Scautismo_novembre_2011

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Rivista mensile Anno LI n. 4 - novembre 2011 Poste Italiane Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27-02-2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB

corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani

y l p Sim Scouting


sommario Abbiamo dedicato questo numero tutto all’esperienza del Jamboree. È un numero molto speciale, realizzato con i contributi di chi c’era, le loro impressioni, i loro racconti scritti direttamente in Svezia: ragazzi del Cngei e dell’Agesci insieme. Buona caccia, la Redazione Cari Esploratori ed Esploratrici... di Monia Marcacci................................... Diamo i numeri di Sara De Rosa....................................... Silmply Scouting di Lele Zilio............................................... Tutte le foto dei partecipanti.................. La nostra casa è il Sottocampo di Eleonora Peruch............................... Quattro stagioni monumentali di Anna Brazzarola e Ottavia Re......... Cerimonia di apertura, sogno o realtà? di Michela Pompermaier................... Costruiamo insieme di Serena Colasurdo e Stefanil Parisi.. Piazza Italia, orgoglio tricolore di Gaia Costanza Fantini....................

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Un villaggio per i cittadini di domani di Mattia Pinto.................................... Food House, un grande universo di Niccolò Solinas............................... Verde meraviglia di Maurizio Misinato.......................... Hike in Camp nella natura di Rebecca Sembenico....................... Camp in Camp: coloriamo la Svezia di Eleonora Peruch.............................. Camp in Camp: Le parole di BP di Matteo Esu..................................... Camp in Camp: La pattuglia Riccio di Serena Colasurdo........................... Dream, dall’oltretomba alla culla di Martina Sitti................................... Marmellata di Emanuela Rizzuto.......................... Faith and Believes di Mattia Pinto, Valentina Consolo.... Cultural Day di Angela Daminato........................... Come formiche di Maurizio Misinato.......................... Grazie Ist! di Anna Brazzarola e Ottavia Re.......

Rivista di divulgazione del metodo scout riservata agli iscritti al

CORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANI ente morale D.L. n. 1881 del 21-12-1916 SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

ORGANO UFFICIALE DEL C.N.G.E.I. ANNO LI - N. 4 - NOVEMBRE 2011 Rivista mensile a carattere tecnicoprofessionale Registraz. n. 7755 del 16/11/60, Tribunale di Roma. Direttore responsabile: Carla De Girolamo (carla.degirolamo@cngei.it) Progetto grafico Patrizia Di Cataldo, Patrizia Andronico, Cristiano Andreani Impaginazione e Grafica: Andrea Pierazzini. Con il contributo del gruppo di Comunicazione Cngei al Jamboree: Michele Marzulli, Francesco Boccaletti, Maurizio Misinato, Massimo Aguzzoli

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In redazione: Diego Maniacco Camilla Maggiore (Branca L) Fabio Olmastroni (Branca E) Ernesto Liconti (Branca R) Ilaria Esposito (Internazionale) Beniamino Cislaghi (Formazione) e-mail: scautismo.giovani@cngei.it Consulenza fotografica e foto di copertina: Serena Stefani Resp. DB: Alberto Scolari Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana ITISSN0036-5696 Manoscritti, disegni e fotografie, anche se pubblicati, non vengono restituiti. È permessa la riproduzione purché venga citata la fonte

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Non sei socio del Cngei ma vuoi ricevere ugualmente “Scautismo” o desideri che un tuo amico o amica lo riceva? Il contributo per la spedizione a domicilio è di 6 euro (6 numeri). Per sapere come fare scrivi a: scautismo.giovani@cngei.it

Stampata su carta ecologica “cyclus” Dalum Rivista di divulgazione del metodo scout riservata agli iscritti al CORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANI Ente Morale D.L. n. 1881 del 21-12-1916 sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Sede Centrale: Viale di Val Fiorita, 88 00144 Roma tel. 0683769040 fax. 0683769051 http://www.cngei.it e-mail: sc@cngei.it Stampa: Arti Grafiche Biemmeci s.n.c. S. Martino Buon Albergo (Verona) Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Verona

Chiuso in redazione il 31-10-2011

Carissimi esploratori ed esploratrici, cari capi, grazie di portare il Cngei a quello che è “l’evento” dello scautismo mondiale, grazie di portare il nostro scautismo al 22° Jamboree, di condividerlo con gli altri, di mostrarlo, di mescolarlo, di viverlo e farlo vivere, di comunicarlo e di arricchirlo di questa esperienza. Grazie anche per quello che riporterete a casa, sia come singoli, e cioè ciascuno di voi, sia come gruppo con la vostra pattuglia, il vostro reparto, con il contingente Cngei e quello federale. Ho detto “nostro scautismo” perché credo che una parte fondamentale e bellissima di questa avventura che state vivendo sia scoprire che lo scautismo è uno. È unito, indivisibile nei suoi principi, ma ricco di sfaccettature, ricco di migliaia voci che promettono lo stesso impegno in centinaia di lingue, con parole diverse ed un unico intento. È uno ma composto da migliaia di facce, di sorrisi, di sapori, di storie e di modi di fare le cose molto diversi! Lo scautismo è uno e diventa “nostro” nel momento in cui accettiamo la sfida di esserci e di metterci in gioco facendo del nostro meglio, anche accettando l’onere ed il privilegio di rappresentare chi non c’è fisicamente ma partecipa attraverso di noi. Così come il Cngei partecipa oggi a questo Jamboree attraverso voi, attraverso la vostra rappresentanza, attraverso quello che sarete capaci di dare e di prendere da questa esperienza

diverso da sé, che porta ad interpretare come una ingerenza la volontà di condividere, che spinge alla chiusura piuttosto che all’apertura, alla violenza piuttosto che all’accoglienza, siate voi diversi al Jamboree così come nella vita, siate profondamente scout, confrontatevi, fate la differenza, fatela in questo evento e questo evento farà la differenza nella società e nella storia, non solo dello scautismo. Inoltre: divertitevi! Se vi sarete divertiti vorrà dire che avrete conosciuto molte persone, scambiato storie e racconti, condiviso momenti, parlato con i gesti laddove le capacità linguistiche non bastavano, avrete assaggiato piatti diversi, fatto attività avvincenti e nuove, avrete scambiato distintivi, magliette e indirizzi, vi sarete confrontati, emozionati ed avrete capito il valore di stare insieme e condividere un momento nel tempo, e questo ad un livello più che internazionale, mondiale. Ecco io spero per voi tutto questo e molto di più, in questa pianura sferzata dal vento e rallegrata da voci e canti, magari vi andrà di chiedervi perché esiste il Jamboree, fatevi questa domanda alla cerimonia di chiusura, alla fine di tutto, sono certa che allora ne avrete compreso il motivo fondamentale e che saprete riportarne a casa lo spirito. Buona caccia, Monia – Capo Scout del Cngei

BP diceva “abituati a vedere le cose anche dal punto di vista dell’altro”, penso che il Jamboree sia una palestra incredibile per questo esercizio! Non abbiate quindi paura di condividere quello che siete e che pensate con chi vi sta accanto, chiunque sia, sappiate che segue la stessa legge, vi accoglierà con la stessa apertura che voi stessi mostrerete. In un’epoca come questa, che spinge al bisogno di difendersi da ciò che è altro e 3


Diamo i numeri! Ed ecco a voi i dati ufficiali e più interessanti del Jamboree! Come ben sapete ci sono 39 mila persone che vivono nel campo al momento, di cui otto mila IST (Intenational Service Team) e 29 mila partecipanti. Persone che arrivano da tutte le parti del mondo, che per raggiungere la Svezia hanno dovuto affrontare viaggi spesso molto lunghi e anche faticosi. Come gli scout delle Fiji, che hanno percorso ben 15.613 km o come gli scout Ugandesi che, per raggiungere il campo, sono partiti in bicicletta il 13 maggio e percorso una media di 13-15 miglia al giorno attraversando due continenti. Sicuramente è andata meglio agli scout di Kristianstad che, per loro fortuna, dista dal campo solo 10.8 km. Probabilmente vi starete chiedendo dove mettono 39 mila persone... Ebbene, il campo ha un’estensione pari a 800 campi da calcio, grande quanto una piccola cittadina, servita da un impianto fognario lungo 20 km. Nei bagni, sparsi per tutto il territorio, sono stati usati 2,7 milioni di metri di carta igienica, circa due metri cubi di disinfettante e circa 7.571 litri di sapone. Nel caso in cui qualcuno si facesse male ci si può recare in uno dei tre centri di soccorso, dotati di due ambulanze, una macchina a raggi x, dove lavorano 200 specialisti di cui 48 si occupano del primo soccorso. In caso di incendio sono presenti 14 cart dotati di estintori, 2.800 coperte per il fuoco; infine, il controllo del campo è gestito da

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39.000 partecipanti da tutto il mondo 150 guardie di sicurezza. Al Jamboree accorrono ogni giorno circa 5 mila visitatori che, come il resto dei partecipanti, possono scegliere dove mangiare tra 31 differenti ristoranti; fare acquisti nel negozio ufficiale, grande quanto un campo da calcio, dove è possibile pagare in una delle 32 casse e contribuire al suo giro di affari pari a tre milioni di SEK (circa 330 mila euro). Se invece si preferisce un gelato, nei pressi del negozio sono presenti 17 chioschi, per un totale di 56 negozi che gestiscono un giro di vendite che ruota intorno ai 42 milioni di SEK (circa 4 milioni e 600 mila euro). Infine, un po’ come in ogni città, anche il Jamboree ha il suo monumento più importante: una torre alta quasi 40 metri da dove, dopo una salita di 16 metri, si può osservare tutto il campo. Sara De Rosa

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milla e io stavamo camminando da Piazza Italia in direzione dei gate predisposti per la partenza dei Reparti. Il Jamboree era finito con la cerimonia di chiusura la sera precedente e quello era il giorno in cui tutti gli Esploratori, le Esploratrici, le Guide e i Rover del Contingente Italia avrebbero lasciato il campo. Noi, in quanto membri dello Staff di Contingente, saremmo partiti il giorno seguente e volevamo salutare uno dei nostri reparti pronto per salire sul pullman. Il prato era ormai sgombro da tutte le tende che lo avevano colorato nei giorni precedenti e rimanevano solo le chiazze di erba sbiancata dai catini rettangolari. Le file degli scout carichi di zaini ed emozioni andavano tutte nella stessa direzione nostra, in modo ordinato e con turni ben organizzati dall’organizzazione svedese. Con Camilla commentavamo quanto ci circondava e ricordavamo le cose più divertenti che ci erano capitate durante il Jamboree. Ad un certo punto ci accorgemmo di una giovane e minuta scout brasiliana che trascinava due zaini, una valigia e una borsa. La stazza mingherlina di questa ragazza ci fece interrogare su come potesse avere con sé così tanta roba da non riuscire a trasportarla. Bastò uno sguardo tra me e Camilla per decidere di offrire il nostro aiuto. Scoprimmo poi non essere tutti della piccola brasiliana ma anche di alcuni suoi compagni di reparto. Ricordo ancora il sorriso di quella ragazza brasi-

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liana che si vide sollevata di un peso enorme, le chiacchiere che hanno riempito il nostro tragitto comune verso i gate di partenza. Ricordo anche gli altri incontri fatti di Buone Azioni e di sorrisi, le mille opportunità che il Jamboree mi ha offerto per conoscere, giocare, vivere e condividere l’internazionalità dello scautismo. Il Jamboree è fatto di gesti semplici che riempiono le giornate e le rendono intense. La partecipazione al Jamboree non è come vedere uno spettacolo ma è esserne i protagonisti. Quando si partecipa al Jamboree bisogna lasciarsi andare, vivere tutto quanto ti offre lo scautismo internazionale per diventare ambasciatori della nostra esperienza nei nostri Reparti, Gruppi e Sezioni. Io ho fatto un “ponte di Leonardo” con un austriaco, una sessione meditativa di “sit-jogging” con un tailandese, ho cantato “happy birthday” a una ragazza israeliana in mensa, ho chiacchierato con uno statunitense di origini italiane, ho atteso un passaggio dalla stazione dei treni al campo con una ragazza del Burundi…e ho aiutato una ragazza brasiliana a portare lo zaino. Sono partito ambasciatore e sono tornato felice di condividere con tutta la nostra associazione quanto di più arricchente mi ha lasciato il Jamboree: la fratellanza scout mondiale. Buona caccia. Emanuele Zilio Commissario Nazionale Eslporatori

Contingente Italia CNGEI

Rover - Ghiaia Rossa

Simply Scouting

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NordOvest - Lampo Di Genio

CentroSud - Fiume Impetuoso

Contingente Italia CNGEI

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CentroNord - Roccia Alchemica

Sud - Lava Fluorescente

Contingente Italia CNGEI

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NorEst - Scintille Erranti

Nord - Ruscello Controcorrente

Contingente Italia CNGEI

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Sottocampo: la nostra casa in questa grande città

ok book” cioè un ricettario, e molto altro ancora... Insomma non ci manca proprio niente, abbiamo un kit completo per ogni occasione! Disponiamo, inoltre, di fornelli con bombole a gas e borse per la raccolta differenziata dei rifiuti. È quindi molto semplice e confortevole muoversi e svolgere le attività quotidiane in queste condizioni, ricavandone vantaggi per quanto riguarda igiene e risparmio del tempo; attività come il cucinare e il lavare, per esempio, si svolgono meglio e più velocemente, aumentando così i momenti disponibili per l’incontro con nuove persone o per altre attività. Ne deriva che tutti i servizi messi a disposizione nei sottocampi, dai tendoni con

Oltre ai luoghi adibiti alle attività modulari e alla zona centrale con i negozi e le aree dei contingenti, il resto del territorio del Jamboree è costituito dalla “zona abitata”: quattro sottocampi denominati come le quattro stagioni: Winter, Summer, Autumn e Spring, quest’ultimo è occupato da Ist e Cmt, ossia servizi e staff di contingente. Ognuno di questi sottocampi è suddiviso, a sua volta, in sei città (con i nomi di quelle svedesi) che ospitano ciascuna 40 reparti. I sottocampi sono una parte molto importante della vita al Jamboree, infatti rappresentano ciò che è più vicino alla nostra idea di casa, come luogo di riposo, cucina, divertimento e incontro! All’arrivo, a ogni gruppo è stata assegnata una zona dove montare il proprio campo e le costruzioni. Ci hanno quindi messo a disposizione tende, teli, tavoli, panche e una cassa con materiali tecnici e per la cucina. Ogni panca contiene: pentole grandi e piccole, contenitori di tutti i tipi e colori, mestoli, fruste, stoviglie, spugne, sacchetti di plastica, borse per fare la spesa, il “co14

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le attività al supermercato, sono organizzati con questo intento. Non è da dimenticare però che siamo stati supportati anche dal nostro contingente italiano, il quale ci ha fornito un kit completo di zainetto, giacca a vento, distintivi per la camicia e da scambiare, due magliette con il logo e la scritta “Italia” e un coprizaino azzurro molto utile per riconoscere i nostri bagagli in aeroporto. Piccoli dettagli che, sommati tra loro, migliorano questa nostra esperienza di incontro e avventura. In ogni sottocampo ci sono anche alcune zone dedicate ad attività spontanee, piccoli locali, aree con la connessione Internet e non solo. Ogni sera questi luoghi si affollano di ragazzi che si lanciano senza timore in conversazioni con persone sconosciute, scambio di distintivi, si ritrovano per mangiare un gelato, ballare, cantare: semplicemente per divertirsi! Ogni sottocampo è caratterizzato da un’attività par-

ticolare; in Winter c’è una pista di pattinaggio sul ghiaccio, in Summer la piscina dove puoi entrare in alcune giganti bolle di plastica e rotolare sull’acqua, in Autumn ci si può cimentare nell’arrampicata di un immenso cesto con i pomodori gonfiabili. Insomma, c’è proprio l’imbarazzo della scelta! E allora godiamocelo questo nostro piccolo mondo, buttiamoci in ogni avventura e ringraziamo, soprattutto, tutti coloro che hanno lavorato per far sì che tutto questo sia possibile! Eleonora Peruch Reparto Tuono Silente 16

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Quattro stagioni monumentali

Il cesto di frutta contraddistingue Autumn.

Questo fantastico paio di sci e bastoncini racchette è collocato al centro del sottocampo Winter.

Il sole che illumina tutto il campo del Jamboree si trova nel sottocampo Summer.

Qui ogni sottocampo è caratterizzato da un monumento diverso Qui a lato ecco il monumento del sottocampo degli adulti, Spring. Anna Brazzarola, Reparto Rugiada Scintillante Ottavia Re, Reparto Raffica Travolgente

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Cerimonia di apertura: fra realtà ed immaginazione

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rovate ad immaginare una immensa collina verde con un palco e dei maxischermi che proiettano video e testi in varie lingue. Provate ad immaginare 38 mila ragazzi seduti in un immenso prato verde. Provate ad immaginare moltissime mani che battono a ritmo producendo un unico suono e pensate a tutte le emozioni che potrebbero viversi sotto quel palco. Per noi ragazzi del 22nd World Scout Jamboree tutto questo è stato realtà. Sto parlando della cerimonia d’apertura, che si è svolta davanti all’Arena Centrale la sera del 28 agosto, primo vero giorno di Jamboree svedese. Ogni unità è partita dal proprio sottocampo per dirigersi verso l’Arena e durante il percorso si è creato un unico fiume di scout lungo le strade principali del campo. Questo “gruppo mondiale” di scout procedeva a ritmo di cornamuse, tamburi, cori e balli di ogni cultura e tipo; ed ognuno cercava di partecipare e di trasmettere le proprie conoscenze agli altri senza paura delle differenze linguistiche o etniche che poteva incontrare. Arrivati all’Arena, tutti ci siamo alzati in piedi e abbiamo abbassato la testa facendo un minuto di silenzio in memoria della strage in Norvegia. Dopo esserci tutti seduti e ben sistemati, credo di aver vissuto uno dei momenti più commoventi di tutto il campo: abbiamo assistito alla sfilata delle bandiere di tutte le nazioni partecipanti, accompagnate da due rappresentanti della nazione. Ad aprire il campo, dopo la sfilata, è stato Bear Grylls, capo scout inglese, che ha passato il testimone dal 21st World Scout Jamboree tenutosi 20

in Inghilterra nel 2007. Per tutta la serata, dopo le dovute presentazioni degli organizzatori svedesi del campo, abbiamo assistito ad un musical interattivo sulla storia del Paese che ci ospita. Durante lo spettacolo, con balletti e performance canore dal vivo, abbiamo seguito una cronologia della storia svedese che analizzava

Credevo di vivere un sogno, invece era tutto vero

le tappe principali e più importanti della nascita dello Stato che oggi noi tutti conosciamo. Il tutto si è concluso con l’intonazione della canzone ufficiale del Jamboree da parte di tutti i partecipanti, compresi servizi e organizzatori. Migliaia di voci che cantavano all’unisono. Se qualcuno senza nessuna conoscenza dello scautismo fosse stato

presente a questa serata si sarebbe fatto molte domande. Si sarebbe chiesto con quale coraggio riusciamo a parlare con dei perfetti sconosciuti in una lingua diversa facendo enormi errori ma continuando senza vergogna; con quale spirito riusciamo a stare sotto la pioggia per ore senza paura delle conseguenze e con quale forza condividiamo tutto senza volere nulla in cambio. Penso che a queste

domande non ci sia un’unica risposta, e che tutti i nostri comportamenti non si possano semplificare in una semplice pagina. L’unica cosa che mi sentirei di rispondere è che siamo scout, che questo è il nostro modo di vivere, da fratelli: sempre, comunque e ovunque. Simply Scouting Michela Pompermaier Compagnia Ghiaia Rossa 21


Costruiamo insieme

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Piazza Italia orgoglio tricolore

ono quasi 1.700 gli Italiani al Jamboree, tutti provenienti da regioni e città diverse. Hanno accenti, gusti e usanze differenti, però qui in Svezia c’è una cosa che li accomuna e li fa sentire a casa: Piazza Italia. Vista da fuori, sembra solo un grosso tendone grigio circondato da un grande colosseo di pali. Ma, man mano che ci si addentra, si scopre un mondo di musica e attività tutte “Made in Italy”. Appena entrati, ciò che attira di più l’attenzione (e il palato) sono i taralli pugliesi esposti assieme a tante buonissime spezie.

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l sogno si è finalmente avverato. Siamo arrivati con tutto il Reparto Sud in Svezia, anche se un po’ tardi, ma carichi di entusiasmo e curiosità. Il giorno dopo l’arrivo è stato tutto dedicato alla costruzione del nostro campo: è un’area spaziosa e, grazie al nostro duro lavoro, anche organizzata ed efficiente. Si trova nel sottocampo Svedala all’interno della città Autumn. Abbiamo creato una sorta di U con le tende attorno alla struttura principale, la pagoda, e un fantastico portale di soli corde e paletti. Abbiamo anche dovuto costruire una struttura articolata nella pagoda per stendere i panni bagnati. La cucina invece, è stata costruita con due treppiedi e paletti per il piano d’appoggio; in aggiunta è stato inserito un piano più basso 22

per le bombole di gas. Ogni paese che partecipa al Jamboree ha un modo tutto proprio di personalizzare la propria area: dai Danesi dal portale gigante alle cucine elaborate degli Usa. Tutto ciò che abbiamo creato è stato fatto con uno spirito che solo noi scout possediamo: portale, tende, lavabo e una cucina per poter vivere al meglio i giorni del Jamboree che seguiranno. Per dodici giorni sarà la nostra casa, il nostro rifugio dove potremo raccontare e condividere le nostre esperienze con i ragazzi del nostro reparto.

Di fianco a queste delizie, c’è un gioco tipo memory dove bisogna associare le diverse regioni al monumento che le rappresenta, per poi vincere spille e penne marchiate Fis. Altro gioco è il Puzzle dell’Italia dove bisogna posizionare bene le regioni all’interno dello stivale. Tutt’intorno si è circondati da cartelloni riguardanti le tipicità italiane e ci si può far fotografare con la renna vestita di bianco, rosso e verde che si aggira in piazza. Inoltre è anche possibile incidere a fuoco sulla cintura il simbolo del Contingente Italiano. Gaia Costanzi Fantini Reparto Stella Alpina

Serena Colasurdo Stefanil Parisi Reparto Lava Fluorescente

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tamente i suoi meccanismi. Lo stand di Harashi, poco lontano, si concentra sulla tecnologia: alcune attività di riflessione spingono i partecipanti ad analizzare lo scautismo ai tempi di Facebook. In un mondo di laptop, iphone e MP3 cosa si può fare per mantenere lo spirito scout originale?

Ul villaggio per i cittadini di domani In

un evento così grande e partecipato come il Jamboree, dove si corre il rischio di perdere molte tradizioni scout, non è stato tuttavia dimenticato il fine principale del movimento di B.P.: creare oggi i cittadini del mondo di domani. Nel cuore del campo, all’ombra dell’immenso alzabandiera, è stato costruito il Global Development Village, un’area completamente dedicata alle organizzazioni non-governative e alle imprese delle Nazioni Unite. In un piccolo “villaggio” di tende e stand allestiti dai diversi paesi, i partecipanti, gli Ist e i visitatori possono prendere parte a numerose attività interattive e iniziare a sviluppare una coscienza critica sulle problematiche del mondo attraverso forum e discussioni. Il villaggio è diviso in sei quartieri: crescita e sostenibilità, tecnologia dell’informazione e della 24

Imparare ad agire e ad andare oltre i semplici sogni: in Spirito di iniziativa si scopre come migliorare il mondo veramente. I ragazzi, armati di carta e penna, provano a scrivere un progetto di sviluppo: lo scopo è sensibilizzare la popolazione delle loro città su problematiche che ritengono importanti.

comunicazione, diritti umani, pace, spirito di iniziativa e salute. “Amano e rispettano la natura” o “rispettano e proteggono i luoghi, gli animali e le piante” recita un articolo della legge scout; all’interno di Crescita e sostenibilità gli scout apprendono tecniche e conoscenze per vivere consapevolmente a contatto con l’ambiente. Greenpeace e Soleafrica insegnano come ricavare energia da fonti rinnovabili, mentre Leave no trace ha costruito un labirinto ecosostenibile in cui si impara a vivere senza lasciare tracce. Come tutti i villaggi anche il Gdv ha i suoi negozi: in Tecnologia dell’informazione e della comunicazione i ragazzi partecipano a una simulazione del mercato per sperimentare diret25


Quale occasione migliore di un Jamboree per parlare di diritti umani? Attraverso un gioco di ruolo i partecipanti si immedesimano in ragazzi che nonostante la giovane età lavorano, per scoprire i meccanismi complessi che danno origine e regolano lo sfruttamento. Italiani, keniani, inglesi, arabi confrontano le loro idee e opinioni riguardo a temi sensibili (ruolo della donna, mine antiuomo...): un modo per prendere coscienza delle disuguaglianze nel mondo e scoprire che ciascuno di noi può fare realmente qualcosa. Anche il Gdv ha un ospedale. Nel quartiere Sanità esperti di tutto il mondo insegnano ai ragazzi piccole buone abitudini salutari (come lavarsi sempre le mani), mentre gli stand delle associazioni non governative offrono discussioni sull’abuso dell’alcool o droghe, oppure sensibilizzano i partecipanti sul problema dell’Aids.

Quale occasione migliore per parlare di diritti umani?

L’Italia ha partecipato attivamente alla costruzione del villaggio. In Pace i ragazzi sono invitati a trovare il ricercato dell’associazione Libera, nomi e cifre contro le mafie, per colpirlo armati di pistole ad acqua. Un gioco semplice e coinvolgente per mostrare agli scout la realtà della mafia e imparare a combatterla. Il Global Development Village è un piccolo villaggio di poche tende ma qui, attraverso attività piacevoli e interessanti, gli adulti e i capi scout di domani sviluppano quei valori e ideali che renderanno il futuro migliore. Mattia Pinto

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Una foodhouse è... Le foodhouse sono un posto nel jamboree dove si possono mangiar tante cose buone e... uhm... e no ragazzi così questo articolo è una lagna... uhm... Proviamo così:

E il piccolo fronte divenne un grande Universo

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re 11.30: sono solo, in un angolo della stanza, fiumi di gente sciamano nel locale, la nebbia proveniente dalle cucine mi offusca il cervello. Parte uno strano coretto di buon compleanno, mi unisco agli altri con il mio inglese improbabile. Mi si avvicina una cameriera, ordino un “brodjen”, mi piace il tè. Puntualmente mi arriva una strana bevanda a base di cipolla.

Mi siedo nell’angolino del tavolo più remoto, tiro un grande sorso dell’intruglio e in silenzio comincio a contemplare il mondo intorno a me. Vedo ragazzi intenti a scambiare fazzolettoni e distintivi, li vedo ridere e scherzare con le ragazze svedesi e puntualmente mi sorprendo a sorridere guardando la fuga di queste... altro sorso... non è tanto 28

male... un ragazzo australiano mi si avvicina e iniziamo a parlare più a gesti che a parole. Dopo un’oretta di conversazione viene fuori che Jack (il ragazzo) ha origini inglesi, e mi stupisco della sua simpatia, perché dicono che gli inglesi sono antipatici... altro pregiudizio, altro sorso... e mi accorgo che la brodaglia, stranamente, è sempre più buona... Piano piano il malumore mi passa la nebbiolina densa si disperde e comincio ad entrare sempre più in sintonia con il mondo che mi circonda, colori, sapori, suoni e odori si uniscono a formare un quadro pieno di emozioni e persino il sole sembra unirsi a me a festeggiare (per la prima volta). Ora i coretti li faccio partire io, vado da un tavolo all’altro ad attaccare discorso con più persone possibile e la stessa foodhouse diventa più accogliente. E pensare che questo posto mi sembrava un piccolo fronte... ora più che altro assomiglia a un grande universo. Ecco questo è una foodhouse, non un banale “mangificio” un po’ vario ma un luogo d’incontro e scambio nel giusto e puro stile scout (anche se i prezzi... hanno poco di scout!). Niccolò Solinas Reparto Fiume Impetuoso

Verde meraviglia

Rinkaby

è situata nella municipalità di Kristianstad nella regione della Scania, in un’area abitata già in tempi preistorici, periodo del quale si conservano alcuni resti. Il 22 World Scout Jamboree è ospitato nella zona chiamata Rinkabyfältet, già area di addestramento militare, non lontana dalle riserve della biosfera denominate “Kristianstads Vattenrike”. Create nel 2005, sono state dichiarate patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Le riserve della biosfera sono aree tematiche di grande pregio naturale, dove si svolge un lavoro di conservazione e sviluppo di specie vegetali e animali. Delle “Kristianstads Vattenrike” la principale è una zona palustre protetta nel lago Hammarsjön: è proprio qui che si trova il punto più basso della Svezia, a 2,41 metri sotto il livello del mare, in quella che fu Nosabyviken, una baia sul lago di Ham-

marsjön. La baia fu prosciugata nel 1860 dall’ingegnere John Nun Milner, per dare più terra coltivabile alla città di Kristianstad. Un’altra di queste aree è quella delle praterie di sabbia intorno al villaggio di Åhus che ha l’obiettivo di preservare e migliorare i valori naturali e culturali della zona, ma anche di migliorare le opportunità per le persone che vivono nelle vicinanze per fare un uso sostenibile di questi territori. Il sistema di rotazione delle colture e degli incolti sui terreni sabbiosi intorno ad Åhus ha dato origine a un tipo molto particolare di paesaggio con flora e fauna endemica, di grande interesse: tra questi sono presenti le uniche specie di insetti rossi scandinavi. Vi sono inoltre depositi risalenti all’era glaciale, le foreste di Hanöbukten Bay e le zone umide del fiume Helge. Maurizio Misinato 29


HIKE IN CAMP la Svezia e la sua natura

Ospitalità

disponibilità e una natura che ti conquista con il suo verde brillante, puro, selvaggio: questo ciò che abbiamo potuto provare vivendo l’esperienza del Camp in Camp. Dal 31 luglio al 2 agosto, noi partecipanti siamo stati coinvolti in un’attività diversa dalle altre; usciti dal campo, delle corriere ci hanno trasportati in vari posti dove gli scout svedesi, norvegesi, danesi e finlandesi ci hanno ospitato durante il proprio campo estivo. Inizialmente siamo stati divisi in gruppi misti. Nel mio per esempio, c’erano scout italiani, austriaci, egiziani, libanesi, americani e brasiliani. Arrivati, dopo un’ora o poco più di strada, siamo stati accolti da uno scout norvegese che è stata la nostra guida per i due giorni. Ci è stata assegnata la nostra tenda e, in seguito a qualche indicazione riguardo a tempistica e regole del campo, abbiamo finalmente potuto pranzare. A partire dal pomeriggio abbiamo partecipato a una serie di attività, testando abilità fisiche e mentali; non sono però mancati i momenti per sfogare la nostra curiosità! Tra le attività a cui abbiamo partecipato una camminata con ostacoli sul modello del percorso Hebert, la creazione di un porta fazzolettone con inciso il simbolo della base, canoa e bagno nel fiume. I pasti dovevamo procurarceli noi, così la sera ci hanno assegnato un posto dove abbiamo potuto accendere il fuoco e cucinare qualcosa di caldo. Inoltre nel procurarci la legna abbiamo persino insegnato agli scout locali il nostro modo di tagliare, con grande i no r pe ffo bu successo: mi sono stupita nel vedere che il giorno seto sta É o rn guente si impegnavano per imitare le nostre tecniche! to iziare a cucinare in

in alle cinque e mezza e riunirci per il fuoco alle nove

Campi

verdi, boschi rigogliosi, un intreccio di stradine sterrate, qualche casa isolata e dei magnifici trifogli commestibili. Ecco quello che ci attende all’Hike in Camp. A proposito di attese... partenza prevista alle 7.50, con ritrovo alla fermata degli autobus per un hike di pattuglia accompagnati da alcuni svedesi. Ma poi gli autobus tendono a tardare... così ci imbarchiamo per l’avventura solo alle 10.40. Il gruppo formato da italiani, svedesi e norvegesi. Pranziamo accanto a delle rovine e in compagnia di una ranocchia. Sazi di gustosi lamponi, dopo un po’ di esitazione riprendiamo il cammino. Le nostre voci coprono il suono dei nostri 30

passi sulla ghiaia. Camminiamo in una fitta foresta verde che ci incanta con la sua armonia. Non abbiamo socializzato molto, ma abbiamo potuto conoscere l’esistenza di trifoglio commestibili dal sapore selvatico. Dopo alcune ore di cammino appare uno squarcio di sole tra le fronde. Giunti al termine della passeggiata ci distendiamo e godiamo del primo sole della Svezia in attesa dell’autobus che ci riporterà al campo. Durante tutto il viaggio abbiamo avuto modo di recuperare le ore di sonno perdute, pronti per i nuovi giorni che ci attendono. Rebecca Sembenico Reparto Scintille Erranti

CAMP IN CAMP coloriamo la Svezia di Italia

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È stato buffo per noi iniziare a cucinare intorno alle cinque e mezza e riunirci per il fuoco alle nove; ciò deriva dal fatto che il campo che ci ospitava era costituito non solo da ragazzi della nostra età, come ci saremmo aspettati, ma c’erano anche bambini con genitori e altre persone... come una grande festa dove chiunque è il benvenuto! Abbiamo poi parlato con delle ragazze svedesi, scoprendo che loro durante l’anno fanno attività separati per età, mentre per il campo estivo, che dura una settimana, organizzano ogni anno qualcosa di differente, che può essere una camminata con spostamento in varie località, la progettazione di varie costruzioni. Quest’anno per esempio hanno ospitato noi, i partecipanti del Jamboree! La sera durante il fuoco e la mattina dopo il risveglio abbiamo cantato in inglese e svedese, e ogni nazione ha avuto la possibilità di esibirsi mostrando qualche canto o gioco tipico del proprio paese! Una grande gioia mi ha scaldato il cuore nell’osservare che in giro i ragazzi ripetevano quello che noi, con la nostra semplicità, abbiamo tentato di trasmettere, da giochi ad alcune tecniche; così pensavo che, oltre a imparare, siamo riusciti, senza rendercene conto, a lasciare un po’ del nostro in questo paese, colorando così la Svezia d’Italia! Eleonora Peruch Reparto Tuono Silente

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CAMP IN CAMP le parole di B.P. in pratica Il

nostro Reparto di formazione, composto dalla nostra Pattuglia e da tre di altri Contingenti, è partita dal Jamboree alle ore 10:30 per partecipare al Camp In Camp. Durante questa attività, il Reparto viene ospitato presso il campo di un gruppo svedese per due giorni, facendo con loro varie attività. Ci siamo prima diretti con un pullman al Museo Della Renna (Älg Museum) dove due ragazzi del gruppo di Lassabo ci hanno spiegato (in inglese) che, per tutti e due i giorni, sarebbero state loro le nostre guide ufficiali. Nel museo abbiamo avuto modo di vedere un interessante esposizione di animali impagliati alla quale è seguita un giro del parco, dove abbiamo potuto vedere diverse renne in libertà! Do-

po un veloce giro nello shop, siamo usciti e dei gentili signori ci hanno accompagnato ai margini di un grande bosco, rimasto praticamente intatto dall’impatto umano, se non per una semplice strada sterrata con ai lati delle piccole costruzioni di legno. Arrivati nel folto del bosco, le nostre guide ci hanno fatto visitare il loro campo. Abbiamo sistemato gli zaini nella tenda a noi assegnataci, e dopo aver cenato (alle 6.30 di sera!) ci siamo divisi in due gruppi. Uno è andato a fare canoa nel lago Laer, dalla tipica acqua fredda e rossa. Fredda, per la posizione geografica, e rossa, per l’elevata presenza di ferro. L’altro gruppo, invece, ha partecipato a un laboratorio di intaglio del legno. Qui si potevano creare numerosi oggetti,

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tra cui ad esempio cucchiai e portapenne. Un’attività sicuramente molto interessante che varrebbe la pena ripetere anche a casa. La sera ci siamo poi divertiti tutti insieme con un fuoco di bivacco sulla piccola spiaggia ed è stato un momento davvero suggestivo: il sole stava tramontando sul lago andando a creare un paesaggio bellissimo, con le elevate foreste svedesi e il cielo tinto di tutte le tonalità del rosso. Il giorno dopo i gruppi si sono invertiti affinché ognuno potesse fare entrambe le attività proposte. Al momento di andarsene, verso l’ora di pranzo, la nostra pattuglia ha consegnato al capo del gruppo di Lassabo per ringraziarlo la bandiera italiana con le nostre firme. Con un pullman siamo poi tornati alla nostra “solita” vita da Jam. L’entrare in contatto con questa semplice gente, che ha un così grande rispetto per le persone e la natura, mi ha fatto cogliere ed apprezzare tanti sentimenti diversi come la gentilezza, la disponibilità e il rispetto verso il prossimo: la messa in pratica di quanto descritto e predicato da grandi pensatori, tra cui lo stesso Baden Powell. Credo che sia proprio questo lo spirito del Jamboree. Se tutti noi comprendessimo ciò, potremmo, per davvero, lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato. Matteo Esu Reparto Lampo di Genio

è stato un momento davvero suggestivo: il sole stava tramontando sul lago andando a creare un paesaggio bellissimo 34

CAMP IN CAMP l’avventura della Pattuglia Riccio Quest’anno il Jamboree in Svezia ci ha offerto una grande novità: il Camp in Camp. Si tratta di uscire eccezionalmente dall’area Jamboree con la propria pattuglia per trasferirsi in un luogo in cui incontrare altri scout, in genere svedesi, che stanno svolgendo il proprio campo estivo. Noi ragazze della pattuglia Riccio con il nostro mitico Capo Reparto ci siamo recate a circa due ore di viaggio dal luogo del Jamboree e abbiamo trovato ad attenderci 85 scout svedesi e altri ragazzi del Jam divisi in Patrol (una sorta di Jam in miniatura). Il luogo è molto tranquillo: siamo circondati dalla vegetazione e qui si afferma pienamente il nostro motto “Simply Scouting”. Si svolgono attività manuali come la lavorazione del ferro, la creazione di cesti in vimini e di oggetti di legno o pietra intagliati. Un’ora dopo l’arrivo siamo stati informati che nelle vicinanze c’era un lago. Così ci siamo recati sul posto e ci è stato permesso di fare un lungo giro in canoa. Inoltre, abbiamo fatto un bagno nel lago davvero molto freddo. “Molto freddo”, come ho notato, è uso comune da queste parti, abbiamo cenato e alle otto di sera ci siamo recati al “camp fire”, ovvero il fuoco della sera. Gli svedesi ci hanno accolto con varie canzoni e ban divertenti e hanno proposto a noi ospiti (oltre agli italiani c’erano colombiani e inglesi) di partecipare a un fantastico gioco nel bosco. Ci è stato vietato di munirci di torce e le guide ci hanno spiegato il gioco, naturalmente, in inglese. Il capitano di ciascuna delle quattro squadre miste ci ha distribuito delle card che rappresentavano il nostro personaggio e

che recavano scritto i nomi di tutti gli altri che potevano essere esclusi dal gioco in base alla “potenza” della stessa card. Nonostante il buio del bosco, la mia squadra composta anche da inglesi, danesi e svedesi è riuscita a vincere e a superare, tutte le altre squadre per numero di card ottenute. Il mattino seguente, dopo la colazione, abbiamo svolto tutte le attività manuali cui ho accennato sopra: ho intagliato il legno e la pietra e ho creato con della pelle un fantastico porta foulard, mentre il resto della mia pattuglia ha pensato

di creare dei bracciali in cuoio da scambiare qui al Jam. Prima di andare via, alla fine del quadrato, abbiamo donato agli scout svedesi che ci hanno gentilmente ospitato un meraviglioso riccio porta matite, simbolo della Pattuglia, realizzato dal nostro Capo Pattuglia, insieme al tricolore italiano. È stata un’esperienza davvero emozionante e che ci ha mostrato come il Jamboree possa essere educativo e divertente anche lontano dal luogo del campo. Serena Colasurdo Reparto Lava Fluorescente 35


DREAM

Il lungo viaggio dall’oltretomba alla culla

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opo la suggestiva cerimonia di apertura nel mio secondo giorno di Jamboree ho partecipato all’attività “Dream” insieme ad altri 8 milaragazzi circa! Alle undici di sera ci siamo messi tutti in fila per entrare nel bosco, dove secondo quanto scritto sul programma si sarebbe svolto un momento di riflessione. E così dopo un’ora e mezza di lunga attesa fra uno sbadiglio e l’altro, abbiamo finalmente iniziato l’attività: lungo il sentiero ci dovevamo fermare per leggere dei cartelloni sulle costellazioni e ammirare il cielo stellato, fortunatamente libero dalle nuvole. Mentre avanzavamo a passo di lumaca abbiamo condiviso le nostra esperienze con giapponesi, australiani e ovviamente gli immancabili svedesi. A mezzanotte e mezza abbiamo finito questo percorso e contenti ci preparavamo alla vicina ronfata, quando una ragazza della “security” ci ha informato che in realtà la vera e propria attività doveva ancora incominciare. A questo punto lo sconforto ci ha assalito, ma quando ci siamo inoltrati ulteriormente nella foresta seguendo le lanterne, che illuminavano il sentiero, la voglia di vedere cosa ci aspettava ha fatto scomparire il sonno. Un’altra ragazza dell’organizzazione ci ha spiegato in un inglese poco comprensibile, soprattutto a quell’ora, che avremmo percorso al contrario la vita di una persona (tipo il film “Il curioso caso di Benjamin Button”): dovevamo quindi immediatamente calarci nella parte di un cadavere per poi ricominciare la nostra vita al contrario! Usciti dalla tomba o, meglio, dopo essere passati attraverso una nuvola di fumo artificiale, siamo diventati dei vec36

chietti dai sensi limitati e per provare questa sensazione in prima persona abbiamo fatto alcuni esperimenti. Per esempio uno di queste consisteva nel riordinare i pezzi di un puzzle per formare la parola Jamboree con dei guanti con due dita legate fra loro, insomma la tipica artrosi dei nostri nonni. Velocemente ringiovaniti di qualche annetto, il sogno di molti, abbiamo conosciuto alcuni nostri “coetanei”, tipo Nelson Mandela e altre persone straordinarie che, nonostante l’avanzare degli anni, non hanno mai smesso di combattere le loro battaglie. Finalmente entriamo nell’età adulta, che secondo il programma era compresa fra i 60 e i 20 anni e come in ogni crisi di mezza età siamo stati tempestati da moltissime domande esistenziali, che ci hanno dato però l’occasione di riflettere quel poco che il nostro cervello in stand-by ci ha permesso. Qualche passo più in là siamo ritornati noi stessi, adolescenti con mille domande in testa e tanta voglia di divertirci: dovevamo esprimere tutto questo disegnando sulla sagoma di un omino gli abbigliamenti, i segni, gli hobby di un ragazzo/a sui 15 anni. Facendo l’ultimo tuffo nel passato siamo stati catapultati nel box dell’infanzia, circondati da giochi sempre più grandi e rigorosamente svedesi. Non potendo riprodurre ciò che precede la vita, abbiamo finito il nostro percorso alle quatro di notte e abbiamo raggiunta il più in fretta possibile le nostre tendine per fiondarci a letto e sognare (dream), stavolta per davvero! Martina Sitti Reparto Marea Dirompente

Marmellata Abbasso gli occhi: sul mio petto c’è un fazzolettone inglese, uno cinese, uno francese e uno italiano al quale è appeso un koala australiano. Ridendo dico: “Guarda! Sono inglese, cinese, francese, australiana e italiana!”. Ed è vero. Sono tutto. Sono il mondo. Mi giro, mi guardo intorno, e vedo un cinese con il fazzolettone svedese, un indiano con il fazzolettone greco, uno spagnolo con il fazzolettone inglese... Ormai non esistono confini. Non esistono paesi, stati, divisioni, differenze. Siamo tutti un’unica cosa. Tutti finalmente insieme, uniti, mescolati... Siamo una marmellata di ragazzi. Emanuela Rizzuto

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FAITH AND BELIEVES 39

mila scout, 150 stati, decine di credi diversi, un’unica promessa: “...fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio...”. Il messaggio di BP, fondatore dello scautismo, è stato fin da subito chiaro. La religione e la spiritualità sono la base su cui poggia l’intero impianto del metodo scout e al Jamboree ne abbiamo ogni giorno la manifestazione tangibile. Come già negli eventi precedenti, anche in Svezia una zona del campo è dedicata al culto della propria religione e all’incontro con le altre: Faith and Believes è un’area circolare dove musulmani, cristiani, ebrei, buddisti, induisti e seguaci di altre fedi si recano a pregare, ognuno nella propria tenda, oppure a scoprire differenti riti e costumi nei luoghi sacri di altri credi. Ci siamo recati lì, in una delle tante piovose mattine svedesi, quando fare altre attività sarebbe stato un po’ troppo umido! In realtà siamo capitati quasi per sbaglio all’interno della moschea musulmana, alla ricerca di un luogo al coperto. “Cristiani e musulmani sono cugini”, ci ha rivelato la nostra guida, un gentile capo scout dell’Arabia Saudita: “La figura di Abramo unisce noi, voi e gli ebrei”. Parole forti e dense di significato, che molti, soprattutto cristiani, dovrebbero considerare prima di esprimere giudizi sul presunto fanati38

di collaborare si è manifestato in maniera molto intensa anche qui: infatti, a parlare della dottrina buddista è stata una ragazza cattolica. Un altro episodio che ha reso speciale la nostra esperienza è stato trovare, all’interno della tenda dedicata al culto indù, una statuetta di una dea bambina con vesti tradizionali sopra un altare, in una piccola capanna: è stato istintivo pensare al nostro presepe con Gesù bambino. Un solo Dio, tanti modi di rappresentarlo, chiamarlo, adorarlo: è questo il messaggio universale che abbiamo ricavato dalla nostra visita all’area Faith and Believes del Jamboree. E dire che abbiamo scoperto tutto queste cose solo per evitare di bagnarci. Quando si parla di Divina Provvidenza forse si intende questo.

Un viaggio tra le religioni per del mondo intero cominciato te caso, finito con tante scoper

smo di altri credi. L’orgoglio musulmano del nostro accompagnatore è diventato sempre più evidente mano a mano che ci raccontava del suo paese e della sua cultura, mostrandosi sempre rispettoso del nostro credo. La voce ha tradito la sua emozione nel parlarci di Maria, figura e donna fondamentale nel mondo islamico, perché considerata madre del profeta che ha preceduto Maometto. E quanto è grande la generosità di musulmani? Non abbiamo potuto uscire prima di accettare tutti i loro doni: la costituzione morale degli scout e delle guide, uguale a prescindere dalla religione praticata, è stato quello

che ci ha colpito di più. La sinagoga purtroppo era chiusa per la cerimonia interreligiosa di quel pomeriggio (il 30 luglio) ma, in compenso, abbiamo assistito a un matrimonio nella chiesa protestante. Quale momento migliore per sposarsi se non al Jamboree! Un incontro significativo è avvenuto anche nel padiglione del won-buddismo, dove una scout francese ci ha illustrato come questo tipo di spiritualità sia in realtà uno stile di vita molto vicino allo scautismo: una vita all’insegna dell’amore verso il prossimo, trascorsa con semplicità e umiltà. Il desiderio di conoscere l’altro e

Mattia Pinto Valentina Consolo

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CULTURAL DAY C’è

un clima carnevalesco qui oggi al Jamboree: sono tutti al lavoro per preparare qualcosa di particolare. Ovunque si vedono spuntare abiti pittoreschi e colorati, bandiere, piatti tipici che provengono da ogni angolo di mondo. Tra tutti i visitatori del Jam oggi ci sono anche i reparti locali che ci hanno ospitato durante il Camp in Camp, un’uscita di squadriglia o pattuglia di due giorni alla scoperta della Svezia. Ogni contingente si è dato da fare per stupire il resto del mondo e fare da ambasciatori del proprio paese nel fantastico Cultural Day. Passeggiando per le vie polverose del

campo si può trovare assolutamente di tutto: dopo aver visto passare un gruppo di ragazzi inglesi ricoperti della testa ai piedi di arancione si può incontrare un dragone di carta pesta rosa seguito da un corteo di ragazze con occhi a mandorla e abiti colorati che sventolano la bandiera di Hong Kong. Dopo aver visto sfilare questo allegro gruppo si può correre il rischio di essere acchiappati da un gruppo di ragazzi svedesi ansiosi di far provare a qualche sventurato l’emozione di un bagno ghiacciato. Sfuggiti da qui è possibile invece essere catturati dal ritmo di una travolgente musica brasiliana che

sale dai piedi per esplodere in una danza incalzante vicino a banchetti pieni di popcorn. Ma quelle brasiliane non sono le sole danze che stanno facendo impazzire il Jamboree, infatti poco più in fondo si vedono ballare nell’aria variopinti sombreri durante una danza popolare messicana mentre le ragazze fanno volteggiare le loro larghe gonne colorate. Nel frattempo più in là ragazzi dalla pelle nera ballano al suono dei tamburi mentre le ragazze intonano fantastiche melodie. In questa allegria non possono certo mancare le voci e i balli degli scout provenienti dal mondo arabo con le loro lunghe tuniche bianche e i copricapo neri o rossi. Altri costumi tipici si possono trovare un po’ ovunque, dai pantaloni con le bretelle e camicie bianche per gli svizzeri che girano con vassoi colmi di snack a base di 40

formaggio ai kimoni colorati di giapponesi con le katane al fianco. Continuando a camminare, assaggiando un po’ qua un po’ là per le bancarelle con le macchinette fotografiche che scattano come impazzite non è impossibile ritrovarsi in mano un paio di scii e fare a gara con un ragazzo norvegese sull’erba. Ma non è l’unica attività , in giro si sono visti enormi cartelloni ricoperti di pallini colorati con ragazzi tedeschi che urlano “Left hand on red! Right foot on green!” mentre altri tentano ridendo di sciogliere il nodo di gambe e braccia e seguire le istruzioni. Ma abbondano anche i cortei di ragazzi portoghesi vestiti da galletti neri con le loro creste rosse al vento oppure di scout indonesiani con grandi maschere ricoperte di piume variopinte. L’Italia, ovviamente, si è distinta tra tutti 41


gli altri con la sua vasta gamma di tradizioni, ma soprattutto ha saputo stupire per il cibo. All’invito di un ragazzo vestito con una tunica rossa con il cappuccio e una corona d’alloro che decanta la Divina Commedia è veramente impossibile non fermarsi ad assaggiare nonostante la coda. I banchetti italiani hanno offerto un po’ di tutto: classici bocconcini di grana intinti nell’aceto, piadine ripiene di formaggio e mortadella, pasta al pesto, ragù, pomodoro e ovviamente l’immancabile pizza che ha riscosso un notevole successo presso gli altri paesi. Già il Jamboree è una cosa enorme, fantastica, con un’atmosfera di fratellanza che non si può immaginare a meno che non la si sia vissuta, in questo giorno però ha mostrato la parte migliore. In pochissimi altri posti si ha l’occasione di vedere tante persone che danno il meglio di se per far sì che il mondo si innamori del loro paese, ma vedere tante culture tutte insieme, 42

vicine, che si stringono la mano è qualcosa di straordinario. Strette di mani, sorrisi, abbracci con persone che vivono magari oltreoceano, magari a migliaia di chilometri di distanza, in un clima di solidarietà nonostante le apparenti differenze: tutto questo è lo spirito del Jamboree e nel Cultural day di oggi questo messaggio è emerso in tutta la sua forza. C’è solo da sperare che ogni persona che ha vissuto questo grande carnevale non porti dentro di se una semplice immagine, una semplice foto da appendere sul muro e lasciarla così intatta a prendere polvere bensì porti nel cuore questo grande sentimento di pace. Angela Daminato 43


Come formiche Qui

Grazie I.S.T. !

al Jamboree, oltre ai ragazzi e ai capi, ci sono anche moltissimi IST (International Service Team) che prestano il loro servizio. In questi giorni ne abbiamo fermati alcuni, ai quali abbiamo fatto delle domande; ecco le loro risposte. Quando siete arrivati al Jamboree? Quando tornate a casa? Siamo arrivati il 25 luglio e torniamo a casa l’8 agosto, rimaniamo qui più giorni per montare e smontare le strutture. Dove lavorate? Maddalena: “Lavoro come receptionist

Q

ualcuno mi ha fatto notare che l’insediamento del 22° World Scout Jamboree è in questo momento la quarta città della Svezia per numero di abitanti e anche la sua estensione è considerevole. In effetti le attività al campo sono talmente numerose e frenetiche da farlo sembrare una cittadina in movimento: ma, guardandola con più attenzione il paragone più azzeccato è quello con un formicaio, il più grande formicaio del mondo! Lungo le stradine del formicaio Jamboree corrono operose le Ist-formiche: si muovono, quasi ordinati, i reparti di formichine guide, esploratori/esploratrici guidate 44

al Media Center per dare informazioni sulla radio e la rivista del Jamboree a tutti coloro che ne hanno bisogno”. Giovanna: “Partecipo all’organizzazione dell’attività Earth e offro spiegazioni sul come svolgere le varie attività”. Tommaso: “Lavoro al punto informazioni del sotto campo Winter, dove, se i partecipanti hanno bisogno, si rivolgono a me per qualsiasi necessità”. Perché avete deciso di partecipare al Jamboree? Come vi siete iscritti? “Come voi guide, esploratrici ed esploratori abbiamo fatto richiesta su internet,

delle formiche capi, mentre nelle stanze organizzative le formiche degli staff dei contingenti e dell’organizzazione coordinano le attività. Salendo sulla torre principale e guardando in basso, la visione del formicaio Jamboree è fantastica, un mix di colori, emozioni, sentimenti e culture. E in un qualsiasi punto del campo, in un qualsiasi momento della giornata, col sole o nelle poche ore di buio, c’è una pattuglia di formiche scout che si muove per rendere possibile vivere questa splendida avventura del Jamboree. Maurizio Misinato 45


di notte”. Qual è la fascia minima di età per poter essere un Ist? “Bisogna avere almeno 18 anni e ci sono anche IST che ne hanno più di 50”. Dormite anche voi in tenda? “Sì, abbiamo le vostre stesse tende che sono collocate nel sotto campo Spring. L’accesso è vietato a tutti i ragazzi che non sono al Jamboree come Ist” Ringraziamo tutti gli Ist che ci permettono di vivere un fantastico Jamboree grazie alla loro disponibilità e al loro impegno. compilando schede con i nostri hobby e le nostre qualità. Abbiamo deciso di venire al Jamboree perché è un’occasione unica per incontrare moltissimi scout di nazionalità diverse, confrontandoci e condividendo il nostro essere scout senza pregiudizi”.

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Durante l’anno avete fatto degli incontri per conoscervi? “Sì, oltre agli incontri locali ne abbiamo fatto uno nazionale. È stata un’esperienza bellissima”. Come sono stati divisi i lavori? “Durante i primi giorni ci hanno assegnato i diversi compiti”. Quante ore al giorno lavorate? “C’è chi, facendo lavori più pesanti, lavora per meno tempo, come i ragazzi che puliscono i bagni, occupati per 3 o 4 ore al giorno; chi invece ha un lavoro più leggero, è impegnato dalle 6 alle 8 ore al giorno”. Qual è, secondo voi, il lavoro più impegnativo? “Sicuramente quello dei ragazzi della sicurezza perché lavorano anche

Anna Brazzarola Reparto Rugiada Scintillante Ottavia Re Reparto Raffica Travolgente

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Un evento del passato ritorna nel futuro!!! 700 esploratori ed esploratrici da tutta Italia

e vivrai d r e v l e n o Immers permetterà i t e h c a r u un’avvent anti altri esplo da re t di conosce della penisola. ogni parte

130 pattuglie ed equipaggi 6 giorni di avventura…

Una gara di Reparto che ti darà la possibilità di partecipare insieme alla tua Pattuglia e al tuo Equipaggio alla grande sfida finale dello:

Loppiano (Fi) – dal 2 al 7 luglio 2012

Tu e la tua Pattuglia/Equipaggio siete pronti ad iniziare la sfida? Chiedi al tuo Capo Reparto!

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