LUCIFERO: IL RE DELL'INFERNO Secondo una tradizione medievale, Lucifero era l'angelo più bello e luminoso del creato (il suo nome vuol dire "portatore di luce") che, ribellatosi a Dio per invidia, venne punito e scaraventato sulla Terra. Secondo Dante, al contatto con Lucifero, il suolo si sarebbe tirato indietro formando, la voragine infernale nell'emisfero nord, e la montagna del Paradiso nel sud. Dante lo descrive come un'enorme e mostruosa creatura pelosa, con tre facce su una sola testa e tre paia di ali come un pipistrello; il re dell'Inferno è visibile nel lago di Cocito dal busto in sù, mentre l'altra parte non si vede. Con le sue tre bocche maciulla i tre traditori peggiori per Dante: Giuda, traditore di Gesù, Bruto e Cassio, traditori e assassini di Giulio Cesare. Al centro c'è Giuda, che ha la testa all'interno della bocca di Lucifero, e ai lati ci sono Bruto e Cassio, che hanno le gambe dentro; con gli artigli graffia la schiena di Giuda. Le sue tre facce hanno tre colori diversi: quella al centro è rossa, quella a destra è bianca e gialla, mentre quella a sinistra è nera. Il mostro sbatte le sue sei ali, provocando il gelido vento che ghiaccia
l'acqua del lago di Cocito, insensibile come i cuori dei traditori che intrappola al suo interno.
LuciferoCodex Altonensis
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Dante e Virgilio, per uscire dall'Inferno, si aggrappano al lungo pelame di Lucifero e, giunti sui suoi fianchi, si lasciano andare e vedono dall'altra parte le zampe del re dell'Inferno. Dante pensa che, andando verso il basso, loro ritornino da dove sono partiti, ma dopo un po' si ritrovano sulla terraferma, dove il poeta pronuncia: e uscimmo a riveder le stelle. Lui però non sa che si trovano sulla montagna del Purgatorio.
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