Virgilio taddei

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18 Publio Virgilio Marone Nacque ad Andes (alle porte di Mantova) nel 70 d.C. Studiò prima a Cremona e Milano, poi a Roma. Nella capitale portò a termine la propria formazione retorica (studiando fra l'altro medicina e matematica) e conobbe importanti esponenti della politica e della letteratura come Cornelio Gallo, Alfeno Varo e Asinio Pollione. Messa da parte la carriera giudiziaria si recò a Napoli, dove divenne, insieme a Filodemo di Gadara, discepolo del filosofo epicureo Sirone (di cui fu anche amante). Qui per la sua grande bontà e semplicità nei costumi fu soprannominato dal popolo Parthenias (vergine). Il poeta possedeva anche delle tenute terriere nei pressi di Avella sul Montevergine. Conobbe Mecenate ed entrò a far parte del suo circolo, che raccoglieva molti letterati famosi dell'epoca. Ebbe parecchi contatti con Augusto e collaborò alla diffusione della sua ideologia politica. Fu considerato il maggiore poeta di Roma e dell'Impero.

Morì a Brindisi nel il 21 settembre del 19 a.C., di ritorno da un viaggio dalla Grecia, secondo i biografi, per un colpo di sole ardentissimo. Fu cremato, e i suoi resti furono trasportati e custoditi fino al XII sec. a Napoli in un sepolcro nel Parco della tomba di Virgilio, ma in seguito (durante la dominazione normanna) furono spostati per motivi di sicurezza in una cella segreta nei sotterranei di Castel dell'Ovo, per espresso ordine delle autorità napoletane dell'epoca.

Castel dell’Ovo

Virgilio è stato inserito da Dante nella Divina Commedia perché è considerato da Alighieri un suo maestro saggio e sapiente. Lo scrittore latino dell’Eneide è stato posizionato da Dante nel limbo infatti è nato prima di Cristo e non è stato battezzato. Allegoricamente, Virgilio rappresenta la ragione umana e la sapienza.


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