Settembre 2013
SAPER FARE: i lavori del mese • shopping verde • angolo dell'erborista
per VIVERE IL giardino IL terrazzo L’ORTO
Bambù Fratello Gigante del Grano lavori in giardini Impianti e trapianti di stagione
Mensile - Anno 12 - n. 9 - Settembre 2013 € 3,60
Bambù, fratello gigante del grano • Impianti e trapianti di stagione • Rapa, ortaggio povero ma ricco di virtù
settembre
nell'orto Rapa, ortaggio povero ma ricco di virtù
100 anni di Chelsea Flower Show!
La nuove tendenze verdi per il giardino le detta, ogni anno a maggio, il Chelsea Flower Show, la più importante mostraconcorso del giardinaggio mondiale, che si tiene nel parco dell'Hospital Chelsea dal 1913, dove si abbinano presentazioni floreali e allestimenti di giardini di famosi garden designer internazionali. di Elisabetta Sari
V
isitato da migliaia di visitatori da tutto il mondo, compresa la Regina Elisabetta II e altri membri della Royal Family, quest'anno il Chelsea Flower Show ha celebrato il suo centenario; nel 1913 è stata infatti la Regina Maria ad ammirare le prime installazioni di piante e fiori. In questa particolare competizione gareggiano paesaggisti di ogni continente e vengono assegnati i green awards più ambiti al mondo. Quest’anno, la giuria ha assegnato il riconoscimento più ambito, il “Best in Show”, al Trailfinders Australian Garden disegnato da Phillip Johnson. Il giardino ha rivelato un incredibile dispiego di piante, circa 120 specie australiane, tra cui Adenanthos sericeus, Brachychiton rupestris, Eucalyptus ‘Little Boy Blue’, Angiopteris evecta, Dicksonia antarctica intorno a un biolaghetto dominato da uno studio-scultura ispirato alla forma del fiore australiano Waratah o Telopea speciosissima. Quest’uso esasperato del colore e della diversità vegetale, dalle felci arboree alle piante palustri a quelle del deserto, è servito a veicolare un messaggio forte che vuole promuovere il giardinaggio urbano sostenibile grazie alla raccolta di acque piovane integrate ed il riciclo di quelle di uso domestico. Il tema della sostenibilità è stato trattato anche nel Blue Water Roof Garden, progettato da Nigel Dunnett, dove una visione emozionante di un giardino su un tetto urbano integra lo spazio ricreativo con la biodiversità. Il giardino esplora il potenziale del verde pensile, portando alberi, prati e zone umide nella città, affrontando l'importante tema della gestione delle acque urbane. Tra piante acquatiche di Equisetum japonicum e Juncus effusus, la palette dei colori utilizzati assume le tonalità azzurre dell'acqua come Amsonia tabernaemontana o Phlox divaricata ‘Cloud of Perfume’. In occasione del centenario, il giardino “M&G Investment”, anch'esso premiato con la medaglia d'oro, è stato intitolato “Finestre attraverso il Tempo” poiché riproduce legami tra passato e presente del giardino all'inglese. Progettato da Platts Roger, la vista verso il giardino è aperta da una scultura contemporanea
tonda di metallo posizionata in un angolo, quasi fosse una cornice. Guardando attraverso, s'intravede una capanna in rovere con un tetto di paglia, attorniata da arbusti come Cercis canadensis ‘Forest Pansy’, Photinia fraseri ‘Pink Marble’, erbacee perenni quali Thalictrum rochebrunianum, Cirsium rivulare ‘Atropurpureum’, Iris germanica ‘Red Orchid' e piante più formali come i bossi. Anche il Telegraph Garden, disegnato da Christopher BradleyHole, è una rappresentazione astratta del paesaggio inglese. Prendendo ispirazione dai giardini zen del Giappone, le sue caratteristiche vengono distillate in una composizione contemplativa. Attorno a un colonnato di pilastri in quercia, tanti parallelepipedi di siepi geometriche di bosso, tasso e faggio raccontano l'impronta umana sul paesaggio, il modo in cui dal bosco sono state create le radure per la coltivazione. I resti di questi antichi boschi ora sono composti in una geometria di campi e siepi, intervallati a vasche d'acqua e a una prateria spontanea formata da Melica altissima 'Alba', Sesleria autumnalis, Deschampsia cespitosa o Luzula nivea che alludono alla natura, in un'incredibile armonia compositiva.
l'importanza delle piante autoctone In generale l’utilizzo di piante selvatiche o autoctone è un imperativo per chi persegue i dettami della sostenibilità e della naturalità, per questo anche il giardino progettato da Robert Myers per Brewin Dolphin riproduce un habitat che riprende specie autoctone inglesi utilizzate in maniera contemporanea. Gli spazi destinati all'intrattenimento riflettono l'importanza attribuita alle relazioni personali e alla convivialità. Il gusto del colore è impressionante ma non travolgente, i rosa si accostano all'azzurro cobalto, ciuffi
In apertura, The Sonic Pangea Garden. Sotto, "Best Artisan Garden" An alcove (Tokonoma).
67
di Deschampsia cespitosa, Campanula rotundifolia 'Harebell', Gladiolus illyricus, Stachys officinalis ‘Hummelo’, Anacamptis morio ammorbidiscono lussureggianti cuscini in arte topiaria di Buxus sempervirens. Tutto ciò a riprova di come si possano utilizzare piante native in maniera elegante, accostando l'uso di materiali naturali per le pavimentazioni e gli elementi d'arredo. Le stesse tematiche si ritrovano anche in “Semina i semi del cambiamento”, in collaborazione con l'associazione Alzheimer, anch'esso medaglia d'oro, progettato da Adam Frost, dove un moderno giardino di famiglia ricrea non solo uno spazio in rapporto diretto con la natura ma anche un luogo dove poter trascorrere del tempo, che favorisca l'uso alimentare delle piante, combinando ad esempio Anchusa azurea 'Loddon Royalis' con Borrago officinalis 'Blue', Rosmarinus officinalis con Nepeta 'S. d'Andre Chaudron' e Iris sybrica 'Tropic Night'. Un'altra composizione, The Arthritis Research UK Garden, progettato da Chris Beardshaw, rappresenta nella parte del giardino più radiosa una piantagione calda e vibrante con una ricca tavolozza di piante color viola, arancio e blu, unite a esemplari sorprendenti, come Iris germanica 'Supreme Sultan', Lupinus 'Masterpiece', Allium cyathophorum var. farreri, Escholtzia californica e Osmunda regalis purpurea.
i più creativi Gli spunti più sperimentali trovano nella sezione Fresh Garden, mentre in quella degli Artisan Garden vengono integrati materiali e tradizioni artigianali. Il premio al miglior giardino sperimentale è andato a “Dopo il fuoco”, di James Basson, che ricrea la rigenerazione di una foresta in ambiente mediterraneo dopo un incendio, con esuberanti germogli verde-argento di felci
68
In alto, The Arthritis Research UK Garden. Nella pagina accanto, dall'alto a sinistra in senso orario, "Best in Show" Trailfinders Australian Garden; la pianta dell'anno 2013 Mahonia eurybrachteata 'Soft Caress'; "Best Fresh Garden" After the fire; The M&G Centenary Garden Windows through time; The Telegraph Garden; The Brewin Dolphin Garden; RBC Blue Water Roof Garden.
come Polypodium cambricum e Asplenium adiantum-nigrum, e esemplari di mimosa (Acacia dealbata) e corbezzoli (Arbutus unedo) sullo sfondo bruno della terra bruciata. In questa sezione erano presenti anche gli unici italiani ammessi, Passerotti e Piussi Giardini, con Sonic Pangea Garden, ispirato dal mito di Pan e dall'energia generatrice del continente Pangea, con ambientazioni sonore e giocato su piante tattili e commestibili in grado di stimolare i sensi come basilico, nasturzi e peperoncini. Il Best Artisan Garden 2013 è stato vinto da “Un'alcova” (Tokonoma) di Kazuyuki Ishihara, dove dentro un micro-paesaggio giapponese formato da Acer palmatum 'Thunberg', Acer yamamomiji, Pinus sylvestris e Aucuba japonica, è presente una nicchia con all'interno una sala tatami giapponese tradizionale, decorata con pergamene e fiori per deliziare e incantare. In esso la presenza del verde nelle sue infinite gradazioni si fa sempre più protagonista, predominante rispetto alle tinte appena accennate dei fiori, quasi spruzzate fino a perdersi nella vegetazione. Negli ultimi anni al Chelsea Flower Show il fascino quindi è sempre più affidato a trame e textures dei foliage, come testimonia la pianta dell'anno 2013, la varietà di Mahonia ‘Soft Caress’, che ha perso il consueto aspetto "coriaceo" per assumere fronde sempre più leggere quasi fosse una felce.