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Il Servizio Disinteressato Cambia il vostro Destino T.G. Krishnamurthy
T.G. Krishnamurthy
ERA IL 29 LUGLIO 1990. PARTITO da Bangalore (Bengaluru), viaggiavo in macchina con mia moglie e un mio amico. Stavo guidando, mia moglie era seduta alla mia sinistra e l’amico sul sedile posteriore. L'auto si stava avvicinando a Chikkaballapur. Circa 7 km prima, vidi un bufalo attraversare la strada e frenai immediatamente. Il bufalo era salvo e scappò. La nostra macchina, invece, capottò facendo quattro giri su se stessa, poi atterrò sulle ruote. C'era un fossato profondo sei metri su entrambi i lati della stretta carreggiata. In quel momento non c'era assolutamente traffico né davanti né dietro alla macchina. Il tetto dell'auto era stato spazzato via e potevo vedere il cielo dal suo interno. Chiesi a mia moglie di controllare se avesse qualche frattura, e la risposta fu che stava bene. Controllai il mio amico e anche lui stava bene. La mia clavicola destra si era rotta; di conseguenza, non ero nemmeno in grado di sollevare la mano destra. Sebbene il serbatoio fosse pieno di carburante, l'auto non era esplosa. In qualche modo, essa ripartì. La guidai lentamente come fosse un carro trainato da buoi e raggiunsi Chikkaballapur. Poi contattai telefonicamente i miei familiari a Bengaluru. A quei tempi non c'erano i cellulari. Quando essi videro l'auto, pensarono che nessuno avrebbe potuto sopravvivere, dato che essa aveva capottato quattro volte. Per fare un controllo, ci portarono da un medico a Bengaluru che ci consigliò di fare una TAC. Ciò non mi interessava come non interessava a mia moglie, e anche il mio amico non era propenso a farla. Che viviamo o moriamo, a decidere è la Sua Volontà, non la nostra. Non volevamo preoccuparci del corpo. Facendo queste considerazioni, tornammo a Chennai e da lì inviai un telegramma a Swami, ove Lo informavo: “Swami, ho avuto un incidente e quindi non sono potuto venire. Arriverò al più presto e avrò il Tuo Darshan.” I medici mi fasciarono la ferita e dissero che sarebbe guarita in 21 giorni. Dopo tre settimane, mi recai a Puttaparthi. Il capitano Oberoi era allora responsabile dell'aeroporto Sri Sathya Sai di Puttaparthi. In precedenza, era stato Direttore Generale delle Indian Airlines di Chennai, poi divenne un devoto e rimase a Puttaparthi. Era mio amico e, nel momento in cui arrivai lì, mi vide e mi chiese: "Ciao TGK, come stai dopo l'incidente?” “Quale incidente?” - gli chiesi sorpreso! “Ehi, lunedì 29 luglio, alle 10,48, la tua auto ha capottato quattro volte e si è danneggiata...” Spiegò tutto ciò dettagliatamente. Mi chiesi come facesse a sapere tutte queste cose perché non l'avevo detto a nessuno. Anche a Swami non avevo riferito alcun dettaglio tranne che avevo avuto un incidente.
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Dopo un po’ che mi interrogava, gli domandai come facesse a conoscere così tanti particolari. Allora, spiegò: “Swami è uscito alle 10,49 di quel giorno e mi ha chiamato. Poi mi ha chiesto: ‘Sai di Krishnamurthy, il tuo amico?’ Sì, Swami”, risposi. Swami continuò: “Quel ‘bufalo’ ha visto un altro bufalo per strada e ha frenato. Quel bufalo se n'è andato, ma questo ‘bufalo’ ha fatto una capriola in macchina. Ho dovuto fermare il traffico davanti e dietro all’auto e Mi sono anche assicurato che essa atterrasse sulle quattro ruote. Altrimenti l'auto sarebbe esplosa perché il serbatoio era pieno di carburante. Bufalo! Bufalo! Non sa guidare la macchina!” Mi spaventai un po’ e più tardi andai a sedermi in veranda. Quando Swami uscì, mi guardò e alzò le sopracciglia chiedendo: “Come stai?” Gli mostrai lentamente la clavicola che era un po’ gonfia. Il giorno successivo, Swami sarebbe andato a Brindavan. Mi disse: “Vieni anche tu.”
Andai a Brindavan. C’erano circa 450 devoti giapponesi che erano stati sistemati nel salone. La mattina del giorno successivo, dopo il Darshan, Swami andò lì per tenere il Suo Discorso Divino. Voleva che parlassi anch’io. In generale, nei miei discorsi, cito una strofa del Bhagavatam, che loda e glorifica il Signore. Quando iniziai così, con una preghiera, Swami disse: “Dimentica tutto questo. Parla dell'incidente d'auto.” Spiegai allora nel dettaglio l'incidente, e dissi: “Swami mi ha salvato la vita, altrimenti sarei morto.” Immediatamente, Swami intervenne: “No! No! No! Non ti ho salvato la vita.” Gli domandai: “Swami, come può essere? Chi ci crederà quando dici di non averci salvato la vita?” Swami continuò: “Pensi che stia dicendo una bugia? Non ti ho salvato. Ti sto dicendo la verità.” A quel punto Gli chiesi di rivelare in quale altro modo ero stato salvato. Egli disse: “Vieni a Puttaparthi da tanti anni e stai facendo Seva, non solo a Puttaparthi, ma anche a casa tua. Ogni volta che le persone ti ringraziano per il tuo Seva, lo ignori e dici loro: “Vi prego di ringraziare il Signore, non me. Tutta questa gratitudine viene così a Me, invece che a te, perché chiedi sempre loro di ringraziare il Signore. Quindi, essi Mi stavano tutti ringraziando indirettamente e Io ho accumulato in Me i risultati di tutte le tue buone azioni. Quell'accumulo continua ad aumentare mentre continui a dire loro di ringraziare il Signore. Significa che hai aperto un Conto Spirituale nella mia Banca Spirituale, dove il patrimonio non è altro che il risultato delle tue buone azioni. Ad esempio, se l’incidente di quel giorno ti costa circa cinquecentomila rupie e tu hai accumulato un milione di rupie nel tuo conto, il saldo ti salva automaticamente. Sono solo un custode dei risultati delle tue buone azioni. Non ti ho salvato Io, ma sono stati i risultati delle tue buone azioni ad averlo fatto. Questo è lo scopo del servizio, di cui ti ho parlato dall'inizio. Si deve fare Seva con amore, con tanta umiltà e senza ego. Quelle cose verranno a Me. Il Seva è lo scopo stesso dell’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva. C'è una differenza tra Seva e servizio. Nel caso del servizio, ti aspetti qualcosa in cambio dopo l'atto, mentre, nel Seva dai solo, e non ti aspetti nulla in cambio. Da questo, capisci come il Seva cambi il tuo destino a condizione che tu faccia buone azioni e ne offra i risultati a Dio.” Swami mi disse anche: “Se non fossi venuto da Me, non avresti fatto queste buone azioni. Se tu non avessi fatto buone azioni, saresti morto quel giorno dell'incidente. Pertanto, la morte è tornata indietro senza ucciderti grazie alle tue buone azioni. Quindi, tienilo a mente.” Questo è ciò che Swami mi disse davanti a tutti i devoti giapponesi.