Rivista Ortec 3 2015

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Or ganoUf f i c i al eOr t ec As s oc i az i oneT ec ni c iOr t odont i s t iI t al i ani www. or t ec . i t Emai lor t ec @or t ec . i t I SSN 22822763 Per i odi c oQuadr i mes t r al e AnnoXXI-Numer o3/2015

Or t odonzi aTecni ca


OR todonzia TEC nica

Sommario

Direttore responsabile e coordinatore scientifico: Patrizio Evangelistra Redazione: Direttivo Ortec

Editoriale “Ebbene si, c’è fermento...”.................................................................................................................................................pag 4

Ortec Special Il Ricordo di Federico Tenti di Gianni Caria .................................................................................................pag 5 Il Ricordo di Alessandro Pozzi del Dr. Giovanni Vanni ...............................................................................pag 6 Il Ricordo di Roberto Comi di Andrea Melacini ..........................................................................................pag 7 Il Ricordo di Fulvio Tonesi di Damaso Caprioglio ......................................................................................pag 8

Ortec Informa “Le asimmetrie craniche osteopatiche, le A.T.M. e i M.A.F.O. Modelli Analitici della Funzione Occlusale” a cura di D. Del Mestre, G. Borin ...................................................................................................................................pag 11 “MAPA System: un nuovo metodo 3D per l’inseguimento guidato degli ancoraggi scheletrici sul palato” a cura di G. Maino, E. Paoletto, L. Lombardo, G. Siciliani ....................................................................................... pag 17

Report XII Convegno Ortec a Rimini ........................................................................................................................ pag 26 Corso di Alta Formazione per l’Odontotecnica Digitale ......................................................................... pag 35 Ortec all’Università di Roma Tor Vergata ....................................................................................................pag 37 Congresso O.T.A. a Londra .............................................................................................................................pag 40

Prossimo Evento XLVII Congresso Nazionale Ortec Milano ................................................................................................. pag 43 2


sommario

OR todonzia TEC nica

History

“Mezzi di stabilizzazione in apparecchi mobili, archi vestibolari e loro costruzione ed azione” a cura di Domenico Zanini........................................................................pag 46

Save the date Congresso ESLO Atene............................................... ..................................................................................pag 64 25° Congresso Associativo GK ad Halle...................................................................................................... pag 65 Congresso SIOS Simfer a Chieti ................................................................................................................... pag 66 VI° Forum della Professione Ortodontica a Bologna ...............................................................................pag 67

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Editoriale

OR todonzia TEC nica

“Ebbene si c’è fermento….” Stefano Negrini

Cari Associati, il rientro dalle ferie estive, spero per tutti rigeneranti, ci porta diritti verso il finale dell’anno, al mio giro di boa dei due anni di Presidenza. Ma prima di entrare nel vivo dell’editoriale è doveroso da parte mia ricordare quattro persone che ci hanno lasciato Marco Pozzi, Federico Tenti, Fulvio Tonesi e Roberto Comi, nomi che hanno fatto la storia dell’ortodonzia e dell’Ortec, nomi e volti che quando negli anni novanta entrai nell’Ortec erano punti di riferimento, alcuni di loro ho avuto l’onore di conoscerli meglio e di apprezzare il valore umano e tecnico, ma indubbiamente tutti hanno lasciato un vuoto incolmabile per tutta l’ortodonzia moderna. Come vi dicevo siamo al rush finale e al traguardo di quella lunga strada verso L’EXPO Milano che citavo nel mio primo editoriale, un finale di anno che si preannuncia interessante visti i segnali di ripresa che da più parti arrivano, indubbiamente legati hai fortissimi sviluppi del digitale e a tutta la sua filiera, che in certi casi come per la scansione intraorale ha abbattuto le frontiere nazionali sfruttando la semplicità di comunicazione tra studio e laboratorio. Ma non è tutto essendo un fruitore dei social o notato con piacere che molti dei nostri associati sono e continuano ad essere i precursori del settore, sviluppando le loro attività giorno dopo giorno con le ultime novità tecnologiche e questo credo sia un bene per tutti noi e per la filiera ortodontica, senza mai dimenticare che dietro la macchina c’è sempre la competenza umana che fa la differenza. E se me lo permettete credo che ci sia bisogno anche di un certo “nazionalismo” di fondo, di quel Made in Italy serio, perché in questo anno di presidenza, incontrando gente e scambiando idee con tanti colleghi di tutta Europa e non solo è lampante come l’Ortodonzia Tecnica Italiana sia hai vertici dell’ Ortodonzia mondiale e lo dico senza timore perché è quello che penso fermamente, quindi avanti così…. Le mie conclusioni non possono che concentrarsi sul prossimo 47° Congresso Nazionale in collaborazione con SNO CNA e come scritto nella presentazione del programma sarà un’occasione unica per valorizzare le capacità professionali dell’odontoiatria e dell’odontotecnica italiana, ma sarà anche un’altra occasione per incontrarci, comunicare, costruire, saldare e rinnovare nuove e vecchie amicizie e riscoprire il piacere di ritrovarsi tutti insieme ad imparare. Il lavoro che tutto il consiglio ha fatto in questo anno è stato interamente concentrato sul valorizzare la nostra associazione per darvi il meglio possibile. Certo di incontrarvi numerosi come sempre e potervi illustrare durante la nostra assemblea soci tutto quello che abbiamo intenzione di realizzare per il 2016 vi invio un caloroso saluto. Stefano Negrini Presidente 4


Ortec Special

Ricordo di Federico Tenti, Alessandro Pozzi, Roberto Comi e Fulvio Tonesi La coda dell’anno in corso si è caratterizzata per la triste perdita di quattro figure cruciali per il comparto tecnico ortodontico. Un ricordo sentito da parte di Ortec.

Il Ricordo di Federico Tenti di Gianni Caria Per molti odontotecnici, la singolare scelta di fare ortodonzia, è stata sicuramente influenzata dalle persone con cui si è venuti a contatto nel periodo della prima formazione professionale; nel mio caso posso dire che tra queste persone ho l’onore di includere il Prof. Federico Tenti. Il Prof. Federico Tenti arrivò alla Clinica Odontoiatrica dell’Università di Sassari nel 1987, avendo già scritto qualche anno prima il suo libro “Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici”. Sentii subito parlare di lui nell’ambiente accademico, ancor di più del suo libro che illustrava passo per passo la costruzione di apparecchi ortodontici, ma soprattutto del primo basilare gancio ortodontico: il gancio di Adams! Qualche anno dopo, nel 1991, diventai il tecnico del laboratorio della Clinica Universitaria ed ebbi la fortuna di conoscerlo e di lavorarci in Reparto negli anni a seguire. Il suo modo di porsi nei confronti di un giovane tecnico “apprendista” era elegante e disponibile, ma con un dialogo che dava comunque spazio alla scambio di opinioni, dove appariva chiaro che la sua cultura andava ben oltre l’ortodonzia. Quando nel 1992 andai a vedere il corso di R. Fraenkel organizzato dall’Or-Tec, parlammo del regolatore di Fraenkel ed io gli chiesi come mai nel suol libro riportava le difficoltà dei piccoli pazienti ad utilizzarlo; mi rispose che quando aveva scritto il libro lui per primo non aveva fiducia in quell’originale apparecchiatura e che, probabilmente, la sua poca fiducia si trasmetteva ai piccoli pazienti, che malvolentieri indossavano l’apparecchio. Oltre questi episodi personali, che porterò dentro di me con enorme piacere, credo sia giusto ricordare che il Prof. Tenti è stato, ma sarà per sempre un padre dell’Ortodonzia Moderna Mondiale, fondatore del G.I.S.O. (Gruppo Italiano di Studi di Ortodonzia) nel 1967, sulla cui scia, nel 1968 nacque la SIDO che tutti conosciamo; egli fu un componente fondamentale della prima Scuola di Specializzazione di Ortognatodonzia di Cagliari con il compianto fondatore Prof. P. Falconi. Or-Tec, nel ricordarlo per la sua recente scomparsa (12 luglio c.a.), da diversi anni lo annovera tra i suoi soci Onorari, perché dalla sua persona e dal suol libro molti di noi hanno ricevuto preziosi insegnamenti: grazie Professore! Gianni Caria Direttivo Ortec

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special

Il Ricordo di Alessandro Pozzi dall’amico Dr. Giovanni Vanni Socio Onorario Ortec Lo conobbi 62 anni fa all’apertura del corso di odontotecnici all’Istituto L. da Vinci di Firenze. Era il più alto di tutti, ma col viso dal quale traspariva l’integrità caratteristica dei bambini. Non posso dire che fosse il mio migliore amico perché lì eravamo tutti amici. Sandro però mi pare che avesse qualcosa di diverso dagli altri. In possesso di una situazione economica sicuramente più florida rispetto a quella comune, non faceva nulla per esibirla, sì che nessuno di noi né tanto meno l’insegnante, ne notava la differenza e ne modificava i rapporti. Un gigante con la faccia e il cuore di bambino che poi dovette crescere in fretta, troppo in fretta, quando la morte del padre gli fece prendere in carico l’azienda che produceva prodotti per l’odontotecnica. Dovette ritirarsi dalla scuola per provvedere alla sua azienda, e per noi tutti fu un grande dispiacere. Perdemmo un compagno di scuola, ma non un amico perché con noi rimase quello di sempre. Successivamente, col passare degli anni, modificò la ditta Leone modernizzandola e trasformandola in industria per prodotti ortodontici. Divenne un industriale prestigioso e stimato in tutto il mondo, ma il suo comportamento con noi del corso di Odontotecnica non subì alcuna modifica. Sandro era quello che in occasione della ricorrenza di S. Apollonia amava farci ritrovare. Anch’io in due occasioni, se pure penalizzato dalla lontananza, mi sono ritrovato coi compagni, sempre di numero minore, purtroppo. Qualche anno fa ebbi una sua telefonata: <Vanni, sarei contento se venissi a Firenze in occasione di questo nuovo incontro. Cerca di non mancare, siamo rimasti così in pochi……> Era vero, quella volta eravamo solo sei, e fu l’ultima. Da sempre amico dell’Ortec non si è mai tirato indietro nel sostenere chi aveva idee e buoni propositi per fare crescere il mondo dell’ortodonzia. Non voglio parlare del Sandro Pozzi industriale, né tanto meno vantare le sue qualità sotto l’aspetto professionale e industriale che ormai tutti conoscono. Sarebbe solo un di più. Questo lo lascio a persone più importanti e maggiormente inserite nel mondo ortodontico. Io amo ricordare il Sandro uomo, l’amico Sandro, la persona che ha saputo affrontare con dignità le tante, troppe avversità che una vita prodiga di successi ma avara di serenità gli ha voluto riservare. Che dire! Ricordo che in due occasioni, prima lui e poi Marco, presenziarono a un mio corso di Ortodonzia. Ricordo particolarmente Marco, quel ragazzone con la faccia buona del padre, che scomparve troppo presto, prima di darmi la possibilità di diventare suo amico. Quando per telefono chiesi a Sandro la fotografia di Marco, mi rispose: penso che tu, più di tanti altri, possa capire il mio stato d’animo, anche se tu hai avuto più fortuna di me. Sono vicino a Clara, alla figlia Elena che ha preso il timone dell’azienda e a tutti coloro che l’hanno apprezzato e gli hanno voluto bene. Giovanni Vanni

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special

“Ricordo di un Maestro” In memoria del Socio Onorario Ortec Odt. Roberto Comi Nella calda mattina milanese di mercoledì 5 agosto 2015, attorniato dalla moglie Loredana, i figli Davide e Cristina, è mancato il Socio Onorario Ortec Roberto Comi. Con Lui scompare una delle più eminenti figure di pioniere e grande maestro dell'Ortodontotecnica. Personalmente conobbi Roberto Comi alla fine degli anni '80, essendo lo scrivente compagno di classe dal primo anno della scuola superiore per Odontotecnici con il figlio Davide al quale mi lega una lunga e vera amicizia; Davide Comi è stato mio testimone di nozze ed il giorno della mia laurea in Odontoiatria, all'Università di Milano, erano più gioiosi Davide con suo padre che il sottoscritto. Roberto Comi nasce a Milano il 12 novembre 1939, figlio d'arte, sin da giovanissimo si innamorò dell'Odontotecnica seguendo, passo passo da apprendista odontotecnico, a soli quattordici anni, gli insegnamenti del padre Pietro, già titolare di uno dei più grossi laboratori odontotecnici italiani, e nel 1956 si diplomò odontotecnico. Sessantadue anni di professione!!! Una vita spesa dal lunedì al sabato nel lavoro e nella ricerca, lo bloccò solo il tragico incidente di fine maggio ( davanti al laboratorio!) ma non la dura malattia, alla quale seppe tener testa e, da grande combattente, malgrado la sofferenza, le difficoltà, reagì in modo encomiabile, da esempio per chi gli è stato vicino. Ricordo quando negli scorsi mesi di giugno e luglio mi recavo a fargli visita in Ospedale, non si parlava della malattia, ma di come a breve pensava di riuscire a tornare operativo, personalmente gli chiedevo consigli sull'impiego di alcune tecniche ortodontiche , mi consigliò sempre al meglio! La Sua vita professionale, in connubio con quella personale, è una grande eredità che Roberto Comi ci ha lasciato, ma di tutto ciò non si vantava, Humilitas e Humanitas le doti che lo accompagnarono sempre. La passione di Roberto Comi per l'Ortodontotecnica caratterizzò principalmente la sua professione per più di cinquantanni anni. Erano i primi anni sessanta in Italia l'ortodonzia era agli arbori di una notevole svolta alla quale va il merito a livello universitario a grandi clinici fra tutti il Professor Damaso Caprioglio e il Professor Paolo Falconi, a Odontotecnici quali Fiorino Pagani, Ferruccio Bertoni, Fulvio Tonesi e Nerio Pantaleoni (diventato poi medico). Seppero creare dal nulla società scientifiche quali la SIDO (per i medici) e l' ORTEC ( per gli odontotecnici), diventate a tutt'oggi un riferimento internazionale, veri e propri pilastri della scienza ortodontica. Roberto Comi conoscendo Fiorino Pagani iniziò a frequentare il suo laboratorio ortodontico a Lucca e unendosi a un gruppo di studio pionieristico sulla tecnica ortodontica costruirono delle solide fondamenta che per alcuni sfociò alla creazione nel 1968 dell'Ortec. All'Ortec il Socio Onorario Roberto Comi ha dato molto, forse di più ancora, ha svolto più volte incarichi direttivi all'interno del Consiglio Nazionale Ortec, fu tra gli organizzatori e membro della giuria per la seconda edizione del prestigioso concorso internazionale “Pinza d'Oro” Ortec nel 1994, dove vennero giudicati e premiati gli innovativi lavori di tecnica ortodontica elaborati e costruiti da Ortodontotecnici italiani e stranieri. A coronamento professionale il suo importante contributo tecnico-scientifico per la stesura e pubblicazione del libro “Manuale di Tecnica Ortodontica” edito dall'Ortec durante la Presidenza del Socio Onorario Luciano Corti; un prestigioso testo di successo dedicato interamente all'ortodonzia tecnica, ancora oggi una luce non solo per l'Odontotecnico ma anche all'Odontoiatra. “Caro Roberto, per la prima volta ti do del Tu, grazie grazie e ancora grazie per tutto ciò che mi hai e ci hai insegnato!”. Ti ricorderemo in perpetuo come grande professionista, Maestro Ortodontotecnico, e caro amico sempre pronto a venire in soccorso. Non Omnias Moriar, non sei scomparso, ma la parte più alta e spirituale, la tua anima, caro Roberto, vivrà per sempre! Addio Gentleman........anzi Arrivederci. Andrea Melacini Socio Ordinario Ortec 7


special

Il Ricordo di Fulvio Tonesi di Damaso Caprioglio

Fulvio Tonesi Conobbi Fulvio Tonesi nei primi anni del 60 proprio in occasione del primo congresso di odontoiatria generale a Genova in cui vi era una sezione dedicata alla tecnica ortodontica. Era stato bandito il primo concorso "la pinza d'oro" per il migliore lavoro di tecnica ortodontica, lo presiedeva il profess O 'Meyer di Parigi ed io ero in commissione. Fulvio Tonesi era già un affermato tecnico aveva uno dei migliori laboratori odontotecnici italiani che lui aveva saputo creare e sviluppare notevolmente e aveva iniziato anche unendosi ad altri pionieri della tecnica ortodontica formando il primo gruppo di tecnici ortodontici sotto la sigla ORTEC e che poi ebbe uno sviluppo importantissimo nel prosieguo dei decenni. Vi fu subito una sintonia di rapporti ed un feeling per cui poi abbiamo avuto occasione di rivederci a Milano. Io avevo già un'amicizia stretta con Mimmo Arnone e Vito Melica ed il professore Ennio Gianni ' e Cesare Enrico Pini. In quegli anni attraverso varie riunioni abbiamo messo a punto un progetto di poter aiutare I giovani medici che si occupavano di ortodonzia e che non avevano mezzi per poter avere un supporto tecnologico adeguato anche per i costi. nacque così l'idea di creare un centro che poi fu denominato SIRIO (servizio italiano di radiologia in odontoiatria ) per fornire tutto il check-up ortodontico ai giovani Ortodontisti. Tonesi si distinse subito per la sua lungimiranza in questo settore e per il rapporto fondamentale e determinante nel campo delle sue capacita 'organizzative. Nacque così la SIRIO e lui si occupò sempre di tutta la parte amministrativa ed organizzativa portandola a dei livelli di grande eccellenza e anche di produttività e di resa . Fu soprattutto anche sempre convinto di dare un supporto ai giovani medici favorendo l'insegnamento gratuito . Affianco ' subito e con grande entusiasmo e decisione il progetto di creare anche il Centro di Aggiornamento di corsi e conferenze. Il centro fu organizzato dando la possibilità di avere sempre almeno quattro o cinque corsi all'anno con i migliori oratori internazionali che per la prima volta in molti casi erano invitati in Italia sempre con dei costi molto contenuti e 6/otto conferenze ogni anno e sempre gratuite . Fu anche grande promotore per l'ampliamento e il miglioramento della associazione ORTEC (tecnici di ortodonzia) partecipando ogni anno a numerosi convegni tra cui molti anche in campo internazionale . Così pure nel campo della sua attività imprenditoriale con la visione continua a frequentare i centri principali internazionali ed i congressi più importanti quali quello dell'American Association of Orthodontics onde continuare ad avere il meglio come tecniche e le attrezzature acquisendo anche i tecnici più qualificati per dare sempre il massimo di eccellenza nei suoi 8


special manufatti. Fu un sostenitore entusiasta per iniziare anche una collaborazione stretta tra ORTEC e Università di Cagliari . Di lui voglio soprattutto sottolineare il carattere bonario ,faceto e sereno con un suo particolare humour inglese . Aveva una grande caratteristica e dote che anche nei momenti dei consigli direttivi in cui si programmavano e si discutevano tanti problemi.e molte volte animatamente e con discussioni accese, lui era sempre la persona che riusciva poi a dare calma equilibrio evitando conflitti e riuscendo a trovare poi la giusta soluzione! Fu un uomo che ha avuto anche tanti momenti difficili, momenti di grandi prove di estremo dolore e sempre li ha saputi sopportare con grande dignità e con grande forza d'animo e con coraggio e determinazione, dimostrando che nella vita bisogna saper combattere e resistere . Come ha saputo fare anche in tanti momenti di difficoltà nei momenti di crescita nei momenti di crisi del nostro settore nel campo tecnologico sempre volto al miglioramento costante di avere sempre i migliori collaboratori portando anche la sua ditta sempre a livelli massimi nazionali come riferimento di eccellenza. Negli ultimi anni ebbe poi a soffrire per cattive condizioni di salute ma seppe sempre sopportare con grande dignità e con grande coraggio anche queste ultime prove che lui ha avuto. Lo ricordiamo per il suo esempio e la sua testimonianza di ottimo lavoratore ottimo professionista e anche sempre molto disponibile a poter aiutare chi aveva bisogno anche nel campo della solidarietà. Resterà la sua ditta a testimoniare la validità del suo operato. Ai suoi cari ci uniamo nel cordoglio e nel ricordo. Damaso Caprioglio

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Ortec Informa

“Le asimmetrie craniche osteopatiche, le A.T.M. e i M.A.F.O. Modelli Analitici della Funzione Occlusale”

OR todonzia TEC nica

a cura di Odt. Daniele Del Mestre e Odt. Giorgio Borin

Daniele Del Mestre

Giorgio Borin

Abstract: Nell’articolo si intende illustrare e motivare le correlazioni esistenti tra determinate caratteristiche che si presentano nelle forme delle nostre arcate dentarie e specifiche, nonché riconoscibili, caratteristiche osteopatiche e di cinetiche di sviluppo delle ossa craniche. Sarà il riconoscimento di tali caratteristiche che potrà portare ad una riconsiderazione della funzione occlusale vista nell’ottica di un imprescindibile nesso causale tra “forma e funzione”, potendo conseguentemente riabilitare protesicamente o ortodonticamente una bocca in modo individualizzato con minor rischio di recidive o problematiche articolari. Tutto questo avendo tenuto nel giusto conto, e quindi utilizzato spinte non simmetriche, la problematica delle asimmetrie proprie del soggetto. Il tutto misurato attraverso i “modelli di studio”: i M.A.F.O.® , Modelli Analitici della Funzione Occlusale approntati con il sistema S.O.M.® .

Fig. 1 osso Sfenoide e osso Occipitale

TESTO: La forma e la struttura cranica e quindi delle arcate dentarie è condizionata da precise cinetiche di sviluppo osseo che sono state studiate e codificate dall’Osteopatia. Principalmente abbiamo caratteristiche di Flessione o Estensione, in funzione di come la Sincondrosi Sfeno Basilare (SSB) si posiziona; verso l’alto o verso il basso. (foto 1, 2, 3, 4) Fig. 2 sezione cranica e ossa relazionate a Sfenoide e occipite (tratto da "Atlante di anatomia" - Ed. Sobotta)

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informa particolare per lo sviluppo e l’orientamento delle ossa Temporali, fatto che può determinare anche l’instaurarsi di prevalenza di masticazione dx piuttosto che sx. (foto 6)

Fig. 3 flessione della Sincondrosi Sfeno-Basilare SSB Fig. 6 interrelazione tra Sfenoide, Occipite e ossa Temporali

Queste caratteristiche di sviluppo cranico sono state trattate ed illustrate nel libro: “Vademecum osteopatico odontoiatrico e orto-protesico” di Giorgio Borin, Ed. “L’orto della cultura” (foto 7).

Fig. 4 estensione della Sincondrosi Sfeno-Basilare SSB

Ciò però si relaziona all’ asimmetria di sviluppo delle ossa craniche dando origine a particolari forme che gli osteopati hanno definito: Torsione SX e DX, Rotazione in lateroflessione (Side bending) DX e SX, Strain verticale Sfenoide alto oppure basso, Starain laterale DX e SX e le compressioni. (foto 5)

Fig. 7 Vademecum osteopatico odontoiatrico e ortoprotesico. Ed. “L’orto della cultura”

Tale riconoscimento può certamente essere fatto visionando il paziente o le suo foto, ma deve trovare conferma in modelli opportunamente costruiti con arcate dentarie orientate rispetto agli assi di ortogonalità X,Y,Z, gli unici con cui si Fig. 5 tabella riassuntiva delle caratteristiche possa valutare un a struttura tridimensionale,ma soprattutto osteopatiche di sviluppo cranico che ci permettano una osservazione attenta e il più possibile Queste asimmetrie vanno innanzitutto riconosciute e oggettiva. (foto 8, 9) considerate in modo opportuno in caso di trattamento ortodontico, ma anche di riabilitazione protesica, perché le arcate dentarie saranno conformate in funzione di queste. In ragione di tali asimmetrie si instaurano anche diversi tipi di funzione masticatoria che, quindi, non sono più da considerare solo come funzionali, bensì strutturali, ciò in 12


informa Nel caso “Elisa”, illustrato in occasione del congresso Or-Tec di Rimini 2014, ci si trovava a trattare un caso con caratteristiche di Rotazione in lateroflessione (Side bending) DX, e Sincondrosi Sfeno-basilare in flessione. (foto 12, 13)

Fig. 8 modelli M.A.F.O. ® di un caso di Torsione SX

Fig. 9 modelli M.A.F.O. ® di un caso di Lateroflessione DX

A tale scopo sono stati ideati i modelli di studio M.A.F.O.® Modelli Analitici della Funzione Occlusale di G. Borin e lo strumento per approntarli, il S.O.M. ® di G: Borin. (foto 10, 11). Fig. 12 e 13 caso Elisa

Il palato, come da caratteristiche osteopatiche di RLF dx, era più espanso a sx, il lato prevalente di masticazione era a sx e il palato, anche se potrebbe sembrare sufficientemente espanso, presentava una premaxilla contratta. (foto 14)

Fig. 10 S.O.M ®2 Sistema Ortogonale Multifunzione

Fig. 14 caso Elisa misurazioni Fig. 11 misurazioni con S.O.M ®

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informa La paziente lamentava dolore alla atm sx nonostante fossero passati più di due anni dall’estrazione del 38. Gli ottavi erano stati ritenuti la causa dell’affollamento degli incisivi inferiori anche se già completamente erotti. Dai modelli M.A.F.O.® di G. Borin si vedeva confermata la Lateroflessione dx (foto 15) e si evidenziava una carenza di verticalità posteriore, infatti i modelli misurati con Verticalibro® di G. Borin evidenziavano un rapporto in “compressione” posteriore.

Fig. 16 e 17 1° e 2° apparecchio superiore

Fig. 15 modelli M.A.F.O. ® caso Elisa

Si è voluto evidenziare e sottolineare come, in un caso con caratteristiche di asimmetria come lo sono la stragrande dei casi ortodontici e non, sia assolutamente indicato applicare spinte non simmetriche, pena l’espansione ancora maggiore del lato già più largo. Per far ciò si è adottata la metodica di apparecchi della dott.ssa M.J. Deshayes, (foto 16, 17, 18, 19) mentre per la rilevazione e l’evidenziazione delle caratteristiche strutturali si sono usati gli strumenti appositamente creati da Giorgio Borin. A fine trattamento si evidenzia nel modo più oggettivo possibile, cioè misurandoli, e si nota che si è ottenuta espansione solo ed esclusivamente nell’emipalato che risultava più stretto (lato dx in R.I.), mentre nulla è cambiato nel sx.

Fig. 18 e 19 1° e 2° apparecchio inferiore

Inoltre si è conseguita l’espansione della premaxilla atta a creare lo spazio per due corone in disilicato sui conoidi 12 e 22. (foto 20, 21)

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informa

Fig. 22 modelli M.A.F.O. ® prima e dopo il trattamento ortodontico

Fig. 20 misurazione dell’azione espansiva differenziata

Fig. 23 verifica del recupero di verticalità posteriore dopo il trattamento ortodontico

Fig. 21 confronto palato prima e dopo l’espansione

Tali metodiche hanno permesso di riallineare gli incisivi inferiori di quanto bastava a far rientrare il 32 che era in morso inverso e che la paziente aveva giustamente evidenziato come possibile peggioramento estetico e funzionale futuro. Si sottolinea altresì come si sia ottenuto un recupero di dimensione verticale posteriore (intra-arcate), in particolare a dx, che la paziente ha subito riscontrato come beneficio di sintomatologia a livello del rachide cervicale e della ATM sx. (foto 22 -23).

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MAPA System*: Un nuovo metodo 3D per l’inserimento guidato

Ortec Informa

degli ancoraggi scheletrici sul palato a cura di

OR todonzia TEC nica

Giuliano Maino Prof. A.c. Università degli Studi di Ferrara; libero professionista in Vicenza

Emanuele Paoletto Odt. Laboratorio Orthomodul Thiene Vicenza

Luca Lombardo Ricercatore Università degli Studi di Ferrara

Giuseppe Siciliani Prof.Università degli Studi di Ferrara

*International Patent Pending INTRODUZIONE Gli ancoraggi scheletrici, oggi sempre più utilizzati, hanno aperto nuove frontiere al trattamento ortodontico e hanno permesso lo sviluppo di nuove procedure, che consentono di ottenere risultati prevedibili, veloci e qualitativamente sempre più soddisfacenti nel trattamento delle I,II e III classi. Fig 1a,b,c,d,e, f

Fig. 1a, b

Fig. 1c, d

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informa Programmazione dei siti di inserimento delle miniviti Per programmare il corretto posizionamento delle miniviti sul palato e garantire il loro parallelismo, l’esame diagnostico in grado di dare le informazioni più precise è la scansione CBCT. (fig.2) Il file DICOM così ottenuto offre una visione tridimensionale e consente di individuare le strutture anatomiche del mascellare superiore a livello del palato adatte all’inserimento delle miniviti.

Fig. 2

Fig. 1e, f

Sono stati proposti diversi siti di inserimento delle miniviti, quali i processi alveolari, gli spazi interradicolari e le zone retromolari. Tuttavia, le difficoltà di inserimento, il rischio di danneggiare le radici, la possibilità che le miniviti interferiscano col movimento dei denti e la necessità di dover riposizionarle durante il trattamento, spesso limitano questo tipo di utilizzo. Nell’arcata superiore, il palato rappresenta la sede ideale con aree particolarmente indicate per l’inserimento di miniviti ortodontiche, che possono fornire un ancoraggio stabile e sicuro per tutta la durata del trattamento senza la necessità di dover essere riposizionate. La morfologia del palato però non è uniforme e varia da individuo a individuo. Pertanto, si rende necessario valutare e programmare con attenzione l’inserimento delle miniviti per sfruttare la massima quantità di osso disponibile. Oggi la sfida più grande nell’inserimento degli ancoraggi scheletrici sul palato è disporre di procedure precise, affidabili, di facile applicazione e sicure per il paziente .

Se non si dispone della CBCT, che normalmente non rientra fra i record ortodontici, la programmazione può essere eseguita utilizzando una teleradiografia latero-laterale. Infatti, secondo Kim et al., lo spessore dell’osso palatale rilevato sulla teleradiografia è confrontabile con la stessa misura rilevata sulla CBCT entro una distanza di circa 5 mm dal piano sagittale mediano. Tuttavia, le comuni teleradiografie non sempre consentono di individuare con precisione, oltre alle strutture anatomiche interessate, il profilo della mucosa palatale, che è essenziale per la corretta ricostruzione del profilo osseo. La procedura MAPA da noi sviluppata prevede che la teleradiografia sia eseguita dopo aver applicato nella bocca del paziente una mascherina termostampata con dei reperi radiopachi posizionati lungo il rafe palatino. E’ cosi possibile, dopo aver ridotto il fattore di magnificenza, individuare con precisione il profilo e lo spessore mucoso. (fig 3)

L’articolo descrive la metodica MAPA (MAino-PAoletto) Miniscrew Insertion Guide che consente il posizionamento guidato delle miniviti sfruttando la massima quantità di osso disponibile in totale sicurezza e senza il rischio di violare le strutture anatomiche vicine. Tale metodologia assicura altresì un buon parallelismo fra le miniviti nonché un asse di inserimento ideale fra le stesse e le bande. 18

Fig. 3


informa Per effettuare la programmazione è necessario inoltre,disporre di un file digitale dell’arcata superiore ottenuto dalla scansione del modello. Sul file STL del modello si individuano i punti ideali di inserzione delle miniviti (IIP: Ideal Insertion Point) solitamente collocati nella parte anteriore del palato, in una zona compresa tra la superficie distale dei canini e quella mesiale dei secondi premolari. (fig.4)

ancoraggi è possibile individuare siti con una disponibilità di osso sufficiente per la applicazione di miniviti di almeno 9 mm di lunghezza. Generalmente, per sfruttare al meglio la massima disponibilità ossea, le miniviti sono inserite con una inclinazione anteriore. Tuttavia, qualora si preveda l’utilizzo di dispositivi saldati alle bande, è importante considerare che tale inclinazione deve essere compatibile con l’asse di inserzione delle stesse .

Fig. 4

A questo punto attraverso l’utilizzo di un software dedicato, è possibile sovrapporre sullo stesso file DICOM o sulla teleradiografia il modello digitale dell’arcata superiore. (fig. 5, 6)

Fig. 7a, b

A questo punto, è possibile effettuare una verifica della progettazione e controllare, oltre la lunghezza, anche il parallellismo delle miniviti (fig.8 a,b).

Fig. 5, 6

Dopodichè, i file STL delle miniviti vengono virtualmente inseriti nel palato (fig.7 a,b). E’ possibile, variando l’inclinazione, selezionare la minivite di maggiore lunghezza possibile, compatibilmente con la disponibilità di osso. Modificando l’inclinazione ed il punto di inserimento degli 19

Fig. 8a


informa L’utilizzo dei file STL delle miniviti e del driver Pick-up durante la progettazione della dima permette di replicare con fedeltà le misure e gli ingombri della porzione transmucosa della minivite e del dispositivo di avvitamento (fig.11). Questi dati vengono duplicati nella parte interna di due guide cilindriche, che forniscono sia la direzione dell’inserimento che lo stop di profondità. Infatti, quando la vite avrà raggiunto la porzione più profonda del cilindro non potrà scendere oltre la profondità programmata.

Fig. 8b

E’ doveroso sottolineare che solo l’utilizzo della CBCT consente una programmazione di tipo tridimensionale. Infatti, la possibilità di scomporre in più sezioni il mascellare permette di programmare posizione e lunghezza ideali delle miniviti. La CBCT consente inoltre di individuare il decorso del forame naso palatino, la posizione delle radici e di eventuali elementi inclusi o non ancora erotti. Fig 9 Fig. 11

Inoltre, nei cilindri guida viene progettata una finestra che permette all’operatore di controllare l’inserimento progressivo della minivite e il raggiungimento della profondità programmata. Fig.12

Fig. 9

Progettazione Miniscrew Insertion Guide La guida chirurgica deve essere progettata in modo tale da riprodurre il sito di inserzione, la direzione e la profondità di inserimento delle miniviti.Inoltre, deve essere stabile, consentire una buona visibilità ed essere facilmente rimovibile. La stabilità è assicurata da una adeguata estensione e da un corretto appoggio sui denti posteriori. (fig.10).

Fig. 10

Fig. 12

Le guide cilindriche vengono collegate al template attraverso dei giunti di resina (fig.13), affinchè possano essere facilmente separate dal corpo della dima e successivamente rimosse .

Fig. 13

20


informa Infine, per garantire una buona visibilità all’operatore, il template viene costruito in materiale trasparente (DWS 3D printer digital wax 020 RMS) (fig. 14) .

Fig. 14

Applicazione delle miniviti Dopo anestesia locale nella sede palatina desiderata, viene applicata la dima chirurgica che si appoggia sulle superfici occlusali dei denti posteriori. Per facilitare l’operatore, Il template può essere temporaneamente fissato alla superficie occlusale dei primi premolari con una piccola quantità di resina fotopolimerizzante (Triad Dentsply). Vengono selezionate due miniviti autofresanti e autofilettanti Spider screw Regular Plus della lunghezza programmata.Queste vengono inserite nell’apposito cilindro guida in resina trasparente che obbligherà la vite ad avvitarsi nel sito stabilito. Inoltre, la dima è in grado di replicare con precisione la porzione transmucosa della minivite e del suo dispositivo di montaggio, fungendo da stop meccanico all’avvitamento della minivite che non potendo affondare ulteriormente si blocca una volta raggiunta la profondità predeterminata.

Fig. 15a, b

Mediante un portaimpronte in plastica, scaricato in corrispondenza dei copping transfer, viene realizzata una impronta di precisione in silicone o polivinilsilossano (fig.16 a,b ) la quale consente di replicare la posizione delle miniviti sul modello in gesso. (fig. 17).

Inoltre, grazie alla finestra orizzontale presente sul cilindro e posta ad una altezza che corrisponde esattamente a quella della testa del Driver Pick up, l’operatore può seguire con visione diretta il progredire dell’avvitamento e verificare il raggiungimento della profondità desiderata. Completata la procedura di avvitamento, i cilindri guida vengono separati dal corpo tagliando i giunti di connessione e possono essere facilmente sfilati assieme al template. Presa dell’ impronta e costruzione del dispositivo Sulle teste delle miniviti, con una semplice pressione, vengono inseriti due copping transfer in plastica e, qualora previste, vengono posizionate le bande sui primi molari. (fig.15 a,b). Fig. 16a, b

21


informa

Fig. 17

Nella fig. 18 è riportato uno SKAR III (Skeletal Alt-Ramec for clas III). Si tratta di un espansore rapido di tipo ibrido ad ancoraggio misto scheletrico-dentale. Le braccia posteriori della vite sono saldate alle bande molari, mentre quelle anteriori sono saldate a due abutment metallici che vengono inseriti e avvitati sulle teste delle miniviti (Spider Screw Regualr Plus). Sulla bande molari sono saldati anche due bracci vestibolari per l’applicazione della maschera facciale.

Fig. 18

Nei casi indicati, è possibile la costruzione e l’applicazione di dispositivi di ancoraggio, espansione e distalizzazione ad esclusivo ancoraggio scheletrico, come da esempi riportati nelle Fig. 19 a - f

Fig. 19 a

Fig. 19 b, c, d, e, f

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informa Bibliografia 1.Kanomi R. Mini-implant for orthodontic anchorage. J Clin Orthod. 1997; 31:763-7. 2. Poggio PM, Incorvati C, Velo S, Carano A. “Safe Zones”: A Guide for Miniscrew Positioning in the Maxillary and Mandibular Arch. Angle Orthod. 2006; 76:191-197

palatini a scopo di ancoraggio ortodontico: metodica di precisione“MAPA” per la programmazione del sito implantare. Mondo Ortodontico; Febb 2004: 97-106 13. Paoletto E. Mura P, Maino BG, Midplant: l’ancoraggio assoluto in ortodonzia OR-TEC, 2001 n°1: 7-10 2000 n°3: 7-11; Ed. OR-TEC Club, Perugia

3. Kang YG, Kim JY, Nam JH. Control of maxillary dentition with 2 midpalatal orthodontic miniscrews. Am J Orthod Dentofacial Orthop 2011;140:879–885 4. Kang S, Lee SJ, Ahn SJ, Heo MS, Kim TW. Bone thickness of the palate for orthodontic mini-implant anchorage in adults. Am J Orthod Dentofacial Orthop 2007;131(Suppl):S74-81 5. Gracco A, Lombardo L, Cozzani M, Siciliani G. Quantitative cone-beam computed tomography evaluation of palatal bone thickness for orthodontic miniscrew placement. Am J Orthod Dentofacial Orthop 2008;134:361–369 6. Maino G, Paoletto E, Lombardo L, Siciliani G. MAPA: a new high-precision 3D method of palatal miniscrew placement. EJCO 2015;3:41-47 7. G Maino, E Paoletto, L Lombardo, G Sicilaini. MAPA System: a new 3D digital insertion guide for palatal miniscrew placement. JCO, In press. 8. Cone Beam CT for Dental and Maxillofacial Radiology. Evidence- Based Guidelines. A report prepared by the SEDENTEXCT project. Available from http://www.sedentexct.eu/files/radiation_protection_172. pdf 9. Kim YJ, Lim SH, Gang SN. Comparison of cephalometric measurements and cone- beam computed tomographybased measurements of palatal bone thickness. Am J Orthod Dentofacial Orthop 2014;145:165–172. 10. Maequezan M, Nojima LI, Ayres de Freitas AO, Baratieri C, Junior MA, Nojima M, et al. Tomographic mapping of the hard palate and overlying mucosa. Braz Oral Res 2012;26:36–42. 11. Ludwig B, Glasl B, Bowman SJ, Wilmes B, Kinzinger GS, Lisson JA. Anatomical guidelines for miniscrew insertion: palatal sites. J Clin Orthod 2011;45:433– 441. 12. Maino B.G., Mura P., Maino G., Paoletto E. Impianti 23

Per info: Odt E. Paoletto: orthomodul@tin.it Dr. G. Maino: vicenza@mainog.com



OR todonzia TEC nica

’ t r o p e ‘R

’ o t a s s a p l e d c e t r O i t n e v e i ‘Gl


Report

XXII Convegno Ortec 18/19 e 20 Giugno 2015

OR todonzia TEC nica

RIMINI

Come da tradizione fortemente consolidata si è svolto nei giorni 18/19/20 giugno a Rimini il XXII Convegno Ortec. Primo convegno sotto la direzione del nuovo Presidente Stefano Negrini , che con il consueto impegno e sacrificio frutto della massima espressione dello spirito associativo , dopo il saluto di benvenuto presenta ai numerosi partecipanti l’eccellente programma della tre giorni Riminese.

Si parte al giovedi pomeriggio con il Dott. Massimo Lupoli che ha messo a disposizione dei partecipanti tutto il suo sapere, illustrando i suoi protocolli terapeutici per la gestione delle contrazioni mascellari associate alle derotazioni molari per la riorganizzazione spaziale del coordinamento tra i mascellari.

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report Si apre uďŹƒcialmente il convegno il giovedĂŹ mattina, con il socio ordinario Marco Pardini , che ha proposto alcune modifiche estetico-funzionali per il didpositico Crozat.

Poi è stata la volta del Dott. Antonio Spagnuolo (ortodontista) e del Dott. Danilo Niro, che hanno esposto un interessantissimo protollo sinergico per la gestione del paziente disfunzionale.

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report Dopo la pausa in cui i partecipanti hanno potuto visitare la mostra merceologica allestita dai nostri amici sponsor, i lavori riaprono con la relazione del Prof. Di Paolo.

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report

Il Prof. Di Paolo, che attualmente dirige il servizio di gnatologia clinica presso il policlinico umberto primo la sapienza in Roma, ci ha illustrato il protocollo gestionale dei pazienti disfunzionali presso il loro reparto, esaltando l’efficacia del team tecnico clinico in particolar modo.

Questo convegno ha visto numerosi ospiti nazionali e internazionali, tra i colleghi, il presidente A.I.O.T Franceso Privitera, in rappresentanza dell’associazione dei tecnici inglesi di ortodonzia Andrea Jhonson, e per presentare la futura sessione tecnica all’interno del prossimo ESLO ad Atene il collega Sokratis Gonidis. Per i medici il Dott.Di Michele ci ha portato il saluti della S.U.S.O.

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report

Dopo il Prof. Di Paolo, il collega Gianluigi Lastilla, insieme alla Dott.ssa Eliana Di Giosa, hanno presentato un dispositivo funzionale per le asimmetrie, prescritto tramite un innovativo sistema diagnostico 3d non radiologico.

A seguire un amico dell’Ortec il Dott. Luca Russo, sempre puntuale nell’esposizione del suo approccio funzionale nel trattamento delle seconde classi scheletriche, il socio ordinario Giuseppe Grimaldi ,realizzazione del bite terapeutico per le disfunzioni atm, ed il collega Roberto Grassi, che ci ha presentato una innovativa resina ad alta biocompatibilità, quest’ultima relazione ha fatto da preludio ai workschop pratici, verà novità di questa edizione 2015.

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report

Come accennato quattro sono stati i workshop, tenuti rispettivamente da: Ing. Frapiccini ( panoramica sulle caratteristiche e le opportunità delle stampanti 3d, Ing Gabriele Scomegna ( innovativa vite leone per espansione), Odt Roberto Grassi ( nuova resina dentaurum senza monomero), e sdt Massimo Cicatiello ( l’attivatore di Sander, secondo la scuola della Università Federico II ).

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report

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report A concludere l’intensa giornata il conviviale aperitivo che ha permesso di visionare i bellissimi poster preparati dai soci straordinari.

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report

Il sabato mattina si ricomincia con il Dott. Iodice, che espone con l’eccellenza che contraddistingue la sua scuola di appartenenza, un innovativo minimpianto per l’ancoraggio transpalatale di un distalizzatore. Ultimo ma non ultimo uno schortcourse dello spagnolo Dott. Hernandez su un m.a.d no compliance, ideato dal Dott. Hinge, questa relazione è stata tradotta magistralmente da Roberto Giammarini, coadiuvato da sua mamma la Dott.ssa Angela Cattini a cui ci sentiamo di ribadire un grandissimo grazie.

Dopo i saluti del Presidente il consueto “rompete le righe e arrivederci al prossimo anno”!!!

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Report

Corso di Alta Formazione per

OR todonzia TEC nica

l’Odontotecnica Digitale

IL 28 novembre è partito presso l’Università G. Marconi di Roma, il primo Corso di Alta Formazione per l’Odontotecnica Digitale, il corso è patrocinato dall’Ortec che coordinerà la parte ortodontica del percorso formativo. Per info: http://www.aimod.eu/index_A.htm oppure http://www.unimarconi.it/corsi-post-diploma/cafs-odontotecnica-digitale/276

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report

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Report

Ortec all’Università di Roma Tor Vergata

OR todonzia TEC nica

Dopo il successo ottenuto presso l’Università dell’Aquila, Ortec torna in ateneo. Grazie alla collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata, abbiamo di nuovo messo a disposizione di specializzandi in ortodonzia il Know How di alcuni dei nostri associati, al fine di ottimizzare il rapporto sinergico clinico-tecnico , vero segreto per raggiungere l’eccellenza della cura ortodontica.

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report

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report

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Congresso O.T.A. 27/28/29/30 Settembre 2015 Londra

Report OR todonzia TEC nica

All’interno del Congresso della Federazione Mondiale di Ortodonzia, tenuto a Londra nei giorni 27/28/29/30 settembre presso Exel London One Western Royal Victoria Dock , si è svolto il Congresso della Ota , dove Ortec ha partecipato con due relazioni, una tenuta da Roberto Giammarini e Patrizio Evangelista, ed una tenuta dal socio onorario Guido Pedroli.

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report

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Note Legali Rettifica rivista “Ortodonzia Tecnica” n. 2 del 2014 pg 31

Pubblichiamo di seguito su richiesta del loro legale, la comunicazione del Dr. Giuliano Maino e dal Sig. Emanuele Paoletto che, con esonero della Redazione da responsabilità, e assumendosi ogni responsabilità connessa: «In relazione alla inserzione pubblicitaria apparsa a pagina 31 della Rivista "Ortodonzia Tecnica" nr. 2 del 2014, siamo con la presente ad informare tutti i lettori che le immagini che ritraggono i modelli e le dime per l'inserzione di mini-viti, pubblicate a fondo pagina nello spazio riservato alla "Digital Technology", appartengono ai sottoscritti Maino Dr. Giuliano e Paoletto Emanuele e sono frutto della nostra opera d'ingegno. La Orteam Spa, unitamente alla Uniontech Srl ed ad altri soggetti, ha fatto pubblicare le immagini ingenerando la convinzione che fossero di loro legittima provenienza».

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Ci vediamo a Milano XLVII Congresso Nazionale Ortec “Best practices in Orthodontics”

30/31 Ottobre 2015

o Fiera MiCo Milan - Gate 14 lata, 1 Via Gattame

Venerdì 30 Ottobre

Ore: 9:15 Titolo: “Progressi clinici in Ortodonzia, il ruolo attuale dell’ancoraggio scheletrico. I punti di vista tecnici” Relatore: Ludwig Björn Ore: 11:30 Titolo: “Procedure semplici ed efficaci di ancoraggio sui denti decidui e su tad per un trattamento ortodontico migliore ed innovativo” Relatori: Riccardo Palla, Marco Rosa Ore: 14:00 Titolo: “Asimmetrie scheletriche e dentali: il supporto dell’odontotecnico” Relatore: Carlalberta Verna Ore: 15:30 Titolo: “Il Twin Block” Relatori: Emanuele Wolf, Michele Giaretta 43


informa Ore: 16:45 Titolo: “La terapia miofunzionale integrata: Yoga più Apparecchio Ortopedico Funzionale” Relatori: Manuela Tromba, Laura Godina Ore: 17:30 Assemblea Soci Ortec Sabato 31 Ottobre

Ore: 9:00 Titolo: “L’espansore di Liou modificato e l’attivatore Fox-3 per intercettiva di terza classe” Relatore: Mariano Zocche Ore: 10:00 Titolo: “Trattamento funzionale della Classe II nei soggetti in crescita: dal Paziente al Laboratorio” Relatori: Paolo Tonini, Giuseppe Perinetti Ore: 11:30 Titolo: “L’arte cambia la tecnologia e la tecnologia ispira l’arte” Relatore: Daniela Pavesi

Per iscrizioni rivolgersi alla segreteria OR-TEC inviando un fax al numero 075 50.55.033 o una mail ad ortec@ortec.it. La segreteria é attiva tutti i giorni lavorativi dalle 15,00 alle 18,00 allo 075 50.55.073.

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OR todonzia TEC nica

y r o t s i H


XII° Congresso Ortec Mezzi di stabilizzazione in apparecchi mobili, archi vestibolari e loro costruzione ed azione

History OR todonzia TEC nica

TRIESTE 27/28/29 GIUGNO 1980 a cura di Domenico Zanini

Domenico Zanini Parte Seconda Fig. 133 Adams con uncini di trazione intermascellare in Fig. 135 Gancio di Adams su canino modificato secondo occlusione. Veduta vestibolare. Schwarz, adatto per incisivi e canini, diametro del filo 0,7 (costruito con la pinza universale).

Fig. 133

Fig. 135

Fig. 134 Gli stessi ganci con elastico per trazione intermascellare inserito (nonostante non sia questo caso Fig. 136 Stesso gancio visto occlusalmente. una seconda Classe). La figura dimostra la funzionalitĂ di questo tipo di Adams modificato.

Fig. 134

Fig. 136

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history ARCHI VESTIBOLARI Fig. 137 L’arco vestibolare può essere (e anche non essere) una forza attiva. Se non è attivo ha unicamente una funzione di contenzione. Quando invece l’arco vestibolare funziona come forza attiva, in un certo senso, può essere considerato come una molla o un’ansa che sposta lingualmente o palatalmente le corone dei denti. La forma più comune di arco labiale è quella dotata di due anse laterali che servono per l’attivazione. E’ generalmente costruito con filo d’acciaio di 0,7 mm (dello stesso tipo usato per i ganci di stabilizzazione) ed agisce per lo più sui 4 incisivi, ma può essere costruito in altri diversi diametri a seconda del tipo. Le anse per l’attivazione possono essere modificate in modo da poter servire anche per la palatinizzazione e distalizzazione dei canini. Le code del filo, che entrano nella placca, devono essere situate in una zona che non disturbi la distalizzazione e l’eventuale eruzione del canino e non devono interferire con i denti antagonisti, durante i movimenti masticatori. L’arco vestibolare può agire sulla stessa arcata nella quale è collocata la placca, oppure nell’arcata antagonista, come ad esempio nei morsi incrociati o terze classi; in questo caso viene chiamato “arco per retrazione inferiore” e il diametro del filo usato è oltre 0,9 mm.

Fig. 138

Fig. 139 Veduta laterale degli stessi archi vestibolari e delle anse ad U.

Fig. 139

Fig. 140 Arco vestibolare superiore. Veduta occlusale.

Fig. 137

Fig. 140

Fig.138 Archi vestibolari superiore e inferiore normali in occlusione. Veduta frontale.

Fig. 141 Particolare dell’ansa a U. Non deve esser di molto al di sopra del margine cervicale del canino, per non interferire e gli estremi devono essere uguali fra di loro.

L’arco vestibolare normale è un filo diritto aderente alla superficie vestibolare dei denti che passa a livello orizzontale sul primo terzo degli incisivi, si estende fino al primo terzo del canino, e poi, con un’ansa ad U raggiunge la faccia distale del canino, inserendosi nella parte palatina, oppure, formata l’ansa ad U, a livello circa della zona cervicale del premolare, si piega indietro andando ad inserirsi nella aletta vestibolare.

Fig. 141

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history Fig.142 Arco vestibolare inferiore. Veduta frontale.

Fig. 146 Particolare.

Fig. 142

Fig. 146

Fig.143 Idem. Visto dal lato occlusale.

Fig.147 Arco vestibolare ad anse ad U rovesciato, usato come mantenitore. Veduta frontale.

Fig. 143

Fig.144 Arco vestibolare superiore normale con guaina protettiva da usare nei casi di ipoplasia dello smalto dentale

Fig. 147

Fig.148 Stesso arco visto lateralmente.

Fig. 144

Fig. 148

Fig. 145 Stesso tipo di arco (inferiore) con guaina trasparente.

Fig.149 Particolare dell’ansa.

Fig. 145

Fig. 149

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history Fig.150 Arco vestibolare ad anse a U rovesciato, aderente ai denti con pieghe di primo ordine. Veduta frontale.

Fig. 150

Fig.151 Veduta occlusale. Si nota l’aderenza alle facce vestibolari dei denti.

Fig. 151

Fig.152 Idem con diversa inclinazione fotografica.

Fig.154 Arco vestibolare come contentivo con speroni per la contenzione dei 13 23 o per lievi spostamenti dei canini. Veduta frontale.

Fig. 154

Fig.155 Visto lateralmente con ritenzione alla resina con aletta vestibolare.

Fig. 155

Fig.156 Particolare vestibolare.

Fig. 152

Fig.153 Particolari ingrandito.

Fig. 156

Fig.157 Particolare occlusale.

Fig. 153

Fig. 157

49


history Fig.158 Retrattore di Roberts; viene costruito con due cannule di diametro interno 0,5 mm, dalle quali esce un filo dello stesso diametro; le cannule passano distalmente ai canini con due molle a spirale verso il fornice, estendendosi in basso fino al primo terzo degli incisivi. Questo arco, a dierenza di quelli visti precedentemente, è attivo provocando retrazione.

Fig. 161

Fig. 162 Veduta occlusale.

Fig. 158

Fig. 159 Veduta occlusale.

Fig. 162

Fig. 163 Veduta laterale.

Fig. 159

Fig. 160 Veduta laterale.

Fig. 163

Fig. 164 Veduta laterale.

Fig. 160

Fig. 161 Arco vestibolare a varianti da usarsi in Classe II Div. 2 con molle a T o tronchi d’arco o speroni vestibolare; la sua azione consiste essenzialmente nel bloccaggio dei centrali e nella palatinizzazione dei laterali.

Fig. 164

50


history Fig. 165 Occlusale: particolare.

Fig. 169 Particolare dell’ansa a T.

Fig. 165

Fig. 169

Fig. 166 Idem.

Fig. 170 Particolare dell’ansa a T da occlusale.

Fig. 166

Fig. 170

Fig. 167 Arco vestibolare con anse a T sui laterali, incorporate nell’arco sempre per casi di classe II Div.2 (diametro filo 0,7 mm).

Fig. 171 Stesso tipo di arco con molle a T sui 12 22 semplificato senza anse canine.

Fig. 167

Fig. 171

Fig. 172 Veduta dal lato occlusale.

Fig. 168 Veduta occlusale.

Fig. 172

Fig. 168

51


history Fig. 173 Ansa vestibolare con molle a T sui quattro incisivi per palatinizzazione (diametro del filo 0,7 mm): è di diďŹƒcile costruzione.

Fig. 177 Particolare vestibolare.

Fig. 177 Fig. 173

Fig.174 Veduta occlusale.

Fig. 174

Fig. 175 Veduta laterale.

Fig. 178 Arco vestibolare di Dujzings con molla a grembiule. Si tratta di un arco vestibolare di diametro 1,1 mm come supporto, cui è inserito un arco di 0,45 mm con molle a spirali saldate su di esso.

Fig. 178

Fig. 179 Visto dal lato occlusale.

Fig. 175

Fig. 176 Particolare occlusale.

Fig. 179

Fig. 180 Visto da laterale.

Fig. 176

Fig. 180

52


history Fig. 181 Arco di Dujzings con molle a grembiule individuali: come l’arco precedente diametro dei fili e costruzione della molla su ogni dente come per l’arco precedente.

Fig. 185 Altro particolare ancora più evidente ; si nota il discostamento della mucosa dall’arco di supporto e le spirali della molla a grembiule.

Fig. 181

Fig. 185

Fig. 182 Visto da occlusale. Fig. 186 Costruzione dell’arco per discostare il labbro inferiore. (0,7 diam. Arco normale, 1 mm diam. Arco di discostamento del labbro).

Fig. 182

Fig. 183 Veduta laterale.

Fig. 186

Fig. 187 Costruzione vista lateralmente.

Fig. 183

Fig. 184 Particolare delle saldature e della possibile attivazione delle spirali libere da saldature.

Fig. 187

Fig. 188 Costruzione vista dal basso. Si noti il discostamento dell’arco dalla parte anteriore della mandibola.

Fig. 184

53


history Fig. 192 Armatura dell’arco vestibolare tipo Cetlin con filo rettangolare 0,18 0,20.

Fig. 188

Fig. 189 Arco per discostare il labbro inferiore finito, con resina trasparente e molle protettive frontali.

Fig. 192

Fig. 193 Veduta occlusale.

Fig. 189

Fig. 190 Veduta laterale.

Fig. 193

Fig. 194 Veduta occlusale (particolare dell’occhiello); la funzione di questo occhiello è di consentire l’inserimento di un arco extraorale separato.

Fig. 190

Fig. 191 Veduta dal basso con antagonista.

Fig. 194

Fig. 195 Arco di Cetlin finito con maschera in resina aderente alla faccia vestibolare dei denti.

Fig. 191 Fig. 195

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history Fig. 196 Arco finito: veduta occlusale.

Fig. 199

Fig. 196

Fig. 200 Veduta laterale.

Fig. 197 Arco vestibolare spezzato (per placche tipo a ventaglio, Fan-Spring o Coffin) con elastico; questo tipo di arco consente una grande espansione dell’arcata del settore anteriore, sopperendo, tramite l’elastico, al necessario e continuo allungamento dell’arco vestibolare normale; si evitano movimenti indesiderati dei denti anteriori (incisivi) mentre si favorisce un parziale allineamento. Veduta frontale senza elastico. Fig. 200

Fig. 201 Arco vestibolare (tipo Dujzings) a trazione elastica mono-mascellare con anse e scarpetta per l’aggancio di elastici con diametro interno cannula 0.9 mm e filo per arco 0,7. Fig. 197

Fig. 198 Veduta frontale dell’applicazione dell’elastico.

Fig. 201

Fig. 202 Veduta laterale con elastico non inserito. Fig. 198

Fig. 199 Veduta frontale dell’arco vestibolare spezzato, con elastico inserito.

Fig. 202

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history Fig. 203 Veduta laterale con elastico durante l’inserimento.

Fig. 203

Fig. 207 Placca completa con arco prima dell’inserimento dell’elastico.

Fig. 207

Fig. 204 Veduta laterale con elastico inserito.

Fig. 208 Placca con arco a trazione monomascellare finito.

Fig. 204

Fig. 205 Veduta mesio-vestibolare che dimostra l’azione svolta dall’elastico.

Fig. 205

Fig. 206 Particolare.

Fig. 208

Fig. 209 Costruzioni del solo arco del Bionator di Balter di I e II Classe. Veduta frontale.

Fig. 209

Fig. 210 Veduta occlusale.

Fig. 206

Fig. 210

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history Fig. 211 Veduta laterale destra.

Fig. 215 Veduta occlusale con antagonista. Notare il contatto con la faccia vestibolare degli incisivi inferiori; particolare importante questo perchÊ l’arco assolva la propria funzione di freno alla spinta (o accrescimento) mandibolare.

Fig. 211

Fig. 212 Veduta laterale sinistra.

Fig. 215

Fig. 216 Altro caso clinico di Classe III con contrazione mono-laterale. Veduta frontale.

Fig. 212

Fig. 213 Archi da retrazione inferiore delle Classi III o per morsi incrociati. Caso clinico (Pseudo Classe III; microplasia del mascellare superiore) Veduta frontale.

Fig. 216

Fig. 217 Veduta laterale.

Fig. 213

Fig. 214 Veduta laterale.

Fig. 217

Fig. 218 In questo caso si esegue un arco di retrazione assimetrico per assicurare un maggior freno dal lato asimmetrico dell’arcata inferiore (diametro del filo come quello precedente). Veduta frontale.

Fig. 214

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history Fig. 222 Caso clinico di Classe III. Veduta frontale.

Fig. 218

Fig. 219 Veduta laterale destra.

Fig. 222

Fig. 223 In questo caso dopo aver preso un morso in cera (in rialzo adeguato dell’articolato) si costruisce un arco di retrazione simmetrica (diametro del filo 0,9). Veduta frontale.

Fig. 219

Fig. 220 Veduta laterale sinistra. Fig. 223

Fig. 224 Veduta laterale.

Fig. 220

Fig. 221 Veduta occlusale con antagonista. Fig. 224

Fig. 225 Veduta dal basso con antagonista; l’arco, come si vede, deve essere a stretto contatto con gli incisivi inferiori.

Fig. 221

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Fig. 225


history Fig. 226 Stesso tipo di arco di quello asimetrico allungato da entrambi i lati fino alla zona dei canini compresi, montato su aletta vestibolare in resina. Veduta frontale prima della costruzione della aletta in resina.

Fig. 229 Veduta laterale sinistra.

Fig. 229

Fig. 230 Veduta laterale destra.

Fig. 226

Fig. 227 Veduta laterale prima della costruzione dell’aletta in resina. Si noti che in questo caso il filo passante anteriormente è stato collocato fra il 24 e il 25 e non tra 23 e il 24 per evitare di disturbare l’eruzione del canino.

Fig. 230

Fig. 231 Caso clinico di Classe III. Veduta frontale.

Fig. 227

Fig. 228 L’arco da retrazioni montato su alette vestibolare finite; il diametro del filo in questo caso è di 1 mm; la differenza che si può notare tra questo e lo stesso arco visto precedentemente è la minor profondità delle anse verso il fornice gengivale superiore. La lunghezza delle anse a questo livello è definita Fig. 231 dall’operatore ricordando soltanto che più sono le anse, maggiore è la rigidità dell’arco. Fig. 232 Veduta laterale.

Fig. 228

Fig. 232

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history Fig. 233 Arco da retrazione inferiore con anse a molla (o spirale); fornisce maggior elasticità all’arco.

Fig. 236 Fig. 233

Fig. 237 Veduta laterale sinistra. Notare la cannula con ritenzione nella resina che fa da supporto all’arco amovibile. Il tronco d’arco, che esce posteriormente alla cannula è stato temperato per consentire una più facile piegatura d’arresto dell’arco stesso.

Fig. 234 Veduta laterale.

Fig. 234

Fig. 235 Veduta dal basso con antagonista (l’elasticità di questo arco già attivato, pronto per l’inserimento in bocca, ha spostato il modello inferiore distalmente, dimostrando l’azione che espleterà in sede).

Fig. 237

Fig. 238 Veduta laterale destra.

Fig. 238

Fig. 235

Fig. 236 Si tratta di un caso visto precedentemente per il quale è stato costruito un “arco di retrazione inferiore amovibile” montato su cannule, diametro del filo 0,9 mm. Questo arco è molto pratico in quei casi non rari in cui il paziente spezza in continuazione l’arco di retrazione; con questo tipo di arco si evita di riprendere impronte e masticazione e di rimandare la placca in laboratorio per costruire un nuovo arco; infatti in caso di rottura è possibile sostituirlo direttamente in studio con i notevoli vantaggi che ne conseguono. Veduta frontale.

Fig. 239 Fase di costruzione della placca per questo arco. Veduta occlusale. Notare le cannule saldate sui supporti in filo.

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history Fig. 243 Veduta frontale dell’apparecchio ultimato con due archi di riserva.

Fig. 239

Fig. 240 Altra fase di costruzione di un arco amovibile non inserito.

Fig. 243

Fig. 244 Veduta laterale (notare che anche i terminali degli archi di riserva sono temperati per permettere una facile piegatura).

Fig. 240

Fig. 241 Placca con arco di retrazione amovibile inserito da un solo lato.

Fig. 244

Fig. 245 Stesso tipo di arco amovibile montato su una placca con diverse ritenzioni delle cannule (lamina forata inserita nei piani di spessore laterale).

Fig. 241

Fig. 242 Placca con arco di retrazione amovibile inserito da ambo i lati.

Fig. 245

Fig. 246 Particolare dell’inserimento dell’arco sulla cannula.

Fig. 242

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history

Fig. 246

Fig. 247 Costruzione dell’arco Bionator di Balters per attivatore di classe III. Veduta frontale.

Fig. 247

Fig. 248 Veduta laterale destra.

Fig. 248

Fig. 249 Veduta laterale sinistra.

Fig. 249

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OR todonzia TEC nica

Congresso ESLO dal 30 Giugno al 3 Luglio 2016 Atene Si terrà ad Atene dal 30 giugno al 3 luglio il Congresso ESLO all’interno del quale ci sarà un meeting per tecnici ortodontici, a cui Ortec partecipa con una relazione Di Massimo Cicatiello. Per info consultare: http://www.eslo-info.org/sites/default/files/u3/eslo_flyer.pdf oppure http://www.eslo-info.org/1rst-dental-technician-meeting

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25° Congresso Associativo GK dal 13 al 15 Novembre 2015 Halle Si terrà ad Halle dal 13 al 15 novembre 2015 il Congresso Gk, la società dei tecnici ortodontici dei paesi di lingua tedesca. Per info navigate sul seguente link: www.gk-online.org Clicca qui per scaricare l’allegato del programma.

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Congresso SIOS SIMFER

“L’approccio allo sport: da Leonardo Vecchiet ad oggi”

12/13/14 Novembre 2015 Chieti

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IV° Forum della Professione Ortodontica “Cambio passo della professione Ortodontica: dall’Analogico al Digitale”

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1989 L’Italvolley vince il primo europeo Target ortodonzia c’era

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