. Prendendo proprio

Quindi? Come impostare la mia presenza, ad esempio, su Facebook? “Facebook funziona se è vivo”. Così sintetizza la propria esperienza su questo famoso social network Paolo Finestra, titolare del club Agorà di Latina. “Sono moltissime le modalità con sui si possono coinvolgere le persone, prime tra tutte quelle che già frequentano il vostro centro. Ad esempio, potete invitarle a postare una loro foto scattata all’interno, stabilendo che chi riceve più mi piace vincerà un premio. Solamente con i mi piace e con le condivisioni una campagna attuata a costo zero consente di raggiungere 25-30.000 contatti in una settimana. Alcuni anni fa risultati di questa portata erano impensabili, se non sostenendo investimenti a più zeri”. Della medesima opinione anche Andrea Pambianchi, project manager e co-proprietario dei club Hard Candy Fitness: “Attraverso l’utilizzo dei social, in particolare di Facebook, cerchiamo di coinvolgere gli utenti facendoli divertire, raccontando ciò che avviene nel club, postando le foto dei soci e degli eventi tra i quali, ad esempio, ha figurato la visita di Madonna”. Due strategie che mirano quindi a coinvolgere chi già conosce il centro (sportivo o fitness che sia), portandoli a condividere foto, video e link con gli amici, che a loro volta condivideranno con i loro amici, allargando a macchia d’olio i possibili futuri frequentatori del centro sportivo.

Però, non c’è solo Facebook

Per chi si rivolge al pubblico finale, cercando nuovi clienti e utenti interessati a provare un’attività fisica o sportiva, Facebook è sicuramente il social più adatto, ma non è il solo, anche Youtube e Twitter sono degli ottimi mezzi di comunicazione e interazione. “Se si vuole utilizzare Twitter come strumento efficace di marketing – raccontano Fabio Grossi e Michela Verardo – sono cinque i passi fondamentali da seguire: 1. seguire e prendere informazioni dai cosiddetti opinion leader del vostro settore di riferimento e cercare e seguire i clienti, presenti su Twitter, che usufruiscono dei vostri servizi; 2. iniziare a conversare e a interagire amichevolmente con i clienti per comprendere più a fondo le loro esigenze, avviando un servizio di customer care online a basso costo e promuovendo sconti,

coupon, promozioni riservate esclusivamente ai follower dell’account; 3. condividere e pubblicare, con un linguaggio appropriato, messaggi simpatici e coinvolgenti: questi renderanno il vostro centro più umano, contribuendo a un’ulteriore fidelizzazione di chi vi segue; 4. rendere concreto il proprio network, non fermandosi al web e organizzando incontri dal vivo con i follower. La regola generale è trascinare senza spingere, visto che il valore sta nella relazione e non nell’autopromozione esasperata”. Consigli che valgono anche per gli altri social network, dove si rivela di fondamentale importanza la creazione di un rapporto diretto con chi decide di seguirvi, premurandosi sempre di rispondere, in tempi ragionevolmente rapidi, ai commenti, anche e soprattutto a quelli negativi. “Una strategia vincente pone infatti le sue basi – specificano Grossi e Verardo – sull’ascolto dell’utente, sulla capacità di accogliere consigli e critiche, sulla disponibilità al dialogo e la costanza nella pubblicazione di contenuti interessanti. Assolutamente da evitare lo spam con l’inserimento eccessivo di messaggi pubblicitari”. E Youtube? “Youtube è decisamente il social più impegnativo – conclude la coppia – Ci porta via circa 6/7 ore settimanali per il montaggio e il rendering video, alle quali vanno sommate almeno altre 2 ore la settimana per l’ideazione e la gestione dei contenuti e dei relativi commenti”.

Me li gestisco da solo, cosa ci vorrà mai?

Come si evince da questa seppur breve carrellata, la gestione dei social network non è un’attività che si possa intraprendere nei ritagli di tempo, senza un’adeguata preparazione e, soprattutto, senza una strategia. “I social network sono strumenti molto complessi e delicati, in continua evoluzione, quindi la formazione specifica è una componente essenziale – racconta Luca Ercolani – Una gestione adeguata dei social media richiede varie conoscenze molto specifiche (marketing, comunicazione, SEO, SEM, e-mail marketing, Web Analitycs, etc.). Non bisogna dunque commettere l’errore di affidare questa delicata attività alla segretaria o al ragazzo smanettone”. Dello stesso avviso anche Andrea Pambianchi: “Facebook funziona esclusivamente se s’interagisce davvero e in modo costante. Ma affinché ciò avvenga serve una persona che almeno otto ore al giorno si occupi di questo, che tenga monitorata la piattaforma, che risponda ai post, che interagisca con tutti. È, a tutti gli effetti, un lavoro”.

svolga quest’attività dovrebbe essere in grado di coinvolgere i clienti, incoraggiare i membri dello staff a utilizzare questi strumenti e a interagire; dovrebbe anche e necessariamente comunicare con lo staff in modo continuativo e costante. Chiunque lavori per il centro sportivo dovrebbe conoscere la strategia riguardante i social media e dovrebbe essere incoraggiato a partecipare”.

INCONTRA GLI AUTORI L’argomento social network verrà sviscerato nei dettagli durante gli eventi concomitanti ForumClub/ForumPiscine e ForumSport Congress. Luca Ercolani, Fabio Grossi e Michela Verardo saranno protagonisti di una tavola rotonda e sessioni dedicate al tema. Non perdete l’occasione di imparare come sfruttare appieno le opportunità offerte dal social media marketing. Per maggiori informazioni si veda a pag. 16 e 17.

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VISTO DA VICINO

Fabio Grossi e Michela Verardo. Ideatori e titolari dello studio di Personal Training Saluteinmovimento di Genova, di cui Grossi è direttore tecnico e Verardo direttrice scientifica, si occupano di comunicazione sul web, networking e formazione. Attualmente sono partner di YouTube/ Google con i canali multilingua sul fitness.

PER APPROFONDIRE Questo articolo nasce da una rielaborazione di due interviste a Luca Ercolani, pubblicate su www.sportindustry.com, da un articolo dedicato a Twitter a firma di Fabio Grossi e Michela Verardo e da un’approfondita inchiesta dedicata al mondo dei social network a firma di Davide Venturi, entrambi pubblicati sulla rivista Il Nuovo Club, Strumenti di Management per Centri Sportivi e Fitness Club, n°135, settembre-ottobre 2013.

Ci vuole un leader

A chi affidare dunque questo delicato lavoro? “È importante che ci sia un leader che configuri la strategia riguardante i social media e supervisioni la sua implementazione”. Spiega Fred Hoffman, formatore e consulente di livello internazionale, in ambito sia tecnico sia manageriale, nel settore del fitness. “Può essere un membro dello staff, con un’eccellente conoscenza dei social media, oppure un esterno, applicando in questo modo il principio dell’outsourcing. Chiunque

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