2 minute read

Cosa sta succedendo con i prezzi dell’olio

oli dalla qualità nutrizionale e sensoriale nettamente superiore rispetto al passato, e con extra vergini, peraltro, dal design accattivante e nel medesimo tempo più funzionale e sostenibile. Non è un caso che gli acquisti del canale ristorativo si siano finora concentrati soprattutto sulle confezioni di grande formato destinate perlopiù agli usi in cottura in cucina, dove l’olio è solo ingrediente e, occorrendone in gran quantità, si tende a risparmiare con scelte a volte discutibili. Si continuano invece a trascurare gli oli in bottiglie di piccolo formato, da tenere in sala, a disposizione del cliente. Una collocazione che stenta a imporsi proprio perché si ritiene trascurabile l’idea di proporre l’olio quale saluto di benvenuto, in attesa di visionare il menu. È arrivato invece il tempo di inventare un format nuovo, rimodulando la presentazione e l’offerta degli oli ai clienti. Introducendo un “carrello” e una “carta degli oli”, per esempio. L’occasione dell’innalzamento dei prezzi per penuria di materia prima può essere la giusta spinta motivazionale per indurre a cambiare modello e approccio, recuperando parte delle notevoli potenzialità inespresse o poco valorizzate.

Per dare più gusto e rendere uniche le tue insalate

Condimenti di alta qualità che ti aiutano a personalizzare insalate classiche e di tendenza

• Pronti all’uso o facili da ricettare con erbe e spezie

• Ingredienti di qualità e autentici

• Sapori di tendenza con un tocco di cremosità

• Senza conservanti

Martina Manescalchi Consulente e formatore Teamwork Hospitality

Niente come l’affaire parity rate ha concretamente insegnato agli albergatori quanto sia importante integrare tutte le attività dell’hotel al servizio di una strategia integrata e di obiettivi comuni. Nell’agosto 2017 il Senato della Repubblica italiana ha approvato il cosiddetto ddl Concorrenza. Con il via libera del Senato, dunque, il Parlamento ha approvato in via definitiva il provvedimento. In pratica, il disegno di legge approvato dal Governo nell’aprile 2015, è diventato legge. Da allora gli hotel hanno avuto diritto a tutti gli effetti, come già accadeva in Francia, Germania e altri paesi europei, di offrire la loro tariffa svincolati dalla parity rate imposta dalle OTA. La parity rate era, di fatto già morta. Con l’approvazione della legge è stata definitivamente sepolta, con grande entusiasmo da parte degli albergatori.

Un grande risultato che però avrebbe dovuto rappresentare uno stimolante punto di partenza, non certo un punto di arrivo. E che sta a dimostrare che il Revenue management va ben oltre la semplice gestione del prezzo. Nel giro di poche ore, infatti, si è letto di tutto. Dalla sconfitta delle OTA a una nuova era di rivincita per il mondo dell’hotellerie fino a prenotazioni online in crescita esponenziale. In realtà non basta (e infatti, a distanza di tempo, possiamo dire che non sia bastata) la modifica di una norma per cambiare le regole di mercato. Di conseguenza, agli hotel non è bastato abbassare il prezzo sui propri siti web. La visibilità che le OTA hanno acquisito nel corso degli anni, non è infatti stata scalfita da una semplice disparità di prezzo. Senza tenere conto del fatto che non le OTA stesse non hanno esitato a prendere provvedimenti per rendere i propri portali, che già registravano performance di tutto rispetto, ancora più attraenti agli occhi dei turisti proprio tenendo conto delle nuove regole. Non sottovalutiamo il fatto che le OTA godono di grande credibilità da parte dei turisti e, nove volte su dieci, grazie agli ingenti investimenti in campagne online, sono posizionati ai primi posti tra i risultati di ricerca sul web. L’hotel indipendente (ma anche la piccola catena) è in grado di provare a fronteggiare il fenomeno curando la SEO, l’advertising e l’autorevolezza del sito? E anche ammesso che lo fosse, è poi in grado di

This article is from: