Dossier informare 27 Marzo 2015

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Millecinquecento DCR srl

Raffaele Di Costanzo

ANNO XXII - N.03

27 MARZO 2015

COSTRUZIONI RISTRUTTURAZIONI RESTAURI Via del Parco 28A Tor San Lorenzo - Ardea Tel. e fax 06/910 100 42 RTM: 339/1558822

dal 1994

Ardea . Tor San Lorenzo . Pomezia . Torvajanica . Anzio . Lavinio . Nettuno

Massiccia manifestazione di protesta contro il degrado in cui sta sprofondando Tor S. Lorenzo

U

na risposta popolare che ha un solo precedente, nella sonnacchiosa frazione balneare di Ardea: l’interminabile corteo di affetto nei confronti dello storico parroco padre Ennio Cannas,

quando la curia vescovile lo trasferì a Nettuno, nel 2002. Come 13 anni fa la via principale si è riempita, questa volta per dire no al lassismo politico e civico che distrugge il territorio. (A pag. 16)

ARDEA: CASO 706 ETTARI. COMUNE ED AGENZIA DEL DEMANIO SI INCONTRANO... MA SONO CHIACCHIERE O FATTI?

NETTUNO: ASSESSORI E SINDACO DIMISSIONARI. E’ BUFERA. ANZIO: MENSE E RIFIUTI, GLI APPALTI NEL MIRINO POMEZIA: DECENNALE DEL MUSEO LAVINIUM

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Anno 22 o - Numero 03 del 27 MARZO 2015 - 248ª uscita

21.03.2015 27.03.2015

dossier

informare

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Lettere e comunicati devono pervenire entro il 12 Aprile LE PUBBLICITÀ SONO MODIFICABILI ENTRO IL 6 APRILE G

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di Roberta Giovannelli & c.

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Satira

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oderint dum metuant

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(mi odino, ma mi temano)

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una settimana dall’uscita di dossier informare il Comune è intervenuto ed ha sistemato tutto.

ODIATA, INCONTINENTE E INATTENDIBILE

ARDEA

• Annunciata la rimozione dell’ultimo telefono pubblico di Tor San Lorenzo, in largo San Lorenzo, angolo via delle Meduse. L’avviso che annuncia l’imminente misfatto sostiene di essere stato affisso in data 16 aprile 2015, tuttavia le foto sono state scattate a febbraio e a marzo... chi vuole chiederne il mantenimanto può mandare una mail, con casella pec, all’indirizzo: cabinatelefonica@cert.agcom.it specificando i propri dati, l’indirizzo della cabina ed il motivo per cui se ne richiede il mantenimento... curiosa specifica, questa del motivo... anche quella dei dati...

• Avevamo segnalato il coperchio del tombino che se ne stava ritto in verticale su viale Po, angolo viale San Lorenzo, con tanto di perdita di acqua e dissesto del marciapiede... nel giro di

POMEZIA

• Complimenti al sindaco, per l’autoironia con cui ha lanciato l’inizio lavori di asfaltatura di una serie di strade.


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oderint dum metuant

(mi odino, ma mi temano)

ODIATA, INCONTINENTE E INATTENDIBILE

ANZIO

• Quel materiale scuro che si vede in terra negli angoli è merde des mouettes (merda di gabbiani). Si trova accanto all’entrata della sala comunale di Villa Sarsina dove si svolgono i consigli comunali. Ma una scopatina no?

• Frasi celebri dal consiglio comunale del 3 marzo. Prima dell’inizio dell’assise, cioè prima ancora dell’inno nazionale, il consigliere Millaci sorprende il presidente Borelli e prende la parola: «Io sono e sarò l’espressione di tutto il gruppo consiliare di FI.» Tontini: «Ho chiesto la parola prima dell’inizio dell’in-

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no nazionale ma quanto dirò sarà importante. La cosa che più mi preme è vedere che il consigliere Maranesi stà di la, perché ci sono più giovani o c’è un altro motivo? Chiedo alla presidenza come sono formati i gruppi di questo consiglio, cioè quale è l’opposizione.» Maranesi da tempo ha rimesso le dimissioni da capogruppo di FI andando a confluire in un movimento civico. Borelli: «Siccome ci sono punti importanti all’ordine del giorno, questo problema lo sposto all’ultimo punto.» Ranucci: «Luciano mannaggia ma l’educazione non esiste qua dentro?» Bernardone: «’Sto ragazzo (riferito a Maranesi) ha diritto a rispondere e deve parlare dopo, siamo tutti molto interessati a quello che può dire Maranesi, questo consiglio è epocale, qualche settimana fa ci siamo presentati e mancava la maggioranza ed il sindaco. Non è mai avvenuto che l’intera maggioranza sia assente.» A questo punto il presidente si adatta e dà la parola a Maranesi, che dice: «La mia uscita da FI l’ho spiegata bene in conferenza stampa, sono pronto a votare tutto ciò che è a favore della città. Tutto qua. Non vedo motivi di nervosismo.» Velia Fontana: «Presentiamo la nostra solidarietà al consigliere Alessandroni e famiglia.» (gli hanno sparato alcuni colpi di arma da fuoco contro il cancello dell’abitazione). Ranucci, rivolto ai consiglieri di FI: «Dopo tanto tempo siete riusciti a fare il capogruppo, ora spero che vi mettiate a lavorare, io dopo questa dichiarazione torno a lavorare, voi non state facendo nulla, solo promesse e promesse dopo altri due anni. Vi vedo abbastanza forti vi auguro buon lavoro.» Succi: «Anche noi della lista Enea facciamo gli auguri ad Alessandroni. Si dice che Maranesi sia passato di là perché di qua non si faceva nulla. Ma scusa Maranesi, tu eri il capogruppo di FI, in questi due anni proprio perché FI non ha

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fatto nulla te ne vai di là? Se tutto questo gira intorno ai giornali va bene, ne abbiamo tanti in questa zona, Gianfranco Tontini ha fatto bene ad aprire ‘sta cosa.» Dal pubblico si alza una voce: «Parlate di Anzio, queste son cose vecchie...» Ruggero: «Questa è una situazione che sta sotto gli occhi di tutti.» Fontana: «Presidente, i 60 minuti da quando scattano?» Mingiacchi: «Volevo esprimere solidarietà ad Alessandroni, non è possibile che riceviamo queste cose (le pallottole) questo è un territorio sano. Volevo rendere noto che il partito sta lavorando per regolamentare i contributi alle associazioni, stiamo facendo uno studio per vedere come stimolare la cultura ed il turismo.» Lo Fazio: «Auguri innanzi tutto a Millaci, ma strumentalizzare la morte di un parente mi sembra la cosa più squallida che ci possa essere, siamo stati al funerale (di Perronace) e la maggior parte dei consiglieri era fuori dalla chiesa.» Piccolo: «Mi meraviglio di come giudica queste cose, nessuno ha voluto strumentalizzare.» Bernardone: «Ma di cosa stiamo parlando.» Lo Fazio: «Presidente, dica quello che ha detto a noi, che la maggioranza era ai funerali di Perronace.»

ARDEA

• Nei 706 ettari, quasi a confine con Aprila, è stata posta sotto sequestro una

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vasta area adibita a discarica abusiva, con inerti, rifiuti pericolosi, pneumatici, ingombranti e quant'altro. Da tempo nella zona, a determinati orari, i rifiuti venivano incendiati con conseguente dispersione nell'ambiente di fumi nocivi. Bene hanno fatto i Vigili ad intervenire e poi bisognerà operare una bonifica dei terreni, anche perché nelle vicinanze insiste pure un deposito altrettanto abusivo di automobili da sfascio, molte delle quali date regolarmente alle fiamme. Insomma, anche Ardea ha una terra dei fuochi nostrana, tanto per non farci mancare nulla. Se poi consideriamo che nei 706 ettari non ci sono condotte fognarie, possiamo immaginare che ai 5000 manufatti presenti, stima dell'Agenzia del Demanio, corrispondano anche altrettanti o quasi pozzi neri, magari a dispersione, con grave pericolo di inquinamento delle falde acquifere. Forse anche su questo versante sarebbe il caso di intervenire... o no? • Ladri in azione alla scuola di via Varese e a quella di via Tanaro, con scarso bottino da parte dei vandali che dopo aver rubato una caldaia e distrutto le macchine distributrici di bevande per asportare i pochi spicci all'interno si sono abbandonati al solito rituale del rilascio delle polveri degli estintori nelle aule, così tanto per non andare a scuola il giorno dopo.


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Satira

oderint dum metuant

(mi odino, ma mi temano)

odIAtA, INcoNtINeNte e INAtteNdIbILe

ANZIO

• Frasi celebri dal consiglio comunale del 3 marzo. Ruggero: «Più volte ho cercato di capire questo aumento esponenziale della gestione dei rifiuti. Se è vero che differenziamo il 70% dei rifiuti il rapporto 70/30 la cosa non quadra. La tariffa è talmente pesante che è difficile pagarla. La bolletta dovrebbe essere molto più leggera. Il compostaggio era finanziato dalla Provincia, i contenitori non sono mai stati distribuiti.» Borelli: «Non è che ora possiamo parlare del compostaggio, mica possiamo aprire un argomento.» Ruggero: «Io sto facendo le domande, prima come cittadino e poi come consigliere, ma che cosa le pare strano? Ho fatto parte di una commissione, invece di dare contributi di mille, duemila euro alle associazioni bisogna deviare il discorso alle situazioni di disagio.» Giacoponi: «Volevo dimostrare solidarietà all’assessore Alessandroni.» Bernardone: «Voglio continuare a fare l’unica interrogazioe importante, perché tutta la maggioranza

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non si presenta in consiglio, questo atteggiamento ha superato ogni immaginazione. Poi a proposito della pineta della Gallinara, perché noi come privati paghiamo una pianta 150 euro e se la stessa pianta la compera l’amministrazione costa 200 euro? L’ingegner del Giaccio mi ha detto che è normale che sia così.» Fontana: «Stanno arrivando le bollette della bonifica 20, 30 euro, ma per fare ricorso costa molto di più. Vorrei sapere chi ci rappresenta visto che sul volantino c’è il nome del sindaco. Visto che è una tassa sui servizi, ma i servizi non sono stati fatti, vorrei che il sindaco con un’unica soluzione provvedesse alla tacitazione di questo balzello.» Il sindaco Bruschini risponde: «Il consiglio comunale l’altro non si è fatto, ma a me non deve dare del bugiardo bernardone. bugiardo è quello che dice il contrario della verità. oggi approfitto di dire che venerdì all’una sono stato chiamato dal prefetto perché in via dell’Armellino 72 sono arrivate 70 persone che saranno trasferite quanto prima. tornando al consiglio dell’altra volta, gli strumenti della democrazia sono tanti e anche una delle ragioni è che non eravamo in grado di garantire la maggioranza. La morte del fratello di Perronace è un fatto, questo è quanto. Al collega Ruggero, in merito al consorzio, dire che dobbiamo seguire le cose è legge. Questi ambiti allargati non hanno mai funzionato bene, ma è legge. La proposta regionale è l’abolizione delle

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bonifiche e rimarrebbero Lazio sud e Lazio nord. La democrazia permette ad ognuno di noi di collocarsi dove meglio gli aggrada. Il rapporto fra le parti deve essere rispettoso, quindi quando ci mettiamo a discutere dobbiamo essere sereni, mai litigare.»

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• Frasi celebri dal consiglio comunale. Ludovici: «I marciapiedi di tor San Lorenzo stanno ancora con i ferri di fuori (traduzione: l’opera è incompiuta) e poi non sappiamo chi ora sta lavorando all’asfaltatura (...) Sugli rsu si chiede se la gara possa essere invalidata per via dei costi aggiuntivi inseriti nel 2013 nell’appalto per presunti maggiori servizi svolti, quando invece l’ente avrebbe dovuto chiedere una revisione prezzi mano a mano che aumentava la quota di rsu differenziata. Se alla ditta gli diamo 93 € a tonnellata che ricicla perché poi gli diamo pure una quota aggiuntiva sull’intero ammontare degli rsu? 0 parte de sta monnezza la paghiamo due volte?» Assessore De Paolis: «Rimetto questo plico alla presidenza che contiene la risposta che mi avete chiesto, la quale è molto complessa». Si infuria la Capraro: «Sono basita da tale risposta, si tratta di un appalto da milioni di euro che si riflette direttamente sulla cittadinanza. Nel 2013 l’appalto è stato esteso ma un servizio migliorativo aggiuntivo non poteva essere svolto con un costo ulteriore, bisognava attenersi ai costi precedenti” (...) Allora assessore non mi risponde perché non sa farlo oppure perché ci sta pensando?» De Paolis: «Lei se vuole può fare demagogia io sono assessore solo da due mesi e la risposta l’ho rimessa alla presidenza». Il presidente facente funzione Abate chiede

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all’assessore di leggere la risposta poco prima depositata e curiosamente nello scritto si rimanda direttamente alla gara d’appalto, come a dire se ne volete sapere di più andatevela a leggere. Ludovici: «Il sindaco è abbastanza bravo e gli assessori come cominciano a capì lui subito li sposta ecco perché de Paolis sta lì da solo due mesi». Capraro: «da contratto alla ditta diamo 650.000 euro per la pulizia delle strade che non viene fatta e le sanzioni non si applicano». Fanco: «Risultano delle concessioni demaniali rilasciate senza gli opportuni adeguamenti alla normativa vigente e lei sindaco dava dei bugiardi ai giornalisti, mentre il bugiardo è lei». Sindaco: «Le dichiarazioni di Fanco sono fuori dall’odg, al comune non risulta nulla di anomalo su quelle concessioni e lei presidente non può permettere a chiunque di parlare liberamente, faccia rispettare il regolamento». Volante: «Va modificato il regolamento sui centri anziani in modo da evitare che all’interno delle strutture si faccia del commercio come per le macchinette del caffè o altro. Non ci devono essere nei centri attività svolte ai fini di lucro e il centro della Florida va commissariato». • La super mobilitazione di Tor San Lorenzo contro il lassismo amministrativo pare che abbia sortito qualche effetto. Sono aumentati i posti di blocco in paese e la presenza di volontari al piazzale del Patio ha fatto diminuire quella degli ubriaconi serali. Tutto bene e speriamo che duri. Intanto però segnaliamo la subitanea asportazione da parte di ignoti di una mimosa piantata dai volontari di cui sopra proprio nelle aiuole del piazzale del Patio, che sono state sistemate ed abbellite dai cittadini. Forse bisognerà pure presidiarle ste piantine, che tristezza però.

Contatore dei giorni che il Comune di Ardea impiega per dare un deposito ai nostri reperti archeologici, raminghi nel mondo

L’amministrazione Eufemi non ce l’ha fatta in 2.693 giorni = 7 anni e 5 mesi

Amministrazione

DI FIORI

data inizio: 11 maggio 2012

1•0 5 1

NOTA BENE: il contatore si ferma solo se e quando la Sovrintentenza riceve le chiavi del locale... Coraggio Luca, ce la puoi fare...

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• Le foto storiche dell’occupazione della sala comunale.

ODIATA, INCONTINENTE E INATTENDIBILE

NETTUNO

• All’ambulatorio di Nettuno uno strano ma efficace cartello indica ai disabili come raggiungere l’interno della struttura. Si capisce che bisogna girare e poi girare e girare ancora l’angolo per trovare l’entrata. Buffo ma efficace. Il bello è appena si gira il primo angolo. Un mammutone in cemento occupa metà del marciapiede e non è neanche segnalato. Roba che uno di notte ci inciampa e si rompe il femore... o il setto nasale... dipende da come si cade.

ARDEA

• Pollicione chiede ad Abate di dimettersi dalla carica di vice presidente in quanto «sarebbe un’azione di grande trasparenza e spazzerebbe via qualsiasi ipotesi di sotterfugio politico tra maggioranza e opposizione». Caro Pollicione, non è che perché te sei dimesso te se devono dimette pure l’altri e in quanto ai sotterfugi tra maggioranza e opposizione, basti pensare che siete tutti imparentati, quindi de che stai a parlà? Abate, chiamato in causa da Pollicione afferma: «Spero che il nuovo presidente non segua le direttive di Giordani, altrimenti saremo costretti tutti ad espatria-

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re». Caro Abate, per espatriare non c’è bisogno di cambiare presidente, basta seguire il buonismo del tuo Pd e di Mister Bean Renzi verso l’accoglienza degli immigrati, tutti quanti e senza limiti, che nel giro di qualche anno ci ritroveremo espatriati in casa nostra. • In un territorio dove un po’ tutto è finto non poteva certo mancare anche il finto incaricato parrocchiale che in occasione di una presunta festa da organizzare per l’8 marzo presso la chiesa di San Gaetano da Thiene, alla Nuova Florida, è passato in giro a chiedere soldi agli ignari fedeli. La triste vicenda è stata resa nota dal parroco locale che, rammaricato per l’episodio, ha anche affermato che molte persone sono state fatte oggetto dello squallido raggiro. Immediatamente avvisate, le autorità si sono subito messe in moto per identificare lo sconosciuto impostore e speriamo che venga al più presto posto sotto custodia della Benemerita. • Dopo quasi 3 anni, dopo innumerevoli rinvii e dopo che il Tribunale di Velletri non riusciva a trovare la documentazione richiesta dal Consiglio di Stato, alla fine i togati di Palazzo Spada a Roma hanno sentenziato: tutti i ricorsi presentati dalle minoranze per denunciare le presunte irregolarità avvenute durante le ultime amministrative sono stati rigettati. I giudici, nel merito, hanno concluso che quanto denunciato sulla doppia presenza in lista di uno dei candidati è questione ininfluente ai fini del risultato, come pure ininfluente è se Fanco sia entrato nella sede comunale ben oltre i termini di chiusura, passando attraverso una finestra. Insomma, è stato tutto regolare o quasi, forse qualcosa è successo ma è stato ininfluente, questa la tesi portante del Consiglio di Stato con la quale viene annullato il ricorso presentato da Abate, dalla

Satira

Capraro e dal segretario locale di Sel Porinelli. D’altra parte mica poi sta’ a fa’ caso ar capello de quarche strano passaggio di schede o de pecunia, dentro e fori da li seggi, i selfie cò le schede votate e quarche ammissione: se tratta de cose sì note ar popolo ma nun probanti pe la giustizia che alla fine ‘na decisione ‘a deve pure pijà. E poi, che annate cercanno, rimane ancora pennente er giudizio de azione penale, che però, badate bene, nun centra gniente co’ le questioni de sesso. • In giro pe la rupe t’hanno visto puro o Muzio Sforza Cesarini, er rampollo de la casata, che dice all’ardiesi che er demanio mica è proprietario de li 706 ettari e che se fosse pe lui er problema delle Sarzare se risorverebbe in dieci minuti. Minchia che fenomeno compà, e allora come te lo spieghi che sta storia va avanti da quasi cent’anni se invece era roba da dieci minuti. So’ confuso e nun ce capisco più gniente, e poi er rampollo che minchia po’ fa in soli dieci minuti? Quarcuno me lo spieghi per favore. • Altre automobili incendiate alla Nuova California. Non appartengono a politici o noti imprenditori, né a giornalisti, ma le fiamme sono fiamme... e restano inquietanti...

POMEZIA

• E’ ai domiciliari il direttore dei servizi amministrativi di una scuola del territorio, accusato di reati di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa aggravata e occultamento di atti. Avrebbe sottratto, tra il 2010 ed il 2014, 330.000 euro di denaro della scuola destinato a pagare i fornitori. A scoprirlo sarebbe stato un collega, che avrebbe notato delle anomalie.


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Chiavetta dimissionario, bufera in maggioranza 10

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NETTUNO

di Tito Peccia

Martedì 3 marzo, al termine di un consiglio comunale che aveva messo in evidenza tutto lo scontento che regna ormai all’interno della maggioranza, i componenti della giunta, preso atto di questo stato di crisi, hanno riconsegnato in blocco le loro deleghe al sindaco Alessio Chiavetta il quale, dopo aver firmato un improvviso ordine di rotazione dei dirigenti comunali, ha rassegnato a sua volta le dimissioni, nominando vicesindaco e quindi facente funzioni, il segretario locale del Pd Dandolo Conti. Il tutto era maturato durante la seduta, quando il consigliere comunale Nicola Burrini, tra lo stupore della stessa minoranza, dando un’improvvisa spallata alla questione aveva detto: «Oggi, ancora una volta, la maggioranza non fa il suo dovere in quanto, anziché dare delle risposte alla città, litiga per problematiche legate esclusivamente ai suoi interessi. Qui nessuno può sottostare ai ricatti di nessuno, quindi, o si cambia o si lascia, perché così non si può andare avanti!». A lui avevano fatto quindi eco Fabio Capolei e Roberto Alicandri, che avevano rispettivamente affermato: «Serve una svolta, priva però di quei ricatti maturati per soli interessi personali» e «Questo è il momento per fare chiarezza, poi o si riparte oppure no, anche se dover passare la palla all’opposizione fa piangere il cuore». A quel punto era iniziato il fuoco di fila della minoranza che con Carlo Eufemi aveva detto: «Sindaco, a questo punto faccia un gesto d’amore

per la città e si dimetta», mentre Claudio Dell’Uomo aveva sarcasticamente aggiunto: «Ma si lo faccia, anche perché i consiglieri di maggioranza, che per come si sono comportati hanno poche possibilità di essere rieletti, la verranno a riprendere a casa, altrimenti anche loro si vedranno costretti ad andarci e, con tutti gli interessi che hanno in ballo, non saranno certo disposti a farlo». Adesso, dopo la presa d’atto delle dimissioni del sindaco avvenuta nel consiglio comunale di martedì 10 marzo, ci saranno 20 giorni per trovare una diversa soluzione, oppure per Nettuno sarà ancora una volta l’immediato commissariamento, mentre per le necessarie tempistiche burocratiche, prima che i cittadini possano tornare alle urne potrebbe passare anche un anno. Visto il modus operandi adottato, una nota a parte merita sicuramente la descrizione del consiglio comunale straordinario tenutosi il 10 marzo. Durante lo svolgimento il sindaco Alessio Chiavetta avrebbe dovuto ufficializzare le dimissioni ai suoi rappresentanti ed alla città. Già, avrebbe dovuto, perché, Chiavetta ha invece preferito snobbare tutti demandando il penoso incarico al presidente Gianluca Franco il quale, assieme all’appena vicesindaco facente funzioni Dandolo Conti ed a tutti i consiglieri di maggioranza, immediatamente dopo aver terminato la comunicazione di rito ed aver dichiarato sciolta la seduta, ha lasciato immediatamente l’aula, senza aver dato tempo a nessun rappresen-

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tante dell’opposizione la possibilità di poter commentare la questione, infischiandosene quindi anche delle aspettative di chiarimenti del pubblico presente in sala. Insomma, anche in un momento così delicato per la città, Chiavetta ed i suoi bravi, non hanno perso occasione per dare un ennesimo schiaffo ai loro cittadini che, di contro, li hanno salutati al grido di «buffoni». Subito dopo le forze di opposizione,

per protesta contro questo modo di fare, hanno deciso di occupare l’aula e di mantenerla tale sino alla giornata di venerdì, quando, dal prefetto di Roma, hanno visto accolta la loro richiesta di udienza fissata per il lunedì successivo. Durante una conferenza stampa tenutasi al termine dell’occupazione, i consiglieri hanno dichiarato che con il prefetto avrebbero parlato delle gravi inadempienze amministrative compiute negli anni dall’amministrazione Chiavetta e non già di politica. Ora, se così come in molti sembrano affermare, le dimissioni di Chiavetta dovessero essere solo un bluff, in quanto dovrebbe quanto prima tornare sui suoi passi, mentre le forze di maggioranza stanno già tentando di ricompattarsi, allora il comportamento avuto durante la seduta consiliare appare ancora più grave.

Esecutività sospesa

ARDEA

Il 3 Marzo il Consiglio di Stato ha sospeso l’esecutività della sentenza del Tar che accoglieva il ricorso contro la graduatoria finale del concorso sulla base della quale è stato assunto un dirigente comunale. La decisione è stata presa anche tenendo conto del fatto che il ricorrente (classificatosi secondo in quella graduatoria) è interessato solo ad avere risarcimento danni e quindi all’annullamento della graduatoria stessa , non a far applicare la sentenza nelle more del giudizio. L’udienza per entrare nel merito è stata fissata per il prossimo 20 ottobre. Il significato concreto dell’atto è che il dirigente in questione può tecnicamente mantenere il suo posto di lavoro fino a che non ci sarà la decisione “nel merito”. Resta da capire che cosa accadrà se quella graduatoria sarà definitivamente dichiarata nulla. Gli atti firmati dal dirigente saranno comunque giuridicamente validi ed efficaci o saranno annullabili, in quanto non era titolato a ricoprire l’incarico? Lo scopriremo nelle prossime puntate.


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Niente da fare: è ancora crisi politica per Di Fiori 12

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ARDEA

di Roberto Matricardi

La crisi politica che paralizza Ardea da ormai 9 mesi sembra proprio non avere fine: da una parte la situazione nell’assegnazione delle poltrone, vedi la difficoltà nell’eleggere un nuovo presidente, è ormai giunta allo stallo; dall’altra, non si riescono a trovare i numeri, in quanto servirebbero 9 consiglieri per decretare la parola fine all’amministrazione Di Fiori e tornare alle urne. Già, però mica è detto che dalle urne esca qualcosa di nuovo o di diverso, anche perché, va doverosamente ricordato, sulla Rocca hanno governato tutti, ma proprio tutti: dalle giunte di sinistra degli anni ‘70, epoca Zanettini, quando Ardea diventò Comune scindendosi da Pomezia, a quelle di centro-sinistra del periodo Amici-Cogliandro, a quella di sinistra e civiche con la Bartolini, a quelle di centro-destra del periodo FarnetiUcci e poi Di Fiori. Il tutto intervallato da vari commissari prefettizi. Ergo, dal PCI-PDS-DS-PD, ad AN, passando per la DC e poi per FI e a Rifondazione Comunista, coadiuvati dal CCD-CDUUDC ed altre amenità politiche similari che si fa fatica a rammentare con in mezzo innumerevoli liste civiche a ispirazione locale o nazionale. Dall’analisi storica di cui sopra si evince come nel corso di questi 43 anni di autonomia non è mai accaduto, nemmeno per errore, che il corpo elettorale ardeate abbia espresso una classe politica dirigente appena decente, ma sempre e costantemente al di sotto dei parametri minimi accettabili. Si vota per casta, per famiglia, per parentela, per necessità o vincolo, difficilmente per scelta ponderata. Da

sinistra a destra, passando per il centro, sempre, dalle urne sono usciti vincitori personaggi a dir poco pittoreschi, illetterati, inetti e inconcludenti, che tutto avevano in mente tranne che il bene del territorio in cui vivevano, agendo, anzi, in modo da favorirne il degrado. Mentre il territorio impoveriva, la classe politica si arricchiva e così, come per magia, accadeva che personaggi che non erano in grado di distinguere un lampione da un dirigibile diventavano in breve ricchi imprenditori e facevano pure carriera politica. Va anche detto che ad introdurre nel PRG ardeate le case a schiera da 28 mq, autentico scandalo urbanistico legalizzato che ancora grida vendetta, fu un noto architetto e politico locale, mica un buzzurro qualsiasi. Per il futuro tutti speriamo che vada meglio di come è andata nel passato o come va nel presente, ma i presupposti, ahimè, non ci sono proprio. Tornado all’attualità, nell’ultimo rissoso consiglio comunale è nuovamente mancato il numero legale e, dopo poco più di un’oretta dei soliti insulti e battibecchi, è stata sciolta la seduta senza votare niente, incluso il presidente. Da rilevare alcune interrogazioni presentate dalle opposizioni nelle quali si contestava alla maggioranza una mancata revisione dei prezzi di smaltimento dell’indifferenziata mano a mano che aumentava la quota di rsu differenziata. In effetti l’aumento della TARI in tal senso non ha alcuna giustificazione. Fanco chiede al sindaco di far applicare la riduzione degli stipendi ai dirigenti in conformità a quanto votato dal consiglio in precedenza. Infine, al momento di discutere l’ulteriore aumento del 9% della bolletta dell’Idrica è mancato il numero legale.

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Che strano, quando si tratta di aumentare le tasse la maggioranza la trovano sempre, mentre quando si tratta di abbassarle... beh... in molti spariscono. In termini strettamente politici possiamo affermare che la maggioranza Di Fiori non è riuscita nemmeno a votarsi l’inversione dei punti, 4 si e 4 no, gli altri se l’erano già data a gambe. Per la cronaca segnaliamo che Massimi-

liano Giordani ha chiesto a Tonino Abate di dimettersi da vice presidente del consiglio, tacciandolo di essere attaccato a tale poltrona e di fare giochetti politici. Abate gli ha risposto che lui le sue responsabilità se le assume, che all’origine della crisi politica c’è proprio Massimiliano Giordani e che è pronto a dimettersi insieme a lui, ma da consigliere comunale e con altri otto, per tornare alle urne.

Porto: teoria e pratica

ANZIO

di Massimiliano Savio

In teoria sono tutti d’accordo sulla necessità che il nuovo porto sia pubblico. Eppure comincia a serpeggiare il sospetto che qualcuno lavori nell’ombra per fare andare la proprietà ai privati. C’è troppa polvere e poca sostanza nelle dichiarazioni ufficiali. Vediamo di capirci qualcosa. Tanto per iniziare, nel lontano 2012 il consiglio comunale approvò un ordine del giorno per la riacquisizione delle quote private di Italia Navigando, socia della Capo d’Anzio, che nel frattempo erano passate in eredità alla Mare due. Ciò in ottemperanza dell’articolo 8 dei patti parasociali: “Il presente contratto perderà ogni efficacia qualora Italia Navigando spa non riuscisse a reperire entro il termine di 12 mesi dall’ottenimento della concessione demaniale in favore della Capo d’Anzio spa. In tal caso Italia Navigando si obbliga a cedere al Comune di Anzio, che si obbliga ad acquistare al valore nominale, l’intera partecipazione detenuta da Italia Navigando a quella data”. Il testo è

chiaro, di mesi ne sono passati ben più di 12 ed i mezzi necessari alla realizzazione dell’impresa non sono stati reperiti. Cioè il Comune ha lasciato passare mesi e mesi senza fare nulla ed ora, dopo l’ultimo consiglio comunale, dice che “il consiglio si è espresso, inequivocabilmente, per la natura esclusivamente pubblica della Capo d’Anzio ed ha deliberato di aprire un apposito capitolo d’uscita per la riacquisizione delle quote nel redigendo bilancio di previsione 2015. Il sindaco Bruschini ha assunto l’impegno di procedere spedito in tal senso nella realizzazione dell’opera”. Ecco scoperta la prima gabola. Fino ad ora era esplicata solo la disposizione di intenti, ma non erano stati stanziati i quattrini per l’operazione di rientro in possesso delle quote. Si è lasciato passare tanto tempo, forse troppo per far valere i diritti della comunità. Ora, sostengono Maranesi e Gatti, passeranno anni per intraprendere una forte azione legale per riavere le quote, così come sono passati anni per avere la concessione e lo stanziamento di fondi necessari nel bilancio del prossimo anno, cioè del 2015.


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Gare di nuoto e ginnastica Il tempo passa e la buca resta 14

ARDEA

Domenica 1 marzo si è svolta la tradizionale gara di ginnastica artistica Ginnaste in fiore. Le giovani atlete sono state divise in categorie: le margherite per le atlete alle prime armi e i girasoli per le atlete di lungo corso. Per le margherite: Pulcine (2011) 1° fascia oro Denise Scognamiglio. Giovanissime (2009/2010) 1° fascia oro Ilaria Dumitrascu 2° fascia argento Mia La Mattina e Beatrice Troaca. Giovani (2007/2008) 1° fascia oro Sofia Muscas - 2° fascia argento Amija N’gora Kumba - 3° fascia bronzo Alice Cozzolino e Sara Quattrocchi. Allieve (2005/2006) 1° fascia oro Anna Luongo - 2° fascia argento Martina Quaranta e Aurora Succi - 3° fascia bronzo Elena Pacella e Laura Virga Maccano Per i girasoli: Giovanissime (2007/2008) 1° fascia oro Chiara Liparulo e Rebecca Piezzo. Giovani (2006) 1° fascia oro Vanessa Lacava - 2° fascia argento Claudia

Nicole

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NETTUNO

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di Massimiliano Savio

Ponzi, Elisa Crisafi e Alyssa Pica - 3° fascia bronzo Sara Turco e Giulia Sciorilli. Allieve (2004/2005) 1° fascia oro Sara Crisci - 2° fascia argento Raggi Noemi 3° fascia bronzo Elena Grimaldi e Martina Severati. Junior (2003 e prec) 1° fascia oro Jennifer Pucciotti - 2° fascia argento Nicole D’Uffizi. Domenica 8 marzo gli atleti dell’Ardea Nuoto hanno partecipato alla 4° giornata del campionato master aggiudicandosi 8 ori, 4 argento e 8 bronzi. Doppietta d’oro per Maria Grazia Baldassarri nei 50 stile libero e nei 100 dorso e per Federica Sorriso nei dorso e nei misti, e oro anche per i 100 dorso di Daniela Bottini e Laura Bortot , e per i 50 delfino per Fabiana Biancucci e Alberto Rainieri. Doppietta d’argento per Laura Caruso nei 50 e nei 100 stile libero, argento per fabiana Biancucci nei 100 misti e per la staffetta u20 (SorrisoRainieri-Cuccarese-Staiano). 3 bronzi nei 50 stile libero Laura Bortot , Marco Baldani, Kevin Castro, 2 nei 100 stile libero Francesca Sansotta e Kevin Castro, bronzo anche per Alessio Gentili 100 dorso , Alberto Rainieri nei 100 misti, e nella staffetta cat. D (Baldassarri-Braghese-Messere-Bortot).

La verità sul parcheggio di piazza Berlinguer sarà scritta dalla storia. Fino ad ora c’è solo una enorme buca con dentro gli escavatori fermi che, ogni giorno che passa, costano un occhio della testa agli abitanti nettunesi. Qualche mese fa i consiglieri Burrini e Polito avevano sollecitato il sindaco ad accelerare la procedura per dare inizio ai lavori. Il sindaco diceva che la Regione non aveva ancora emesso il certificato di impatto ambientale ed era questione di giorni. Ma il tempo passa ed ora sembra che i due consiglieri abbiano visto giusto. Pare che manchi ancora il nulla osta del progetto esecutivo da parte del Comune.

Fatto sta che il titolare dell’impresa, Loreno Palpini, si è stancato di aspettare e chiede con una lettera di iniziare i lavori, pena la richiesta di danni. Una beffa che sputtanerebbe per sempre un’amministrazione che pochi mesi fa aveva prospettato l’idea di erogare un contributo di 2,5 milioni di euro alla Parckroi in seguito alla levitazione dei costi dell’opera a 15,6 milioni di euro. La proposta del Comune prevedeva che la Parkroi potesse vendere 151 box in luogo dei 79 previsti. L’idea comprendeva anche che la durata della concessione sarebbe passata dagli originari 26 a 35 anni. Ora una realtà alternativa salta fuori, lasciando i commercianti con la famosa buca che li ha messi in ginocchio. Di certo qualcuno ha detto delle bugie.

Decennale del museo Lavinium

POMEZIA

Due giornate dedicate alla cultura per festeggiare il decimo anniversario del Museo Civico Archeologico Lavinium. Sabato 28 marzo (dalle 10 alle 13.30 e dalle 15 alle 18) sarà una giornata di studio sul tema: Ferdinando Castagnoli: dalla ricerca archeologica nel Lazio arcaico alla valorizzazione del territorio. Si approfondirà il rapporto tra le ricerche topografiche di Castagnoli nel Lazio arcaico e la valorizzazione del territorio. Interverranno il sindaco, archeologi e studiosi della Soprintendenza, delle università La Sapienza di Roma, del Salento, di Amsterdam, esponenti dei musei civici Roger Lambrechts e di Lanuvino. Domenica 29 marzo (dalle 9 alle 17.30), sarà la volta della Cultura a porte aperte. Giornata dedicata alla fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale, con un tour gratuito e su prenotazione, che include il Borgo, l’Heroon di Enea, i Tredici Altari, il Museo, il Villaggio preistorico Aetas Aurea. Alle ore 17.30 si chiuderà con la performance teatrale - musicale dell'associazione culturale Per_Ananke con Francesca Tricarico ed Eleonora Vulpiani: Oltre il muro dal Diario di Bordo delle detenute del carcere di Rebibbia Femminile. Una libera interpretazione dell' Eneide come pretesto per poter raccontare il carcere e le sue dinamiche. Sarà possibile visitare il museo gratuitamente sabato 28 marzo dalle ore ore 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 e domenica 29 marzo dalle ore 15 alle 19. Prenotazioni tour: museo.lavinium@yahoo.it - Info 0691984744.


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La marcia dei millecinquecento 16

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Nella foto in alto: il giornalista e conduttore televisivo Alessandro Introcaso

ARDEA

di Silvia Matricardi

nell’illegalità. Il corteo seguiva una bara, a rappresentare la morte del territorio, e la proposta costruttiva: l’appello dei cittadini a riprendere la situazione in mano, ad opporre presenza a

Lo scorso 7 marzo si è svolta una manifestazione di protesta generale contro il degrado e l’abbandono di Tor San Lorenzo. Più di millecinquecento i partecipanti a sfilare per le vie principali, quasi totale l’adesione alla simbolica serrata dei commercianti, in segno di lutto cittadino, una risposta inequivocabilmente massiccia dei cittadini all’appello lanciato dal Comitato di Quartiere Associazione Nuova California 2004 onlus, dal Comitato Civico Tor San Lorenzo, dalla Contrada Tor San Lorenzo e dall’Associazione Artù. Una manifestazione civile e pacifica, con tanto di bambini al seguito, per protestare contro il lassismo politico e l’indifferenza che schiacciano il quartiere, facendolo sprofondare nel degrado e

Monica e Manuela Nanni

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latitanza, interesse a lassismo, azione ad inattività. Semplici le richieste, quasi banali, per un quartiere a due passi da Roma, nell’anno 2015: controllo del territorio, con più uomini e mezzi a disposizione delle Forze dell’Ordine, cura dei plessi scolastici e dei servizi, manutenzione delle strade, qualificazione urbana... tutti parametri minimi che dovrebbero essere inclusi nel contratto sociale, nelle tasse pagate, a cui dovrebbe corrispondere, appunto, un’equivalente qualità della vita. L’adesione massiccia della cittadinanza deve aver impressionato qualcuno nelle stanze dei bottoni, perché nel giro di poche settimane hanno iniziato a verificarsi piccoli eventi anomali: qualche manutenzione stradale (buche tappate e rifacimenti di alcuni tratti di asfalto), tombini risistemati, carabinieri a passeggio per le strade del centro... insomma, la cosa funziona e tira su il morale dei commercianti e della popolazione. La mobilitazione continua con incontri periodici ed iniziative di sensibilizzazione.

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706 ettari: chiacchiere o fatti? 18

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di Silvia Matricardi

“A breve” il Comune invierà all’Agenzia del Demanio una mappatura definitiva, con censimento e studio dell’area delle Salzare (i 706 ettari di ex-quasi-demanio civico). E’ quanto è emerso nel corso di un incontro fra il sindaco Luca Di Fiori e l’Agenzia del Demanio, che rappresenta lo Stato come quasi proprietario del compendio (ex Sforza Cesarini). «Oggi abbiamo tracciato una strada. L’impegno è stato preso e andiamo verso un’unica direzione. Siamo disponibilissimi a collaborare per la risoluzione del problema. Abbiamo fatto procedure complesse in aree un po’ difficili, come per esempio in un ex campo di volo occupato in Calabria. Lì abbiamo portato la nave in porto e vogliamo fare lo stesso ad Ardea», hanno spiegato dall’Agenzia del Demanio. Il riaggiornamento del tavolo di lavoro è ora tra un mese, non appena saranno fatte le azioni da parte del Comune e da parte dell’Agenzia. «Facciamo un passo in avanti importante per la definizione di un problema annoso che si trascina ormai da quasi un secolo - ha spiegato il sindaco Luca Di Fiori - c’è una comunione di intenti per risolvere e definire la questione e c’è una grande volontà di voler farlo nel più breve tempo possibile.» Sembrerebbe una buona notizia, se non fosse che, al di là dei toni strombettanti, dice ben poco: si sono incontrati, hanno convenuto di risolvere, il Comune mapperà l’area. Nulla viene detto di più di questo ed il diavolo, come è noto, si annida nei dettagli, in

questo caso mancanti. Ricordo, semplificando in modo estremo, i parametri della situazione. Il compendio di terreno in questione si trova fra il fosso della Moletta ed il fiume Incastro, è esteso per circa 706 ettari ed è di proprietà indefinita. Un tempo era degli Sforza Cesarini, i latifondisti di zona. Poi fu sottoposto a sequestro cautelativo nella causa dell’uso civico, in modo che non venisse venduto dal latifondista, come avvenuto per il resto della tenuta oggetto di causa, nelle more del giudizio. Doveva diventare uso civico demaniale, cioè terra di proprietà collettiva. Sulla base del sequestro la terra fu provvisoriamente divisa in quote enfiteutiche ed assegnata ad alcune famiglie per la coltivazione. Poi accadde che la causa ebbe un colpo di scena: fu annullato l’accordo di conciliazione fra le parti, che prevedeva la trasformazione dei 706 ettari in uso civico demaniale e quell’area tornò di proprietà del latifondista. Ma la terra non era più

libera ed incolta, era occupata dagli assegnatari, oggetto di compravendite clandestine irregolari e di massiccia edificazione abusiva. Nel frattempo accade che tutti gli eredi del latifondista rinunciano all’eredità. In questi casi l’erede diventa lo Stato e la procedura dura una decina di anni. Passano anche quelli ed arriviamo al momento in cui lo Stato si deve “intestare” il bene... più o meno nel 2006. Lo stato procede ma con riserva. Qual è l’intoppo? Ecco il mistero. Nell’ordinanza del tribunale di Roma sez. V RG78128/93 resa all'udienza del 22.06.2006 leggo: «Poichè il Comune di Ardea chiede, tra l'altro, l'attribuzione delle terre al Comune, con il pagamento del canone a favore di Sforza Cesarini, ai sensi dell'art.7 della legge 1766/27 (*canone inverso, ndr), evidentemente l'accoglimento di tale domanda comporterebbe l'assegnazione in proprietà a quel Comune dei terreni rivendicati dalla Fossa srl nel presente procedimento, onde è evidente la natura pregiudiziale della definizione di esso. PQM visto l'art 295 cpc SOSPENDE il presente procedimento sino alla definizione di quello sopra menzionato pendente dinanzi al Commissario agli usi civici del Lazio.» Questo pezzo di carta, tradotto dal giuridichese, dice che l’intoppo è uno dei possibili sviluppi della causa dell’uso civico (quella iniziata nel 1927), teoricamente possibile in quanto “chiesto dal Comune”. Allora la soluzione è facile: il Comune si rimangia quella richiesta in quella causa e chiede al magistrato di prenderne atto. Facile no? No. L’ho scritto, sono andata a parlare con tutti, ma l’atteggiamento di risposta è stato più o meno questo: Poi giunse l’avvocato Lettera, ex Avvocatura

dello Stato, incaricato di seguire, quando ancora nello staff statale, proprio la causa di acquisizione di quel compendio. “Evviva!” pensai, finalmente uno che ci capisce. Posi dunque a lui il quesito, visto che il carteggio portava la sua firma. Rispose che quella frase era un errore nella sentenza e che il problema che impediva la trascrizione definitiva (sciogliendo la riserva) era la mancata mappaturacensimento del bene. Quando una carta contiene un errore, serve una carta che lo corregga, altrimenti gli errori ed i problemi tendono a moltiplicarsi. Provai a far presente questo concetto giuridico base, ma gli interlocutori continuarono a parlare di varianti e sanatorie. Arriviamo poi alle leggi sul federalismo ed al segretario comunale che, un bel giorno, manda una mail chiedendo il trasferimento dei 706 ettari dallo Stato al Comune. Il demanio risponde auspicando la costituzione di un gruppo di lavoro fra istituzioni e poi dice: «Come noto, il decreto che dispone la devoluzione allo Stato ... descrive genericamente il cespite senza individuare con precisione l’area ... la suddetta circostanza, unitamente al fatto che il compendio è pervenuto in grave stato di degrado e di abbandono ... ne ha impedito in tutti questi anni l’accatastamento e la trascrizione a favore dello Stato.» Nessuna menzione ad altri intoppi. In questa frase, nero, su bianco, viene detto che questi 706 ettari non sono ancora in piena proprietà dello Stato. Come si fa a regalare qualcosa a terzi se non se ne è ancora proprietari? Secondo me non si può fare. Ho inviato una serie di domande di approfondimento all’Agenzia del Demanio, sono in attesa che rispondano e spero proprio che lo facciano entrando nel merito. Questo perché il mio fiuto, dopo venti anni che seguo questa storia, mi dice che quella «frase» stia lì a bella posta, per dare un appiglio a chi ha interesse a mandare a monte tutto, con opposizioni, ricorsi e contenziosi. Chi è costui? Facile. Un soggetto interessato, che rivendica la proprietà del compendio e che, guarda caso, è presente nella causa dell’uso civico. Questo soggetto ha 706 ettari di incentivanti motivazioni...

E’ recentemente deceduta Rosa D’Ovidio, conosciuta come la signora Rosina, un altro personaggio storico di Tor San Lorenzo. Alle famiglie D’Ovidio, Magliacca e Caprasecca ed a tutti i parenti le condoglianze della redazione.


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in Prefettura Giornate ecologiche sulle dune Cafà ricevuta Sul nostro territorio non 20

ARDEA

La Pro Loco di Tor San Lorenzo ed il Comitato Civico Tor San Lorenzo organizzano tre giornate ecologiche per la pulizia delle dune e la sensibilizzazione sull’importante argomento della salvaguardia delle dune e del mare. «Vista

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la situazione in cui si trovano le nostre spiagge ed il Litorale di Ardea e Tor San Lorenzo - dichiarano gli organizzatori - riteniamo doveroso coinvolgere la cittadinanza che vive questa situazione di degrado facendola partecipare in maniera attiva e costruttiva alla vita sociale della propria città.» Guanti e sacchetti saranno forniti dalla società che gestisce il servizio di nettezza urbana, l’olio di gomito dovrà essere aggiunto dai partecipanti che rimuoveranno i rifiuti dalla spiaggia. Gli appuntamenti (dalle ore 9.30 alle 12.30) sono fissati come segue: • domenica 29 marzo presso lo stabilimento balneare Venere in Bikini; • sabato 4 aprile davanti il ristorante Torre Marina; • domenica 12 aprile presso lo stabilimento balneare La Cannuccia.

Mense e rifiuti: appalti annullati

ANZIO

La Prefettura e l’Autorita nazionale per l'anticorruzione hanno di fatto annullato gli appalti dei rifiuti e delle mense. «Già da tempo avevamo segnalato la nostra contrarietà alle procedure adottate per questi appalti ed oggi saremmo di fronte ad una situazione gravissima se tutto quello che abbiamo letto corrispondesse a verità - ha dichiarato il portavoce locale di Fdi-An Francesco Novara siamo davvero preoccupati prima di tutto per la salute dei cittadini, perché parliamo del cibo dei bambini e dell'igiene pubblica, poi degli eventuali costi che rischiano adesso di diventare

incontrollati. Mi auguro che il sindaco prenda atto che questa è l'anticamera del commissariamento. Anzio non merita tutto questo ed è urgentissimo affrontare questa brutta vicenda in un consiglio comunale straordinario in cui l'amministrazione deve rendere pubblici tutti i pezzi di carta, spiegando come intende intervenire sulla questione e precisando le responsabilità che hanno portato a tutto questo.» Il Comune, per ora, si è limitato a comunicare l’annullamento dell’assegnazione della gara dei rifiuti ed a rassicurare che il servizio mensa proseguirà senza cali qualitativi.

ANZIO

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«In Prefettura ho avuto rassicurazioni sul fatto che sul nostro territorio non saranno trasferiti nomadi mentre, in riferimento ai sessantasei rifugiati politici delle villette di Via dell'Armellino, informo i residenti della zona che al momento si tratta di una sede provvisoria in attesa che il bando della Prefettura stabilisca la sede definitiva. Non ne arriveranno altri, nonostante il massimale di cento rifugiati per Comune e quelli che ci sono, fortunatamente, non hanno precedenti». Lo ha affermato l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Anzio, Roberta Cafà, che questa mattina ha avuto un incontro di circa novanta minuti con il vice Prefetto Vicario, dott.ssa Clara Vaccaro e con il dottor Di Pietro che coordina le collocazioni dei rifugiati politici. «La nostra città - ha dichiarato Cafà dopo i trasferimenti del Comune di Roma ad Anzio Due, dopo una particolare situazione di disagio che vivono i cittadini di Lavinio e dopo fenomeni di microcriminalità derivanti dalla situazione di via del Cinema, non è più in grado di accogliere nessuno. Ho ribadito, più volte, questo concetto al vice Prefetto Vicario che, dopo aver preso nota della mia relazione, mi ha chiesto di rassicurare la cittadinanza rispetto a questa delicata vicenda. Mi ha rassicurato che la Prefettura monitorerà continuamente la situazione e che favorirà progetti sociali per tenere impegnati

saranno trasferiti nomadi né arriveranno altri rifugiati

questi ragazzi in modo dignitoso. La Prefettura ha dovuto distribuire i richiedenti asilo - attualmente 2700 profughi - nelle strutture candidate al servizio di prima accoglienza. Tali strutture saranno soggette a verifiche di conformità successivamente alla scadenza del bando e potranno diventare sedi “riconosciute” solo dopo aver aperto un “tavolo di concertazione” con la Regione Lazio, le ASL di competenza, gli Enti locali interessati e le Forze dell’Ordine. Informare la cittadinanza e preoccuparsi di quello che accade sul nostro territorio, tenendo i riflettori accesi anche su eventuali speculazioni sulla testa di persone con enormi problematiche, è il primo dovere di un assessore».

Riqualificazione urbana POMEZIA

Entro il 30 giugno verranno piantati alberi e arbusti, migliorata la sicurezza stradale di via Alcide De Gasperi tramite la realizzazione di una rotatoria con fontana a largo Brodolini e completata la rete di percorsi ciclopedonali. «L’obiettivo - ha spiegato l’assessore Veronica Filippone - è quello di riqualificare la città intervenendo sulla sicurezza stradale, sul decoro urbano e sulla mobilità alternativa. Nei prossimi mesi verranno installati giochi accessibili per tutti i bambini, anche per quelli con disabilità, e verranno piantate circa 2.000 essenze arbustive ed arboree tipiche della vegetazione locale. Si eseguiranno inoltre i lavori per la realizzazione di tratti ciclopedo-

nali di raccordo tra quelli già esistenti permettendo finalmente un rete ciclabile». «Con questi nuovi interventi - ha aggiunto il sindaco Fabio Fucci - continuiamo ad ottimizzare i servizi, la sicurezza e il decoro in città. I lavori attualmente in corso e quelli che stanno per partire restituiranno a Pomezia ed ai cittadini spazi di vita che negli anni si erano persi». Il costo dei lavori, finanziati da fondi della Comunità Europea, è di circa 1.200.000 euro, così suddivisi: 200.000 euro per piantumazione di alberi e arbusti; 409.459,28 euro per riqualificazione e miglioramento sicurezza stradale via De Gasperi; 584.672,34 euro per ampliamento e completamento della rete piste ciclabili).

Verbali multimediali in tempo reale

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Dal consiglio comunale del 10 marzo è attivo in aula il Magnetofono 2.0, uno strumento tecnologicamente avanzato che permette di gestire l’intero processo di trasformazione di un discorso parlato in testo scritto: dall’acquisizione dell’audio alla consegna del verbale in tempo reale. Il Magnetofono 2.0 registrerà l’audio ed il video dei consigli comunali, delle commissioni consiliari, delle assemblee e delle conferenze, trascrivendo automaticamente e immediatamente il parlato in testo scritto. Il sistema consente inoltre l’archiviazione on line delle registrazioni, l’indicizzazione di tutti i contenuti, la ricerca per oratori o per

ordine del giorno, la realizzazione di un file PDF multimediale contenente il testo trascritto legato alla registrazione audio, la sottotitolazione in sovrimpressione delle riprese audiovideo. «Si tratta di uno strumento rivoluzionario - ha dichiarato il presidente del consiglio Renzo Mercanti - che sperimenteremo per i prossimi 6 mesi, affiancandolo al tradizionale lavoro di stenotipia. Con il Magnetofono 2.0 non solo avremo un abbattimento dei costi di verbalizzazione, ma ci avvicineremo concretamente agli obiettivi dell’agenda digitale della pubblica amministrazione, dando massima trasparenza a tutte le attività assembleari che si terranno nel palazzo comunale.»


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Misteria

Enigmi del passato e del presente

Primitivi? Mica tanto... a cura di Silvia e Roberto Matricardi

SECONDA PARTE

Scavare un quanat, un pozzo, manualmente, è già di per se una cosa non semplice, e va considerato che questi sono profondi decine di metri e che spesso vanno ad intercettare falde in pressione. Insomma, ce n’è quanto basta per far venire il mal di testa anche ad un brillante ingegnere idraulico di oggi, tenendo presente che non si è ancora capito il tipo di captazione adoperato ed esattamente da quale catena montuosa o bacino idrico annesso venga attinta l’acqua. E’ anche interessante notare che acquedotti ipogei similari sono presenti in un’area geografica mondiale molto ampia, che va dall’attuale Cina (regione del Turfan) al Nord Africa, e percorrono sottoterra decine e decine di migliaia di km dagli itinerari sconosciuti. Molti di questi acquedotti, come quello iraniano, sono ancora in uso e sfruttano, a seconda dell’orografia e dell’andamento delle acque, sia falde superficiali che di profondità. E pensare che nella civilissima Europa, dopo la caduta dell’impero Romano ove si erano raggiunte conoscenze e tecniche idrauliche molto importanti, le generali condizioni sanitarie sono

rimaste pessime per vari secoli, durante i quali lo smaltimento casuale e sconsiderato dei reflui umani non faceva altro che alimentare le orribili pestilenze che in più occasioni hanno quasi distrutto la popolazione continentale. Come si fa allora ad utilizzare lo strumento darwiniano dell’evoluzione quando oltre 5000 anni fa nella valle del Tigri, a Tell Asmar vicino Bagdad, vi erano case e templi dotati di elaborati impianti igienici? Un tempio ricavato nella roccia aveva addirittura 6 gabinetti e 5 stanze da bagno, nei quali gran parte degli impianti idraulici erano collegati a condutture di drenaggio che scaricavano le acque nere in un pozzo di raccolta principale alto 1 metro e lungo 50. Seguendo la direzione di una delle condutture, gli archeologi hanno scoperto una linea di tubazioni in terracotta nella quale, ad una delle estremità di ogni elemento, vi era un diametro di circa 21 cm, mentre all’altra era di 18 cm, così da permettere l’innesto di un elemento della tubatura nell’altro, esattamente come si fa nelle condutture di drenaggio odierne. Nello Sry Lanka, nel 1982, gli ingegneri intenti ad erigere una diga a Maduru Oya, nel mentre che si accingevano ad allagare un’intera valle scoprirono con stupore che gli escavatori stavano raschiando su dei mattoni che si trovavano poco sotto la superficie del terreno. Così si venne a scoprire che degli ingegneri preistorici avevano già effettuato gli stessi calcoli e costruito una diga sul medesimo sito. Si trattava di megalitiche opere idrauliche preistoriche di una imponenza tale

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Rubrica di Astrologia a cura di Federica Giannini

Chiedilo alle stelle!

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ai un dubbio? Vuoi sapere come finirà una storia, un progetto? Chiedilo alle stelle! Invia la domanda email a: federica.astro@live.it, specificando i tuoi dati completi (nome, cognome, data, ora e luogo di nascita) ed eventualmente quelli della persona amata, indica anche con quale pseudonimo vuoi comparire su questo spazio. Federica Giannini risponderà, a titolo gratuito, sul giornale. Per consulti privati rivolgersi al cell. 3393614890. Privacy: i dati inviati saranno usati esclusivamente per delineare il quadro astrologico per rispondere alla vostra domanda. Non saranno conservati nè ceduti a terzi.

«I

o e mio fratello ci siamo distaccati da più di quindici anni, vorrei un riavvicinamento, ma lui non è convinto. C’è questa possibilità?» Mario, 1966 (dati completi forniti).

S

i tratta di una questione delicata, che richiede tempi lunghi. Gli anni di distanza, le cose dette e fatte, non si cancellano in un attimo. Serviranno vari tentativi ma, forse, verso la fine dell'anno, la faccenda potrebbe andare verso una soluzione.

da essere avvicinate come maestosità alle piramidi di Giza. Gran parte del sistema idraulico, venne poi constatato, era costituito da enormi blocchi di pietra del peso di 15 tonnellate ciascuno ed alti 10 metri, disposti a formare delle gallerie quadrate rivestite con pareti di mattoni. La diga era inoltre dotata di una fitta rete di canali che si estendevano per oltre 9700 metri, il cui scopo era quello di monitorare il flusso di acqua che confluiva in una serie di laghetti artificiali. Altro dato sconcertante è il ritrovamento in Egitto, nel tempio di Sahara, di una antica conduttura di drenaggio costruita in rame forgiato e battuto, utilizzata per lo scolo dell’acqua piovana. Ultima nota, nell’antico Egitto tra i nobili, sia uomini che donne, era anche diffuso l’utilizzo del trucco di colore verde, bianco e nero. Queste polveri cosmetiche, risalenti almeno al 2000 a.C., in alcuni casi sono fortunosamente arrivate fino a noi, perfettamente conservate in ampolle di alabastro, legno o ceramica. Tempo fa una squadra di chimici francesi eseguì delle approfondite analisi su questi cosmetici antichi e vi scoprì tracce di galena e cerussite frantumate, ovvero di due composti del piombo unitamente alla davvero

AR*DEA

insolita presenza di altri composti chimici estremamente rari in natura, quali la laurionite e fosgenite. Data appunto la loro rarità in natura, il fatto che erano presenti nelle polveri egizie significava una sola cosa: dovevano essere artificiali e cioè dovevano essere state anticamente sintetizzate con l’ausilio della chimica per via umida, cosa a dir poco strana se si considera che il semplice concetto di analisi chimica si fa risalire al XVII secolo con Robert Boyle, che introdusse per primo il concetto di elementi chimici. Quindi gli antichi Egizi producevano dei composti artificiali a base di piombo che aggiungevano poi ai loro cosmetici, sintetizzando la laurionite e la fosgenite. Risulta evidente, pertanto, che molte delle convinzioni che abbiamo sulle antiche civiltà sono precostituite e basate su notizie inesatte, e forse varrebbe proprio la pena di studiare meglio le meravigliose opere prodotte da questi straordinari popoli per compararle con le nostre attuali conoscenze tecnologiche, per poi scoprire magari che... non ci siamo inventati nulla. Tutti gli articoli di Misteria sono online su www.informareonline.it alla sezione Misteria.

Il romanzo dell’appassionato di storia locale Umberto Iacolucci

CAPITOLO V SCAMBI COMMERCIALI Al tempo che i Sumeri innalzavano torri, gli Egiziani costruivano piramidi, nel Medio oriente si producevano tessuti di lana, lino con porpora, profumi e incensi, utensili in rame, gioielli con oro e argento, e molti di questi prodotti finivano all’approdo di Inui. “Gli Egiziani popolazione evoluta figuravano se stessi colorati di rosso, Semiti e Asiatici in colore giallo, negri d’Africa di nero, Nordici Europei con pelle bianca barbe bionde e occhi celesti”. (Archelao). Era l’inizio di un cambiamento epocale; Campani, Sarrasti, uomini scimmia di Pitecusa lavoratori di metalli e Africani attraverso il commercio instauravano rapporti che miglioravano le condizioni di vita della popolazione, Etruschi di Cere e Pirgy barattavano merci e gioielli con i Cercatori di minerali che a loro volta scambiavano con i vasai d’argilla e oro, <enei> di Lavinium, e sigilli, amuleti e scarabei di corniola con gli Egiziani, calcedonia, agata, diaspro, acquamarina, smeraldi e porpora rossa dei Fenici ornavano Ministri e oggetti di culto e mentre Inuini “mangiatori di cavalli” si arricchivano con il commercio i Transumanti provocavano attriti e accendevano Faide che

il trascorrere del tempo non cancellava e ogni passaggio verso l’altra Sponda si pagava con vite umane e perdite di animali malgrado scorte rinforzate con battaglieri pastori di Minturno. VENULI E SALACI “Venuli, come l’onda che viene stabilisce l’origine forestiera, Salaci, come il sale si deposita sulla riva è chi si stabilisce in questa terra”. (Antonio Pizzari). CAPITOLO VI

MATER MATUTA Giacere con la Mater si offre dono, <donum>, usanza era per giacere con la Matuta rossa si offriva una pelle d’orso fare sesso, <sexus passivo> con la Novizia, <alumna> si offrivano quattro anfore di vino, godimento attivo un dolio, <dolium> di frumento, concepire figli con Mater si offrivano due libbre, <librae> d’oro e nell’atrio di Satricum sono ancora indicate posizioni che eccitano fra cui la scena di Phoebàs che usa il preservativo amuleto. <A Mater Rubìgo succedevano Clarà dai capelli biondi, <flavus> e Galliche rosse, <rutìlus>. (Rotundus, IX). Continua nel prossimo numero


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