RICCARDO LICATA Percorsi del segno (Opere scelte 1953-2010)
I segni e i simboli di Riccardo Licata Si potrebbe credere che ciò che accade non sia il frutto della casualità, ma sia dovuto ad un imperscrutabile destino già scritto. Oppure, in alternativa, si potrebbe pensare che gli avvenimenti accadano a causa di forze misteriose che aiutano a far incontrare animi simili. In questo modo era inevitabile che, prima o poi, la strada di Riccardo Licata, artista che ha fatto del segno e del simbolo un tratto distintivo della sua poetica, e quella della Simboli Art Gallery, galleria fiorentina che porta con orgoglio nel proprio nome un riferimento esplicito a quell'immaginario di simboli arcani, si sarebbero incontrate. Ed ecco, quindi, realizzarsi per questo inizio di primavera a Firenze, proprio negli spazi della Simboli Art Gallery, una mostra personale di Riccardo Licata, in cui è presentata una selezione di circa quaranta dipinti (olii su tela e tecniche miste su carta applicate a tela) – tutti carichi di quei segni lirici e di quei simboli misteriosi che hanno reso celebre l'opera dell'artista –, dalla prima metà degli anni Cinquanta fino ai più recenti della prima decade degli anni Duemila, alcuni dei quali esposti per la prima volta al pubblico in questa occasione. Nato a Torino nel 1929, dopo un breve soggiorno parigino, Licata ha vissuto a Roma dal 1935 al 1945, per poi trasferirsi nel 1946 a Venezia, dove si è formato artisticamente, e che diventerà, insieme a Parigi, una delle due città in cui ancora oggi il pittore vive e lavora. È, infatti, nella città lagunare che Licata, intorno al 1948-49, approda ad un personale linguaggio artistico: un astrattismo segnico fortemente influenzato dal linguaggio mu-
sicale che, sebbene abbia subito evoluzioni e cambiamenti dal punto di vista stilistico nel corso della sua lunga attività artistica, nelle sue linee generali egli non ha più abbandonato. Come è noto, il particolare linguaggio espressivo di Licata è una sorta di alfabeto composto da simboli misteriosi e da tratti grafici – che in alcuni casi possono anche coincidere –, che egli stesso definisce come "lettere immaginarie". Si tratta, infatti, di una scrittura grafico- pittorica, ispirata al ritmo e alla battuta musicale, che serve all'artista per trasferire sulla superficie ciò che egli sente, avverte, percepisce in quel momento determinato. In una video-intervista di metà degli anni Novanta, Licata, ribadendo ancora una volta l'intima connessione della sua pittura con la musica, ha definito i suoi peculiari segni come la trascrizione grafica, precisa e solidificata, dei gesti compiuti dal maestro d'orchestra durante un concerto. È, quindi, una scrittura dell'esistenza dell'artista, in cui i segni tracciati sono puri significanti, mentre i simboli sono carichi di un significato che il pittore stesso, attraverso una propria inaccessibile ed arbitraria decisione, ha affidato loro. Per questo motivo a noi non è data la possibilità di conoscere in pieno il significato di quei simboli misteriosi, dei quali possiamo soltanto sentire l'intima poesia. Il linguaggio di Licata, come si diceva, ha subito varie evoluzioni e cambiamenti nel corso del tempo. Negli anni Cinquanta, infatti, i suoi dipinti, oltre ad essere energicamente influenzati dalla musica, erano
Emanuele Greco - Critico e Storico dell’Arte sospinti da una forte tensione verso soluzioni architettoniche e dinamiche di impronta spazialista. Negli anni Sessanta le sue opere acquistano una carica emotiva quasi espressionista, divenendo più liriche. Ma è negli anni Settanta che il linguaggio di Licata si evolve in maniera decisiva. Da questo momento in poi, infatti, l'artista compie molti viaggi in vari luoghi del mondo; viaggi che finiscono per influenzare in un modo inedito le sue opere. Egli inizia ad intendere il viaggio, con il suo carico di esperienze, ricordi, immagini ed emozioni, come un'apertura, una possibilità nuova per la pittura. La sua "scrittura" segnica non è più soltanto influenzata dal linguaggio musicale, ma comincia a mettersi in rapporto con la natura, i luoghi, le atmosfere visitati e vissuti. Nei taccuini da viaggio, Licata trascrive con i suoi segni l'emozione pulsante che i luoghi gli trasmettono. Egli si interessa di luoghi dove è più forte la presenza archeologica, come se fosse alla ricerca delle origini ancestrali dei propri segni misteriosi. Ed ecco che quest'ultimi non sono più soltanto i segni lirici dei suoi esordi, ma diventano anche simboli arcani ed arcaici, nuovi geroglifici densi di vita. In una recente video-intervista rilasciata durante la sua mostra personale a Malta nel 2011, egli ha affermato: "Ho cominciato disegnando la musica e poi raccontando gli avvenimenti e le emozioni". La mostra alla Simboli Art Gallery di Firenze ripercorre le tappe fondamentali degli ultimi sessant'anni della lunga e fervida attività artistica di Licata. Tra le opere più rappresentative che si potranno ammirare in
esposizione – di formato vario, e quasi tutte accomunate dalla mancanza di titoli –, si segnalano, tra quelle storiche: una tecnica mista su carta del 1953, connotata da un grafismo segnico deciso; una delicata tecnica mista su carta applicata a tela del 1963; una tecnica mista su carta del 1966, caratterizzata dalla presenza di segni dai contorni sfaldati e liquidi. Degli anni Settanta si ricordano almeno due tecniche miste su carta del 1972, dalla scrittura segnica elegante e sobria. La tecnica mista su carta del 1980, invece, è formata da ben cinque livelli orizzontali di scritture immaginarie. Del 1999 è una bellissima tecnica mista su carta, caratterizzata dalla presenza di eleganti e slanciati segni e simboli che sembrano quasi alludere a presenze arboree. Per quanto riguarda gli olii su tela, si troveranno in mostra alcuni significativi esempi, anche di grande formato, per la maggior parte appartenenti alla sua ultima stagione artistica, compresa tra gli anni Novanta e la prima decade degli anni Duemila, tra cui se ne ricordano almeno tre di grandi dimensioni: uno del 2004, dai colori accesi e decisi; un altro del 2007, composto da varie tonalità di blu contaminate anche da segni incisi; ed infine l'ultimo, del 2010, tutto giocato sulle delicate tonalità del color sabbia. Opere, quelle di Riccardo Licata, allo stesso tempo delicate e forti che raccontano, come fossero le pagine preziose di un libro a noi caro, il viaggio creativo di un animo attento e sensibile, capace di annotare con freschezza, attraverso segni e simboli arcani, le emozioni del vivere.
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In copertina: Senza titolo, 2010. Olio su tela, 60x80 cm. (particolare) 1 - Senza titolo, 1953. Tecnica mista su carta applicata a tela, 14x16,5 cm. 2 - Senza titolo, 1963. Tecnica mista su carta applicata a tela, 12,5x18 cm. 3 - Senza titolo, 1964. Tecnica mista su carta applicata a tela, 10,5x13 cm. 4 - Senza titolo, 1966. Tecnica mista su carta applicata a tela, 13,3x16,8 cm.
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5 - Senza titolo, 1968. Tecnica mista su carta applicata a tela, 15,5x13 cm. 6 - Senza titolo, 1969. Tecnica mista su carta applicata a tela, 15,5x13 cm. 7 - Senza titolo, 1972. Tecnica mista su carta applicata a tela, 12,3x16,5 cm. 8 - Senza titolo, 1972. Tecnica mista su carta applicata a tela, 12,3x16,5 cm. 9 - Senza titolo, 1979. Tecnica mista su carta applicata a tela, 13,5x19,5 cm. 10 - Senza titolo, 1979. Tecnica mista su carta applicata a tela, 13,5x19,5 cm. 11 - Senza titolo, 1980. Tecnica mista su carta applicata a tela, 13,5x19,5 cm. 12 - Senza titolo, 1980. Tecnica mista su carta applicata a tela, 13,5x19,5 cm. 13 - Senza titolo, 1980. Tecnica mista su carta applicata a tela, 13,5x19,5 cm. 14 - Senza titolo, 1980. Tecnica mista su carta applicata a tela, 13,5x19,5 cm.
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15 - Senza titolo, 1990. Tecnica mista su carta applicata a tela, 16x13 cm. 16 - Senza titolo, 1991. Tecnica mista su carta applicata a tela, 16x13 cm. 17 - Senza titolo, 1992. Tecnica mista su carta applicata a tela, 16x13 cm. 18 - Senza titolo, 1997. Tecnica mista su carta applicata a tela, 33x23,5 cm.
19 - Senza titolo, 1999. Tecnica mista su carta applicata a tela, 27x38,5 cm. 20 - Senza titolo, 1999. Tecnica mista su carta applicata a tela, 27x38,6 cm. 21 - Senza titolo, 1999. Tecnica mista su carta applicata a tela, 27x38,6 cm. 22 - Senza titolo, 2004. Olio su tela, 70x100 cm.
Riccardo Licata - Biografia
Riccardo Licata nasce a Torino il 20 dicembre del 1929. Dopo una breve parentesi parigina, la sua famiglia si trasferisce a Roma, città in cui vive dal 1935 al 1945. Nel 1946 si trasferisce a Venezia, dove l'anno successivo si iscrive al Liceo Artistico. In quegli anni studia la cultura della Bauhaus e inizia a cimentarsi con il mosaico. Conosce gli artisti Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova, Alberto Viani, Giulio Turcato e Renato Birolli. Nel 1949 con altri giovani costituisce un gruppo astrattista, denominato Giovani Pittori Astratti, con cui inizia ad esporre a Venezia e a Firenze. Nel 1950 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia e l'anno seguente tiene nella stessa città la sua prima personale. Partecipa con un grande mosaico alla Biennale di Venezia del 1952 e, l’anno successivo, alla Triennale di Milano. Nel 1957 ottiene una borsa di studio dal governo francese per sperimentare l'incisione a colori e le nuove tecniche. Nello stesso anno è chiamato da Gino Severini come assistente alla cattedra di mosaico all'Ecole d'Art Italienne de Paris. Nel 1961 è nominato professore di mosaico all'Ecole d'Art Italienne de Paris, dove ha insegnato fino al 1995. Inizia a vivere tra Parigi, frequentandovi gli studi di vari artisti, e Venezia dove mantiene il proprio. Gli incarichi prestigiosi si susseguono, così nel 1969 è nominato professore di Arti plastiche alla U.E.R. della Sorbonne, quindi professore di incisione all'Academie Goetz di Parigi e, dal 1972 ricopre il medesimo titolo alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia e all'Ecole Americaine d'Architecture de Fontainebleau. Nel 1963 vince il premio Michetti. Partecipa alle Biennali di Venezia del 1964, 1970 e 1972, alla Quadriennale di Roma, alle Biennali di Parigi, di San Paolo, di Tokyo, di Lubiana e di Alessandria d'Egitto.
In questo periodo sviluppa e definisce quello che diventerà in seguito il suo peculiare linguaggio artistico: una sorta di alfabeto composto da simboli e tratti grafici, che caratterizzeranno gran parte della sua produzione artistica, ovvero gli olii su tela, le tecniche miste, e le serigrafie a tiratura limitata. Si tratta di una sorta di scrittura grafico-pittorica, che trae ispirazione dal linguaggio musicale, composta da particolari segni che Licata stesso definisce "lettere immaginarie". Suoi grandi mosaici sono installati in spazi pubblici a Genova (Palazzo dei lavori pubblici), a Bourgoin-Jallieu, a Sault-lès-Tethel, a Lille (Università), a Perpignan, a Monza (largo di via Italia), e a Reggio Emilia (Camera del Lavoro). Si è occupato anche di scenografie teatrali (Medea di Euripide, nel 1978 al Teatro Comunale di Treviso) e di balletto (Ichspaltung di Giuseppe Marotta nel 1980 al Teatro Goldoni di Venezia).
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Sue opere si trovano presso musei d'arte contemporanea di varie città del mondo, tra cui: Belluno, Chicago, Firenze, Milano, Mosca, Mulhouse, New York, Parigi, Pescara, Reggio Emilia, Stoccarda, Torino, Varsavia, Venezia, Vienna. È presente nella collezione permanente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e nella collezione itinerante dell'Istituto Nazionale d'Arte Contemporanea. Nel corso della sua lunga attività artistica, Licata ha tenuto moltissime esposizioni nelle più importanti gallerie italiane ed internazionali. Tra le varie mostre più recenti si segnalano: nel 2007 Riccardo Licata. Diari di viaggioCahiers de voyage alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano; nel 2008 Riccardo Licata, Mare nostrum al Museo d'Arte Moderna di Mosca. Nel 2009, per gli ottant'anni del maestro, si è tenuta a Roma, presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Riccardo Licata e le stagioni dello Spazialismo a Venezia, una mostra che ha messo a confronto il percorso del pittore negli anni '50 e '60 con quello degli altri artisti veneziani suoi contemporanei che aderirono in quegli anni alla corrente spazialista. Sempre nel 2009 nel Palazzo Ducale di Venezia è stata ospitata la mostra Riccardo Licata. Mosaici e vetri. Nello stesso anno la città di Venezia ha ospitato presso la ex Chiesa di Santa Marta, Porto D'Arti, evento collaterale alla 53esima Biennale d'arte, in cui le opere di Licata sono state esposte insieme a quelle di altri sette artisti italiani di fama internazionale.
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23 - Senza titolo, 2005. Olio su tela, 40x50 cm. 24 - Senza titolo, 2007. Olio su tela, 60x80 cm. 25 - Senza titolo, 2007. Tecnica mista su carta, 58x76 cm.
Via di San Giuseppe, 6/R - 50122 - Firenze (Italia) - Tel. +39 055 0502418 +39 349 1438941 info@simboliartgallery.com - www.simboliartgallery.com - Orario galleria: 10-13 e 15-20
dal 23 marzo al 30 aprile 2013