Ayurveda, la Scienza della Vita

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Simone Fanciullo

AYURVEDA

LA SCIENZA DELLA VITA

LA CITTÀ DELLA LUCE EDIZIONI


Simone Fanciullo

Ayurveda la scienza della vita

LA CITTĂ DELLA LUCE EDIZIONI


La Città della Luce Edizioni Divisione editoriale dell’Associazione Culturale e di Promozione Sociale “La Città della Luce” via Porcozzone 17, loc. Passo Ripe 60012 – Trecastelli (AN) www.lacittadellaluce.org Presidente: Sundara Simone Bongiovanni Direttore editoriale: Sundara Simone Bongiovanni Editing: Attilio Mercandelli Progetto grafico e impaginazione: Sundara Simone Bongiovanni

Ayurveda. La Scienza della Vita © 2015 Associazione Culturale e di Promozione Sociale “La Città della Luce” Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Stampa: Tipografia Cimarelli, via Aristide Merloni 8, 60010 Casine di Ostra (AN) In copertina: Dipinto raffigurante gli antichi saggi rishi che imparano l’Ayurveda da Atreya e Susruta. Immagine di colros (Creative Commons License CC BY-SA 2.0)


sommario

Sommario ............................................................................................................................................. 3 Introduzione .........................................................................................................................................5 Una scienza senza tempo. Le origini dell’Ayurveda .............................................................................7 Le origini, tra mito e realtà .................................................................................................................................. 7 Le otto branche dell’Ayurveda ...........................................................................................................................10 Scopo e filosofia dell’Ayurveda. Il concetto di purushartha ..........................................................................14 Prakruti e vikruti. La costituzione umana in Ayurveda .................................................................... 16 Panchamahabhuta. I Cinque Elementi ............................................................................................................18 I dosha. Tipologie costituzionali secondo l’Ayurveda .......................................................................19 Vata .......................................................................................................................................................................21 Upadosha vata, le Cinque Arie ......................................................................................................................... 22 Pitta ...................................................................................................................................................................... 25 Upa dosha pitta, i Cinque Fuochi .................................................................................................................... 26 Kapha ................................................................................................................................................................... 28 Upa dosha kapha, le Cinque Acque ................................................................................................................. 29 Tabelle riassuntive dei dosha ............................................................................................................................ 31 Tabella della costituzione fisica ........................................................................................................................ 33 Tabella delle funzioni psicologiche .................................................................................................................. 35 Costituzione psicologica. Le componenti caratteriali di vata, pitta e kapha ....................................35 Triguna, i tre stati della mente .......................................................................................................................... 35 I 20 attributi (guna) ............................................................................................................................................ 42 3


Corpo fisico e corpo sottile. Anatomia e fisiologia in Ayurveda ............................................................. 44 I dhatu ................................................................................................................................................................. 45 I mala ................................................................................................................................................................... 48 Ojas, l’Energia Vitale ......................................................................................................................................... 49 Gli srotas .............................................................................................................................................................. 50 Agni, il Fuoco Vitale .......................................................................................................................................... 53 Ama, la radice della malattia ............................................................................................................................ 55 I rasa ..................................................................................................................................................................... 56 Nadi ..................................................................................................................................................................... 59 Il metodo Ravichandra. Esaminazione e autoguarigione ........................................................................ 62 Conclusioni ........................................................................................................................................................ 69 Bibliografia .......................................................................................................................................................... 71 Sitografia .............................................................................................................................................................. 71 L’Autore .............................................................................................................................................................. 72

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Introduzione

“Si definisce Ayurveda la scienza che descrive gli stati della vita vantaggiosi e quelli sfavorevoli, insieme a ciò che è buono e ciò che è nocivo per la vita, che tratta della lunghezza della vita e della vita stessa.” Caraka Samhitā I, 41 L’Ayurveda è tra i più antichi sistemi di medicina naturale, ancora oggi riconosciuto ed ufficialmente utilizzato. Il termine Ayurveda potrebbe essere tradotto in italiano con le parole “conoscenza della vita”. È infatti composto da ayur, derivante dal sanscrito ayus, che significa “durata della vita” o “longevità”, e veda, “conoscenza rivelata”. Essa considera l’uomo secondo una visione olistica, integrale. L’Ayurveda viene considerata una vera e propria scienza, uno stile di vita, una filosofia di guarigione che si occupa di molteplici aspetti della vita dell’uomo: l’alimentazione, l’esercizio fisico, la meditazione, la medicina erboristica, l’astrologia, la cura del corpo e i trattamenti di bellezza, la cura della mente e dello spirito e, ultimo ma non per importanza, il massaggio. È la conoscenza che rivela le leggi che regolano l’universo, mettendole in relazione alla vita dell’uomo. Offre tutte le indicazioni per creare equilibrio a tutti i livelli della vita affinché si possa realizzare uno stato di totale benessere. È la scienza del viver sani. L’approccio dell’Ayurveda a sintomi o eventuali disequilibri dell’individuo avviene secondo una visione assolutamente personale, prendendo in considerazione i dosha, i tre umori, o energie biotipologiche, che caratterizzano l’unicità di ogni individuo: vata, pitta e kapha. Ognuna di queste cosiddette “tipologie costituzionali” governa organi e sistemi del nostro corpo. Ogni costituzione avrà quindi una predisposizione a manifestare determinate carenze o eccessi. È importante che nel nostro corpo le sostanze nutrienti possano circolare liberamente ed efficacemente e le tossine vengano eliminate con facilità. Il cibo fornisce i nutrienti, l’esercizio fisico e il massaggio intervengono affinché la circolazione di queste sostanze sia appropriata. Cosa si propone questa pubblicazione? Lo scopo di quest’opera è piantare il seme della conoscenza dell’antica filosofia indiana, fare una panoramica dei suoi aspetti essenziali. Il lettore può così “curiosare” nel variopinto mondo dell’Ayurveda, rendersi conto se il suo approccio e i relativi campi d’applicazione incontrano le proprie esigenze o passioni, se ci si sente portati, se ci si identifica in questo meraviglioso stile di vita. Si vuole fornire una panoramica della scienza ayurvedica nei suoi aspetti essenziali, accennando anche alle tecniche di esaminazione, autoguarigione che verranno approfondite nelle nostre prossime pubblicazioni. 5


Talvolta in India, specchio di una società divisa in caste, si osserva una sorta di cultura conservatrice del massaggio e dell’Ayurveda in generale, una chiusura che impedisce l’integrazione tra un filone indiano e l’altro, tra le diverse correnti di pensiero, di tecniche o esperienze. Il lavoro dell’operatore ayurvedico, secondo Ravichandra1, è stato e continua ad essere una sintesi, una ricerca allo scopo di integrare le differenti culture indiane con la cultura occidentale. L’Ayurveda nasce migliaia di anni prima di Cristo, in un paese caldo, per persone di pelle scura con abitudini di vita e alimentari diverse da quelle occidentali. Solo tenendo conto di questi fattori e interpretando le diverse esigenze dei popoli europei, e nello specifico mediterranei, sarà possibile applicarla a persone occidentali ottenendo risultati soddisfacenti. Ogni elemento è sempre in rapporto al sistema di appartenenza. Spesso durante i miei viaggi in India indosso il lunghi, corrispondente di un pareo per noi italiani, e mangio con le mani. Queste semplici cose che in India mi fanno apparire come “integrato nel sistema”, in Italia mi farebbero apparire decisamente strano, se non addirittura pazzo… Non si può dunque pretendere che cibi, oli e manualità strettamente indiane possano essere applicate a noi occidentali senza alcun riguardo. Molti prodotti ayurvedici hanno odori e anche reazioni non completamente gradevoli per i nostri sensi e la nostra pelle. La natura, la scienza della vita è intelligente. Tutto quello che ci serve è vicino a noi, molto più vicino di quanto noi immaginiamo. Detto questo, non si vuole certo affermare che l’Ayurveda sia patrimonio esclusivo di una sola cultura o di un solo paese, o prerogativa di una sola religione, o che appartenga a un unico periodo storico. Tratta di fenomeni inerenti alla natura, al microcosmo uomo e al macrocosmo universo, pertanto ha un valore incondizionato e un atteggiamento molto aperto nei confronti delle influenze provenienti da altre culture; i rimedi, gli approcci e le diete possono variare, ma i principi di partenza sono sempre gli stessi. L’Ayurveda è certamente un patrimonio dell’umanità. Ci auspichiamo che, anche grazie a questa lettura, possiate arrivare a comprendere lo scopo principale dell’Ayurveda: rivelare a noi stessi chi siamo in realtà. Buona lettura! Simone Fanciullo

1  Ravichandra è un comitato culturale facente parte dell’associazione culturale La Città della Luce, associazione di Promozione Sociale che opera da vent’anni per la pratica e la diffusione delle discipline bionaturali. Il principale obiettivo è quello di offrire una pratica dell’Ayurveda che sia fondata su solide e attendibili basi filosofiche e scientifiche, sia dal punto di vista dei presupposti teorici che delle applicazioni pratiche. (www.ayur-veda.it)

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una scienza senza tempo Le origini dell’Ayurveda

“Poiché nei tempi antichi l’Ayurveda è stato concepito e insegnato da alcuni saggi, certi studiosi sostengono che l’Ayurveda abbia un inizio. In effetti non è così, non si conosce un periodo in cui l’Ayurveda non fosse esistente e dopo il quale venne alla luce. Come il calore del fuoco e la liquidità dell’acqua, l’Ayurveda o scienza della vita è cosa innata e per esistere non ha bisogno di alcuno sforzo da parte degli umani.” Caraka Samhitā XXX, 27

LE ORIGINI, TRA MITO E REALTÀ L’Ayurveda è tra i più antichi sistemi di medicina naturale. Le lontane origini pongono le basi nei Veda, le più antiche documentazioni ritrovate in forma scritta risalenti al 4000 a.C. presenti ai nostri giorni a testimoniarne la storia. La leggenda narra in forma epica che Brahma2, autore della creazione, formulò i principi dell’Ayurveda e li rivelò alle divinità del cielo. Il Caraka Samhitā3 riporta che quando le malattie comparvero a ostacolare la vita degli esseri viventi, un gruppo di saggi provenienti da ogni angolo della Terra, mossi da compassione verso tutte le creature, si riunirono in un luogo propizio sulle pendici dell’Himalaya per trovare un rimedio. Con questo atteggiamento, entrarono in meditazione e trovarono l’aiuto di Indra, il Signore degli Dei, che li avrebbe istruiti sul modo appropriato di contrastare le malattie. Deputarono così uno di loro, Bharadvaja, ad andare da Indra per imparare l’Ayurveda. 2  Presso la religione induista, Brahma o Brama (sanscrito: ब्रह्मा brahmā) è uno degli aspetti di Dio, nonché la prima Persona della Trimurti (chiamata anche Trinità indù, composta da Brahma, Vishnu e Shiva), all’interno della quale è conosciuto come il Creatore. Brahma non deve essere confuso con Brahman; mentre quest’ultimo rappresenta l’aspetto di immutabilità, di infinito, di immanenza e di realtà trascendente, l’Origine divina di tutti gli esseri, Brahma ne è un agente, così come le altre divinità personificate; è un aspetto di Īśvara, il Brahman con attributi, fondamentalmente ego-consapevole. Brahma è il primo essere creato all’inizio di ogni ciclo cosmico (o kalpa), è la prima manifestazione del Brahman e per questo viene considerato l’architetto dell’universo, il padre di tutti gli esseri. (http://it.wikipedia.org/wiki/Brahma) 3  Il Caraka Samhitā è il trattato più antico ed autorevole sulla medicina ayurvedica. Il Sutrasthana, “Libro degli insegnamenti”, ne costituisce la prima sezione ed allo stesso tempo il cuore. Esso contiene l’esposizione dettagliata dei principi fondamentali dell’Ayurveda, delle norme igieniche e dietetiche di prevenzione, dei metodi di diagnosi e cura. (http://www.ayurvedaitalia.it/post.php?id=243)

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Al suo ritorno, Bharadvaja impartì la conoscenza dell’Ayurveda al saggio Atreya. Questi ebbe sei discepoli e ognuno di essi scrisse un trattato di Ayurveda. L’opera di uno dei seguaci di Atreya, Agnivesa, o per lo meno parte di essa, è giunta fino a noi nella forma del Caraka Samhitā. Un altro racconto mitologico rivela che Dhanvantari, il medico degli Dei, venne mandato da Indra sulla Terra per diffondere la conoscenza della medicina. Dei suoi discepoli, Sushruta, un medico particolarmente esperto nell’arte della chirurgia, scrisse un trattato sull’Ayurveda noto come Sushruta Samhitā. L’opera prefigura la moderna chirurgia plastica anche se parallelamente si occupa di medicina generale. Alcune ipotesi sostengono che Ippocrate4, padre della medicina occidentale, abbia tratto ispirazione per molte sue teorie proprio dall’Ayurveda. Si suppone che i consigli sull’alimentazione e l’igiene che forniva ai suoi pazienti fossero già scritti nei più antichi testi ayurvedici. Nel corso dei secoli le dominazioni straniere che occuparono l’India contaminarono l’antica conoscenza, mescolando culture differenti. L’Ayurveda perse la sua purezza originale e con essa la sua efficacia, al punto da apparire al mondo intero come una pratica folkloristica. Fortunatamente, in alcuni luoghi poco conosciuti dell’India, la conoscenza restò viva attraverso tradizioni orali trasmesse di padre in figlio, che preservarono anche alcuni testi originali. Quando si avvertì l’esigenza di un sistema di guarigione completo ed efficace, l’attenzione venne rivolta nuovamente all’Ayurveda. Comparvero università e centri di grande prestigio e la diffusione dell’Ayurveda nel mondo riprese con fervore. Negli anni Sessanta, Maharishi Mahesh Yogi5, iniziò il suo percorso di recupero della scienza che a quei tempi era alquanto frammentata in un insieme di confuse prescrizioni erboristiche. Maharishi radunò attorno a sé validi esponenti dell’Ayurveda con i quali ricostruì sapientemente i fili spezzati dell’antica filosofia. Oggi appare ai nostri occhi come una scienza perfettamente in grado di fornire aiuto all’uomo nel suo percorso di guarigione. I Veda L’Ayurveda pone le sue origini teorico-pratiche nei Veda, le più antiche documentazioni in forma scritta. Le pratiche descritte nei testi vedici vengono datate addirittura all’8000 a.C. I Veda sono patrimonio degli Arya, un popolo formato da tribù barbare, seminomadi, che invase l’India nel secondo millennio a.C. Studi glottologici della linguistica storica mostrano collegamenti tra greco, latino, germanico e sanscrito, ipotizzando quindi una comune matrice linguistica indoeuropea. Alcuni studiosi indiani sostengono che non ci furono invasioni e che gli Arya fossero autoctoni, altri invece citano diverse zone di origine.

4  Ippocrate di Coo (o Cos, o Kos) (in greco antico Ιπποκράτης, traslitterato in Hippokrátēs; Coo, 460 a.C. circa – Larissa, 377 a.C. terminus post quem) è stato un medico, geografo e aforista greco antico, considerato il padre della medicina. Egli rivoluzionò il concetto di medicina, tradizionalmente associata con la teurgia e la filosofia, stabilendo la medicina come professione. In particolare, ebbe il merito di far avanzare lo studio sistematico della medicina clinica, riassumendo le conoscenze mediche delle scuole precedenti, e di descrivere le pratiche per i medici attraverso il Corpus Hippocraticum e altre opere. (http://it.wikipedia.org/wiki/Ippocrate) 5  Maharishi Mahesh Yogi, (in hindi महर्षि महेश योगी), nome alla nascita Mahesh Prasad Varma (in hindi महेश प्रसाद वर्मा Mahēśa prasāda varmā), (Jabalpur, probabilmente nel villaggio di Chichli, vicino a Gadawara, 12 gennaio 1918[1] – Roerdalen, 5 febbraio 2008), è stato un mistico e filosofo indiano nonché guru, fondatore della tecnica conosciuta come meditazione trascendentale (MT) e del movimento ad essa relativo. Mahesh era il suo nome proprio, mentre Maharishi e Yogi sono due titoli onorifici. Il guru iniziò a farsi chiamare così intorno agli anni Sessanta. I suoi devoti si riferivano spesso a lui anche utilizzando l’espressione “Sua Santità”. (http://it.wikipedia.org/wiki/Maharishi_Mahesh_Yogi)

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I Veda, appartenenti alla tipologia Sruti6, sono quattro: Rig Veda, Yajur Veda, Sama Veda e Atharva Veda. Nel Rig Veda, considerato il pilastro centrale e il più antico tra i testi, si fa riferimento a tre grandi dei, Indra, Agni e Soma che si pensa corrispondano ai tre umori biologici o tipologie costituzionali dell’Ayurveda: vata, pitta e kapha. In un altro dei quattro testi, l’Atharva Veda, il principale e il più recente dei quattro, si fa menzione a trapianti d’organi, fattori anatomici e fisiologici, trattamenti di malattie e altri argomenti dell’Ayurveda considerati in maniera sorprendentemente dettagliata, considerata la totale assenza di strumenti per la diagnosi quali radiografie, analisi del sangue, ecografia. La filosofia ayurvedica si è ispirata principalmente all’Atharva Veda.

I rotoli dei Veda

6  La letteratura indiana antica raccoglie innumerevoli testi che risalgono sino al 1500 a.C. e trascrizioni di altri testi probabilmente ancora precedenti. Essi sono ripartiti in sei ordinamenti: Sruti, le leggi divine, Smrti, le leggi umane, Ithihàsa, testi epici, Purana, testi devozionali, Agama, testi di contenuto vario (filosofia, yoga, norme edilizie, canti, etc.) e Dàrshana, testi filosofici.

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PRAKRUTI E VIKRUTI

LA COSTITUZIONE UMANA IN AYURVEDA

“L’uomo è la misura dell’universo. Le differenti entità che sono nell’universo sono anche nell’uomo, come le differenti entità che sono nell’uomo sono anche nell’universo.” Caraka Samhitā, Sarira, IV, 13 e V, 3

Il termine prakruti (o prakriti) è composto dalle parole sanscrite pra, origine, e kruti, movimento, azione, flusso, e indica la forza creativa dell’azione, la sorgente della forma, della manifestazione, degli attributi, della natura. La prakruti è un’indagine preliminare, un processo di individuazione della costituzione umana, sia fisica che psicologica, in base alla combinazione dei dosha, di cui parleremo più avanti. La finalità consiste nel determinare le caratteristiche appartenenti ad uno stato di buona salute. Quando queste indicano, invece, irregolarità e anomalie parliamo di vikruti (o vikriti). L’accertamento dell’una o dell’altra condizione è alla base di ogni trattamento ayurvedico. La costituzione umana, secondo la filosofia ayurvedica, considera l’individuo per la sua caratteristica di unicità, esprimendo diverse valutazioni sulla base dell’espressione dei cinque elementi, panchamahabhuta, di cui sono composti tutti gli esseri non viventi e viventi al momento della nascita: Etere, Aria, Fuoco, Acqua e Terra. Sono questi dunque gli elementi che costituiscono il corpo umano. Prima di esaminare come essi diano vita alle diverse costituzioni, quindi a determinati aspetti caratteriali e manifestazioni di carenze o eccessi nel corpo, è interessante riallacciarsi alla narrazione epica riguardante la loro origine. Furono i rishi, antichi saggi detentori della cultura ayurvedica, a divulgare l’esistenza dei cinque elementi.

I rishi inuna raffigurazione d’epoca 16


I Dosha

TIPOLOGIE COSTITUZIONALI SECONDO L’AYURVEDA

“Tutti e tre i componenti corporei, vata, pitta e kapha, quando sono nel loro stato naturale, contribuiscono al funzionamento delle facoltà sensoriali, a creare forza, aspetto salutare, felicità e lunga vita negli esseri viventi. Come la virtù, la ricchezza e la soddisfazione dei desideri, anche questi componenti corporei, se ben diretti, portano immensa felicità agli esseri viventi nella vita presente e in quella futura. Se d’altra parte questi componenti sono squilibrati, al pari di uno squilibrio nelle stagioni, causano effetti non desiderabili e conseguenze disastrose nella vita degli esseri viventi nel mondo.” Caraka Samhitā, Sutrasthana XII, XIII

Il primo e fondamentale requisito per guarire se stessi è la chiara comprensione di come siamo fatti. Secondo la filosofia ayurvedica esistono tre tipologie costituzionali o principi corporei definiti dosha: vata, pitta e kapha. Le tipologie costituzionali identificate dalla filosofia ayurvedica hanno un’esatta corrispondenza con i criteri di identificazione occidentali. La classificazione di Sheldon10, ad esempio, tiene conto dello sviluppo dei tre foglietti embrionali. Dalla predominanza dello sviluppo del foglietto più interno a quello più esterno si manifesteranno caratteristiche somatotipologiche endodermiche, ectodermiche e mesodermiche. Vata, per caratteristiche fisiche e dominanza del sistema nervoso simpatico, corrisponde al tipo ectomorfo, pitta al tipo mesomorfo, kapha al tipo endomorfo. I dosha governano tutte le funzioni biologiche, fisiche e psichiche umane. Sono responsabili delle preferenze dei cibi, delle abitudini, governano la rigenerazione dei tessuti corporei e l’eliminazione dei rifiuti. Sono responsabili delle linee caratteriali e delle prerogative personali dell’individuo, dei processi psichici essendo precursori o inibitori delle emozioni: comprensione e rabbia, sicurezza e paura, divertimento e noia, libertà o dipendenza, ottimismo o pessimismo. Vata, pitta e kapha, parole sanscrite difficilmente traducibili con termini occidentali, rappresentano vere e proprie chiavi per l’autoguarigione. 10  William Herbert Sheldon (Warwick, 19 novembre 1898 – Cambridge, 17 settembre 1977) è stato uno psicologo e numismatico statunitense, noto per i suoi lavori sulla costituzione fisica degli uomini, suddivisa secondo tre tipologie poste in correlazione statistica con specifiche caratteristiche psicologiche. Celebri sono i suoi modelli biotipologici, chiamati somatotipi, discussi nel campo dell’antropologia, dello sport, della psicologia e della criminalità.

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Ogni individuo è formato dai tre dosha in percentuali differenti tra loro. Pertanto, in base alla predominanza o meno di un dosha sugli altri, possiamo considerare sino a sette diverse tipologie costituzionali. Quando la prevalenza di un dosha appare inconfutabile parliamo di monodosha. Se a contendersi il ruolo dominante vi sono due dosha si utilizza il termine bidosha. Quando la costituzione di un individuo rispecchia una condizione ideale di equilibrio, dove i tre dosha sono presenti in egual misura, parliamo di tridosha. Se vogliamo affinare la nostra ricerca e scendere ancora più in profondità non possiamo tralasciare gli upa dosha, cinque sedi operative da cui ogni dosha parte e svolge il suo compito, raggiungendo tutto l’organismo.

I tre dosha nella loro sede anatomica Upa Dosha Ognuno dei tre dosha è suddiviso a sua volta in cinque sub-dosha, in sanscrito upa dosha, rispettivamente panchaka vata, panchaka pitta e panchaka kapha. Corrispondono a cinque luoghi di concentrazione dei dosha e ognuno di essi ha una diversa funzione. I panchaka vata sono le cinque arie che stabiliscono l’armonia tra i tridosha producendo un movimento nelle rispettive sedi. Così facendo proteggono gli organi e le funzioni fisiologiche e mantengono l’equilibrio. Compensano i disturbi provocati dagli eccessi di pitta e kapha, come, ad esempio, il muco. Il compito dei panchaka pitta è invece quello di ristabilire concordanza tra i tridosha, producendo calore nelle sedi pertinenti; in tal modo, sostengono gli organi, le funzioni fisiologiche e creano stabilità. Evitano i disturbi provocati da un eccesso di muco di kapha e da un movimento eccedente di vata. Le caratteristiche di kapha sono la stabilità e la struttura; i panchaka kapha sono quindi cinque acque in grado di ripristinare l’equilibrio tra i dosha, producendo sostanze mucose. Scongiurano i fastidi provocati dall’eccesso di calore di pitta, che nello stomaco può provocare ulcere, e da un movimento esagerato di vata che, ad esempio, può accelerare oltremisura il processo digestivo. Andremo ora ad analizzare i singoli dosha al fine di capire come interagiscono tra loro e quanto sia importante scoprire quale sia la nostra costituzione ayurvedica.

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COSTITUZIONE PSICOLOGICA LE COMPONENTI CARATTERIALI DI Vata, Pitta E Kapha

“In verità, in principio, vi era, unica, questa oscurità (tamas). Essa era nel Supremo (Brahmā). Quella, indotta dal Supremo, si mosse verso la diversità (vishama). Quella formatura, invero, è il rajas. Quel rajas, certamente, stimolato, si mosse verso la diversità. Questa, invero, è la forma-natura del sattva.” Maitrī Upanishad12 V, 2

TRIGUNA, I TRE STATI DELLA MENTE Sul piano emozionale e mentale, i guna13 sono gli attributi principali che formano la costituzione: sattva, rajas e tamas. I triguna, i tre ego, presenti in ogni essere vivente, sono le energie primordiali e rappresentano la manifestazione dell’Io individuale nel momento in cui percepisce di essere tale. Ogni individuo, come avviene per i dosha, è il frutto della combinazione dei tre ego. Vediamoli nel dettaglio. 12  Le Upanishad (sanscrito, sostantivo femminile) sono un insieme di testi religiosi e filosofici indiani composti in lingua sanscrita a partire dal IX-VIII secolo a.C. fino al IV secolo a.C. (le quattordici Upanishad vediche) anche se progressivamente ne furono aggiunti di minori fino al XVI secolo raggiungendo un numero complessivo di circa trecento opere aventi questo nome. Trasmesse per via orale, furono messe per iscritto per la prima volta nel 1656 quando il sultano musulmano Dara Shikoh (1615-1659) ordinò la traduzione dal sanscrito al persiano di cinquanta di esse e quindi la loro resa in forma scritta. Il termine Upanishad deriva dalla radice verbale sanscrita: sad (sedere) e dai prefissi upa e ni (vicino) ossia “sedersi vicino”, ma più in basso (ad un guru, o maestro spirituale), suggerendo l’azione di ascolto di insegnamenti spirituali. Le Upanishad sono i commentari “segreti” (rahasya) dei Veda, nonché loro “fine”, nel senso di completamento dell’insegnamento vedico; per questo motivo sono anche conosciuti come Vedānta (Fine dei Veda) e sono alla base del pensiero religioso indiano che attraverso il Brahmanesimo giungerà, nella nostra era, a costituire quel complesso di dottrine e pratiche che va sotto il nome di Induismo. (http://it.wikipedia.org/upanishad) 13  Guna (in devanagari: गुण), sostantivo maschile sanscrito significante: “merito”, “qualità”, “virtù”, o anche “corda”, “attributo”, “suddivisione”. Il termine deriverebbe dalla radice indoeuropea gere, col significato di “avvolgimento”, per indicare un singolo filo di cui è costituita una corda a fili intrecciati. (http://it.wikipedia.org/guna)

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IL METODO RAVICHANDRA ESAMINAZIONE E AUTOGUARIGIONE

“Colui che studia un solo ramo del sapere non potrà mai arrivare alla giusta conclusione. Il vero medico, quindi, deve cercare di studiare il maggior numero possibile di discipline collegate.” Sushruta

L’Ayurveda è una vera e propria scienza e filosofia di vita. Talvolta in Occidente viene erroneamente identificata con il massaggio, ma in realtà si tratta solo di uno dei tanti aspetti che ne fanno parte. Il punto di partenza sarà sempre la “teoria della costituzione umana”, ossia lo studio delle caratteristiche psicofisiche di ogni essere umano, che prende forma nelle tre principali classificazioni tipologiche: vata, pitta e kapha. È il pilastro centrale della filosofia ayurvedica. Ed è importante aprire il dialogo tra il costituzionalismo orientale e quello occidentale, considerando i dosha dell’Ayurveda al pari, ad esempio, dei somatotipi di Sheldon19, della teoria umorale di Ippocrate20 e delle costituzioni omeopatiche di Hahnemann21. Il metodo Ravichandra si propone di insegnare e diffondere le tradizionali e consolidate pratiche ayurvediche senza trascurare strumenti di indagine occidentali. Anzi, l’integrazione di tecniche “moderne” va ad arricchire e completare il bagaglio culturale del buon operatore ayurvedico.

19  William Herbert Sheldon (Warwick, 19 novembre 1898 – Cambridge, 17 settembre 1977) è stato uno psicologo e numismatico statunitense, noto per i suoi lavori sulla costituzione fisica degli uomini, suddivisa secondo tre tipologie poste in correlazione statistica con specifiche caratteristiche psicologiche. Celebri sono i suoi modelli biotipologici, chiamati somatotipi, discussi nel campo dell’antropologia, dello sport, della psicologia e della criminalità. 20  Ippocrate di Coo (o Cos, o Kos) (in greco antico Ιπποκράτης, traslitterato in Hippokrátēs; Coo, 460 a.C. circa – Larissa, 377 a.C. terminus post quem) è stato un medico, geografo e aforista greco antico, considerato il padre della medicina. Egli rivoluzionò il concetto di medicina, tradizionalmente associata con la teurgia e la filosofia, stabilendo la medicina come professione. In particolare, ebbe il merito di far avanzare lo studio sistematico della medicina clinica, riassumendo le conoscenze mediche delle scuole precedenti, e di descrivere le pratiche per i medici attraverso il Corpus Hippocraticum e altre opere. 21  Christian Friedrich Samuel Hahnemann (Meißen, 10 o 11 aprile 1755 – Parigi, 2 luglio 1843) è stato un medico tedesco, fondatore della medicina alternativa chiamata omeopatia. Durante i suoi studi egli ha creato una metodologia medica completa, basata su due principi universali: la legge di similitudine, similia similibus curentur ovvero il simile cura il simile, e quella della dinamizzazione, che permette di liberare l’energia vitale intrinseca ad ogni elemento tramite diluizione e succussione.

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L’Autore Simone Fanciullo Nato a Genova nel 1975, Counselor Olistico a Mediazione Corporea. Insegnante di Ayurveda, e Alimentazione Biotipologica, Maestro di Reiki. Esperto in tecniche di Massaggio Orientale ed Occidentale, Consapevolezza Corporea, Filosofia dei Chakra. È socio fondatore de ‘La Città della Luce’, Associazione Culturale e di Promozione Sociale avente come scopo sociale il miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche dell’individuo attraverso l’insegnamento e la pratica delle discipline bio-naturali. Fondatore e Presidente di ‘Ravichandra’, scuola internazionale di Ayurveda che si pone come obiettivo l’integrazione di oriente e occidente nella pratica del massaggio della filosofia Vedica.

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Materiale didattico prodotto dall’Associazione Culturale La Città della Luce via Porcozzone 17, loc. Passo Ripe 60012 Trecastelli (AN)

www.ayur-veda.it www.lacittadellaluce.org www.scuolaolistica.org

€ 12,00 Iva assolta dall’editore


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