Reiki, l'Arte dell'Autoguarigione

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Akshara Umberto Carmignani

reiki

l’arte dell’autoguarigione Il Primo Livello

Metodo Usui/La Città della Luce

LA CITTà DELLA LUCE EDIZIONI


Akshara Umberto Carmignani

REIKI L’ARTE DELL’AUTOGUARIGIONE Il Primo Livello Metodo Usui/La Città della Luce

La Città della Luce Edizioni


La Città della Luce Edizioni via Porcozzone 17, loc. Passo Ripe 60012 – Trecastelli (AN) www.lacittadellaluce.org

Direttore editoriale: Sundara Simone Bongiovanni Progetto grafico e impaginazione: Sundara Simone Bongiovanni Redazione: Eleda Trovato, Attilio Mercandelli

Reiki. L’Arte dell’Autoguarigione. Il Primo Livello Metodo Usui/La Città della Luce Autore: Akshara Umberto Carmignani © 2015 Associazione Culturale e di Promozione Sociale “La Città della Luce” Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. 2


SOMMARIO

Sommario .................................................................................................................................................. 3 Meditazione di Centratura Sul Cuore ...................................................................................................... 5 Che Cos’è Reiki? ...................................................................................................................................... 15 Il Sutra del Cuore ................................................................................................................................................ 21 I Principi di Reiki ................................................................................................................................................ 23 Il Maestro di Reiki ............................................................................................................................................... 27 L’iniziazione ......................................................................................................................................................... 28 Il Sistema Usui di Crescita Spirituale (Usui Shiki Reiki Ryoho) .................................................................... 29 Reiki secondo il Metodo Usui/La Città della Luce ......................................................................................... 35 L’ideogramma di Reiki ....................................................................................................................................... 39 “Rei”, Energia Universale ....................................................................................................................... 40 Concetto di Spiritualità ...................................................................................................................................... 42 La separazione e il conflitto ............................................................................................................................... 44 Cosa è Dio? ........................................................................................................................................................... 48 Materia ed Energia .............................................................................................................................................. 52 Movimento s Stasi ............................................................................................................................................... 57 “Ki”, Essenza Individuale ....................................................................................................................... 59 I Condizionamenti Socio-Culturali .................................................................................................................. 62 La Coscienza ........................................................................................................................................................ 66 Reiki L’arte dell’Autoguarigione ............................................................................................................ 69 Psiche e Soma....................................................................................................................................................... 70 La Malattia............................................................................................................................................................ 73 La Guarigione ...................................................................................................................................................... 75 L’illusione e la Proiezione .................................................................................................................................. 77 I Chakra ................................................................................................................................................... 80 3


I Trattamenti di Reiki ............................................................................................................................. 83 Autotrattamento .................................................................................................................................................. 83 Trattamento di Base ............................................................................................................................................ 84 Trattamento dei Cinque Organi........................................................................................................................ 85 Trattamento di Equilibratura dei Chakra ........................................................................................................ 86 Trattamento Veloce ............................................................................................................................................ 86 Trattamento a piante e animali ......................................................................................................................... 87 Trattamento a medicinali ................................................................................................................................... 87 Dopo aver fatto Reiki .......................................................................................................................................... 87 Bibliografia .............................................................................................................................................. 89 Sitografia ............................................................................................................................................................... 89 L’autore.................................................................................................................................................... 90

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MEDITAZIONE DI CENTRATURA SUL CUORE

Possiamo mettere le nostre mani in corrispondenza del Chakra del Cuore Teniamo i piedi bene appoggiati a terra le piante dei piedi sono ben appoggiate al suolo Inspiro, inspiro a fondo, espiro Tengo gli occhi chiusi Inspiro a fondo, respiro Cerco di individuare le tensioni sento dove ci sono tensioni nel mio corpo Attraverso il respiro mi connetto mi collego con il mio corpo Inspiro, espiro Attraverso l'inspirazione lascio entrare dentro di me l'energia della Vita Attraverso l'espirazione lascio uscire il passato, il vecchio, le tensioni, i pensieri Inspiro, l'aria entra nei polmoni non è solo aria, è Vita Il respiro è ciò che mi collega, ciò che mi connette alla Sorgente, alla Fonte Ogni volta che inspiro miliardi di atomi di ossigeno si distribuiscono su una superficie di 150 mq1 che è la superficie della mucosa polmonare I miei polmoni misurano circa 150 mq di superficie più o meno come un campo da tennis ogni volta che inspiro porto ossigeno ad ogni singola cellula del mio corpo Le mie cellule hanno bisogno di ossigeno per i loro processi energetici centomila chilometri2 di vasi sanguigni, 1 Secondo i calcoli più recenti, in un corpo umano adulto di media corporatura la superficie respiratoria totale, cioè la somma delle aree degli alveoli, che variano dai 150 ai 200 milioni, irrorate di capillari alveolari che permettono lo scambio di ossigeno e anidride carbonica, varia dai 75 ai 120 mq. (fonte: www.treccani.it) 2 Anche in questo caso, 96.000 km è una stima media della lunghezza complessiva della rete circolatoria di un corpo 2 Anche in questo caso, 96.000 km è una stima media della lunghezza complessiva della rete circolatoria di un corpo umano adulto: comprendendo vene, arterie e capillari, il dato varia da un minimo di 80.000 a un massimo di 160.000 km (a seconda di età, peso, corporatura, ecc.), ovvero rispettivamente 2 e 4 volte la lunghezza dell’Equatore (40.075 km)! La superficie complessiva dei vasi sanguigni si aggira attorno ai 6300 mq (fonte: www.my-personaltrainer.it).

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due volte e mezzo la circonferenza terrestre, stanno portando miliardi e miliardi di tomi di ossigeno a ogni singola cellula del nostro corpo centomila miliardi di cellule3 sono raggiunte da novantaseimila chilometri di vasi sanguigni e ogni volta che io inspiro porto l'energia della Vita porto aria, luce, amore, consapevolezza Nel momento stesso in cui io mi dico "Io sono vivo" io informo l'aria che entra nel mio corpo: "Io sono vivo Potete ripetere con me: "Io sono vivo, io sono viva Io sono qui ora in questo corpo, in questo tempo, in questo spazio” Continuo a ripetere: "Io sono vivo" Portiamo la consapevolezza della Vita in ogni singola cellula del nostro corpo: "Io sono vivo, io sono viva, la vita scorre attraverso di me Io sono qui, ora, In questo corpo in questo tempo in questo spazio Io sono" Ogni volta che ci sentiamo in ansia che ci sentiamo preoccupati, arrabbiati, tristi vuol dire che non siamo centrati vuol dire che ci stiamo identificando con le nostre emozioni con le nostre sensazioni con i nostri timori, con le nostre paure Ci stiamo identificando con qualcos'altro che non siamo noi Se io sono io io sono il centro sono il centro della mia vita Io sono Semplicemente: io sono La rabbia passa attraverso di me la gioia passa attraverso di me la tristezza passa attraverso di me la vita passa attraverso di me un cielo in cui scorrono le nubi C'è un cielo azzurro ci sono delle nubi che passano in quel cielo il cielo si oscura, diventa bianco, diventa grigio ma poi le nubi passano 3

Anche questa è una stima riferita a un maschio adulto giovane di media altezza e peso intorno ai 70 chili. Ogni individuo ha però una massa corporea che dipende appunto dall’altezza, dal peso, dal sesso, dall’età e dallo stato di salute. In un individuo adulto il numero delle cellule può anche oscillare: i linfociti, cellule del sistema immunitario, possono per esempio aumentare durante le infezioni. (fonte: www.focus.it/curiosita/quante-cellule-ci-sono-nel-corpo-umano).

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Queste sono le mie emozioni e io sono quel cielo io sono un cielo infinito attraverso cui passano le nubi Le osservo passare, senza scompormi, senza preoccuparmi senza identificarmi con quelle emozioni Resto nel mio centro e guardo le nubi passare guardo la rabbia, guardo la mia tristezza e mi chiedo: "Da dove arriva questa rabbia? Da dove proviene questa tristezza? Da dove proviene questa preoccupazione?" Se io sono qui, ora perché mi dovrei occupare del futuro? Se io sono qui, ora perché mi dovrei occupare del passato? Se io sono triste per il mio passato non sono qui ora Se io sono preoccupato per il mio futuro non sono qui ora Sono nel passato e nel futuro e il passato e il futuro non esistono e quindi io non esisto E quindi mi viene ansia E respiro “Centratura sul cuore” vuol dire che prima di poter fare un trattamento di Reiki a qualcun altro prima di poter parlare con te prima di poter gioire di qualunque cosa che la vita mi offra io devo esserci devo essere qui “Centratura sul cuore” vuol dire che io mi prendo un tempo per essere qui per essere quello che sono Qui, ora, io sono Inspiro inspiro a fondo e sento l'energia che comincia ad affluire nel mio corpo Non sono più trascinato via dal passato o proiettato nel futuro. Sto lasciando andare la preoccupazione per i miei cari: "Come faranno a vivere senza di me? Come faranno senza di me tutto il giorno? Io come farò senza di loro?" Entro in contatto con il senso di colpa per avere lasciato, abbandonato per essere qui, ora, con me stesso, con me stessa E respiro, respiro Inspiro: porto dentro di me l'energia della Vita Espiro: lascio andare l'energia della morte e del passato Inspiro: energia nuova, prana aria nuova entra nel mio corpo 7


Espiro energia vecchia morte e passato se ne vanno dal mio corpo Inspiro ed espiro Lascio entrare e lascio uscire E io sono un centro immobile intorno a cui si muove l'universo Guardo l'universo muoversi intorno a me Inspiro ed espiro E comincio a prendere contatto con il mio corpo Il mio Corpo Fisico, Annamayakosha4 che in sanscrito significa "corpo fatto di cibo, di sangue, di carne, di ossa, di pelle, di organi" E ascolto come sta il mio corpo Dal mio centro guardo il mio corpo come fosse un amico, un giovane amico, un vecchio amico e gli chiedo: "Come stai, amico mio? Amica mia, come stai? Stai bene? Hai riposato? Hai dormito bene questa notte? Ti è piaciuto il posto in cui hai dormito le persone con cui hai dormito? Ti piace stare qui? Ti è piaciuta la colazione? Ti piace il sole, il vento, la luce, il calore della primavera? Come stai? Hai bisogno di qualcosa? Hai fame, hai sete, hai sonno, hai freddo? Sei stanco? Hai bisogno di riposare? Hai bisogno di coccole? Hai bisogno di baci, di abbracci? Hai bisogno di carezze? Di cosa hai bisogno, amico mio? Hai bisogno di andare al mare? Di andare in montagna?" Chiediamoci, come prima cosa "di cosa abbiamo bisogno" I nostri bisogni sono fondamentali se i bisogni sono soddisfatti noi siamo felici se i bisogni sono insoddisfatti noi siamo infelici arrabbiati, irritabili, irritati, nervosi, duri, chiusi, rigidi aggressivi, infastiditi, fastidiosi Quando un solo bisogno è insoddisfatto, noi diventiamo cattivi 4 Secondo la filosofia Vedānta, l'essenza spirituale dell'uomo (detta Ātman) è rivestita da cinque involucri o guaine, chiamati kosha. Essi sono i corpi di cui è composto l'"io" fenomenico, che separano la coscienza (il proprio Ātman, il proprio Sé) dal Brahman indifferenziato. I cinque Kosha sono presenti in tutti i piani (grossolano, sottile e causale), partendo da quello più materiale per arrivare a quello più spirituale. Questo riflette la volontà Advaita (non duale) che non distingue fra fisica e metafisica, ma li considera gradazioni di un tutto. Annamayakosa: la prima guaina Annamayakosa è quella del corpo grossolano ed è così descritta: «Questo corpo è il prodotto del cibo e costituisce la guaina del cibo. Vive a causa del cibo e muore se ne è privo. È un miscuglio di pelle, carne, sangue, ossa e altre relatività; così esso non potrà mai essere l'eternamente puro Ātman che non deve la sua esistenza a nessuno fuorché a sé stesso.» (Vivekacūḍāmaṇi, sloka 154). La sua esistenza dipende dal prana (energia) assunto sotto forma di cibo, acqua e da prana più sottile assunto attraverso l'aria che respira. Il prana assunto attraverso la respirazione è la forma di energia più importante al corpo materiale, infatti senza cibo la sua sopravvivenza è possibile fino e oltre 6 settimane, senza acqua 3 giorni, senza aria, invece, la vita del corpo materiale cessa dopo soltanto 6 minuti. Il corpo fisico può essere armonizzato anche attraverso la pratica di posizioni mirate dette asana.

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CHE COS’È REIKI?

La storia di Reiki appare oggi indissolubilmente legata alla figura di Mikao Usui, il Fondatore del Sistema Usui di Crescita Spirituale, che ne introdusse la pratica in Giappone a partire dal 1922. Se le coordinate geografiche e temporali sembrano precise e avvalorate da documenti e testimonianze, appare tuttavia difficile, ad una più minuziosa indagine, stabilire con esattezza le modalità con cui Reiki iniziò la sua esistenza. Soprattutto è difficile stabilire se Reiki sia in effetti una disciplina originale, del tutto nuova ed indipendente da qualunque precedente esperienza, oppure se sia possibile tracciare una linea di discendenza e di sviluppo da tradizioni e pratiche già esistenti. La dimensione spirituale del Giappone all'epoca di Usui, ossia verso la seconda metà del XIX secolo, vedeva lo Shintoismo, noto in Giappone come "Kami No Michi" ossia "La Via degli Esseri di Luce" perfettamente integrato con il Buddismo: le divinità del pantheon scintoista si fondevano con le divinità buddiste, i Buddha e i Bodhisattva venivano idolatrati accanto ai Kami, ossia gli Esseri di Luce. Sacerdoti itineranti, chiamati Yamabushi, ossia "Monaci delle Montagne", amministravano il culto con rituali e pratiche che risultano una mescolanza di Shintoismo e Buddismo; essi ricercavano il "Kantoku", lo "Stato di Illuminazione", e per fare ciò si avvalevano di vari rituali di iniziazione, di pratiche sciamaniche, di danze e canti estatici. Erano soliti meditare sulla cima delle montagne sacre o presso le cascate e in quei luoghi erano soliti costruire templi per il culto. In questo periodo nasce lo Shugendo 8, ossia letteralmente "La via della crescita psichica e spirituale", che includeva pratiche strettamente ascetiche come il digiuno, la meditazione, l'uso di mantra e di mudra per raggiungere dimensioni estatiche. A ciò si aggiunge nel tempo la pratica del Buddismo Tantrico Cinese, della Magia Cinese dello Yin e dello Yang, del Taoismo e infine del Buddismo Tibetano. È nota e comprovata inoltre la secolare esistenza in Giappone di numerose forme di guarigione attraverso l'imposizione delle mani: nella Medicina Tradizionale Giapponese (derivata dalla Medicina Tradizionale Cinese) sono ben note numerose posizioni di "Teate" (guarigione con il palmo delle mani) per canalizzare il Ki o Chi (energia vitale). Nelle arti marziali il Teate viene praticato in varie scuole e Mikao Usui stesso sembra essersi lungamente dedicato alla disciplina del Jujutsu/Kenjutsu. Inoltre, fin dall'inizio dell'800 in Giappone vi fu una grande diffusione di un movimento noto come "Reijutsu", di derivazione shintoista, avente come scopo il miglioramento della salute fisica e mentale. Possiamo quindi definire la dimensione spirituale giapponese come un insieme ben amalgamato di elementi derivati dalla religione autoctona dello Shintoismo insieme ad insegnamenti popolari tradizionali pre-buddisti uniti alle pratiche spirituali sciamaniche e di adorazione delle Montagne Sacre. 8

Lo Shugendo si divideva in due rami principali: lo Onzan-ha, legato al Buddismo Tendai e il Tozan-ha, facente capo alla Scuola Shingon del Buddismo Esoterico dell'Ordine Mikkyo. L'Ordine Mikkyo poi è una disciplina esoterica il cui nome significa "Insegnamento Segreto" in quanto si basa su una tradizione strettamente orale delle informazioni e su un processo di attivazione energetica, ossia una iniziazione da parte di un Maestro della Disciplina. Gli insegnamenti del Buddismo Mikkyo derivano dalla tradizione esoterica dell'India e della Cina e furono portati in Giappone a partire dal VI secolo d.C. Furono poi i monaci Kukai (Fondatore dello Shingon) e Saicho (Fondatore del Buddismo Tendai) a ordinarne i concetti centrali.

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Certamente uno studioso come Usui, al contempo un ricercatore spirituale e un praticante di arti marziali, non poteva non conoscere a fondo le tradizioni religiose del proprio paese, del proprio popolo e della propria epoca. Sembra lecito desumere che Mikao Usui attraverso anni di studio e di esperienza abbia colto la profonda essenza spirituale del suo tempo e con un supremo atto Mistico/Sincretico ne abbia tratto il suo Metodo di Guarigione Spirituale che oggi conosciamo con il nome di Reiki.

Figura 1 - Un ritratto di Mikao Usui

Mikao Usui9, secondo la tradizione, era un monaco cristiano nato in Giappone nella seconda metà del XIX secolo, che dopo anni di faticose ricerche e in seguito ad una intensa esperienza mistica, scoprì il Segreto della Guarigione chiamandolo Reiki. Si narra che salì su una montagna, il Monte Kurama10, e sulla cima di questa montagna, dopo un ritiro e un digiuno di 21 giorni, raggiunse il satori, uno stato di illuminazione11, e vide passare davanti ai suoi occhi delle sfere colorate, che immaginiamo essere i chakra. All’interno di queste sfere vide dei simboli: il Primo Simbolo, il Secondo Simbolo, il Terzo Simbolo, il Quarto Simbolo, che sono i Simboli di Reiki.

Hawayo Takata12, una delle prime Maestre di Reiki, narrava ai suoi studenti questa storia: 9

Se fino a qualche anno fa esistevano solo vaghe informazioni sulla vita di Usui, al punto da far dubitare ad alcuni perfino della sua effettiva esistenza, recentemente sono emerse importanti prove documentali e testimonianze del suo passaggio terreno. Le iscrizioni sul suo monumento funerario, il presunto ritrovamento di un personale Manuale di Appunti, il graduale superamento di comprensibili reticenze nei confronti degli occidentali da parte dei depositari orientali (più che centenari) dei suoi insegnamenti, hanno delineato una figura più nitida della vita e delle opere di Usui Sensei. Noi oggi sappiamo che Mikao Usui nacque il 15 agosto 1865 nella provincia di Kyoto, in Giappone, nel villaggio di Tania-mura, oggi chiamato Miyamacho, nel distretto Yamagata, che oggi è la Prefettura di Gifu. Nel 1869 iniziò i suoi studi presso la scuola di un Monastero di Buddismo Tendai: la famiglia di Usui era seguace del Buddismo Tendai e proveniva da una discendenza di Samurai (Hatamoto). All’età di 12 anni cominciò a dedicarsi alle arti marziali raggiungendo alti livelli: era uno studente assai dotato e diligente. Viaggiò molto per studio e per lavoro, non ebbe fortuna in affari e cadde in disgrazia, ma seppe riprendersi e continuò il suo lavoro di crescita. A 30 anni Usui Sensei sposò Sadako Suzuki da cui ebbe due figli, un maschio, Fuji (nato nel 1908) e una femmina, Toshiko, (nata nel 1913). Nel marzo del 1922 entrò in contatto con Reiki e comprese come utilizzarlo quale strumento di crescita personale, evoluzione spirituale e autoguarigione. Nell’aprile del 1922 anni aprì il suo primo Centro di Pratica e Insegnamento ad Harajuku, Aoyama, Tokyo. Il “motto” del suo centro era: “In Unione con il proprio Sé attraverso armonia ed equilibrio”. La sua fama crebbe rapidamente e molte persone lo raggiunsero per studiare con lui. Nel 1923 Tokio fu distrutta da un terribile terremoto: migliaia di persone morirono, altre furono ferite, altre si ammalarono. Usui si adoperò per portare sollievo alle vittime con i suoi poteri di guarigione. Nel 1925, in seguito alla grande affluenza, Usui si spostò in un altro Centro, più grande, a Nakano, nella periferia di Tokyo. Usui era una persona affettuosa, calorosa e umile nell’atteggiamento. Era forte di salute e fisicamente ben proporzionato. Non si dava mai arie e aveva sempre un sorriso per tutti. Si dimostrava assai coraggioso nell’affrontare i momenti difficili. Amava leggere e scrivere, possedeva conoscenze in materia di medicina, psicologia, teologia, praticava l’arte della divinazione e conosceva le religioni del mondo. Nel corso della sua vita trasmise i suoi insegnamenti ad oltre duemila persone e iniziò 17 Maestri. Morì il 9 Marzo del 1926 all’età di 62 anni. 10 Il Monte Kurama è una montagna posta nella zona nord-occidentale della città di Kyoto, raggiunge i 584 metri. 11 Il satori è un concetto chiave del Buddismo Zen, e si può tradurre con “illuminazione individuale”, o “improvvisa intuizione, lampo di consapevolezza improvvisa”. Si dice che non si possa arrivare allo Zen se prima non si passa per il satori: per questo è considerato un obiettivo da raggiungere, se non arriva spontaneamente, talvolta tramite pratiche quali digiuni o meditazioni. (fonte: http://www.centronirvana.it/articolichanzen73.htm) 12 Hawayo Hiromi Takata (Kauai, 24 dicembre 1900 – 11 dicembre 1980) è stata il terzo maestro di Reiki nella discendenza di Usui. Nel 1935 Hawayo Takata, di origini giapponesi ma nata e cresciuta in America, giunse in Giappone per farsi curare un tumore; mentre stava per sottoporsi a un intervento chirurgico decise che quella non era la strada migliore da percorrere. Attraverso l'intervento della sorella del medico curante, la signora Shimura, Hawayo Takata venne ricoverata nella clinica di Chujiro Hayashi. Sottoposta a trattamenti prolungati e quotidiani di Reiki, migliorò sensibilmente le proprie

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L’ideogramma di Reiki

Reiki è una parola giapponese formata da due ideogrammi, Rei e Ki. L’ideogramma “Rei” è fatto in questo modo: cielo, nuvole, la discesa della pioggia, una bocca aperta, due bocche aperte, tre bocche aperte a ricevere appunto la pioggia, uno spazio sacro, un tempio (una capanna, forse, con un palo centrale) e sciamani 25 , guaritori, sono uomini e donne che danzano, fanno una danza di guarigione in questo luogo sacro, danzano per invocare la pioggia, simbolo di vita (la danza della pioggia è un classico della cultura sciamanica nord-americana, ad esempio). Dove non c’è acqua non c’è vita, la vita sulla Terra comincia dall’acqua, noi siamo composti al 99% di acqua, senz’acqua non sarebbe possibile la vita sulla Terra: le tre bocche aperte, che quindi sono lì a ricevere la pioggia, possono essere intese anche come il mondo minerale, vegetale, animale.

“Ki” significa: Vapore, riso, un chicco di riso cuoce in una pentola, cibo, nutrimento per il corpo.

L’acqua, la pioggia che scende per far crescere il riso che io posso mangiare, e l'acqua evapora e ritorna nell'eterno ciclo dell'energia. L'energia scende dal cielo, io mangio l'energia, io torno energia: scendo dal cielo, mi incarno in una vita, muoio, mi reincarno da una vita all'altra. E di questa vita noi non siamo solo partecipi, ma addirittura il seme, che è l'essenza: da questa essenza noi possiamo trarre nutrimento per il nostro corpo, nutrimento per noi stessi e soprattutto questo seme che è dentro di noi, che è la nostra essenza individuale, senza il nutrimento spirituale, senza questa pioggia, senza questa acqua, questo seme non potrebbe crescere, non potrebbe svilupparsi, non potrebbe dare frutti. Reiki è la parola composta da questi due ideogrammi, e rappresenta proprio l’unione dei due significati: l’unione, l’unità, il tutt’uno armonico tra Rei, Energia Universale e Ki, Essenza Individuale.

25 Lo sciamano anticamente era una figura che rivestiva un ruolo di sacerdote, di psicoterapeutica, di medico… Questi ruoli anticamente erano riuniti nella figura dello sciamano. L’operatore olistico, in effetti, se ci pensiamo bene, il maestro di Reiki, che ha delle conoscenze appunto di medicina, di psicologia e di tecniche o strumenti di guarigione vuole anche un po’ riportare e ricondurre a questa dimensione in cui non c’era solo il prete che si occupava della parte spirituale, lo psicoterapeuta che si occupa della parte mentale, il medico che si occupa della parte fisica. Tutto questo implica che queste tre funzioni vengono considerate separatamente. Secondo svariati dizionari etimologici, la parola sciamano (per la prima volta attestata nel 1698) sarebbe entrata nell'italiano dall'inglese shaman, questo (attraverso lingue slave e germaniche) dal tunguso šaman, a sua volta dal pali samana, derivato dal sanscrito sramana che significa "monaco". Da notare la radice indoeuropea sa, legata al verbo "sapere" e mánu con significato di uomo. (www.wikipedia.it)

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“Rei”, Energia Universale

Cosa è dunque Rei? Rei è tutto ciò che dà la Vita, è la pioggia, è l’acqua. Noi, in Occidente, più che di acqua parliamo di aria e dunque “Spirito”: spiritus26 vuol dire respiro, spirare vuol dire morire, respirare vuol dire vivere; inspirare vuol dire: “Io inizio la mia vita con una in-spirazione”, il primo atto di autonomia del bambino è la respirazione polmonare. Attraverso la respirazione polmonare io faccio entrare dentro di me l'aria, contemporaneamente mi tagliano il cordone ombelicale, il che vuol dire: “Io non sono più dipendente da mia madre per la vita, sono finalmente libero, autonomo. Respiro.” Si entra nella vita con una inspirazione che fa scrocchiare, aprire i polmoni; si lascia la vita esalando l'ultimo respiro. Non so se avete mai visto qualcuno morire, se avete mai assistito a un ultimo respiro: sembra veramente che dalle viscere, l'aria, l'anima, esca dal corpo con un potente, ultimo sussurro. “Animus” vuol dire “soffio27”, spiritus vuol dire “aria, respiro, respirare”. Quindi capite che anima e spiritus, respiro, respirare, ispirazione, aspirare, esalare l'ultimo respiro, inspirare, “ispirazione” (che vuol dire connettersi con una dimensione transpersonale per ricevere delle informazioni), “aspirazione” (che vuol dire avere un ideale che io cerco di raggiungere), sono tutti legati a questo elemento immateriale che è l'aria che ci circonda, che tutti noi sentiamo. È evidente che noi abbiamo bisogno di aria: basta smettere di respirare, o tapparsi il naso e in pochi minuti diventa molto evidente quanto abbiamo bisogno di aria. Eppure l’aria non si vede, non la percepiamo. Alcuni lo chiamano “pneuma”, che ancora una volta ci porta alla respirazione (polmone deriva dalla parola greca “pneuma” che vuol dire “respiro, respirazione”), alcuni lo chiamano “logos”, cioè principio primo, Verbo; alcuni lo chiamano Dio, per carità, va benissimo: Rei sono 3 lettere, Dio sono 3 lettere, God 3 lettere; alcuni lo chiamano Brahman. In moltissime cosmogonie (“cosmo” deriva ancora una volta da una parola greca, “cosmos”, che vuol dire “ordine”, che si contrappone al Caos, che è un’altra forza di disgregazione: Cosmos cerca di mettere in ordine mentre Caos crea disordine, la Vita e la Morte, Eros e Thanatos, Logos e Cosmos) l’inizio del mondo, dell’universo, viene rappresentato con l’Uovo Cosmico: nella visione vedica tutto nasce da Brahman, che è l’uovo cosmico; la sillaba “om”, simbolo del Creatore, di Brahman, è l’eco del big bang, della creazione dell’universo. Nello Shintoismo, che significa “la via degli Esseri di Luce”, che è una religione animista, si ritiene che lo spirito di Dio pervada soprattutto le foreste, le rocce, le cascate, il vento, si dà enorme rilevanza alla natura. Diciamo che “noi della New Age” possiamo parlare di Energia Universale. 26 Dal verbo latino "spirare", che significa "soffiare", deriva "spiritus" (letteralmente: "soffio", "respiro", "alito") che a sua volta deriva dalla radice indoeuropea *(s)peis- ("soffiare"). Il vocabolo latino è traduzione di quello greco pneuma (“respiro", "aria", "soffio vitale") e dal punto di vista filosofico può essere visto nell'ápeiron del presocratico Anassimandro, che aveva in qualche misura smaterializzato l'arché (greco: ἀρχή) degli altri naturalisti ionici, il principio originario dell'universo e di ogni sua parte, impalpabile e invisibile ma pur sempre materiale, come dimostra un otre vuoto che soffiandovi dentro si riempie di materia aerea. Con gli stoici il termine comincia ad essere accostato a quello di spirito. Il pneuma appartiene al dio che dà vita alle cose e le guida secondo i suoi voleri. Il pneuma è una forza che si manifesta non solo nel singolo uomo ma è presente in tutte le cose come "anima del mondo". (www.wikipedia.it) 27 Dal latino anima, connesso col greco ànemos, «soffio», «vento».

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La cosa più semplice, soprattutto all'inizio dell'umanità, è sembrata quella di attribuire a questa dimensione il concetto di mistero. Cos'è Rei? Il Mistero. Esiste una condizione dell'esperienza umana che è legata all'esperienza del mistero. Nell'antichità, nell'Egitto, c'erano i culti di Iside per esempio, i misteri di Iside, di Osiride, i misteri di Mitra. La cultura misterica28 è legata al fatto che esiste una comprensione di ciò che è misterioso, che non è possibile dal punto di vista logico, razionale. Il mysterion ("mistero", che deriva dalla parola greca myein "chiudere gli occhi e le labbra") era accessibile soltanto agli "iniziati" (mystoi), introdotti ai culti dalle "guide" (mystagoi). I termini sono derivati dalla radice my-. Nell'antichità tale radice è stata posta in rapporto con quella del verbo myô, "chiudo", usato nella forma assoluta col significato di "chiudere la bocca" o "chiudere gli occhi". In questi termini è stato individuato il carattere esoterico dei riti relativi, chiamati così per «il fatto che coloro che ascoltavano dovevano chiudere la bocca e non spiegare ad alcuno quelle cose» (Aristofane)29. La comprensione del mistero della vita è comprensibile ad un altro livello, ed è quel livello che noi chiamiamo “Spirito, Spiritualità”.

28 I Misteri dell’antichità classica erano culti iniziatici che miravano ad assicurare agli adepti un più diretto contatto col divino attraverso un’esperienza mistica indimenticabile, capace di trasfigurare la loro esistenza. L’iniziazione ai Misteri era una pratica segreta parallela ai culti ufficiali che offriva, prima di Cristo, consolanti prospettive di salvezza e rinascita. I misteri più famosi del mondo greco erano i Misteri eleusini, legati al culto di Demetra e Kore. Accanto a questi, sono da ricordare quelli legati al culto di Dioniso, sfociati poi nell’Orfismo, i misteri dei Cabiri in Samotracia, quelli di Zeus Ideo a Creta e di Ecate ad Egina. Nel sincretismo religioso tipico dell’età ellenistica, e più tardi romana, ebbero notevole importanza le religioni misteriche di origine orientale: i culti di Cibele e Attis, di Iside e Osiride e i Misteri di Mitra. I culti misterici erano contraddistinti da elementi comuni, il più importante dei quali era la segretezza: l’accesso era vincolato a una cerimonia di iniziazione, rito indispensabile alla piena partecipazione al culto. Non era lecito conoscere i segreti della divinità prima dell’iniziazione e, in seguito, non era permesso rivelare ai profani quanto si era visto e appreso (e proprio questo vincolo al silenzio ha fatto sì che giungessero fino a noi solo notizie incerte e frammentarie). L’iniziazione avveniva per gradi, con accesso allo stadio superiore solo dopo aver superato quello precedente, e culminava nella solenne celebrazione notturna in cui l’adepto realizzava l’unione con la divinità. I culti avevano inoltre in comune l’aspetto rituale delle cerimonie che consistevano in esperienze individuali e collettive, con danze, invocazioni, penitenze, abluzioni purificatrici, digiuni, esibizione di oggetti sacri e preghiere. Un’altra componente di alcuni riti era, secondo alcuni studiosi, l’uso di allucinogeni, finalizzato a favorire l’estasi mistica. Tuttavia non tutti sono d’accordo con questa ipotesi, e neppure esiste un’uniformità di vedute sul tipo di sostanza psicotropa eventualmente assunta dai partecipanti ai misteri. Frequente era anche il riferimento all’agricoltura, con il parallelismo simbolico alle vicende naturali di morte e rinascita, tipiche “stazioni” di ogni iniziazione. Le pratiche specifiche che ogni culto osservava, invece, erano diverse: dalle danze orgiastiche ed estatiche dei Misteri dionisiaci, il cui effetto era accresciuto dal digiuno o da sforzi fisici prolungati, ai riti sanguinosi che prevedevano l’evirazione dei sacerdoti e cerimonie di possessione nel culto di Cibele. L’aspetto più visibile delle celebrazioni misteriche era legato al piano emozionale, poiché con tali cerimonie si intendeva provocare un’esperienza che rimanesse indelebile nella mente di chi vi si accostava. L’azione sconvolgente sulla psiche dell’adepto era in gran parte dovuta al carattere duplice dell’esperienza misterica, alla continua alternanza di gioia e paura. Buona parte dei rituali utilizzati nelle iniziazioni erano infatti volti a suscitare turbamento e anche vero e proprio terrore, con il fine di rendere il più intenso possibile il sollievo che seguiva a queste prove. In tal modo, il contrasto tra l’esperienza sconvolgente e la conclusione rasserenante rappresentava simbolicamente la rinascita dell’anima e l’iniziato, grazie a questo passaggio dalle tenebre alla luce, avvertiva con più forza il valore salvifico dell’esperienza cui si era sottoposto. Ma il rito di iniziazione non consisteva in una pura e semplice esperienza emozionale: numerose fonti testimoniano il compiersi di una vera e propria forma di “trasmissione”. Più problematico è determinare quale fosse l’effettivo contenuto di tale trasmissione: le fonti sono abbastanza unanimi nell’affermare che alla base dei misteri stesse uno hieròs lògos, un racconto sacro, nel quale venivano narrati particolari aspetti del mito legato alla divinità tutelare o erano enunciate caratteristiche della divinità stessa che sfuggivano alla conoscenza dei profani. Nell’Antica Grecia gli dei e le dee del suo pantheon controllavano le forze della natura, venerate nei santuari e nei templi con preghiere e sacrifici vegliavano sulla quotidianità dei mortali. Tuttavia, parallelamente a questa religione ufficiale, esistevano altri culti mistici, spesso relativi alla fertilità, risalenti a prima dell’epoca classica. I più celebrati erano i Misteri Eleusini, che erano tenuti molto segreti, c’era il rischio di condanna a morte per chi fosse stato scoperto a spiarne i riti, e l’adepto che ne avesse rivelato i segreti poteva subire la confisca dei beni. Ma gli iniziati erano talmente motivati a rispettare il loro giuramento, in cambio della vita eterna, che tutt’ora molti di questi misteri restano tali. (Fonte: http://luigi-pellini.blogspot.it/2013/02/i-culti-misterici-legati-ai-santuari.html) 29 Per approfondimenti vedi: http://www.mistica.info/unmisteri.htm

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Concetto di Spiritualità

Cos'è la Spiritualità? Innanzitutto chiariamo che “spiritualità” non vuol dire “religione”. Il termine “religione” deriva da “religio”, che in latino vuol dire "legare, unire, collegare"30 e fare parte di una religione sicuramente mi collega, mi connette, alla divinità. Nelle religioni antiche Dio viene identificato fondamentalmente con il Sole31: Ra era il simbolo del Sole presso gli egizi; Zeus deriva da "Diaeus", che nell'antico indoeuropeo vuol dire "giorno", il "dies" dei latini; “Dyaeus Pita” era una divinità della tradizione ariana, e in sanscrito vuol dire “padre cielo”, ma anche "giorno luminoso", (da cui poi deriva Jupiter il nome latino di Zeus o Giove, e il sostantivo stesso pater, Padre). Proviamo a metterci per un momento nei panni di un essere primitivo, che comincia a raggiungere la stazione eretta, comincia a guardarsi attorno, a guardare in alto: vede attorno a sé il cielo, dove c'è luce e c'è Dio e quindi la luce è Dio. Allo stesso modo immaginiamoci sempre una società primitiva rispetto al buio e alla notte: di notte non vedo dove sto andando, quindi finisco nei crepacci, nei buchi, i nemici mi possono aggredire, gli animali. I predatori fondamentalmente vivono e cacciano di notte e quindi di notte io rischio la vita: la notte, l'oscurità, la tenebra viene assimilata con qualcosa di oscuro, diabolico, nemico. 30 Il termine religione deriva dal latino relìgio, la cui etimologia non è del tutto chiara. Secondo Cicerone (106 a.C.-43 a.C.), la parola originerebbe dal verbo relegere, ossia "ripercorrere" o "rileggere", intendendo lo studio e la ricerca dei testi, la cura e l’attenzione nell’avvicinarsi alla divinità, ma forse anche la ripetizione delle preghiere e dei riti (come sostiene il glottologo Emile Benveniste), o alla tradizione dei stessa dei testi sacri, letti e riletti di generazione in generazione. Lucrezio fece invece derivare religio dalla radice di re-ligare, nel significato «dei legami che uniscono gli uomini a certe pratiche» – derivazione che fu poi ritenuta tale anche da Lattanzio e Servio però col significato di «legarsi nei confronti degli dei», se non addirittura a significare che l’uomo è trattenuto, impedito, da “regole, leggi”, essendo le sue mani letteralmente "legate dietro la schiena"». Infine, Sant’Agostino inserisce la derivazione dal verbo religere, composto dal rafforzativo re- al verbo eligere, “scegliere nuovamente, o con convinzione e determinazione”, che è l’atteggiamento del credente. (www.wikipedia.it e it.cathopedia.org) 31 Una divinità solare è un dio o una dea che rappresenta il sole (divinità), o un aspetto di essa, di solito con la sua potenza percepita e resistenza. Innumerevoli divinità solari e l'adorazione dell'astro solale si ritrovano in tutte le civiltà nella maggior parte della storia documentata, in varie forme. Di seguito è elencata una lista di divinità solari presenti all'interno della mitologie mondiale. Ainu: Chup Kamui, una divinità lunare che ha cambiato posto con il fratello per diventare la Dea del Sole; Araba: Malakbel, dio del sole (presente a Palmira); Azteca: Huitzilopochtli, dio del sole e della guerra, Nanauatzin, dio del sole, Teoyaomicqui, paredro di Cihuacoatl, è il dio delle anime perdute, del sole e della sesta ora del giorno, Tonatiuh, dio del sole e dominatore dei cieli, Xiuhtecuhtli, dio del fuoco, del giorno e del calore estivo. Baltica: Saulė, dea del sole e della fertilità. Basca: Ekhi, dea del sole e protettore dell'umanità. Buddhista: Marici, dea del cielo, del sole e della luce. Cananea: Shapash, dea del sole. Egizia: Bast, gatto divino associato con il sole, Horus, dio del cielo il cui occhio destro è stato considerato come il sole e quello sinistro la luna, Amon, creatore divinità a volte identificato come un dio del sole, Atum, il "distruttore del mondo" che rappresenta il sole che mette fine alla creazione. Originariamente associato con la terra, era considerato il dio creatore nella teologia eliopolitana, Aton, dio del sole, il disco visibile del sole, Khepri, dio della rinascita e del sorgere del sole, Nefertum, dio della guarigione e della bellezza, che rappresenta la prima luce del sole, Ra, dio del sole, Sekhmet, dea della guerra e del sole, e, talvolta, anche della pestilenza oltre che creatrice del deserto, Sopdu, dio della guerra e del caldo del sole estivo, Ptah, dio dell'artigianato, delle arti in generale e della fertilità, a volte viene detto rappresentare il sole durante la notte, Khnum, il dio del tramonto. Germanica: Sól (Sunna). Greca: Elettriona, dea del sole, della mattino e del risvegliarsi, Atena, dea della saggezza e dei mestieri, con caratteristiche accentuate anche di divinità solare, Apollo, dio della luce dell'Olimpo, del sole, della profezia, della guarigione e anche della peste, del tiro con l'arco, dell'arte musicale e poetica, Eos (mitologia), dea dell'aurora (giorno), Helios, uno dei Titani dio del sole, Iperione (mitologia), Titano dio della luce, originariamente un epiteto del Sole dal significato letterale di "che si muove al di sopra", Phanes, chiamato anche Protogonos ("il primo nato") e Erikepaios ("donatore di vita"), progenitore di luce e vita, descritte con "ali d'oro", circondato dai segni dello Zodiaco ed equiparato con l'iranico Mitra (divinità), Teia (mitologia), una divinità-titanessa associata con il sole. Induista: Agni, dio del fuoco, associato con il sole, Arimane o "Angra Mainyu", dio del sole e spirito malvagio secondo lo Zoroastrismo, Mitra (divinità), dio della onestà, l'amicizia, i contratti, le riunioni e il sole del mattino, Saranyu, dea dell'aurora e nuvole, Savitr, dio del sole all'alba e al tramonto, Surya-Ravi, dio del sole. Incas: Inti, dio del sole e patrono divinità del dell'Impero Inca. Giapponese: Amaterasu, primordiale dea del sole. Mespotamica: Šamaš, il dio accadico del sole e della giustizia, Utu (divinità), divinità dei sumeri del sole e della giustizia, perfettamente corrispondente al precedente. Norrena: Baldr, dio associato con la luce, la bellezza, l'amore e la felicità, Dagr, personificazione del giorno, Freyr, dio della fertilità, la sessualità, la pace e la luce del sole, Sól, de facto la dea solare. Persiana: Nahundi, dio del sole e del diritto. Sami: Beiwe/Beaivi, dea del sole, la primavera, la fertilità e la sanità mentale. (www.wikipedia.it).

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"Assatan", la parola ebraica da cui deriva "Satana", vuol dire “nemico, avversario, colui che si oppone”; "Diavolo" deriva da "Dia-ballo", che vuol dire "separo", quindi "Diabolus" o "Diaballo" è tutto ciò che separa (letteralmente “metto attraverso, trafiggo”). "Assatan" è ciò che è il nemico, ciò che è antagonista, ciò che si oppone alla mia felicità, alla mia gioia, alla mia autorealizzazione. Nella notte, inoltre, per un certo periodo c'è il buio, ma poi arriva una falce di luna, poi la luna diventa metà, e poi la luna diventa piena, e poi comincia a rimpicciolirsi, e poi sparisce e poi di nuovo si riempie. E ogni volta che c'è un ciclo lunare la donna perde sangue e allora l'associazione fra il mese, "menstrum" e il ciclo mestruale, la donna e la luna diventa praticamente automatico. E quindi diciamo che sicuramente anticamente le divinità, a cui gli esseri umani hanno attribuito un valore trascendente e spirituale, sono il Sole e la Luna, perché il Sole rischiara il giorno e la Luna rischiara la notte e quindi inizia questa contrapposizione fra luce e ombra. Quindi cosa è Dio? Cosa è Dio, inteso come questa Energia Universale? In Reiki, che non è una religione, non ci poniamo il problema di chi ha creato chi: esiste una Energia Universale. Certamente a una mente più evoluta (rispetto a quella dell’uomo primitivo) e a persone che intraprendono un cammino di ricerca spirituale, appare un conflitto: la Vita è un conflitto continuo con la Morte, la danza di Eros e Thanatos. Vivere significa anche morire, e paradossalmente morire significa vivere: se non muoio non posso rinascere, se non accetto la morte vivrò tutta la vita con la paura di morire. In realtà, la paura di morire dovrebbe darmi lo stimolo a vivere, cioè sapere che un giorno tutto finirà, tutto sarà finito, che poi è uno dei primi concetti del Buddha, il concetto di impermanenza. Tutto è destinato a finire. E quindi se tu hai ben presente che tutto è destinato a finire, come fai a preoccuparti? Come fai ad avere paura, ad avere rabbia, ad avere attaccamenti, ad avere bramosie? Tanto tutto è destinato prima o poi a finire.

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“Ki”, Essenza Individuale

Per quanto riguarda invece il Ki, cioè l’Essenza Individuale, “Ki” vuol dire “energia, identità, essenza propria di ciascuna cosa”: quella sedia ha il suo Ki, io sono io e ho il mio Ki, tu hai il tuo Ki. “Ki” è un concetto che racchiude in sé tutte le qualità proprie di quell’individuo specifico, corrisponde a ciò che io sono veramente, il nucleo del mio Io, del mio Sé. E forse non è un caso se “Ki” in giapponese e “Chi” in italiano, per qualche strana ragione coincidono e hanno anche un senso comune, (ma naturalmente Ki non ha niente a che vedere con il pronome “chi”). La domanda a questo punto è: “Chi sono io?” Intanto vediamo chi non sono io: io non sono un maschio, non sono Umberto, non sono un maestro di Reiki… Tutti questi nomi o attributi che mi vengono dati non dicono assolutamente nulla rispetto a quello che “Io” sono. Perché essere un uomo indica solo a quale specie animale io appartengo; che io sia bianco indica se io sono ariano, caucasico o indocinese; che io abbia 51 anni indica quanto io abbia vissuto, quante unità di tempo siano passate dal momento della mia nascita; il mio nome indica semplicemente che mia madre ha avuto la fantastica idea di chiamarmi come suo padre (il quale a sua volta è stato chiamato Umberto perché Umberto I è stato ammazzato); il mio cognome non indica niente (Carminius indica probabilmente un centurione romano dai capelli rossi, che ha avuto delle terre in Toscana, l’ager carminianus da cui derivano tutti i Carmignani). Che cosa dice di me il fatto che io sia un avvocato o un Maestro di Reiki? È il lavoro che faccio per vivere. Io non sono un marito: è un termine che indica il fatto che ho deciso di sposarmi; io non sono un padre, è un termine che indica che biologicamente ho avuto un figlio. Io non sono un padre, un uomo, un maschio: tutto questo non dice niente di me. E quindi la domanda “Chi sono io?” non può essere posta: non ha nessun senso chiedersi chi sono io. L’importante è che io sia quello che sono: che io sia, che io viva la mia vita, che io stia bene, che io sia in contatto con il mio corpo, con la mia mente, con le mie emozioni… Qualunque cosa io creda di essere, è quello in cui mi sono identificato, è quello che mi hanno fatto credere che io sia: un italiano, un interista, un genovese. Io sono, se proprio dobbiamo dare delle definizioni, un’Anima immortale ed eterna che sta vivendo in questo corpo, in questo tempo e in questo spazio un’esperienza mortale e limitata nel tempo. Ma non è importante sapere chi sono io, l’importante è essere. E essere significa che il mio corpo si trova nel luogo nello spazio e nel tempo in cui trae il maggior beneficio dall’ambiente circostante e dalle relazioni circostanti. Il problema centrale, su cui si impianta il processo psicosomatico della malattia, è che se io non so chi sono io, come faccio a fare delle scelte adeguate? Figura 20 – La relazione tra Rei-Ki e Dio-Io

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Se io non so chi è Dio, come faccio a relazionarmi con la dimensione trascendente e con la realtà che mi circonda? Perché Dio è il mondo... Cioè "chi è Dio?" Dio è Padre e Madre cosmici, ma sono padre e madre. Noi siamo tutti figli di Dio: qui c'è Dio, ma qui ci sono Adamo ed Eva, cioè uomini e donne, quindi se io non so chi è Dio, non posso sapere chi sono io. Se io non ho una buona relazione con mio padre e con mia madre, finirà che andrò inconsapevolmente a proiettare dei contenuti inconsci non risolti su Dio. E quindi odierò la vita, come madre, ed il destino, come padre: “Non valgo nulla, la vita fa schifo, la vita è dura, è difficile, è incomprensibile e Dio se ne sta lassù sulle nuvole e mi giudica, mi punisce e mi manda all'inferno”. E dal concetto di un Dio che giudica nasce immediatamente il senso di colpa. La psiche cos’è? Un contenitore di informazioni. La psiche è il campo morfogenetico46. Se io sono qui, io nasco all’interno di una famiglia, che esiste all’interno di una nazione, che esiste all’interno di una cultura, che esiste all’interno di una tradizione, che esiste all’interno di un’economia, che esiste all’interno di un tempo storico, che esiste all’interno di un sistema politico… Per cui io, e qui veniamo al punto di Ki, che vuol dire essenza individuale, cioè chi sono io veramente. E chi sono io veramente, nel momento in cui esisto all’interno di una famiglia, di una nazione, di una cultura, di una società, di una tradizione, di un’economia, di un tempo storico? Cioè, io sono libero di essere me stesso? Perché siamo vestiti? Perché ce ne andiamo in giro Figura 21 – La Psiche vestiti con 40 gradi all'ombra? Perché copriamo le nostre parti intime? Perché ci mettiamo questi vestiti e non altri? Ma tu perché ti sei vestito così stamattina? Perché ti sei messo camicia, maglietta, pantaloni, mutande, calzini? Mi sono vestito così perché credo di essere libero di scegliere, di aprire l’armadio e di mettere la cosa che mi piace. 46 Rupert Sheldrake, biologo e saggista britannico, nei suoi scritti: A New Science of Life (1981) e The Presence of the Past (1988), elabora la teoria dei campi morfogenetici. Sheldrake si pone il problema di prevedere il comportamento di un aggregato (un sistema, un organismo complesso composto da più parti) sulla base dei comportamenti dei suoi singoli elementi. Prendendo come riferimento il volo degli stormi di uccelli, o la formazione dei cristalli, fino a considerare le molecole proteiche del corpo umano o la formazione di cellule diverse a partire da un'unica cellula e da un unico DNA, Sheldrake individua la presenza di una forza invisibile presente nel sistema ma non identificata con uno dei suoi componenti, bensì col sistema stesso. Inoltre questo "campo morfico", responsabile dell'organizzazione, della struttura e della forma del sistema, avrebbe una sua memoria, determinata - questa sì - dal contributo di ciascun membro. In linea con la moderna fisica, che parla di campi elettromagnetici e gravitazionali, e parallelamente alle scoperte della fisica quantistica sull'entanglement (ovvero sulla permanenza di una relazione tra due particelle subatomiche poste a distanza), Sheldrake elabora tre principi base dell'ipotesi della Causalità Formativa: I campi morfogenetici sono un nuovo tipo di campo che fino ad ora non è stato riconosciuto dalla fisica: non potranno mai essere realmente compresi attraverso le concezioni meccanicistiche classiche, ma richiedono concetti assolutamente nuovi. Così come gli organismi alla cui formazione presiedono, si evolvono. Hanno una storia e, grazie a un processo chiamato risonanza morfica, contengono in sé una memoria. Ogni individuo facente parte di una specie, attinge alla memoria collettiva della specie e si sintonizza con i suoi membri passati, a sua volta contribuendo all'ulteriore sviluppo della specie stessa. Fanno parte di una famiglia più vasta di campi, detti campi morfici: così come i campi già noti dalla fisica, essi sono memorie di influenza all'interno dello spazio-tempo, localizzati dentro e intorno ai sistemi che organizzano e strutturano con le loro informazioni. Essi presiedono e organizzano i sistemi, ponendo ordine al caos e all'indeterminismo. Inoltre comprendono in sé e connettono le varie parti del sistema o dei sistemi che organizzano. La funzione basilare dei campi morfici è quella di imporre un ordine all'indeterminismo dei sistemi che presiedono: essi lavorano a livello subatomico, agendo come restrizioni programmate e schematizzate sulla moltitudine di eventi probabili. I campi morfici guidano i sistemi verso obiettivi specifici, che rappresentano i limiti verso i quali un sistema dinamico viene attratto (quelli che Renè Thom nella sua teoria del caos e delle catastrofi chiama "attrattori"). (Vedi: www.costellazionifamiliariesistemiche.it/teoria/rupert-sheldrake-e-il-campo-morfogenetico).

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No, io sono vittima di un condizionamento culturale che si chiama moda, che deriva dal mio essere qui in Occidente e deriva dal mio vestirmi in modo occidentale. Se io fossi in India, in Africa, al Polo Nord, se io fossi un eschimese, un abissino, un maori, un aborigeno, mi sarei vestito secondo quelli che sono i dettami della cultura a cui appartengo e in cui sono nato. Quindi capite il profondo legame che esiste tra Dio e l’individuo, tra il cosmo, quello che mi circonda, e il mio universo interiore. Ed ecco perché io sono parte di questa grande realtà che mi circonda e non ci può essere mai nessuna frattura, non ci può essere mai in nessun momento una soluzione di continuità. Io sono parte di tutto questo. Bisogna vedere quanto di tutto questo mi serve per vivere bene la mia vita e quanto di tutto questo è un condizionamento culturale che al contrario mi impedisce di vivere la mia vita, perché mi fa credere che sia bello, buono, giusto e soprattutto vero quello che dicono gli altri e non quello che sento io. Ecco perché il vero problema dell’identità è chiedermi “Chi sono io?” e dire: “Ma scusami, ma la mia testa, il mio cuore, i miei pensieri, i miei sentimenti… Ma io, a prescindere dall’educazione che ho ricevuto dalla mia famiglia di origine, a prescindere dai valori che mi sono stati trasmessi dalla famiglia, dalla cultura, dalla società, dal tempo storico, cosa è veramente importante per me? Chi sono io vuol dire: “Quali sono i miei bisogni, cosa è importante per me, qui, ora?”. Non cosa era importante per mio padre 50 anni fa, o cosa era importante per me quando ero bambino. Cioè, il tema dell’identità è un tema estremamente complesso e Reiki ci aiuta a mettere insieme tutto quello che ci circonda come realtà, ma come Natura. Noi dobbiamo stare in contatto con la natura: la prima cosa da fare per scoprire la nostra vera natura e la nostra vera identità è vivere a contatto con la natura. Come fai a capire chi sei e cosa vuoi se stai al 372° piano di un grattacielo a Manhattan, dietro un computer, o nella metropolitana di San Babila o nella tangenziale per la maggior parte del tuo tempo? Per capire qual è la tua natura tu devi aprire la finestra ed essere in contatto con le stagioni, con un albero, con un campo, con il cielo, con la terra, con i ritmi della terra, e lasciare tutto quello che stai facendo e che sia diverso da questo.

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REIKI L’ARTE DELL’AUTOGUARIGIONE La salute e il fenomeno della guarigione hanno significato cose diverse in epoche diverse. Il concetto di salute, come quello di vita, non può essere definito con precisione e in effetti le due cose sono strettamente connesse. Il significato che si attribuisce alla parola “salute” dipende dalla concezione che si ha dell’organismo e della sua relazione con l’ambiente. Al mutare di questa concezione, da una cultura a un’altra, e da un’era all’altra, mutano anche le nozioni di salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come uno stato di completo benessere psicofisico e sociale, non semplicemente l’assenza di malattia o di infermità. La salute peraltro ha molte dimensioni, che derivano tutte dalla complessa interazione fra gli aspetti fisici, psicologici e sociali della natura umana. La salute è l’espressione di un principio universale, è sempre presente e non è mai perduta; è la fonte alla quale ogni particella del corpo attinge e dalla quale riceve nutrimento e orientamento per le sue funzioni. Nelle sue molte sfaccettature, la salute riflette l’intero sistema sociale e culturale e non può mai essere rappresentata da un singolo parametro, come il tasso di mortalità o la durata media della vita umana Secondo il punto di vista della Medicina Spirituale, la malattia non è una semplice disfunzione fisiologica dovuta a cause meccaniche, bensì una chiara manifestazione di un disagio interiore ben specifico dell’individuo. Virus, incidenti, alimentazione, eventi atmosferici, situazioni ambientali etc., possono contribuire all’insorgenza di una certa patologia piuttosto che un’altra, ma non si può prescindere dal fatto che è pur sempre l’individuo a esserne colpito. Davvero esiste la malattia? Potrebbe esistere senza un corpo in cui insediarsi? L’evento esterno può al massimo partecipare come con-causa nella produzione di uno specifico sintomo (segnale nella dimensione fisica), ma l’origine del conflitto nasce sempre nella psiche (dimensione Spirituale) dell’individuo e appartiene ad un preciso programma di Salvezza. La malattia tenta di sintonizzare la mia mente, sviata dall’ego e dai condizionamenti, sul suo destino, sul suo compito, sul suo scopo. È un campanello di allarme, una opportunità, per quanto sconcertante, di ritrovare una parte della mia anima. Il dolore è l’informazione preposta alla conservazione della vita. Come quando metto la mano sul fuoco è la sensazione dolorifica che mi costringe a toglierla, così anche in tutti gli altri casi quando la mia condotta danneggia l’organismo si produce l’evento patologico. Il dolore che quasi sempre accompagna la malattia ha la funzione di risvegliarci dal sonno della nostra incoscienza. Il dolore di un abbandono, di un tradimento, di un fallimento mi costringe ad aprire gli occhi su quello che non potevo o non volevo vedere. Mettendomi in contatto con la verità, per quanto sgradevole possa essere, è sempre il dolore che contribuisce alla mia crescita personale, alla presa di coscienza e di responsabilità per le mie azioni e quindi mi guida verso me stesso. Quando provo dolore, sia fisico che emotivo, mentale o spirituale, significa che mi sono allontanato da me stesso o sono in contatto con situazioni che non mi piacciono e non mi fanno bene. Quando devo separarmi da una persona amata, provo dolore. Nello stesso modo, nella stessa misura noi soffriamo quando siamo lontani da noi stessi, quando ci tradiamo o ci abbandoniamo. 69


L’AUTORE

Akshara Umberto Carmignani Artista, Ricercatore Spirituale, scrittore, Maestro di Reiki, facilitatore in Costellazioni Familiari e Sistemiche, Counselor Olistico, da più di trent'anni opera nel vasto campo della crescita personale e spirituale. È autore dei libri “Il Grande Manuale del Reiki” (2005, Età dell’Acquario) e di “Runemal, il grande libro delle Rune” (2008, Età dell’Acquario). Dal 1996 tiene seminari di Reiki, ai quali affianca nel corso degli anni il lavoro con le Costellazioni Familiari, l’Astrologia Archetipica, gli Archetipi del Viaggio dell’Eroe, lo Yoga e l’Ayurveda e molti altri strumenti che compongono un percorso di Crescita Personale e di Ricerca Interiore volto al raggiungimento del benessere psicofisico della persona, l’autorealizzazione e una felice vita relazionale. Integrando e approfondendo l’approccio psicosomatico con la psicobiologia, la psicogenealogia, la psicologia archetipica, la psicosintesi, la psicologia transpersonale, il metodo fenomenologico, la teoria dei sistemi, la fisica quantistica, le teorie sui campi morfici, la visione dell’essere umano si delinea in tutta la sua complessità e ampiezza, permettendo di identificare e sciogliere i nodi e i blocchi interiori che interferiscono con il raggiungimento della felicità personale e la realizzazione del proprio pieno potenziale. Attraverso seminari e corsi intensivi, consulti individuali e la pubblicazione di articoli e libri, Akshara Umberto Carmignani da più di 30 anni diffonde un messaggio di guarigione e consapevolezza, per lo sviluppo della persona e della società nell’Amore, nella Pace e nella Consapevolezza. La Città della Luce è un Centro Studi sulle discipline olistiche e bio-naturali, una Scuola Olistica, una Comunità di vita, un Ecovillaggio, un Laboratorio Artistico, un’Associazione Culturale e di Promozione Sociale, un Centro Studi su Individuo, Famiglia e Società. La sede principale è nelle Marche, a Trecastelli (vicino a Senigallia, in provincia di Ancona), le altre sedi sono a Roma e a Turbigo (MI), ma molti centri olistici e associazioni collaborano con la Città della Luce, in tutta Italia (Bologna, Pisa, Siracusa, Fermo, Napoli) e nel Mondo (Svizzera, Spagna, Germania, Costarica).

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Materiale didattico prodotto dall’Associazione Culturale La Città della Luce via Porcozzone 17, loc. Passo Ripe 60012 Trecastelli (AN)

www.reiki.it www.lacittadellaluce.org www.scuolaolistica.org

€ 15,00 Iva assolta dall’editore


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