DCR
Raffaele Di Costanzo
ANNO XXII - N.11-12
11 DICEMBRE 2015
COSTRUZIONI RISTRUTTURAZIONI RESTAURI Via del Parco 28A Tor San Lorenzo - Ardea Tel. e fax 06/910 100 42 RTM: 339/1558822
Con la 255ª ed ultima uscita dossier informare completa il 22º anno e si congeda Agli sponsor, ai lettori, agli appassionati ed a tutti i collaboratori, passati e presenti, giunga il nostro gigantesco:
Ci salutiamo con un’edizione diversa dal solito, una sorta di brindisi finale per festeggiare i 22 anni trascorsi insieme. È stato un onore ed un piacere... ad maiora!
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Anno 22o - N. 11-12 dell’11 Dicembre 2015 - 255ª ed ultima uscita
05.12.2015 10.12.2015
dossier
informare
si congeda definitivamente augurandovi
GEDAR
Buone Feste G
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n.
di Roberta Giovannelli & c.
STUDIO COMMERCIALE
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ELABORAZIONE DATI CONTABILI ELABORAZIONE PAGHE E CONTRIBUTI CONSULENZA FISCALE E DEL LAVORO COMPILAZIONE DENUNCIA DEI REDDITI Tor San Lorenzo - Ardea ci siamo trasferiti in VIALE MARINO, 72 tel. e fax 06 910 2025
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Un’avventura iniziata ad agosto del 1994 Speciale congedo
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a prima prova di stampa di questo giornale fu distribuita il 27 agosto del 1994. Ventiquattro pagine fitte di articoli, realizzate con due modelli di computer ora esposti nel museo Apple, ed interamente contenute in due floppy disk ... Nello staff c’erano i fondatori: Silvia Matricardi, Stefano Semprini, Massimiliano Savio, Roberto Matricardi e Simonetta Oro. Gli stessi nomi di oggi, insieme allo storico collaboratore Luca Valente. Era con noi, in quella primissima fase anche Luigi Centore. Sono passati 22 anni, una finestra temporale abbastanza ampia da rendere, agli occhi di oggi, le tecno-
Le prime 12 copertine, incluse le storiche prove di stampa
logie di allora dei reperti vintage, da guardare con tenerezza. Tutto cambia, tutto scorre, tutto si evolve. Eravamo un’innovazione, nel 1994. Un giornale locale dove i giornalisti erano anche editori di loro stessi, dove si potevano esprimere in coerenza con le proprie idee, senza una linea editoriale calata dall’alto, senza greppie politiche. Uno strumento di comunicazione che unificava quattro Comuni contingui ed omogenei: Ardea, Pomezia, Anzio e Nettuno. Un giornale locale a distribuzione gratuita stampato con una carta di qualità, una particolare cura nella correttezza della forma ed in un formato quasi tascabile. Il taglio era aggressivo, come si dice in gergo. Un giornale d’inchiesta che attaccava a
testa bassa chiunque. Qualcosa oltre la cronaca, qualcosa che non c’era. L’obiettivo è rimasto invariato, nel corso degli anni: cercare di fare buona informazione, denunciare il malaffare, approfondire le dinamiche dei problemi del territorio, risalire quanto più possibile alla fonte che ne ha determinato la nascita. Il tutto con un’attenzione particolare al patrimonio ambientale, storico ed archeologico. E poi abbiamo cercato anche di farvi ridere, con l’irriverente satira di Radioserva. Anche in questo caso era un’innovazione, qualcosa che non s’era mai letto prima. Alcune delle nostre idee hanno fatto scuola, nel campo dell’editoria locale ed altre restano, ancora oggi, materiale d’avanguardia.
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Speciale congedo
Dal 1994 abbiamo cercato di non perdere la capacità di guardare il mondo con un sorriso, anche se amaro, a volte.
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ome raccontare l’avventura di Radioserva, la nostra rubrica satirica? Nasce come un incorniciato con qualche battuta ed ha un successo talmente straordinario e dirompente da renderne opportuno l’ampliamento, fino a coprire stabilmente le prime pagine, quasi fosse un giornale nel giornale. Ovviamente è stata la parte più imitata, ma nessun tentativo è mai riuscito. Per la cronaca: Radioserva ha subito espressamente due o tre querele, ma ha sempre dimostrato, anche in tribunale, che ha saputo fare satira! Ecco alcune della battutacce storiche, più irriverenti, tratte dall’archivio.
oderint dum metuant
(mi odino, ma mi temano)
ODIATA, INCONTINENTE E INATTENDIBILE
ANZIO
• Febbraio 1995 • Pipino solo, con handicap palla sinistra, cerca compagna per accoppiamento. Offresi rapido programma, gradito movimento ampie vedute per rapporti in Pozzo San Patrizio. • Marzo 1996 • Frasi celebri dagli ultimi consigli e dalle commissioni. Succi: «Pregherei i consiglieri di essere molto interrogativi.» • Giugno 1996 • Assessore Meta, ad un convegno sui trasporti: «A Monteleone serve un salto di montone o quant’altro.»
POMEZIA
• Maggio 1996 • Frasi celebri dal consiglio comunale. Goffredo a Mancini: «Stai attento a quello che dici», Mancini a Goffredo: «Non è una giunta Peronista», Goffredo a Mancini: «Dici bugie», Mancini a Goffredo: «Leggiti la legge». Risultato: 2-2 palla al centro.
Altre 12 storiche copertine di “dossier informare”: da agosto 1995 a luglio 1996
Chiude Ciccolini da esterno: «Mancini, presto sarai suicidato.» • Luglio 2002 • Frasi celebri in consiglio comunale. Fedele: «Noi non abbiamo del sindaco una conoscenza più conoscitiva, ci sono persone che all’asta hanno comprato l’ex fabbrica Tacconi. Su questo punto, sindaco, nun se ‘nventi nulla, come mettere qualche firma diretta per portarci i rifiuti, perché sennò caro sindaco lei da Pomezia nun esce e non è una minaccia».
ARDEA
• La frase più mitica di sempre, ripetutamente onorata da Radioserva, è un indimenticabile intervento in aula del consigliere Angelo Boccolini, datato 1993: «Dopo l’approvazione la delibera passerà all’orgasmo superiore.» Eravamo lì, quella sera, ed è un ricordo che rende la vita più brillante!
• Novembre 2002 • Da incorniciare, probabilmente, come il più imbarazzante refuso nella storia del giornalismo. Da “Il Resto” del 13 novembre 2002, inserto di Roma, articolo a firma di Laura D’Amore, pag. 17: «Sarà ora il Sindaco Roberta Ucci che dovrà risolvere la complessa vicenda, sarà lei che dovrà avere il coraggio di riprendere in ano quelle carte». • Marzo 1996 • Frasi celebri dagli ultimi consigli comunali. Farneti: «Ardea è piena di elementi fecali.» Picca: «Abbiamo verificato che si è verificato un fatto che non si era previsto.» Tantari: «Come abbisognava e abbisogna di vedere, il Sindaco è il Sindaco dei 12 cittadini.» • Novembre 1998 • Frasi celebri in consiglio comunale. Volante: «Non abbiamo visto nessuna collaborazione fattiva con questa collaborazione». • Dicembre 1998 • Frasi celebri in consiglio comunale. Di Fiori: «Il Consigliere Lo Reto ne ha facoltà, per cortesia brevi perché ci siamo già dibattuti abbastanza.» • Febbraio 1999 • Frasi celebri in consiglio comunale. Castaldo: «I crescioni non c’erano sulla F6 e neanche i castratelli, poi io me so’ documentato, pensavo
fosse un posto dove se facevano le circoncisioni, poi mi hanno detto che i castratelli so’ le lumache... hanno mandato le solite pompette in giro... questi dove nun ce arivano ce tirano il cappello... »
NETTUNO
• Febbraio 1999 • Frasi celebri in consiglio comunale. Graziosi: «Io dico avete vinto voi, a noi cocci de noce. Fino a che non verrà esaudito il desiderio di qualcosa noi non accettiamo niente di questa Amministrazione.» Kappler: «Quale desiderio?» Graziosi: «Che vengano estinti i debiti». Kappler: «In attesa che il desiderio di Graziosi non si realizzi, la parola a ...» • Luglio 1999 • Frasi celebri in consiglio comunale. Marco Roda: «Signor Sindaco, se cortesemente mi sente...» Il Presidente Della Millia: «Prego, il Sindaco ascolta. Ci ha tre recchie, é già stato verificato». • Marzo 2002 • Frasi celebri in consiglio comunale. Conte: «E’ inutile fare battaglia da ranocchie contro rospi per una gestione di spiaggia.»
Perché ridere è una cosa seria!
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Vi abbiamo fatto ridere Speciale congedo
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ncora altre battute, tratte dagli archivi storici di dossier informare, per regalarvi qualche altro ricordo esilarante.
oderint dum metuant
(mi odino, ma mi temano)
ODIATA, INCONTINENTE E INATTENDIBILE
MITICHE
• «Quando le cose si fanno siamo d’accordo, quando non si fanno siamo di spigolamento». Anzio, 1996, Patrizio Placidi a GTV. • «Noi i vigili li nascondiamo perché sono una cosa vergognosa». Anzio, marzo 1996, consigliere comunale Conte. • «Prego senatore Palombo, si può accomodare sul tavolo». Nettuno, giugno 1996, consigliere comunale Geracitano. • «Devo fare un appellativo al sindaco, lo prego spietatamente di emarginare
dossier informare n. 11-12/2015 • 11 DICEMBRE questo grave problema». Ardea, 1992, consigliere comunale Angelo Boccolini. Costui è il leader indiscusso delle frasi più memorabili che siano mai state proferite nelle aule consiliari. • «A Manisca’, ma che te ‘o devo di’ io come devi da fa’ er presidente? Quanno hai visto che nun c’era er numero dovevi annattene subito ar bagno e aspettà nò?» Pomezia, settembre 2002, consigliere comunale Fedele rivolto al presidente del consiglio Maniscalco, dopo lo scioglimento della seduta per assenza di numero legale. • «Io al primo consiglio sono uscito dal Pdl. Diciamo che faccio parte del Pdl però sono di Alleanza per Nettuno». Anzio, aprile 2010, consigliere comunale Minchella. • «Voglio vedere se vi é un assenso a modificare la delibera, non solo e assolutamente non perché vi sia una motivazione precostituita contro la gestione privatistica di questa amministrazione, in generale, non é questo. Vorrei dire che non so se vi é una condizione precostituita o preconcetta rispetto a questa volontà, però non posso dire neanche questo. Io credo che ci sia una necessità di prendere in considerazione la possibilità di gestire in forma diretta il servizio di rimozione automezzi». Anzio, luglio 1996, consigliere comunale Mauro Vanzi.
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• «[...] mi sono reso conto che la sala mortuaria è una sala mortuaria. Mi attiverò con la Asl per rendere più vivibile la sala mortuaria». Anzio, marzo 2009, assessore alla sanità Patrizio Placidi. • «Faccio gli auguri ad An che sembra una matrioska seduta su un divano dell’antica Roma. Speravamo di vedervi un po’ più fascisti». Ardea, gennaio 2005, consigliere comunale Valtere Roviglioni. • Anni ‘80, consiglio comunale ad Ardea, seduta fiume. Nottata a discutere sulla perimetrazione dei nuclei abusivi. Dopo ore e ore di discussione, modifiche, pareri e contropareri, il consigliere Bardi disse delle memorabili parole: «Va bé, damojela stà recintata, a sti nuclei abusivi, ma se la dovemo fà, famo una cosa fatta bene, alta un paio de metri almeno». • «Io vorrei sapere cosa vogliamo fare con ‘sto mercurio nell’acqua (dall’aula si ode: «Arsenico presidente, arsenico») ah si va bè». Anzio, dicembre 2010, presidente del consiglio Borelli. • «Volevo stabilire se la valenza delle commissioni avevano una valenza oppure no». Ardea, marzo 2014, consigliere comunale Policarpo Volante. • «Noi dobbiamo potenziare le istituzio-
Contatore dei giorni che il Comune di Ardea impiega per dare un deposito ai nostri reperti archeologici, raminghi nel mondo
L’amministrazione Eufemi non ce l’ha fatta in 2.693 giorni = 7 anni e 5 mesi
Amministrazione
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E NIENTE... NON CE L’HA FATTA NEANCHE LUCA
data inizio: 11 maggio 2012
di Sabrina Ferro
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ni e voi, anziani di Ardea siete per noi come era l’Arno per Dante che ci si andava a sciacquare i panni. Qui dobbiamo avere un nuovo istituto di suore». Ardea, marzo 2008, consigliere comunale Bruno Cimadon. • «Ci saranno un po’ di perifrasi nella mia interrogazione perché per essere sintetico dovrò essere lungo». Anzio, dicembre 2013, consigliere comunale Andrea Mingiacchi. «Vorrei lanciare una freccia a favore dell’assessore.» Ardea, maggio 2011, consigliere comunale Policarpo Volante. • «Siccome io sono dell’opposizione noi facciamo rilevamento di ciò che non deve andare ma oggi non ho sufficienti motivi per esprimere un voto contrario quindi voto contrario». Nettuno, giugno 2010, consigliere comunale Vettori. • «Vorremmo sapere se andiamo avanti sfogliando il carciofo tutti i giorni o se siamo pronti per la scadenza del 30 settembre per il bilancio». Anzio, ottobre 2007, consigliere comunale Mastracci. • «Adesso vedremo quanto sono bravi a fare un cimitero di barche». Anzio, aprile 2010, consigliere Paride Tulli dopo l’elezione a governatore della Polverini.
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Qualche risata nuova ARDEA
• Frasi celebri dal Consiglio Comunale. Abate: «La mozione per dire no alle biomasse la sposiamo anche noi delle minoranze, io però avevo chiesto in passato di fare in quella zona una variante agricola pregiata». Ancora Abate: «Oggi dobbiamo discutere anche il caso dell’incendio al centro anziani, dopo 14 incendi alle macchine non vorrei che anche questo fosse doloso». Zoro: «La relazione tecnica del nostro dirigente io non la condivido, sembra di parlare con Pilato, è come se volesse lavarsene le mani. Già alla Florida si sente una puzza tremenda e non se ne sapeva nulla e ora non vogliamo che la storia si ripeta». Abate: «Se voi della maggioranza volevate rigettare questo progetto
potevate farlo due mesi fa, ma se avete le palle possiamo votare adesso di no a qualunque cosa proponga il dirigente. E’ impensabile che le carte stanno ferme per mesi senza che le vede nessuno e poi compaiono all’ultimo momento, ci avete dormito sopra sia la maggioranza che i dirigenti». Dopo che Quartuccio ha proposto il «Baratto Amministrativo» che consente a chi non può pagare i tributi comunali di svolgere lavori per la collettività come forma di compensazione e dopo che la Capraro gli fa notare che trattasi di legge nazionale, chiedendo di emendare alcune parole interviene di nuovo Quartuccio: «Adesso basta, qui c’è una questione di copyright, e mica si può avere una paternità di tutti». • In giunta alcuni assessori spesso non si presentano oppure si presentano, votano qualcosa e poi escono. Ora si ora no, come la freccia. Dopo tre anni dalle elezioni ancora non riescono a decidersi e a raccordarsi col di Picche. Qualcuno gli dica che se aspettano ancora poi torniamo a votare e il mazzo si rimescola. • L’assessore all’ambiente Matricardi era l’unico amministratore di Ardea a manifestare in Regione il giorno 25 novembre contro le centrali a biogas.
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C’erano i cittadini di Montagnano ma mancavano del tutto i politici delle minoranze, quelli che a parole dicono di essere contrari. Forse avevano da fare. • Il sindaco lascia la propria Mont Blanc d’argento sullo scranno del primo cittadino in consiglio, si assenta per qualche minuto... eeeeet voilà, il pregiato strumento di scrittura è scomparso, ha cambiato padrone, alla stregua di un alto numero di prestidigitazione. Il sindaco non l’ha presa affatto bene ma, ahimé, non avendo visto l’abile mago cui ascrivere lo strabiliante numero, non gli rimane che visionare i filmati dell’assise, nella speranza che almeno le telecamere abbiano immortalato il fantasmagorico evento. Vai a fidarti...
ed altre storiche ... come quelle che documentano la presenza di gnomi ad Anzio ...
Satira
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Usi Civici
La truffa del secolo
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stato indubbiamente il nostro caso di punta. Nel 1995 fummo i primi a scoprire, comprendere e denunciare la truffa del secolo. Un pastrocchio storico, giuridico e giudiziario di dimensioni epiche, iniziato nel 1927, che ha avuto come risultato finale l’occultamento dell’esistenza di un gravame, atavico ma drammaticamente efficace, sulla metà del territorio facente parte del Comune di Ardea. Non si trattava di una questione astratta, ma di una fin troppo concreta spada di Damocle. Piano Regolatore Generale e Piani Particolareggiati esecutivi da annullare, decine di migliaia di costruzioni edilizie (sorte con tutti i crismi della legalità) che diventavano abusi non sanabili, decine di migliaia di rogiti notarili annullabili... nuove costruzioni bloccate, insomma un caos. E come se non bastasse, c’era il risvolto eco-
nomico diretto sulle tasche dei cittadini: per togliere il gravame bisognava pagare, andando a completare la truffa. Pagare alle istituzioni per togliere un vincolo nascosto dalle istituzioni stesse. Le cifre erano da capogiro: il 25% del valore commerciale attuale del terreno, considerato edificabile per quanto edificato di fatto. A questo si aggiungeva il costo della perizia e della pratica, che era sistematicamente sopra ai mille euro. Tale era la situazione nel 1995, con un comune che aveva un atteggiamento schizofrenico, passando dalla negazione all’imposizione di atti d’obbligo notarili in cui, per poter costruire o compravendere immobili, i cittadini si impegnavano ad aprire l’istruttoria ed a pagare l’importo che sarebbe stato stabilito. In pratica firmavano una cambiale in bianco. Prendemmo a cuore questo caso. Studiammo, denunciammo, pubbli-
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cammo una lunga serie di articoli. Ci ignorarono, inizialmente. Ci fraintesero, pensarono che stessimo esagerando. Passarono gli anni e noi continuammo, imperterriti. Coinvolgemmo giuristi, chiedemmo pareri, lanciammo appelli. Man mano che quanto noi avevamo annunciato iniziò a verificarsi, iniziarono a capire che ogni riga delle nostre segnalazioni era vera. Bloccammo più di una delibera raffazzonata, impapocchiata e truffaldina, e poi, finalmente, ottenemmo un filo diretto con la Regione Lazio. Fu l’allora governatore del Lazio, Francesco Storace, che seppellimmo di incartamenti, a darci retta. «Non ci ho capito niente - ammise l’onorevole, quando gli chiedemmo riscontro - ma ho fatto esaminare il vostro fascicolo dall’ufficio preposto e dicono che avete ragione. Quindi ora farete riferimento a loro, a cui ho detto che se c’è una soluzione la devono tirare fuori.» E così fu. Lavorammo insieme allo staff dell’ufficio regionale usi civici e demani collettivi, insieme scrivemmo il testo della legge regionale e la legge fu approvata. Non fu possibile azzerare la truffa, ma si poté renderla quasi
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indolore. Le tariffe furono drasticamente abbattute (fu praticamente tolto uno zero) e si scollegò tutto il settore dall’imbuto dei periti demaniali. Sempre con gli uffici regionali, portando con noi l’allora dirigente Pellico, preparammo la perizia unificata del Comune, che consentì di liquidare il gravame a 20 centesimi al mq e pagando 50 euro per l’istruttoria. Il primo articolo che denunciava l’esistenza del caso è del 1995, la legge regionale 6/2005 è stata approvata a gennaio 2005. Ci sono voluti dieci anni, ma il problema è stato risolto. Ogni cittadino-proprietario di immobili sui 4500 ettari del territorio di Ardea, che non avesse ancora avviato l’istruttoria con la legge precedente, ha potuto risparmiare migliaia di euro. Non male per un giornalino locale, no?
Proprietario di 500 mq di terra con casa di 100 mq
PRIMA 1000 euro di perizia/pratica 2500 euro di liquidazione TOTALE: 3500 euro DOPO 50 euro di perizia/pratica 100 euro di liquidazione TOTALE: 150 euro
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ORARIO INVERNALE: DAL MARTEDÌ ALLA DOMENICA: DALLE
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IL LUNEDÌ L’ENOGASTRONAUTA NON ESPLORA
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Castrum Inui Il sito archeologico più importante del Lazio
E
cco un altro dei nostri casi di punta. Iniziammo ad occuparci di questo argomento nel 1994, quando alla foce del fiume Incastro, ad Ardea, c’erano le enormi voragini dei tombaroli occultate dai rovi. Il terreno era in abbandono, proprietà indefinita, perso nei meandri di una burocrazia disumana. C’era una cordata politicoimprenditoriale molto potente e determinata che voleva proseguire con la cementificazione selvaggia dell’area, prevedendovi una nuova edificazione massiva, di supporto alla costruzione di un fantomatico porto canale. Iniziammo a raccogliere le voci dei tombaroli, creando un “censimento” ufficioso del materiale rinvenuto nel corso dei decenni, durante i loro scavi clandestini. Contattammo la Sovrintendenza, partecipammo a campagne di pulizia e sensibilizzazione, chiedemmo l’apposizione di un vincolo archeologico almeno sulle rovine affioranti, in modo da porle al sicuro dalla cementificazione. Ci scontrammo contro un muro di indifferenza e ci presero per visionari. Ci rifiutarono
perfino il vincolo. «Per due sassi di villa romana tarda non mi metto ad apporre vincoli» ci risposero sdegnosamente. Non ci arrendemmo, pubblicammo le dichiarazioni dei tombaroli, realizzamo un corposo fascicolo che inviammo a svariati Ministeri, proseguimmo imperterriti sia a ripulire il sito con rastrelli e falci, sia a lanciare accorati appelli. Anche in questo caso eravamo soli. Dalla nostra parte c’era solo il fotografo Antonio Solazzi, incaricato dalla Sovrintendenza di tenerci d’occhio. Un fotografo che randellava e puliva insieme a noi e sapeva che avevamo ragione. E poi fummo ascoltati. Il responsabile di zona della Sovrintendenza cambiò ed il nuovo arrivato, il dr Francesco Di Mario, incoraggiato dal fotografo, decise di scavare. Era il 1998. Di Mario scavò anche tra i documenti, oltre che nel sito, e scoprì che il vincolo archeologico già c’era, ma era finito nella cartellina sbagliata. La campagna di scavo durò per più di 10 anni e la foce dell’Incastro si è rivelata essere quel luogo ricco di storia che noi dicevamo. Un’area sacra preromana dis-
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seminata di templi, le tracce del Castrum, l’insediamento portuale, le terme, le cisterne ed una enorme quantità di reperti di un passato grandioso quanto sconosciuto. Un luogo che fu abitato per almeno mille anni consecutivi e di cui si era persa ogni traccia. Grazie alla disponibilità del dr Di Mario abbiamo avuto l’onore ed il privilegio di assistere agli scavi e raccontare ai nostri lettori le scoperte in tempo reale. Abbiamo anche potuto organizzare, dal 2005 al 2012, delle visite pubbliche gratuite nel cantiere archeologico, una volta l’anno, avendo per ciceroni gli stessi archeologi che stavano scavando e studiando i reperti. È stata un’esperienza meravigliosa, di cui andiamo orgogliosi. Al sito archeologico Castrum Inui abbiamo dedicato un sito internet: www.castruminui.it, che continuerà ad essere presente online ed a raccon-
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tare, ad imperitura memoria, la bellezza e l’importanza di questo enorme patrimonio ardeatino, dichiarato di rilevanza internazionale Da alcuni anni, a causa della crisi economica, gli scavi sono fermi ed il sito archeologico soffre per assenza di cure ed attenzione, oltre che per le spiacevoli visite di vandali, ma ormai è censito, oggetto di pubblicazioni scientifiche e quindi resta al sicuro dalla cementificazione. È patrimonio storico nazionale e resta una risorsa turistica straordinaria, che attende solo istituzioni capaci di valorizzarla e tradurla in economia. Un grande risultato ed una soddisfazione enormi, per noi che siamo stati e lo rivendichiamo con forza - parte fondante e fondamentale della sua salvezza e riscoperta, lasciati quasi sempre in solitudine assoluta ad ululare alla luna...
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Il Drago e l’Unicorno
Una favola per lettori di tutte le età.
Una terribile maledizione un mondo magico di draghi, unicorni e fate. Niente è come sembra, perché la realtà è un’illusione e l’illusione è la vera realtà... da salvare. Include il raccontro breve
Masuria la fata che visse migliaia di anni
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Ardit
Una nuova era ebbe inizio quando tutto ebbe una fine
Un romanzo che porta Ardea e Castrum Inui tra il fantasy e la fantascienza. Tra passato e futuro, amore e morte, uomini e divinità.
Arroccati nell’inespugnabile fortezza di Ardit, i misteriosi Danui si preparano allo scontro finale con gli eserciti del Maier.sil. Dagli esiti di questa battaglia epocale dipendono le sorti del mondo.
Amnesia
Seguito di Ardit
Ardea. Anno 2040. Shara si sveglia ogni mattina in amnesia totale, per ritrovare una parte della memoria nel corso della giornata. Chiaro è un eroe di Ardit che incrocia la sua strada. Una storia di confine... tra amore ed amicizia.
ELE Evento Livello Estinzione
Seguito di Ardit ed Amnesia 730 pagine di pura fantascienza.
In Aeternum
Romanzo fantastorico connesso con Ardit
Una storia d’amore, morte e magia che copre 2000 anni, tra Ardea, Danui, Anunnaki Anzio e Roma. e Rutuli, tra passato Fantasmi, sacrifici remoto e futuro. umani, maledizioni. Un avvincente viaggio nel tempo e nello spazio L’imperatore Nerone, come non l’avete mai per sconfiggere immaginato. la minaccia di estinzione.
Per chi ama le saghe, ma non sopporta le storie in sospeso...
Le nostre più grandi inchieste 14
Lido dei Gigli
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Un sito di rilevante interesse ambientale ed archeologico
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Secessione di Tor San Lorenzo F
n un giornale giacciono molte informazioni che non è possibile divulgare e noi non facciamo eccezione. Sia per tutelare l’anonimato delle fonti, sia per la sensibilità di alcune informazioni, sia per una gran massa di altre motivazioni, molte storie non saranno mai raccontate per intero, altre non lo saranno affatto. Tra il 1995 ed il 1998 prendemmo molto a cuore il caso Lido dei Gigli, una meravigliosa tenuta nel territorio del comune di Anzio, su cui si adden-
savano mire di cementificazione ed aggressioni ambientali di vario tipo. Dedicammo a questa inchiesta molte pagine, approfondimmo fino a dove possibile e, come nostra abitudine, smuovemmo le montagne, fin dove riuscivamo ad arrivare. Anche in questo caso è stato un successo. La tenuta è stata abbandonata dalle attenzioni indesiderabili ed è ancora integra, pronta per quando le istituzioni sapranno convertirla in economia, sfruttandone le immense potenzialità turistiche. Caso risolto, dettagli non rivelabili.
a costa di Ardea è imprigionata da cancelli e consorzi, che non solo ne impediscono la libera fruizione, ma creano vere e proprie nicchie in cui il privato si sostituisce al pubblico, con i confini della legalità che diventano sfumati. Ci occupiamo di
questo caso dal 1996, appronfondendone gli aspetti giuridici ed i dettagli che variano da zona a zona. Non ne siamo venuti a capo, a dispetto degli sforzi profusi nel corso degli anni, ed il mare, purtroppo, continua ad essere cosa non nostra.
Il mare incarcerato dai cancelli L
ra il 1997 ed il 1999 ci siamo appassionati al progetto di dare corpo e seguito alla spinta autonomista della frazione di Tor San Lorenzo. Furono raccolte diecimila firme autenticate e la proposta di legge fu depositata in Regione. Il consiglio regionale non l’ha mai discussa e l’intera pratica, corredata di tutti i pareri di rito, continua ancora oggi a giacere negli uffici dell’ente. L’enclave politico di Ardea reagì furiosamente e riuscì a bloccare tutto, congelandolo. La soddisfazione, a distanza di tanti anni, è l’aver ricevuto le scuse formali di molti politici che ci osteggiarono, i quali, con un leggero ritardo, si sono resi conto di quanto abbiano errato all’epoca.
Riscossione dei tributi comunali C i piace pensare che ci sia stato anche il nostro contributo per portare al fermo della maxi operazione destra-sinistra mirante a cedere la gestione delle entrate comunali di Ardea, Pomezia, Anzio e Nettuno alle società miste Aser e Nettuno Servizi, ascrivibili al medesimo soggetto privato. Ci piace
Auguri!
immaginarlo perchè la nostra campagna di violenta denuncia iniziò nel 1998 e quanto da noi previsto, purtroppo, si è avverato. Nettuno e Pomezia non ci diedero retta subito, ma Ardea ed Anzio fecero in tempo a tirarsi indietro prima che fosse troppo tardi, odorando la stessa nostra puzza di bruciato.
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l caso riguarda una specifica zona di Ardea attraversata dalla via Laurentina/Severiana. Si tratta di una tenuta estesa per 706 ettari, pesantemente compromessa dall’edilizia abusiva. La vicenda è figlia di quella del caso usi civici, ed è un problema la cui risoluzione si prospetta estremamente complessa, se non impossibile. Allo stato attuale la situazione è che la tenuta è di proprietà incerta ed indefinita. La rivendica lo Stato, come eredità giacente Sforza-Cesarini, ma non ne completa la trascrizione al proprio patrimonio. Le carte dicono che c’è una riserva derivante dal contenzioso uso civico, riserva che il Comune potrebbe far togliere con un semplice atto di rinuncia alla richiesta di canone inverso (una roba medievale connessa con il contenzioso che va avanti dal 1927). Però sembrerebbe che il problema sia, invece oppure anche, l’assenza di inventario - censimento. Così ci hanno dichiarato nero su bianco quelli del demanio il 3 maggio 2015: «[...]All’attualità permane, infatti, una situazione di assoluta incertezza sull’effettiva consistenza della proprietà dello Stato, che non consente l’acquisizione dei cespiti in oggetto al patrimonio statale. Al riguardo deve evidenziarsi che
l’Agenzia del Demanio aveva richiesto, nel 2006, la trascrizione del provvedimento del pretore di Roma - reso in data 21/5/1999 - di devoluzione allo Stato dei terreni siti nel suddetto comprensorio, che, pur facendo riferimento al trasferimento allo Stato di “un’area sita nei Comuni di Pomezia e di Ardea in ordine alla quale pende controversia (...) a seguito di azione intentata (…) dalla s.r.l. La Fossa”, non era stato ritenuto sufficiente, da parte della Conservatoria dei Registri immobiliari, per individuare con precisione la consistenza dell’area devoluta, tanto che ne era stata ammessa la sola trascrizione con riserva. Successivamente il Tribunale di Roma, con decreto del 19/12/2007, ha rigettato il reclamo presentato dall’Agenzia del Demanio avverso la riserva della
trascrizione dei beni in argomento, rilevando, tra l’altro, che “l’invocata trascrizione sarebbe non eseguibile - e priva comunque di alcun effetto giuridico - in quanto il provvedimento pretorile non contiene alcuna specificazione dei beni immobili facenti parte del compendio ereditario (da devolversi allo Stato ex art. 586 c.c.)”. Nel 2011 il succitato decreto è stato annotato a margine della formalità eseguita. Pertanto, essendo stato definitivamente rigettato il suddetto reclamo, la formalità trascritta ha perso ogni effetto. Va da ultimo evidenziato che l’area dell’ex feudo Torlonia-Cesarini Sforza-Lotteringhi della Stufa è gravata da usi civici ed oggetto di diversi contenziosi pendenti, fra i quali, in particolare, un giudizio innanzi al Commissario per la liquidazione degli usi civici per il Lazio, la Toscana e l’Umbria, nonché una controversia promossa dalla soc. La Fossa per il riconoscimento della proprietà di un’area di circa ha 700 sita nel Comune di Ardea (quest’ultima attualmente sospesa in attesa della definizione del giudizio pendente dinanzi al Commissario per la liquidazione degli usi civici).» Questa dichiarazione ci conferma che la soluzione è lontanissima. La tenuta non è dello Stato, è rivendicata dall’ente ed anche da un privato.
È oggetto di numerosi contenziosi che rimandano a quello dell’uso civico, dove è dal 1927 che si fanno casini giuridici. Nel frattempo ogni manufatto edile è un abuso non sanabile che andrebbe abbattuto. Ogni attività commerciale e produttiva non vi potrebbe esistere ed andrebbe chiusa (sono trecento le ordinanze nel cassetto del Comune). Non possono esservi portati servizi essenziali quale luce, fogne, acqua, gas, strade. Insomma è una terra di nessuno, lottizzata e compravenduta con scritture private che sfuggono ad ogni legalità (ed al fisco). Una sacca di degrado ambientale, dove nascono e crescono discariche abusive a cielo aperto. Tutto ciò in danno del patrimonio ambientale, perché in quella zona ci sono meravigliose vallate e colline, sorgenti termali e siti archeologici. Tutto lasciato all’incuria. Con campi rom abusivi e tutti che fanno un po’ quello che a loro pare e piace. Anche di questo ci siamo occupati, in parallelo con l’inchiesta degli usi civici, prevedendo, fin dal 2006, che il caso non sarebbe stato risolvibile nei modi e nei termini che i politici sostenevano. Sappiamo di aver ragione e lo sanno anche loro, ma sarà il tempo a dimostrarlo a tutti.
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Archeologia ed ambiente sempre in primo piano 20
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Ardea, Pomezia, Anzio e Nettuno sono state sedi di ritrovamenti archeologici importanti, di cui abbiamo dato prontamente notizia, e di molti coraggiosi tentativi di valorizzazione. C’è un tessuto sociale fertile, attivo ed attento, con associazioni ambientaliste e culturali che hanno fatto la storia e lasciato il segno. Le
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iassumere 22 anni di attività, ovvero 255 uscite, è impresa impossibile. È stato un lungo ed avventuroso viaggio, durante il quale abbiamo cercato di porre sempre in primo piano alcuni settori specifici: ambiente ed archeologia. Anzio, Nettuno, Ardea e Pomezia, nel loro insieme, da questo punto di vista hanno risorse straordinarie. Una preziosa consistenza boschiva, più estesa ad Anzio e Nettuno, esigua a Pomezia, quasi inesistente ad Ardea. Sorgenti termali inutilizzate e numerosi corsi d’acqua che vanno tutelati dall’inquinamento, così come la lunghissima spiaggia, dove ancora ci sono tratti con le dune e la macchia mediterranea, le bellissime torri costiere di Tor San Lorenzo e Tor Caldara, i resti della Villa di Nerone, il Forte Sangallo e Torre Astura. Spiaggia suggestiva che fornisce sostentamento all’economia locale, ma che viene sfruttata al di sotto delle sue enormi potenzialità. C’è
un patrimonio archeologico poderoso, che va dalla preistoria al medioevo. Solo Anzio e Pomezia, nel corso di questi 22 anni, si sono dotati di un museo, mentre per quanto riguarda Ardea la nota è assai dolente. Esisteva un deposito, per ospitare i reperti rinvenuti nel corso degli scavi. Fu il sindaco Farneti a metterlo a disposizione della Sovrintendenza nel 1998, e fu il commissario Basilone a toglierlo, per risparmiare gli 800 euro al mese di affitto, che poi non furono risparmiati lo stesso perché ci misero un centro anziani. Abbiamo provato in tutti i modi a fare pressione per riavere quel deposito, ma non c’è stato verso. Il museo di Ardea, inaugurato almeno 3 volte, è ancora una chimera e comunque i reperti ardeatini sono esposti nel museo di Nemi, dal quale non torneranno mai più. Anche questo lo avevamo preannunciato. È un vero peccato e siamo poco contenti di aver avuto ragione.
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abbiamo sempre sostenute, al meglio delle nostre possibilità, dando spazio e voce ai comitati di quartiere, alle proteste, agli eventi di sensibilizzazione, a quelli di volontariato attivo ed a quelli culturali. Confidiamo che il testimone venga raccolto e che le altre realtà editoriali proseguano dal punto dove noi ora ci fermiamo.
I primi direttori
Maria Corrao
Il primo direttore responsabile, con noi fino al 1995. Giornalista di lunga esperienza e grande grinta. Oggi dirige il periodico “Il Corriere della Città”.
Giorgio Marcotulli
È stato il direttore responsabile di questo giornale dal 1996 al 1997. Giornalista per passione, molto agguerrito, infaticabile castigatore dei politici.
A voi un grande ringraziamento!
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Silvia Matricardi
Massimiliano Savio
Dal 1998 la direzione responsabile di “dossier informare” è affidata all’architetto e scultore Massimiliano Savio, tra i fondatori del giornale stesso, presente in ciascuna delle 255 uscite. Un intellettuale ed un artista nativo del nord Italia, che guarda il nostro territorio con occhi attenti, disincantati e colmi di meraviglia ed ironia.
Collaboratori instancabili Umberto Iacolucci
Simonetta Oro
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Appassionato di storia ed archeologia, una mente iperattiva ed una fantasia galoppante. Iacolucci è un personaggio!
Maestro d’arte e maestro mosaicista, Simonetta Oro è pittrice ed artista a tutto campo. La sua particolare sensibilità artistica e culturale è stata contagiosa.
Giornalista di lunga esperienza e grafico. A lei è stato sempre affidato il ruolo di controllo editoriale e revisione globale di ogni articolo pubblicato. Ha impaginato ciascuna delle 255 uscite e realizzato tutte le pubblicità. È la persona che ha studiato le oltre mille pagine di documentazione sugli usi civici, prima di iniziare una delle più grandi inchieste di questo giornale. Dal 2011 ha iniziato a scrivere libri ed ha all’attivo cinque pubblicazioni.
Stefano Semprini
Unico non giornalista coinvolto nel progetto. Presidente dell’associazione che ha fondato “dossier informare”, è sempre stato l’uomo addetto agli ultimi controlli, semmai qualcosa fosse sfuggito agli altri.
Roberto Matricardi
Giornalista e sociologo, si è occupato dell’analisi politica fino a che la nomina ad assessore all’ambiente del Comune di Ardea lo ha costretto ad auto-sospendersi dall’attività giornalistica.
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Ancora una volta ci troviamo a segnalare altri consigli comunali andati a vuoto per assenza, ad un certo punto dell’adunanza, del fatidico numero legale. Vengono a volte portati all’ordine del giorno decine di punti che poi, però, rimangono lettera morta perché immancabilmente viene meno una parte della maggioranza e l’assise viene sciolta. Questo estenuante balletto delle presenze a freccia, adesso si adesso no, si riflette anche nelle riunioni di giunta, dove alcuni elementi spesso o non si presentano per niente oppure votano solo alcuni punti e poi se ne vanno. E’ di tutta evidenza che gli equilibri interni alla maggioranza non si sono ancora del tutto delineati e così lo stillicidio politico continua. Forse sarebbe meglio che la maggioranza concordasse preventivamente pochi punti, invece dei 20 e passa in un unica seduta, e poi andare con sicurezza ad approvare quanto già concordato, senza più sorprese o riserve di sorta. Anche perché l’amministrazione Di Fiori ne avrà ancora per meno di un anno e mezzo e poi si tornerà alle urne, pertanto non ha molto senso continuare con questo balletto delle presenze senza puntare materialmente alla soluzione di qualche serio problema. Uno di questi è ormai diventato il centro anziani della Nuova Florida dove tra continue discussioni, dimissioni e litigi tra iscritti arrivati fino al limite dello scontro fisico, si rende necessario un intervento diretto da parte del Comune. Così in consiglio qualcuno in maggioranza ha proposto la trasformazione del centro
in un asilo o altra struttura pubblica primaria, c’è solo da augurarsi che l’iter venga predisposto al più presto. Altra discussione di grande rilievo è stata quella sulla società che dovrebbe costruire un impianto a biomasse in località Montagnano. Sia tra gli scranni della maggioranza che tra quelli delle minoranze si sono levate più voci a manifestare la propria contrarietà a questo genere di impianti. Iacoangeli (UDA) ha fatto notare come nella zona ci siano già una discarica, un depuratore e forse fra non molto anche un cogeneratore, per non parlare del necessario passaggio giornaliero di almeno 50 bilici per il trasporto dei liquami da trasformare in biomassa nel caso in cui si realizzasse tale struttura. Sperandio (NCD) ha invece sottolineato come non sia ancora chiaro se questo tipo di azienda sia inquinante o meno, però in zona ci sono altre aziende specializzate nella produzione oleovinicola e che, quindi, non sia il caso di metterci vicino un mostro del genere. Anche Volante si dichiara contrario lamentando che questa iniziativa di stop a impianti similari andava adottava qualche mese fa dal Comune. Marcucci (UDA) chiede di fare presto e bloccare tutto prima che la ditta possa procedere per scadenza dei termini di risposta da parte dell’ente. La mozione proposta dalla maggioranza per fermare gli impianti a biometano sul territorio comunale viene quindi votata all’unanimità dei presenti, inclusi i due soli rimasti in opposizione, Abate e Tantari. A questa, però, dovrà far seguito una modifica al regolamen-
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to, art. 25 delle Norme tecniche di attuazione del PRG, per fare in modo che in futuro non sia possibile impiantare strutture industriali così complesse, cogliendo l’amministrazione impreparata nei confronti degli impianti ad energia alternativa che, va ricordato, godono di una sorta di via preferenziale a livello nazionale e che, inoltre, è la Regione competente per l’individuazione delle aree per questo tipo di attività. Su indicazione di Quartuccio (FI) viene anche votata una mozione che, sulla falsariga della legge nazionale, consente ai cittadini residenti che hanno tributi comunali non pagati (Tasi e Tari) fino al 31 dicembre dell’anno precedente alla presentazione della domanda e con un Isee non superiore ai 14.000 euro, di compensare il proprio debito con una attività di “Baratto amministrativo”, ovvero svolgendo attività lavorative per la comunità. La giunta comunale, infine, ha recentemente approvato la partecipazione del Comune ad un finanziamento regionale per oltre 800.000 euro inerente la riqualificazione delle aree urbane degradate. I tecnici di via della Pisana avrebbero peraltro individuato nella zona della Banditella il luogo oggetto del possibile intervento che riguarderà il rifacimento dei marciapiedi, dell’illuminazione, delle aree verdi, di una rotatoria, ecc. Speriamo che con il nuovo anno si risolva il problema della difficoltà nel mantenere il numero legale nei consigli, perché prima di concludere la consiliatura c’è ancora tempo per portare a soluzione qualche annosa problematica.
Luca Valente, altro storico collaboratore, vi saluta con un ultimo esame della situazione politica di Ardea.
Nell’augurarvi buone feste, segnaliamo una nota di merito. Visto che sono rarità, è doveroso. Grazie al puntuale e attento lavoro svolto dai dirigenti ai lavori pubblici e dell’ambiente, che hanno vagliato le aziende che offrono servizi fondamentali sul nostro territorio, il Comune vedrà accresciuti i fondi degli oneri di passaggio. Si tratta dei canoni non ricognitori, le cui stime di introito iniziali per servizi telefonici, elettrici, idrici, ecc, sono state di fatto raddoppiate a seguito delle verifiche poste in essere dai due dirigenti, passando dal milione di euro iniziale ai circa due milioni attuali. «Si tratta di fondi che arriveranno ogni anno da queste grandi realtà - hanno argomentato gli assessori Roberto Matricardi e Alessandra Cantore, rispettivamente all’ambiente e al bilancio del Comune di Ardea Sono state pressoché raddoppiate le stime precedenti e questo non può farci che piacere. Ringraziamo i dirigenti delle aree lavori pubblici e ambiente, Luca Perfetti ed Emilio Murano per essere riusciti a produrre questo studio che porterà un notevole vantaggio economico a favore dell’ente». Subito si è levata qualche polemica, lamentando che ora l’Idrica, dovendo iniziare a pagare questi importi, aumenterà le bollette agli utenti. Luca Valente
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uesta edizione speciale di congedo sta per finire e, con essa, la nostra presenza nel panorama editoriale locale. Usciamo di scena a testa alta, orgogliosi di quanto fatto (e scritto) in 22 anni. È giunto il momento di defilarci. I tempi sono mutati, le nuove tecnologie ridefiniranno presto la comunicazione e l’informazione ancora più di quanto sia già accaduto. Ciò che era innovativo nel 1994 non lo è più nel 2015 e lo sarà ancora meno negli anni a venire. Un giornale locale a diffusione gratuita si sostenta con le pubblicità. Gli inserzionisti sono i commercianti e gli imprenditori del posto. È il settore che attualmente risente della crisi economica più di ogni altro. Sta tenendo duro, come abbiamo fatto anche noi, ma non vive un bel momento ed è costretto a tagliare le spese eliminabili. Tra queste, nella prima riga, c’è l’investimento pubblicitario. Se i nostri clienti soffrono, noi ne risentiamo pesantemente. Ecco che l’impresa di restare in piedi diventa sempre più impegnativa. È oltremodo dura, se vuoi continuare a pagare regolarmente tutti i fornitori, le tasse, gli orpelli ed i mille impedimenti che la burocrazia inserisce per rendere ancora più difficile questo percorso. Talmente dura da non essere più un appassionante passatempo, ma un vero e proprio lavoro a tempo pieno. Ma non è questo lo spirito di dossier informare. Noi siamo nati come associazione culturale ed abbiamo sempre curato questo piccolo gioiello di informazione locale come
Monica e Manuela Nanni
una gratuita passione. E, dunque, non resta che prendere atto che il tempo di questa passione è terminato. Usciamo di scena in bellezza ed a testa alta, avendo subito, in 22 anni, oltre 50 querele, risultando scagionati nella quasi totalità dei casi. Quando ci siamo sbagliati abbiamo chiesto scusa, ne abbiamo subito le conseguenze ed appreso la lezione. Abbiamo fornito un prodotto informativo di grande qualità, e ne abbiamo le prove. Siamo riusciti ad essere incisivi in molte grandi questioni e speriamo di aver piantato dei semi anche in quelle che non si sono ancora risolte. Vi abbiamo fatto ridere con Radioserva e riflettere sugli enigmi del passato e del presente con Misteria. Ci auguriamo di essere stati, per tutti voi, un valido punto di riferimento. Speriamo di aver stimolato dubbi ed un po’ di amore per il nostro territorio. L’archivio degli ultimi anni resta online su www.informareonline.it. Il sito web del sito archeologico di Castrum Inui resta online su www.castruminui.it. Resterà online anche la pagina Facebook di dossier informare. Non ci saranno, però, altre uscite di questo periodico, né cartacee, né telematiche. Chiudiamo con una riflessione scritta più di duemila anni fa... ma che è talmente attuale da valere come punto politico e sociale sia locale che nazionale. L’autore è un certo signor Platone:
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«Quando la città retta a democrazia si ubriaca di libertà confondendola con la licenza, con l’aiuto di cattivi coppieri costretti a comprarsi l’immunità con dosi sempre massicce d’indulgenza verso ogni sorta di illegalità e di soperchieria; quando questa città si copre di fango accettando di farsi serva di uomini di fango per potere continuare a vivere e ad ingrassare nel fango; quando il padre si abbassa al livello del figlio e si mette, bamboleggiando, a copiarlo perché ha paura del figlio; quando il figlio si mette alla pari del padre e, lungi da rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua pavidità; quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa, possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e ci è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine; c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle? In un ambiente siffatto, in cui il maestro teme ed adula gli scolari e gli scolari non tengono in alcun conto i maestri; in cui tutto si mescola e si confonde; in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più, di mettersi al servizio di chi è comandato e ne lusinga, per sfruttarli, tutti i vizi; in cui i rapporti tra gli uni e gli altri sono regolati soltanto dalle reciproche convenienze nelle reciproche tolleranze;
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in cui la demagogia dell’uguaglianza rende impraticabile qualsiasi selezione, ed anzi costringe tutti a misurare il passo delle gambe su chi le ha più corte; in cui l’unico rimedio contro il favoritismo consiste nella molteplicità e moltiplicazione dei favori; in cui tutto è concesso a tutti in modo che tutti ne diventino complici; in un ambiente siffatto, quando raggiunge il culmine dell’anarchia e nessuno è più sicuro di nulla e nessuno è più padrone di qualcosa perché tutti lo sono, anche del suo letto e della sua madia a parità di diritti con lui e i rifiuti si ammonticchiano per le strade perché nessuno può comandare a nessuno di sgombrarli; in un ambiente siffatto, dico, pensi tu che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà, quella libertà, dal pericolo dell’autoritarismo? Ecco, secondo me, come nascono le dittature. Esse hanno due madri. Una è l’oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia. L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi. Allora la gente si separa da coloro cui fa la colpa di averla condotta a tale disastro e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi, poi con la violenza che della dittatura è pronuba e levatrice. Così la democrazia muore: per abuso di se stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo.» Meditate gente... meditate...
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Saluto e congedo
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d maiora è un’espressione latina, che si traduce letteralmente con «Verso cose più grandi!» o «Sempre più in alto» ed è una formula di augurio usata ancora oggi nei brindisi per auspicare traguardi e successi sempre maggiori. Abbiamo scelto di salutarvi in questo modo, perché per noi dossier informare è stata una lunga avventura carica di successi, soddisfazioni e profondi insegnamenti di vita. Quindi leviamo i calici e brindiamo insieme a voi, festeggiando la conclusione, a testa alta, di questa splendida iniziativa editoriale ed augurando a tutti cose sempre più grandi e sempre più in alto... ad maiora, appunto.
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Amnesia
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Misteria
Enigmi del passato e del presente
Tecnologie troppo avanzate a cura di Silvia e Roberto Matricardi
SECONDA PARTE Sono migliaia i manufatti in pietra risalenti al 3500 a.C. che mostrano anomalie realizzative. Sono troppo sofisticati. Hanno dimensioni di pochi centimetri, l’interno cavo, liscio, pareti sottili, fianchi ricurvi e, soprattutto, esili colli con un’apertura inferiore a un dito mignolo. Incredibilmente gli egittologi moderni si ostinano ancora oggi a ritenere che i manufatti granitici dell’Antico Egitto siano stati realizzati con strumenti di rame e utilizzando un semplice abrasivo a base di sabbia. Per quanto riguarda l’abrasivo questo è stato certamente utilizzato in quell’epoca remota, ma in merito agli strumenti di rame per il taglio della pietra dura quest’affermazione è a dir poco risibile. L’egittologia accademica tende ovviamente a respingere le teorie di Petrie sull’uso dei trapani tubolari rivestiti di gemme, delle seghe lineari e circolari o dei torni all’epoca delle piramidi e in effetti, ad oggi, non è emersa alcuna prova materiale della loro esistenza. Tuttavia le lavorazioni, i fori e le levigazioni rinvenute da Petrie dimostrano che in epoca predinastica e dinastica qualcuno ha usato un qualche tipo di tecnologia per realizzare manufatti tanto sofisticati. Basta provare soltanto ad intaccare una pietra granitica o basaltica con un qualsiasi strumento di rame per accorgersi di quanto miope sia la spiegazione accademica. Almeno Petrie ha avuto il grande merito, tra gli altri, di accettare quella incredibile realtà tecnologica che vedeva davanti a sé, tentando di spiegarla. Petrie è un eroe riconosciuto, anche se spesso dimenticato, delle prime esplorazioni dell’Antico Egitto e introdusse per primo la datazione sequenziale del vasellame per distinguere le epoche dei diversi livelli di occupazione dei cantieri archeologici. Esaminando uno dei nuclei di granito, residui della trapanazione tubolare, Petrie calcolò che
per far avanzare il trapano nella roccia di 2,54 millimetri a ogni rotazione per una circonferenza di 15,4 cm negli strati di quarzo e feldspato, si sarebbe dovuta applicare una pressione costante tra una e due tonnellate. A tale proposito si deve considerare che i moderni trapani ad alta tecnologia, che impiegano punte di diamante con una velocità di rotazione di 900 giri/minuto, penetrano nel granito ad un ritmo di 5 mm al minuto, pari a 0,0055 millimetri per rotazione. Pertanto se applichiamo questi dati ai calcoli di Petrie si ricava immediatamente che gli antichi egizi di 5000 anni fa erano in grado di forare il granito ad un ritmo 500 volte maggiore rispetto a quello dei migliori trapani a punta di diamante attualmente disponibili sul mercato. E’ chiaro che una tesi del genere non può essere accettata dall’egittologia accademica la quale, infatti, se ne guarda bene dal mettere in evidenza e tantomeno dallo spiegare questi dati perché, semplicemente, non sono spiegabili in base alla teoria che a determinarli sia stata una civiltà molto più arretrata della nostra che, secondo la versione ufficiale, non conosceva neanche la ruota. Ma cosa ancora più strana è che Petrie osservò che nella spirale del nucleo residuale della tra-
Gsbnnfouj ej!Tufmmf
Rubrica di Astrologia a cura di Federica Giannini
Chiedilo alle stelle!
«H
o incontrato un uomo e sono completamente persa in lui... è quello giusto?» Giada, 1965 (dati completi forniti).
O
ccorre molta attenzione. Probabilmente ha chiuso da poco una storia importante, della quale non ha ancora metabolizzato completamente la rottura. Potrebbe funzionare, ma con tempi lunghi. Federica Giannini vi saluta e vi da appuntamento su Facebook.
panatura i solchi presentavano la stessa distanza nel quarzo come nell’adiacente feldspato. Il granito è composto da tre componenti base: quarzo, feldspato e mica. Poiché il quarzo è molto più duro del feldspato, una punta di trapano dovrebbe penetrare quest’ultimo molto più velocemente del primo, e quindi la distanza tra un solco e l’altro dovrebbe essere maggiore nel feldspato e non la stessa. L’ingegnere americano Christopher Dunn, che ha studiato a lungo la documentazione prodotta da Petrie, sostiene che per realizzare quei fori sul granito sia stata usata addirittura una tecnologia ad ultrasuoni. Questo tipo di trapano provoca una vibrazione a grande velocità, tra i 19000 e i 25000 cicli al secondo, di una punta ricoperta di diamante tramite un suono non udibile di altezza eccezionale. La rapida vibrazione permette quindi all’attrezzo di penetrare la dura pietra in profondità. Questo processo avanzato è impiegato oggi in ingegneria per praticare fori di alta precisione in materiali duri come acciaio, ceramiche o semiconduttori e
AR*DEA CAPITOLO VII
In alto a sinistra: antico vaso egiziano non ultimato con anomale tracce di lavorazione. Sopra: reperto troppo sottile per non essere “tecnologico”
spesso, per accelerare l’operazione, si usa della pasta abrasiva. Tale tipo di tecnologia, scoperta circa 200 anni fa, è stata affinata a livello industriale soltanto negli ultimi 50 anni. Ma, forse, il suono ha svolto un ruolo chiave anche nella lavorazione della pietra ai tempi dell’Antico Egitto ad opera proprio di quelli che Petrie definì Nuova Razza senza avventurarsi oltre nel descriverli.
Tutti gli articoli di Misteria sono online su www.informareonline.it alla sezione Misteria. La rubrica vi saluta, augurandovi Buone Feste e sperando di avervi stimolato qualche riflessione fuori dall’ordinario.
Il romanzo dell’appassionato di storia locale Umberto Iacolucci
IL FATO Le vittime portavano sulla guancia il taglio del pugnale di bronzo. Diciannove fra uomini, donne e bambini rassegnati sullo spiazzo vedevano per l’ultima volta la luce del sole. Pochi conoscevano il metodo della scelta delle vittime e Clitio era uno dei pochi a sapere di quel segreto e quando il disco solare rimaneva oscurato da nuvole violacee il fenomeno incupiva ancor più la scena. Un Cacciatore con corna di cervo sulla testa, semi coperto da una pelle di lupo, con una clava irta di punte, l’altro un Venulo con indosso una corazza di bronzo cesellato e l’asta decorata con ambra e oro scortavano il Sommo Sacer che con la mano destra impugnava il Bastone con il manico a forma di cigno e con la sinistra immergeva il pugnale nella
ciotola colma d’olio verdastro, poi con le braccia alzate intonava il Coro e quando la luce del sole dardeggiava immolava le vittime. Quella notte più lunga dell’anno, una lieve brezza portava refrigerio alla gente che seguiva l’alzarsi della luna quando una civetta terminava il volo sopra il tetto del tempio al suo grido ripetuto per tre volte seguiva un brusio, grandi orme si proiettavano sulle pareti del tempio, ombre confuse svolazzanti, mutanti che eccitavano la fantasia e come obbedire ad un ordine nel momento che il raggio della luna illuminava il tempio crollava l’architrave trascinando due colonne a sua volta crollavano le altre e questo succedeva per la seconda volta e con il lavoro di tre generazioni crollava l’autorità dei Sacer che per lungo tempo governavano i due Popoli ... AR*DEA sarà presto pubblicato integralmente in formato ebook
In Aeternum: storia d’amore, morte e magia dossier informare n. 11-12/2015 • 11 DICEMBRE
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oma, 1485, tenuta del casale Statuario, sulla via Appia. Gli operai longobardi assunti dai monaci Olivetani di Santa Maria Nova, dissotterrano un sarcofago di marmo, sigillato con il piombo. La sepoltura è di epoca romana e risale a quasi 15 secoli prima. Gli operai aprono il sarcofago e vi trovano il corpo di una bellissima ragazza, talmente intatta da sembrare appena morta, o addirittura ancora viva e semplicemente addormentata. La notizia ha un’eco dirompente e decine di migliaia di persone si accalcano nel cortile del Palazzo dei Conservatori per ammirare la prodigiosa meraviglia. Il corpo scompare misteriosamente, dopo una breve esposizione, lasciando la folla a bocca asciutta. Roma, 2006, il Ministero dei Beni
Culturali acquisisce la tenuta di Santa Maria Nova, sull’Appia antica, e la annette al parco archeologico della Villa dei Quintili. L’operazione, conclusa ad un prezzo stracciato, ha avuto buon fine grazie al fatto che il casale della tenuta sia infestato dal fantasma della fanciulla della via Appia, rivenuta proprio in quel cortile nel 1485. Un fatto storico misterioso ed un evento di cronaca culturale sono i due spunti portanti del prossimo romanzo di Silvia Matricardi, la giornalista di Ardea che da alcuni anni si sta dedicando alla narrativa. L’opera, che si intitola In Aeternum, frase latina che significa per sempre, nasce dalle ricerche giornalistiche effettuate dall’autrice tra le epistole del XVI secolo, finalizzate alla preparazione di un articolo per la rubrica Misteria di dossier informare. In Aeternum torna indietro nel tempo, fino all’epoca di Nerone, dando un’identità, un volto ed una storia alla misteriosa fanciulla della via Appia, intrecciando la fantasia con le vicende realmente accadute in quel periodo. La narrazione si svolge anche ai giorni nostri e nei venti secoli che separano le due linee temporali, sviluppandosi in un intreccio ricco di mistero e di elementi paranormali, miscelati con ingredienti storici ed archeologici. Tra i protagonisti principali troviamo un Nerone inusuale, fuori dai soliti cliché, ma in linea con le ipotesi della storiografia più attuale, di cui fu pioniere il genio di Gerolamo Cardano, nel 1562. L’imperatore più controverso e calunniato della storia romana è colto nella sua dimensione umana, di visionario, riformatore e grande statista. Al
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Fantasmi, maledizioni, personaggi misteriosi, storia e magia: a gennaio in libreria.
suo fianco un altro grande e misterioso personaggio: Simon Mago, lo straniero citato negli Atti degli Apostoli come consigliere personale di Nerone. Chi era costui? Un corrotto precursore dell’Anticristo o un discepolo della sconfitta corrente gnostica degli insegnamenti di Gesù? Si scontrò davvero con San Pietro, in una sfida al miracolo più eclatante? O tale tradizione è puramente un simbolo della sconfitta della componente gnostica del cristianesimo? Curiosamente la leggendaria sfida avvenne proprio là dove oggi sorge la Basilica di Santa Maria Nova (Santa Francesca Romana), tenuta da quei monaci Olivetani, che furono anche i profanatori della tomba della fanciulla sull’Appia. Coincidenza? La storia non è in grado di fornire risposte, ma la fantasia, avvalendosi di alcune ipotesi più ardite e meno schiacciate sulla posizione della tradizione cattolica, può sopperire a tali lacune. Ed ecco che nel romanzo In Aeternum troviamo una sacerdotessa vestale che non invecchia mai, l’enigmatico Simon Mago e l’imperatore Nerone, uniti nel cercare di risolvere il mistero di un serial killer con elementi rituali. Qualcuno fa sparire i bambini poveri, con una cadenza precisa, legata alle fasi lunari. L’indagine porterà i tre ad affondare nelle radici più oscure ed antiche della religione romana, in quei rituali magici che prevedevano il ricor-
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so ai sacrifici umani. Gli elementi realistici, tratti dalle cronache storiche, si fondono con quelli leggendari, i dati oggettivi con la magia rituale antica e contemporanea, e tutto viene raccordato con l’immaginazione. Sullo sfondo narrativo scorrono le lotte di potere, lo scontro tra i ricchi ed i deboli, tra paganesimo e cristianesimo nascente, tra tolleranza ed intolleranza. I protagonisti dello scorcio narrativo ambientato nel presente, Giulio e Clarissa, un artista ed una psicologa sui generis, si ritroveranno costretti a rintracciare la verità dietro secoli di calunnie e soprattutto a sciogliere una maledizione orribile, che ha impedito a tre anime di trovare la pace. In Aeternum, come i precedenti romanzi di Silvia Matricardi, è un’opera dove realtà ed immaginazione si fondono, fino a sfumare l’una nell’altra, calandosi profondamente nel nostro territorio, in questo caso tra Roma ed Anzio, passando per Ardea. Per la gioia dei lettori particolarmente appassionati di storia, l’edizione digitale sarà corredata da una lunga appendice bibliografica, che includerà una sezione con il testo integrale delle principali epistole del XV secolo che parlano della fanciulla della via Appia e che saranno, per la prima volta, raccolte in un’unica opera. Così come Ardit, Amnesia ed Ele, anche In Aeternum ha la caratteristica di far parte del medesimo contesto narrativo, pur essendo a sé stante. In altre parole, chi ha letto le opere precedenti, ritroverà alcuni dei medesimi personaggi, come parte integrante della storia. L’appuntamento è in tutte le librerie online a gennaio!
dossier informare n. 11-12/2015
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