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La scultura di Bini “vola” sul Titano
La “Lotta di vespe”, ubicata presso il Museo all’aperto - giardino Cava dei Balestrieri, sotto le mani “d’oro” del Maestro fiorentino rivela una inaspettata e seducente solennità e una dimensione epica
Personalità eclettica e poliedrica, “scultore moderno con un cuore meravigliosamente antico” nel ricordo di Antonio Paolucci, Bino Bini fu anche pittore, incisore, medaglista e orafo. Un artista a tutto tondo, capace di esprimersi abilmente con tecniche e materiali diversi declinati in vari formati, dall’arte del cesello alla scultura monumentale in marmo e bronzo, sulla scia dei grandi protagonisti del Rinascimento. Come Brunelleschi che nel 1401 sfidò in concorso Lorenzo Ghiberti per la formella con il Sacrificio di Isacco per la Porta Nord del Battistero prima di progettare la maestosa cupola di Santa Maria del Fiore, la più grande mai concepita che svetta con i suoi 117 metri di altezza e 45 metri di diametro sullo skyline della città. E con il grande architetto fiorentino – così come con altre figure dell’arte del passato, da Bramante a Benvenuto Cellini, Raffaello e Michelangelo –Bino Bini avviò un colloquio intimo realizzando nel 1977 la moneta commemorativa del quarto centenario della nascita dell’artista. Figura di rilievo nel panorama delle arti figurative del Novecento, rivestì importanti incarichi, fra i quali quello di incisore per la Zecca di Stato della Repubblica di San Marino. Istituì a Firenze una Scuola Internazionale dell’Arte dei Metalli in via Metastasio 15, dove si sono formate intere generazioni di orafi e medaglisti. Anche la prestigiosa azienda giapponese Mikimoto gli chiese di realizzare un gioiello con profusione di perle; cinque sue creazioni sono custodite presso la Galleria omonima nell’elegante quartiere di Ginza a Tokyo.
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Bino Bini amava gli animali, raffigurati uno ad uno con straordinaria sensibilità in tutte le loro peculiarità fisiche ed espressive: il gallo, la lepre ferita, il corvo, la volpe, il gatto, il cucciolo di cane fino al grande bronzo realizzato nel 1977 che raffigura un tema alquanto insolito ed originale: la “Lotta di vespe”, ubicata presso il Museo all’a- perto - giardino Cava dei Balestrieri dove anche il sottile e quasi impercettibile battito d’ali e l’avvinghiarsi nella zuffa di quei due piccoli corpicini acquista, sotto le mani “d’oro” di Bino Bini, una inaspettata e seducente solennità e dimensione epica.
L’autore Bino Bini (Firenze, 11 settembre 1916 – Firenze, 2007) è stato uno scultore, medaglista e orafo italiano. Formatosi all’Istituto d’arte di Firenze, fu innanzitutto scultore, realizzando varie opere per la committenza privata e pub- blica, compresa quella religiosa. Con Mario Moschi, Antonio Berti, Sergio Benvenuti e altri, fu tra i protagonisti della ripresa dell’arte della medaglia nel secondo Novecento in Toscana. Fu incisore ufficiale per la Zecca di Stato della Repubblica di San Ma- rino e fondò a Firenze, nel 1998, la Scuola Internazionale dell’Arte dei Metalli. Sue opere si trovano al museo di Helsinki, al Museo della città di New York, a San Marino, a Firenze, Pistoia, Arezzo, e in collezioni private.
“L’apicoltore” (titolo originale “L’apiculteur”) è un romanzo dello scrittore francese Maxence Fermine, pubblicato nel 2000, vincitore del Premio Murat nel 2001, edito in Italia da Bompiani editore.
La storia
Il giovane Aurélien Rochefer, vive in un paesino del sud della Francia alla fine dell’Ottocento, vuole realizzare il suo sogno, fare l’apicoltore.
Gli alveari che costruisce vengono incendiati da un fulmine, mentre una misteriosa ragazza che gli appare in sogno lo invita a raggiungerlo.
Aurélien si imbarca per l’Africa, dove passerà di avventura in avventura, tra re ricchi e avidi, mercanti spietati e una Regina delle Api che gli farà un magico dono.
Solo al ritorno a casa, egli troverà la forza di dedicarsi a una ciclopica impresa e saprà scoprire dentro di sé un puro amore per l’unica donna che lo ha sempre aspettato.
L’autore
Maxence Fermine, nato ad Albertville, ha trascorso parte dell’infanzia a Grenoble e attualmente vive in Alta Savoia. Tra i titoli pubblicati da Bompiani: “Neve” (1999), “Il violino nero” (2001), “L’apicoltore”, “La trilogia dei colori” (2003), cofanetto che raccoglie i tre volumi precedenti, “Il labirinto del tempo” (2008), “La piccola mercante di sogn”i (2013), “La bambola di porcellana” (2014), “La fata dei ghiacci” (2015), “Il palazzo delle ombre” (2017), “Billard Blues” (2020).