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2. Il contesto attuale………………………………………………p

2. IL CONTESTO

Siamo negli anni venti del duemila: un secolo di trasformazioni e cambiamenti, ma soprattutto di grande sfruttamento delle risorse naturali già cominciato nei secoli precedenti, a tal punto che oggi l’intero sistema sta collassando e mette a rischio la stessa vita del genere umano e del suo ecosistema.

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A causa dell’innalzamento della temperatura i ghiacci si stanno sciogliendo ed i mari si stanno innalzando e stanno per sommergere estensioni enormi di terre abitate. Il pianeta terra è sottoposto a livelli di inquinamento come mai nella sua storia, l’aria è piena di pulviscolo residuo delle indiscriminate lavorazioni industriali, nell’acqua sono disciolte quantità enormi di polifosfati che non si degradano e avvelenano la fauna ittica ed i nostri organismi perché dobbiamo bere e l’acqua è indispensabile per la nostra vita. Questi polifosfati non sono neutri ma interferiscono con la vita degli organismi generando trasformazioni non naturali.

L’enorme sviluppo dei sistemi di comunicazione in questi ultimi decenni, specialmente quelli di ultima generazione e di quelli che si avvalgono di tecnologie come il 5 G (cellulari, ripetitori, tablet, antenne, satelliti, ecc.) tante volte immessi sul mercato senza adeguati studi sulla compatibilità e sugli effetti sulle persone hanno portato nell’ambiente la presenza di onde elettromagnetiche che disturbano lo sviluppo del cervello che è essenzialmente elettrico. Siamo in ogni momento della nostra vita esposti a campi elettromagnetici potenti nelle nostre case, negli ambienti di lavoro e di vita e lo sono anche i bambini piccoli a cui, addirittura, vengono dati tablet e cellulari per intrattenerli e “farli stare buoni” senza pensare che questi dispositivi eccitano i gangli del cervello a produrre dopamina con danni devastanti ed invisibili per la loro crescita.

La competitività del mondo del lavoro e la sempre maggiore specializzazione

richiesta inducono le donne a rimandare la gravidanza dopo gli studi universitari o più tardi, dopo aver acquisito un lavoro e una stabilità economica. Questo vuol dire diminuita natalità o pensare ad una gravidanza a trenta anni circa o addirittura oltre, età in cui le energie e le capacità riproduttive sono più basse. A ciò si aggiunge anche l’infertilità maschile “da alcune statiche emerge che la conta degli spermatozoi risulta in costante decremento nell’ultimo secolo, tale dato sembra potersi ascrivere a differenti cause in radicale e continuo mutamento nel tempo, tra cui fattori ambientali come l’inquinamento. delle falde acquifere, dell’aria e l’inquinamento magnetico, costumi alimentari che introducono nella dieta quotidiana cibi industriali ricchi di conservanti e prodotti di sintesi, stili di vita che privilegiano il consumo di sostanze tossiche quali tabacco, alcool e droghe” Inoltre, l’accesso delle donne al mondo del lavoro, se da un lato, è senz’altro da considerare un traguardo importante e positivo, senz’altro necessario per la sussistenza della famiglia e la realizzazione personale, dall’altro si è tradotto molto spesso in un doppio lavoro, quello fuori e quello dentro casa, con conseguenze pesanti sull’educazione e sulla cura continua dei figli. Per riuscire a fronteggiare questo enorme carico di responsabilità, specialmente con i figli, la donna o comunque i genitori, devono destreggiarsi tra orari e affidamenti ai nonni, alla scuola, alle istituzioni… arrivando a casa la sera ormai provati dalle fatiche giornaliere e con le energie ormai al termine. La vita frenetica degli adulti si riflette di conseguenza, nei bambini, oggi super impegnati tra scuola, doposcuola, sport, hobby vari creati dai genitori o scelti “liberamente”.

Questi bambini vivono fin da piccoli una vita accelerata, non in linea con le loro esigenze di tempi distesi, di gioco spontaneo, di osservazione e curiosità, di dialogo

sereno

(4) Cracolici, Riviello, Fertilità di coppia e fecondazione assistita, Ambrosiana, 2014

“I ritmi incalzanti di vita bruciano le tappe naturali dei ritmi vitali allontanando sempre di più dalla scansione dei ritmi naturali giorno/notte e delle stagioni”. A questo si aggiunge che i genitori, in molti casi, hanno abbandonato il loro ruolo educativo per diventare una specie di amici, confondendo e tradendo, i loro veri ed importantissimi compiti di mediazione e di traduzione dei fenomeni della realtà. La funzione materna, è indispensabile per la vita post natale e della prima infanzia, i piccoli infatti, hanno bisogno di un accudimento decisamente ampio in questa età. Per questo, lungo tutto il primo anno, ma anche per buona parte dell’infanzia, la madre gioca un ruolo predominante: nutre, si prende cura, custodisce, protegge, accarezza e interagisce con lui e crea le basi per l’interazione e le relazioni future. Naturalmente il padre non deve essere assente. Anche la presenza costante ed amorevole del padre protegge e migliora lo sviluppo psicofisico del bambino. La responsabilità va ugualmente condivisa.

Crescendo, però, serve che il ruolo materno diminuisca e man mano cresca quello paterno, che da un lato è “l’elemento che separa la madre dal figlio, dall’altro ciò che consente ai figli di diventare grandi, di imparare a stare al mondo, ad affrontare le difficoltà, a gestire i desideri, a tirar fuori le proprie risorse” . Questo non vuol dire che entrambi non continuino ad interagire, occorre, senza dubbio, coerenza educativa tra il padre e la madre che devono essere uniti nello stabilire le regole, altrimenti l’io del ragazzo si insinua nelle discrepanze e riesce a raggirare entrambi a suo favore insinuandosi in un gioco perverso che poi si ritorce a suo danno. Questo, al momento il ragazzo non lo sa, ma lo precipita nella confusione del tutto lecito, tutto ottenibile subito e non costituisce una adeguata lezione di vita.

(5) Cracolici, Riviello, Fertilità di coppia e fecondazione assistita, Ambrosiana, 2014 (6) Articolo di pedagogia pubblicato da Uppa s.r.l. 2022

Spesso si vedono bambini che danno ordini agli adulti che si piegano al loro volere, ai loro capricci, che chiedono giochi o ricompense continue che poi altrettanto velocemente abbandonano perché il loro interesse salta da una cosa all’altra, da un videogioco all’altro, da un programma all’altro cadendo in un vortice insidioso per lo sviluppo di determinate capacità. La funzione essenziale del padre che dà le regole che dice “no” anche nell’adolescenza protegge il ragazzo da un oceano di libertà senza limiti che lo espone a sempre maggiori pericoli. Occorre che le madri consentano questo spazio ai padri, uno spazio sia fisico che emotivo, perché possano conoscersi meglio ed aumenti, per il figlio, la ricchezza del mondo delle interazioni.

La nuova realtà delle madri sole, delle donne divorziate, dei padri single, dei padri divorziati, delle famiglie disgregate, impedisce l’armonica realizzazione dei due ruoli, dando invece spazio alla conflittualità e alla sofferenza dei bambini divisi e contesi, sballottati da una persona all’altra, da un week-end con la madre e uno con il padre, da rivalità genitoriali portate avanti a suon di regali e povertà affettive, emotivamente disorientati ed estremamente fragili. Nella situazione odierna, quindi, di disinteresse e totale devastazione ambientale, figlia sia della concezione del creato asservito all’uomo, sia del positivismo relativista, che ritiene le capacità dell’intelletto infinite, questa crescita materialista si sta rivelando autodistruttrice. Diventa dunque fondamentale riportare al centro del pensiero e del nostro stile di vita, le riflessioni e le analogie tra macrocosmo e microcosmo, tipiche del pensiero tradizionale anche cinese.

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