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La Scoperta dei Veda come Fonte di Saggezza Dottor N. Gopalakrishnan
LA SCOPERTA DEI VEDA COME FONTE DI SAGGEZZA
Dottor N. Gopalakrishnan
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Noi indiani non abbiamo mai detto che solo la nostra religione è perfetta; non abbiamo mai asserito che solo il nostro Dio è perfetto; non abbiamo mai affermato che solo il nostro Libro è perfetto; non abbiamo mai preteso che solo il nostro percorso sia corretto. Abbiamo detto: “Aano Bhadra Kritavo Yantu Viswatah” (che pensieri nobili vengano a me da tutte le direzioni). Ovunque ci siano cose buone, ovunque ci siano cose nobili, facciamo sì che appartengano anche a noi.
IMIEI PRANAM AI PIEDI DI LOTO dell’Avatar, Swami Sri Sathya Sai Baba. Sono fortunato a essere stato qui tre volte: la prima durante l’Ati Rudra Maha Yajna. Ebbi la fortuna di tenere il viso sul grembo di Swami, che mi chiese:
“Inthavaraku Meeru Ikkadaku Ra Ledu
Yenthukku Ra Ledu” (finora non sei venuto, perché?). La successiva domanda fu: “Meeku Emi Kavali” (che cosa vuoi)? Risposi: “Padanamaskar.” Dopo questo, da qui qualcuno mi chiamò e mi disse che sarei dovuto venire per tenere una conferenza. Non mi comunicò la data. Swami mi venne in sogno e disse: “Hai un ego terribile. Una volta che lo avrai superato, solo allora ti chiamerò.” Poi, sempre in sogno, Gli chiesi: “Che cosa dovrei fare per rimuovere questo ego?” Rispose mostrando cinque dita: “Non dovresti accettare ghirlande, ricevere compensi o conferire diplomi agli altri. Non dovresti accettare bouquet, né permettere alle persone di parlare bene di te. Una volta finita la conferenza, ricordati di dire che la conoscenza non è tua, ma appartiene ai tuoi antenati. Dopo cinque anni, ti chiamerò.” Sono trascorsi cinque anni e io sono qui. Mi sento così entusiasta.
I Veda Esortano l’Uomo a Condurre una Vita Gloriosa e Propositiva
Dopo aver ascoltato i discorsi di ieri pomeriggio e la Conferenza di oggi sui Veda, mi viene in mente ciò che Swami Vivekananda disse nel 1893, non a Chicago, ma all’Università del Michigan. Egli sostenne: “Il ventesimo secolo appartiene a voi, gente che è qui riunita; ma il ventunesimo secolo appartiene a noi indiani.” Negli anni precedenti, l’India era la capitale spirituale del mondo. Fate sì che questo centro sia ora il punto cardine della capitale spirituale del mondo. Per cominciare, offro i miei Pranam a ciascuno di voi e recito questa preghiera vedica:
“Samgachchhadhwam Samvadadhwam Sam Vo Manaamsi Jaanataam.”
Samgachchhadhwam significa “procediamo insieme con entusiasmo”. Samvadadhwam vuol dire “parliamo insieme gioiosamente”. Sam Vo Manaamsi Jaanataam significa “comprendiamoci psicologicamente e mentalmente l’un l’altro”. Viviamo una vita felice, gioiosa, utile, propositiva, fruttuosa e significativa, e che la nostra preghiera sia Asato Ma Sadgamaya (conducimi dall’irrealtà alla realtà). O Dio, guidaci dal male al bene, dal bene al meglio e dal meglio all’eccellenza. Facciamo sì che la nostra mente, il corpo, i rapporti familiari, i valori culturali, i legami sociali, l’integrazione nazionale ottengano, dalla nostra vita, benefìci sostenibili e permanenti. Consentiamo alla nostra mente di passare da cattivi pensieri a buoni pensieri, dalla cattiva salute alla buona salute, dalla rottura dei rapporti familiari al rafforzamento degli stessi, dalla svalutazione della nostra cultura al suo alto apprezzamento, dall’allentamento dei nostri legami sociali al loro rafforzamento, dalla disintegrazione della nazione a una nazione unita. Tamaso Ma Jyotirgamaya (guidami dall’oscurità alla luce, dall’ignoranza alla conoscenza). Mrityor Ma Amritamgamaya (conducimi dalla morte all’immortalità). Che la mente passi dal male al bene: allora i pensieri passeranno dal male al bene, le azioni dal male al bene. Ascoltiamo messaggi elevati, messaggi positivi. Guardiamo tutti il bene in ognuno. Ci sono 7 miliardi e 46 milioni di persone nel mondo, e ognuna di esse ha in sé qualcosa di buono. Ognuna racchiude in sé anche un po’ di male. Ignoriamo il cattivo e prendiamo il buono. Bhadram Pashyama (vedi solo il bene). Prepararsi per vivere non è la vita; l’esperienza del vivere lo è. Fate del bene agli altri finché vivete qui. Swami soleva dire: “Nara Seva è Narayana Seva. Manava Seva è Madhava Seva. Jan Seva è Janardana Seva.” Solo coloro che vivono per gli altri, per aiutare gli altri, sono coloro che vivono veramente. E viviamo insieme. I Veda affermano:
Saha Navavatu, Saha Nau Bhunaktu, aha Veeryam Karavavahai,
Tejaswi Navadhitamastu,
Ma Vidvishavahai. (Possiamo noi essere protetti e nutriti assieme! Possiamo compiere azioni eroiche! Possiamo essere pieni di energia divina! Possa non esservi mai odio tra di noi!)
Non alimentiamo odio verso nessuno. Allo stesso modo, la sottostante preghiera recita:
Sarve Bhavantu Sukhinah,
Sarve Santu Niramayah,
Sarve Bhadraani Pashyantu,
Ma Kashchid Dukha Bhaag Bhavet. (Possano tutti essere felici!
Possano tutti essere liberi dalla malattia!
Possano tutti vedere ciò che è di buon auspicio!
Possa nessuno soffrire!)
Facciamo sì che tutti siano felici, che tutti gioiscano della vita. Viviamo sulla terra circa ottanta/ottantacinque anni. Ogni respiro ci porta verso il cimitero. Nessuno si preoccupa di quanto vivrà. Ciò che interessa a ognuno è come vivrà.
Scienza e Spiritualità Dovrebbero Essere Complementari
Noi indiani non abbiamo mai detto che solo la nostra religione è perfetta; non abbiamo mai asserito che solo il nostro Dio è perfetto; non abbiamo mai affermato che solo il nostro Libro è perfetto; non abbiamo mai preteso che solo il nostro percorso è corretto. Abbiamo detto: “Aano Bhadra Kritavo Yantu Viswatah” (che pensieri nobili vengano a me da tutte le direzioni). Ovunque ci siano cose buone, ovunque ci siano cose nobili, facciamo sì che appartengano anche a noi. Siamo dei donatori proprio come i fiumi. Il fiume ha
acqua dolce, l’oceano ha acqua salata. Perché il fiume contiene acqua dolce? Dà acqua all’oceano; ecco perché vi è acqua dolce. L’oceano prende; ecco perché ha acqua salata. Quindi, cerchiamo di essere fiumi come il Gange, lo Yamuna, il Godavari, il Saraswati, il Narmada, il Sindhu o il Kavery.
Potete notare come nell’Isavasya Upanishad sia scrtto: “Asurya Naama Te Loka Andhena Tamasaavritah Taamste Pretyaabhigachchhanti Ye Ke Chaatmahano Janaah” (nei mondi sacrileghi, avvolti in un’accecante oscurità, i persecutori dell’Atma, il Sé, perseguono in realtà la morte). Coloro che hanno deciso di suicidarsi con l’Atmahanojanaaha (creando l’annientamento della propria anima individuale), stanno conducendo se stessi in un mondo pieno d’accecante oscurità. Alcune persone andranno verso quel percorso negativo. È il vostro ruolo, vostro dovere riportarli sulla retta via. Migliaia di persone si sono qui riunite per portarle nella giusta direzione, impartendo loro la corretta conoscenza. La conoscenza è di due tipi: Vidya e Avidya. Vidya è conoscenza eterna, esperienziale, spirituale, mentre Avidya è conoscenza esterna, sperimentale, scientifica. Usate la conoscenza scientifica e tecnologica per affrontare i problemi quotidiani della vita e usate la conoscenza spirituale per ottenere l’immortalità, per raggiungere la pace permanente. Coloro che pensano che la scienza possa risolvere tutti i problemi umani, stanno guidando se stessi all’oscurità assoluta e ciò accade anche a coloro che pensano che la spiritualità possa risolvere tutti i problemi umani. Quindi, integrate scienza e spiritualità. Nella Bhagavadgita, si legge:
Jnanam Vijnana-Sahitam Yaj Jnatva Mokshyase Ashubhat. (Io ti impartirò la conoscenza sapendo che sarai liberato dalle sofferenze dell’esistenza materiale).
Poiché la maggior parte di voi sono indiani, è probabile che abbiate letto la Bhagavadgita. Quindi, ricordate Jnanam Vijnana-Sahitam. Dopo aver appreso a memoria i 700 Sloka, Albert Einstein tenne una conferenza all’Università di Cambridge e disse: “La scienza senza la religione è cieca e la religione senza la scienza è zoppa.” Swami soleva dire: “Prakriti (la Natura) è una parte del Purusha (Brahman); è divina.” Consideriamo la terra come nostra madre. Ho lavorato all’Università di Alberta per circa un anno. Su entrambi i lati dei mezzi di trasporto, era scritto “Proteggi la Madre Terra”. Noi preghiamo l’aria in questo modo: Namaste Vayo Twameva Pratyaksham Brahmasi (reverenti omaggi all’aria; tu sei davvero il Brahman visibile). Per gli indiani, l’aria è divina.
Non Deviare dalla Verità e dalla Rettitudine
Ieri ho detto alcune parole al mio amico. Il primo libro scritto nel mondo fu il Rig Veda; quello stesso sarà l’ultimo libro del genere umano. Rimarrà fino all’ultimo individuo del genere umano perché è Anadi (senza inizio). Nessuno conosce il punto di partenza della conoscenza vedica. I Veda sono Apaurusheya (non composti dall’uomo). Il semplice significato di questo è che, umanamente, è impossibile scrivere i Veda. Per essi, nessuna aggiunta, cancellazione, modifica, correzione è necessaria. Sono stati composti dai Mantradrashta (veggenti), che potevano effettivamente vedere la Natura e copiare le sue regole, per le quali non sono necessarie aggiunte, cancellazioni, modifiche e correzioni. Sfortunatamente, non sappiamo quanti Veda ci siano. Su 21 sezioni del Rig Veda, solo due sono disponibili. Su 86 dello Yajur Veda sono
disponibili solo quattro. Su 1000 sezioni del Sama Veda, solo tre, e, su 9 dell’Atharvana Veda, solo due. Fortunatamente, ci sono almeno queste. La mia richiesta ai fratelli e alle sorelle di questa assemblea è di prendere tutto ciò che i nostri antenati ci hanno dato e di portarlo alla prossima generazione.
Il mondo si sta facendo avanti per acquisire il sapere dell’India. L’India non è morta; essa non poteva essere uccisa da nessuno solo grazie alla conoscenza che qui esisteva. Quindi, quando pregate la terra, quando pregate il fuoco, quando pregate l’aria, pregate l’Essere Supremo che ha creato questi elementi. Perché vi sto dicendo tutto questo? Sapete, il mio argomento è l’aspetto scientifico dei Veda. Quindi, devo parlare dell’aria, devo parlare del fuoco, devo parlare dell’acqua. Voglio anche dirvi che, nei tempi vedici, la scienza e la tecnologia erano ben sviluppate. Ad esempio, nei Veda si fa menzione del Nakhakutta (tagliaunghie). Parlando di tagliaunghie, dovreste capire che, per fare il tagliaunghie, esisteva una tecnologia. Dovreste anche comprendere che, per la lavorazione, esisteva una tecnologia dei metalli, con la quale venivano realizzati i tagliaunghie. Dovete sapere che, durante quel periodo, si conoscevano i metalli e che si sapeva come depurare metalli grezzi e minerali. Quindi, quando ascoltate una parola tratta dai Veda, potete rendervi conto della conoscenza scientifica che esisteva allora accanto alla conoscenza spirituale. Lo stessa cosa per la parola Hridayam (cuore). Tutti ne hanno uno. I Veda descrivono la parola Hridayam, che funziona per accogliere, dare e far circolare. Prima che i nostri grandi scienziati dell’Occidente lo scoprissero, noi lo abbiamo spiegato qui a parole. Quindi, la nostra conoscenza scientifica era vasta. Sfortunatamente, non ne siamo consapevoli. Ma questa non è una scusa per continuare nell’ignoranza. Dovremmo conoscere la nostra eredità; dovremmo cambiare dal male al bene. I Veda affermano: “Sathyam Vada (di’ la verità). Dharmam Chara (pratica la rettitudine). Occorre far sì che ogni madre segua Matru Dharma (il Dharma proprio a una madre) e ogni padre segua Pitru Dharma (il Dharma proprio a un padre). Ogni figlio dovrebbe seguire Putra Dharma (il Dharma proprio a ogni figlio) e ogni figlia Putri Dharma (il Dharma proprio a ogni figlia). Sathyam Vada Dharmam Chara Svadhyayanma Pramadah (di’ la verità, pratica la rettitudine, non trascurare lo studio dei Veda). Non deviate mai dalla verità, non deviate mai dal Dharma, imparate continuamente, insegnate agli altri e conducete una vita felice. Mantenete un viso sorridente fino all’ultimo respiro. Non assumete espressioni da “zucca marcia”. Ad ogni modo, un giorno morirete. Che siate un alto ufficiale, un eroe o nulla, sicuramente morirete. Quindi, Uthishta Jagrat Prapya Varannibodhat (o uomo! Alzati, sii cosciente e sveglio! Vai dagli uomini nobili e impara da loro il segreto per raggiungere la Divinità). Alzatevi orgogliosamente in piedi e siate consapevoli che, in questo mondo, non siete permanenti. Illuminate la vostra mente acquisendo conoscenze dai saggi.
Mi sento illuminato per il fatto di essere qui come un piccolo uomo che ha avuto la fortuna di trovarsi in questo luogo. E verrò molto spesso proprio come voi, non come oratore, ma come un lavoratore orientato a una missione. Auguro una vita lunga, felice, utile, propositiva, fruttuosa e significativa a tutti i miei fratelli e sorelle. I miei reverenti omaggi.