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Dottor Hector J. Castaneda Servire nella Missione Sanitaria Mondiale Sathya Sai: il Punto di Vista di un Neurochirurgo Dottor K. Nadanachandran

SWAMI HA DETTO CHE LA MADRE È la nostra prima insegnante spirituale, il Guru, poiché per prima insegna in modo semplice al bambino che esiste un Essere Supremo e poi lo affida al padre, che diventa il Guru successivo. Nel mio caso è stata mia madre che ha anche portato

Swami nella mia vita, oltreché in quella dei miei fratelli e sorelle, e la conseguenza è stata un mio primo viaggio a Prasanthi

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Nilayam nel 1981 insieme con mia moglie.

In anni successivi Swami ha fatto dono a mia madre di una stanza nell’ashram, dove ha poi abitato. Periodicamente facevamo visita sia alla nostra madre biologica sia alla nostra madre spirituale - Swami - a

Prasanthi Nilayam.

Swami Entra nella Mia Vita

Lasciammo il nostro Paese – lo Sri Lanka – nel 1972 per il Regno Unito dove dovevo effettuare il tirocinio postuniversitario in medicina. Dopo cinque anni trascorsi nel

Regno Unito ci stabilimmo in Australia, dove mia madre venne a vivere con noi per due anni. Fu allora che ella piantò Dottor K. Nadanachandran in me il seme della fede in Swami prima di partire per andare a stare a Prasanthi Nilayam. Entrammo a far parte di un piccolo Centro Sai, situato nel garage della casa di un devoto, dove ci riunivamo nel 1981 assieme a pochi altri seguaci. Con l’aumentare del numero dei devoti presero l’avvio le diverse Ali del Centro e vennero abbozzate le attività di servizio. Attualmente Canberra in Australia ha una famiglia Sai molto dinamica. Per più di 30 anni, io e la mia famiglia abbiamo svolto un ruolo attivo nel Centro Sai di Canberra. I miei due figli hanno seguito il programma dei Bal Vikas dove ero coinvolto come insegnante.

Durante i miei primi anni in Australia, non riuscivo a ottenere un posto negli ospedali locali come neurochirurgo, una specialità per la quale avevo effettuato un tirocinio per più di sei anni. Accettai lavori temporanei come medico generico e medico di pronto

SERVIRE NELLA MISSIONE SANITARIA MONDIALE SATHYA SAI: IL PUNTO DI VISTA DI UN NEUROCHIRURGO

soccorso. Nel frattempo pregavo Swami che mi fosse data l’opportunità di fare il miglior uso delle mie capacità professionali conseguite nell’arco di molti anni con il tirocinio in neurochirurgia. Egli esaudì il mio desiderio nel 1980 quando fui assunto come neurochirurgo in un ospedale di Canberra dove avevo lavorato precedentemente nel 1978 per un anno.

Avevo un forte desiderio di offrire i miei servigi per aiutare la gente dello Sri Lanka del Nord, dov’ero nato e dove più

tardi lavorai per due anni come medico neolaureato, in segno di gratitudine per la mia madrepatria. La guerra civile che infuriava nel Paese - che fu anche la causa della nostra emigrazione verso l’Australia - rese la cosa molto difficile. Partecipammo ad alcuni ospedali da campo a Prasanthi Nilayam e nel 2005 ci recammo perfino con un gruppo di medici nello Sri Lanka del Nord per portare cure mediche dopo lo tsunami.

Nel 1991 venne istituita l’Unità Medica Sai dell’Australia e fui incaricato come cocoordinatore medico e, pochi anni dopo, come Coordinatore Medico della Zona 3 dell’Organizzazione Internazionale Sathya Sai (SSIO). L’Australia è dotata di un programma di servizi sanitari totale e onnicomprensivo, per cui le opportunità di svolgere un servizio medico attivo nel Paese sono molto limitate.

Swami dice: “Mostrami la tua disponibilità e Io ti darò l’opportunità.”

Servizi neurochirurgici nelle Fiji.

Di conseguenza, nel 2001 mi si presentò l’occasione di mettere a disposizione le mie competenze per servire un’altra nazione. Questa nazione sono le Fiji, con una popolazione di 800.000 abitanti, ma sprovvista di un reparto di neurochirurgia. Il Reale Ordine Australasiano dei Chirurghi era solito inviare ogni anno un gruppo di neurochirurghi per due settimane perché svolgesse queste prestazioni a favore degli abitanti. Mi fu chiesto di essere a capo del progetto e, per grazia di Swami, fui in grado di servire in questa veste fino al 2012. Il gruppo comprendeva un anestesista e diversi infermieri che svolsero un servizio eccellente sebbene nessuno di essi facesse parte della SSIO.

Istituzione di una Unità di Neurochirurgia nelle isole Fiji

Nell’intervallo tra queste visite annuali alle Fiji, i pazienti in pericolo di vita morivano se non potevano avere accesso alle limitate forme governative di assistenza, né andare oltremare per poter avere le cure necessarie. I bambini con problemi cerebrali, che necessitavano di un intervento chirurgico urgente, riportavano danni cerebrali permanenti. In considerazione della persistenza di queste condizioni, fummo in grado di organizzare l’invio di una seconda équipe medica alle Fiji. Le Fijian Airlines ci diedero tre biglietti aerei gratuiti per sei anni e alcuni filantropi locali ci fornirono diversi tipi di sostegno. Alcune ditte ci assistettero generosamente con attrezzature e forniture sanitarie.

Però, mirando alla loro autosufficienza, il nostro obiettivo diventò presto l’istituzione nelle isole Fiji di reparti di neurochirurgia e neurologia. Ogni cosa si verifica al momento giusto come decretato dalla Sua Volontà. Finalmente trovammo un giovane tirocinante che era pronto a seguire questa branca della Medicina. L’allora Ministro della Salute delle Fiji era un visionario e spianò la strada a questo professionista perché potesse svolgere un tirocinio presso l’unità di neurochirurgia di Canberra, dove io ero direttore e supervisore dei tirocinanti. Anche i miei colleghi e l’ospedale stesso supportarono con grande impegno questo sforzo. Il tirocinante fece esperienza pratica con noi per due anni e gli fu assegnata una borsa di studio affinché potesse fare esperienza pratica per sei mesi presso un ospedale pediatrico di Sidney. Quando ritornò in patria, avviò nel 2013 la prima unità di neurochirurgia delle isole Fiji.

Durante questo periodo facemmo in modo che un medico delle Fiji svolgesse un

tirocinio in neurologia e un giovane dottore fosse tirocinante in radiologia a Canberra. Continuammo ad assistere il reparto con la fornitura di attrezzature e con incontri regolari con il Ministro della Salute delle Fiji per assicurarci che continuassero a fornire aiuto. Il suddetto neurochirurgo esegue attualmente più di 300 operazioni l’anno ed è pronto a formare un secondo chirurgo in questa specialità.

Ospedali da Campo Rurali Sai nelle Isole Fiji

Durante un colloquio a Kodaikanal, mia moglie chiese a Swami di permettermi di lavorare nel Suo ospedale. Swami rispose: “In qualsiasi momento”, dandomi quindi l’opportunità di lavorare presso l’unità di neurochirurgia dell’Istituto Superiore Sathya Sai di Scienze Mediche (SSIHMS), a Whitefield. Ciò mi consentì di farmi un’idea dell’enorme lavoro svolto sotto la guida del dottor Hegde, un eccellente e rinomato neurochirurgo, nonché delle eccellenti strutture dello SSSIHMS fornite, nella Sua infinita compassione, da Swami.

Sebbene queste opportunità mi avessero personalmente gratificato, sentii la necessità di allargare il nostro orizzonte. Il dottor Dinesh Lal, un gastroenterologo della Nuova Zelanda, nel 2016 organizzò un gruppo di medici Sai per andare nelle zone rurali delle Fiji a fornire le tanto necessarie cure mediche di base. Sia io sia il dottor Gunu Naker, un anziano medico generico di Sydney nonché devoto di lunga data di Sai e membro dell’unità medica, prendemmo entrambi in considerazione l’idea di unirci al team medico della Nuova Zelanda. Il dottor Naker aveva organizzato in precedenza due ospedali da campo in una comunità aborigena e aveva intrapreso anche altri progetti. A quel tempo non avevamo molti medici della famiglia Sai che servissero i bisognosi, principalmente a causa della mancanza di occasioni di servizio in loco.

Il dottor Gunu Naker fu nominato responsabile del gruppo sanitario e, nel 2007, organizzò il nostro primo ingresso

Mentre la popolazione delle Fiji ha beneficiato dei servizi sanitari forniti dai gruppi SSIO dell’Australia e della Nuova Zelanda, dobbiamo ricordarci che non si tratta solo di un esercizio professionale, ma di qualcosa di molto più significativo. Il servizio è la più alta Sadhana, come sottolineato da Swami.

nelle zone rurali delle Fiji. A partire dal 2008 organizzammo una visita indipendente del gruppo australiano di medici volontari e professionisti.

Si presentò anche l’opportunità di lavorare con una scuola medica locale dove potevamo organizzare una sessione d’insegnamento per un’intera giornata. Per acquisire una conoscenza pratica, circa 40 studenti di medicina viaggiavano con noi per i cinque giorni seguenti e osservavano come gli insegnamenti di Sai venivano messi in pratica. Nel frattempo il gruppo medico neozelandese aveva continuato a visitare le Fiji rurali. Attualmente hanno 90 volontari e anche il gruppo Sai locale e i medici Sai forniscono l’assistenza di cui c’è tanto bisogno.

Swami ha detto: “Il servizio dovrebbe essere fornito dove è più necessario.” Dice anche: “Il servizio è la più alta disciplina spirituale. La preghiera e la meditazione o la conoscenza delle Scritture e del Vedanta (sacre scritture dell’India), non ti aiutano a raggiungere l’obiettivo così rapidamente quanto il servizio. Il servizio ha un duplice effetto: estingue l’ego e dà beatitudine.” Abbiamo quindi sentito l’esigenza di uscire dal nostro ambito dove godevamo di tutte le comodità. Eravamo a conoscenza delle scarse strutture sanitarie di Vanua Levu, la seconda isola più grande delle Fiji, e della necessità di servizi medici. Tuttavia il trasporto di volontari, di attrezzature

mediche e il problema di trovare degli alloggi in loco hanno rappresentato una sfida. Con le benedizioni di Swami questo progetto è iniziato nel 2014 e la collaborazione con la scuola medica continua tuttora. L’équipe sanitaria comprende circa 60 volontari, tra cui medici di famiglia, medici specialisti, ginecologi, oftalmologi, optometristi, psichiatri, psicologi, dentisti, odontotecnici, infermieri, fisioterapisti, supporto IT e volontari generici. Tutti i volontari si pagano le proprie spese, e la comunità Sai fornisce il supporto per i prodotti farmaceutici e le attrezzature. Nel 2016 un medico di chirurgia generale e un chirurgo di urologia si sono uniti al gruppo e sono stati in grado di fornire prestazioni, di cui c’era molta necessità, presso il principale ospedale locale. Diverse ditte di articoli sanitari hanno fornito generosamente attrezzature e beni di consumo per questa impresa.

Tutto questo lavoro riguarda la logistica, la pianificazione e il collegamento con la Commissione Medica delle Fijj, il Ministero della Salute e i Dipartimenti Doganali delle Fiji. Il gruppo organizzativo, composto dal suo dirigente, dottor Gunu Naker, dal responsabile della logistica, Lawrence Kissun, dal responsabile IT e dati, Anurag Prasad, e dal dottor Saras Nandan, direttore sanitario della SSIO delle Fiji che fornisce la sua assistenza, è degno di riconoscimento per il servizio disinteressato che esplica con dedizione ed efficienza.

Mentre gli ambulatori delle zone rurali gestite dal Governo sono sostanzialmente migliorate nel corso degli anni, la mancanza di conoscenze per quanto riguarda la salute, la scarsa osservanza da parte dei pazienti per le prescrizioni delle cure e le problematiche socio-politiche, hanno afflitto il popolo delle Fiji, con ripercussioni sulla loro salute. Nonostante sia un Paese in via di sviluppo, le Fiji superano alcune delle nazioni sviluppate nell’incidenza delle malattie non trasmissibili. Hanno una delle più alte incidenze nel mondo di amputazione degli arti per il diabete. Negli ospedali da campo, gli educatori sanitari del nostro gruppo sono attivamente coinvolti nell’informazione sanitaria ai pazienti. A tutt’oggi abbiamo organizzato tre conferenze, per gli operatori sanitari locali e gli studenti di Medicina, sulle malattie non trasmissibili (NCD), in risposta a questo problema.

Mentre la popolazione delle Fiji ha beneficiato dei servizi sanitari forniti dai gruppi SSIO dell’Australia e della Nuova Zelanda, dobbiamo ricordarci che non si tratta solo di un esercizio professionale, ma di qualcosa di molto più significativo. Il servizio è la più alta Sadhana, come sottolineato da Swami. I volontari, indipendentemente dalle loro capacità, vedono questo come esercizio spirituale, che si rivela un’esperienza esaltante, in particolare quando ricevono le parole di gratitudine dei pazienti. L’atteggiamento amorevole e premuroso mostrato dai volontari, di per sé, ha un immenso effetto terapeutico sui pazienti. È un’esperienza universale il fatto che l’amore sia la “valuta dello scambio”. È un’esperienza da cuore a cuore.

Gli studenti di Medicina vedono l’amore in azione e un autentico esempio di compassione e altruismo e portano a casa il messaggio dell’amore in azione, oltre a ricevere conoscenze e formazione medica. Molti volontari sanitari che hanno partecipato al servizio disinteressato si sono ora qualificati dal punto di vista professionale. Mi hanno riferito in che modo hanno interiorizzato i valori appresi negli ospedali da campo e li hanno messi in pratica.

Essere stato coinvolto nel lavoro Sai e aver collaborato con i volontari Sai nel corso degli anni sono stati una benedizione e un privilegio, per i quali sarò sempre grato ai miei genitori e a Swami. Sono inoltre grato a mia moglie per l’incoraggiamento e l’assistenza fornitami in queste attività.

- L’autore è un neurochirurgo dell’Australia in pensione ed è un membro anziano dell’Organizzazione Internazionale Sathya Sai

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