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Vibhuti Abhishekam e Lingodbhavam a Sivarathri Phyllis Krystal
Effulgenza della Gloria Divina
VIBHUTI ABHISHEKAM E LINGODBHAVAM A SIVARATHRI
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Phyllis Krystal
LA MATTINA DI SIVARATHRI, COME consuetudine, Baba compì un rito chiamato Vibhuti Abhishekam per rendere omaggio a Shirdi Sai Baba, che Egli aveva dichiarato essere stata la Sua precedente incarnazione. Per il rito di quel giorno, viene messa su di un podio una
statuetta d’argento di Shirdi Sai Baba. In primo luogo Baba materializzò pietre preziose e chicchi di riso che gettò nel sacro fuoco che ardeva in un recipiente apposito lì vicino. Poi, Gli venne consegnata una brocca contenente acqua che, per prima cosa, benedisse e poi usò per lavare la statua. Successivamente, prese uno scopino che immerse nell’acqua e agitò sulle teste dei numerosissimi fedeli seduti a terra nell’auditorium. Perché ogni persona potesse riceverne qualche goccia, si mosse su e giù tra la folla, elargendo benedizioni a tutti i presenti.
Un inserviente, poi, si avvicinò alla statua di Shirdi Sai Baba e vi tenne sopra la testa un vaso rovesciato. Baba si avvicinò, arrotolò la manica del braccio destro che infilò nel vaso rovesciato. Iniziò quindi a muoverlo con un movimento rotatorio. Immediatamente, una pioggia di Vibhuti cominciò a riversarsi sulla statua in quantità tale da coprirla presto quasi interamente, tanto da far debordare la cenere da tutti i lati. All’improvviso, Baba ritirò la mano e il flusso cessò bruscamente così com’era cominciato. Poi Egli arrotolò la manica del braccio sinistro, che infilò nel vaso, e ripeté il movimento rotatorio. La cenere ricominciò a fluire, questa volta con una tale forza che il vaso si mise a vibrare violentemente e l’uomo che lo teneva in alto trovò difficile mantenerlo fermo. Il fiotto di cenere continuò a scendere finché un enorme mucchio non si raccolse sopra e tutt’intorno alla statua. Non appena Baba ritirò di nuovo la mano, il flusso cessò ed Egli si allontanò dal palco lasciando la folla rapita dallo spettacolo a cui
aveva appena assistito. Io ero felicissima di aver avuto l’opportunità di partecipare a questo straordinario rituale che precedeva Sivarathri.
Durante il resto della giornata, ci furono moltissime attività, in quanto sempre più persone arrivavano per la festività. Il pomeriggio, esse brulicavano ovunque. I volontari cercavano di mantenere una parvenza di ordine. La folla tentava di farsi largo nell’auditorium sperando di procurarsi un posto a sedere sul pavimento dal quale osservare Baba officiare il resto dei riti e, soprattutto, ascoltare il Suo Discorso. Egli, con estrema sollecitudine, aveva dato l’ordine di permettere, ai pochi occidentali che erano arrivati da lontano e con grandi spese, di sedersi nelle prime file. Come ci sentivamo fortunati ed enormemente grati a Baba per le Sue premure!
Arrivammo di buon’ora e ci sedemmo con calma nella grande sala, mio marito dalla parte degli uomini e io da quella delle donne, aspettando che Baba facesse la Sua comparsa. Non appena Egli apparve da dietro una tenda sul retro del palco, nell’auditorium, gremito di persone, calò un palpabile silenzio. Baba prese posto nella grande poltrona di velluto rosso che usava sempre. Numerosi eruditi vedici eseguirono poi una cerimonia solenne finché non giunse il momento del Discorso di Baba. Egli lo pronunciò in telugu, facendo delle pause per permettere al dottor Bhagavantam di tradurlo in inglese.
Dopo che ebbe terminato, intonò un noto Bhajan, dirigendo con la Sua voce l’immensa folla. Noi tutti lo ripetemmo dopo di Lui con toni altisonanti che riecheggiarono in tutto il salone. La formidabile energia così rilasciata poteva essere avvertita da tutti e pareva portarci a un livello molto più elevato del nostro normale stato di coscienza.
Quando il canto raggiunse la sua punta massima, Baba cominciò a tossire, portandosi alla bocca il fazzoletto che era stato messo sul bracciolo della poltrona. Eravamo stupefatti vedendo il Suo corpo che si contorceva nello sforzo di vomitare qualcosa dentro al fazzoletto.
Sembrò che una corrente elettrica attraversasse come un lampo l’enorme sala, mentre tutti si ponevano insieme la stessa domanda: “È possibile che, dopo tre anni che non lo faceva in pubblico, Egli stia di nuovo per creare un Lingam perché tutti noi possiamo vederlo?”
Come per rispondere a questa muta domanda, il ritmo dei canti accelerò e tutti vi riversarono la loro sorpresa ed eccitazione per la grande fortuna di esser presenti a
un evento così straordinario. Pareva che ognuno si sforzasse con Baba per aiutarLo mentre Egli cercava di liberare il sacro simbolo che si era formato in Lui. Il ritmo diventava sempre più veloce e un’enorme energia si accumulò nella sala.
Mentre Lo osservavo attentamente, cercavo di aggiungere i miei sforzi ai Suoi per far uscire il Lingam e per una frazione di secondo mi identificai con Lui. Mentre Lo guardavo sforzarsi nel tentativo di “mettere al mondo” quel simbolo della Divinità, rivissi la nascita delle mie due figlie, avvertendo di nuovo la terribile spinta del parto. Infine, Baba ebbe un ultimo colpo di tosse e, con un rapido gesto, raccolse nel fazzoletto un grande Lingam lucente e opalescente a forma d’uovo. Sembrava troppo grande per essere passato dalla Sua gola. Egli lo
...continua da pagina 7 intensamente a vostra madre con rispetto e custodite gelosamente Dio nel cuore, il potere di lei aumenta molto. Al giorno d’oggi, però, è raro che una madre esorti i figli ad avere devozione verso Dio. Nei tempi antichi, le madri erano colme di gioia quando i figli prendevano la strada spirituale. I genitori attuali dovrebbero benedire i figli affinché emulino questi ideali antichi. I figli dovrebbero imparare a rispettare i genitori che sono la causa del corpo fisico, mentre Dio è la causa fondamentale dell’esistenza. Rendete la vostra vita significativa contemplando la divinità di vostra madre e acquisendo fede in Dio.
La vita umana è molto preziosa. L’uomo dovrebbe usarla per raggiungere scopi più alti. Fondamentalmente, impegnarsi in faccende insignificanti non è nella sua natura; egli aspira sempre a cose più elevate. In definitiva, dovrebbe sforzarsi di raggiungere la meta finale, cioè Dio Stesso. prese immediatamente tra il pollice e l’indice affinché tutti potessero ammirarlo e poi passò tra le file per consentire a tutti di avere il Darshan di quella meravigliosa creazione. Quando ci fu possibile guardarlo più da vicino, mentre lo portava tutt’intorno nella sala gremita, potemmo vedere al suo interno una luce mobile e cangiante. Restammo affascinati davanti a quella straordinaria manifestazione che produsse un profondo impatto emotivo in tutti i presenti. Dopo che Baba tornò sul palco e scomparve dietro le tende, tutti, ancora storditi, uscirono dal salone per prepararsi alla lunga notte di canto dei Bhajan.
– Tratto da “Sai Baba: L’Ultima Esperienza” di Phyllis Krystal
Chi raggiunge Dio, ottiene tutto. Shankara fu benedetto così da sua madre Aryamba: “Mio caro, sii meritevole della grazia della Madre Divina. Se hai la Sua grazia, non ti mancherà più niente, e il tuo nome e la tua fama si spanderanno in lungo e in largo nel Paese.” Egli visse in pace e beatitudine perpetue. Già da bambino, poté visitare tutti i centri di pellegrinaggio della nazione; la ragione di ciò fu la grazia di Devi. Per mezzo della grazia divina, si può ottenere qualunque cosa. Pertanto ognuno dovrebbe tentare di raggiungerla e ottenere la fede in Dio rendendo così la propria vita meritevole di essere vissuta.
Con queste benedizioni, concludo il Discorso.