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La Visita Divina Effulgenza della Gloria Divina
LA VISITA DIVINA
MARTEDÌ 21 SETTEMBRE 1976, tenemmo la prima sessione Bhajan aperta al pubblico a casa nostra e fummo piacevolmente sorpresi quando, a metà sessione, un signore cinese di corporatura media entrò e si unì a noi nella preghiera di gruppo. Più tardi, dopo la narrazione di mio marito della sua esperienza con Baba in India, il signor Wong Wing Kwan (questo il suo nome) fu invitato a parlare e ci fece un resoconto davvero sorprendente della sua conversazione con Baba. Ci stupì anche riferendoci che, in base alla sua personale informazione, c’erano circa 3000 devoti cinesi di Baba in Malesia. Nella stessa area di Kepong Bahru, dove egli viveva, c’erano circa 300 devoti cinesi.
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Disse di essere un buddista molto convinto e di avere anche una grande devozione per Lao Tzu. Era vegetariano dall’età di 19 anni ed era costantemente alla ricerca della Verità. Poi, un giorno, seppe da un amico indiano che, in India, c’era un uomo miracoloso, proclamato da molti come Incarnazione di Dio. Il suo amico gli dette alcuni libri da leggere, tra cui “L’Uomo dei Miracoli” di Howard Murphet. Un certo giorno, intorno ad agosto/settembre del 1975, doveva andare a Brickfields, a casa di un altro amico indiano, per vedere alcune foto di Baba. Tuttavia, poiché pioveva forte, decise di non muoversi e rimase in casa a leggere uno dei libri su Baba. Sempre più incuriosito dai Suoi poteri, chiese scusa (a Baba) per non essere riuscito a rispettare l’appuntamento.
Era già buio e l’area intorno a casa sua (in quel momento nella zona di Bungsar, Jalan Bilis) era quasi inondata. All’improvviso, fu colto da stupore alla vista di un anziano uomo barbuto che stava fuori della cancellata della sua casa. L’uomo era alto, aveva carnagione chiara e capelli biancastri con, attorno alla testa, un panno simile a un turbante. Considerando l’ora tarda e non sapendo chi fosse lo sconosciuto, non aprì la porta. Il vecchio, allora, cominciò a parlargli in quello che sembrava un dialetto cinese che egli non riusciva a comprendere. Tuttavia, dalla gestualità dell’uomo, Wong ebbe l’impressione che egli si riferisse a qualcuno con un’“aureola” intorno alla testa. Wong, però, ancora timoroso delle intenzioni dell’uomo, gli disse: “Mi dispiace, non so chi voi siate e non capisco che cosa stiate dicendo”, e non apri la porta. L’uomo fece come se volesse andarsene, poi si voltò, prese un foglio di carta dal taschino della camicia e lo diede a Wong. Il foglio di carta con caratteri cinesi riportava il numero “63”. Wong non conosce il cinese, quindi non era in grado di capire la scrittura, ma fu colpito dal numero perché “63” era il numero civico della casa dove sarebbe dovuto andare quel giorno. Il vecchio continuò a indicare il foglio di carta e la direzione verso Brickfields. Ciò fatto, infilò la mano tra le griglie di ferro e i due uomini si strinsero la mano. Wong descrisse la mano dell’uomo come molto morbida ed elastica, come se non ci fossero ossa e si potesse comprimerla. Mentre stringeva la mano dell’uomo con la mano destra, Wong teneva il libro di Baba che stava leggendo dietro la schiena con la
mano sinistra. Ma, mentre l’uomo stringeva la sua mano destra, Wong sentiva come se una corrente elettrica scorresse da quella mano, attraverso il suo corpo, alla mano sinistra, trascinandola dal retro e quasi costringendolo a portare il libro al petto. Poi l’uomo se ne andò.
Solo allora Wong pensò: “Potrebbe essere questo il Baba che, si dice, appaia in forme diverse?” Si rivolse rapidamente alla moglie e al figlio che stavano assistendo a quella strana scena e ordinò al figlio di seguire il vecchio per vedere dove andava. La casa di Wong era situata in una strada cieca, ma, quando il figlio uscì, non c’era traccia di persone o veicoli. Questo, per Wong, fu molto strano perché non c’era modo che il vecchio avesse potuto scomparire così presto.
Il giorno seguente, Wong andò alla casa di Brickfields per vedere le foto di Baba. Con sua sorpresa, notò lì l’immagine di un vecchio. In risposta alla sua stupita domanda, venne informato che si trattava di Shirdi Baba, la precedente incarnazione di Sai Baba. Wong rimase stordito, senza capire perché in quella foto ci fosse lo stesso vecchio che era andato a casa sua la sera prima.
Comprendendo che la ricerca della verità, che aveva perseguito tutta la vita, lo aveva forse portato a questo uomo miracoloso, Baba, egli iniziò a leggere più libri e invitò altri amici cinesi a condividere la sua esperienza. Cominciarono poco per volta, condividendo i libri e facendo dibattiti religiosi.
Erano così presi dalla cosa che sette di loro, nel 1975, andarono assieme a Prasanthi Nilayam, a Puttaparthi, India, per partecipare alle celebrazioni per il Compleanno di Baba. Quando Wong scese dal taxi, riconobbe Baba che stava uscendo dall’edificio. Egli rimase in piedi sotto il portico, fra due colonne. Baba gli fece un cenno con la mano, dimostrando così di essere a conoscenza della sua presenza. A causa dell’elevato numero di persone riunite per partecipare alle celebrazioni per il Compleanno di Baba, Wong non fu in grado di ottenere un colloquio personale, ma un giorno, mentre camminava attorno al Poornachandra, il grande auditorium, quasi si scontrò con Baba che usciva dal salone. Baba sorrise e gli disse in inglese: “Io sono in te; tu sei in Me. Continua il tuo lavoro.” Poi andò avanti, lasciando Wong molto commosso e con la risoluta volontà di appoggiare il movimento di Baba nel miglior modo possibile.
Tornò in Malesia piuttosto perplesso su come eseguire il “lavoro” di Baba. Lo pregò e chiese la Sua guida su come convincere i devoti cinesi a partecipare allo studio del sanscrito (per loro complesso come uno scioglilingua) e ai Bhajan in telugu. Baba gli rispose nel sonno. Mentre era nel dormiveglia, sentì che lo istruiva come un insegnante. Prima, gli fornì le parole dei canti in cinese, poi la melodia d’accompagnamento che era la stessa di quella dei Bhajan cantati in telugu o in sanscrito. Immediatamente, Wong si alzò e, come se avesse sentito qualcuno parlargli direttamente, ascoltò attentamente le parole. Le avrebbe poi dettate a qualcun altro perché fossero scritte in cinese, dato che egli stesso non era in grado di scrivere in quella lingua. In questo modo, fu in grado di compilare un certo numero di Bhajan cinesi (8 in tutto) da cantare durante le loro sessioni. Le canzoni e le melodie erano così piacevoli che stupirono i suoi amici poiché egli non aveva avuto un’istruzione tradizionale cinese o musicale.
Il tipo d’istruzione che aveva ricevuto era prettamente inglese.
Le sessioni di Bhajan si svolsero il sabato in una casa accanto a quella di Wong a Kepong. Il fervore dei devoti cinesi fu rafforzato dal potere di Baba, come evidenziato attraverso la Vibhuti che Wong aveva ricevuto a Puttaparthi. Essa fu conservata in un contenitore e sembrava esserci una fornitura senza fine da utilizzare per scopi curativi. La Vibhuti, dice Wong, fu particolarmente miracolosa nel curare le vittime della poliomielite. La sacra cenere veniva applicata sulla gamba dell’invalido e presto il paziente sentiva che la cura cominciava a fare effetto.
Inoltre, mentre “i sette” erano in India durante le celebrazioni del Compleanno,
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Contemporaneamente, un folto numero di dignitari e parenti ha fatto offerte al Samadhi, splendidamente decorato. I Bhajan sono terminati con l’Arati, dopodiché è stato eseguito il Narayana Seva.
Il programma pomeridiano si è tenuto nel Sai Kulwant Hall, dove membri del Prasanthi Bhajan Group, composto di ex studenti di Bhagavan, hanno offerto omaggi musicali alla Divina Madre sotto forma di commoventi canti devozionali, caratterizzati da profonda devozione e perfetta sincronia di ritmo e melodia. Alcune delle canzoni devozionali eseguite dai cantori, che hanno toccato i cuori di tutti, erano: “Sarade Jaya Hansavahini Jayati Veena Vadhini” (vittoria a Madre Saraswati che cavalca un cigno e suona la Veena), “Janani Janani Jagam Nee Agam Nee” (o Madre Divina! Tu sei il mondo! Tu sei il nostro Sé interiore!), “Kanulona Pongennu Karunajalapathamu” (o Swami! La compassione scende a cascata dai Tuoi occhi). il resto dei devoti continuava a tenere i Bhajan presso la propria stanza di preghiera a Kepong Bahru. Il giorno prima del Compleanno (che cade il 23 novembre), tutti i devoti videro la forma di Baba che si era manifestata davanti a loro con una veste dorata e li invitava a essere vegetariani in occasione del Suo Compleanno. La fenomenale esperienza rafforzò ulteriormente la devozione verso Baba dei devoti di Kepong Bahru.
– Dall’articolo di Wong Wing Kwan “Il Viaggio verso Dio - Parte I: L’Esperienza Malese con Sai Baba” di J. Jagadeesan (come riportato da Wong il 21 settembre 1976 e registrato dal devoto J. Shanti).
Il Narayana Seva nella Giornata di Easwaramma.
La presentazione di musica devozionale è stata seguita da un Discorso Divino di Bhagavan, in cui Egli spiega la grandezza della maternità ed esorta tutti a rendere felice la propria madre in ogni circostanza e a soddisfare i desideri dei genitori. Bhagavan conclude il Discorso con il Bhajan “Hari Bhajan Bina Sukha Santhi Nahin”.