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Alimentate Fede nella Divinità Interiore Messaggio di Bhagavan in occasione di Sivarathri

ALIMENTATE FEDE NELLA DIVINITÀ INTERIORE

“L’Atma è presente in tutti, non conosce barriere territoriali, è onnipresente. Riconoscere l’onnipresenza del Divino è lo scopo della celebrazione di Shivaratri. Questo scopo non si ottiene digiunando e stando svegli tutta la notte. Questi sono soltanto un aiuto a ciò che è considerato il fine ultimo: la realizzazione di Dio”, ha detto Bhagavan, nel Discorso di Shivaratri, il 19 febbraio 1993.

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LA SPIRITUALITÀ È IL FARO CHE DIFFONDE LA SAGGEZZA

OGNI ESSERE UMANO È UN frammento del Divino. La vita trova compimento soltanto quando egli compie i propri doveri.

Il dovere è l’impegno fondamentale dell’uomo. Chi ha ricchezze e possedimenti deve goderne, ma desiderare o sottrarre le ricchezze altrui è un crimine.

Il Dharma implica l’uso corretto delle proprie risorse

La ricchezza non è costituita soltanto di denaro, oro o altri possedimenti; anche tutta la conoscenza e le abilità acquisite costituiscono ricchezza. La salute è ricchezza, il potere di pensare è ricchezza, la forza fisica e le capacità mentali sono ricchezza, il tempo che abbiamo a disposizione è ricchezza. Per questo, è un dovere primario utilizzare il tempo e ogni altra forma di ricchezza in modo corretto. Oggigiorno, sfortunatamente, il tempo, la ricchezza e le abilità vengono sprecati; questo è adharma, l’opposto della rettitudine.

Io consiglio spesso agli studenti di non parlare eccessivamente perché questo è un uso enormemente scorretto del tempo a loro assegnato; inoltre, conversare eccessivamente deruba le altre persone del loro tempo. Anche questo è sbagliato. Il Dharma implica l’uso corretto del tempo e delle risorse. L’uso scorretto del tempo e della ricchezza e l’appropriazione della

ricchezza altrui è adharma.

Ogni persona ha una mente in cui sorgono pensieri basati sulla sua forza di volontà. Una persona preferisce adorare Rama, un’altra adora Shiva, una terza gioisce nel venerare Krishna, una quarta è ispirata dalla contemplazione di Gesù e un’altra ancora medita su Allah. Tutto questo si basa sulle preferenze individuali, ma due cose sono essenziali nella mente di tutti, in qualunque Paese o regione, qualunque forma si desideri adorare, qualunque Deità si voglia venerare, qualunque Nome si ami cantare: la fede e la salda devozione. Senza un sincero impegno, neppure l’azione più semplice può essere compiuta bene; senza devozione, non si può fare niente.

La Gita afferma: “La persona sincera raggiunge la saggezza.” Soltanto l’aspirante sincero può ottenere la conoscenza del Divino. Per quanto sia intelligente, l’individuo non otterrà niente senza sincerità; se è sincero, può trasformare una piccola brace in un enorme falò.

Shraddha e Vishvasa rappresentano Shakti e Shiva

Shraddha è il mezzo utile per fondersi con il Divino. Che cosa significa Shradda? Significa “Potere Divino”. Esso è chiamato anche Bhavani e si riferisce a una Deità, a Shakti (Energia Divina) o Prakriti (Natura). Poi viene Vishvasa (fede). Che cos’è la fede? Essa simboleggia il Principio Divino. Per mezzo di Shraddha, si manifestano il Potere Divino, il Potere d’Azione, il Potere della Saggezza e l’essenza di queste tre potenze è la Divinità; esse costituiscono il potere di Vishvasa. Quindi, Shraddha e Vishvasa rappresentano Parvati e Parameshvara. L’umanità rappresenta la combinazione di Shakti e Shiva, che non sono diversi: vanno insieme come il fuoco e il potere di bruciare. Lo zucchero e la dolcezza hanno la stessa relazione: non c’è zucchero senza dolcezza e dove c’è dolcezza, c’è zucchero. Shraddha e Vishvasa sono in relazione simbiotica e devono essere considerati presenti nell’essere umano in forma di Shiva e Shakti.

Differenza tra ratri e Shivaratri

Tutte le notti sono caratterizzate dall’oscurità, ma questa notte è Shivaratri. Qual è la differenza fra ratri e Shivaratri? Per l’uomo che ha riconosciuto la propria Divinità, ogni notte (ratri) è Shivaratri. Per colui che è immerso nell’interesse per le cose del mondo, tutte le notti sono uguali e caratterizzate dall’oscurità. Invece questa notte è luminosa. La spiritualità è il faro che spande luce per la persona disperata e immersa nei desideri insaziabili. Il Nome di Dio è il faro; recitando il Nome, Lo si può raggiungere.

L’Atma è presente in tutti, non conosce barriere territoriali, è onnipresente. Riconoscere l’onnipresenza del Divino è lo scopo della celebrazione di Shivaratri. Questo scopo non si ottiene digiunando e stando svegli tutta la notte. Questi sono soltanto un aiuto a ciò che è considerato il fine ultimo: la realizzazione di Dio. Essa non deve essere rinviata a un futuro lontano; deve essere ottenuta qui e ora. Questo è lo scopo di Shivaratri.

- Estratto dal Discorso di Bhagavan tenuto nel Purnachandra, il 19 febbraio 1993, in occasione della festività di Shivaratri

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