Dante Alighieri Â
e-book realizzato dalla classe 2^E a.s. 2014/15
Classe 2^E
I.C. “De Filis” – Terni a.s. 2014/15 Antolini Carlotta Balani Giorgia Candelaria Martina Cirillo Sara Colasanti Nicolò
Nobili Maria Giulia
Fabrizi Giulia
Nodale Ludovica
Gelmetti Denise
Ortiz Yllanez Nicolas Justo
Lipa Sonia
Pacciolla Elia
Menghini Pietro
Picchio Mattia
Menta Lorenzo
Scatena Marianna
Nannini Andrea
Singh Anmol
Nika Xhesica
Taddei Massimo Terenzi Filippo
In queste pagine: incisioni di Gustave Dorè sulla Divina Commedia
Indice 1. LA SOCIETA’ MEDIOEVALE La rinascita d el D uecento Pietro Menghini La crescita demografica Carlotta Antolini la borghesia Mattia P icchio Risorse: quiz on-‐line Denise Gelmetti
2. LA NASCITA DEL VOLGARE I primi documenti in v olgare Ludovica Nodale Il latino delle classi elevate Andrea Nannini Le trasformazioni dal latino al volgare Anmol Singh La scuola siciliana Giorgia Balani Il dolce stil novo Giulia Fabrizi Altre esperienze in prosa e poesia Massimo Taddei
Risorse:
quiz on-‐line Nicolas Ortiz
Marco Polo Ludovica Nodale San Francesco Giulia Fabrizi
3. LA VITA DI DANTE ALIGHIERI L’incontro con Beatrice Massimo Taddei La c arriera e l’esilio Marianna Scatena Risorse: quiz on-‐line Sonia Lipa linea del tempo Ludovica Nodale
4. LE OPERE MINORI La Vita Nova
Ludovica Nodale Le Rime Filippo Terenzi Il Fiore Martina Candelaria Il De Vulgari Eloquentia Sonia Lipa Le caratteristiche del volgare Carlotta Antolini Il Convivio Marianna Scatena Vita Nova e Convivio a confronto Denise Gelmetti Il De Monarchia Sara Cirillo Le Epistole Maria Giulia Nobili Risorse: quiz on-‐line Filippo Terenzi
5. LA DIVINA COMMEDIA Il titolo Giulia Fabrizi L’universo dantesco Pietro Menghini La struttura Elia Pacciolla La metrica Nicolò Colasanti Le fasi del cammino Ludovica Nodale I personaggi Carlotta Antolini Le guide di Dante Maria Giulia Nobili La simbologia dei numeri Xhesica Nika Le allegorie Andrea Nannini L’Inferno Marianna Scatena Lucifero Nicolas Ortiz Il Purgatorio Giulia Fabrizi Catone Lorenzo Menta Il Paradiso Massimo Taddei
Risorse: schemi delle allegorie Nicolò Colasanti quiz on-‐line Filippo Terenzi Anmol Singh Mattia Picchio Lorenzo Menta Martina Candelaria
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO: l’Inferno Dantesco con approfondimenti multimediali
Risorse: Schema del Contrappasso Nicolò Colasanti Il viaggio infernale in 3D Massimo Taddei
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La società medioevale Ambrogio Lorenzetti, Effetti del Buon Governo, 1337-‐40, Palazzo Pubblico, Siena.
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Nel XIII secolo l’Europa è dominata da due grandi potenze: il Regno di Francia, l’attuale Francia, e il Sacro Romano Impero, l’Europa centrale inclusa l’Italia centro settentrionale. L’Italia aveva città molto ricche, popolate da mercanti, banchieri e università, tra cui quella di Bologna, la più antica d’Europa. Politicamente era però divisa: al centro-‐nord ci sono i liberi Comuni, al centro lo Stato della Chiesa e al sud il Regno di Sicilia. Questa divisione è motivo di grande instabilità e di continue lotte tra guelfi e ghibellini contro le diverse città per ottenere territori sempre più vasti.
La rinascita del Duecento di Pietro Menghini
Rispetto ai secoli precedenti il Duecento, in Europa, fu caratterizzato da una situazione di maggior prosperità. Infatti erano terminate le invasioni di popoli stranieri, le innovazioni nelle tecniche agricole avevano portato un rendimento maggiore dei campi e grazie ad un forte aumento della popolazione era possibile lavorare più terre per l’agricoltura. Tali cambiamenti producono importanti conseguenze: si sviluppano le strade e diventano più sicure e ricominciano gli
scambi e si ripopolano le città che diventano centri importanti per le attività artigianali e commerciali, riuniti in una nuova classe sociale, la borghesia. Sorgono inoltre le università perché c’è richiesta di cultura da parte della nuova borghesia sempre più attiva.
La crescita demografica di Carlotta Antolini
L’incremento demografico dopo l’anno Mille portò alla formazione di nuovi centri urbani e alla rinnovazione delle antiche città del tempo. All’interno della città convivevano persone di diverse appartenenze sociali tra cui contadini, che non hanno trovato lavoro nelle campagne perché c'era troppa manodopera, piccoli proprietari terrieri, e altri come notai, giudici, medici e piccoli artigiani. Tutte queste persone costituivano una nuova classe sociale: la borghesia in cui fanno parte coloro che, non essendo nobili, ottenevano una certa prosperità lavorando e La Borghesia avevano nella città il loro ambiente naturale.
Quiz on-‐line: la società medioevale di Denise Gelmetti
di Mattia Picchio
Il termine borghesia deriva dal termine latino “burgus“, che significa borgo; i borghi erano i quartieri sorti all’esterno delle mura che comprendevano le abitazioni dei non nobili, e vennero inglobati con il successivo allargamento cittadino. Nelle città, la borghesia diventerà quella classe sociale di cui facevano parte gli artigiani, i medici, i commercianti, gli avvocati e gli artisti. La borghesia emerse in luoghi e tempi diversi nell’occidente europeo e soprattutto in Italia la nascita di tale classe fu molto precoce, potendosi collegare allo sviluppo economico e sociale di età comunale. In origine, infatti, il termine definiva l’insieme dei cittadini liberi delle città europee durante il Medioevo; in seguito divenne sinonimo di ceto medio. Il termine fu applicato in Francia agli abitanti delle città o dei borghi che occupavano una posizione sociale intermedia tra i contadini e la nobiltà terriera.
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La nascita del volgare L’italiano che oggi parliamo deriva dal latino, anzi, da una lenta evoluzione del latino parlato. Il latino scritto, invece, non cambiò ma rimase sempre lo stesso. La caduta dell'Impero Romano d'Occidente portò alla nascita delle lingue neolatine, o romanze, come il volgare francese, spagnolo, italiano, tedesco.
Il latino delle classi elevate
I primi documenti in volgare
di Ludovica Nodale
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Le prime opere scritte in volgare furono “L'indovinello veronese“ e il “Placito di Capua“ o carta capuana. I cambiamenti che ci furono passando dal latino al volgare furono molti, ma i più importanti furono: scomparve il genere neutro e nacque quello maschile, tutti i dittonghi diventarono di una sola vocale, scomparve la forma passiva e diminuirono aggettivi e pronomi dimostrativi. Oltre i documenti prima nominati, ce ne furono altri altrettanto importanti, come la Carta Pisana del 730 d.C. o il Documento Pisano del 746 d.C. Il più conosciuto documento in volgare è però il Giuramento di Strasburgo dell'842 d.C. È un accordo di pace e alleanza tra i due figli di Carlo Magno, Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico.
Quiz on-‐line: la nascita del volgare di Nicolas Ortiz
di Andrea Nannini Quando l’Impero romano d’Occidente volgeva al tramonto, il latino aveva subito profondi cambiamenti. Il latino scritto apparteneva ormai al mondo della cultura e del potere: la massa era costituita da analfabeti che conoscevano solo la ligua con cui si esprimevano, il volgare; i pochi che sapevano scrivere e che venivano dai rari centri culturali ancora in funzione, in cui si perpetuava la tradizione classica, erano bilingui, sapevano scrivere in un latino sufficientemente corretto e parlavano in volgare. Questi erano i “chierici”, un termine che oggi indica unicamente un uomo di chiesa mentre allora aveva il duplice significato di dotto laico o ecclesiastico. Gli scritti in latino cercano di imitare, in campo letterario, lo stile di Cicerone e, in campo amministrativo, avevano assunto uno stile ridotto all’essenziale e ricco di nuovi vocaboli mutuati da altre lingue. Il latino parlato, invece, si era evoluto fino a distinguersi in forme diverse.
Infatti i due fratelli, alleati contro il loro terzo fratello Lotario, giurarono ognuno nella lingua dell'altro davanti ai rispettivi eserciti: Ludovico giurò in francese, mentre Carlo giurò in tedesco. Poi, ognuno dei due girò nella lingua dell'altro per farsi capire dall'esercito: Ludovico giurò in tedesco e Carlo giurò in francese.
Le trasformazioni dal latino al volgare di Anmol Singh Nel passaggio al volgare, la lingua latina venne semplificata. I dittonghi in ae/oe si trasformano in e. Il genere neutro si fonde con il maschile, scompare il sistema delle desinenze che indicano un caso e quindi vengono introdotti gli articoli e le preposizioni articolate, si riducono gli aggettivi e i pronomi abbondanti nel latino .
La scuola siciliana di Giorgia Balani
La scuola poetica siciliana nasce a Palermo intorno alla figura dell’Imperatore Federico II, producendo la prima lirica in volgare. Tema dominante fu la lirica d’amore e il poeta più importante Iacopo da Lentini, riconosciuto da Dante come fondatore della “Scuola”, intesa come un gruppo di autori che si ispira alle stesse tematiche. La forma tipiche sono la canzone e il sonetto.
Il Dolce Stil Novo di Giulia Fabrizi Nella seconda metà del secolo XII fu la Toscana, e in particolare Firenze a diventare un centro culturale importante. Allora alcuni poeti, ispirandosi alla scuola siciliana inventarono un nuovo modo di fare poesia il Dolce Stil Novo: uno stile “Novo” perché era un nuovo di fare poesia, “Dolce”, perché i suoni prodotti da questo volgare dovevano dolci e armoniosi. In questo caso il volgare doveva diventare una lingua raffinata, adatta ad esprimere i sentimenti più puri. Gli stilnovisti cantavano la donna amata che diveniva una creatura angelica che poteva avvicinare l’uomo a Dio. I suoi principali esponenti furono: Guido Guinizzelli, Guido Cavalcanti, Dante Alighieri e Cino da Pistoia. Risorsa attiva: approfondimenti sulla letteratura religiosa e di viaggio.
Altre esperienze in prosa e poesia
di Massimo Taddei Altre esperienze letterarie del Medioevo possono essere suddivise in tre categorie diverse: Poesia-religiosa: sviluppata soprattutto in Umbria, un tipico esempio è quello del “Cantico delle Creature” di San Francesco d’Assisi. Poesia Comico-realistica: è una poesia che parla di amore ma nello stesso tempo di cibo, bevande e tratta di alcune discussioni politiche ed economiche. Prosa novellistica e racconti di viaggio: tipico esempio ne sono il Novellino ed il Milione scritto da Marco Polo.
San Francesco di Giulia Fabrizi Marco Polo di Ludovica Nodale
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La vita di Dante Alighieri Domenico di Michelino, Dante con in mano la Divina Commedia (1465), particolare, Santa Maria del Fiore, Firenze.
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L’incontro con Beatrice di Massimo Taddei
Dante Alighieri nacque in una famiglia di piccola nobiltà. I suoi genitori erano Gabriella degli Abati, meglio nota come Donna Bella degli Abati (Firenze, XIII secolo – 1270 circa), e Alighiero di Bellincione (... – prima del 1283). Quiz on-‐line: vita di Dante di Sonia Lipa
Gli storici non trovano una data precisa sulla sua nascita, infatti variano a seconda dei diversi tipi di testo che leggiamo. L’episodio più rilevante della giovinezza di Dante fu l'incontro, da fanciullo, con Beatrice, storicamente identificata con Bice di Folco Portinari, andata in sposa a Simone de’ Bardi e morta giovanissima nel 1290; stando alla Vita Nuova, il primo incontro sarebbe avvenuto nel 1274. Lei è vestita di rosso sanguigno (“nobilissimo colore”) e porta una cintura. Tutti noi ricordiamo il secondo incontro tra Dante e Beatrice, perché lei gli rivolge il primo saluto. Dante considera quello sguardo o saluto un gesto che lo avrebbe avvicinato a Dio. La morte di Beatrice Portinari causa un periodo di smarrimento nella vita di Dante Alighieri, infatti non prova solamente un periodo di angoscia e di solitudine, ma ha voglia di emanare, o di raccontare i propri sentimenti scrivendoli in vari libri. Quando Dante aveva 12 anni, nel 1277, fu concordato il suo matrimonio con Gemma Donati, figlia di Messer Manetto Donati. A quell’epoca era normale fidanzarsi a queste età: lo si faceva con una cerimonia importante, che richiedeva atti formali sottoscritti davanti ad un notaio. Da Gemma, Dante ebbe 3 figli Jacopo, Pietro ed Antonia, e forse un possibile quarto: Giovanni.
La carriera e l’esilio di Marianna Scatena
Dante diviene amico di letterati come Brunetto Latini e Guido Cavalcanti, e scrive componimenti di vario genere, raccolti in parte nella “Vita nova”, dedicata alla sua musa Beatrice, figlia di Folco Portinari e sposata a Simone de’ Bardi, morta nel 1290. Dopo la morte di Beatrice, Dante si dedica a studi teologici e filosofici, e conosce un periodo di smarrimento. Filosofia, politica, poetica amorosa, mondanità, tutto entra a far parte delle “Rime” scritte in questi anni. Si schiera con i guelfi bianchi, guidati dalla famiglia Cerchi, contro i guelfi neri, sostenitori di Bonifacio VIII e degli angioini, capitanati dal violento Corso Donati. Nel 1300 Dante è uno dei priori di Firenze; l'anno seguente è ambasciatore a Roma, ma durante la sua assenza Firenze è presa da Carlo di Valois, “paciere” del papa, che vi instaura una signoria di guelfi neri. La condanna a morte lo costringe all’esilio nel 1302. Dante si unisce ad altri bianchi in esilio ma una volta falliti i tentativi di rientrare in Firenze, se ne stacca e si rifugia a Verona, alla corte degli Scaligeri; qui scrive il “De vulgari eloquentia”.
Da esule, vaga per l’Italia, recandosi a Treviso, Padova, Venezia, in Lunigiana e in Casentino, e infine a Lucca nel 1309; intanto compone il “Convivio” ed inizia la stesura della “Commedia”. La discesa, l’anno seguente, di Arrigo VII in Italia risveglia in lui la speranza di un impero Risorsa attiva: linea del tempo universale in cui Stato e Chiesa sulla vita di Dante Ludovica siano pacificati e ricondotti l’uno di Nodale alla sfera temporale, l’altra a quella spirituale, e tale tensione ideale lo porta a scrivere il “De monarchia”. La delusione per il comportamento dell' imperatore e la sua successiva morte portano Dante a rifugiarsi nuovamente a Verona, dove rimane fino al 1318. L’Inferno era stato pubblicato nel 1314, il Purgatorio nel 1315; passato a Ravenna, alla corte di Guido da Polenta, vi pubblica il Paradiso. In questa città trova pace e tranquillità, insegna poesia e retorica e tiene anche una lezione di argomento fisico. Morì, probabilmente di malaria, al ritorno da un’ambasciata a Venezia per conto dei da Polenta, nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321 a Ravenna e le sue spoglie riposano presso il tempio ravennate di San Piermaggiore e da allora non hanno mai lasciato la città romagnola. Henry Holiday, Dante and Beatrice (1884), Walker Art Gallery, Liverpool.
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Le opere minori La produzione letteraria di Dante annovera molteplici titoli, dei più vari argomenti, dall’enciclopedico fino alla trattatistica, fino alle opere poetiche, che accompagnano tutta la sua vita.
La “Vita Nova”
Le “Rime” di Filippo Terenzi Sono una raccolta messa insieme e ordinata da moderni editori, che riunisce il complesso della produzione lirica dantesca dalle prove giovanili a quelle dell’età matura. Le rime giovanili comprendono componimenti che riflettono le varie tendenze della lirica cortese del tempo, quella guittoniana, quella guinizzelliana e quella cavalcantiana. Tra questo gruppo di testi Dante aveva scelto quelli che dovevano entrare a far parte della Vita Nova.
di Ludovica Nodale Tra il 1290 e il 1295, prima di essere mandato in esilio, Dante iniziò a scrivere la “Vita Nova”. Questo libro fu la prima opera completa del poeta, scritto in volgare, in prosa e in poesia e all'interno troviamo 31 poesie e 42 capitoli. L’autore, in questo libro, parla della sua vita e del suo rapporto con Beatrice. Il testo più antico risale al 1283, quando Dante aveva diciott’anni, mentre quello più recente risale al 1290, la morte di Beatrice.
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La trama dell'opera, si può riassumere in tre momenti fondamentali della vita di Dante: il primo in cui Beatrice saluta Dante, segno di salvezza e di bellezza, il secondo in cui Beatrice non lo saluta più, gettandolo nella disperazione totale dato che al suo tempo, la donna si ammirava solo da lontano perché uomini e donne Il “Fiore” non potevano di Martina Candelaria parlare tra di Risorsa attiva: Nova”, loro, e anche “Vita testo integrale Il Fiore è un piccolo poema anonimo di 232 sonetti, risalente a un perché la donna periodo compreso tra 1283 e 1287, in concomitanza col Detto d’Amore. La veniva considerata come corona di sonetti rappresenta una parafrasi del Roman de la Rose, opera una divinità, come un iniziata da Guillaume de Lorris e proseguita da Jean de Meung. angelo. Infine c'è il terzo Incentrato sulla ricerca d’amore da parte di Amante, è ambientato momento, in cui muore in un incantevole giardino di primavera. Ai versi 9 del sonetto 82 e 14 del Beatrice, e quindi non c’è più il rapporto tra uomo e sonetto 202, l’autore si appella Ser Durante, interpretato come allusione donna, ma c'è solo il alla forma completa del nome del poeta, di cui Dante costituirebbe un’abbreviazione.
Le caratteristiche del volgare rapporto tra l’uomo e l’anima della donna amata. Dante racconta inoltre, di aver incontrato per la prima volta Beatrice quando entrambi avevano nove anni e di averla incontrata di nuovo all’età di diciott’anni. Anche il numero nove è un simbolo, perché ricorda la Santissima Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo, proprio perché la donna avvicinava a Dio.
di Carlotta Antolini Presentando le quattro caratteristiche fondamentali del volgare, Dante intreccia la riflessione linguistica con quella politica: esso è illustre, poiché capace di dare lustro a chi ne fa uso; cardinale, in quanto fungerebbe da cardine per tutti i volgari d’Italia; regale, perché se in Italia vi fosse un re e una reggia, quella sarebbe la sua dimora naturale; curiale, poiché mancando in Italia una vera corte, risponde alla “curia” degli scrittori più illustri.
Il “De vulgari eloquentia” di Sonia Lipa
È il primo trattato in lingua latina scritto da Dante il quale dice che Dio ha deciso di creare una lingua universale che poi venne modificata in Italia e in Francia, in Francia con la lingua d’oc e d’oil ed in Italia con il volgare. Questo trattato fu scritto tra il 1303 e il 1305. Il “De vulgari eloquentia”, scritto in latino, riprende il discorso sulla dignità del volgare. Si tratta di un trattato che fissa le norme per l’uso della lingua volgare, il cui obiettivo è la attiva: pronuncia di una lingua Risorsa “De vulgari letteraria, non solo di uso eloquentia”, comune. Doveva comprendere testo integrale quattro libri, ma fu interrotto a metà del secondo. Il I libro imposta il problema di un volgare illustre, adatto ad argomenti elevati ed
importanti. Nel II libro definisce gli argomenti per cui occorre uno stile tragico: le armi, l’amore e la virtù. La forma poetica in cui si deve concretare questo stile è la canzone. Dante allarga così il campo poetico della nuova lingua letteraria, spostandolo dall’amore a tutti gli argomenti morali ed epici. Interrompe il trattato per la Commedia, che parla in un volgare non più solamente tragico, ma anche comico e realistico.
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Biblioteca Riccardiana, Firenze.
Il “Convivio”
di Marianna Scatena
Composta nei primi anni dell’esilio dal 1304 al 1307 e concepita in quindici trattati, di cui il primo fosse d'introduzione e gli altri di commento ad altrettante canzoni “sì d'amore come di vertù materiate”, l’opera rimase in tronco al chiudersi del quarto trattato. Il Convivio nacque dal bisogno che Dante sentì di ripristinare la sua fama agli occhi di coloro coi quali veniva in contatto e di rivelarsi quale egli era realmente: un amante della saggezza, un uomo di ampia Risorsa attiva: “Convivio”, cultura e di integra vita morale, testo integrale che soffriva “ingiustamente pena d’esilio e di povertà”, mentre “peregrino, quasi mendicando per le parti quasi tutte” d’Italia, veniva “mostrando la piaga de la fortuna, che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata”. A sostegno della sua fama e per “desiderio di dottrina dare”, egli documenterà questo suo amore della saggezza: intesa la saggezza come perfezione di sapere che si conquista per “scienza” in rapporto alla verità di tutto ciò che è, regolando poi la condotta dell’uomo secondo princìpi supremi che la
comandano, sia per il suo bene individuale, sia per ciò che concerne il bene altrui (virtù di giustizia, di cui si doveva parlare nel quattordicesimo trattato).
“Vita Nova” e “Convivio” a confronto di Denise Gelmetti
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Il “Convivio” riprende in parte lo schema della “Vita Nova”, insieme di prosa e versi. Nella “Vita Nova”, però, Dante racconta la storia del suo amore per Beatrice, mentre il progetto del “Convivio” è diverso: le canzoni sono commentate, non vengono inserite in un racconto. L’amore che qui si presenta non è più quello per una donna, ma per il sapere.
L’opera venne scritta in occasione della discesa in Italia dell’Imperatore Enrico VII di Lussemburgo tra il 1310 e il 1313. Si compone di tre libri.
Il “De Monarchia” di Sara Cirillo
In questo trattato, scritto in latino dal 1310-‐ 1313, Dante affronta il tema a lui più caro: quello politico. Per il poeta, l’unica forma di governo che possa assicurare la pace e la sicurezza, è la monarchia, una monarchia universale capace di garantire una stabilità politica, che rifletta nel nostro mondo l’unicità e Risorsa attiva: Monarchia”, l’universalità del regno di Dio; “De testo integrale l’imperatore doveva garantire la pace sulla terra, la giustizia e la libertà degli uomini come l’universo è retto da Dio, invece la chiesa si doveva interessare solamente delle questioni spirituali. L’Impero, quindi, doveva essere indipendente dalla chiesa perché era anteriore a questa e non poteva ricevere da questa la sua autorità.
Quiz on-‐line: le opere minori di Dante di Filippo Terenzi
Le “Epistole”
di Maria Giulia Nobili Sono scritte in latino e il loro tema principale è quello politico, legato ad Arrigo VII e alla sua discesa in Italia. Sono state scritte tra il 1303 e il 1311 e raccolte in epoche successive in due silloge. La prima silloge comprende tre epistole, la prima indirizzata a Cino Da Pistoia, la seconda inviata ai Cardinali italiani in seguito alla morte del Papa Clemente V il 20 aprile del 1314 e la terza ad un amico di Firenze. La seconda silloge comprende nove epistole. Pieter Brueghel il Vecchio, La Torre di Babele (1563), Kunsthistorisches Museum, Vienna.
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La Divina Commedia
Il titolo di Giulia Fabrizi
Luca Signorelli, Ritratto di Dante, particolare degli affreschi della Cappella di San Brizio (1499-‐1502), Orvieto, duomo.
Dante intitolò la sua opera semplicemente “Commedia” per due motivi: perché, come le commedie, aveva un inizio drammatico e un finale lieto e perché era scritta in lingua volgare con stile intermedio tra quello alto delle tragedie e quello umile delle commedie. L’aggettivo “Divina” venne aggiunto solo successivamente da Giovanni Boccaccio e dal letterato Ludovico Dolce (1555). Il “Divina” indicava sia l’argomento del poema, sia la sua eccezionalità. Questa opera è di estremo interesse perché vi confluisce tutto il sapere dell’epoca, affronta argomenti validi per l’uomo di ogni tempo, come bene, male, peccato e perdono raggiungendo un livello espressivo altissimo utilizzando solo L’universo dantesco il volgare fiorentino. di Pietro Menghini Per questo Dante è considerato il padre della nostra lingua e la L’Universo descritto da Dante rispecchia le conoscenze “Divina Commedia” un’opera medievali, fondate sulla teoria di Tolomeo. Secondo questa teoria fondamentale e fondante della la Terra è una sfera immobile al centro dell’Universo ed è nostra letteratura. circondata da una sfera di aria, una sfera di fuoco, dove nascono i fulmini, e nove sfere celesti. Oltre le sfere si trova l’Empireo. La Risorsa attiva: Terra è divisa in due emisferi: sito dedicato alla • boreale (delle terre emerse) che è abitato; Divina Commedia. • australe (delle acque) che è disabitato. Al centro si erge la montagna del Purgatorio con in cima il Paradiso terrestre. A Gerusalemme, invece, si trova l’ingresso dell’Inferno.
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La struttura di Elia Pacciolla
La struttura della “Commedia” è tutta fondata sul rapporto dell’uno e del tre, numeri perfetti a somiglianza di Dio, che è uno e trino. Tre sono le cantiche, corrispondenti ai tre regni dell’oltretomba; 33 sono i canti di ciascuna cantica più uno di introduzione generale; ciascun canto è costituito da terzine. L’Inferno è diviso in tre parti: Incontinenza, Violenza, Frode, intervallate da tre zone dove si trovano il Limbo, gli eretici, i Giganti.
La metrica
di Nicolò Colasanti
La Divina Commedia è divisa in tre cantiche, una per ogni Regno. Ogni cantica comprende 33 canti e in totale sono 100 perché l'Inferno ne ha uno in più che serve da introduzione all’intero poema. Ogni canto presenta un numero variabile di versi endecasillabi raggruppati in terzine e questa struttura si mantiene in tutto il poema. La terzina è una strofa di tre versi. Quella usata da Dante nel poema è a rima incatenata.
ABA BCB CDC DED EFE…
Il Purgatorio ha tre parti, Antipurgatorio, Purgatorio e Paradiso terrestre e purifica l’amore che ha in tre modi errato: per malo obietto, per poco o per troppo di vigore. Il Paradiso coi suoi nove cieli più uno, l’Empireo, che tutti li comprende, accoglie tre schiere di beati: i saeculares, gli attivi e i contemplativi. Il viaggio dura circa una settimana ed ha inizio la notte del Venerdì Santo, 8 aprile del 1300. L’Inferno è una immensa voragine a forma di cono rovesciato situata sotto Gerusalemme;
attraverso 9 cerchi si giunge al centro della terra, dove è confitto nel ghiaccio eterno Lucifero. La Terra è al centro dell’universo e Dio nel punto più alto, mentre Lucifero nel punto più basso; l’uno tutto luce e sorgente della vita; l’altro tutto buio e sorgente della morte. A richiamare la meta, unica, sola costante del viaggio, la parola stelle chiude l’ultimo canto di ogni cantica. Quiz on-‐line: la struttura della Commedia di Filippo Terenzi
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L’Inferno di Dante nelle grotte di Pertosa (SA), rappresentazione scenica.
I personaggi
Le fasi del cammino
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di Ludovica Nodale Nella Divina Commedia Dante racconta in prima persona la storia di un viaggio immaginario nei regni dell’oltretomba, e in questo viaggio viene accompagnato da tre guide: Virgilio, Beatrice e San Bernardo. Le guide sono necessarie perché Dante, essendo vivo, non potrebbe attraversare da solo l’Oltretomba e non potrebbe neanche parlare con i vari personaggi che incontra lungo il suo cammino. Il viaggio inizia in una “selva oscura”, dove Dante si è smarrito. Proprio quando gli sembra di avere intravisto la strada, arrivano tre fiere, una lonza, una lupa e un leone, che gli sbarrano la strada; subito, però, arriva Virgilio che lo salva e insieme proseguono il cammino. Dante segue Virgilio attraverso le porte dell’Inferno; lì, l’aria è soffocante e si sentono le anime dei dannati gemere e soffrire. Così, Dante e la guida scendono verso il centro della terra e, per passare dall’altra parte, si arrampicano sul pelo dell’enorme Lucifero e
di Carlotta Antolini
I personaggi danteschi sono figure storiche e mitologiche, ma anche contemporanei del poeta, protagonisti delle lotte interne dei comuni italiani. Lo sdegno del poeta colpisce i protagonisti di questo degrado morale concentrandosi contro la corruzione del clero e del papato, più propensi ad occuparsi dei beni temporali che alla salute spirituale della cristianità. finalmente riescono a vedere la luce. Ora Dante e Virgilio si trovano nel Purgatorio, che, a differenza dell’Inferno e del Paradiso, dove le anime stanno per l’eternità, il è un regno di passaggio. Qui, infatti, le anime scontano i loro peccati sia fisicamente, sia moralmente, per ascendere infine al Paradiso. L’atmosfera, salendo, diventa più serena, perché si avvicina la salvezza. Giunti alla vetta della collina, Dante e Virgilio entrano nel Paradiso Terrestre; qui la guida abbandona Dante e al suo posto arriva Beatrice, che lo accompagnerà fino all’Empireo. Giunto nel cielo Empireo, Dante, per intercessione di San Bernardo, ha la forza di sostenere per un istante la vista di Dio.
Eugène Delacroix, La barca di Dante (1822), Musée du Louvre, Parigi.
Le guide di Dante
di Maria Giulia Nobili
Il viaggio di Dante richiede l’appoggio di una guida in quanto il protagonista rappresenta l’uomo smarrito a causa del peccato e pertanto incapace di ritrovare da solo la reta via. Nel cammino attraverso il baratro dell’Inferno e nell’ascesa alla montagna del Purgatorio la guida è Virgilio, l’antico poeta latino autore dell’Eneide. Per l’alto valore morale della sua poesia, Virgilio rappresenta la saggezza naturale, della quale l’uomo ha bisogno per riscattarsi. Virgilio assume il ruolo di un personaggio di grande rilievo perché riesce a rassicurare Dante atraverso gli orrori dell’Inferno come un buon padre. Il suo compito finisce nel paradiso terrestre in quanto non avendo conosciuto la fede in Cristo non può guidare Dante a comprendere il mistero divino che gli si svelerà nel Paradiso. Per questo occorre l’intervento della grazia celeste, che viene rappresentata da Beatrice, che condurrà Dante dal Paradiso Terrestre posto sulla cima del Purgatorio ai
cieli del Paradiso. Beatrice è infatti la donna che ha illuminato la giovinezza del poeta: divenuta beata, risplende di luce divina e fa salire Dante attraverso i cieli rassicurandolo con la forza del sorriso e dell’amore divino. La guida nel momento conclusivo è San Bernardo, il quale sosterrà Dante nel momento in cui, con l’aiuto della preghiera dei beati e della Vergine, riuscirà ad entrare in direta comunione con la viva presenza di Dio.
La simbologia dei numeri
di Xhesika Nika
La struttura del poema ripete molto spesso il numero tre e i suoi multipli, sia nel contenuto sia nella forma metrica. Tre sono i regni, tre le guide di Dante, tre sono le fiere che gli sbarrano il passaggio, tre le categorie dei peccatori puniti nell’Inferno, nove i cerchi infernali, nove le partizioni del Purgatorio, nove i cieli del Paradiso. Tre sono le cantiche, trentaré i canti di ogni cantica e tre sono i versi di ogni strofa. L’utilizzo del numero tre trova orgine nella credenza degli uomini del Medioevo che avesse un significato magico e misterioso, ma soprattutto fortemente religioso in quanto era considerato il simbolo della Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo).
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Luogo
Le allegorie di Andrea Nannini
Selva oscura In questo poema si ha sopprattutto un significato allegorico cioè nascosto e simbolico. Essa infatti può essere letta come il percorso che gli uomini compiono per Situazione salvare la propria anima. L’allegoria è infatti una figura retorica per cui un concetto viene evidenziato attraverso un’immagine, che richiede un’interpretazione Le tre fiere razionale di ciò che sottintende. La Divina Commedia è l’allegoria del processo di perfezionamento compiuto da Dante nel passaggio dalla fase di peccato e di difficoltà in cui era sprofondato dopo la morte di Beatrice (lo smarrimento nella selva oscura) alla redenzione morale e alla riconquista della fede (l’ascesa a Dio). Risorsa attiva: Quiz on-‐line: il termine “allegoria” il viaggio nell’enciclopedia Treccani.
Nome
Personaggio storico
Protagonista del viaggio ultraterreno.
Virgilio
Poeta latino vissuto nel I secolo a.C. e autore dell’Eneide. È considerato da Dante un sublime poeta. Giovane donna fiorentina vissuta nel XIII secolo e amata da Dante. Monaco, fondatore dell’ordine cistercense, vissuto nel XII secolo.
Prima guida di Dante.
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Fitto bosco nei pressi di Gerusalemme, dove Dante si perde.
Condizione di crisi e smarrimento spirituale, che caratterizza chi vive nel peccato.
Significato letterale
Una lonza, un leone e una lupa sbarrano il passo a Dante.
Ruolo nel poema
Poeta vissuto tra XIII e XIV secolo, autore della Divina Commedia.
San Bernardo
Significato allegorico
ultraterreno di Dante di Martina Candelaria
Dante
Beatrice
Significato letterale
Seconda guida di Dante. Terza e ultima guida di Dante.
Significato allegorico
La lussuria, la superbia e la cupidigia sono i tre peccati capitali che impediscono all’uomo di seguire il cammino verso la salvezza.
Schemi delle allegorie a cura di Nicolò Colasanti
Significato allegorico L’umanità intera che, trovandosi immersa nel peccato, deve tornare a praticare la virtù e a seguire la fede per poter raggiungere la salvezza eterna. La ragione umana, la filosofia, la giustizia, cioè le virtù più elevate tra quelle che l’uomo può raggiungere con le sole facoltà razionali. La teologia, cioè lo studio delle cose sostenuto dalla fede, che porta l’uomo alla beatitudine spirituale. L’ardore mistico, cioè lo slancio appassionato e disinteressato verso Dio che conduce alla salvezza eterna.
L’Inferno di Marianna Scatena
La struttura dell’inferno segue criteri molto precisi. All’inizio si trova un vestibolo una sorta di anticamera infernale. Poi, superato il fiume Acheronte, si entra nell’Inferno vero e proprio. La voragine è divisa in nove cerchi: ·∙ Nei primi cinque cerchi sono puniti gli incontinenti, cioè coloro che non riuscirono a frenare la naturale spinta verso il peccato. ·∙ Nel sesto cerchio sono punito gli eretici, cioè coloro che non ebbero fede in Dio; ·∙ Nel settimo cerchio, diviso in tre gironi, si trovano i violenti; ·∙ Nell’ottavo cerchio, diviso in dieci Malebolge, ci sono peccatori per frode, cioè per imbroglio o inganno; ·∙ Nel nono cerchio, diviso in quattro zone, si trovano i peccatori fraudolenti più gravi, cioè coloro che tradirono i parenti, gli amici o la patria. Al centro della terra si trova Lucifero, che con le sue tre bocche sbrana i tre peccatori più terribili della storia dell’umanità: Giuda, traditore di Gesù; Bruto e Cassio, traditori e assassini di Giulio Cesare. I peccatori sono puniti secondo il criterio del contrappasso. Secondo tale concezione di
giustizia, tipicamente medievale, la pena che Dio stabilisce per ogni anima corrisponde, per analogia o per contrasto, al peccato commesso in vita. Risorsa attiva: Quiz on-‐line: mappa interattiva dell’Inferno dantesco.
l’Inferno di Anmol Singh
Lucifero di Nicolas Ortiz Secondo la tradizione medievale era uno dei Serafini, l’angelo più bello e luminoso del creato (il nome latino significa “portatore di luce”). Ribellatosi a Dio per superbia, fu sconfitto dall’Arcangelo Michele e precipitato dal Cielo al centro della Terra, trasformandosi nel prinicipe dei diavoli. Al contatto con Lucifero, la Terra si sarebbe ritratta dando origine alla voragine infernale nell’emisfero nord, alla montagna del Purgatorio in quello sud.
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Catone di Lorenzo Menta Marco Porcio Catone fu un politico, oratore e scrittore romano, soprannominato “il Giovane” o “Uticense” per distinguerlo dal suo avo, Catone “il Censore”. Considerato, anche dai nemici politici, uomo di estrema rettitudine e saggezza, incorruttibile, fu avversario di Cesare. Incarnò a tal punto i valori della Roma repubblicana da preferire il suicidio quando Cesare prese il potere, piuttosto che assistere alla fine di simili valori da prigioniero. Dante lo pone a guardia del Purgatorio, nonostante fosse pagano e suicida, proprio per la sua statura morale di rappresentante dei valori di una vita austera e dignitosa.
Il Purgatorio di Giulia Fabrizi La collina del purgatorio è divisa in nove cornici concentriche, che le anime devono percorrere per scontare i peccati ed andare verso il Paradiso: ·∙ Alla base della montagna si trova l’Antipurgatorio, dove espiano i negligenti; ·∙ Il Purgatorio vero e proprio è formato da sette cornici per ogni categoria di penitenti; ·∙ Sulla sommità c’è il Paradiso terrestre dove giungono le anime alla fine del percorso. Qui le anime si bagnano su due fiumi il Lete che fa dimenticare i peccati commessi e l’Eunonè che fa ricordare il bene compiuto; dopo le anime sono pronte per il Paradiso. Risorsa attiva: mappa interattiva del Purgatorio dantesco.
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Guercino, Suicidio di Catone l'Uticense (1641), Pinacoteca Civica Il Guercino, Cento (FE).
Quiz on-‐line: il Purgatorio di Mattia Picchio
Il Paradiso di Massimo Taddei
La struttura del Paradiso dantesco riprende la cosmologia geocentrica aristotelica del cosiddetto sistema tolemaico. Il terzo Regno ultraterreno non è un luogo fisico: gli angeli che Dante incontrerà sono un effetto di luce e musica e tutti gli “abitanti” di questo Regno si trovano nell’Empireo, ma in ogni cielo il Pellegrino incontra dei beati per rendere comprensibile alla sua mente Risorsa attiva: mortale l’esperienza del mappa interattiva Paradiso, come gli sarà spiegato del Paradiso dantesco. dalla sua guida Beatrice. Le prime sette sfere celesti riprendono il nome dai sette pianeti che hanno la loro orbita intorno alla terra e rispettivamente: ·∙ Il cielo della Luna, cielo degli angeli e degli spiriti che mancarono ai voti; ·∙ Il cielo di Mercurio, cielo degli arcangeli e degli spiriti attivi per desiderio di gloria; ·∙ Il cielo di Venere, cielo dei principati e degli spiriti amanti; ·∙ Il cielo del Sole, cielo dei potestà e degli spiriti sapienti; ·∙ Il cielo di Marte, cielo delle virtù e degli spiriti militanti; ·∙ Il cielo di Giove, cielo delle dominazioni e degli spiriti giusti; ·∙ Il cielo di Saturno, cielo dei troni e degli spiriti contemplativi; ·∙ L’ottavo cielo è la sfera celeste delle Stelle Fisse, cielo dei cherubini nel trionfo di Cristo e di Maria, in cui orbitano tutti gli astri in posizioni reciproche e sempre uguali fra loro; ·∙ Nel nono cielo si trova il Primo Mobile, o Cristallino, il cielo dei serafini, il quale regola il movimento di tutti gli altri cieli sottostanti. Tra il Primo Mobile e l’Empireo ci sarà per il pellegrino Dante un cambio di guida: Beatrice cederà il suo ruolo a San Bernardo, teologo
mariano, che avrà il compito di completare l’insegnamento di Beatrice nel percorso della Fede e intercederà presso la Vergine per permettere a Dante di contemplare la visione del Sommo Bene, di Dio. Siamo così all’ultima tappa del lungo viaggio voluto dalla Grazia Divina: Dante giunge nell’Empireo, un luogo eterno, infinito di pura luce e amore, e fuori dal sistema fisico delle stelle, dei cieli e del tempo, dove si trova la Candida Rosa, con i beati e i cori angelici, arrivando alla visione ultima, il momento in cui Dante rivolgerà i suoi occhi alla luce divina, fissando il suo sguardo direttamente in Dio. Quiz on-‐line: il Paradiso di Lorenzo Menta
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Scheda di approfondimento:
l’Inferno di Dante Antinferno: • Selva oscura Le tre fiere Ludovica Nodale • Porta dell’Inferno Virgilio Massimo Taddei • Ignavi • Acheronte Caronte Andrea Nannini
Basso Inferno: • • •
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Città di Dite Eretici Violenti Le Arpie Carlotta Antolini Flegetonte Fraudolenti (Malebolge) Ulisse Marianna Scatena Pozzo dei Giganti Lago Cocito Traditori Centro della Terra Lucifero Pietro Menghini
Il primo canto Marianna Scatena
Alto Inferno:
• Limbo • Lussuriosi Minosse Giulia Fabrizi Paolo e Francesca Marianna Scatena • Golosi Cerbero Carlotta Antolini • Avari e Prodighi • Iracondi • Palude Stigia Schema 3D dell’Inferno dantesco realizzato da N icolò Colasanti Il viaggio infernale in 3D Massimo Taddei Scarica i quiz del volume
Schema del Contrappasso Peccatori
di Nicolò Colasanti Colpa
Ignavi e angeli neutrali (che non si schierano né con Dio né con Lucifero Lussuriosi
In vita non seguirono il bene per viltà e indecisioni enon presero mai una posizione.
Golosi
Non seppero resistere ai piaceri della gola.
Avari e prodighi
Furono troppo attratti dal denaro, o per accumolarlo (avari) o per sperperarlo (prodighi).
Iracondi e accidiosi
Gli iracondi si abbandonarono ad attacchi di rabbia ceca;gli accidiosi, invece,furono pigri, svogliati, incapaci di riconascere e combattere il male.
Ipocriti
Celarono i loro sentimenti malvagi sotto comportamenti solo in apparenza giusti.
Ladri
Si appropriarono dei beni altrui.
Consiglieri di inganni
Con i loro suggerimenti maliziosi suscitarono liti, ostilità, guerre. Con le loro parole e azioni provocarono discordie e divisioni.
Seminatori di discordie di scismi, di scandali Traditori dei parenti della patria degli amici dei benefattori
Si lasciarono travolgere dalla passione amorosa.
Pena Ricorrono un insegna senza forza nel colore, tormentati da insetti e vermi. Si trovano nel vestibolo dell'inferno, perchè neppure Lucifero vuole queste anime vili. Sono trascinati senza posa da un a bufera impetuosa.
Contrappasso Mentre in vita non ebbero alcuna idea, ora sono costretti a inseguire una bandiera senza poter mai riposare.
Come in vita furono travolti dalla passione, ora sono travolti dalla bufera. Giacciono nel fango, sotto una Come in vita divennero simili pioggia mista fetida, grandine e agli animali, cercando e neve. Il cane Cerbero li introna amando solo il cibo, ora sono coni suoi latrati e con le unghie ridotti a una condizione li graffia e li squarcia. bestiale. Due schiere di peccatori, Come in vita spesero tutte le provenienti da direzioni loro energie per una cosa vana opposte, spingono enormi come la ricchezza, ora devono macigni; quando si scontrano, si affaticarsi spingendo insultano tra loro, poi si girano inutilmente dei massi. e ricominciano a spingere fino a scontrarsi nuovamente. Gli iracondi sono immersi nel Come in vita gli iracondi fango, intenti a perquotersi e percossero gli altri in preda ad mordersi a vicenda; gli accidiosi attacchi di rabbia, ora si sono completamente sommersi picchiano tra loro. dal fango sulla cui superficie arrivano le bolle d'aria dovute Come in vita gli accidiosi non ai loro respiri. seppero agire e riconoscere il male, ora non possono più nulla ne muoversi, perchè sono invischiati nel fango. Procedono lenti, appesantiti da Come in vita finsero sentimenti cappe di piombo che sembrano che non provavano, ora mantelli dorati. portano cappe che sembrano d'oro ma sono di piombo. Corrono nudi tra covi di serpi Mentre in vita furono troppo con le mani legate dietro la abili con le mani, ora non schiena. possono più usarle. Sono avvolti in lingue di fuoco. Come in vita la loro lingua seminò discordie brucianti, ora sono immersi nel fuoco. Sono orrendamente mutilati Come in vita fecero nascere nel corpo. divisioni e lacerazioni tra le persone, ora hanno il corpo squartato. Sono immersi nel lago Come in vita ebbero il cuore ghiacciato di Cocito in varie duro, freddo e insensibile, posizioni. tanto da tradire chi si fidava di loro, ora sono condannati a patire un freddo terribile per l'eternità.
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PROGRAMMI UTILIZZATI Impaginazione e testi: Immagini 2D e 3D: Linea del Tempo: Quiz interattivi: Realizzazione .pdf sfogliabili: Risorse Web:
Gli studenti della classe 2^E ringraziano la prof.ssa Pellegrini e il prof. Di Schino per l’aiuto, lo stimolo e la supervisione nella realizzazione del presente lavoro. Note: • Ove non diversamente specificato, le immagini sono tratte da incisioni di manoscritti medioevali o frontespizi di opere manoscritte. • Le incisioni riguardanti la Divina Commedia sono tratte dalle illustrazioni dell’opera di Gustave Dorè (realizzate tra il 1861 e il 1868).
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