Le tre fiere nodale

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LE TRE FIERE Ci troviamo a metà del primo canto, e Dante sta camminando nella selva CLICCA QUI PER APRIRE UN VIDEO

oscura senza sapere dove sta andando. Ad un certo punto gli si avvicinano rispettivamente una lonza (lince) simbolo della lussuria, cioè l'abbandono ai piaceri del corpo, un leone, simbolo della superbia o vanità e una lupa, simbolo dell'avidità o avarizia. Le tre fiere incontrate da Dante sono: • la lonza. È il primo animale selvaggio incontrato dal poeta nella selva oscura; lui la descrive con il pelo maculato, snella e molto agile, che gli si mette davanti, non si vuole allontanare e gli impedisce di proseguire il suo cammino.

Rappresenta allegoricamente la lussuria, cioè l'abbandono ai piaceri del corpo, ed è una delle tre disposizioni peccaminose che impediscono

a Dante di andare avanti per il cammino. Alcuni, invece, pensano che questo animale rappresenti l'invidia, mentre altri pensano che sia simbolo dei peccati di eccesso. Dante cita nuovamente la lonza nell'Inferno dove, con la corda cinta intorno ai fianchi di Virgilio, la butta giù nel burrone, dove si apre il girone delle Malebolge, richiamando Gerione; • il leone. È il secondo animale incontrato da Dante nella

selva, e il poeta ci racconta che l'animale andava contro di lui con la "testa alta" e una fame rabbiosa, tanto che sembrava che l'aria tremasse per la paura. Allegoricamente rappresenta la superbia o la vanità; alcuni pensano che rappresenti la violenza. Si può capire che rappresenti la superbia dato che Dante ci dice che avanzava verso di lui con la "testa alta" e quindi si può capire che voleva essere superiore a tutti gli altri;


• la lupa è l'ultima fiera incontrata da Dante nella

selva; lui la descrive magra e ci dice che molte persone aveva fatto soffrire, rendendole infelici. Il suo simbolo

allegorico è l'avarizia, il peccato più grave fra i tre, perchè rappresenta per Dante il disordine politico, sociale ed economico in cui versava l'Italia delm primo Trecento. Dopo che lo ebbe salvato dalla selva, Virgilio profetizzò a Dante l'avvento di Cangrande della Scala, che avrebbe rimandato la lupa all'Inferno, liberando l'Italia dall'avarizia o avidità e ristabilendo così pace e ordine politico e sociale.


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