Approfondimento san francesco terenzi

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san Francesco d'assisi


biografia

San Francesco d’assisi nacque nel 26 se4embre 1182 da Pietro di Bernardone e dalla nobile Giovanna pica in una famiglia della borghesia emergente dalla ci4à di assisi, la madre lo fece ba4ezzare con il nome di Giovanni ,tu4avia il padre decise di cambiargli il nome in Francesco La sua casa situata al centro della ci4à era provvista di un fondaco uFlizzato come negozio e magazzino in cui il padre vendeva la sua pregiata merce in tu4o il ducato di Spoleto Le varie scri4ure del santo non parlano molto della sua infanzia è comunque ragionevole che il padre lo avesse spinto a prendere il suo posto negli affari di famiglia a 14 anni Francesco si dedicò a pieno Ftolo dell’ aKvità del commercio dei tessuF


La guerra tra guelfi e ghibellini Una guerra che nel 1154 contrappose assisi e Perugia tra le due ci8à esisteva una rivalità irriducibile che si portarono per secoli. Anche Francesco come gli altri giovani che parteciparono venne ca8urato e rinchiuso in carcere l’esperienza della guerra e della prigionia lo sconvolse a tal punto da indurlo a un totale ripensamento della sua vita . Francesco gravemente malato, dopo un anno di prigionia o8enne la liberta dietro il pagamento di un risca8o quando tornò a casa recuperò gradatamente la salute tra i possedimenD del padre


La conversione Nel 1203/1204 Francesco pensò di partecipare alle crociate e quindi provò a raggiungere a Lecce la corte di GualFero III di Brenne per puoi muovere con gli altri cavalieri verso Gerusalemme . Tu4avia giunto a Spoleto si ammalo nuovamente ed ebbe un profondo ravvedimento avrebbe raccontato in seguito di essere stato persuaso da due rivelazioni no4urne nella prima egli scorse un castello pieno d'armi ed udì una voce prome4ergli che tu4o quello sarebbe stato suo. Nella seconda senU nuovamente la stessa voce chiedergli se gli fosse stato «più uFle seguire il servo o il padrone»: alla risposta: «Il padrone», la voce rispose: « Allora perché hai abbandonato il padrone, per seguire il servo? »Francesco rinunciò al proprio proge4o e tornò ad Assisi. Da allora egli non fu più lo stesso uomo. Si riFrava molto spesso in luoghi solitari a pregare. Ma è nel 1205 che avvenne l'episodio più importante della sua conversione: mentre pregava nella chiesa di San Damiano, raccontò di aver senFto parlare il Crocifisso, che per tre volte gli disse: «Francesco, va' e ripara la mia casa che, come vedi, è tu4a in rovina»


Il processo davanD al vescovo Il padre cercò, all'inizio, di allontanare Francesco per nasconderlo alla gente. Poi, vista la sua incapacità di fronte alla cocciutaggine del figlio, decise di denunciarlo ai consoli per vietarlo e privarlo, non tanto per il danno poco oneroso subito, quanto piu8osto con la segreta speranza che, so8o la pressione della punizione della condanna dalla ci8à, il ragazzo cambiasse a8eggiamento Francesco cosi diete inizio ad un nuovo percorso di vita


I primi compagni e la predicazione Arrivata l'estate e placatosi lo scandalo sollevato dalla rinuncia dei beni paterni, Francesco ritornò ad Assisi. Per un certo periodo se ne ste8e solo, impegnato a riparare alcune chiese in rovina, come quella di San Pietro, la porziuncola a Santa Maria degli Angeli e San Damiano . I primi anni della conversione furono cara8erizzaD dalla preghiera, dal servizio ai lebbrosi, dal lavoro manuale e dall'elemosina. Francesco scelse di vivere nella povertà volontaria e, ispirandosi all'esempio di Cristo, lanciando un messaggio opposto alla società duecentesca dalle facili ricchezze. Il 24 febbraio 1208, giorno di san MaPa, dopo aver ascoltato il passo del Vangelo secondo Ma8eo nella chiese8a Porziuncola nella campagna di Assisi, Francesco senR fermamente di dover portare la Parola di Dio per le strade del mondo. Iniziò così la sua predicazione, dapprima nei dintorni di Assisi.


L'approvazione del Papa Nel 1209, quando Francesco ebbe raccolto intorno a sé dodici compagni, si recò a Roma per o8enere l'autorizzazione della regola di vita, per sé e per i suoi fraD, da parte di papa Innocenzo III. Dopo alcune esitazioni iniziali, il Pontefice concesse a Francesco la propria approvazione orale per il suo «Ordo fratum minorum»: a differenza degli altri ordini pauperisDci, Francesco non contestava l'autorità della Chiesa, e la considerava come "madre", e le offriva sincera obbedienza


Fondazione dei primi ConvenD Di ritorno da Roma, i fraD si installarono in un "tugurio" presso Rivotorto, sulla strada verso Foligno, luogo scelto perché vicino ad un ospedale di lebbrosi. Tale posto tu8avia era umido e malsano, e i fraD dove8ero abbandonarlo l'anno successivo, stabilendosi presso la piccola badia di Santa Maria degli Angeli, sulla pianura del Tescio, in località Porziuncola. Abbandonata in mezzo al bosco di cerri, venne concessa a Francesco e ai suoi fraD dall'Abate di San Benede8o del Subasio


Vocazione di Chiara e fondazione dell'Ordine femminile Questa nuova «forma di vita» aPrò anche le donne: la prima fu Chiara Scifi, figlia del nobile assisiate Favarone di Offreduccio. Nella no8e della Domenica delle Palme del 1211, a Santa Maria degli Angeli, chiese a Francesco di poter entrare a far parte del suo ordine, e quella stessa no8e riceve8e l'abito religioso dal santo. Francesco la sistemò per un po' di tempo prima presso il monastero benedePno di BasDa Umbra, poi in quello di Assisi. In seguito, quando altre ragazze seguirono il suo esempio che presero dimora nella chiese8a di San Damiano e diedero inizio a quello che in futuro saranno le clarisse


Confronto con il catarismo Ben viva era all'epoca la vicenda dei catari, ereDci che predicavano un dualismo Bene/Male portato alle estreme conseguenze. Essi avevano avuto numerosi focolai nella vicina Toscana e si erano ridoP alla clandesDnità dopo la sanguinosa crociata albigese del 1209. Francesco avrebbe potuto essere scambiato per un cataro per la sua povertà e la predicazione ai ceD subalterni. Ma Francesco e i suoi seguaci si disDnguevano in molteplici aspeP: innanzitu8o essi non me8evano in dubbio la gerarchia della Chiesa. Francesco stesso infaP insisteva sulla necessità che si amassero e si rispe8assero i sacerdoD.


Crescita dell'ordine e viaggio in Egi8o Col tempo la fama di Francesco crebbe enormemente e crebbe notevolmente anche la schiera dei fraD francescani. Nel 1217 Francesco presiede8e il primo dei capitoli generali dell'Ordine, che si tenne alla Porziuncola: quesD sorsero con l'esigenza di impostare la vita comunitaria, di organizzare l'aPvità di preghiera, di rinsaldare l'unità interna ed esterna, di decidere nuove missioni, e si tenevano ogni due anni. Con il primo fu organizzata la grande espansione dell'ordine in Italia e furono inviate missioni in Germania, Francia e Spagna. Nel 1219, si recò ad Ancona per imbarcarsi per l'Egi8o e la PalesDna , dove da due anni era in corso la quinta crociata. Durante questo viaggio, in occasione dell'assedio crociato alla ci8à egiziana di Damie8a, o8enne, il permesso di poter passare nel campo saraceno ed incontrare, disarmaD, a loro rischio e responsabilità, lo stesso sultano nipote di Saladino. Lo scopo dell'incontro era quello di potergli predicare il vangelo, al fine di converDre il sultano e i suoi soldaD, e quindi me8ere fine alle osDlità


ConDnuo

La pacifica rivoluzione che il nuovo Ordine stava compiendo cominciò ad essere palese a tuP. Iniziarono però anche i primi problemi: Francesco temeva che, ingrandendosi senza controllo, la fraternità dei Minori deviasse dai proposiD iniziali. Per dare l'esempio e per potersi dedicare completamente alla sua missione, nel 1220 Francesco rinunciò al governo dell'Ordine in favore dell'amico e seguace Pietro Ca8ani, che però morì l'anno seguente. Al successivo Capitolo Generale (de8o «delle Stuoie», giugno 1221) venne scelto come vicario frate Elia. Nel 1223, papa Onorio III approvò definiDvamente la «Regola seconda» che rispe8o alla prima è più corta e conDene meno citazioni evangeliche.


Le sDgmate Secondo le agiografie, il 14 se8embre 1224, due anni prima della morte, mentre si trovava a pregare sul monte della Verna luogo su cui in futuro sorgerà l'omonimo santuario e dopo 40 giorni di digiuno, Francesco avrebbe visto un Serafino crocifisso. Al termine della visione gli sarebbero comparse le sDgmate: «sulle mani e sui piedi presenta delle ferite e delle escrescenze carnose, che ricordano dei chiodi e dai quali sanguina spesso».


UlDmi anni di vita e la morte Negli anni seguenF Francesco fu sempre più segnato da molte malaKe (soffriva infaK di disturbi al fegato oltre che alla vista). Varie volte gli furono tentaF degli intervenF medici per alleviare le sofferenze, ma inuFlmente. Nel giugno 1226, mentre si trovava alle Celle di Cortona, dopo una no4e molto tormentata de4ò il testameno, che vorrebbe fosse sempre legato alla Regola, in cui esortava l'ordine a non allontanarsi dallo spirito originario. Nel 1226 si trovava ab bagnara, presso nocera Umbra ; egli però chiese ed o4enne di poter tornare a morire nel suo "luogo santo" preferito: la porziuncola. Qui la morte lo colse la sera del 3 o4obre. Il suo corpo, dopo aver a4raversato Assisi ed essere stato portato perfino in San Damiano, per essere mostrato un'ulFma volta a Chiara ed alle sue consorelle, venne sepolto nella chiesa di San Giorgio.

Tomba di san Francesco d’assisi


Spiritualità francescana A questo si deve aggiungere la fioritura del comune medioevale: la nascita delle ricche ci8à-­‐stato, se da un lato arricchì una parte del popolo, determinò la formazione di quei ricchi ceD mercanDli, il cosidde8o popolo grasso , che acquistava potere a scapito della vecchia nobiltà feudale, facendo della vita metropolitana il centro della civiltà, pur lasciandovi dentro larghissime fe8e del ceto contadino più indigente, dall'altro causò una forte disuguaglianza sociale e anche crisi dell'asse8o sociale medievale che dove8e coinvolgere Francesco in prima persona mentre esercitava la professione di mercante.


"Povertà", "obbedienza" e "casDtà" sono aspeP fondamentali della vita di Francesco e dei suoi discepoli. Dopo un primo periodo passato in solitudine, Francesco iniziò a vivere la propria vocazione insieme a dei compagni che volevano imitare il suo esempio da qui inizia l'esperienza della "fraternità", nella quale ciascun membro e dunque Secondo la regola de8ata da Francesco, la vita comunitaria deve cercare di conformarsi a quesD principi: Fraternità: i fraD non devono vivere soli, ma devono prendersi cura dei propri fratelli (e in generale di tuP) con amore e dedizione. La stessa cura si estende incondizionatamente non solo alle creature umane, ma a tu8o il creato in quanto opera di Dio e dunque sacro, vivendo in questo modo la fraternità universale. Umiltà: porsi al di so8o di tu8o e di tuP, al servizio dell'ulDmo per essere davvero al servizio di Dio, liberarsi dai desideri terreni che allontanano l'uomo dal bene e dalla giusDzia Povertà: rinuncia a possedere qualsiasi bene condividendo tu8o ciò che ci è dato con tuP i fratelli, partendo dai più bisognosi.


Una vita tra storia e t eologia Francesco d'Assisi e la sua vita sono staD

conDnuamente ogge8o di interesse, ispirazione, imitazione, studio, confronto. Questo ha fa8o sì che la narrazione biografica della sua vita sia stata connotata fin dalle prime espressioni all'indomani della sua morte da una grande varietà di significaD e intenzioni, che inevitabilmente hanno indirizzato e influenzato la redazione della sua vita. Le noDzie sulla vita di Francesco derivano infaP in gran parte dalle prime biografie del santo, dove la narrazione storica e quella teologica sono stre8amente legate.


L'Ordine francescano Francesco d'Assisi realizzò tre ordini riconosciuD dalla Chiesa ca8olica esistenD tu8'oggi e avenD CosDtuzioni proprie.

Il primo ordine è quello dei fraD minori. La loro vita è ancora oggi ispirata dalla regola bollata approvata dal papa Onorio III nel1223 Il secondo ordine è quello delle Monache clarisse fondato da Chiara d'Assisi, la quale ha reda8o una Regola propria. È cosDtuito da suore di clausura e a8ualmente è presente in tu8o il mondo. Analogamente al primo ordine, anche le discepole di santa Chiara hanno subìto un percorso storico piu8osto arDcolato e oggi i monasteri clariani sono raccolD in diverse obbedienze Il terzo ordine nacque per i laici, o meglio per i secolari, cioè coloro che, pur non entrando in convento, vivono nelle loro famiglie la spiritualità francescana


Lingue Volgari


Lingua volgare era un'espressione con la quale, nel Medioevo ed in Europa occidentale, si indicavano le lingue parlate dal popolo (in laFno vulgus) derivate dal laFno ma notevolmente distante dal laFno classico, il quale, con la diminuzione delle comunicazioni causata dalla caduta dell'Impero romano d'Occidente, si era evoluto in modo diverso di regione in regione, influenzato da substraF diversi dovuF ai diversi idiomi originari dei popoli conquistaF, nonché da superstraF daF dai dialeK delle popolazioni barbariche

Nascita la lingua italiana Per quanto riguarda la presenza consapevole di una lingua le4eraria con l'ambizione di essere "italiana", ed in grado di produrre tesF maturi dobbiamo invece a4endere il XIII secolo, con la figura di Francesco d'Assisi e la scuola siciliana con Giacomo da LenFni


che produrranno esiF fortemente influenzaF dai dialeK locali, e pertanto molto diversi fra loro. L'opera più famosa in siciliano è "Rosa fresca aulenFssima". Dante Alighieri, nel dodicesimo capitolo del primo libro del tra4ato del de vulgari eloquenFa , ricorda il volgare siciliano come uno tra i più illustri volgari italiani del suo periodo •  Nel primo Qua4rocento si assiste però ad una crisi del volgare, a causa di un giudizio negaFvo da parte dell’élite intelle4uale sulle qualità retorico sFlisFche di questa lingua; contemporaneamente si nota un rinascere dell'interesse per i classici, che ben pochi erano ancora in grado di comprendere agevolmente. •  Di fa4o con l'Umanesimo le due tradizioni conFnuano a convivere: nella seconda metà del secolo il le4erato umanista non è quasi mai esclusivamente laFno, bensì bilingue, e contribuisce all'espansione del volgare


Declino del laFno

Nella seconda metà del secolo si avrà un'intensificazione della circolazione dei tesF in volgare, nonostante ancora alla metà del Cinquecento la produzione in questa lingua sia ancora ne4amente inferiore a quella in laFno: questo fenomeno è facilitato anche dall'affermarsi dell'arte della stampa a cara4eri mobili. Il laFno sopravviverà come lingua franca per i le4eraF e gli scienziaF fino al 1800


Basilica papale di San Francesco di Assisi


La basilica di San Francesco in Assisi, è il luogo che dal 1230 conserva e custodisce le spoglie mortali del santo serafico. Voluta da papa Gregorio IX quale specialis ecclesia, venne insignita dallo stesso Pontefice del Ftolo di Caput et Mater dell'Ordine minoriFco e contestualmente affidata in perpetuo agli stessi fraF. Nella complessa storia che ha segnato l'evoluzione dell'Ordine, la basilica e l'annesso Sacro Convento fu sempre custodita dai cosiddeK "fraF della comunità", il gruppo che andò in seguito a cosFtuire l'Ordine dei FraF Minori Conventuali. Nel 1754 Benede4o XIV la elevava alla dignità di Basilica Patriarcale (oggi "Papale") e Cappella Papale. Nell'anno 2000, insieme ad altri siF francescani del circondario, la basilica è stata inserita nella Lista del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.


Le deco

razioni


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