CASSANDRA numero 102
anno XXV
J
EDITORIALE
J
C
SPERO SI FACCIA COSÌ
3
1 ottobre 2020. Giornata mondiale del risparmio e Halloween. Ironico, date le martellanti pubblicità che in quei giorni evangelicamente annunciavano l’avvento del black Friday. Uno un po’ strano, visto che in giro non c’erano né bambini strafatti di zucchero, né quindicenni dinamitardi. Il citofono non ha suonato nemmeno una volta e sono riuscito ad addormentarmi alle nove senza sentire mezzo petardo esplodere. Una favola. Peccato che poi ho dormito male e ho avuto gli incubi tutta la notte. Forse il mio subconscio mi voleva ricordare che ho diciotto anni e non settantotto, forse avevo mangiato pesante quella sera, vai tu a sapere. Fatto sta che mi ricordo ancora il sogno: ero in un paese medievale vestito da strega e andavo a fuoco. Giuro che è successo davvero. Secondo tuttosogni punto it “la strega è la proiezione inconscia del femminile primitivo che il maschile non riesce a integrare in sè, che non accetta”, io invece penso che guardare i cartoni con Lucia (7 anni) abbia condizionato le mie già scarse capacità oniriche. Non ho ancora capito cosa c’entrasse il fuoco, ma sospetto che abbia a che fare con la dichiarata (molto spesso) avversione paterna per la sopra citata “festa pagana e consumista”. Consumista forse per loro boomer, perchè pare che la generazione Z, la nostra, abbia risparmiato più di qualunque altra nei mesi del lockdown. Come lo so? Bè, ho cercato “31 ottobre” su Google e mi è apparso un articolo di tale spazio50.org, il portale degli over 50, sulla giornata mondiale del risparmio. La giornalista sostiene che “Nella maggior parte dei casi, in effetti, si tratta di studenti che possono contare sull’appoggio economico dei genitori e che, una volta ritrovatisi ad affrontare il lockdown, non hanno dovuto sostenere grosse spese come bollette, affitti o spesa alimentare.” Non so quali adolescenti abbiano intervistato, ma fa ridere (in realtà piangere) pensare che l’ultima volta che lo studente medio ha battuto cassa è stato a capodanno 2019/20. Personalmente, non mi farebbe
2
J
EDITORIALE
J
schifo un po’ di grana, la spenderei tutta in un colpo per calzini colorati o panini alla porchetta unticci e poi tornerei a fantasticare su come amministrare saggiamente il patrimonio. Tirando le fila, si potrebbe individuare una morale di fondo. Mai mischiare Halloween e consumismo, nascerebbero orrori come questo editoriale. Grazie a tutti gli intrepidi che sono arrivati fin qui senza girare pagina, mi scuso per lo sproloquio: desideravo farlo da cinque anni. Ad ogni modo, vi auguro una buona lettura: prometto che sono l’unico, in trentasei pagine, che divaga cosÏ orribilmente. Samuele
3
4
P INDICE P M SARPI
Come gocce sulla roccia Sarpivision song contest Intervista chiastica
L ATTUALITĂ€
Aspettando il tre novembre Ventidue ottobre ventiventi Non solo corpi
N CULTURA
Cinque pezzi facili O muthos deloi oti: Elena e Ghismunda #FlattenTheCurve
P NARRATIVA
Azrael Ofelia, colei che assiste
G SPORT
Il campionato dei vivi morenti
O TERZA PAGINA Test swag Oroscopo Ipse dixit
5
pag 6 pag 8 pag 10 pag 12 pag 14 pag 16 pag 17 pag 20 pag 22 pag 25 pag 26 pag 28 pag 30 pag 32 pag 34
M
SARPI
M
C
COME GOCCE SULLA ROCCIA
S
riuscire a lasciare una traccia, a dare voce almeno ad alcune delle difficili situazioni che le persone che ho incontrato mi hanno confidato. Tante volte, erroneamente si pensa “ma cosa interesserà agli altri di una vita come la mia?” e invece no, serve, perché parlando si dà testimonianza che anche dalle situazioni più difficili si può riemergere.”
ilvia Bolognini, classe 1994, originaria di Sotto il Monte, ha frequentato il Sarpi dal 2008 al 2013, si è laureata presso l’Università degli Studi Milano Bicocca nella Facoltà di biotecnologie mediche per poi vincere un concorso al Mario Negri dove ha lavorato per due anni. Attualmente è impegnata all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo come ricercatrice in immunoematologia, dove si occupa di interazione tra coagulazione e tumori. “Aver frequentato il Sarpi mi ha sicuramente formata” - racconta – “oltre all’impostazione e al metodo, sono due gli elementi che mi hanno sempre accompagnato nella mia vita, e che sicuramente mi hanno portato anche alla decisione di scrivere il mio libro come questo: l’humanitas terenziana e quella gnome del tempio di Apollo a Delfi: “conosci te stesso”. Alla fine in tutte le cose che faccio c’è sempre questo interesse per l’uomo in quanto tale, se posso fare qualcosa per aiutare lo faccio. È un qualcosa che sento dentro. È nel rapporto con gli altri che riesci a conoscere davvero te stesso. “
Come gocce sulla roccia, è questo il titolo del libro di Silvia. Un titolo originale e non immediato. Quando le chiedo il motivo di tale scelta sento che dall’altro capo del telefono sorride. “Circa a metà della fase di stesura, una notte, di colpo, mi è ve-
Tra un turno di volontariato in ambulanza e gli studi in ospedale, lo scorso aprile ha deciso di provare a realizzare quel sogno che prima è sempre rimasto chiuso in un cassetto. “Dovevo
6
M
SARPI
nuta in mente una riflessione sull’acqua: come anche le più piccole gocce d’acqua con il tempo, la perseveranza e la tenacia sono in grado di scavare anche la più dura delle rocce, così anche i protagonisti delle storie che ho raccontato, sebbene si sentissero tanto fragili, vulnerabili, e addolorati, sono sempre riusciti a reagire e a non perdere mai la speranza. Da qui è nato il titolo. Ho preso il telefono e l’ho segnato nelle note, se qualcuno fosse entrato in camera in quel momento gli sarei sicuramente sembrata una pazza.”
M
che mi avevano confidato. Riuscivo a sentirmi loro e a mettere su carta tutte quelle emozioni e sensazioni che loro provavano”. Ogni storia è narrata in prima persona. Tutte, tranne la prima. “Una voce - questo è il titolo del primo capitolo - è la storia di una ragazza che non ha mai avuto il coraggio di parlare finché è scattato qualcosa ed è riuscita a riemergere. Ho deciso di scriverla in terza persona proprio come introduzione al libro e per sottolineare il fatto che la protagonista in una prima fase abbia avuto bisogno di qualcuno che la accompagnasse, come se non fosse totalmente partecipe e presente nella sua vita, mentre poi è riuscita a spiccare il volo.”
Dodici capitoli, dodici storie, storie vere, profonde, talvolta talmente pesanti da non sembrare reali. Storie di vite che il destino ha voluto mettere a dura prova, che il dolore ha reso troppo fragili per parlare e che hanno avuto bisogno di qualcuno che lo facesse per loro. “Scrivendo, spesso mi succedeva una cosa strana - mi confida - era come se riuscissi ad entrare empaticamente nella loro vita rispetto alle cose
Come gocce sulla roccia è un libro che con la sua semplicità e delicatezza è in grado di risvegliare in chi lo legge una forza incredibile, di dare speranza. Margherita Monticelli, VB
7
M
SARPI
M
C
SARPIVISION SONG CONTEST V
i abbiamo chiesto quali siano secondo voi le canzoni che più ricordano o rappresentano Halloween. Ecco i risultati:
Thriller (1982)
Creep (1993)
Smelly Cat (1994)
Ebbene sì, la canzone vincitrice è Creep dei Radiohead, sarà per la sua cadenza spooky per Halloween o il suo testo malinconico e triste in onore del nostro esilio provvisorio dalla scuola? Non saprei, ma di certo è una bellissima canzone. Pubblicata nel 1992 dai Radiohead, band britannica di alternative rock, è il loro primo singolo e, nonostante le critiche negative della BBC è subito diventata una delle canzoni più ascoltate. Secondo il leader della band questa canzone dovrebbe parlare di un uomo che, ubriaco, segue una donna ovunque, accorgendosi alla fine di essere inconsciamente la donna in questione. A chi non è capitato?! Ammettetelo! Sarà una canzone molto triste, ma ogni volta che arriva il ritornello non potete fare a meno di cantarla a squarciagola! Al secondo posto troviamo la celeberrima Thriller di Michael Jackson che, se dal 1982 ha ottenuto un successo planetario a dir poco irripetibile, all’alba del 2020 raggiunge anche la vetta della classifica musicale sarpina. L’omonimo album di cui fa parte il brano è il più venduto di tutti i tempi, una vera e propria macchina-pop che ancora oggi, a distanza di quasi quarant’anni, continua a suscitare ed a raccogliere moltissimi nuovi estimatori. Alla luce di questo allora, rallegriamoci del fatto che Thriller si trovi nella nostra classifica, significa che abbiamo un ottimo gusto!
8
M
SARPI
M
Sul gradino più basso del podio si trova Smelly Cat, tratta dalla celebre serie tv “Friends”. Il brano è cantato principalmente da Pheobe (Lisa Kudrow) con la sua amata chitarra durante i pomeriggi passati al Central Perk. Canzone semplice, molto amata dai fan della serie, parla di un gatto rognoso che nessuno vuole, lasciato senza cibo e senza cure. Se come noi vi state chiedendo cosa c’è di spaventoso o triste in questo brano? Bella domanda, probabilmente i gatti puzzolenti incutono molto terrore. Menzioni onorevoli: Ghostbusters, Ray Parker Jr Non potevamo non parlare di un brano così iconico. Che abbiate ascoltato questa canzone per la prima volta nella colonna sonora del famoso film del 1984 o nella seconda stagione di Stranger Things (quando Mike, Dustin, Lucas e Will vanno a fare dolcetto o scherzetto travestiti da Ghostbusters), non ha importanza! Oltre ad essere simbolo dei grandi e mitici anni 80, è uno di quei brani che non può assolutamente mancare nella tua playlist per una festa a tema Halloween (se solo si potessero ancora fare): Ghostbusters farà di certo scatenare i tuoi ospiti sulle note del grande Ray Parker Jr e per una settimana ti resterà in mente: Who you gonna call? Ghostbusters!!! La Danza delle streghe, Gabry Ponte Mai ci saremmo aspettati di portare sulle pagine di questo giornalino un commento a un brano di Gabry Ponte. Eppure s’ha da fare. Devo dire che nonostante la canzone sia stata ideata per Halloween e non sia niente di speciale, la cassa dritta fa il suo sporco lavoro. Se vi capita anche solo di ascoltarla una volta non vi esce più dalla testa. Come dimenticare il bridge di viola e synth. Insomma, è un pezzo commerciale, fatto per non essere dimenticato. Perciò, parlando ai posteri che leggeranno questo articolo nel 2040 (perché Cassandra è eterna), vogliamo ricordarvi che questo pezzo spaccava anche nel 2020, nonostante l’anno nefasto. Cari sarpini, continuate ad ascoltare musica, ma soprattutto non deprimetevi per la quarantena: quando ritorneremo nessuno ci fermerà più. Stay tuned. P.S. Ehh si bels, da quest’anno ci allarghiamo. Ci saranno, oltre al podio, anche due menzioni speciali, perciò vi vogliamo numerosi nei commenti dei prossimi post!! Leonardo Umberto Gambirasio VE, Lucia Chiari e Sara Marconi IIIA, Maddalena Foschetti IID , Martina Musci IIF
9
M
SARPI
M
C
INTERVISTA CHIASTICA
T
ante volte ci chiediamo: Come sarò in quinta? Cosa pensano di me quelli più grandi (che a ripensarci è meglio non chiederselo)? Oppure, assaliti da un moto di nostalgia per i bei vecchi tempi del biennio, cerchiamo di ricordarci come eravamo in prima. Ma la verità è che effettivamente non possiamo saperlo, o comunque i ricordi che abbiamo non ci permettono di reimmergerci completamente in quell’aureo (magari non troppo) periodo che è stato il ginnasio. Perciò qui vi proponiamo un’avvincente doppia intervista tra Alice, studentessa del primo anno, e Claudia, del quinto, che ci danno i loro punti di vista su quello che è il nostro orrend… cioè meraviglioso mondo sarpino (alla fine amiamo il Sarpi, diciamoci la verità). Parola alle intervistate! Mi piaceva l’idea di confrontarmi con una ragazza dell’ultimo anno per capire come ha vissuto il cambiamento e la sua crescita; è stato bello aver parlato con lei e aver ascoltato i suoi consigli per vivere al meglio il Sarpi. A: Su quali aspetti ti senti più cambiata rispetto alla prima? C: Sicuramente è cambiato il mio modo di gestire lo studio: prima non sapevo come affrontare il carico di lavoro, ora sì. Il Sarpi è anche diventato la mia seconda casa, un posto dove mi sento a mio agio. A. Il tuo rapporto con lo studio quindi è cambiato? Lo vedi sotto un diverso punto di vista? C: Sì. In prima impari, per esempio, la grammatica, ma con la letteratura ti appassioni davvero alla materia: lo studio quindi non è semplicemente finalizzato ad un voto, ma ad un arricchimento personale. A: Alla mia età immaginavi di diventare come sei ora? C: No, per niente, ero totalmente un’altra persona. Non pensavo nemmeno di legare così tanto con la mia classe e invece siamo diventati un bel gruppo di amici. A: Descrivi con tre aggettivi la te di cinque anni fa e quella di oggi C: In prima ero spaventata, insicura e spontanea, ora sono disorganizzata, intraprendente e solare.
10
M
SARPI
M
A: Quali consigli dai a noi primini per vivere al meglio gli anni del liceo? C: Non dovete mai avere paura dei professori, l’ultima cosa che vogliono fare è mettervi in difficoltà; non rinunciate alla vostra vita sociale per studiare perchè, per quanto sia bello l’otto in greco, il liceo lo ricorderete per i bei momenti con gli amici, le uscite, le feste, non per i voti. Vivetevi il Sarpi più per le persone che per le materie. Arrivata in quinta, ripenso con un sorriso a come era diverso il mio modo di percepire la realtà scolastica in prima. Parlare con Alice mi ha fatta un po’ reimmergere in quel mondo e le sono molto grata per questo. C: Come percepisci il Sarpi come ambiente? A: Mi piace tantissimo, penso che tutti i miei compagni siano molto intelligenti e nutro molti interessi in comune con loro. C: Che rapporto hai con il greco? A: Appena abbiamo iniziato volevo cambiare scuola, non sono una a cui piacciono le cose mnemoniche; non vedo l’ora di arrivare in terza ed iniziare la letteratura, la sto prendendo come un’attesa verso una materia più interessante. C: Cosa pensi delle commissioni? A: Sono contenta che ci siano perché sono un buon modo per conoscersi. L’idea di scuola come luogo in cui coltivare le proprie passioni mi piace molto, insieme all’idea di potermi anche divertire. C: Com’è il tuo rapporto con i tuoi compagni? A: Cerco di legare con tutti; avevo paura di conoscere solo persone secchione che studiano e basta, invece sono molto contenta perché ho trovato persone estroverse e simpatiche che hanno voglia di fare altro oltre a stare sui libri. C: Sei già diventata radical chic? A: In realtà ho iniziato ad ascoltare indie alle medie, volevo distinguermi e lì non l’ascoltava nessuno, quindi mi sono appassionata e mi piace molto. Claudia Buttiglieri VE e Alice Pesenti IF
11
L ATTUALITÀ L
C
ASPETTANDO IL TRE NOVEMBRE O
ggi è il 30 ottobre 2020. Mancano quattro giorni a quella che lo stesso Trump definì “l’elezione più importante nella nostra storia”, nel discorso con cui accettava formalmente la sua nomina a candidato presidenziale per il Partito Repubblicano durante la Republican National Convention (una serie di congressi durante le quali il Partito Repubblicano nomina e conferma i candidati alla presidenza e alla vicepresidenza, adotta un programma elettorale e promuove la propria campagna elettorale) tenutasi tra il 24 e il 27 agosto. Solo il tempo potrà dire se Trump aveva ragione, ma questa è un’opinione condivisa da molti critici. Prima di spiegare perché, ritengo sia necessaria una premessa. Durante le elezioni, i cittadini votano un candidato alla presidenza, ma è il collegio elettorale, formato dai cosiddetti Grandi Elettori, a determinare chi vince. Questo è composto da 538 membri, e il candidato deve ottenere almeno 270 voti per diventare Presidente. Il numero di membri del collegio che ogni stato elegge non è uguale né proporzionale alla popolazione, ma dipende dal numero di parlamentari del Congresso che gli sono stati assegnati. Per esempio, in California si vota per 55 membri del collegio elettorale, mentre nello stato del Vermont solo per tre. Il voto popolare è importante perché determina quale fra i due macropartiti (Democratico o Repubblicano) otterrà i Grandi Elettori di quello stato. Se in California, quindi, la
maggioranza della popolazione votasse per il candidato Democratico, tutti e 55 i membri del collegio elettorale voterebbero per il candidato Democratico. Questo significa che, seppur si sia verificato raramente, è possibile che un candidato ottenga la maggioranza del voto popolare ma perda l’elezione. Nel 2016 è successo così. Clinton ha avuto la maggioranza del voto popolare complessivo, ma Trump ha vinto (di poco) in Stati chiave come Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, ottenendo quindi tutti e 46 i voti del collegio elettorale, che gli hanno permesso di superare la soglia dei 270. Ci sono degli stati in America che hanno sempre votato un determinato partito. Per citarne alcuni, il Texas ha quasi sempre votato per i Repubblicani, come l’Idaho o l’Alaska, mentre il Colorado, l’Illinois o il Nevada votano per lo più per i Democratici. Ma in altri stati, come in Florida, Ohio e North Carolina il vincitore varia di elezione in elezione. Questi sono detti swing States, perché potrebbero cambiare completamente le sorti di un’elezione. Qui si svolge gran parte delle campagne elettorali di entrambi i candidati. Nella storia americana ci sono state diverse elezioni cruciali: quella del 1800, in cui per la prima volta il potere passò da un partito all’altro; quella del 1860, in cui Abraham Lincoln vinse su Stephen Douglas con la Guerra Civile alle porte; quella del 1932, durante la Grande Depressione. Oggi però non c’è in gioco solo la storia americana. A causa dell’importante
12
L ATTUALITÀ L
peso geopolitico degli USA, questa elezione avrà delle conseguenze irreversibili. Secondo Ivo Daalder, ex ambasciatore della NATO, se Trump riuscisse a vincere nuovamente le elezioni avverrebbe un “divorzio formale” tra Europa e America. Nelle parole di Daalder, significherebbe che “il modo in cui gli americani percepiscono loro stessi è diventato completamente diverso dalla visione che l’Europa aveva dell’America.” Per ora, stando ad un sondaggio del Guardian, solo in uno dei sei swing States di questa elezione, l’Ohio, sta vincendo Trump. C’è un altro dato interessante (e positivo): un’analisi condotta dalla Tufts University, in Massachusetts, compara il numero di voti anticipati effettuati da persone con età compresa tra i 18 e i 29 anni, undici giorni prima dell’elezione, nel 2016 e nel 2020. In Texas, nel 2016 hanno votato poco più di 100,000 persone; nel 2020, il numero è più di sette volte maggiore. In Iowa, uno dei swing States in questa elezione, i voti del 2020 sono più del doppio di quelli del 2016. Un sondaggio di Forbes di settembre ha rivelato
che, tra i giovani, il 57% voterebbe per Biden. Nessuno dei due candidati ha la vittoria in tasca, ma come canta Taylor Swift, only one thing can save us: only the young. E, quest’anno, i giovani hanno deciso di fare la loro parte. P. S. Il 7 novembre alle 17:25 (ora italiana) Associated Press ha dichiarato la vittoria di Biden in Pennsylvania, e il candidato Democratico si è assicurato la presidenza. Le strade sono state invase dal popolo in festa. In molti hanno stappato lo champagne. Davanti alla Casa Bianca la folla ha cantato YMCA, che Trump aveva fatto colonna sonora dei suoi raduni. Diversi attivisti hanno giustamente ricordato che Biden presidente non rappresenta la fine del razzismo, dell’odio e della discriminazione che affliggono gli Stati Uniti. Per ora, però, il popolo americano può tirare un sospiro di sollievo e sparare a tutto volume Party in the USA di Miley Cyrus e Bye Bye Bye degli NSYNC, al momento in cima alle classifiche.
13
Teresa Maria Molinari Tossetti IIF
L ATTUALITÀ L VENTIDUE OTTOBRE VENTIVENTI
F
C
uori piove e io sto assistendo a una grigia sesta ora di arte. Vorrei andare in bagno, ma so che non incontrerò nessuno. Un giorno come oggi un anno fa, tra i corridoi del Sarpi, sarebbe stato uno di quelli nebbiosi in cui tra queste quattro mura ci saremmo sentiti a casa, la stessa sensazione di quando si è sotto le coperte e fuori piove. All’intervallo saremmo stati tutti schiacciati o, per usare un termine molto diffuso e dispregiato ultimamente, “assembrati” nell’atrio, perché il freddo non avrebbe permesso di stare in terrazza. Io e i miei amici avremmo cercato di accaparrarci il calorifero davanti al paninaro per stare al caldo e soprattutto per incontrare le altre persone. Suonata la campanella di fine intervallo ci saremmo trattenuti qualche minuto in più fino a che Falciano non ci avrebbe detto di tornare in classe. Invece siamo qui. Con i banchi distanziati, la mascherina e solo la metà delle classi a scuola. Domani sarà l’ultimo giorno di scuola perché, causa ordinanza regionale, da lunedì tornerà la didattica a distanza. Noi studenti siamo tutti vittime di un sistema che pone l’istruzione in secondo piano. È chiaro che la scuola non sia la priorità dello Stato dal momento che prima ancora che la situazione di difficoltà diventi emergenza si sceglie di chiudere tutti gli istituti superiori, come se fossero
facilmente sacrificabili. Certo, chiaramente economicamente si tratta della scelta più conveniente: non si chiudono attività, non si blocca la produzione, di conseguenza non si hanno valori in perdita. Perché si è scelto di chiudere le superiori e non le medie e le elementari? Non perché siano tutti preoccupati all’idea di ridurre la socialità dei più piccoli o perché siano interessati alla loro condizione psicologica, ma perché lasciare a casa dei bambini costringerebbe gli stessi genitori ad assisterli a casa, e quindi no! Niente tagli alla produzione, niente perdite economiche. Io non voglio discutere del fatto che, a parer mio, non si possa ridurre una nazione unicamente a una questione economica, ma anche se così fosse, come si può pensare che l’Italia funzioni, dal punto di vista economico così come da tutti gli altri, se non si investe nelle nuove generazioni? Come si può credere in una ricrescita? Come si può pensare che esista un futuro? La verità, credo, è che a questo Stato del futuro non interessa: l’Italia è un paese vecchio, di fatto, tant’è vero che l’età media è 45 anni, e di mentalità come dimostrano tutti i provvedimenti che si stanno prendendo in questo periodo, nei quali non c’è un accenno ai giovani, né a una ricrescita, né a un futuro. Ma adesso sono stanca, non voglio più lamentarmi: sono stanca di dire che è
14
L ATTUALITÀ L
sbagliato sacrificare l’istruzione, stanca di sottolineare che la DAD non è un’alternativa valida alla scuola, stanca di spiegare che non si può ridurre l’insegnamento a puro nozionismo e completamento del programma argomento per argomento, perché la scuola è molto altro; la scuola è relazione, è riunione di menti, è collettività, è condivisione, è formazione alla vita prima ancora che al lavoro. Adesso, in questa grigia sesta ora, non sono più arrabbiata, sono solo triste e delusa. E sono molto malinconica. Di solito quando lo si è si cerca di pensare a tutte le “cose belle” che il futuro ha in serbo per noi, ma adesso è difficile credere in un futuro e avere prospettive positive perché viviamo nella più totale incertezza
ed è evidente ormai che la nostra generazione non verrà scelta come priorità nel momento in cui si dovrà ripartire davvero. Non dirò “ce la faremo”, né consiglierò di tenere duro in attesa di tempi migliori perché ritengo stupido e inutile aggrapparsi a false speranze o a rosee illusioni. L’unica cosa che possiamo fare è non dimenticare che le famose “cose belle” ci sono state e probabilmente torneranno, solo che non sappiamo se nel frattempo la nostra adolescenza sarà svanita. È vero che la speranza non muore mai, ma come possiamo sperare se non abbiamo qualcosa in cui credere?
15
Lucia Giacco IIIH
L ATTUALITÀ L
C
NON SOLO CORPI N
ell’era del dilagante movimento “bodypositive”, siamo costantemente bombardati da slogan e motti motivazionali: “sei bell* così come sei!”, “le tue imperfezioni ti rendono speciale!”, “non sottostare ai canoni estetici imposti dalla società!!”. Frasi come queste sono ormai il nostro pane quotidiano: le sentiamo ripetere ovunque e da chiunque, a un punto tale da non trovarci più un significato convincente, ma solo un “mantra semivuoto” da sfoderare al bisogno. Non fraintendeteci: l’intenzione alla base di questi messaggi è, chiaramente, benevola, e lo scopo di base per cui essi nascono è costruttivo. Infatti, è innegabile la necessità di diffondere modelli corporei più umani, che rispecchino la normalità e che smontino le impalcature dello scenario di finzione, ritocco e perfezione apparente da cui siamo sempre più circondati e, anche involontariamente, condizionati. Ma siamo sicuri che sia questa la strategia vincente per riuscirci? Sebbene la retorica del “self confident” riconosca il problema e lo espliciti, propone una soluzione troppo facile per essere efficace. Insomma, tante belle parole d’incoraggiamento, che però non trovano uno sbocco concreto, con il rischio di cadere nella banalità. Sembra quasi che l’accettazione di sé ad
ogni costo e la presa di coscienza della propria immagine, siano diventate delle “mode da seguire”. Lo stesso corpo, anche se con sembianze meno idealizzate e più corrispondenti alla realtà, viene, ancora una volta, trattato come un trend, una tendenza con la quale stare al passo. E, in questo modo, il valore attribuito all’involucro resta comunque sproporzionato rispetto a quello assegnato al contenuto. E’ vero che i modelli estetici iniziano ad allargare gli orizzonti e a diventare più inclusivi, ma rimane la concezione dell’immagine come primo indicatore per definire la propria identità e da cui far dipendere l’opinione che si ha di sé stessi. In poche parole, ciò che si pensa del proprio corpo, qualsiasi siano le sue caratteristiche, in molti casi ha ancora maggior rilievo di tutti gli altri aspetti che ci rappresentano come individui, quindi il carattere, le idee, l’empatia, le passioni… E’ naturale che, come si usa dire, “l’occhio vuole la sua parte”, ma cosa succede se nel continuo guardare e giudicare la forma, soprattutto se negativamente, si perde di vista la sostanza?
16
Margherita Furlotti IIIC, Elisa Ferrari IIIF
N CULTURA N
C
CINQUE PEZZI FACILI
G
ood morning, Sarpi! In questa neonata rubrica cinematografica verranno consigliati cinque film, seguendo il tema del giornalino.
Scegliere cinque film inerenti ad Halloween è un po’ come far entrare un bambino in un enorme negozio di giocattoli; la scelta da cui attingere sembra pressoché illimitata ed il problema principale consiste per lo più nel riuscire ad aggirare i prodotti scadenti. Non uscite dal negozio con il gioco più recente, plasticoso e colorato che avete trovato; scegliete con cura il vostro film. Ardua impresa, è vero, considerando che il genere horror, ben più delle altre tipologie cinematografiche, sembra esercitare un’irresistibile attrattiva per il trash ed il pacchiano (pensate alle centinaia di sequel, prequel e brutti remake di vecchi film). É innegabile, tuttavia, che vi siano anche diverse pellicole imperdibili, molte delle quali conosciutissime: proprio per questa ragione ritengo sarebbe abbastanza inutile proporle nella lista. A questo giro niente classiconi halloweeniani tipo ‘Shining’, ‘It’, ‘The ring’, o l’intera filmografia di Tim Burton regaz; ho scelto qualche titolo cult non troppo scontato. Halloween, la notte delle streghe (1978) di John Carpenter Piccolo capolavoro, capostipite del genere slasher, ha fatto scuola per i film successivi di questo tipo. Uscito come film indipendente, svela come il male possa annidarsi anche nelle “little boxes” dei quartieri borghesi americani. Quindici anni dopo aver assassinato la sorella ed essere stato internato, a soli sei anni, Michael Myers la notte di Halloween scappa dal manicomio per compiere una strage; non ha sentimenti, non prova dolore, non muore. La sceneggiatura è molto semplice, ma la regia di Carpenter, la fotografia e il tema musicale contribuiscono a creare un’atmosfera angosciosa, nella quale il male colpisce senza alcuna ragione o spiegazione.
17
N CULTURA N Hocus Pocus (1993) di Kenny Ortega Classicone tra i film per ragazzi, credo non necessiti di molte spiegazioni. Tre streghe, anticamente impiccate dagli abitanti di Salem, risorgono dopo trecento anni, la notte di Halloween, evocate per errore da tre adolescenti. Alla sua uscita il film venne stroncato da gran parte della critica americana, eppure nel corso degli anni è diventato un vero cult, imperdibile.
Le streghe di Eastwick (1987) di George Miller Commedia fantasy/horror, tratta dal libro di John Updike. Le protagoniste del film sono tre donne sole che vivono ad Eastwick, una cittadina conservatrice del New England, impegnandosi nelle loro attività e subendo il mondo perbenista e maschilista che le circonda; quando le tre amiche si incontrano finiscono per lamentarsi della propria vita, chiedendosi se incontreranno mai l’uomo che desiderano. Ed ecco giungere quello dei loro sogni: sembra conoscerle meglio di chiunque altro, le capisce, le corteggia e le seduce, sviluppando le loro potenzialità, a lungo represse. Scoprono così di avere un potere nascosto, magico, emerso grazie alla presenza di quest’uomo, che si rivela essere Satana. Non si scherza col fuoco, anche quando si è streghe: le tre amiche dovranno usare il loro potere, alla fine, per liberarsi anche dall’ingombrante figura del maschio-diavolo… Nosferatu il vampiro (1922) di Friedrich Wilhelm Murnau Il film, tratto liberamente dal romanzo “Dracula il vampiro” di Bram Stoker, è uno dei più importanti film del cinema horror espressionista. Fu ideato e prodotto da Albin Grau, studioso di occultismo, seguace del mago Crowley e di varie sette teosofiche; la sceneggiatura fu
18
N CULTURA N affidata a Henrik Galeen, autore de “Il Golem”. Nosferatu rimane ancora oggi un film inquietante, soprattutto per l’uso della luce; ombra e controluce sono utilizzati per dare forma all’invisibile, a ciò che è sconosciuto, spaventoso: Nosferatu è portatore di malattia, è accompagnato dai topi che causano un’epidemia di peste. Il regista utilizzò una serie di espedienti, dall’uso dei negativi di pellicola alle riprese a passo ridotto, per trasmettere il senso dell’orrore e della morte. The Blair Witch Project (1999) di Daniel Myrick e Eduardo Sanchez La trama del film di per sè è molto semplice: tre ragazzi, Heather, Josh e Mike, si addentrano in un bosco, in Maryland, per far luce su una leggenda locale riguardante la strega di Blair. Durante l’escursione si perdono, e la vicenda si trasforma in un vero incubo. A rendere il film parecchio angosciante è la verosimiglianza; il ruolo di attori e registi sembra non esistere, grazie alle riprese amatoriali, traballanti e sfuocate, e le reazioni spesso autentiche degli attori, lasciati senza cibo o fatti realmente perdere nel bosco dalla regia. Vederlo ora può far sorridere, ma quando il lungometraggio uscì nel ’99, presentato come ultimo avvistamento di tre ragazzi realmente scomparsi nel bosco, e accompagnato da una aggressiva campagna di marketing, fece davvero scalpore; il pubblico ci mise un po’ a capire si trattasse di una finzione basata sulla tecnica del found-footage. BONUS: Guardatevi la sequenza di Una notte sul monte Calvo in Fantasia (1940) Margherita Ne’ Allegra, VE
19
N CULTURA N
O MUTHOS DELOI OTI: ELENA E GHISMUNDA
N
C
on esiste scritto, o quasi, in cui la donna non sia in qualche modo collegata all’amore. Ne esistono varie forme, dall’amore coniugale a quello sensuale, dall’amore infedele all’affetto materno; l’amore è stato concepito in ogni sua sfaccettatura e forma, anche grazie all’enorme tradizione letteraria a noi pervenuta. Le donne hanno sempre rivestito un ruolo chiave quando si trattava di questo sentimento, descritto e analizzato in mille modi diversi, senza però cadere nella banalità e finendo per ottenere, grazie all’abile mano di chi tirava le fila dell’opera, un’unicità nel modo di vedere e interpretare l’amore. Alcuni di questi carismatici personaggi femminili, però, non hanno avuto il lieto fine tanto ambito sin dall’inizio della loro storia d’amore. Un esempio non può che essere Elena nelle ‘Troiane’, che incarna la rappresentazione dell’amore come passione travolgente e infedele; Elena viene accusata dalle donne che non approvano questo lato di tale sentimento di essere responsabile della guerra, colpevole di essere fuggita con Paride, preferendolo al marito Menelao. Al termine della tragedia Elena verrà riportata a casa dal marito e con il tempo riacquisterà la propria posizione, finendo quindi per essere una delle più “fortunate” rispet-
to alle altre protagoniste dell’opera di Euripide. Appena dopo il suo ritorno, tuttavia, all’interno di una scena profondamente drammatica, Elena è costretta a lottare per la propria vita, per riuscire a guadagnarsi di nuovo la fiducia del marito, il cui primo intento era di portarla a Sparta e là di ucciderla.
Del tutto diversa è invece la storia di Ghismunda, protagonista insieme al padre Tancredi della prima novella della Quarta giornata, all’interno del ‘Decameron’ di Boccaccio. Il tema della giornata è quello degli amori infelici: infatti la storia d’amore di Ghismunda
20
N CULTURA N finirà in maniera tragica, quando insieme all’amato Guiscardo verrà scoperta dal padre. La donna, al termine della novella arriva a suicidarsi per amore, con una reazione del tutto contraria rispetto a quella di Elena; eppure, queste due protagoniste hanno qualcosa in comune. Diversa è l’epoca, differente la
cultura, così come anche le concezioni della letteratura che emergono dalle due vicende; sono diversi anche i caratteri dei due personaggi;rimane tuttavia invariato il ruolo che riveste la donna, sebbene dire che fosse sempre lo stesso sarebbe una banalizzazione, era sicuramente inferiore a quello dell’uomo, sia nell’antica Grecia, sia nella Firenze del 1300. Le figure femminili erano dipendenti dall’uomo e subordinate ad esso: certo, questo non impediva loro di essere personaggi incredibil-
mente ben costruiti o con una salda morale (cosa che si evince da alcuni personaggi come Penelope dell’Odissea, dove la donna rappresenta le virtù femminili del tempo), ma le rendeva in ogni caso ascrivibili ad un modello. La donna, insomma, non si ribella, né al padre che al marito. Qui invece accade esattamente questo. Entrambe, nel punto di massima drammaticità della vicenda in cui sono coinvolte, attraverso due monologhi, argomentano le loro ragioni sfidando l’autorità maschile che hanno di fronte e dimostrando il loro straordinario carattere, indipendente, che sta alla base di questa volontà di ribellione. I loro discorsi, come quasi ogni altro aspetto che le riguardi, sono agli antipodi: Ghismunda confessa la propria colpa, Elena invece si difende dalle accuse. Entrambe però argomentano le loro ragioni e non ammettono di essere giudicate da chi hanno di fronte. Dunque, con l’amore come sfondo, con due storie infelici per cui il lieto fine non esiste, le due donne si guadagnano il rispetto a cui ambivano, sfidando l’autorità e le implicite leggi della convenienza, e rompendo quella barriera che separava le donne dal poter essere associate a virtù quali carisma o coraggio. Elena riuscirà a salvarsi grazie al proprio discorso, Ghismunda no, ma dopo la sua morte il padre riuscirà finalmente a capirla e, almeno nella sua memoria, a farle ottenere ciò che ella cercava.
21
Zoe Mazzucconi, IVA
N CULTURA N
C
#FLATTENTHECURVE
S
tudiando la peste tra le pagine di Manzoni, o la spagnola dopo la prima guerra mondiale sui nostri libri di storia, ci saremmo mai immaginati di vivere in prima persona una di queste situazioni così lontane dalla nostra quotidianità? Chi avrebbe mai pensato, quel lontano 23 febbraio, che di lì a poco ci saremmo trovati a rivivere ciò che Renzo e Lucia avevano già dovuto affrontare 400 anni fa? Invece è accaduto, la pandemia si è abbattuta su di noi, stravolgendo completamente le nostre vite e facendoci sentire impotenti davanti a questo nemico tanto più spaventoso quanto invisibile. I giorni passavano e le notizie agghiaccianti che ascoltavamo al telegiornale o leggevamo sui giornali non facevano altro che invitarci a fuggire da quella spaventosa realtà. Ma è soprattutto nei momenti di difficoltà che bisogna unire le proprie forze per combattere e vincere la stessa battaglia. C’è stata una vera e propria esplosione di messaggi di speranza, in particolar modo sui social: sono nate alcune campagne ed iniziative per affrontare la quarantena con più positività, serenità e meno apprensione. Fra queste, particolare rilievo ha avuto l’hashtag #FlattenTheCurve (appiattire la curva dei contagi), diffuso dal Ministero della Cultura e della Sicurezza dell’in-
formazione della Repubblica Ucraina. Sostanzialmente, il progetto prevedeva che alcune fra le più famose opere d’arte fossero rivisitate, e i personaggi venissero rappresentati con le ormai note misure di prevenzione (guanti, mascherine, distanziamento sociale): l’intento era quello di sensibilizzare la popolazione al rispetto delle regole. Il progetto, realizzato dall’agenzia di comunicazione Looma, veicola messaggi semplici ma efficaci, in chiave ironica. Questa campagna si è posta l’obiettivo di dimostrare come i vari aspetti culturali, l’arte in primo piano, abbiano avuto un ruolo importante come mezzo per limitare la diffusione del virus. Ad esempio, chiunque abbia mai visitato la Cappella Sistina e osservato gli affreschi sul grande soffitto a volta, avrà di certo notato “La Creazione di Adamo”, una tra le scene più famose: essa rappresenta Adamo nell’atto di tendere il braccio verso l’Eterno ,aspettando di ricevere il soffio divino. Durante la quarantena è stata diffusa la stessa immagine, con l’attenzione focalizzata sul dettaglio delle mani dei protagonisti mentre si passano un flacone di Amuchina. E’ stato sfruttato il valore simbolico di questo dipinto per ricordare a tutti l’importanza della pulizia regolare delle mani, al fine di
22
N CULTURA N evitare la diffusione del virus. O ancora, durante il lockdown molti supermercati hanno conosciuto veri e propri “assalti” da parte delle persone che, spaventate all’idea di dover affrontare la pandemia senza scorte, si sono recate in massa a fare la spesa. Così La dama con l’ermellino di Leonardo, o per meglio dire, la dama con i legumi, ci consiglia di fare grandi provviste, per evitare di dover andare al supermercato spesso, rischiando di essere contagiati: la graziosa dama ha lasciato a casa il fidato furetto, riuscendo così ad avere le braccia libere per un abbondante rifornimento. La campagna #FlattenTheCurve si è inoltre occupata della sensibilizzazione all’utilizzo dei servizi di delivery; è stata diffusa, ad esempio, una versione alternativa del Bonaparte valica il Gran San Bernardo di Jacques-Louis David, nel quale il famoso condottiero, in sella al suo destriero, munito di mascherina, viene trasformato in un rider di delivery, che sembra incitare l’osservatore a seguire il suo consiglio, restando a casa e ordinando cibo da asporto. E, detto da uno dei più grandi generali della storia, forse sarebbe bene seguire le indicazioni. Infine, è innegabile che a tutti, in questo periodo, sia mancato molto il contatto umano, mantenere un rapporto con l’altro, che questi fosse la fidanza ta o un parente. L’amore e l’amicizia sono in genere delle emozioni talmen-
23
N CULTURA N te forti che alcune volte ci fanno dimenticare ciò che è sicuro e cosa invece sarebbe meglio evitare: ebbene, in questo periodo sappiamo quanto sia importante prestare molta attenzione, perché non bisogna dimenticare che il virus, anche se può sembrare così estraneo e lontano da noi, continua ad esserci. Nessuno di noi è circondato e protetto da una sfera di cristallo, bisogna ricordarlo. E così, trasponendo in arte quel desiderio comune di vicinanza e contatto, parzialmente soppresso per cause maggiori, Tvboy ci illustra l’amore ai tempi del coronavirus, con una rivisitazione del Bacio di Hayez, realizzando un mural a Milano. L’immagine è divenuta subito virale, a dimostrazione di come la divisione incrementi la voglia e il bisogno di unione. Siamo tutti disposti a rispettarci per tornare uniti? “Abbiamo bisogno di quel contatto con la persona che amiamo come abbiamo bisogno di respirare”- tratta dal film “A un metro da te” (2019), di Justin Baldoni. Martina Lepore & Matilde Bettinelli, ID
24
P NARRATIVA P
C
AZRAEL
B
uio, una pallida luna squarcia la soffocante oscurità, così come un fievole lampo nel mezzo di una tempesta, e, d’improvviso, luce. Dal cielo, con straziante lentezza, scivola un’angelica piuma, Il suo candore sembra quasi rilucere in quella tenebra, come un bagliore di speranza per tutti coloro che, brancolando nel buio, tentano di aggrapparsi a qualcosa. Nessuno parla, ma tutti guardano, è traccia del passaggio di un angelo su questo mondo verso un altro. È lì, nessuno osa toccarla poiché fragile speranza del suo ritorno, ma ahimè, non tornerà. D’altronde, cosa possono i mortali quando anche gli angeli disperano? Giovanni Caldirola, IIF
25
P NARRATIVA P
C
OFELIA, COLEI CHE ASSISTE
È
il 31 ottobre. Tutti passeggiano per le strade illuminate dalle vetrine piene di zucche intagliate e candele dalla cera colante. Io osservo il singolare spettacolo dalla mia finestra: la sera di Halloween preferisco stare in casa a leggere un bel libro, meglio se spaventoso. E quindi eccomi qui: sfoglio le pagine di un horror e le frasi mi rapiscono: “la bambina tremava e un rumore la fece sobbalzare…” Era solo la mia immaginazione o ho davvero sentito un rumore? Mi alzo dalla poltrona ed esco di casa per controllare. La cassetta della posta è stranamente aperta. Dentro vi è un biglietto con scritto un messaggio quasi illeggibile: “Ofelia, io ti conosco molto bene e vorrei farti una domanda che mi assilla da un po’ di tempo: ti sei mai chiesta come sarebbe diventare ciò che non hai mai voluto essere?” Il mio respiro si fa affannoso. Mille domande cominciano a riempire la mia testa. Chi è il mittente della lettera? Come ha fatto recapitare il messaggio senza che io me ne accorgessi? Come fa a sapere il mio nome? E che cosa significano quelle parole? Entro in casa, sempre più preoccupata e una strana sensazione si impossessa di me. Il mio sguardo cade sulla libreria, piena di quei grandi e pesanti libri che hanno occupato le mie giornate negli ultimi tre anni. Sento un desiderio ir-
refrenabile di bruciarli tutti e lasciar finalmente perdere il percorso di studi che i miei genitori mi avevano convinto ad intraprendere. Sento un miagolio e non appena poso gli occhi su Matisse, sento i miei pensieri prendere il sopravvento: “La mia giacca rovinata dai suoi graffi, tutte le mattine in cui sono stata svegliata dai suoi miagolii fastidiosi… Quanto vorrei cacciarlo e non rivederlo mai più!” La situazione peggiora quando il mio sguardo che prima credevo innocente e buono e adesso meno, si posa sul coltello da cucina lasciato distrattamente dalla mamma sul bancone. Iniziano a balenarmi in testa immagini ripugnanti di cosa potrei fare con quel coltello. La prima cosa che mi viene in mente è la mia amica del cuore, a causa della quale ho passato tutta la mia vita nell’ombra: lei è quella bella, quella intrigante, quella intelligente, quella spontanea, simpatica a tutti i professori e a tutti i maschi della mia classe. Mi ha sempre fatto pesare questa sua ‘superiorità’ e sento che adesso è il momento di vendicarsi… Ma cosa diavolo sto pensando? Ma io non sono così! Cosa sto diventando? Corro al piano di sopra verso camera mia, saltando due gradini alla volta. Ho solo bisogno di riflettere, penso. Quando arrivo in camera chiudo la porta e mordendomi nervosamente le
26
P NARRATIVA P unghie incomincio a camminare in tondo, pensando ad una spiegazione razionale a tutto ciò che è successo stasera. Cosa mi sta succedendo? Quella lettera, quella maledetta lettera sta condizionando i miei pensieri, il mio modo di essere e mi sta rendendo quasi crudele, mi sta trasformando in qualcosa che non avrei mai pensato di poter essere. Incrocio il mio sguardo nello specchio. Le guance rosse per l’agitazione, gli occhi pieni di spavento, la bocca sorridente. Ma io non sto ridendo. L’immagine nello specchio sembra prendere vita propria, non segue quello che faccio io. Incomincia a ridere in modo inquietante. “Allora, è servita a qualcosa la mia lettera? Non hai sentito un brivido di emozione pensando di bruciare quei libri, di cacciare quello stupido gatto o di uccidere la tua amica? Non ti sei sentita più viva, più libera? Forse diventare ciò che non hai mai voluto essere non sarebbe poi così male… Non credi?” La voce proviene dallo specchio ma non dalle mie labbra. La mia bocca è secca ed io sono completamente basita, scioccata da quello che sta succedendo. Mi sembra di essere in un incubo. E forse non è solo un sogno ad occhi aperti. Provo un profondo disprezzo per l’immagine che vedo riflessa, io non voglio essere così, non lo sono mai stata e non vorrò mai esserlo. Quindi, per quale motivo non riesco a reprimere questa oscura parte di me?
Ancora una volta la voce risuona nella stanza: “avvicinati allo specchio, guarda come sei diventata, guarda cosa sei sempre stata. “Mi avvicino con cautela e mi guardo negli occhi. La voce sussurra: “O meglio, guarda ciò che eri perché da ora sarai solo un’immagine, un riflesso.” Improvvisamente, come per magia, non sono più nella mia camera, ma nello specchio. L’immagine che vedo al di là di questo sta ancora sorridendo e mi saluta, avviandosi verso una vita che ormai non è più mia. Non sono più Ofelia, ma solo “colei che assiste”.
27
Maddalena Foschetti & Carolina Olivari, IID
G
SPORT
G
IL CAMPIONATO DEI VIVI MORENTI C
C
he notte stupenda quella di Halloween; ricca, secondo la tradizione americana, di streghe, demoni e fantasmi che tornano in vita per spaventare qualche povero comune mortale. Ma non sono sicuramente i morti a spaventare i giocatori del fantamorto. Un passatempo il cui nome parla da solo, nato per chi non fugge dal proprio alter ego macabro; utilizzato per alimentare il dark che è in ognuno di noi. So che i molti tra i meno sadici di voi non avranno neppure mai sentito nominare questa tipologia di svago, perciò eccovi spiegato di che cosa si tratta. In sostanza, non è altro che la versione immorale, cinica e macabra del fantacalcio: non si scommette su quale giocatore tirerà più palle in rete durante il campionato, bensì su chi sarà la celebrità meno fortunata che ci abbandonerà durante il corso dell’anno. Lo scopo del gioco, appunto, è riuscire ad indovinare il numero maggiore di morti durante l’anno solare corrente. Ogni partecipante si vedrà costretto alla formazione di una squadra di 10 presunti morituri, la quale verrà inserita in un girone insieme ad altre 29 squadre. L’AIFM (Associazione Italiana Fantamorto) è contro ogni tipo di discriminazione, perciò è obbligatorio inserire nella propria squadra persone di ogni tipo di nazionalità, sesso, religione, etnia e orientamento sessuale. I personaggi devono essere noti e possedere una pagina wikipedia italiana; non è concesso, inoltre, che siano malati terminali, condannati a morte o intenzionati a compiere eutanasia. Durante il corso della stagione non è possibile sostituire i componenti della squadra, fatta eccezione per cui un personaggio muoia. In tal caso, si hanno a
disposizione 7 giorni dal decesso del defunto per trovare un rimpiazzo. Alla morte di un personaggio, si passa al conteggio dei punti, ovvero 10 punti-morte a cui vanno aggiunti eventuali bonus, tra i quali: Condanna a morte +9pt se il morituro viene condannato alla pena capitale Under 30 +7pt se il morituro decede prima del compimento del 30esimo anno di età Morte in Diretta +5pt se il decesso avviene durante una qualunque diretta televisiva, radiofonica o simile Speedy Gonzales +3pt per il primo decesso della stagione #epicfail +3pt nel caso in cui la morte avvenga in situazioni imbarazzanti o per motivi stupidi Goodbye cruel world +9pt se la morte è suicida L’AIFM, come ormai avrete capito, è contro il proliferare della vita senza intoppi e sventure, perciò durante il campionato sono presenti anche bonus disgratiae e malus vitae, che influenzeranno il punteggio finale del concorrente in base a ciò che accade durante la vita dei componenti della sua squadra. Alcuni esempi sono:
28
Sequestro +7pt nel caso in cui il personaggio di
G
SPORT
G
la quale impone un minimo di rimorso sullo scommettere e sperare la morte di qualcuno. A differenza del fantacalcio, ove infatti si augura il meglio alle proprie scelte, qui pur di vincere il rispetto si auspica la fine della vita di numerose persone. Personalmente, ritengo che l’immoralità del passatempo dipenda semplicemente dalla diversa visione della morte che risiede in ognuno di noi: qualora la fine della vita sia vista come il compimento della propria missione da anima terrena, oppure come l’inizio di qualcosa di più grande e meraviglioso, non trovo nulla di male nello sperare che qualcuno riesca a raggiungere la pienezza dello spirito in breve tempo. Al contrario, nel caso in cui la morte sia intesa come fine del proprio viaggio, reputo disgustoso e perverso desiderare che qualcuno ci lasci (talvolta anche prima del previsto) in cambio di qualche punto. Sito ufficiale: https://www.fantamorto.org/
venti vittima di sequestro di persona Coma +8pt nel caso in cui il personaggio finisca in coma Strage +4pt se il personaggio si rende colpevole di pluriomicidio (più di tre vittime) Divorzio +3pt se il personaggio divorzia dal proprio coniuge Guai giudiziari +3pt nel caso in cui il morituro venga condannato da uno qualsiasi dei gradi di giudizio previsti dall’ordinamento giudiziario del suo Paese Prole -3pt per ogni figlio che nascerà al personaggio durante la stagione corrente Pro-vita -5pt per ogni vita salvata dal morituro Scagionatura -4pt per ogni sentenza di primo grado che scagioni il personaggio dalle accuse che lo avevano portato in tribunale
Chiara Inzaghi, IC
Infine, ecco la parte che so che stavate tutti aspettando: il premio. Dal momento che secondo Piero Weber, l’ideatore del fantamorto, “lucrare su una cosa del genere, oltre a essere parecchio squallido e immorale, è persino illegale” non ci sono premi in palio per il vincitore; soltanto la gloria di vedere apparire il proprio nome sul sito ufficiale del fantamorto (di cui vi lascio il link alla fine dell’articolo nel caso in cui vi abbia incuriosito). Detto ciò, tutto questo è legale? Come accennato in precedenza, il gioco non prevede la presenza e lo scambio di soldi, cosa che lo rende completamente legale. Di contro rimane, ovviamente, la coscienza delle persone che non soffrono di psicopatia,
29
La classifica marcatori del 2020 che premia il capocannoniere stagionale, ovvero il morituro che consegue il maggior numero di punti durante tutto il campionato
O TERZA PAGINA O
C
TEST SWAG
C
he differenza c’è tra l’Inferno e Consuelo? Nessuna, entrambi sono caldi, a pochi metri da te e se ci cadi dentro sei spacciato. Primo testoswag della storia a tema Halloween e non sapevamo cosa inventarci. Ma ehi, poi ci siamo resi conto di vivere in un periodo di sbandamento sociale, politico, economico, sanitario, ormonale eccetera, causa di una vorticosa voragine di pianti e stridore di denti. Niente di meglio per dare un po’ di certezze: compila il questionario qui sotto e ritrovati nel profilo psicologico più spuchi (e veritiero al 34%) del Sarpi.
During the pandemic: A) pullman, tanto tutti muoiono prima o poi B) a piedi si arriva ovunque C) vespino cheek
Halloween: A) Allauin B) Aulin C) Halloweed Pizza: A) margherita B) bufalina C) pizza kebab
ll sei in greco: A) che se succede tre volte viene su Lucifero e mi stringe la mano B) MERDA MI SI ABBASSA LA MEDIA DELLA VITA C) ed è subito sant’Alex
Quotidiano preferito: A) Libero B) Il Sole 24 Ore C) Sport Mediaset
La mia playlist: A) dura 18 ore B) ti potrebbe stupire C) oh, sono due settimane che sto in fissa con ‘sta sssong
Libro preferito: A) It B) Vite parallele C) Percy Jackson
30
O TERZA PAGINA O RISULTATI MAGGIORANZA DI RISPOSTE A: Quello con l’apparecchio che non può mangiare i dolci Macchietta leopardiana, per te la vita è a tinte così fosche che per uscire di casa ti servono i fendinebbia. A fare dolcetto o scherzetto ci andavi solo perché tua mamma era amica delle mamme degli altri bambini del quartiere. O cinico bastardo, tu che gli altri bambini li spaventavi pure senza costumino di Frankenstein: posa la forchetta, allontanati dalla presa della corrente e forse tra un paio d’anni potrai toglierti l’apparecchio e mostrare a tutti che bei canini ti sono cresciuti. MAGGIORANZA DI RISPOSTE B: Il cagasotto Sei tu! Si, si, proprio tu, che ti stai guardando intorno, anche se nella stanza sei solo, con i tuoi trip mentali a farti compagnia. Tu sei quello che si spaventava anche per il suono del citofono e che voleva andarsene prima che aprissero la porta. È per tipi come te che esistono i Telefoni amici, sei un caso perso. Coraggio ragazzo, ogni tanto datti una svegliata e ricordati che se hanno sfondato gli FSK può farlo chiunque. MAGGIORANZA DI RISPOSTE C: Il cicciobomba Classico bulletto arrogante che veniva accettato nella gang di Halloween solo perchè aveva le palle di andare a battere cassa pure dal pedofilo del quartiere. Figlio unico di default, la mamma ti coccolerà pure a quarant’anni, perché vivrai ancora con i tuoi. Alla fine della fiera sei quello che si prende il 99% degli schiaffi dal karma. Ti sveliamo la morale perché sennò non la capirai mai: umiltà, bambino! MAGGIORANZA DI RISPOSTE D: Il fastidioso Non c’era nemmeno una risposta D, se stai leggendo è perché non ti fai mai gli affari tuoi. Non hai bisogno del naso finto per fare la strega, quello che ti ritrovi basta e avanza: pussa via!
Samuele Sapio, VE Lucrezia Arici, IE
31
O TERZA PAGINA O
C
OROSCOPO ARI ET E
TORO
Sarà un mese dedicato alla chiarezza, un tempo che ti aiuterà a ritrovare i tuoi spazi, i tuoi ritmi, L’armonia intorno a te è fondamentale ma, sia le cose a cui tieni veramente. chiaro, non hai alcuna voglia Canzone: Adam’s Song, blink-182 di filosofeggiarci attorno. Film: IT, Andrés Muschietti Canzone: When the sun goes down, Arctic Monkeys Amore: I single lo rimarranno ancora per un po’, Film: Il ritorno di Michelle Myers, Dwight H. Little questo non è certamente il periodo giusto per Amore: Diciamocelo pure: questo non è un bel trovare l’anima gemella; vivete l’attimo e siate periodo, anche per quanto riguarda la sfera dei felici ugualmente, gli incontri del destino non sentimenti. Qualcuno potrebbe rispuntare dal tarderanno ad arrivare. Anche per chi è in coppia passato e questo seminerà incertezza e qualche questo non è un periodo molto positivo. paura...
GEMELLI
CANCRO
I primi dieci giorni del nuovo mese potrebbero essere davvero magici, intelligenti e interessanti ;) Canzone: Veleno 6, MadMan & Gemitaiz Film: Midsommar, Ari Aster Amore: L’amore viaggia all’insegna della passione questa settimana per le coppie; i single saranno semplicemente magnetici e irresistibili.
È ora di pensare a te. Con l’influsso della Luna piena del 31 ottobre, ti concentrerai finalmente sui tuoi desideri e sulle tue esigenze. Canzone: Quel bar, Ariete Film: Coraline e la porta magica, Henry Selick Amore: Le stelle vi consigliano un po’ di sano egoismo; questo ad alcuni non piacerà, voi fregatevene. L’amore e il rispetto verso se stessi rende più efficace la trasmissione dell’amore anche verso gli altri. Per le coppie settimana stabile.
LEON E Cogli tutte le opportunità al volo e lasciati guidare dal bisogno di indipendenza: la fortuna aiuta gli audaci. Non avere paura, la Luna nella prima parte del mese sarà dalla tua parte! Canzone: Cigarette daydreams, Cage the Elephant Film: Scream, Wes Craven Amore: Momento buono anche per quanto riguarda l’amore, per alcuni di voi ci sarà la possibilità di conoscere persone interessanti ;)
V ERGI N E Con la Luna piena continueranno a imperversare situazioni inattese e sorprese che si riveleranno tanto belle quanto brutte. Canzone: I Don’t Belong, Fontaneis D.C. Film: Suspiria, Dario Argento Amore: Nulla vi turba più come un tempo: per chi vive una relazione di coppia si prospetta un mese abbastanza stabile. I single devono state attenti alle conoscenze recenti, potrebbero riservare imprevisti.
32
O TERZA PAGINA O BI LANCIA
SCORP ION E
Don’t panic. Le notizie che riceverai saranno inaspettate, a causa della Luna piena del 31 ottobre. Canzone: Vita Paranoia, Gazzelle Film: Psycho, Alfred Hitchcock Amore: Momenti delicati e di tensione per le relazioni di coppia: il partner reclama attenzioni, che non sono da sottovalutare. Per i single dovrà passare ancora qualche giorno prima di conoscere qualcuno di veramente interessante.
Gli eventi ti prosciugheranno forze ed energie, a causa di una difficile luna piena che entrerà in congiunzione con l’imprevedibile Urano in Toro. Corri ai ripari e fai un check-up completo di te stesso. Canzone: Guerra E Pace, Psicologi Film: L’alba dei morti viventi, Zack Snyder Amore: Gli scorpioni che vivono una storia d’amore si sentiranno appagati e apprezzati dal proprio partner. Mentre i single vivranno a pieno il loro potere seduttivo che li renderà particolarmente intraprendenti.
SAGI T TARIO
CAP RICORNO
La tentazione di uscire di strada e di rimanere parcheggiati a tempo indeterminato sarà molto forte all’inizio di novembre, a causa dell’influsso della Luna piena del 31 ottobre. Canzone: Have a Cigar, Pink Floyd Film: Nightmare Before Christmas, Tim Burton Amore: Ottime notizie per i single, che avranno la possibilità di trascorrere un pò di tempo con una persona importante. Cercate di non deluderla e vedrete come resterà affascinata da voi. Le coppie invece affrontano il freddo di questa prima settimana di novembre tra coccole e abbracci.
Dolci sorprese. Meraviglia e stupore contraddistingueranno tutto il mese di novembre. Canzone: Punk, Gorillaz Film: Rosemary’s Baby, Roman Polański Amore: Avete bisogno di quella spensieratezza che non riuscite a trovare più da tempo: questo si riflette sia nella coppia che tra i single.
P ESCI
ACQUARIO Le stelle vi consigliano di allentare la tensione, sfruttate il fine settimana per ritemprare le forze. Canzone: Mandela, Margherita Vicario Film: Alien, Ridley Scott Amore: Siete nervosi per questioni esterne alla coppia, tutto si risolve ma fate attenzione a non scaricare questa tensione sul partner, potrebbe incrinare il vostro rapporto. I single incontreranno lo sguardo con una persona: a prima vista non vi trasmetterà niente, ma da quel momento inizieranno i guai. Bellissimi guai.
33
Le stelle vi regalano energia e vitalità, cercate di farne buon uso. Canzone: Brigmouth Strikes Again, The Smiths Film: Frankenstein Junior, Mel Brooks Amore: Le emozioni sono intense e la relazione con il partner è speciale, siete sensuali e molto romantici questa settimana. Per i single possibili nuove conoscenze interessanti.
Margherita Cassera, IIIA & Flavia Locatelli, IIIF
O TERZA PAGINA O
C
IPSE DIXIT IID
Martina: Profe, ma devo per forza scriverlo? Non posso tenerlo a mente? Tobaldo: Ma a mente cosa che tu non ce l’hai la mente! IIIE
[Giuls inizia un intervento in videolezione] Don Pasini: *abbandona la lezione* Qualcuno: Eh si è offeso
[studiando storia] Forno: Chi erano i conversi? Gio: Quelli che mettevano le converse Nardone: Lorenzo Stefano Tallarico con chi stai chattando? Talla:Ma no profe con nessuno Nardone: Lorenzo non dire le bugie che poi vai all’inferno
[prof spruzza spray igienizzante] Classe: Si può aprire la finestra? Prof: Puzza, vero? Lilli: Il silenzio che c’è ogni tanto fa paura, sicuri di stare bene? Lilli: A questi elettroni possiamo dare dei nomi, tipo Gino, Pino, Lino… oppure possiamo semplicemente chiamarli con i loro nomi. [suona un telefono] Bosio: È per caso un telefono? Fede: No è un uccellino
Palmeri: L’artista nell’antica Grecia diventa un libero professionista Gio: E apre la partita IVA! Nardone: Le incisioni rupestri e Instagram sono la stessa cosa
[vedendo una foto di Luciano Canfora] Bonasia: Ma guardate quanto è bello!
IIIF
Palmeri: State parlando dei vostri interventi di restauro o di restaurarvi per il sabato sera?
[leggendo la consegna dal libro] Nardone: Nel 2015, in occasione degli eventi per i 750 anni dalla nascita di Cristo.... ecciao di Cristo, di Dante! IVA
Betta e Zoe: Daniel Sherman è proprio figo! Profe *guarda la foto* : No, no, per me è troppo sbarbatello, io preferisco gli uomini rozzi
34
O TERZA PAGINA O Giaconia: Abbiamo Giacomo I, Carlo I, Carlo II e Giacomo II Mari: Un chiasmo! Raffaelli: Quindi è un quattro. Non come voto... anche perché quello sarebbe un tre Ferrario: Silenzio! Nico: Eh profe, in fondo a destra parlano Zoe: Ci sei tu in fondo a destra [parlando del futuro] Buonincontri:... prenderemo dall’America, perché tutte le schifezze vengono dall’America Ferrario: Continuiamo il discorso sulle energie rinnovabili... Nico: Ah, bello! Benny: Bello perché eri assente Marchesi: ...ciò esprime la passività di Petrarca... passività morale eh, non fate collegamenti impropri... Nico: Mamurraa!! IVE
[Valli spiegando il compito] Valli: Ho scattato queste foto perché le rocce sono... paesaggi molto spettacolari... Classe: *ride* Pelosio: Non preoccuparti, ritornerai ad esprimerti con frasi di senso compiuto
Valli: Questo è stato il primo libro che ho letto... Pelosio: Nella vita? Valli: Sull’argomento... De Simone: Tu sei Valli FFFF.. ederico...? Valli: Filippo, profe Valli *pensando ma ad alta voce* : Nessuno sa il mio nome, oh. IVF
Fede: Profe, la tavola periodica può stamparla dietro la verifica? Rossetti: Non penso che lo farò Fede: MA FARESHI [leggendo un testo in greco] Viscomi: Allora, ἐκβάλλω significa ‘scacciare’, si usa ancora oggi nell’espressione ‘fuori dalle balle’! [Irene entra in ritardo durante una lezione di Viscomi] Viscomi: Irene, fuori come al solito. Dove eri? Irene: Ha tagliato i capelli profe? Sta bene [Fede si lamenta come al solito dei posti] Viscomi: Federico, dato che non sei d’accordo con la nuova disposizione dei posti, per la prossima volta fammi avere una cartina che poi ci ragiono... Una cartina della classe, non quella che pensi tu... una piantina ecco... forse però così è peggio
35
hanno scritto per questo numero Samuele Sapio, Margherita Monticelli, Leonardo Umberto Gambirasio, Lucia Chiari, Sara Marconi, Maddalena Foschetti, Martina Musci, Claudia Buttiglieri, Alice Pesenti, Teresa Maria Molinari Tossetti, Lucia Giacco, Margherita Furlotti, Elisa Ferrari, Margherita Ne’ Allegra, Zoe Mazzucconi, Martina Lepore, Matilde Bettinelli, Giovanni Caldirola, Maddalena Foschetti, Carolina Olivari, Chiara Inzaghi, Lucrezia Arici, Margherita Cassera, Flavia Locatelli hanno disegnato per questo numero Linda Sangaletti, Irene Fiocca, Diana Fornai in copertina Livia Del Duca impaginazione Samuele Sapio, Riccardo Dentella direttore: Samuele Sapio vicedirettori: Riccardo Dentella, Zoe Mazzucconi segretarie: Anna Piazzalunga, Annalucia Gelmini caporedattori: sarpi: Irene Fiocca, Vittoria Castelli attualità: Paolo Raimondi, Leonardo Umberto Gambirasio cultura: Margherita Nè Allegra narrativa: Francesco Giammarioli sport: Riccardo Dentella terza pagina: Giulia Cortesi, Valentina Aresi illustrazioni: Linda Sangaletti SEGUICI SU INSTAGRAM @cassandrailgiornale