editoriale
Napoli, cittá da amare, non da comprendere Naples, A city to love, yet not to understand di
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Difficile comprendere Napoli. Più facile, amarla e basta. Quel fascinoso caos che permea di sé la ex Capitale del Regno Borbonico non va considerata una malattia da curare. Perché è l’essenza di una città permeata da tremila anni di storia con innumerevoli dominazioni, influenze culturali e idiomatiche. Un crocevia, senza rotonde nè semafori, dove si incrocia a pettine, per conviverci, una storia illineare che si concreta nei cliché (reali) che ne circondano l’alea. E che, come il canto della sirena, stordisce e ammalia fino a non poterne fare a meno. Sopra e sotto terra, dentro ogni pietra, tufacea
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It’s difficult to understand Naples, maybe it’s easier just to love it. The fascinating chaos that flows through the former capital of the Bourbon Kingdom should not be considered a problem to be solved but as the essence of a city infused by three thousand years of history with countless rulers and cultural influences and idiomatic. It is a bewildering chaos, crossroads without traffic lights nor roundabouts. A story that is symbolised by every cliché related to it. Naples sings just as the song of the siren, who lures and charms until you cannot be without her. Above and below ground, in
Giorgio Gradogna
o vulcanica che sia, sopra e sotto il mare che la bagna, nel suo intrico di vicoli e vicoletti come nelle zone alte delle sue colline, Napoli canta e affascina ancora come la sirena Partenope, da cui la leggenda ne fa risalire le origini. Quasi impossibile resistere a un’attrazione composta dall’incredibile bellezza dei luoghi, la preziosa e variegata offerta storico-artistica, la riconosciuta qualità della sua cucina tradizionale e la affermata tradizione artigianale e creativa dei suoi prodotti. Ma è soprattutto la dicotomia tra tutte queste bontà e il poderoso apparente caos che ne fa una città indimenticabile.
every stone, or volcanic rock there is, in its maze of narrow streets and alleys, the upper tiers of the hills, it is as luring and fascinating as the siren Parthenope herself from where legend has it traces the origins of the city. It is almost impossible to resist an attraction made up of such incredible beauty, the precious and varied range of art history, the recognized quality of its cuisine and the established tradition of craftsmanship and creativity of its products. It is between all these things and the powerful apparent chaos that you will find a truly unforgettable city. (translated by Kirstyjean Mc Clymont)
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CHARME TUTTO IL BELLO ANNO XI - NUMERO 3 - INVERNO 2015 Reg. Tribunale di Napoli n. 1/2007 (nuova serie)
sommario editoriale
Questa rivista è distribuita negli alberghi a 4 e 5 stelle di Napoli, Capri, Costiera Amalfitana, Costiera Sorrentina.
Napoli, cittá da amare, non da comprendere di Giorgio Gradogna
Direttore responsabile: GIORGIO GRADOGNA
LANCETTE DI STORIA
Luoghi della storia
Tempo di leggende Segnatempo con rintocchi di storia di Lello Scarpato pag. 6
Museo Civico Gaetano Filangieri Spirito di popolo che va oltre il tempo
Società editrice: Sisicom società cooperativa Corso Vittorio Emanuele 74 80122 Napoli ROC 17981 Direzione, redazione e pubblicità: Corso Vittorio Emanuele 74 80122 Napoli tel. +39.081.191.38.943 - 948 info@charmeitalia.it segreteria@sisicom.it Traduzioni: Claudia Romagnuolo Consulenza storico artistica: Francesca Del Vecchio Stampa: Arti Grafiche Boccia - Salerno Direzione editoriale: Sergio Gradogna Realizzazione in service e impaginazione: Esacor Srl Progetto grafico: Davide De Marco Immagini: Archivio Sisicom, Sergio Gradogna In copertina: Aversa (Ce) – Torre orologio della Real Casa Santa dell’Annunziata (ph. Sergio Gradogna) Questa iniziativa è contro il “sistema” della camorra
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pag. 3
Fama di artisti Tracce di grandi pittori Quando Napoli imparò il fiorentino di Gianni Reale pag. 18 GIOSTRE E QUINTANE Spettacoli della Storia Così continua a vivere il Medioevo di Rosanna Nastro pag. 26
di Gabriele Scarpa
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campania style Le Collezioni napoletane È una moda tutta corolle e grandi foglie di Annalisa Palmieri pag. 46 Vicoli Santi Luciano Esposito, il trionfo degli opposti di Annalisa Palmieri pag. 59 Sartoria Antonelli Quando i dettagli fanno la differenza di Annalisa Palmieri pag. 60 Paolo Scafora Il lusso ai piedi di Annalisa Palmieri
pag. 61
Colonna Orologi Polsini sartoriali per scandire il tempo di Giuseppe Porzio pag. 62 Caramanna Gioielli Preziosi “liquid metal” dal gusto primordiale di Annalisa Palmieri
pag. 64
Relais Tenuta San Domenico Lì dove il sogno non finisce di Giuseppe Porzio pag. 65 Hotel San Francesco al Monte Vivere la magia dell’antico monastero di Lilly Calise pag. 66
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Ristorante Museo Caruso e La Basilica Il tenore rivive tra mille prelibatezze di Giuseppe Porzio
pag. 84
Casa Lerario Sapori e passione sotto il Taburno di Sergio Prado
pag. 86
Gay Odin Il piacere intenso del cioccolato di Andrea Marquez
pag. 87
Carraturo Vittorio Sfogliatella, il segreto che non si svela di Andrea Marquez pag. 88
D’Orta spa Da sempre al servizio di strutture ricettive di Sergio Prado
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Cantieri Palumbo Il lusso napoletano vince la sfida del mare di Lilly Calise
pag. 68
Maxtris Confetti al di lá della ricorrenza di Giuseppe Porzio pag. 89 MUSEI
campania sapori I piatti del Natale napoletano Signori, ecco a voi re e regine della tavola di Gabriele Scarpa pag. 70 Eccellenze Campane La Terra del Buono raddoppia… la felicitá di Giuseppe Porzio
Caseificio Ponte a Mare La tradizione esalta il sublime gusto di Giuseppe Porzio
pag. 80
pag. 90
Lancette di storia
Tempo di leggende 6
Segnatempo con rintocchi di storia Timekeeper with strokes of history Dalla Torre della Piazzetta di Capri all’arco partenopeo di Sant’Eligio, storia e leggende dei quadranti più famosi della regione From the Tower of Capri’s Piazzetta to the Neapolitan arch of Sant’Eligio, history and legends of the most famous clock-faces of the region di Lello
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Per secoli e secoli hanno regolato la vita delle città con il loro lento ed inesorabile incedere: ore, minuti, secondi. Scanditi con ritmo solenne e rintocchi di campane. Sono gli orologi della Terra di Virgilio e San Gennaro. Svettano eleganti dall’alto di guglie e campanili incastonati in cornici di rocce e mattoni. Un po’ opere d’arte, un po’ simboli pregiati di arredo urbanistico. Sono belli da vedere e utili da “scrutare” soprattutto quando non si sa “che ora è”. Come la torre dell’Orologio che ha dato il nome a una piazza di Stabia. O il Campanile della Piazzetta, monumento simbolo dell’Isola Azzurra, immortalato in mille e mille fotografie. Ciascuno ha una storia particolare, spesso trasfusa in leggenda. Che merita semplicemente di essere raccontata. E’ il caso dell’arco quattrocentesco del Campanile di Sant’Eligio
Scarpato
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For ages they have been regulating the life of the cities with their slow advance: hours, minutes, seconds. Ticked away with a solemn rhythm and tolls. The clocks of Virgil’s land tower from high spires and steeples set in rock or brick walls. True works of art, each of them has a particular history, that turned into a legend. Like the arch of the Bell-tower of Sant’Eligio in Naples. On the first floor of a Gothic palace stands an elegant clock. On one side the clock-face has got only one hand. On the side of Piazza Mercato there are two hands. A story dating back to the 16th century, passed down by Benedetto Croce, tells about the heads sculpted on the arch, depicting the Duke Antonello Caracciolo and his subject Irene Malarbi. The terrible nobleman fell in love with the young 7
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a Napoli. E’ lì, infatti, proprio sul primo piano di stile gotico del sinuoso fabbricato, che si stampa un caratteristico ed elegante orologio. Su una delle due facce il quadrante ha una sola lancetta. Sull’altro versante (lato Piazza Mercato) le lancette sono due. Ed è qui che si cela un racconto che affonda le radici nel XVI secolo. Tramandato da Benedetto Croce, parla delle due teste scolpite nella cornice che fa da base all’arco: una si trova a destra, l’altra a sinistra. Si tratterebbe dei volti del duca Antonello Caracciolo e di una sua giovane vassalla: Irene Malarbi. Ebbene, si narra che il terribile nobiluomo, uomo senza scrupoli, innamorato pazzo di quella giovane vergine, non riuscendo a conquistarla con le buone, decise di vincerne le resistenze facendo incarcerare ingiustamente il padre salvo poi chiedere la resa della ragazza in cambio della liberazione del genitore. Il padre di Irene fu effettivamente liberato, ma invece di rassegnarsi all’idea di perdere la figlia invocò giustizia a Isabella di Trastamara, figlia di re Ferdinando II d’Aragona, ottenendo, in cambio, come condanna, le nozze forzate della figlia con lo stesso Caracciolo (il quale, però, fu anche costretto a fornire di tasca sua una ricca dote alla ragazza). Nonché, fatto ancora più importante, la successiva decapitazione del duca disonesto. La seconda storia ruota attorno all’unica lancetta dell’orologio di Sant’Eligio ed è decisamente meno fantasiosa della prima, ma molto più recente e soprattutto drammaticamente reale. Risale infatti al 28 marzo del 1943 giorno in cui una 8
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tremenda esplosione nel porto di Napoli provocò la distruzione della nave Caterina Costa. La deflagrazione, violentissima, seminò lutti e distruzioni fin nel cuore del quartiere Mercato dove un pezzo di lamiera si conficcò nell’orologio danneggiandolo e bloccandone gli ingranaggi alle ore 15: l’orario, in pratica, in cui era avvenuto lo scoppio. Per anni, fino al 1993 quando fu restaurato, il segnatempo di Sant’Eligio marcò sempre quel terribile orario come memoria per tutti i napoletani che si trovavano a passare di lì,
dei lutti della guerra. E di memoria di cose storiche ne serba il Palazzo Reale di Napoli, una delle regge più rilucenti dell’antico Regno delle Due Sicilie. E’ qui, proprio al centro della facciata principale del maestoso edificio, dall’alto di una torretta sormontata da un doppio ordine di campane, affacciata sull’arena del Plebiscito, che fa bella mostra di sé un altro bellissimo orologio. Ciò che resta, con ogni probabilità, dei rimaneggiamenti e dei continui abbellimenti subìti dalla dimora borbonica nel corso dei secoli. In alcuni dipinti sette-
centeschi di scuola napoletana (custoditi nella pinacoteca della Certosa di San Martino), si nota, infatti, come il Palazzo Reale avesse due torrette sul tetto sulle quali vi erano incisi due orologi solari: uno ad ore astronomiche, l’altro ad ore Italiche. Dei due, forse, è rimasto solo quello attuale che troneggia in corrispondenza del balcone regale. Il Palazzo di piazza del Plebiscito fu costruito nel 1600 dall’architetto Domenico Fontana, su commissione dell’allora viceré di Napoli. Avrebbe dovuto ospitare il re
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In apertura orologio che svetta sull’arco della Real Casa Santa dell’Annunziata ad Aversa 1.e 2. Arco quattrocentesco di Sant’Eligio lato Piazza Mercato. 3. Orologio Arco Sant’Eligio con una sola lancetta, lato Via Duomo Open with clock that stands sulla’arco Holy Annunciation of the Royal House to Aversa 1. and 2. Arch of Sant’Eligio side Piazza Mercato. 3. Clock Arch Sant’Eligio with one hand, side Via Duomo
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lady and, to convince her to marry him, he decided to put her father in jail. The innocent father was then freed but, instead of losing his daughter, claimed justice to Isabel of Trastamara, the daughter of the king Ferdinand II of Aragon. As a result, Irene was forced to marry Caracciolo, who was then beheaded. The second story about Sant’Eligio clock is strikingly true. On the 28th March 1943 a tremendous explosion in the harbour of Naples provoked the destruction of the ship “Caterina Costa”. The violent outburst arrived also into Mercato quarter, where a piece of sheet went into the clock, blocking its gears at 3:00 p.m., the hour of the explosion. Until the restoration works in 1993, the clock of Sant’Eligio marked that terrible time, as a reminder of the losses provoked by the war. In the principal façade of the majestic Royal Palace of Naples, from the top of a turret crowned by a double order of bells, there is another wonderful clock. In some Neapolitan paintings dating back to the 1700s, kept in the Certosa of San Martino, it is possible to notice that this palace had two turrets on the roof, with two solar clocks. Only the one near the royal balcony has been preserved until today. The Palace was built in 1600 by Domenico Fontana, commissioned by the Viceroy. It has been the residence of the Viceroys, of the Austrians, and of the Bourbon kings. At the beginning of the 1800s the palace was enriched by Gioacchino Murat and his wife Carolina Bonaparte, the sister of Napoleon, with Neoclassic decorations and furniture coming 9
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Filippo III di Spagna, atteso a Napoli per una visita ufficiale che in realtà non avvenne mai. La dimora si trasformò allora prima nella residenza dei viceré, poi in quella degli austriaci ed infine, nella “prima scelta” dei re di casa Borbone. Agli inizi dell’Ottocento la reggia fu ulteriormente arricchita da Gioacchino Murat e dalla moglie Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone, con decorazioni e arredamenti neoclassici, fatti arrivare a Napoli direttamente dalle Tuileries di Parigi e successivamente restaurato, dopo i danni provocati da un incendio nel 1837, da Gaetano Genovese che ampliò e regolarizzò, senza stravolgerlo più di tanto, l’originario corpo di fabbrica. Subito dopo l’Unità d’Italia (1861) il palazzo si trasformò nella re10
sidenza partenopea dei nuovi sovrani di Casa Savoia e pochi anni dopo, con l’arrivo, nelle nicchie esterne della facciata, delle gigantesche statue dei re di Napoli (da Ruggero il Normanno a Federico II di Svevia, passando per Carlo III fino a Vittorio Emanuele II di Savoia) assunse la forma con la quale lo conosciamo attualmente. Orologio compreso. E’ più recente, invece e risale al 1858, l’orologio che svetta sulla sommità del torrione centrale della facciata di Castel Capuano, il più antico maniero di Napoli dopo Castel dell’Ovo. Di origine normanna (la sua costruzione fu avviata nella metà del XII secolo per volere del re di Sicilia Guglielmo I “il Malo”, figlio di Ruggero), la rocca partenopea che per anni ha ospi-
tato la sede del tribunale, deve il suo nome al fatto di essere ubicata a ridosso di Porta Capuana, l’arco spalancato sulla strada che un tempo conduceva all’antica Capua. L’attuale quadrante che si ammira sulla sommità della porta, è la riproduzione quasi fedele di un più antico orologio a cifre latine immortalato in un dipinto del XVII secolo in esposizione alla Certosa di San Martino. Le lancette della storia ci portano ora nel cuore di Piazza Dante, a non molta distanza dalle rotte di Porta Capuana. Ci troviamo nel cuore della Napoli elegante, proprio agli inizi di via Toledo. E ad un tiro di schioppo da Port’Alba, varco d’accesso per il Decumano maggiore. Piazza Dante deve il suo nome alla presenza della sta-
tua dedicata al cantore della Divina Commedia realizzata nel 1871 dagli scultori Tito Angelini e Tommaso Solari junior. Ci troviamo nella zona un tempo detta “Largo del Mercatello” poiché fin dal 1588, vi si teneva uno dei due mercati cittadini. La piazza assunse l’attuale struttura nella seconda metà del Settecento, grazie all’intervento dell’architetto Luigi Vanvitelli, cui fu commissionato l’incarico di innalzare un monumento alla grandezza di re Carlo III di Borbone, il padre della Reggia di Caserta e di tanti altri capolavori del regno di Napoli. I lavori di quello che doveva essere il “foro carolino” durarono dal 1757 al 1765. Vanvitelli diede vita ad un progetto a forma di grande semicerchio. L’edificio, con le due caratteristiche ali ricur-
4. Palazzo Reale in Piazza del Plebiscito con orologio in corrispondenza del balcone reale 5. Torrione centrale facciata Castel Capuano lato via Tribunali 6. Facciata posteriore Castel Capuano lato Porta Capuana 4. Royal Palace in Piazza del Plebiscito with clock at the royal balcony 5. Central Tower facade Castel Capuano side Via Tribunali 6. Rear facade Castel Capuano side Porta Capuana 5
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from the Tuileries in Paris. After the fire of 1837, it was restored by Gaetano Genovese, who enlarged it without changing the original plan. After the Unification of Italy (1861) the palace became the Neapolitan residence of the kings of Savoy house. After few years, it took its actual form, with the adding of the enormous statues of the kings of Naples. The clock on the top of the central façade of Castel Capuano, the most ancient castle after Castel dell’Ovo, dates back to 1858. Of Norman origin (its building started in the 12th century thanks to the king of Sicily William I), the Neapolitan rock is set against Porta Capuana, the city door that once led to Capua. The clockface on the top of the door is the repro-
duction of the original one, depicted on a painting that dates to the 17th century kept into the Certosa of San Martino. Piazza Dante owes its name to the statue of Deante Alighieri, the writer of the Divine Comedy, made in 1871 by Tito Angelini and Tommaso Solari junior. Once it was called “Largo del Mercatello” because of the presence of a market place since 1588. The square took its actual form in the second half of the 1700s, thanks to Luigi Vanvitelli, who had the commission to make a monument devoted to king Charles III of Bourbon. The works lasted from 1757 to 1765. Vanvitelli planned a big semicircle. The building that we admire today, with its two curved wings, is surmounted by a long theory of stat11
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7. e 8. Dettaglio torrino orologio e panoramica su Convitto Nazionale Vittorio Emanule II a Piazza Dante 9. Cappella del Monte dei Poveri all’interno dell’omonimo palazzo ora sede dell’archivio storico del Banco di Napoli 7. and 8. Detail turret clock and overview of National Boarding Vittorio Emanuele II in Piazza Dante 9. Chapel of the Mount of the Poor in the homonymous palace now housing the historical archives of the Banco di Napoli
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ve che si ammira oggi, fu sormontato da una lunga fila di statue rappresentanti le virtù di re Carlo mentre al centro fu aperta una nicchia che avrebbe dovuto ospitare una statua del sovrano a cavallo (che in realtà non fu mai realizzata). Nel progetto era compreso anche il torrino d’orologio che troneggia sulla sommità della nicchia da cui si entra nel Convitto nazionale Vittorio Emanuele II (ex convitto dei gesuiti, ospitato nei locali di un antico convento). L’opera, sia pur prevista da Vanvitelli, fu innalzata solo in epoca successiva. Per l’esattezza, nel 1853 quando anche il segnatempo iniziò a scoccare con estrema precisione ore, minuti e secondi. E non 12
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parliamo di “precisione” a caso. Quell’orologio, infatti, era estremamente preciso perché uno dei pochi se non l’unico in Europa, in grado di segnare con estrema esattezza lo zenith, vale a dire il punto più alto del sole (il “mezzogiorno”) e, quindi, anche l’ora esatta del tempo. Eppure per anni il quadrante di piazza Dante è rimasto fermo. Semplicemente out. Fu una docente di geografia astronomica del Convitto, Daniela Salvatore, incuriosita dall’Equazione del Tempo, a promuoverne il restauro. La professoressa approfondì la storia dell’orologio e vi dedicò un opuscolo poi finito nelle mani del vice presidente della Fondazione Banco di Napoli, Egidio
Mitidieri, il quale, colpito, accettò di finanziarne il restauro E ora spostiamoci nel cuore di Partenope. All’estremità di via dei Tribunali, per la precisione. E’ qui, a due bassi da via Spaccanapoli che sorge la chiesa o Cappella del Monte dei Poveri, una delle più importanti di Napoli. La struttura, oggi chiusa al culto, fu realizzata nel 1663 su disegno di don Giuseppe Caracciolo, ed inglobata nel cinquecentesco Palazzo del Monte dei Poveri (si tratta dello stesso edificio in cui è ospitato l’archivio storico del Banco di Napoli). Ciò che colpisce di questa struttura è la sua facciata elegante, di forme classicheggianti e al tempo stesso
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palesemente barocche: la si può ammirare nel cortile interno del palazzo. Fu rifatta nel Settecento da Gaetano Barba e quindi coronata dall’orologio che dal 1740 spicca a mo’ di corona nella parte alta dell’edificio. Opera d’arte su opera d’arte. Alle porte di Napoli, per la precisione a Giugliano, c’è un altro edificio religioso che merita particolare attenzione. Si tratta della chiesa dell’Annunziata (detta anche dell’Ave Gratia Plena). Il corpo di fabbrica ha una caratteristica che lo rende unico. La facciata, infatti, non è di tipo tradizionale, ma presenta a sinistra l’ingresso della chiesa, al centro, quasi in posizione dominante, il campanile e a destra la facciata di un antico ospedale. Un trio di edifici affiancato l’uno all’altro con l’eccezione della torre campanaria in mezzo. L’Annunziata fu edificata tra il XVI ed il XVII secolo mentre adiacente al complesso, tra il XVIII ed il XIX secolo, si sviluppò l’edificio dell’ospedale nato a fini assistenziali. La torre campanaria, invece, risale al XVIII secolo: si innalza verso l’alto per tre piani poggiando su un basamento in piperno. Al secondo livello fa bella mostra di sé, in solitaria, un elegante orologio meccanico di forma tondeggiante sormontato, in alto, da un duplice ordine di campane. Ogni piano del campanile è differente dall’altro, un particolare, questo, che conferisce all’architettura una certa eleganza, contenuta però dalla classica bicromia grigio piperno- arancione dei mattoni che rende la torre, al tempo stesso, severa e austera. La chiesa di Giugliano conserva numerose tele di artisti della scuola napoletana tra cui quelle di Massimo Stanzione e Carlo Sellitto. Merita assolutamente di essere 14
visitata. Così come merita un gran tour la Real Casa Santa dell’Annunziata ad Aversa con il suo orologio “double face” che svetta a pochi metri dall’ingresso dell’edificio. E’ questo un istituto di beneficenza sorto all’inizio del XIV secolo. Nel 1776 la struttura religiosa fu unita alla vicina torre campanaria (realizzata nel 1712 in sostituzione di quell’antica, risalente al XV secolo) da un arco a tutto sesto disegnato dall’architetto Giacomo Gentile. Si tratta di Porta Napoli, divenuta, col tempo, il simbolo storico e autentico della cittadina dell’Agro, nel bene ma anche nel male. Questo perché gli aversani, nelle frequenti liti che nel corso dei secoli li vedevano opposti ora ad un Comune ora all’altro, venivano tradizionalmente tacciati di essere degli “opportunisti”. Di avere insomma una doppia faccia. Proprio come i due quadranti (facce) del grande orologio posto sul possente arco della Porta. Sia l’arco che l’orologio sono stati realizzati con lo stesso materiale e stile della torre campanaria. E ora spostiamoci a Castellammare di Stabia. Certo, il passo non è particolarmente breve, tuttavia merita di essere compiuto fino in fondo. E’ qui, infatti, nella città delle acque termali, che sorge l’antica area della “Marina Grande”, oggi nota in tutta la città come piazza dell’Orologio (o piazza Cristoforo Colombo se vogliamo tenere fede alla toponomastica ufficiale). Nel corso del Settecento, dopo la demolizione dell’antica cinta muraria che la circondava, quest’area fu trasformata in una vera e propria “piazza del mercato”, divenendo il luogo in cui si svolgevano gli scambi di merci provenienti dal vicino porto. Fu in quegli anni che venne manifestandosi, vi-
sta anche l’ampiezza della piazza ed il fatto stesso che, al di là delle bancarelle, l’area fosse sostanzialmente spoglia di arredi urbani, l’esigenza di dotarla di un orologio luminoso che potesse essere visto anche da lontano e dalle navi alla fonda. In un primo tempo l’autorità municipale pen-
sò di utilizzare un vecchio orologio dismesso del vicino cantiere Navale, ma successivamente, visti i costi elevati che richiedeva la riparazione del macchinario, fu deciso di commissionarne uno nuovo alla ditta Augusto Barnard di Napoli. Nello stesso tempo fu anche stabilita la costruzione di una
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10. e 11. Campanile della Chiesa dell’Annunzia a Giugliano di Napoli 12. Torre dell’orologio a Castellammare di Stabia della fine dell’800 10. and 11. Church steeple dell’Annunzia in Giugliano of Naples 12. Clock Tower in Castellammare di Stabia of the 1800
ues representing the virtues of Charles III. The project also included the building of the clock tower that surmounts the niche over the entrance to the “Convitto nazionale Vittorio Emanuele II”, a former Jesuit boarding school. The tower was built only in 1853, when the clock started to strike with extreme precision hours, minutes, and seconds. The clock was so sharp because it was one of the few in the whole Europe capable of indicating the zenith, the highest point of the Sun. Nonetheless, the clock of piazza Dante remained still. It has been then restored by Banco di Napoli Foundation, thanks to the suggestion of a teacher of the “Convitto”, who found out the importance of this unique clock. In via dei Tribunali there is Cappella del Monte dei Poveri, made in 1663 on a drawing by don Giuseppe Caracciolo, and englobed into Palazzo del Monte dei Poveri, dating back to the 1500s. Its elegant façade, mixing Classic and Baroque shapes, was restored during the 1700s by Gaetano Barba and then crowned by the marvellous clock in 1740. In Giugliano, just outside Naples, there is the church of the Annunziata (called also of the Ave Gratia Plena). The façade is unique: on the left there is the entrance to the church, at the centre the bell-tower, and on the right the façade of an old hospital. The Annunziata was built between the 16th and the 17th centuries, while the hospital was developed between the 18th and the 19th centuries. The bell-tower dates back to the 18th century: it has three floors and a trachytic rock base. On the second level there is 15
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alta torre di stile arabeggiante, piramidale, sulla quale collocare l’orologio con due campane. Entrambi i progetti furono approvati in Consiglio comunale nella seduta dell’11 marzo 1869, ma solo il 27 febbraio 1871 si procedette con la costruzione della torre e del suo straordinario segnatempo meccanico. Curiosità. Una delle campane montate sulla sommità della torre fu ricavata dalla fusione delle campane che fino a pochi mesi prima avevano fatto sentire il loro rintocco nel non distante Duomo stabiese. Per il suo caratteristico suono in si bemolle, il sindaco di Napoli, barone Nolli, il 21 marzo del 1872 chiese al primo cittadino stabiese di poter trattenere a Napoli per circa un mese la campana da poco fusa e realizzata dalla stessa ditta Barnard, affinché se ne potesse far uso per la prima della rappresentazione del dramma lirico “Manfredo” che si doveva tenere in quel mese al Teatro San Carlo. Il sindaco di Castellammare accettò e per la campana della “Torretta dell’orologio” il battesimo fu piuttosto singolare vista la platea del Massimo Napoletano. La torre ed il suo orologio, guasti per un quindicennio, sono stati sottoposti di recente a lavori di restauro recuperando così il proprio ruolo di luogo simbolo per tutti i cittadini stabiesi. Passiamo ora ad un altro monumentosimbolo: la Torre dell’Orologio di Avellino, autentica icona in stile barocco del capoluogo irpino. Il fabbricato sovrasta Piazza Amendola, dall’alto dei suoi 36 metri e presenta un basamento a bugne quadrate. In origine aveva due piani, con quello più elevato aperto. Successivamente, se ne aggiunse un terzo che fu poi dotato di un caratteristico orologio a campane e della 16
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“diana” che suonava a martello in caso di pericolo. Volendo dar retta alla tradizione, la Torre sarebbe stata edificata sui resti di una delle torri di guardia delle antiche mura di Avellino in epoca paleocristiana. Ma è molto più probabile che sia stata realizzata nel corso del Seicento. Sembra che a volerla sia stato il principe Francesco Marino Caracciolo il quale desiderava una struttura del genere per rappresentare l’idea della nuova città ridisegnata dalla sua famiglia. Francesco avrebbe affidato il progetto della torre a Cosimo Fanzago, che si avvalse della collaborazione di Giovan Battista Nauclerio. Come tutti i monumenti secolari, la Torre di Avellino ha vissuto le conseguenze dei vari terremoti, non ultimo quello del 1980 quando crollò quasi interamente, il che rese necessaria una ricostruzione con alcuni
elementi originali. Segnatempo compreso. Bella ed imponente, infine, è anche la Torre dell’Orologio di Capri, chiamata anche “torre della Piazzetta”. Stiamo parlando di uno dei luoghi più famosi e carismatici dell’Isola Azzurra, ripreso e immortalato in migliaia di foto e gouaches. La torre con il suo straordinario orologio, si innalza in uno degli angoli più suggestivi della famosa piazzetta. Datata X-XI secolo apparteneva, forse, ad un antico convento bizantino, dedicato a Santo Stefano. Restaurata e rinnovata nel corso del XVIII secolo, la “torre della Piazzetta” ha una base quadrata ed è adornata, alla sommità, da una cupola di stampo orientaleggiante e da un colorato orologio maiolicato risalente, forse, al XVIII secolo. Un segnatempo straordinario ed elegante. Come l’ambiente che lo circonda.
Lancette di storia
13. Orologio Real Casa Santa dell’Annunziata ad Aversa - 14. Torre dell’orologio della piazzetta a Capri 13. Watch Real Casa Santa Annunziata Aversa - 14. Clock Tower in the square in Capri
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a round mechanical clock surmounted by a double order of bells. The classic contrast between the grey of the trachytic rock and the red of the bricks gives to the tower an austere look. The church keeps a lot of paintings by Neapolitan artists like Massimo Stanzione and Carlo Sellitto. Also the Real Casa Santa dell’Annunziata in Aversa is worth a visit, with its “double face” clock. It was built at the beginning of the 14th century. In 1776 the religious structure was united to the near bell-tower built in 1712, by the means of a round arch drawn by Giacomo Gentile. It is called Porta Napoli and it is the symbol of Aversa. In Castellammare di Stabia stands the ancient area of “Marina Grande”, today known as piazza dell’Orologio (or piazza Cristoforo Colombo). During the 1700s, after that the old walls were demolished, this area was transformed into a market place. It was then decided to build a clock that had to be seen even from the afar. A clock was then commissioned to the “Augusto Barnard” firm in Naples. At the same time, it was decided the building of a high tower to host the clock and the two bells. The works started on the 27th February1871. One of the bells was obtained by the fusion of the bells of the Dome of Stabia. For its characteristic sound the mayor of Naples, baron Nolli, on the 21st March 1872 asked to the mayor of Stabia to lend the bell to Naples for one month, to use it during the representation of the
lyrical drama “Manfredo” in the San Carlo Theatre. Obviously, the mayor of Castellammare accepted. The tower and its clock underwent a recent restoration, and today are again a symbol for the citizens. The Tower of the clock in Avellino is a real Baroque icon. It dominates Piazza Amendola, from its height of 36 metres and its base of square ashlar. Originally it had two floors, then a third one was added together with its typical bell-clock. According to the tradition, the Tower has been built over the remains of a guard tower of the ancient city walls, dating back to Pre-Christian times. But, more likely, it has been built during the 1600s, by the will of prince Francesco Marino Caracciolo, who commissioned the project of the tower to Cosimo Fanzago, who worked together with Giovan Battista Nauclerio. During the earthquake of the 1980, the tower was almost completely destroyed, and it was then restored with some of the original elements. Last but not least, the Tower of the clock in Capri, also called the “tower of Piazzetta”, one of the most famous places of theBlue Island, for its charming position. It dates back to the 10th-11th century and probably belonged to a Byzantine monastery devoted to Saint Stephen. Restored during the 18th century, the tower has a square base and is adorned on the top by an oriental-like dome and a colourful majolica clock that can be dated to the 18th century. 17
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Tracce di grandi pittori 18
Quando Napoli imparò il fiorentino When Naples learned Florentine Dai dipinti del refettorio di Sant’Anna dei Lombardi alla Crocifissione di San Giovanni a Carbonara, ecco come Giorgio Vasari esportò la “buona maniera” dei toscani nella città del Golfo From the paintings of Sant’Anna dei Lombardi refectory to the Crucifixion of San Giovanni a Carbonara, Giorgio Vasari exported the Tuscan “good manner” into the city of the Gulf di Gianni
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Valido architetto, pittore provetto. Ma soprattutto grande scrittore. Insomma, il classico umanista. Esperto un po’ in tutte le arti come i vari Michelangelo e Leonardo erano stati prima di lui. Fu questo e tanto altro ancora Giorgio Vasari, artista aretino balzato agli onori delle cronache per il suo celebre trattato delle “Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri”, pietra miliare della storiografia artistica nazionale. L’opera, pubblicata la prima volta nel 1550, rappresenta ancora oggi un vero e proprio punto di partenza per la conoscenza della vita e delle opere dei quasi duecento artisti impegnati tra il XIII e il XVI secolo ad abbellire chiese, cattedrali e palazzi del Belpaese. Cre-
Reale
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Architect, painter, writer. A humanist expert in various arts, like Michelangelo and Leonardo before him. Giorgio Vasari from Arezzo is famous for his treatise Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri, a milestone of the national artistic historiography. Published in 1550, it is a starting point for the study of the life and works of the nearly 200 artists described, who decorated Italian churches, cathedrals, and palaces among the 13th and the 14th century. Friend of Buonarroti, artist in Florence for Cosimo I de’ Medici, he spent few months in Naples between 1544 and 1545, where he worked for the Viceroy don Pedro de Toledo, religious orders, and members of the nobility. Vasari 19
Fama di artisti
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In apertura, la Sacrestia della chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, con la volta dipinta dal Vasari - 1. La volta della Sacrestia dipinta dal Vasari - 2. Soffitto cassettonato della chiesa di Sant’anna dei Lombardi - 3. Dettaglio della volta di una delle cappelle della chiesa di Sant’anna dei Lombardi Open with the Sacristy of the hurch of Sant’Anna dei Lombardi, with the ceiling painted by Vasari - 1. the time of the Sacristy painted by Vasari - 2. tray ceiling born of Sant’Anna dei Lombardi - 3. detail the time of one of the chapels of Sant’Anna dei Lombardi
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sciuto alla scuola del grande Buonarroti e poi interprete delle iniziative promosse a Firenze da Cosimo I de’ Medici, Vasari trascorse un breve ma denso soggiorno nella città del Vesuvio, dove si fermò pochi mesi a cavallo fra il 1544 ed il 1545. A Napoli l’artista di Arezzo lavorò per il Vicerè don Pedro da Toledo, ma anche per alcuni ordini religiosi e membri della nobiltà che a lui si erano rivolti per abbellire i loro sacri edifici. Un breve periodo che tuttavia ha lasciato tracce indelebili nella cultura partenopea ed in quella meridionale poiché Vasari e la sua schiera di allievi esportarono a Sud la “buona maniera” dei fiorentini, che in quegli anni tanto successo aveva riscosso nella Roma dei Papi.
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Il primo “appalto” made in Naples lo staff dell’umanista tuttofare lo ricevette dai frati del monastero della chiesa di Santa Maria di Monte Oliveto, l’attuale Sant’Anna dei Lombardi. Vasari, che quanto ad addobbi e scenografie era un autentico maestro (a soli 19 anni aveva decorato un arco trionfale allestito a Bologna in occasione dell’incoronazione di Carlo V), fu chiamato per decorarvi l’antico refettorio dei monaci. Si racconta che alla vista di quello stanzone, concepito in puro stile gotico, fu quasi sul punto di fare dietrofront e rifiutare il lavoro, essendo il refettorio “fatto d’architettura antica e con le volte a quarti acuti e basse e cieche di lumi, dubitando di non avere ad acqui-
and his school exported in Southern Italy the Florentine “good manner”. His first work in Naples was in the church of Santa Maria di Monte Oliveto, today Sant’Anna dei Lombardi. Vasari was called there to embellish the refectory. It is said that, when he first saw the room, in pure Gothic style, he wanted to refuse the job because of the lack of sufficient light. In the end, Vasari accepted the commission, and covered the vaults with stucco, framing them with geometrical decorations. The decoration of the vault was divided in three parts, adorned with grotesques, allegories, and symbolic elements; each part hosted a fresco devoted, respectively, to Faith, Religion, and Eternity. It is considered the most 21
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starvi poco onore”. Alla fine si convinse ed accettò la commissione impegnandosi a ricoprire di stucco tutte le volte del vano incorniciandole con geometriche e luminose decorazioni per “levar via - lasciò scritto - con ricchi partimenti di maniera moderna, tutta quella vecchiaia e goffezza di sesti dell’arte gotica”. In tal modo la volta della stanza, che in quel tempo ospitava i monaci durante i pasti, fu suddivisa in tre ambiti, riccamente decorati da grottesche, allegorie ed elementi simbolici, dominati ciascuno da tre affreschi principali, dedicati, rispettiva22
mente, uno alla Fede, uno alla Religione e l’altro all’Eternità. L’opera è oggi considerata la più importante testimonianza del Manierismo a Napoli. Durante l’esecuzione dei dipinti, Vasari ed i suoi collaboratori eseguirono anche due trittici (uno destinato alla controfacciata, l’altro alla parete di fondo del salone-mensa). Delle sei tavole originali, tre sono oggi conservate al Museo di Capodimonte (raffiguranti, ‘Presentazione al tempio’, ‘Resurrezione’, ‘Cena in casa del Fariseo’ ), mentre altri due spicchi (raffiguranti, ‘Mesè’, e ‘La Caduta della Manna’), donate da Ferdinan-
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do di Borbone, sono oggi esposti a Palermo, tra i tesori del Museo Diocesano di Palazzo Arcivescovile della città siciliana. Nel 1688, il refettorio fu trasformato in sacrestia (da qui la “Sagrestia del Vasari”) ed alle pareti dell’antica “mensa” furono aggiunti alcuni straordinari pannelli intarsiati, provenienti dalla Sacrestia Vecchia, realizzati tra il 1506 e il 1510 dal frate olivetano Giovanni da Verona. I pannelli mostrano vedute di paesaggi dall’alto e finte armadiature a trompe l’oeill di grande impatto emotivo. La struttura antica venne inglobata in una nuova
important piece of Mannerism in Naples. Vasari and his collaborators made also two triptych: today three of the six original tables are kept in Capodimonte Museum (Presentation in the Temple, Resurrection, Dinner in the Pharisee House), while other two (Moses and The Fall of Manna), are in the Diocesan Museum of the Archiepiscopal Palace in Palermo, a gift by Ferdinand of Bourbon. In 1688, the refectory was turned into a sacristy (the Sagrestia del Vasari). Extraordinary inlaid panels from the Old Sacristy were added, made between 1506 and 23
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cornice decorata da una serie di statuette raffiguranti i Santi dell’Ordine. A Napoli Vasari si occupò di arricchire anche un’altra chiesa: quella di San Giovanni a Carbonara dove dipinse una meravigliosa Crocifissione e un ciclo di 24 tavole lignee che decoravano originariamente l’armadiatura della Sacrestia della chiesa, distrutta da un bombardamento del 1941 (alcune tavole superstiti sono ora al Museo di Capodimonte). Si tratta di un’opera che, per i suoi giochi di contrasto tra luce e colore, sembra risentire non poco dell’influenza dell’inarrivabile Caravaggio. La tela, che in realtà fu realizzata a Roma e solo successivamente trasferita a Napoli, gli fu commissionata dal cardinale Gerolamo Seripando per la sua cappella di famiglia. E qui rimase fino al 2011 quando, a causa del restauro della cappella gentilizia, è stata esposta nel poco distante presbiterio della chiesa, accanto al monumento sepolcrale di re Ladislao. Il Cristo raffigurato da Vasari sembra quasi uscire dalla tela. E’ di proporzioni dominanti. La sua figura campeggia in una sorta di “isolamento”. Ed è questo il modo scelto dall’artista per mettere in primo piano la crudeltà e la sofferenza patite dal figlio di Dio al culmine del suo triste calvario. La cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, infine, custodisce gli ultimi capolavori firmati dal Vasari a Napoli. Anche in questo caso, come per la Crocifissione di San Giovanni a Carbonara, le opere furono realizzate nella città del Tevere e solo successivamente trasportate in riva al Golfo. Committente, in quel caso, fu il cardi24
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4. Portella del Vasari raffigurante la Natività - 5. Portella del Vasari raffigurante i sette patroni di Napoli - 6. Transetto di sinistra del duomo di Napoli dove sono esposte le due portelle - 7. Interno chiesa San Giovanni a Carbonara - 8. Dipinto del Cristo dipinto dal Vasari esposto nella chiesa di San Giovanni a Carbonara 4. little door of Vasari depicting the Nativity - 5. little door of Vasari depicting the seven patrons of Naples 6. left transept of the cathedral of Naples, which exhibits the two little doors - 7. internal church San Giovanni in Carbonara - 8. painting of Christ painted by Vasari exposed in the church of San Giovanni a Carbonara
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nale Ranuccio Farnese. Stiamo parlando dei quattro dipinti che un tempo abbellivano le portelle dell’organo barocco costruito nel 1549 dall’architetto Giovan Francesco de Palma in collaborazione con Alessandro Raimondi e Nicola de Spellis. Lo strumento fu collocato sotto l’ultima arcata del Duomo, all’incrocio del transetto di destra. Secondo la prassi rinascimentale, l’organo era chiuso con due ante che, per volontà del cardinale Farnese, furono affidate all’estro del Vasari. Due i dipinti “firmati” dal maestro. Quello raffigurante la Natività tipica del presepe, era visibile quando lo strumento era chiuso; l’altro, raffigurante i sette Patroni di Napoli (San Gennaro, Sant’Aspreno, Sant’Agrippino, Sant’Eufebio, San Severo, Sant’Agnello e Sant’Anastasio), quando l’organo era aperto. Nelle immagini dei Santi, come atto di omaggio nei confronti del ricco e potente committente, Vasari fece “riecheggiare” i ritratti dei signori di Casa Farnese (in quello di S. Gennaro, ad esempio, vi si riconosce Papa Paolo III, avo del cardinale Ranuccio). Le portelle sono oggi in mostra nella parete di sinistra del transetto del Duomo di Napoli, poiché l’organo, successivamente, fu spostato nella chiesa di Santa Maria la Nova privo delle ante di chiusura.
1510 by the Olivetan monk Giovanni from Verona. The old structure was incorporated in a new frame enriched by the statues of the Saints of the Order. In the church of San Giovanni a Carbonara Vasari painted a marvellous Crucifixion, and a series of 24 wood tables that originally decorated the Sacristy, destroyed by a bomb in 1941 (some are in Capodimonte Museum). This masterpiece seems to have been influenced by Caravaggio. The canvas was made in Rome, commissioned by the cardinal Gerolamo Seripando for his family chapel, where it has been until the restoration of 2011, when it has been moved to the presbytery. The Christ painted by Vasari dominates the scene, in a sort of isolation: in this way the artist wanted to highlight his sufferance at the end of the Calvary. The church of Santa Maria Assunta kept the works commissioned by the cardinal Ranuccio Farnese: the paintings that decorated the doors of the Baroque organ made in 1549 by Giovan Francesco de Palma. Vasari painted a Nativity, visible when the instrument was closed, and the Seven Patrons of Naples, visible when the organ was opened. The Saints recall the lords of Farnese House (e.g. San Gennaro is Pope Paul III, ancestor of the cardinal). Today the doors are kept on the left wall of the transept in the Cathedral of Naples, while the organ can be seen in the church of Santa Maria la Nova. 25
Giostre e Quintane
Spettacoli della storia 26
Così continua a vivere il Medioevo Middle Ages live again Ogni anno in Campania centinaia di feste storiche riecheggiano i secoli passati. Da Nola a Faicchio, Charme propone una selezione di giostre, quintane e palii organizzati nei borghi della regione. Tutti da non perdere Every year in Campania thousands of historical festival echo the past centuries. From Nola to Faicchio, Charme proposes a selection of jousts, quintains, and palios organized in the hamlets of the region. That cannot be missed di Rosanna
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Sono tante, belle, caratteristiche, curiose. Non tutte conosciute, certo. Ma di sicuro affascinanti e dal sapore fortemente evocativo. Ogni anno attirano migliaia di turisti e visitatori, seducendoli con i colori della tradizione e le offerte irresistibili della tavola. Sono le feste medievali e le rievocazioni storiche dei borghi della Campania. Autentiche chicche della terra di Virgilio e San Gennaro. Da Caserta a Benevento, passando per Napoli, Salerno ed Avellino, non c’è angolo di questa regione che non possa elencarne almeno una. D’altronde è o non è la “Capuania” una
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Every year attract thousands of visitors: the Medieval festivals and the recollections of historical events of Campania hamlets are something that cannot be missed. After all, Capuania is a land rich of history and legends. In Terra Felix there are more than 500 municipalities, and each of them has a past worthy to be recalled. Being forced to make a selection among them, we have decided to talk about the small villages that usually find little space in the road maps of international tourism. And where, at the same time, folklore lives its more authentic and genuine triumph, with parades, danc27
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delle terre più ricche di storia e leggende di tutto il Vecchio Continente? Il nostro problema è proprio legato all’abbondanza. Pensate, nella sola Terra Felix si contano più di 500 Municipalità, ognuna delle quali vanta un passato degno di essere raccontato. Sceglierne una a discapito di un’altra, è già fare torto in partenza, tanto ricca e densa è la storia a queste latitudini. Ma le regole del “foglio” ci sono e vanno rispettate. Dunque la selezione va fatta, anche a costo di sacrificare un evento al posto di un altro. Seguendo, in questo caso, un criterio preciso: dare priorità a quei borghi che magari trovano, di solito, poco spazio nelle “road map” del turismo mondiale. E dove, però, non di rado, il folklore vive il suo più autentico e genuino trionfo, tra sfilate di cortei, balli, giostre e quintane. 28
Partiamo da Nola, cittadina della provincia napoletana dalle origini antichissime (pare sia stata fondata nel VII secolo a.C. dalla popolazione italica degli Ausoni, anche se non mancano, sul suo territorio, tracce di insediamenti umani addirittura al paleolitico come attesterebbero i resti del villaggio di palafitte oggi in mostra nel locale museo archeologico) che ha dato i natali al filosofo Giordano Bruno. E’ qui che ogni anno, a giugno, in onore di San Paolino da Bordeaux, si celebra una delle ricorrenze più famose e seguite di tutto il panorama religioso italiano: la Festa dei Gigli, organizzata per celebrare il ritorno in città del vescovo Ponzio Meropio Paolino dalla prigionia. Il fatto risale alla prima metà del V secolo e si racconta che in occasione del ritorno a Nola, il prelato di origini francesi fu accol-
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to dalla sfolla con lo sventolio dei gigli. Da qui la celebre ricorrenza. Ebbene è proprio in occasione della Festa che, da oltre un trentennio, grazie all’impegno degli appassionati dell’associazione Fag per Nola, si tiene il Corteo Storico degli Orsini (che dal 1269 al 1533 furono i signori di queste lande). La kermesse si apre con la sfilata dei cataletti, base su cui poi saranno innalzate le macchine verticali dei gigli. I figuranti indossano costumi ed abiti d’epoca che si rifanno allo stile del XIV secolo. Insieme danno vita ad una vera e propria sfilata nel corso del quale riprendono vita e forma le arti, i mestieri e le abitudini della città del Quattrocento, compreso un vero e proprio combattimento (la “giostra della spada teutonica”) tra spadaccini, allestito nell’accampamento della guardia. Il
Corteo degli Orsini percorre le vie principali del Centro, accompagnato, a seconda delle circostanze, da falconieri, artisti, suonatori, danzatori e poeti. Di grande impatto è la cerimonia conclusiva che si tiene in Piazza Duomo, dove il conte consegna simbolicamente le chiavi di Nola al maestro del mercato. Identico è il fascino che si sprigiona dalla Giostra di Castello del Matese, in provincia di Caserta. Organizzata dall’Associazione culturale Cluvia, la manifestazione rievoca un fatto storico realmente accaduto, risalente al 1460 quando Castello, roccaforte di Piedimonte Matese, resistette strenuamente all’assedio portato dai baroni ribelli. In quella occasione, la difesa del maniero costruito dai re normanni e di cui ancora oggi è possibile ammirare i resti (alcune torri circolari e tratti delle mura
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In apertura, momenti delle diverse Feste Medioevali che si organizzano in Campania - 1. 2. 3 e 4. Momenti della Festa dei Gigli di Nola con la sfilata delle macchine verticali - 5. 6. 7. e 8. Scorci della Giostra di Castello Matese, comune in provincia di Caserta Open with moments of the different Medieval Festival we are organized in Campania - 1. 2. 3. and 4. Moments of the Feast of the Gigli of Nola with the parade of vertical machines - 5. 6. 7. and 8. Glimpses of the Tournament of Castello Matese, town in the province of Caserta 4
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costruite con l’utilizzo di pietra locale), fu affidata al conte Onorato Gaetani, principe di Piedimonte, nonché fedelissimo del re di Napoli, Ferdinando I d’Aragona. La Giostra va in scena ogni prima domenica di agosto ed è preceduta dai festeggiamenti a base di musiche, danze e giochi che si svolgono il venerdì ed il sabato nelle strade del paese all’ombra dell’antica fortezza medievale e della millenaria chiesa della Santa Croce, risalente al X secolo (la parrocchia fu restaurata, in stile barocco, dopo il terremoto del 1688. Oggi conserva alcune straordinarie icone intagliate e originali decorazioni in stucco). Particolarmente suggestivo è il Banchetto delle Contrade: viene “apparecchiato” nelle piazzette nascoste di Castello e costituisce l’occasione più ghiotta per assaggiare i piatti tipici della tradizione lo-
es, jousts, and quintains. Let’s start from Nola, a city founded in the 7th century B.C. by Italic populations, and that bears the traces of Palaeolithic settlements. Here the philosopher Giordano Bruno was born. Every year on June there is a festivity in honour of St. Paul from Bordeaux, the Lilies Festival, celebrating the return of the bishop Ponzio Meropio Paolino from the captivity in the first half of the 5th century. On that occasion, he was greeted with waving lilies. Since 30 years there is the “Historical Parade of the Orsini”, the lords of these lands from 1269 to 1533. The ceremony starts with the parade of the coffin on which will be raised the lilies. The participants wear period costumes and the life, arts, and crafts of the city during the 1400s come back to life. The parade is accompanied by falconers, artists, musicians,
dancers, and poets. During the closing ceremony the count gives symbolically the keys of Nola to the master of the market. The Joust of Castello del Matese, near Caserta, recollects an event that happened in 1460, when the rock Castello withstood to the siege of the rebel barons. The defence of the castle built by the Norman kings, whose remains can still be seen today, was assigned to count Onorato Gaetani, prince of Piedimonte. The joust takes place every first Sunday of August and it is preceded by music, dances, and games in all the streets near the old Medieval fortress and the church of Santa Croce, dating back to the 10th century and was then restored in Baroque style after the earthquake of 1688. The “Banquet of the Districts” is a unique chance to savour the typical dishes of the local tradition. The Joust engag29
Giostre e Quintane
9. 10. 11. e 12. Festa Medievale di Vairano Patenora, antico borgo di Terra di Lavoro 9. 10. 11. and 12. Medieval Festival of Vairano Patenora, an ancient common of Terra di Lavoro
cale. La Giostra vera e propria impegna le tre contrade del borgo: Cavallo, Platano e Torre. Ciascuna schiera sul terreno di gara, ricavato nella centralissima piazza Roma, il suo cavaliere più bravo il quale, armato di lancia e in sella a un cavallo, si getta al galoppo nel tentativo di infilare quanti più anelli possibili posizionati lungo il percorso. Il più bravo assicurerà la vittoria alla propria contrada e quindi la conquista del palio. La Giostra è preceduta da un particolare cerimoniale con tanto di corteo storico e annesso spettacolo degli sbandieratori. Di palio in palio, restiamo in Terra di Lavoro e spostiamoci a Vairano Patenora, uno dei borghi medievali più belli della Campania. Qui la storia è di casa. Basta dare un’occhiata ai monumenti che vi sono ospitati. Dal castello aragonese, innalzato sui resti di una preesistente rocca normanna e sveva, tra il 1491 e il 1503, per volere di Innico II d’Avalos, ai resti della cinta fortificata risalente al Medio Evo. Dall’Abbazia della Ferrara, innalzata nella seconda metà del XII secolo e nota per aver dato ospitalità a Federico II di Svevia ed al futuro papa Celestino V; fino alla trecentesca chiesa di San Bartolomeo (ricostruita tra il Settecento e l’Ottocento). Ancora: svettano a queste latitudini anche la cinquecentesa Chiesa della Madonna di Loreto. E quella quasi sicuramente 30
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di origine medievali dedicata a san Tommaso (a partire dal 1777). E’ a pochi passi da qui, per la precisione a Vairano Scalo, in località Taverna della Catena, che il 26 ottobre del 1860, secondo alcuni storici (ma la materia è ancora oggetto di discussione) sarebbe avvenuto il famoso incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi. Ed è sempre qui che dal 2002, nel secondo week end di agosto, grazie all’impegno della locale Pro Loco, si organizza il Palio della Vittoria. Fulcro della manifestazione che vede “battagliare”, tra loro, quattro contrade (Terra, Fratta, Piazza e Greci) sono il “Torneo Arcieristico”, che consiste in una sfida fra tiratori di frecce e il “Torneo Cavalleresco” che vede impegnati i combatten-
ti in un “duello cortese” in armatura. Il trofeo andrà alla contrada vincitrice che lo custodirà con cura e dovrà poi esporlo fino all’edizione successiva. Sempre in provincia di Caserta, questa volta a Sessa Aurunca, fin dal 1971 si svolge il “Gran Torneo dei Quartieri”. Vi prendono parte le squadre dei nove quartieri in cui è suddivisa la città e che, al termine di tutta una serie di performance spettacolari e avvincenti (tiro alla fune, caccia al tesoro, corsa nei sacchi, rottura della pignatta, portatori d’acqua, ecc.), si aggiudicheranno un “Palio” recante le insegne della Città. Anche a Sessa, città dalle lontane origini come testimoniano i resti dell’antico anfiteatro romano e la cattedrale di San Pietro e Paolo, costruita con materiali provenienti
da edifici di epoca latina (il duomo fu consacrato nel 1183), va in scena uno spettacolare e seguitissimo corteo storico che si snoda dalle strade del centro attraverso le rampe del Castello Ducale fino a “Piazza de lo Mercato” dove si tiene la spettacolare “Gara della Balestra”. Un momento analogo e altrettanto fascinoso si vive anche a Faicchio, nel Beneventano, teatro, ai primi di settembre, di una assai suggestiva festa denominata Medievalia. Si tratta di un più vasto e complessivo programma di festeggiamenti articolato in tre giorni nel corso dei quali il borgo fa un balzo all’indietro nel tempo di quasi settecento anni, trovandosi catapultato in pieno XIV secolo. Faicchio, che ha comunque mantenuta intatta la sua
Cultural guide
NAPOLI
POMPEI
Guide culturelle
ERCOLANO OPLONTIS
AMALFI
CAPRI
SORRENTO
itinera
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es the three districts of the hamlet: each of them deploys its best horseman, who tries to get as many rings as possible during his run. The winner assures the prize to his district. This event is preceded by a ceremony involving a parade of flag-fliers. Vairano Patenora is one of the most charming hamlets of Campania. It hosts so many monuments: the Aragonese castle, built on a Norman rock between 1491 and 1503; the remains of the fortified Medieval walls; the Ferrara Abbey, dating back to the second half of the 12th century, which hosted Frederick II of Swabia and the future Pope Celestino V; the churches of San Bartolomeo, of Madonna di Loreto, and of San Tommaso. Not far from here, in Vairano Scalo, on the 26th October, some his-
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torians think that Victor Emmanuel II and Garibaldi met. And here, since 2002, on the second week-end of August “Palio della Vittoria” takes place. The hearth of the performance that involves four districts is constituted by the “Archer’s Tournament” and the “Knightly Tournament”, where the participants fight a “courtly duel” dressed with armours. In Sessa Aurunca, since 1971 “Gran Torneo dei Quartieri” involves the teams of the nine quarters of the city that, after a series of spectacular performances, will win a prize with the standard of the City. Sessa has ancient origins, like the Roman remains testify, together with San Pietro e Paolo cathedral, built with materials dating from the Latin era. The parade winds
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impronta di borgo antico (basta dare uno sguardo alla mole del castello ducale costruito nel XII secolo dai conti Sanframondo o ai resti delle mura megalitiche che ancora avvolgono la cima del vicino monte Acero per non dire del ponte di epoca romana che la tradizione assegna al dittatore romano Quinto Fabio Massimo) si trasforma così in un palcoscenico a cielo aperto con spettacoli di strada, stand gastronomici, sbandieratori, musici e personaggi in costume che si muovono proprio come se fossero in un caratteristico borgo del 1300. E’ nel corso di Medievalia che si svolgono alcune tra le più suggestive disfide come il Palio degli Arcieri che impegna i rappresentanti delle otto contrade del villaggio (Favicella, Caudara, Casali, Cortisano, Fontanavecchia, Macchia, Marafi e Massa). Ma anche il Palio della Botte, il Tiro alla Fune ed il Palo della Cuccagna. Tre gare, quest’ultime, che mettono in palio punti che poi andranno a sommarsi a quelli previsti nella sfida più seguita e avvincente di tutta la kermesse: la Quintana di Faicchio, una gara di abilità e di destrezza che vede impegnati otto cavalieri (uno per ciascuna delle contrade) per la conquista dell’ambito trofeo. E una Quintana è anche quella che si disputa a Melizzano, storico feudo del conte di Caserta, oggi ubicato nella stessa provincia sannita: cinque cavalieri, in rappresentanza delle contrade di Rimembranza, Starza, Tiglio, Torello e Valle Corrado, armati di lancia, si lanciano a cavallo contro una sagoma simboleggiante un guerriero saraceno. Devono infilare un anello che, ad ogni passaggio, si restringe fino a diventare sempre più piccolo. Chi ne infile32
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13. 14. e 15. Dettagli della Quintana di Melizzano, comune in provincia di Benevento 13. 14. and 15. Details of the Quintana of Melizzano, common in the province of Benevento 15
rà di più garantirà il successo alla propria contrada. Anche la Quintana di Melizzano è anticipata da un grande corteo storico in abiti d’epoca, che sfila per le strade del centro con il corollario di sbandieratori, archibugieri e arcieri lambendo le mura del castello gotico che troneggia con i suoi merli di stampo ghibellino e le ampie arcate ogivali del cortile. Ed ora trasferiamoci nel Salernitano per assaporare il fascino guerriero della Disfida dei Trombonieri di Cava de’ Tirreni, una delle celebrazioni più antiche di tutta la Campania.
Ricorre normalmente il primo fine settimana di luglio e rievoca la famosa Disfida del 1460 quando cinquecento combattenti cavesi non esitarono ad impugnare il pistone (il fucile di allora, una sorta di archibugio a canna corta simile a una tromba, da cui il nome di “trombonieri”) per difendere re Ferdinando I d’Aragona dalle mire di Giovanni d’Angiò le cui milizie furono attaccate e fermate, al termine di un cruento scontro, alla foce del Sarno. Colpito dal gesto dei trombonieri cavesi che gli assicurò la salvezza del trono, Fer-
dinando donò, in segno di riconoscimento, una pergamena bianca ai cittadini di Cava e li invitò a vergarvi sopra qualsiasi tipo di richiesta garantendogli che l’avrebbe esaudita. Onorati dal gesto, i militi chiesero che la pergamena fosse lasciata intatta. E così ancora oggi è conservata: bianca, con tanto di sigillo reale intonso, nelle stanze del Palazzo della Città. Alla vigilia della Disfida, che altri non è, dunque, che il ricordo di quell’epica battaglia del Sarno (e che normalmente avviene di domenica), le strade del centro storico di Ca-
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va de’ Tirreni vengono attraversate da un caratteristico corteo di figuranti che sfilano in costume rinascimentale fino in Piazza Duomo dove avviene la consegna del cero pasquale e poi vengono benedetti i militi che l’indomani dovranno ingaggiare battaglia. Il fatto d’arme viene rievocato con gli 8 casali dei Trombonieri divisi nei 4 distretti della “fedelissima” città di Cava sul prato del campo sportivo Simonetta Lamberti. I concorrenti si sfidano in “gruppi di sparo” davanti ad una giuria di esperti chiamata a valutarne velocità di caricamento, precisione e stile. Alla fine i più bravi si aggiudicheranno una copia d’argento della prestigiosa “Pergamena bianca”. Sempre in provincia di Salerno, nel cuore del Vallo di Diano, c’è un’altra kermesse che merita l’attenzione di turisti e visitatori. Dura tre giorni e rievoca l’arrivo a Teggiano, nell’agosto del 1481, della principessa Costanza, figlia del Duca di Urbino andata in sposa, l’anno precedente, al principe di Salerno Antonello Sanseverino. Teggiano è un altro dei borghi millenari della Campania Felix. Ed anche qui non mancano certo reperti e monumenti che meritano di essere visitati per il loro alto valore artistico ed storico. Come ad esempio, la cattedrale di Santa Maria Maggiore (risalente al XIII secolo). O l’antico loggiato (“Il Seggio”), il luogo in cui si svolgevano le riunioni della Universitas, ancora oggi visibile all’incrocio tra il Cardo ed il Decumano. Per non dire della chiesa di Sant’Antuono (XI secolo) o del famoso Castello dei Principi Sanseverino (XI secolo-XII secolo), realizzato in epoca nor34
16. 17. e 18. Disfida dei Trombettieri di Cava dei Tirreni (ph. di Angelo Tortorella) 16. 17. and 18. Challenge of Trumpeters of Cava dei Tirreni (ph. Angelo Tortorella)
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manna, e poi dal 1860 chiamato Castello Macchiaroli in onore della famiglia che lo acquistò e che tuttora ne è proprietaria. Emblematico comunque il nome scelto per la manifestazione teggianese: “Alla tavola della Principessa Costanza”. Sino a tarda sera, infatti, in onore della sposa, il borgo si accende dei colori tipici della festa. Strade e piazze si animano con spettacoli di vario genere, ospitando personaggi in costume (in 500 danno vita ad uno sfarzoso corteo), artigiani, mercanti, acrobati, giullari, trampolieri, mangiatori di spade e cantastorie. Ma anche cento e cento occasioni per assaggiare, in taverne, all’aperto o al chiuso, le pietanze tipiche del Vallo, dai “parmetieddi” al sugo, fino ai “bicchonotti teggianesi” con crema pasticcera, pan di spagna e zucchero. La
manifestazione teggianese si conclude con una ricostruzione teatrale dall’alto impatto scenografico ispirata dagli eventi storici che nel 1497 (in epoca successiva, dunque, all’arrivo della principessa Costanza) videro l’assedio del borgo di Diano da parte delle truppe del re aragonese, allora in guerra contro il Sanseverino. Infine, chiudiamo con un palio, è proprio il caso di dirlo, dal sapore tutto particolare. E’ quello dell’anguria e si corre ad Altavilla Irpina, in provincia di Avellino, il 18 agosto di ogni anno. Giunto alla 37esima edizione (l’evento storico, è organizzato dal 1979 dalla Pro Loco Altavillese), il palio attira ogni anno moltissimi spettatori nel paese di Sant’Alberico Crescitelli, martire e Santo della Chiesa cattolica (fu ucciso in Cina nel 1900, durante la rivolta dei Boxers) di cui si conserva ancora oggi
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la casa natale. Ma in cosa consiste questa suggestiva e particolare kermesse? E’ presto detto. Si tratta della rievocazione storica del palio che fu organizzato nel 1396 in occasione del passaggio, nelle contrade del paese, di Costanza di Chiaromonte, ripudiata dal marito Ladislao d’Angiò, re di Napoli (di cui era diventata moglie a soli 15 anni) e venuta in sposa, in paese, ad Andrea de Capua, amico della real corte e conte di Altavilla e Riccia. Al palio sono ammessi a partecipare anche i giovani dei paesi del circondario e la gara consiste in una corsa a pelo su asini montati da fantini che portano sotto braccio un’anguria. La “corsa” ricorda l’omaggio che fu fatto dagli abitanti di Altavilla alla regina. Essi infatti, le portarono, a d’orso d’asino, molti doni. Tra cui, appunto, zucche e, chissà, anche angurie.
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19. 20. Palio dell’anguria di Altavilla Irpina, comune della provincia di Avellino 19. 20. Palio watermelon Altavilla Irpina, common in the province of Avellino
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through the streets of the city centre, passing by the Ducal Castle, and arriving in Piazza de lo Mercato, where the “Crossbow Tournament” takes place. In Faicchio, near Benevento, during the beginning of September there is a festival called Medievalia. For three days the village goes back to the 14th century. Faicchio keeps an old look thanks to the ducal castle, built in the 12th century by the Sanframondo counts, the rest of the megalithic walls, and the Roman bridge. It is a perfect stage for the performances in the streets, stands with food, flag-fliers, musicians, and people with period costumes. The eight districts of the village are involved in spectacular tournaments. The principal one is the Quintain of Faicchio, with eight horsemen who jostle with ability and dexterity to conquer the trophy.
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Another Quintain takes place in Melizzano, a feud of the count of Caserta; here, five horsemen represent their respective districts and, with a spear in their hands, run against a silhouette representing a Saracen warrior. The one who strikes more rings, guarantees the success of his district. The Quintain of Melizzano is preceded by a parade with period costumes passing by the streets of the city centre, along the walls of the Gothic castle, with flag-fliers, harquebusiers, and archers. The Challenge of Trombonieri in Cava de’ Tirreni is one of the oldest celebrations of Campania. It takes place on the first week-end of July and recalls the famous Disfida (“Challenge”) of 1460, when 500 fighters from Cava took their pistone (a harquebus similar to a trumpet, that is why trombonieri) to defend king Ferdinand I of Aragon
from John of Anjou, whose soldiers were defeated near the river Sarno. As a sign of appreciation, Ferdinand gave a white parchment to the citizens of Cava: they could have written every request, and the king would have fulfilled it. The soldiers were so honoured that decided to leave it unwritten. Today the parchment is still kept in the Palazzo della Città. A parade of people with period costumes marches past the streets of the city centre. The battle is commemorated with the participants who challenge each others in front of a jury that will evaluate their charging speed, precision, and style. The winners will have a silver copy of the “White Parchment”. Another festival that lasts three days takes place in Teggiano, and commemorates the arrival, on August 1481, of the prin-
cess Constance, the daughter of the Duke of Urbino who married the prince of Salerno Antonello Sanseverino. Teggiano has got a lot of monuments that are worth a visit: Santa Maria Maggiore cathedral (13th century); the ancient arcade (“Il Seggio”); the church of Sant’Antuono (11th century), and the Castle of Sanseverino princes (11th-12th century), built during the Norman period, and called since 860 “Castello Macchiaroli” after the name of the family who bought it. The festival is called “At the table of Princess Constance”; streets and squares host various performances with period costumes, artisans, merchants, acrobats, jesters, sword-eaters, and story-tellers. It is also the right time to savour the typical dishes, like parmetieddi and bicchonotti teggianesi. The event concludes with a theatrical representation of the events that in 1497 led to the siege of the village of Diano by the troops of the Aragon king, at that time in war with Sanseverino. Lastly, there is the palio of the watermelon in Altavilla Irpina, near Avellino, that takes place on the 18th August since 1979. In this place was born Saint Alberico Crescitelli, who died in China in 1900, during the Boxer Rebellion. It recalls the palio organized in 1396 when Constance of Chiaromonte passed by the village, she had been refused by Ladislaw of Anjou, the king of Naples, and then married Andrea de Capua, count of Altavilla and Riccia. The tournament is a donkey-race that has to be run holding a watermelon, because the citizens of Altavilla brought gifts to the queen mounting on donkeys. 35
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Museo Civico Gaetano Filangieri 36
Spirito di popolo che va oltre il tempo Peolple’s spirit that goes beyond time A Palazzo Como più di 3 mila oggetti raccontano la storia del popolo di Partenope attraverso maioliche, porcellane, avori, armi, medaglie, dipinti, sculture e pastori. Ma anche con una ricca biblioteca, un archivio storico e una rara raccolta numismatica In Palazzo Como more than 3000 objects tell the history of Neapolitan people through majolicas, porcelains, ivories, arms, medals, paintings, sculptures, and figurines of cribs. And also with a rich library, an historical archive, and a rare collection of coins di Gabriele
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Quando il museo aprì per la prima volta i battenti, don Gaetano Filangieri, principe di Satriano, aveva i lucciconi agli occhi. Finalmente vedeva realizzato il suo sogno: regalare a Napoli uno strumento didattico della città pensato appositamente per la città. Un museo “civico” al servizio di Partenope, di cui mostrare opere che ne documentavano la storia e l’esistenza millenaria. Quando il 22 maggio del 2012, dopo tredici anni di chiusura, il museo fu restaurato (grazie a un finanziamento della Regione Campania) e riconsegnato al-
Scarpa
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When the museum opened for the first time, don Gaetano Filangieri, prince of Satriano, was really touched. He finally saw his dream coming true: giving to Naples an educational instrument of the city, thought expressly for the city. A “civic” museum at the service of Parthenope, where it was possible to show works of art documenting its history and its millenary existence. When on 22nd May 2012, after been closed for thirteen years, the museum was restored thanks to a funding of Campania Region, and thus given back to the citizens, many rejoiced: lastly the city of the 37
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la cittadinanza, furono in tanti ad esultare di gioia: finalmente la città del Golfo si riappropriava di una delle sue gemme culturali, rimasta per troppo tempo negata agli occhi di appassionati e visitatori. Correva l’anno 1888 (era l’8 novembre) quando il museo venne alla luce. Don Gaetano lo vide materializzarsi in via Duomo, nella maestosa cornice di Palazzo Como, dimora dalle forme imponenti costruita tra il 1464 ed il 1490 dal mercante Angelo Como (o Cuomo) secondo i 38
gusti e le forme tipiche del Rinascimento fiorentino. A quel maestoso edificio, demolito tra il 1881 ed il 1882 per allargare la strada e semplicemente ricostruito (a spese del Filangieri), tal quale, 20 metri più indietro, a pochi passi dalla chiesa di San Severo al Pendino, il principe affidò un compito non da poco: custodire ed esaltare la sua personale collezione artistica costituita da quasi 3 mila pezzi. Libri, dipinti, sculture, porcellane di Capodimonte, maioliche, pastori presepia-
li, avori, reperti archeologici, manoscritti, pergamene, abiti, stoffe, armi (orientali ed europee), armature e medaglie. Oggetti appartenuti da generazioni alla famiglia Filangieri. Beni che, regalati allo sguardo ed all’ammirazione dei partenopei, potessero in qualche modo aiutarli nell’opera di rilancio, comprensione e conoscenza della loro città. In una lettera scritta nel 1896 da Teresa Filangieri, sorella di Gaetano, si cela il manifesto ideologico di quella che, all’epoca
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In apertura salone al primo piano del Museo - 1 Teca con spadini di diverse epoche - 2. Due esempi di antiche spade napoletane - 3. Bacheca di vasi attici a figure rosse - 4. Terracotta di Ercole e l’Idra di Lorenzo Vaccaro 5. Armatura del XVII sec - 6. Dipinto centrale di Mattia Preti, incontro dei Santi Pietro e Paolo al martirio - 7. Particolare delle scale della Sala Agata Open with hall on the first floor of the Museum - 1. Showcase with swords of different ages - 2. Two examples of ancient swords Neapolitan - 3. Showcase Attic vases with red figures - 4. Faience of Hercules and the Hydra of Lorenzo Vaccaro - 5. Armor of the seventeenth century - 6. Painted Central Mattia Preti, meeting of Saints Peter and Paul martyrdom - 7. Detail of Hall stairs Agata
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dei fatti, fu una vera e propria impresa. “Sono grata a mio fratello per il Museo Filangieri” scrive Teresa. “Gaetano - prosegue la nobildonna - pensava da tempo alla destinazione da dare alle sue raccolte d’arte e ai ricordi di famiglia. Libri, ritratti, tele d’autore (…), insieme a carte inedite, manoscritti e a un gran numero di libri, aspettavano di ricordare alle generazioni che ci sostituiranno che la Storia ha un senso, che lo spirito di un popolo va oltre il tempo”.
Storia, dunque. E spirito di un popolo. L’essenza stessa di un “museo civico”. L’anima. E proprio per trovare il giusto palcoscenico su cui far esaltare tutto ciò, in una delle sale dell’edificio appositamente restaurato (quando don Gaetano lo scelse, Palazzo Como cadeva a pezzi e il Comune voleva raderlo al suolo per i lavori di Risanamento), fu ricavata anche una fantastica “quadreria”. Vi trovarono spazio allora le tele dipinte da alcuni tra i più bravi artisti pre-
Gulf was getting back one of its cultural gems that remained hidden for too long at the eyes of devotees and visitors. The museum saw the light on 8th November 1888. Don Gaetano saw it coming to life in via Duomo, in the majestic frame of Palazzo Como, house of impressive shapes built between 1464 and 1490 by the merchant Angelo Como (or Cuomo), following the typical taste of the Florentine Renaissance. To that majestic building, demolished between 1881 and 1882 to enlarge
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the street, and built again just the same as before thanks to Filangieri, 20 metres back near the church of San Severo al Pendino, the prince entrusted a special task: to keep and exalt his personal artistic collection, made of almost 3000 pieces. Books, paintings, sculptures, Capodimonte porcelains, majolicas, figurines of cribs, ivories, archaeological findings, manuscripts, parchments, dresses, fabrics, Oriental and Europeans arms, armours, and medals. Objects that has belonged for generations 39
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senti sulle scene partenopee tra il ’500 e l’800, tra i quali Vaccaro, Ribera, Solimena, Giordano, Preti, Luini e Caracciolo. E sempre per volontà del fondatore nel museo finì anche il personale archivio storico della famiglia con il prezioso carteggio tra don Gaetano Filangieri senior e Benjamin Franklin e molti altri rari e preziosi documenti che vanno dal XIII al XIX secolo (nella biblioteca del museo sono custoditi oggi più di 30 mila volumi di grande pregio). Purtroppo, nel settembre 1943, una buo40
na parte del materiale raccolto (in particolar modo porcellane, sculture, pitture e miniature) andò distrutta nell’incendio appiccato da una squadra di guastatori tedeschi nel deposito di Villa Montesano a San Paolo di Belsito nel Nolano dove, molte delle più pregevoli opere del sito napoletano erano state trasferite per sottrarle ai danni della guerra. Dalle fiamme si salvarono solo una quarantina di dipinti e poche armi antiche. In seguito, grazie a materiale proveniente dai depositi di Capodimonte, a diverse
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8. Porcellane e maioliche di diversa fattura e provenienza - 9. Piatto francese decorato a Napoli da Raffaele Giovine 10. Piatti di manifattura cinese dei secoli scorsi - 11. 12. e 13. Biblioteca 8. Porcelain and ceramics of different origin and invoice - 9. French dish decorated in Naples by Raffaele Giovine 10. Dishes of Chinese manufacture of past centuries - 11. 12. and 13. Library
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to Filangieri family. Goods that, revealed to the eyes and admiration of the Neapolitans, can help them to relaunch, comprehension, and knowing of their city. In a letter written in 1896 by Teresa Filangieri, sister of Gaetano, is kept the ideological manifesto of what was at that time a real enterprise. “I am thankful to my brother for the Filangieri Museum”, writes Teresa. “Gaetano – she continues – was thinking since a long time to the destination of his collections of works of art and family memorabilia. Books, portraits,
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drawings made by famous painters (…), together with unpublished papers, manuscripts, and a great number of books, waiting to remember to future generations that will replace us that History has a meaning, that the spirit of a people goes beyond time”. History, then. Spirit of a people. The essence of a “civic museum”. The soul. In order to find the right stage where all that treasures can be exalted, in one of the rooms of the restored building (when don Gaetano choose it, Palazzo Como was fall-
ing into pieces and the Municipality wanted to demolish it for the redevelopment works) was made a wonderful picture gallery. There were placed the canvases painted by the most talented artists of Neapolitan scene between 1500s and 1800s, like Vaccaro, Ribera, Solimena, Giordano, Preti, Luini e Caracciolo. And, thanks to the founder of the museum, there found a place also the personal historical archive of the family, with the valuable correspondence between don Gaetano Filangieri sen41
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14. Panoramica dall’alto della Sala Agata - 15. Scalinata di collegamento alla Sala Agata, con lance medievali e stemmi nobiliari - 16. Sala Carlo Filangieri, al piano terra - 17. Tito Angelini, ritratto di Carlo Filangieri 14. Overview of the Hall Agata - 15. Stair connecting the Hall Agata, with medieval lances and coats of nobles - 16. Hall Carlo Filangieri, ground floor 17 Tito Angelini, portrait of Carlo Filangieri
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donazioni di privati e al catalogo redatto dallo stesso Filangieri alla fine dell’Ottocento per documentare i suoi tesori artistici, molte delle originali collezioni furono ricostruite e il museo di Palazzo Como, nel 1948, poté riaprire al pubblico. Scampato ai danni dell’ultima guerra, salvato dalla generosità dei napoletani e dei tanti appassionati di arte, il polo di via Duomo, come già anticipato, è tornato visitabile solo nel 2012 dopo un lungo black out iniziato nel 1998 per l’incapacità delle istituzioni di reperire i fondi necessari per gestirlo. Dal luglio del 2013, è nata inoltre un’as-
ior and Benjamin Franklin, and many other rare and precious documents dating from the 13th to the 19th centuries (in the library of the museum are kept today more than 30.000 valuable books). Unfortunately, on September 1943, great part of the material (especially porcelains, sculptures, drawings, and miniatures) went lost into the fire set by a squad of German saboteurs in the depot of Villa Montesano in San Paolo di Belsito, near Nola, where many of the most valuable works of art of the Neapolitan site had been moved, to repair them from the damages derived from war. 43
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sociazione onlus “Salviamo il Museo Filangieri” che se ne prende cura. Un’associazione che si batte per promuovere e sostenere il sito di Palazzo Como in tutte le sue attività diffondendone, inoltre, la conoscenza e salvaguardandone i tesori. Proprio grazie all’impegno dei soci della onlus, il Filangieri sta a poco a poco riconquistando il ruolo che più gli compete nel panorama museale locale e nazionale. Proprio di recente, tra l’altro, è stato ultimato il restauro e la pulizia della sala principale del sito (la Sala Agata da “Agata Moncada” madre di don Gaetano) mentre uno dei pezzi simbolo del museo, il “Ritratto di un giovanetto”, testa a tutto tondo in maiolica invetriata risalente alla prima metà del XV secolo e attribuita allo scultore Luca Della Robbia, è stata esposta in un nuovo ed elegante allestimento. Infine, ciliegina sulla torta, dopo tanti anni, è tornato a fare bella mostra di sé nella balconata della Pinacoteca, il maestoso dipinto di Mattia Preti raffigurante “l’incontro di Pietro e Paolo”. Insomma, un altro passo in avanti per trasformare in realtà quello che fu il “sogno del principe”.
Museo Civico Gaetano Filangieri Via Duomo 288, Napoli Orari, da Martedì a Sabato: ore 10.00-16.00 Domenica e festivi: ore 10.00-14.00 Lunedì: chiuso Tel. +39.081.20.31.75 www.salviamoilmuseofilangieri.org www.facebook.com/MuseoFilangieri
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18. Salone ad’ingresso al Museo al piano terra 19. Statua raffigurante guerriero cinese 20. Statua Samurai 21. Polena Sirena bicadauta opera di Giovanni da Nola del XVI sec.
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Only about forty paintings and few ancient arms were saved. Then, thanks to some material from the depots in Capodimonte, to various donations from privates, and to the catalogue written by Filangieri himself at the end of 1800s to document his artistic treasures, most of the original collections have been restored, and the museum in Palazzo Como could open again in 1948. Rescued from the damages of the last World War, saved by the generosity of Ne-
apolitan people and of many art devotees, via Duomo pole, as anticipated, can be visited again since 2012, after a long black out begun in 1998, due to the incapacity of the institutions, that were not capable of getting the funds to manage it. On July 2013 has been founded an association, “Salviamo il Museo Filangieri” (“Let’s save Filangieri Museum”), that takes care of it. An association that fights to promote and sustain the site of Palazzo Como and its different activities, publicize
its existence, and safeguards its treasures. Thanks to the members of the association, Filangieri museum is, little by little, taking back its fundamental role into the local and national museum scenery. Recently, the restoration and the cleaning of the main hall of the site, Sala Agata (Agata Hall) named after Agata Moncada, mother of don Gaetano, has been completed, while one of the symbolic pieces of the museum, Ritratto di un giovanetto (Portrait of a young boy), a glazed
18. Museum hall on the ground floor 19. Chinese warrior statue depicting 20. Statue Samurai 21. Figurehead Sirena bicadauta by Giovanni da Nola in the sixteenth century
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majolica head in the round that can be dated to thye first half of the 15th century, made by the sculpture Luca Della Robbia, has been exposed in a new and elegant exhibition. Last but not least, like the cherry on top, after many years, the majestic painting of Mattia Preti depicting L’incontro di Pietro e Paolo (The meeting of Peter and Paul) returned on the balcony of the Pinacotheca. In brief, another step to turn into reality the “dream of the prince”. 45
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È una moda tutta corolle e grandi foglie It’s time for corollas and big leaves Le nuove proposte del ben vestire made in Naples: colorate fantasie floreali guest delle esclusive winter collection firmate dai più accorsati stilisti e brand partenopei New proposals of Neapolitan fashion: colourful floral pattern on the exclusive winter collections signed by the most popular designers and brands of Parthenope di Annalisa
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Rose, papaveri, camelie, dafne, gelsomini… Se uno dei più noti slogan sessantottini invitava a “mettere fiori nei cannoni”, i più accorsati stilisti e brand partenopei, per l’Autunno-Inverno 2015-16, hanno scelto di ricoprire di flowers e grosse foglie i “must have” delle loro collezioni. Atmosfere vintage, corolle coloratissime e big leaf per Roccobarocco, che propone sontuosi abiti da sera, opulente gonne arricciate, arditi dress finti due pezzi, gonne sotto il ginocchio e camicie ariose. Il tutto, all’insegna di mix materici e abbinamenti inusuali con protagonisti damascati e broccati, soli o abbinati al pizzo, moderne stampe tweed e tocchi pop. Un’alchimia ricca di nuance, visive e tattili, per capi iper-femminili e seducenti, ma lontani
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The most popular Neapolitan designers have covered with flowers and leaves the must-haves of their F/W collections. Vintage atmospheres, corollas and big leaves for Roccobarocco, who proposes evening dresses, pointing and pencil skirts. Mixed materials and unusual matches: damask, brocade, lace, tweed. An alchemy of nuances for hyper-feminine clothes. For Bruno Caruso sensuality shows through precious fabrics, hand-made black&white roses, lace, long fringes, and exclusive party dresses covered with red and fuchsia dahlias. Pony skin shoes with floral patterns for Mario Valentino. Works of art with contrasts, geometrical shapes, and differ47
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dagli eccessi. Aristocratici, ma ancorati alla concretezza. Per l’artisan de luxe, Bruno Caruso e la sua “Indimenticabile collection”, sensualità ed eleganza traspaiono attraverso tessuti preziosi, linee sobrie e leggere con rose black&white abbinate a pizzi rigorosamente hand made e lunghe frange, ma anche da esclusivi long dress costellati da grandi dalie declinate in rosso e fuc48
sia su sfondo bianco. Cavallino lavorato al laser con stampe floreali per le shoes Mario Valentino. Opere d’arte à porter che puntano su contrasti e forme geometriche, mentre per le altezze si va dai tacchi a spillo agli stiletti passando per tacchi cubani e fondi monoblocco abbinati a punte affusolate e tonde. Per quanto riguarda l’abbigliamento, voilà cappotti A-line, piume per la giacca più cool della stagio-
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ne, pelle elasticizzata per i leggings da abbinare a maxi t-shirt in nappa, gonne kilt e top in capretto laminato. Sempre in fatto di scarpe, Bams presenta tronchetti, decollete, slipper, sneaker e stringate, autentici, di altissima qualità e curati nei minimi particolari, frutto dell’unione tra l’antica arte napoletana della calzatura e idee e materiali moderni ed innovativi. Dai velluti ai tessuti tappezze-
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1. Alessandro Legora 2. Kiton 3. Roccobarocco 4. 14. 15. e 16. Bams 5. Bianca Guaccero indossa Cannella 6. 7. 8. e 11. Bruno Caruso (ph. Gianni Riccio) 9. e 10. Roccobarocco 12. 13. e 17. Mario Valentino (ph. Francesco Trucchia) 18. Daniela Danesi
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ent heels heights. And then A-line coats, feathers on cool jackets, and leather leggings with maxi t-shirts. Bams proposes high quality half-boots, decolletes, slippers, trainers, and laceups. With a great care for details, Neapolitan tradition is paired to modern materials like corduroy, leathers, and Indonesian silk. Roses and poppies on the tailor-made clothes by Daniela Danesi, who chooses
Italian fabrics and merino wool, combined with particular colour matchings. Big flowers for Luciano Esposito and his “Vicoli Santi”, on waisted velour coats, ‘50s shirts, tops, and cocktail dresses with tight bustiers and balloon skirts, where pied-de-poule mixes with flowers. Amina Rubinacci opts for a delicate androgyny, that shows through silhouettes and fabrics for party coats and smok49
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19. 20. 21. e 22. Daniela Danesi 23. Vicoli Santi (ph Piero Garofalo)
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ria, passando per pelli pregiate e sete indonesiane. Rose, poppy e fiori stilizzati, guest anche degli abiti su misura firmati Daniela Danesi, che per i suoi outfit ha optato, come di consueto, per ricercati tessuti italiani, in particolar modo biellesi e comaschi, e per la maglieria, per lana merinos extrafine, oltre che su particolari accostamenti cromatici. 50
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Grossi fiori anche per Luciano Esposito e il suo brand “Vicoli Santi”, declinati per l’occasione su cappotti in velour avvitati che scendono morbidi nella parte inferiore, camicette col fiocco, top e abiti da sera che riprendono la caratteristica linea anni ‘50 con bustier aderenti e gonne a campana, dove fantasie pied de poule sposano inserti floreali. Amina Rubinacci prende invece ispirazio-
ing-trousers. Jacquard and tweed are in brand-new colours, as the light handmade cashmere jumpers. Alessio Visone collaborates with the artist Sergio Fermariello: stylized knights, coming from a distant past, live on laser-cut fabrics. The dresses are long and ample, inspiration come from the ‘50s, ‘60s, and ‘70s for a delicate and dynamic Amazon. Baroque taste with a modern twist for 51
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24. 25. 26. Amina Rubinacci 27. 29. e 32. Alessio Visone (ph Pippo by Capri) 28. 30. 31. e 33. Alessio Visone (ph Salvio Parisi)
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ne dal Bloomsbury group con una delicata mascolinità e una giocosa androginità che emergono tramite silhouette e tessuti: volumi confortevoli, spalle scese, box e forme allungate, cappottini da teatro e pantaloni da smoking. E, ancora, jacquard “fairisle” e donegal tweed lavorati con filo stampato in nuove varianti di colore e maglie leggere in puro cashmere colorate e stampate a mano 52
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con tratti a pennello o spruzzate degradé. Arte pura a 360 gradi per le creazioni del couturier Alessio Visone, frutto stavolta della sinergia con l’artista Sergio Fermariello, i cui condottieri a cavallo stilizzati, che sembrano ideogrammi provenienti da un passato remoto, prendono vita su dress e tessuti traforati con disegni a taglio laser. Gli abiti sono lunghi e ampi, le linee si ispirano all’allure dei Cinquan-
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Satriano Cinque. Contrasts like leather mixed with Chanel weave, brocades, quilted and men fabrics, details in colourful eco-fur. Balloon dresses and coats with British patterns for Alessandro Legora, who proposes wool ponchos with suede fringes, for a new hippy chic look. Romantic red roses and pied-de-poule matched to flowers, geometrical and op-
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tical patterns, arabesques and tartan for Cannella. For the cold, short and elegant or long and sporty eco-fur. Kiton woman collection proposes coats and jackets with big volumes, cashmere dresses with drapes and zips, balloon and pencil skirts, flared trousers with men jackets. The cocktail dresses show corduroy inserts, lace, and lamĂŠ. Kiton man collection is faithful to the 53
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ta e al glamour dei Sixties e dei Seventies per una donna bon ton ed amazzone, androgina e sofisticata, iperfemminile e dinamica. Tessuti brillanti dal gusto barocco, rivisitati in chiave moderna, per la sera firmata Satriano Cinque. Parola d’ordine: contrasto con pelle abbinata a trame chanel, 54
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broccati a tessuti tecnici, trapuntine a tessuti maschili e dettagli in pelliccia ecologica colorata. Abiti a ruota e cappotti dalle linee androgine, impreziositi da originali fantasie “british� per il giovane e virtuoso stilista Alessandro Legora, che propone anche raffinati poncho con frange in alcantara
34. 35. 36. e 37. Satriano Cinque (ph Federica Rispoli) 38. 39. e 40. Alessandro Legora
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codes of Neapolitan tailoring. It shows suits with revised proportions and shapes, like the double-breasted jacket, shaped at the waist. The coats are made of vicuĂąa and cashmere. Timeless elegance for the exclusive madeto-measure men jackets and suits by Sartoria Antonelli, that chooses Shetland and
Vicoletto Belledonne a Chiaja 7 - 80121 Napoli www.saralubrano.it - info@saralubrano.it tel 081.19575070 - 393.0050747 55
Campania Style
41. 42. 43. e 44. Bianca Guaccero indossa Cavalli 45. 46. e 47. Kiton 48. Luigi Borrelli
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realizzabili sia in lana che in felpa per un look new hippy chic. Romantiche rose rosse e fantasie pied de poule abbinate a stampe e ricami floreali per il brand Cannella, che non disdegna però motivi geometrici astratti ed optical, arabeschi, fantasie patch e tartan. E, per gli outfit più freddi, pellicce rigorosamente ecologiche, in astracan, che alternano tagli corti ed eleganti a modelli lunghi più sportivi con chiusura a zip. Protagonisti indiscussi della collezione Kiton donna sono i cappotti e le giacche,
con volumi over per i caban da indossare con maxi cardigan a lavorazione vanisè. Gli abiti da giorno sono in jersey di cashmere e hanno drappeggi o zip decorative, gonne a corolla si alternano alle longuette e ai pantaloni lunghi e svasati da portare con giacche di taglio maschile, mentre i top e le camicie giocano con microfantasie. Gli abiti da cocktail, invece, svelano un inedito fascino geometrico attraverso inserti di velluto, preziosi pizzi o tessuti di carta laminata. Per l’uomo, invece, Kiton, pur rimanen-
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do fedele ai codici dell’alta sartorialità napoletana, presenta abiti dalle forme e le proporzioni rivisitate. La giacca, ad esempio, assume una nuova struttura nel doppiopetto dal rever importante e dal corpo più avvitato. Grande ritorno anche dei caban e dei cappotti in pregiati vicuña e cashmere. Eleganza senza tempo anche per le giacche esclusive e gli abiti da uomo su misura della Sartoria Antonelli, che quest’inverno punta su tessuti particolarmente cardati come shetland e tweed e, per le nuance,
su marroni bruciati, cammello, verde marcio, avio e tinte pastello. La collezione Luigi Borrelli, ancora una volta, pensa all’uomo a 360 gradi: dal casual chic del weekend al look formale del business man. Protagoniste, giacche decostruite, camicie dai nuovi lavaggi, denim dal carattere sempre più definito e cashmere che dona alla maglieria un valore aggiunto, conferendole vestibilità dalle linee morbide. Per gentlemen cosmopoliti e intraprendenti, nella winter collection dello shoe-
tweed wool in brown, camel, dark green, and pastel nuances. Luigi Borrelli men collection runs from the casual-chic to the smart look of the businessman. Deconstructed jackets, exclusive shirts, denim, and cashmere with soft lines. The winter collection of the Neapolitan shoe-designer Paolo Scafora shows a refined men boot in alligator skin, rigorously hand-made in Naples. Genuinely Neapolitan “very British” ties by the king of ties Marinella. They are almost unique creations: from any square of fabric are
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49. 50. e 51. Briganti Collezioni 52. e 53. Marinella 54. e 55. Luigi Borrelli
designer Paolo Scafora partenopeo spicca un confortevole e raffinato stivaletto in pregiata pelle di alligatore del Mississippi con fodera in visone. Tutto rigorosamente hand made in Naples. Ties “napoletane veraci” e allo stesso tempo “very british” dal “re delle cravat58
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te” Marinella. Per i suoi habitué, pezzi unici (o quasi) da annodare al collo. Da ogni autentico square di tessuto, che si susseguono settimanalmente, vengono ricavati, infatti, soltanto due esemplari uguali. Infine, per chi alla cravatta preferisce papillon più o meno estrosi, Briganti Colle-
zioni ne realizza esemplari esclusivi, 100% seta, creati interamente a mano a Napoli da sarte di grande esperienza. Pezzi unici che uniscono il fascino e la raffinatezza di un classico papillon con un tocco di modernità e spensieratezza. Eleganti e casual al tempo stesso.
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obtained only two equal pieces. For the bow tie lovers, Briganti Collezioni makes exclusive models, 100% silk, skilfully hand-made in Naples. Unique pieces that mix the refinery of a bow tie with a modern touch. Elegant and casual at the same time.
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MODA
Vicoli Santi Luciano Esposito, il trionfo degli opposti Luciano Esposito, the triumph of opposites Tra sperimentazione e grande tradizione sartoriale: preziosi e morbidi contrasti sono i protagonisti degli esclusivi abiti haute couture firmati dal virtuoso stilista partenopeo Among experiment and great tailoring tradition: precious and soft contrasts are the protagonists of the exclusive haute couture dresses made by the talented Neapolitan designer
“È
“È dalle cose in contrasto che nasce l’armonia più bella”. Teoria, quella del filosofo greco Eraclito, sposata appieno dallo stilista partenopeo Luciano Esposito, deus ex machina del brand Vicoli Santi, che ha fatto dell’abbinamento tra opposti, uno dei suoi segni distintivi. Nei suoi esclusivi abiti haute couture, convivono infatti sperimentazione e tradizione sartoriale, tessuti preziosi e linee femminili, ricami, broccati e geometrie, glamour, ironia e praticità. Morbide opere d’arte da indossare tailor made, che prendono forma nel raffinato atelier di Napoli, in via dei Mille 1, nel cuore dello shopping di lusso napoletano. Dress eleganti e trasversali, curati nei minimi dettagli dal couturier Luciano Esposi-
di Annalisa
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to, virtuoso artista e designer, che ha fatto tesoro dell’esperienza maturata con griffe cult come ROMEO GIGLI, D&G DOLCE & GABBANA e Gianfranco Ferrè, solo per citarne alcune, per dar forma alla sua preziosa creatura, Vicoli Santi. Con la quale dal 2007 continua a mietere un successo fashion dietro l’altro.
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The Neapolitan designer Luciano Esposito is the deus ex machina behind “Vicoli Santi”. In its exclusive haute couture dresses live together creativity, tailoring tradition, precious fabrics, feminine lines, brocades, glamour, and irony. Tailor-made
works of art created into the atelier in via dei Mille. Elegant dresses made with great care for detail by Luciano Esposito, talented artist and designer, who worked with ROMEO GIGLI, D&G DOLCE&GABBANA and Gianfranco Ferrè, before creating his “Vicoli Santi” in 2007.
Le Petit Atelier Tailor Made “Vicoli Santi” Via dei Mille 1, Napoli Tel. +39.081.041.03.34 info@vicolisanti.it www.vicolisanti.com
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MODA
Sartoria Antonelli Quando i dettagli fanno la differenza When the details make the difference L’arte del maestro Lello Antonelli esprime il meglio della sartoria napoletana. E fa sempre più proseliti The art of maestro Lello Antonelli expresses the best of Neapolitan tailoring. And has a growing number of followers
A Sartoria Antonelli Via dei Mille 40 (Palazzo Leonetti) Napoli Tel / fax +39.081.549.75.71 www.sartoriaantonelli.com
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di Annalisa
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Ago, filo, forbici e tessuti di gran pregio, miscelati ad eleganza, passione, artigianalità, tagli esclusivi e cura quasi maniacale per i dettagli. Sono questi gli “ingredienti” principali utilizzati dal maestro Lello Antonelli prima nella storica sede di Montesanto ed ora nel nuovo laboratorio-showroom di via dei Mille 40 a Napoli, per dar forma ai suoi raffinati ed unici abiti da uomo “su misura”. Morbide opere d’arte hand-made in Naples, ma conosciute da gentlemen di tutto il mondo, con interni in “bemberg”, bottoni in osso, corozo o corno e asole tagliate e rifinite con fili di pura seta interamente a mano, così come tutti i particolari degli abiti realizzati nel suo quartier generale di Palazzo Leonetti. Lì dove Lello Antonelli porta avanti con amore la più nota tradizione sartoriale partenopea,
alla quale si è avvicinato all’età di 12 anni, cercando al contempo di trasmetterla, senza alcun tipo di finanziamento, a giovani vogliosi di apprendere la sua arte e di crearsi un futuro “tailor made”.
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Needle, thread, scissors, excellent fabrics, craftsmanship, exclusive cuts, and great care for details: with these ingredients Lello Antonelli creates his unique madeto-measure suits. Works of art known all over the world, with bone or horn buttons, and buttonholes finished with pure silk threads. Everything is rigorously hand-made in his laboratory-showroom, where Lello Antonelli continues Neapolitan traditional tailoring and is passing it over to the talented young people who are willing to learn it.
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ACCESSORI MODA
Paolo Scafora Il lusso ai piedi Luxury at your feet Pellami ed anticature di raro pregio per il nuovo stivaletto in alligatore dell’artigiano partenopeo amato dai business men di tutto il mondo Refined and antiqued leather for the new alligator low boot made by the Neapolitan artisan loved by businessmen from all over the world di Annalisa
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È in pregiata pelle di alligatore del Mississippi l’ultimo nato di casa Paolo Scafora. Un esclusivo stivaletto da uomo realizzato rigorosamente a mano. Un must di eleganza partenopea per l’Inverno 2016. Un capolavoro di stile e raffinatezza, caratterizzato da volumi classici sapientemente abbinati a linee affusolate. Il tutto declinato in calde tonalità di marrone, rese ancor più sofisticate da anticature di rara fattura. La tradizionale manifattura napoletana viene dunque esaltata dall’estro dello shoe-designer Paolo Scafora. Le sue creazioni hanno un innato charme e sono sempre più stimate, come un imperdibile status-symbol, dai giovani rampolli della finanza internazionale.
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Creazioni di lusso, dal carattere deciso e curate nei minimi dettagli. Calzature destinate ai cultori del bien vivre di ogni angolo del globo: da New York a Dubai passando per Londra e Hong-Kong. Uomini carismatici ed esigenti, sempre alla ricerca di capi e accessori che non passano inosservati, ma anche confortevoli e d’indiscutibile qualità.
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The last creation of Paolo Scafora is an exclusive hand-made alligator skin men boot. A must of Neapolitan elegance, a masterpiece of style, declined in warm antiqued brown tones. Neapolitan manufacture is exalted by the
talented shoe-designer Paolo Scafora: his charming creations are a status-symbol, made with an outstanding care for details. Shoes for the lovers of bien vivre from all over the world: from New York to Dubai, passing by London and Hong-Kong. Men who seek comfortable and quality accessories.
Paolo Scafora Via Tavernola, 8 Casandrino (Na) Tel. +39 0818304808 info@paoloscaforanapoli.it www.paoloscaforanapoli.it
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ACCESSORI MODA
Colonna Orologi Polsini sartoriali per scandire il tempo Made-to-measure cuffs to tick the time E’ già un successo l’ultima idea del brand napoletano leader nella produzione di raffinati watch artigianali, pensati per chi sa essere unico The great success of the last idea of the Neapolitan brand leader in the production of refined hand-made watches, dedicated to the ones who know to be unique
È
È giunto quel tempo che scandisce la classe di chi sa di essere unico. Tempo misurato con lo stile di chi pretende il meglio per sé. Lancette che s’incrociano esaltate dalla più pregevole arte sartoriale napoletana. A guardarlo così, ora, è finalmente lecito dire che l’orologio, quest’orologio, va indossato. Quella di Fabio Colonna di Stigliano è più di un’idea. I polsini sartoriali per orologi sono uno stile personale, una pretesa di essere. Brevettata dal suo brand, Colonna Orologi, l’idea coniuga i raffinati watch artigianali di casa Colonna alla tradizione camiciaia napoletana. In modelli a righe, pois, Principe di Galles, vichy, pied de poule, spinato, twill, tartan e micro fantasie, i polsini sartoriali per orologi si agganciano con bottoni in madreperla vintage, possono essere personalizzati e vanno in combinata con la po62
di Giuseppe
Porzio
chette. Ben 330 tra le migliori gioiellerie d’Italia hanno puntato sulla nuova idea del brand napoletano. E’ tempo che scandisce lo stile, la classe. E che rende unici.
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Time has come for who knows to be unique and wants only the best. Hands crossing with the best made-to-measure Neapolitan art. This watch has really got to be putted on. Fabio Colonna di Stigliano has created watch cuffs for his “Colonna Orologi”, conjugating refined handmade watches with Neapolitan tailoring. Stripes, polka dots, Prince of Wales, vichy, pied de poule, herringbone, twill, and tartan, these watch cuffs cling with motherof-pearl buttons, and can be customized and combined with the pochette.
Colonna Orologi Via Ferrante Imparato 451 Napoli Tel. +39.081.584.83.13 info@colonnaorologi.com www.colonnaorologi.com
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GIOIELLI
Caramanna Gioielli Preziosi “liquid metal” dal gusto primordiale Precious “ liquid metal” with a primordial taste Creazioni esclusive in argento, oro e bronzo, rigorosamente hand made in Naples, per donne raffinate e cosmopolite attente ai dettagli Exclusive creations in silver, gold, and bronze, rigorously hand-made in Naples, for refined and cosmopolitan women who care for details di Annalisa
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Ha uno stile insolito e vagamente primordiale “Liquid metal”, l’ultima capsule collection firmata Caramanna Gioielli. Raffinati capolavori hand-made in Naples realizzati in argento e bronzo e abbinati a pietre non regolari volutamente appena sbozzate. Collane, anelli e orecchini “fluidi”, che regalano la sensazione del metallo liquefatto, adattandosi alla perfezione, quasi come una seconda pelle, al viso e al collo di chi li indossa. Ma le idee preziose che l’architetto e jewellery designer Stefania Caramanna ha creato per questa Winter season, non si fermano certo qui. Tra le chicche del brand partenopeo, infatti, anche una nuova ver64
sione degli anelli must “Filo d’Amore” in argento e bronzo o silver&gold con diamanti. E, per le clienti più casual e attente alla moda, collane con protagonisti grandi cerchi abbinati ad ametiste e topazi fumè. Last but not least, gli esclusivi anelli in argento e oro della linea “Cromia” con brillanti e maxi zaffiri multi nuance o radici di smeraldo. Caramanna Gioielli Via Cavallerizza a Chiaja 2, Napoli Tel. +39.081.423.83.52 info@caramannagioielli.it www.caramannagioielli.it
Palmieri (Foto by Luca Di Martino)
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“Liquid metal” is the last collection by Caramanna Gioielli: masterpieces handmade in Naples in silver, bronze, and irregular stones. Necklaces, rings, and earrings that look like melted metal. Among the creations of jewellery designer Stefania Caramanna there are “Filo d’Amore” rings, in silver&bronze or silver&gold with diamonds, together with the necklaces with amethysts and topazes. Last but not least, the exclusive “Cromia” rings in silver and gold with brilliants, sapphires or emeralds.
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LUOGHI DI CHARME
Relais Tenuta San Domenico Lì dove il sogno non finisce There where the dream does not finish L’incanto della dimora borbonica a Sant’Angelo in Formis: un elegantissimo relais con lago privato, giardini con mille specie di rose e antichi ulivi The charm of the Bourbon mansion in Sant’Angelo in Formis: a very elegant relais with a private lake, gardens with thousands of roses and age-old olive trees di Giuseppe
I
I sogni sono plasmati perché siano vissuti. E per questo sogno non c’è alba che lo spenga. Sogno ad occhi aperti di un tuffo nel passato, tra sale dove dimorarono nobili e regnanti. Sogno di passeggiate lungo l’argine del lago, stagliato in un giardino dove s’alternano piante rare, ulivi secolari e oltre mille specie di rose. L’incantevole piscina offre un compendio di classe. L’esperienza gastronomica della cucina del “Ritrovo dei Mille fine restaurant” suggella la perfezione del parco e della villa Settecentesca. Benvenuti nella Tenuta San Domenico. L’elegante relais, immerso in dieci ettari di incanto, nel grazioso borgo di Sant’Angelo in Formis, a pochi passi da Capua, fu residenza borbonica al pari dei Palazzi di
Porzio
Caserta, San Leucio e Carditello. La famiglia di Cecio ne ha fatto un luogo onirico, perché la magia della Tenuta San Domenico lo rende indimenticabile. Come è accaduto per la primogenita di mister Carlo Ancelotti, che qui ha scelto di celebrare le sue nozze. Qui, dove i sogni non si spengono all’alba.
D
Dreams are made to be lived. Dreaming of going back into the past, in halls where nobles lived, of walking along the lake, in a garden full of plants, age-old olive trees, and thousands of roses. The swimming-pool and the rare experience
of “Ritrovo dei Mille fine restaurant” complete this perfect dream. Welcome in “Tenuta San Domenico”, elegant mansion in Sant’Angelo in Formis, near Capua, residence of the Bourbons. Di Cecio family has made it a dreamy place, the magic of “Tenuta San Domenico” is unforgettable.
Relais Tenuta San Domenico Traversa di via Provinciale Galatina Sant’Angelo in Formis - Capua (Caserta) Tel. +39.0823.99.54.70 tenutasandomenico@live.it www.tenutasandomenico.it
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LUOGHI DI CHARME
Hotel San Francesco al Monte Vivere la magia dell’antico monastero Living the magic of the old monastery Dal Refettorio dei frati Barbanti alle splendide terrazze con vista sulle luci del Golfo: location esclusive per eventi e banchetti nuziali From the Refectory of Barbanti friars to the charming terraces with a sight on the light of the Gulf: exclusive locations for events and weddings di Lilly
L
L’atmosfera mistica che ancora avvolge questi luoghi dona solennità al giorno più bello. La cartolina dello spicchio di mondo più incantevole conferisce alle nozze una dose di magia. La perfezione si raggiunge grazie allo stile unico di questa fascinosa struttura sorta dalla conversione dell’antico monastero dei frati Barbanti. Edificato lungo il profilo della collina di San Martino, l’hotel San Francesco al Monte preserva gli ambienti più suggestivi del Cinquecentesco edificio di culto. Per il ricevimento nuziale la scelta può ricadere sul Roof, con le sue terrazze con vista sui colori e le luci del Golfo, circondate da giardini e trionfi floreali. Oppure c’è chi predilige il tuffo in un’atmosfera empia di misticismo che ancora si respira nell’Antico Refettorio dove 66
banchettavano i Frati Minori Conventuali. A plasmare i sogni ci pensa l’impeccabile organizzazione dell’hotel San Francesco al Monte. Professionisti del wedding danno forma ai desideri degli sposi. Dal floral design agli allestimenti, fino al wedding cake e alla confettata. Ogni dettaglio è curato in linea con questa esclusiva dimora, che al lusso e al panorama del Golfo unisce la magia dell’antico monastero. Hotel San Francesco al Monte Corso Vittorio Emanuele 328 Napoli Tel. +39.081.423.91.11 info@hotelsanfrancesco.it www.sanfrancescoalmonte.it
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Calise
A mystical atmosphere still enfolds this place, the postcard of the most charming panorama adds some magic. Perfection is reached thanks to the unique style of this facility, originally a monastery of the Barbanti friars. Along San Martino hill, hotel “San Francesco al Monte” preserves the most suggestive halls of the ‘500 century building. For the wedding is possible to choose the Roof, with panoramic terraces among gardens and flowers, or the Ancient Refectory, where the friars used to eat. The skilled staff of “San Francesco al Monte” will make the dream come true: wedding professionals from floral design to the organization and the wedding cake.
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SERVIZI PER L’ACCOGLIENZA
D’Orta spa Da sempre al servizio di strutture ricettive Always at the service of accommodating facilities L’azienda napoletana con cinque certificazioni di qualità soddisfa qualsiasi esigenza di disinfestazione e Pest Control. E aiuta la qualità dell’accoglienza di grandi alberghi, villaggi turistici, B&B e cliniche The Neapolitan firms, strong of its five high-quality certifications, satisfies every need of disinfestation and pest control. It also helps the quality of reception of hotels, holiday villages, B&B and hospitals di Sergio
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Dal 1937 al servizio della comunità. Con sempre maggiore successo. E ben cinque certificazioni di qualità Certiquality. E’ per questo che grandi strutture, come alberghi, villaggi turistici e cliniche, si avvalgono dei servizi della D’Orta Spa, sia per trasporto di rifiuti speciali sia per la disinfestazione da insetti d’ogni tipo, come ad esempio la cimice dei letti. Insetto che, negli ultimi anni, con le sue fastidiosissime punture ha provocato disagi a qualsiasi tipo di struttura ricettiva, con nocumento della qualità dell’accoglienza. Agiscono perché attratte dal calore e dall’anidride carbonica e solo un accurato intervento di professionisti della disinfestazione, così co-
Prado
me l’house napoletana è certamente capace di assicurare, riesce a risolvere in toto l’imbarazzante e insopportabile problema di hotel e strutture sanitarie e garantire così sonni tranquilli ai loro ospiti.
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Since 1937 at the service of the community. With a growing success, thanks to five quality certifications. That is why hotels, holiday villages, and hospitals take advantage of the services offered by “D’Orta Spa”, like the transport of special waste and pest control. Pests like the bedbug, that has provoked annoyance to many
accommodating facilities. Only the intervention of pest control experts can resolve the embarrassing problem, and let the hosts sleep well again.
D’Orta Spa Via Provinciale Pianura, Località San Martino, 18 Pozzuoli (Napoli) Tel. +39.081.526.43.88 www.dorta.it Camillo l’acchiappa insetti della D’Orta Spa
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IMPRESE D’ECCELLENZA
Cantieri Palumbo Il lusso napoletano vince la sfida del mare Neapolitan luxury wins the challenge of the sea Leader nel Mediterraneo nelle riparazioni navali, il gruppo napoletano è specializzato nella costruzione di mega yacht ambiti da magnate di tutto il mondo. In estate il varo delle ultime due ville del mare Leader of ship repair in the Mediterranean sea, the Neapolitan firm is specialised into the building of mega-yacht wanted by magnates from all over the world. Last summers, the launching of two “sea villas” di Andrea
I
I record, si sa, sono solo un riferimento per chi ha la vocazione a sormontarli. C’è a chi, poi, i record piace inanellarli soltanto per continuare a battere se stesso. E’ l’ambizione di chi ama le sfide. E queste sono sfide che solcano il mare. In principio fu “Prima”, non un semplice yacht, quanto un lussuoso superattico creato per traversare qualunque mare. Il varo per questo principe delle onde fu nel 2011. In quella primavera vide le acque questo 54 metri della serie Columbus 177’, orgoglio dei cantieri del Gruppo Palumbo, la società armatrice proprietaria del marchio “Columbus Yacht”. Accaparrato da un magnate russo, vanta una menzione speciale al World Superyacht Awards 2012, e il Green Star Plus
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del Rina, per il basso impatto ambientale. Il 2013 fu l’anno del 40S Hybrid, vincitore degli Show Boats Design Awards. Ma i Cantieri Palumbo amano sempre fare di meglio. E di più. Anno 2015. Il varo, stavolta, è doppio. Il primo sole d’estate testimonia l’incontro col mare di due capolavori griffati Columbus Yachts: un Classic 57 metri e lo scafo numero 2 del modello Sport Hybrid 40 metri. Un magnate arabo vive oggi i suoi giorni di relax a bordo di uno. Un russo solca le onde sul secondo. A voltarsi indietro, non sembrano poi così lontani i tempi in cui Salvatore Palumbo si destreggiava in opere di saldatura e carpenteria con la sua piccola azienda. Oggi il gruppo del
Marquez
Campania Style IMPRESE D’ECCELLENZA
I
patron Antonio Palumbo e dei figli Raffaele e Giuseppe detiene cinque cantieri tra Napoli, Messina, Malta e Marsiglia, con 14 bacini di carenaggio per la riparazione, costruzione, trasformazione, conversione e manutenzione di ogni tipo di imbarcazione. Nuove sfide attendono ora i cantieri napoletani dell’eccellenza, premiati per questo anche dall’ex Presidente Giorgio Napolitano. La sfida più grande è una “reggia” galleggiante da 100 metri di lunghezza. Sarà l’ammiraglia di casa Palumbo. Un nuovo sicuro successo dal quale ricominciare a sfidare il mare per soddisfare le passioni di chi il mare lo vive nel super lusso.
It all begun with “Prima”, launched in 2011. The 54 metres of Columbus 177’ series is the pride of Gruppo Palumbo, the shipping company owner of “Columbus Yacht”. Bought by a Russian magnate, it had a special mention at the “World Superyacht Awards”, and the “Green Star Plus” for its low impact on the environment. In 2013 “40S Hybrid” won the “Show Boats Design Awards”. Year 2015. The launch is double: a “Classic” 57 metres, and the “Sport Hybrid” 40 metres. An Arab spends his relax days on the first, while a Russian sails the waves on the second. The group of Antonio Palumbo has five shipyards in Naples, Messina, Malta, and Marseille, with 14 dry docks for the repair, building, transformation, and maintenance of any kind of ships. The Neapolitan shipping company has been awarded also by the former President Giorgio Napolitano. Its new challenge is a floating “palace” 100 metres long: it will be the admiral ship of Palumbo, to satisfy the passion of who is living the sea in a super-luxurious way. Cantieri Palumbo Via Calata Marinella snc (interno Porto) 80133 – Napoli +39 081.28.71.64 naples.shipyard@palumbo.it www.palumbo.it
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Campania Sapori
I piatti del Natale napoletano 70
Signori, ecco a voi re e regine della tavola Attention please, these are the kings and queens of the table Orate, spigole, alici, capitoni, pezzògna e rana pescatrice tra storia e tradizione. Ecco come nascono, si cucinano e si gustano i piatti a base di pesce delle feste di Natale secondo la tradizione partenopea Giltheads, sea-basses, anchovies, capitoni, red sea-breams, and angler fishes between history and tradition. This is how are born and prepared Neapolitan fish dishes eaten during Christmas holiday and how they are properly tasted di Gabriele
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Orata, spigola, alici, capitoni, pezzògna, rana pescatrice. Eccoli i re della cucina “made in Partenope”. Sovrani assoluti delle tavole imbandite nelle festività natalizie, quando la preparazione dei piatti a base di pesce diventa un obbligo. Un cult della tradizione culinaria campana. “Piatti”, ma non solo piatti. Perché, più che pietanze, qui si tratta di opere d’arte: primizie dei fornelli e del Mare Nostrum. Squisitezze dal sapore unico da cui si sprigiona l’aroma delle acque del Golfo e la pura essenza dell’acqua dolce. Provate ad assaggiarli nelle loro caratte-
Scarpa
G
Giltheads, sea-basses, anchovies, capitoni, red sea-breams, and angler fishes: the kings and queens of Neapolitan cuisine are the absolute sovereigns of the table during Christmas holidays, when fish is a cult of the culinary tradition from Campania. Works of art from Mare Nostrum, unique delicacies that have the taste of the Gulf sea and the pure essence of sweet water. It is impossible to resist to these local recipes from Amalfi coast or from Naples. Let’s start from Gilthead (orata). Its name seem to derive from characteristic stripe 71
Campania Sapori
In apertura, primo piatto di paccheri con peperoni e rana pescatrice - 1. Orata sotto sale 2. Orata all’acqua pazza - 3. 4. e 5. I condimenti usati in cucina:cima d’agli, olio d’oliva e pomodorini pachino - 6 - Spigola al forno Open with the first plate of paccheri with peppers and monkfish - 1. Sea bream in salt 2. Bream crazy water - 3. 4. and 5. The condiments used in cooking: the top of garlic, olive oil and cherry tomatoes - 6. Bass baked
ristiche “ricette locali”. Provate ad assaggiarli come li fanno nella Costa di Amalfi oppure a Napoli: ne chiederete ancora. E poi ancora. Perché è impossibile resistervi. Prendete l’orata. Questo pesce osseo di mare che però vive e prolifera anche nelle acque salmastre, pare derivi il suo nome dalla caratteristica striscia che spicca in mezzo agli occhi. Non manca chi ne attribuisce la denominazione al ricco patrizio romano Sergius Orata, che nella sua elegante villa di Baia ne aveva addirittura una piscina ripiena. Fu lui, secondo le cronache del tempo, a introdurre l’acquacoltura nell’impero del Tevere ricavando grandi e immensi guadagni dall’allevamento di ostriche e soprattutto di mitili provenienti dal vicino lago di Lucrino. Pare che il buon Sergius fosse talmente ghiotto di quel pesce dagli occhi color oro che qualcuno si azzardò a ipotizzare l’ipotesi inversa. Che cioè fosse stato lui ad assumere il soprannome di “orata” e non l’animale marino. Ora, quale che sia stata la storia e la verità sul nome del pesce, a noi interessa capire come si cucina al meglio una buona orata. La risposta è semplice: all’acqua pazza. Si dice che questa ricetta sia stata inventata dai pescatori napoletani che cucinavano direttamente in mare, lì sulle barche dove li avevano pescati, i pesci appena strappati alle onde. Secondo un’altra tradizione, invece, la ricetta sarebbe stata inventata sull’isola di Ponza e da lì “trasferita” a Ca72
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pri, dove sarebbe diventata una moda grazie all’indimenticato Totò, il famoso principe della risata, che di quel piatto andava matto. Ponza, Capri o pescherecci napoletani che siano, per cucinarla all’acqua pazza, bastano pochi elementari ingredienti, ma tutti di prima scelta: un pesce ovviamente fresco, pomodorini a grappolo del pendolo, olio d’oliva, vino bianco, aglio, prezzemolo, un po’ di origano (o di pepe, a seconda dei gusti) e…3/4 litri d’acqua. E ora procediamo con la preparazione. Dopo aver opportunamente pulito l’orata, bisogna mettere a cuocere per circa cinque minuti a fuoco lento, in una padella, prima l’olio e l’aglio (che va pulito e schiacciato), poi i pomodorini tagliati, insieme con sa-
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le, origano (o pepe), prezzemolo, vino e acqua. A bollore raggiunto, trascorsi i cinque minuti, si potrà aggiungere l’orata (già preparata, volendo, con una piccola “farcitura” di prezzemolo e aglio tritati) coprendo la padella con un coperchio e lasciando cuocere il tutto per 15/20 minuti (il tempo lo deciderà la grandezza del pesce). Per gli appassionati dei frutti di mare, c’è un’altra variante da seguire. Ed è quella che prevede l’aggiunta di vongole e cozze, olive, capperi e acciughe da saltare in casseruola durante la preparazione del condimento, prima di mettere il pesce a bollire. Per verificare se l’orata è cotta, c’è un piccolo trucco che sarebbe bene mandare a memoria: basta estrarre la pinna caudale dal pesce. Se uscirà facilmente allora “l’ac-
qua pazza” sarà pronta. In caso contrario, se la pinna, cioè, non si staccherà, allora si potrà prolungare la cottura per altri pochi minuti. Una volta cotto a puntino, basterà una leggerissima innaffiata di olio a crudo e una piccola spolverata di prezzemolo fresco per rendere il piatto ancora più irresistibile. Servito con alcune fette di pane abbrustolito, sfregato con aglio e pomodorini, l’orata all’acqua pazza lascerà tutti a bocca aperta. Ed ora passiamo ad un’altra reginetta dei fornelli: sua maestà la spigola. Come per l’orata, anche per questo pesce (noto pure con il nome di “branzino” dal veneto “branza”, branchie: pesce dalle branchie in vista), diffusissimo nei mari del Nord e così etichettato dalle punte dei raggi che
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spiccano sulle pinne dorsali che lo rendono simile ad una spiga, si può consigliare la ricetta all’acqua pazza di cui, insieme al pesce dagli occhi dorati, è uno degli ingredienti principali e più gettonato. Ma se lo si mangia cotto al forno, altro che primizia! E’ un’autentica ghiottoneria. Roba da leccarsi i baffi! Eh sì signori. La spigola al forno è un’altra delle bontà d’autore della cucina partenopea: un piatto di cui proprio non si può fare a meno. Chiccheria da veri intenditori. Chiariamo subito. Non è difficile da preparare. Tutt’altro. Basta pulire il pesce con cura, riempendolo di erbe aromatiche tritate (un po’ di salvia, aglio, prezzemolo o pepe nero, a seconda dei gusti, rosmarino, un cucchiaio
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di timo). La spigola va poi adagiata in una pirofila unta con olio extravergine dove va cosparsa di pangrattato e, poi, di una miscela di succo di limone, burro fuso, olio, sale e un po’ di vino bianco. A quel punto il “preparato” andrà messo in forno e lasciato cuocere per circa mezz’ora a 180 gradi badando bene a non farlo seccare. Il pesce, infatti, dovrà essere bagnato, di tanto in tanto con lo stesso liquido di cottura, utilizzando un rametto di rosmarino a mo’ di “pennello”. A cottura ultimata, la spigola al forno potrà essere impiattata guarnita con un paio di fettine di limone: il risultato finale sarà una delizia per gli occhi e per la bocca. Da una regina all’altra, eccoci giunti alle alici, pesci tra i più diffusi in assoluto nel
between its eyes, but somebody suggests that it is due to the Roman noble Sergius Orata, who had a pool full of them in his elegant villa in Baia. According to the chronicles, he introduced the the aquaculture into the Roman Empire. It seems that he was so mad about this golden-eyed fish that he derived his name from it, and not the contrary. The best way to savour this fish is “all’acqua pazza”. This recipe is probably been invented by the Neapolitan fishermen, who used to cook the fish on their boats. According to another tradition it has been created on Ponza island; from there it went to Capri, where Totò made it famous. To cook a gilthead “all’acqua pazza” few
ingredients are needed: a fresh fish, cherry tomatoes, olive oil, white wine, garlic, parsley, a little bit of oregano or pepper, and 3/4 litres of water. After the gilthead has been cleaned, put garlic and oil in a pan and let it cook on low heat. Then, add the diced tomatoes, salt, oregano (or pepper), parsley, wine, and water. When it boils, after five minutes, add the gilthead and cover with a lid. Cook for 15/20 minutes, depending on the size of the fish. For the sea-food lovers, it is possible to add clams, mussels, olives, capers, and sardines during the preparation. To see if the fish is cooked there is a little trick: if the caudal fin will easily part, the “acqua pazza” ready. Once ready, add a 73
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Mare Nostrum ed in particolare in quello campano. Stiamo parlando probabilmente di uno degli animali marini più conosciuti nel Meridione d’Italia (il termine stesso “alice” pare derivi dal latino hallex, poi tradotto nelle lingue napoletane e siciliane, in “alice”) e probabilmente più utilizzato, in assoluto, nella preparazione di ricette e misture a base di pesce. Una vera prelibatezza per i buongustai. Sotto sale, marinate o piccanti, le alici fanno sempre la loro bella figura a tavola. E’ dai tempi dell’antica Roma, d’altronde, che questo esile e sottile pesciolino, tra i più piccoli dell’ecosistema marino, è parte integrante di succulenti piatti e salse di cui ancora oggi perdura l’eco. 74
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Lo testimonia il culto che la lavorazione delle alici osserva a Cetara, suggestivo borgo della Costiera Amalfitana dove il pesce d’argento è un vero e proprio simbolo dell’arte culinaria locale. Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare della colatura di Cetara, prodotto gastronomico tipico dei litorali dell’Antica Repubblica Marinara. Si tratta di un condimento molto salato, un liquido dal colore ambrato, quasi una sorta di salsa, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, richiamando molto da vicino il ricordo del garum romano. Ma come si prepara questo elisir da mille e una notte, giunto fino ai giorni nostri - almeno così racconta la leggenda - grazie all’opera “conser-
vatrice” di un gruppo di monaci presenti in Costiera nei secoli del Medioevo? E’ presto detto. Si prendono le alici pescate nel mare di Salerno con la tecnica del cianciolo (che prevede l’utilizzo della lampara) tra aprile e luglio, così come prescrive il disciplinare di produzione del Presidio Slow Food (è questo, infatti, il periodo migliore dell’anno in quanto i pesci, sia per le condizioni del mare, sia per il loro stesso ciclo vitale, presentano un contenuto di grassi minore e sono dunque più adatti al processo di salagione), le si pulisce accuratamente e poi le si lascia maturare sotto sale in appositi recipienti di legno detti “terzigni”. Si tratta di contenitori speciali ai quali viene pra-
ticato, preventivamente, un foro nella parte bassa. La maturazione avviene dunque tra la fine di luglio e i primi di dicembre. In pratica tra l’estate e la fine dell’autunno. Quattrocinque mesi di attesa: il tempo necessario a far sì che il liquido prodotto dalla fermentazione inizi a “colare” dal foro e venga raccolto in appositi barattoli di vetro. Appena prima dell’avvento del Natale. E’ questa la colatura delle alici, squisito e inebriante nettare unico nel suo genere. E la cui preparazione si deve, dunque, all’inventiva e alla tenacia del popolo cetarese che nel corso dei secoli prese l’abitudine di conservare questo semplice e squisito pesciolino sotto sale, in apposite botti di le-
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7. Banco di pesci - 8. 9. 10. 11. e 12. Alici sott’olio, marinate, appena pescate, sotto salatura, fritte 7. Shoal - 8. 9. 10. 11. and 12. Anchovies in oil, marinated, freshly caught, under salting fries
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gno poggiate in mezzo a due travi, dette “mbuosti”, dalle cui fessure colava il saporito condimento. Il procedimento si diffuse un po’ alla volta anche in tutti i borghi della costa di Amalfi, e via via andò perfezionandosi sempre più nella tecnica, fino ad arrivare all’adozione di appositi cappucci di lana che filtravano e depuravano ulteriormente la salsa rendendola ancora più buona e saporita. Anche in pieno terzo Millennio a Cetara, non c’è famiglia che nei giorni delle festività di fine anno non ne abbia almeno un barattolino per condire gli spaghetti o le linguine, che non possono mai mancare nei cenoni della vigilia. Ma la colatura è sensazionale anche per condire le verdure, come ad esempio,
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little bit of oil and parsley. It is best served with toasted bread with garlic and tomatoes. And now, her majesty the sea-bass (spigola, also called branzino). It is also good cooked “all’acqua pazza” but it gives its best cooked into the oven. It is a real delicacy. And it is really easy to make. Firt, clean the fish and fill it with minced herbs (sage, garlic, parsley or black pepper, rosemary, thyme). Place the sea-bass in a saucepan with a little bit of extra-virgin olive oil, cover it with crumble bread and add a mix of lemon juice, melted butter, oil, salt, and a little bit of white wine. Place the saucepan in the oven and let it cook for half an hour circa at 180°, dip-
ping it from time to time with the same mixture added before cooking using a branch of rosemary as brush. When it is ready, put the sea-bass into the plates with a couple of lemon slices. The anchovies (alici) are among the most common fishes of Mare Nostrum, especially in Campania and, more in general, in Southern Italy. Its name probably derives from the Latin hallex, than passed into Neapolitan and Sicilian as “alice”. Salted, marinated, or spicy, anchovies are always present on the table, since Roman times. In Cetara, a hamlet of the Amalfi Coast anchovies are the symbol of local culinary art.
The typical product is “colatura di Cetara”, characteristic of the littoral of the old Maritime Republic. It is a salty seasoning, an amber liquid, almost a kind of sauce, whose origins are lost but recall the Roman garum. According to a legend, its recipe has been kept by a group of monks living on Amalfi Coast during the Middle Age. But how is it prepared? The anchovies are taken from the sea of Salerno between April and July, as Slow Food prescribes (the fishes have less fat and are therefore more apt for been place under salt), they are then cleaned and placed under salt in wooden boxes called terzigni, with a hole in the bottom. Between the end of July and the beginning of December, the liquid coming from the fermentation of the anchovies drips from the hole and is collected into glass jars. This is the dripping of the anchovies, a unique nectar. Its preparation is due to the people from Cetara, who used to place this small fish under salt into wooden boxes that let the seasoning drip. This technique was then adopted by other places in the Amalfi Coast and was then perfected with the use of woollen caps to filter better this exquisite sauce. Today, every family in Cetara has a jar of “colatura” to season spaghetti or linguine during Christmas holidays. It is also good to season vegetables, like escaroles. Another fish that is always on the table during feasts is angler fish (rana pescatrice). It is almost scary: it has a big head 75
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nella pizza con le scarole. Una tradizione molto sentita e partecipata, dunque, che ha valicato i confini dei sette mari. Un altro pesce che non manca mai sulle tavole imbandite, soprattutto nei giorni delle feste, è la rana pescatrice. A guardarla bene fa quasi spavento. Ha una testa enorme con due occhi molto piccoli posti sulla sommità del capo. E una bocca grande e sproporzionata rispetto al resto del corpo (che presenta un tronco tozzo e liscio, privo di squame), rivolta in alto con denti aguzzi e affilati. Insomma, non proprio quello che si dice un pesce dall’aspetto gentile. Non a caso la pescatrice è anche soprannominata “coda di rospo” e in Campania viene chiamata “rattale”. La “rana” vive sui fondali fangosi anche a grandi profondità, dove si nasconde per cacciare le sue prede, e può raggiungere anche i due metri di lunghezza. La sua carne bianca e delicata ricorda un po’ quella dell’aragosta e dunque proprio come il famoso crostaceo è superbamente saporita. Soprattutto come condimento di un bel piatto di paccheri, così come tradizione comanda. Ma anche in altre in svariate e gustose preparazioni. Per esempio al forno, alla griglia, al cartoccio, stufata in padella con pomodoro ed erbe aromatiche, al vapore, e anche alla brace. Ma come preferiscono cucinarla alle falde del Vesuvio? E’ presto detto. Si scalda un po’ d’olio in un tegame dove poi si mette a rosolare l’aglio a fettine (che, una volta rosolato, andrà eliminato). Poi si prende la pescatrice, preventivamente pulita e spellata (qualcuno preferisce tagliarla a pezzi già in questa fase, altri utilizzarla tutta intera), e la si mette nel tegame 76
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a rosolare badando bene a girarla a metà cottura. Trascorsi sette, otto minuti, si aggiunge alla cottura un bicchiere di vino bianco. Non appena sfumato, si toglie la rana pescatrice dal tegame e la si adagia in una padella mentre al fondo di cottura si aggiungono pomodorini tagliati, un peperoncino (a seconda dei gusti), un pizzico di sale e un po’ di prezzemolo tritato (ma può andar bene anche la rugola, se piace). Si lascia cuocere il tutto per altri 10 minuti e, nel frattempo, si mette l’acqua sul fuoco per preparare la pasta. Mentre i fornelli svolgono il proprio lavoro, la pescatrice può essere spolpata e tagliata a pezzi (se non lo si è già fatto all’inizio). Quindi può essere riaggiunta al sugo in cottura del tegame dove viene lasciata a cuocere per altri 5, 6 minuti aggiungendo un mestolo d’acqua.
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A cottura ultimata e con la pasta cotta e già scolata, si potrà passare ad amalgamare i paccheri con il sugo e con almeno un trancio di rana pescatrice per ogni piatto. Il risultato finale sarà una pietanza estremamente saporita, gustosa e straordinariamente bella anche da vedere. E’ ottima ed è considerata uno dei pesci più pregiati in assoluto la “pezzògna”, animale marino di acque profonde (lo si pesca a 140 metri), molto saporito. Il suo nome scientifico è Pagellus ed in ogni regione del Belpaese ha un nome diverso. A Taranto e ad Otranto, ad esempio, è chiamata “scazzatiedde” mentre a Cagliari è il “basucu” e in Sicilia, alternativamente, mopu o mopa. Il termine “pezzógna” è tipicamente napoletano. E a Napoli e al largo di Baia e Pozzuoli si pesca l’esemplare più buono di questo rinomato pesce della famiglia Spa-
ridae. Da un punto di vista gastronomico, la pezzógna è ritenuto uno dei “pezzi” di maggior valore a livello culinario. La sua miglior e più famosa ricetta è quella all’acqua pazza, come per l’orata e per la spigola. Ma non mancano varianti tipicamente campane che ne esaltano gusto e qualità nutritive. A Massa Lubrense, ad esempio, la si prepara alla “Mediterranea”. Si sfiletta, cioè, la pezzogna e la si adagia su un cartoccio rivestita di rondelle di patate (preventivamente lessate in acqua bollente) condite di sale, olio, pepe, prezzemolo ed un pizzico d’aglio. Il cartoccio si chiude e si cuoce in forno per circa 15 minuti. A Ischia va invece di moda la “pezzogna al sale”. Per prepararla bisogna stendere del sale su una teglia da forno e adagiarvi sopra il pesce spennellato con olio crudo. Quindi si ricopre il tutto con altro sale gros-
13. Rana pescatrice - 14. e 15. Pezzogna con pomodorini e al cartoccio - 16. Capitone fritto 13. Monkfish - 14. and 15. Pezzogna with tomatoes and baked - 16. Capitone fried
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so e si inforna a circa 220 gradi per una ventina di minuti. Il pesce, una volta cotto, andrà servito già spinato, con l’accompagnamento obbligatorio di una salsetta a base di olio, sale, limone e prezzemolo. Gustosa è anche la pezzògna in “crosta di ceci”, come la si prepara sull’isola Ponza, antico approdo di pescatori campani. O quella alle “patate ed olive” che si mangia ad Amalfi. Preziose varianti sul tema con una unica indiscussa protagonista: la pezzògna made in Partenope. E’ un pesce d’acqua dolce, ma quanto a sapore non ha nulla da invidiare a quelli di mare, il famoso “capitone”, meglio conosciuto dagli esperti con il nome di anguilla. Rotondo, dalla pelle liscia e leggermente squamato, a Napoli questo pesce dalla forma di serpente è un habituè dei cenoni di fine anno. Guai se manca a tavola! Non
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and two small eyes, a huge mouth with pointy teeth, its body has not scales. It lives on the muddy depth and can be two metres long. Its delicate and tender meat recalls the lobster and it is incredibly tasty, especially as a seasoning for paccheri. But also cooked in the oven, grilled, in tinfoil, stewed in a pan with tomatoes and herbs, and also steamed. How do they eat it at the foot of Vesuvius? Put a little bit of oil in a pan and then add garlic (put it away once golden). Take the clean angler fish without skin and place it in the pan, turning it after a while. After 7/8 minutes add a glass of white wine; when it has faded away, place the fish into another pan while adding diced tomatoes, a chilly pepper, a little bit of salt and minced parsley (also rocket will do). Let it cook for 10 minutes and, in the
meanwhile, place the water for the pasta on the stove. The angler fish can now be cutted and placed into the seasoning with a spoon of water. Let it simmer for 5/ 6 minutes. When is ready, season the paccheri with the sauce and place one piece of angler fish for plate. One of the finest fishes is the red seabream (pezzògna), very tasty. Its scientific name is Pagellus but every Italian region calls it in a different way. The word “pezzògna” is typically Neapolitan. The most famous recipe is “all’acqua pazza”, but there are also some tasty recipes from Campania. In Massa Lubrense, it is prepared “alla Mediterranea” (Mediterreanen way): fillet it and place it on tinfoil on a bed of sliced boiled potatoes seasoned with salt, oil, pepper, parsley, and
garlic. Close the tinfoil and put into the oven for 15 minutes. In Ischia is cooked with salt: put some salt on a baking tin and place the red seabream on it with a little bit of oil. Cover with salt and cook in the oven at 220° for 20 minutes circa. Meanwhile, prepare a dressing with oil, salt, lemon, and parsley. The red sea-bream is tasty with chickpeas like they do on Ponza, or with potatoes and olives like in Amalfi. It is a sweet sea fish, the famous capitone (female eel), also known as eel. Round, with the smooth skin, this snake-like fish cannot be missing on the Christmas Eve table in Naples, when it is usually savoured fried. It seems that it was common also during the Roman times, who inherited this habit from the Greeks. 77
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c’è vigilia che tenga, infatti, senza il suo “capitone fritto”. Pare che questo esemplare (che altri non è se non la femmina dell’anguilla) fosse già molto diffuso ai tempi degli antichi romani che a loro volta ne avevano ereditato la conoscenza e il gusto dai greci. Il suo nome, infatti, deriva da anguis, che in latino significa “serpente”. Ma già prima dei dominatori dell’Urbe i figli di Ulisse ne avevano diffuso l’allevamento in apposite vasche. Una pratica evidentemente raccolta e utilizzata anche dai Romani. Che ebbe in Publio Vedio Pollione, ricco cavaliere che fu al servizio di Augusto, il suo più attento cultore. Della sua straordinaria e scenografica villa di Posillipo (nome che deriva dal greco Pausylipon: che libera dalle preoccupazioni, e che a quanto pare lo stesso Pollione si scelse per la sua imponente dimora) ancora oggi si possono ammirare i resti sulle balze della collina di Trentaremi fino alla discesa del78
la Gaiola. Lì, in quella reggia che digradava verso il mare, questo discusso e dissoluto anfitrione aveva fatto costruire numerose piscine di acqua dolce e salata adibendole all’allevamento del saporito e prelibato pesce insieme con le murene (alle quali, a quanto pare, era solito dare in pasto gli schiavi condannati a morte). Un pesce richiestissimo, dunque, il capitone. Perché sin dall’antichità si credeva che, per la sua somiglianza con il serpente, mangiarlo fosse il modo migliore per allontanare il maligno. Pratica giunta più o meno intatta fino ai giorni nostri, sotto forma di tradizione e “scongiuro”, per esorcizzare il demonio di cui il serpente rappresenta, com’è noto, l’incarnazione più famosa. Fin qui la storia, col suo giusto mix di leggenda che non guasta mai. Ma come si prepara il capitone secondo la ricetta un tempo diffusa nei paesi dell’Agro Nocerino, dove le anguille crescevano e si molti-
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plicavano rigogliose nel fiume Sarno? Bisogna prendere i capitoni e metterli in un piatto senza spellarli. Poi li si taglia a pezzettini scartando la testa e la coda. Quindi, dopo averli opportunamente e accuratamente lavati, li si passa nella farina, rivoltandoli lentamente. Nel frattempo si versa olio per frittura in una padella che si mette sul fuoco. Giunta la temperatura giusta, si adagiano i capitoni infarinati nella padella e li si lascia friggere per almeno una quindicina di minuti. Il tempo necessario per farli cuocere ben bene anche all’interno. Quando sono cotti e dorati, i pezzi si possono prelevare dalla padella e mettere sulla carta assorbente per togliere via l’olio in eccesso. A questo punto li si cosparge con un spruzzata di sale (fino o doppio) e pepe (per chi lo gradisce) e magari anche con un po’ di limone et voilà, il piatto è pronto per essere servito a tavola, possibilmente con il contorno di una bella insalata di rinfor-
zo. Volendo, al posto della frittura, il capitone già tagliato a pezzettini e infarinato può anche essere cotto sulla graticola (un barbecue o una classica fornacella a carbone vanno benissimo), bagnandolo di tanto in tanto con un mix di acqua, aceto e sale. Il risultato finale sarà altrettanto lussureggiante: un autentico trionfo per il palato. E infine chiudiamo con una bella “zuppa alla napoletana”. Sì, perché se è vero che non c’è città di mare dello Stivale, da Genova a Reggio Calabria in cui non si faccia una zuppa di pesce con il pescato tipico del posto, questo vale a maggior ragione per Napoli, città che di mare vive e che dal mare, fino a prova contraria, è nata, come dimostrano gli antichi approdi dei colonizzatori greci sull’isolotto di Megaride. Anche Partenope, dunque, ha la sua rinomata e celebre zuppa di pesce. E che zuppa, signori! Ciascuno, da Fuorigrotta a Santa Lucia, da Santa Chiara a Piazza Mercato,
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RISTORANTE BORGO ANTICO di Marco e Danilo Varriale Via Santa Lucia 99 Napoli - Tel. +39.081.764.97.52
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17. Sale per la cottura - 18. e 19. Capitone fritto e su crostini in umido 20. e 21. Zuppa di pesce 20
la prepara a modo suo. E’ il bello della tradizione che si tramanda di padre in figlio. C’è, infatti, chi ci mette solo pesci e crostacei e chi ci aggiunge anche i frutti di mare. Quello che conta però è gli ingredienti siano freschi e genuini. E che non manchino pesci come lo scorfano, il coccio, la tracina e la lucerna (o pesce prete). Pesci molto spinosi (e a volte pericolosi, proprio per la velenosità delle spine) ma straordinariamente saporiti che danno, insieme a polipetti, seppie (o calamari), gamberoni, cozze e vongole (o lupini) quel particolare gusto in più alla zuppa trasformandola in un piatto semplicemente unico. A condizione, aggiungiamo noi, di prepararla con squisiti pomodori San Marzano, un mezzo bicchiere di buon vino bianco e il giusto condimento di olio della Terra delle Sirene. Il risultato? Una bontà da gustare ad occhi chiusi. Buon appetito a tutti e...buone feste!
17. Salt for cooking - 18. and 19. Capitone and fried croutons and stewed 20. and 21. Fish soup
Its name comes from anguis, the Latin word for snake. Publio Vedio Pollione, a rich noble at the service of Augustous, had a villa in Posillipo (from the Greek Pausylipon “without worries”) where he had numerous pool to breed capitone together with morays. Since ancient times it has been believed that, because of its resemblance with a snake, it was able keep the evil away. A habit that still continues nowadays. There is a famous recipe from Agro Nocerino, where the eels were taken from Sarno river. Take capitoni and place them in a plate, cutting them in pieces throwing away their heads and tails. Wash them and cover them with flour, slowly. In the meantime, heat the oil in a pan. Fry the capitoni for 15 minutes. When they are ready, place them on paper to absorb the exceeding oil, add a little salt and pepper, a little bit of lemon, et voilà,
ready to serve. The capitone can also be grilled, during the cooking dip it from time to time with a mixture of water, vinegar, and salt. Let’s finish with a tasty “Neapolitan fish soup”. Every family has its own recipe: some use only fishes and shellfishes, some add sea-food too. The important thing is that the fish must be absolutely fresh and that there cannot be missing fishes like scorfano (scorpion fish), coccio (sea-hen), tracina (weever), and lucerna (stargazer). They have many bones and are even dangerous because of their venom but together with polipetti (polyps), seppie (cuttlefish), calamari (squids), gamberoni (shrimps), cozze (mussels), and vongole (clams) give that unique taste to the soup. Add San Marzano tomatoes, white wine, olive oil, and... enjoy your meal! Merry Christmas and Happy New Year!
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Eccellenze Campane La Terra del Buono raddoppia… la felicitá The Land of Good Things doubles… happinesss Al grande salone del gusto di via Brin da settembre si è aggiunta la nuova bella sede in via Partenope. E a Natale arrivano i “panarielli” Since September to the big show-room of taste in via Brin has been added the brand-new venue in via Partenope. And for Christmas there are “panarielli” di Giuseppe
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Non si dica che qui dentro si vende cibo, né che, banalmente, solo lo si cucina. Qui dentro dal cibo ci si lascia trasportare. Qui dentro ciascun prodotto è un osanna al mangiar bene e ciascun piatto è allestito con pennellate di maestria culinaria. Chi acquista o gusta, s’impadronisce di riflessi di sole, di esaltanti colori, di porzioni di cielo e sorsate di mare. Di ogni dettaglio che ne ha fatto un’eccellenza. Questo è il posto dove il cibo è il più genuino risultato della sua fertile terra. Nel logo vi si legge: Eccellenze Campane, la terra del buono. Polo d’imprese dove il Mediterraneo non è solo nella dieta. E’ mare, sole e terra racchiusi in ogni pietanza. Non inganni l’età della sede di via Brin, che ha visto
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la luce all’alba del 2014. Né della neonata Eccellenze Campane Mare, scommessa già vinta del presidente Paolo Scudieri, in via Partenope con vista su Capri. Le tecniche di produzione restano le più antiche, le tradizionali. Percorrendo i duemila metri quadrati del polo di via Brin si attraversa un panificio, un birrificio, un pastificio, un caseificio, una torrefazione, una pasticceria, una cioccolateria, una gelateria. Ben dodici le aree di ristorazione con 520 posti a sedere. Dove la cultura locale del buon mangiare (sano, genuino, gustoso, tipico) la fa da padrona fin dal lessico. Qui gli alimentari si acquistano dal “casadduoglio”. Non si trova la pasta, ma i “maccarune”. La gran-
de Aula che ospita eventi non è Magna, ma Magnà. E col Natale alle porte, ecco i “panarielli”: c’è ’o pensiero, ’o doce, ’o primm piatt, ’o panaro ammiscato, il “fatte na’ pizza” e il personalizzabile “comme vuò tu”. Ciascuna confezione ha dentro solo prodotti della Terra del Buono. E se pasta, pane, birra, conserve o mozzarella si vogliono ricevere direttamente a casa, il trasporto è rigorosamente a bordo di auto elettriche. Perché, da queste parti, ci tengono a tenere incontaminata la Campania felix. Non si dica, allora, che qui dentro si cucina o solo si vende cibo. Sarebbe come dirlo di un poema, di un carme. Che non si consuma, ma ci si lascia trasportare.
Porzio
Campania Sapori PRODOTTI TIPICI
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Eccellenze Campane Via Benedetto Brin 49 c/o Complesso Brin 69, Napoli Tel. +39.081.20.36.57 - 569.44.46 Eccellenze Campane Mare Via Partenope 1b, Napoli Tel. +39.081.716.94.35 info@eccellenzecampane.it www.eccellenzecampane.it
Here food is not just sold or cooked. Here every product is an hymn to good eating and every dish is prepared with culinary skill. This is the place where food is the most genuine gift of its fertile land. In the logo is written: “Eccellenze Campane, the land of good things”. The word Mediterranean here is the sea, the sun, and the land behind every dish. The venue in via Brin was opened in 2014, while the brand-new “Eccellenze Campane Mare” is in via Partenope. In via Brin there are a bakery, a brewery, a pasta factory, a dairy, a coffee roasting, a patisserie, a chocolate factory, an ice-cream factory, and twelve refreshment areas with 520 seats. Here the local culture of good eating (healthy, genuine, tasty, typical) plays master. For Christmas there are the “panarielli”: in every pack there are only produce from the Land of Good Things. And if somebody them to be home-delivered the carriage is rigorously made by electric cars, to keep Campania Felix unpolluted. So, let not be said that here food is only cooked or sold. 81
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PRODOTTI TIPICI
Caseificio Ponte a Mare La tradizione esalta il sublime gusto Tradition exalts the sublime taste Mangiare con le mani: la mozzarella e i latticini dell’azienda di Castel Volturno, conosciuta in tutto il mondo, invitano a trasgredire le regole del bon ton Eating with the hands: mozzarella and dairy products of the world-renowned Castel Volturno’s firm invite to break the rules of good manners di Giuseppe
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L’immagine, sì, serve anche quella. Ma il sapore, talvolta, ha bisogno di occhi chiusi perché si raggiunga la sublimazione. E se ci togliamo un pizzico di bon ton, daremo vita a sensazioni mai conosciute. Difficile trovare chi proporrà di portarla con le mani direttamente al palato. Qualcuno lo sussurrerà, consapevole che il piacere non vuole regole. E le regole, questa signora della tavola impone che siano seguite solo per come metterla ogni giorno al mondo. Un morso, il primo. E latte di bufala campana che gocciola, palato che s’accende, sensi che impazziscono, mente che s’inebria, occhi che tendono a chiudersi. Se non producesse uno solo di questi effetti, non sarebbe una mozzarella firmata Ponte a Mare, regina dei caseifici, vanto di Ca-
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stel Volturno e del litorale di Terra di Lavoro. Un morso ancora. Per gustare oltre e capire che non c’è improvvisazione in chi produce questo capolavoro, ma tradizione perfezionata negli anni. E un’attenta lavorazione che la rende sicura e ricca di principi nutrizionali. Fattori che non ledono il sapore, ma lo esaltano. In via Domiziana si staglia il caseificio della famiglia Paolo. Ai fratelli Gianfranco e Antonio non sfugge mai un passaggio della lezione di papà Vincenzo. Dalla scelta del foraggio, solo italiano, per nutrire le bufale. Passando per il latte, da far pervenire entro dodici ore dalla mungitura al caseificio, dove viene filtrato di ogni impurità con sistemi che lasciano inalterate le qualità nutrizionali. Ed ecco a voi, la Mozzarella, doverosa-
Porzio
mente con la maiuscola. La sua squisita dimora, il caseificio Ponte a Mare, è da anni conosciuta da giapponesi, svedesi e gente di ogni angolo del globo che hanno imparato a conoscere la vera mozzarella. Accanto alla madrina dell’oro bianco, fanno bella mostra trecce, bocconcini, ricotta e provole affumicate. Prodotti della stessa tradizione. Squisiti già a vedersi. Poi s’impara anche a gustarli, con un tocco di trasgressione… . Caseificio Ponte a Mare Via Domitiana, Km 34.070 Castelvolturno (Caserta) Tel. +39.0823.85.15.25 info@ponteamare.it www.ponteamare.it
Campania Sapori PRODOTTI TIPICI
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Sometimes taste needs closed eyes and less good manners to reach its climax. It is just a whisper, eat it with the hands. Because pleasure does not accept rules. A bite, the first. Drops of buffalo milk from Campania, palate and mind enthuse, the eyes tend to get closed. Only these side effects guarantee that it is a “Ponte a Mare” mozzarella. Another bite to understand that behind this masterpiece there is a long tradition and a careful process. Paolo brothers, Gianfranco and Antonio, keep in mind their father’s lesson: only Italian forage to feed the buffaloes, and the milk, brought to the dairy after a maximum of 12 hours after milking, filtered from impurities with systems that leave unaltered its nutritional qualities. “Ponte a Mare” dairy is well known by people from all over the world, who have learned to savour real mozzarella together with trecce, bocconcini, ricotta and smoked provole. Tasty produce that need to be eaten with a touch of transgression… 83
Campania Sapori
RISTORANTI
Ristorante Museo Caruso e La Basilica Il tenore rivive tra mille prelibatezze The tenor lives again among thousands of delicacies Cimeli unici del leggendario Enrico Caruso esaltati nella maison del gusto di Paolo Esposito. E a due passi sorge un tempio di culinaria dove ogni piatto è un trionfo di terra e mare Unique memorabilia of the legendary Enrico Caruso are exalted into the maison of taste by Paolo Esposito. At few steps, stands a culinary temple where every dish is a triumph of land and sea di Giuseppe
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“Non è una voce, è un miracolo… ”. Un miracolo che riecheggia tra queste sale adorne di frammenti della sua esistenza. Locandine, copertine, annunci ingialliti di spettacoli entrati a far parte del mito. Un miracolo quella forza vocale che – scrisse Thomas Burke – per risentirne di simili, “non basteranno due secoli, forse tre”. L’attesa di un nuovo Enrico Caruso trova requie qui dentro. Il Ristorante Museo Caruso, nel cuore pulsante di Sorrento, è uno stupefacente tributo al leggendario tenore. Il padrone di casa, Paolo Esposi84
Porzio
to, ha reso paga la sua sconfinata ammirazione, coniugando la passione per Caruso con l’arte della gran buona cucina. Gustare piatti unici e, nel contempo, rivivere un mito contemplandone i cimeli più rari è un’esperienza impagabile. Qui la leggenda sposa l’eleganza, come quest’ultima coniuga la saporita cucina della Terra delle Sirene. I piatti sono un trionfo di sapori del mare che cinge la città “capitale” della Costiera, dei prodotti delle colline che la sormontano. Il Mediterraneo griffa ogni ingrediente
adoperato dai maestri chef del Ristorante Museo Caruso. E per gli appassionati del grande Caruso, è possibile visitare gratuitamente ogni giorno il Museo, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Stagliata a pochi passi da piazza Tasso, lì vicino sorge un’altra opera della sapiente esperienza enogastronomica di Paolo Esposito. Dal nome ispirato all’attigua cattedrale del patrono Sant’Antonino, il ristorante “La Basilica” unisce il piacere della cucina mediterranea a un ambiente elegante e ricercato, acceso dai colo-
Campania Sapori RISTORANTI
ri lucenti dei suoi dipinti che raffigurano il Vesuvio in eruzione. Toni vivi che s’incontrano in piatti nei quali non di rado il mare sposa la terra. Saporite e genuine miscele che sormontano anche l’altra tradizionalissima specialità di casa, la Ristorante Museo Caruso Via S. Antonino 12, Sorrento Tel. +39.081.807.31.56 info@ristorantemuseocaruso.com www.ristorantemuseocaruso.com
pizza. Capolavori della più ambita cucina mediterranea. Piccoli miracoli di culinaria. Quasi come quella voce leggendaria che ancora rivive in quel “museo” a due passi, avvolgendo le viuzze di questo eden in terra. Ristorante La Basilica Via Sant’Antonino 28, Sorrento Tel. +39.081.877.47.90 info@ristorantelabasilica.com www.ristorantelabasilica.com
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The walls are entirely decorated with fragments of his existence: playbills, sleeves, advertisements of the shows made by the tenor Enrico Caruso. “Ristorante Museo Caruso”, in the hearth of Sorrento, is a magnificent tribute to the legendary tenor. Paolo Esposito joined his passion for Caruso with the art of good cooking. It is a unique experience: tasting fine food while looking at rare memorabilia of such a myth. The tasty dishes are a triumph of the sea and the hills of Sirens Land. It is possible to visit for free the Museum
every day from 10,00 to 12,00 am and from 15,00 to 18,00 pm. Just at few steps from piazza Tasso, there is another masterpiece of Paolo Esposito. Called after the neighbouring cathedral of Sant’Antonino, restaurant “La Basilica” joins the pleasure of Mediterranean cuisine to an elegant and refined setting, lightened by the paintings depicting the erupting Vesuvius. Tasty and genuine dishes and the traditional pizza: masterpieces of the typical cuisine, small miracles of culinary art. 85
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AGRITURISMO
Casa Lerario Sapori e passione sotto il Taburno Taste and passion under Mt. Taburno Grande ospitalità e genuini gusti della terra nell’agriturismo delle eccellenze. Per succulenti pranzi della domenica ed eventi indimenticabili Great hospitality and genuine earthy taste in this excellence holiday farm. For succulent Sunday meals and unforgettable events
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Agriturismo Casa Lerario Contrada Laura 6 Melizzano (Benevento) Tel. +39.0824. 94.40.18 www.casalerario.it Agriturismo Casa Lerario
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È ormai entrato di diritto tra i luoghi delle eccellenze enogastronomiche regionali. Nell’agriturismo Casa Lerario, la cura dei particolari e tanto buon gusto, nell’ambiente come nella cucina, si specchiano a tavola. Con la saporitissima pasta fresca fatta mano da nonna Tatiana, fondatrice della elegante farm house sannita, e dalle sue collaboratrici. O con la proposta costante di carni speciali come il maialino nero casertano, spesso brasato all’aglianico, prima di esser cotto alla brace. La domenica e in tutte le ricorrenze, qui a Casa Lerario ogni pranzo è diverso, a base di prodotti freschi di stagione coltivati nel proprio orto ed elaborati in casa anche da grandi chef stellati, che si alternano nella cucina agreste durante eventi
di Sergio
Prado
speciali organizzati dalla famiglia Lerario con simpatia e passione. La loro missione è offrire il meglio al cliente, sia che celebri un evento, sia che gusti un pasto domenicale o che sia ospite per un’unica notte. E non deludono mai le aspettative.
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Part of the regional wine-and-food excellences, “Casa Lerario” holiday farm offers an outstanding care for details and a great taste, both in the setting that in the kitchen. With the delicious hand-made pasta, or the constant proposal of special kinds of meat, like black piglet. On Sunday and on every special occasion, here at “Casa Lerario” every meal is dif-
ferent, always made with fresh seasonal produce cultivated in their garden and cooked by starred chefs who alternate during the special events.
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DOLCI DELIZIE
Gay Odin Il piacere intenso del cioccolato The intense pleasure of chocolate Dalla fabbrica di via Vetriera, l’arte cioccolatiera più antica e apprezzata di Napoli conquista anche Roma e Milano From via Vetriera laboratory, the oldest and most appreciated art of making chocolate in Naples conquers also Rome and Milan
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Non è semplice cioccolato. E’ sublimazione del piacere. E’ stimolo per l’intelletto. E’ cultura che affonda radici nei salotti ottocenteschi. E’ gusto che la modernità non ha intaccato. Perché plasmato artigianalmente per le papille del popolo di Napoli. Così parlò e ordinò, oltre un secolo fa, Isidoro Odin. Così è oggi il cioccolato griffato Gay Odin. E non c’è punto vendita, nella sua inflessibile eleganza, che non rimandi ai primi laboratori. A guardarlo in vetrina, questo cioccolato appare come un’esposizione di preziosi. Ma in contemplazione si dura poco. Il palato travalica la vista. Se c’è ulteriore indugio, è solo nella scelta. Tra i classici cioccolatini Nudi, la leggendaria Foresta, il Vesuvio, le tavolette, le torte. E i gelati, in 24 gusti, preparati nel laboratorio di via Vetriera con la stessa maestria artigiana impiegata per ogni singolo cioccolatino Gay Odin. Lavorati a ma-
di Andrea
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no, come impone Marisa Maglietta, fiera erede dell’arte e della tradizione di Isidoro Odin e della sua signora, Onorina Gay. Sono ben nove, oggi, le botteghe Gay Odin, unite alle sedi di Roma e Milano: un’espansione che è il segno della delizia dei palati.
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It is not just chocolate: it is pleasure, culture, taste that has not been affected by modernity. Still hand-made like Isidoro Odin said more than a century ago, Gay Odin chocolate is a real treasure. There is an embarrassment of riches: the classic Nudi, the legendary Foresta, the Vesuvio, bars, cakes. And ice-cream: 24 flavours prepared in via Vetriera with great craftsmanship. Chocolate is hand-made, like Marisa Maglietta, heir of Isidoro, requires. There are nine Gay Odin shops,
also in Rome and Milan: an expansion that goes along with the delight of the palates. Gay Odin Punti vendita. Napoli, via V. Colonna,15B Napoli, via Carducci, 29 Napoli, via Vetriera, 12 Napoli, via Benedetto Croce, 61 Napoli, via Cilea, 189 Napoli, Centro Direzionale Isola E7 Napoli, via Luca Giordano, 21 Napoli, via Toledo, 214 Napoli, via Toledo, 427 Roma, via Stoppani , 9 Milano, via San Giovanni sul Muro, 19 Numero verde: 800 20 00 30 shop@gayodin.it www.gayodin.it
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Campania Sapori
DOLCI DELIZIE/PASTICCERIA
Carraturo Vittorio Sfogliatella, il segreto che non si svela Sfogliatella, the secret which remains unveiled Da sessant’anni le pasticcerie “Carraturo Vittorio” sfornano il tipico dolce che è come una cartolina di Napoli. Con un ingrediente particolare: la passione Since sixty years Carraturo family makes the typical sweet that is like a Nasples postcard. Made with a special ingredient: passion di Andrea
Pasticceria “Carraturo Vittorio” Corso Garibaldi, 59 Tel. +39.081.5545344 Via Arangio Ruiz, 46/48/50 Tel. +39.081.7617341 Piazzetta Nilo, 6 Tel. +39.081.6584268 Nola, via Variante 7 Bis, 257 Tel. +39.081.8231363 www.carraturovittorio.it
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Chissà se è soltanto leggenda. Ma è bello pensare che sia così. Che c’è un segreto, un ingrediente che non si può svelare, che viene da tempi e luoghi lontani, custodito in un sacro scrigno occultato chissà dove. Ma poco importa saperlo, quel che conta sono queste opere di fragranza, che fanno parlare di Napoli come i cantori che l’hanno osannata e le iconografie di sole, golfo e Vesuvio che la tratteggiano. La sfogliatella è figlia di questa cartolina. E se ci fosse un’anagrafe dedicata, la sfogliatella porterebbe il cognome dei Carraturo. Sessant’anni trascorsi da quel
Marquez
febbraio del 1955, quando Vittorio, figlio d’arte pasticciera, prese a sfornare le classiche ricce e frolle. Sessant’anni. E le pasticcerie “Carraturo Vittorio” non smettono di distinguersi per la bontà di tutta la loro ampia pasticceria. Il palato attento la riconosce. Il segreto? “Lo portiamo nel cuore e nella passione trasmessaci da nostro padre”, rivelano Elvira e Felice Carraturo. Non lo svelano, il segreto della sfogliatella. Ma un consiglio, sono lieti di dispensarlo: “Va mangiata calda, ma non troppo, spolverata di zucchero a velo accanto a un buon caffè”.
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Who knows if it is just a legend: there is a secret ingredient, coming from a distant place and time. True or not, these masterpieces go hand in hand with the scenery of sun, Gulf and Vesuvius. Sfogliatella is part of this postcard. In February 1955 Vittorio Carraturo started the production of this pastry, riccia and frolla. Today, “Carraturo Vittorio” laboratories are still excelling. The secret? «It is in our hearts: our father’s passion», say Elvira and Felice Carraturo, from their shops in via Arangio Ruiz and corso Garibaldi. Their advice is: «It should be eaten hot, with icing sugar on top, together with a good coffee».
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DOLCI DELIZIE
Maxtris Confetti al di lá della ricorrenza Comfits that go beyond anniversaries Le produzioni della Italiana Confetti si arricchiscono dei gusti Mojito Max Cola e Spritz. E a Natale arrivano Le Perle e Dragées: nocciole, mandorle e amarene si “vestono” di cioccolato The production of Italiana Confetti add Mojito, Max Cola, and Spritz flavours. And for Christmas there are “Le Perle” and “Dragées”: hazelnuts, almonds, and cherries coated with chocolate di Giuseppe
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Sfatiamo un luogo comune. E andiamo oltre i giorni da ricordare. Non è necessaria un’occasione da immortalare per gustare un confetto come questo. Prodotti di eccellenza griffati Maxtris, ogni pregiato esemplare dell’azienda Italiana Confetti è sintesi di lavorazione tradizionale e sofisticate tecniche di produzione. Retaggio di una famiglia che da sempre accompagna il proprio nome a quello dei confetti; se ci fosse una speciale anagrafe questi piccoli e gustosi capolavori si chiamerebbero Prisco. In tutti gli stili e sapori. A cominciare dai “gioielli” Maxtris, che in occasione del Natale, accanto al perfetto mix cioccolato e mandorle, si propongono anche nelle versioni Le Perle - nocciole rivestite di cioccolato al latte - e Dragées, ossia nocciole, mandorle e amarene celate da cioccolato.
Opere della stessa maestria che ha prodotto i confetti delle linee Premium, Love Fruit, Luxury Line. E che per i palati vivaci ha pensato ai Fritz, nei gusti Mojito, Max Cola e Spritz. Se l’età, poi, è giovanissima e colorita, ecco i confetti Ciò Ciò. Tra i vanti di casa Prisco fa bella mostra anche la Pralineria. Eccellenze della Italiana Confetti. Che non possono attendere che giunga l’occasione giusta.
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There is no need for an anniversary to taste Maxtris comfits. Every dragée made by Italiana Confetti means traditional manufacture and advanced production techniques, heritage of Prisco family. For Christmas, apart from the perfect mix of chocolate and almonds, proposes
Porzio
“Le Perle” (hazelnuts coated with chocolate) and “Dragées” (hazelnuts, almonds, and cherries covered with chocolate). The same skill have created the brand-new flavours of “Fritz” comfits (Mojito, Max Cola, and Spritz), and “Ciò Ciò” suited for children. The excellence produce of Italiana Confetti cannot wait for the right occasion to come. Confetti Maxtris Via Cerqua Sant’Antonio 80030 Scisciano (Na) Sede legale: via Monte 6, 80049 Somma Vesuviana (Na) Tel. +39.081.844.28.99 info@confettiprisco.it www.confettimaxtris.it
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NAPOLI
musei
Museo Archeologico Nazionale
seum was built to house the priceless treasure of the Patron Saint of Naples, including documents, jewels and paintings.
Museo Duca di Martina
Museo Nazionale di Capodimonte
Piazza Museo, 19 Tel. 081.2110258; 081.4422149 cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale Mar chiuso. Mer-lun h. 9-19.30. Biglietti: 8 euro; 4 euro per giovani dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni Tue closed. Wed-Mon 9 a.m. -7.30 p.m. Tickets: 8 euros; 4 euros for people aged 18-24; free admission under18 Le sale del più antico museo archeologico d’Europa custodiscono, tra l’altro, pezzi unici provenienti dall’area archeologica vesuviana, collezioni egiziane ed etrusche. The rooms of Europe’s oldest archaeological museum house some unique pieces from he archaeological sites around Mount Vesuvius as well as Egyptian and Etruscan collections.
Via Miano, 2 - Tel. 081.7499111; 848.800288 www.polomusealenapoli.beniculturali.it/museo_cp/ museo_cp.html Mer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 7,50 euro; 6,50 euro (dopo le 15,00); gratis sotto i 18 anni.Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m.- 7.30 p.m. Tickets: 7,50 euros; 6,50 after 3 p.m.; free admission under18 Fu costruita nel 1738 sotto il regno di Carlo di Borbone. Ospita un Gabinetto di Disegni e Stampe, la collezione Farnese, arredi del ‘700 e ‘800. Built in 1738 under King Charles of Bourbon, houses the Cabinet of Prints and Drawings, the Farnese Collection and furnishings from the 18th and 19th centuries.
Via Cimarosa, 77 - Tel. 081.5788418; 848.800288 www.polomusealenapoli.beniculturali.it/museo_ dm/museo_dm.html Mar chiuso. Mer-lun h 8.30-14. Ingresso gratuito. Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.- 2 p.m. Free admission. Nel cuore del verde parco di Villa Floridianana, accoglie una delle più prestigiose raccolte di arte decorativa europea ed orientale. Completa le attrattive del complesso il Museo Nazionale della Ceramica. One of the most prestigious collections of European and oriental decorative art. The complex also houses the National Ceramics Museum. Museo di Palazzo Reale
Museo del Tesoro di San Gennaro Museo Civico di Castel Nuovo
L’ingresso ai musei è gratuito la prima domenica di ogni mese Le biglietterie dei musei chiudono tutte un’ora prima di quella indicata come orario di chiusura del museo Free entrance in first sundays of each month Museum ticket offices close one hour prior to museum closing time
Via Duomo, 149 - Tel. 081.3442286; 081.294980 www.museosangennaro.it - Aperto tutti i giorni (festività incluse) h. 9 -18.00. Mercoledì chiuso. Biglietti: 7 euro; 5 euro under 18; 5 euro per gruppi di almeno 15 persone; 4 euro per scolaresche; Convenzionati (Cral, parrocchie): 5 euro, guida inclusa Open every day (holidays including) 9 a.m.-6 p.m. Wed closed. Tickets: 7 euros; 5 euros under18; 5 for groups of 15 people; 4 euros for students; Agreement (Cral, Parishes): 5 €, guide included Situata vicino alla Cappella di San Gennaro, la struttura custodisce l’inestimabile tesoro del patrono di Napoli. Vi si possono trovare: documenti, gioielli e dipinti. Situated near the Chapel of San Gennaro, the mu-
Maschio Angioino Piazza Municipio Tel. 081.4201241 Dom chiuso. Lun-sab h. 9-19. Biglietti: 6 euro; gratis sotto i 18 anni e per studenti di facoltà artistiche Sun closed. Mon-Sat 9 a.m. - 7 p.m. Tickets: 6 euros; free admission under18 and for Art students Ospitato dal Maschio Angioino, il museo, oltre a tre preziose cappelle, accoglie altri ambienti dalla straordinaria bellezza: la Sala dell’Armeria, quella dei Baroni e la Pinacoteca. Housed in the Maschio Angioino castle, the museum has three superb chapels as well as other rooms of extraordinary beauty: the Armoury, the Barons’ Hall and the Picture Gallery.
Piazza del Plebiscito, 1 Tel. 081.400547; 081.7944021 palazzorealenapoli.beniculturali.it Orari apertura: ore 9:00 - ore 20:00. Mer chiuso. Biglietti: 4 euro; 3 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni Opening: 9 AM - 8 PM. Wed closed. Tickets: 4 euros; 2 euros for EU residents aged 18-24; free admission under18 Fiore all’occhiello del Museo, l’Appartamento Reale, le sale del Trono, dei Fiamminghi e del Seicento Napoletano, ma anche la Cappella Reale e il giardino pensile. Highlights of the Museum include the Royal Apartment, the Throne Room, the Flemish Room and the Neapolitan 17th Century Room, but also the Royal Chapel and the Hanging Garden.
Le pagine Musei sono realizzate in collaborazione con: Museo di San Martino
Teatro di San Carlo
dragone Foundation, wellknown for its precious collections of embroideries, high expression of the art of silk making, introduced in Naples at the beginning of last Millennium by a community of Jews. On display, laces, sacred paraments and beautiful dresses coming from many donations, among which the Sarli Collection. Museo Artistico Industriale
Largo San Martino, 5 - Tel.081.2294502 848.800.288 www.polomusealenapoli.beniculturali.it/museo_ sm/museo_sm.html Mer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 6 euro; 3 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m. - 7.30 p.m. Tickets: 6 euros; 3 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 Dal 1866, il museo che ha sede nell’omonima Certosa vomerese, ospita “stralci” di storia cittadina corredati da piante e foto. Splendidi i chiostri, i giardini, la chiesa barocca e il Quarto del Priore. Since 1866 the museum has been located in the Charterhouse of the same name where visitors can get a glimpse of the city’s history amid plants and photos. Splendid cloisters and gardens, the superb Baroque church and the Priory. Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes
Via San Carlo - Napoli Tel. 081.5534565 - www.teatrosancarlo.it Visite guidate dal lunedì al sabato ore 10:30 - 11:30 12:30 - 14:30 - 15:30 - 16:30. La domenica ore 10:30 - 11:30 - 12:30. Chiuso ad Agosto e festivi. Biglietti: intero euro 6, ridotto euro 5 (gruppi almeno 25 pax, minori 18 e over 60). Guided tours from monday to saturday 0:30 - 11:30 - 12:30 - 14:30 - 15:30 - 16:30. On sunday 10:30 - 11:30 - 12:30. Close on bank holidays and in August. Entrance ticket euro 6, reduced euro 5 (group 25 pax minimum, under 18 over 60). Chi arriva a Napoli, a pochi passi da Palazzo Reale e piazza del Plebiscito non può non visitare la Sala Storica del Teatro di San Carlo, tra i più famosi e antichi teatri lirici al mondo, costruito per volere di re Carlo III di Borbone nel 1737. Un’occasione unica, per conoscere un momento chiave della storia e dell’arte napoletana. Visit the historic San Carlo theatre, one of the oldest and most famous opera houses in the world, built for king Charles III of Bourbon in 1737.
Piazzetta Salazar, 6 - Tel. 081.7647471 Dom chiuso. Visita su appuntamento Sun closed. Visits by appointment Nel Museo, annesso all’Istituto Statale d’Arte “Filippo Palizzi”, oltre 6.000 manufatti in ceramica, ebano e oro. Un’intera sala ospita bronzi e vasi realizzati dallo stesso Palizzi. The Museum is annexed to the “Filippo Palizzi” Art School and houses over 6,000 works in ceramics, ebony and gold. One rooms exhibits bronzes and vases made by Palizzi himself.
Piazzetta Mondragone, 18 - Tel. 081.4976104 www.fondazionemondragone.it Dom chiuso; lunven h. 9-13/15-17; sab h.9-13 Biglietti: 5 euro; ridotto 3 euro Sun closed; Mon-Fri 9 a.m. - 1 p.m. / 3-5 p.m.; Sat 9 a.m. - 1 p.m. Tickets: 5 euros, concessions 3 euros Il museo è parte dell’istituto Mondragone, famoso per le sue preziose collezioni di tessuti ricamati, espressione dell’arte della seta, introdotta a Napoli intorno all’anno Mille dalla comunità di ebrei. Tra gli oggetti esposti spiccano le collezioni di ricami (sec. XVII e XVIII), paliotti, paramenti sacri, merletti e pizzi, oltre a splendidi abiti da varie donazioni tra cui la collezione Sarli. The museum is part of the Mon-
Sartoria Antonelli Via dei Mille 40 (Palazzo Leonetti) - (Na) Tel / fax +39.081.549.75.71 www.sartoriaantonelli.com
Paolo Scafora Via Tavernola 8 - Casandrino (Na) tel. +39.081.830.48.08 www.paoloscaforanapoli.it info@paoloscaforanapoli.it
Cappella Sansevero
Museo del Tessile e dell’Abbigliamento “Elena Aldobrandini”
Via della Riviera di Chiaia, 200 Tel. 081.7612356; 848.800.288 www.polomusealenapoli.beniculturali.it/museo_vp/ museo_vp.html Mar chiuso. Mer-lun h. 8.30 -14.00. Biglietti: 2 euro; 1 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anni Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.1.30 p.m.Tickets: 2 euros; 1 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 Villa Pignatelli è il nome dell’edificio costruito nel 1826 che ospita il museo e che accoglie le collezioni d’arte del Banco di Napoli. Da vedere anche il Museo delle Carrozze. Villa Pignatelli was built in1826 and now houses the museum with the art collections of the Banco di Napoli. The Coach and Carriage Museum is also not to be missed.
Le Petit Atelier Tailor Made “Vicoli Santi” Via dei Mille 1 (Na) Tel. +39.081.041.03.34 info@vicolisanti.it - www.vicolisanti.com
Colonna Orologi Via Ferrante Imparato 451 (Na) Tel. +39.081.584.83.13 info@colonnaorologi.com www.colonnaorologi.com Via Francesco De Sanctis, 19 - Tel. 081.5518470 www.museosansevero.it Mar chiuso. Lun-sab h. 1017.40. Dom e festivi: h. 10-13.10. Biglietti: 7 euro; 5 euro con Artecard e da 10 a 25 anni; 2 euro per scolaresche; gratis fino a 10 anni Tue closed. Mon-Sat 10 am - 5.40 pm, Sun and hols 10 am -1.10 pm. Tickets: 7 euros; 5 euros with Artecard and for people aged 10-25; 2 euros for schools; free admisson under 10 La Cappella, realizzata da Raimondo di Sangro Principe di Sansevero, letterato e alchimista, custodisce sculture di altissimo valore, tra le quali, il Cristo Velato del Sammartino. The Chapel, which was built by the scholar and alchemist Raimondo di Sangro, houses some excellent sculptures, including the Veiled Christ by Sammartino.
Caramanna Gioielli Via Cavallerizza a Chiaja 2 (Na) Tel. +39.081.423.83.52 info@caramannagioielli.it www.caramannagioielli.it
Confetti Maxtris Via Cerqua Sant’Antonio - 80030 Scisciano (Na) Tel. +39.081.844.28.99 info@confettiprisco.it - www.confettimaxtris.it
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Complesso Museale di Santa Chiara
Via Santa Chiara, 49/c - Tel. +39.081 797.12.24 www.monasterodisantachiara.com Chiesa: h. 7.30-13/16.30-20. Complesso Monumentale: feriali h. 9.30-17.30; festivi h. 10-14.30 Biglietti: intero 6 euro; ridotto: 4,50 euro (studenti under 30, insegnanti, over 65, gruppi di almeno 25 unità). Tariffa speciale: 3,50 euro (gruppi scuola). Gratis: disabili 100%, religiosi, bambini con meno di 6 anni. Church: 7.30 am-1 pm/4.30-8 pm. Monumental complex: work. h. 9.30 am -5.30 pm; holid. h. 10 am-2.30 pm. Standard price: 6 euros; reduced price: 4,50 euros (students under 30, teachers, over 65, groups of at least 25 units). Special rate: 3,50 euros (school groups). Free entrance: disabled person 100%, religious, children (under 6 years). Il complesso, incastonato nel centro storico di Napoli, comprende un’area archeologica, il Museo dell’Opera, lo splendido Chiostro Maiolicato e la sala del Presepe del ‘700. The complex is embedded in the Naples historic city centre and includes an archaeological area, the Museum, the splendid Majolica Cloister and a hall exhibiting 18th century nativity scenes.
Città della Scienza
Via Coroglio, 104 - Tel. 081.3723728 www.cittadellascienza.it Lunedi chiuso. Dal martedì al sabato: 9.00-15.00. Domenica: 10.00-17.00. Biglietto unico: 2 euro. Planetario chiuso Mon closed. Tue- Sat 9 a.m. 3 p.m. Sun: 10 a.m. 5 p.m. Only ticket 2 euros. Planetary closed È il primo science centre italiano e anche uno dei primi esempi di recupero architettonico della zona industriale di Bagnoli. Parte del museo è dedicata ai bambini, con percorsi ad hoc. The first Italian science centre and also one of the first examples of restored industrial architecture in the Bagnoli area. Part of the museum has themed itineraries for children.
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Via Moiariello, 16 - Tel. 081.5575111 Su appuntamento By appointment Tre i padiglioni in cui è possibile ripercorrere due secoli di storia dell’Astronomia a Napoli e nel Sud d’Italia attraverso strumenti astronomici di grande valore. Three buildings illustrate two centuries of the history of astronomy in Naples and Southern Italy through astronomical instruments of great historical and documentary value. Chiesa e Quadreria del Pio Monte della Misericordia
Musei di Paleontologia, Mineralogia, Zoologia ed Antropologia dell’Università Federico II di Napoli
Cappella del Monte di Pietà
Via San Biagio dei Librai, 114 Sab-dom h.9.30-13.30 - Sat-Sun 9.30 a.m. - 1.30 p.m. La Cappella, completamente affrescata, è un autentico gioiello di eleganza manieristica. Pregevoli anche gli arredi in legno della sacrestia e della sala delle Cantoniere. The entirely frescoed Chapel is a veritable jewel of mannerist elegance. Superb wooden furniture in the Vestry and the Sala delle Cantoniere.
Museo dell’Osservatorio di Capodimonte
Via Mezzocannone 8 - Tel. 081.2537516/7 Lun-ven h. 9-13.30. Lun e gio h. 15-17. Sab e dom h. 9-13. Biglietti: 2,50 euro a museo; 1,50 euro a museo per under 18, ingresso libero per studenti universitari Mon-Fri 9 a.m. - 1.30 p.m.. Mon and Thu 3 p.m. 5 p.m. Sat and Sun 9 a.m. - 1 p.m. Tickets for each museum: 2,50 euros; 1,50 under 18, free admission for University students Raccolgono oltre 50.000 reperti tra minerali, rocce, fossili, ma anche pezzi di inestimabile valore paleontologico. Nella sezione zoologia: madrepore, uccelli, spugne, vertebrati, insetti. Over 50,000 minerals, rocks, fossils and other priceless palaeontological items on show. The zoology section includes madrepores, birds, sponges, vertebrates and insects.
Via dei Tribunali, 253 Tel. 081.446944; 081.446973. Visite guidate: 081.446810 www.piomontedellamisericordia.it Mer chiuso. Gio-mar h.9-14.30/ Chiesa lun-dom h. 9.30-13.30. Biglietti: 6 euro; 5 euro con Artecard, TCI, over 65, under 18; 3 euro per insegnanti, studenti, giornalisti, gruppi di 10 persone; 1,50 euro per le scuole. Wed closed. Thu-Tue 9.30 am - 1.30 pm/Church: Mon-Sun 9.30 am - 1.30 pm. Tickets: 6 euros; 5 euros with Artecard, TCI, over 65; 3 euros for teachers, students, journalists, groups of 10 people; 1,50 euros for schools L’edificio del 1600 ospita la chiesa di S. Maria della Misericordia e la pinacoteca con opere del XVII e XVIII secolo. Tra queste, una delle più famose opere del Caravaggio: Le Sette Opere di Misericordia. The 17th century building comprises the church dedicated to S. Maria della Misericordia and a picture gallery exhibiting works from the 17th and 18th centuries. These include one of Caravaggio’s most famous works: The Seven Works of Mercy, above the main altar.
Museo e Ipogeo della Chiesa del Purgatorio ad Arco
Via dei Tribunali - Tel. 081.446810 Museo e ipogeo sab h.10-12.30; chiesa lun-sab h.913. Biglietti: euro 2 Museum and hypogeum open on Sat. h.10-12.30; church Mon-Sat h.9-13. Tickets: 2 euros Sacralità ed esoterismo ben si miscelano nella chiesetta del Purgatorio ad Arco, nel cuore del centro storico di Napoli, nota per la venerazione delle cosiddette “capuzzelle”, i teschi dei morti che da sempre i napoletani considerano benevoli protettori. Nella sacrestia della chiesa è stato allestito un museo di arredi e paramenti sacri del 1600, mentre nell’ipogeo è possibile fare vista alle “capuzzelle”. Il Museo e l’ipogeo sono aperti sono il sabato mattina; si consiglia di prenotare. Sacredness and esotericism join together in the little church of Purgatorio ad Arco, in the heart of the historical centre of Naples, well-known after the veneration of skulls, considered by Neapolitans as benign protectors. In the vestry of the church there is a museum of scared furniture and vestments, whilst in the hypogeum it is possible to visit the skulls. Museum and hypogeum are open on Saturday mornings; booking is suggested. Museo Civico Gaetano Filangieri
Via Duomo, 288 - Tel. 081.203175 www.salviamoilmuseofilangieri.org Lun chiuso. Mar-Sab h.10.00-16.00 / Dom. e festivi h. 10.00-14.00 - Mon closed. Tue-Sat 10.30 am -4.00pm. / Sun and holiday 10.00 am.-2 pm. A Palazzo Como più di 3 mila oggetti raccontano la storia del popolo di Partenope attraverso maioliche, porcellane, avori, armi, medaglie, dipinti, sculture e pastori. In Palazzo Como more than 3000 objects tell the history of Neapolitan people through majolicas,
Le pagine Musei sono realizzate in collaborazione con: porcelains, ivories, arms, medals, paintings, sculptures, and figurines of cribs. Museo Diocesano
La struttura ospita due sezioni dedicate rispettivamente alla paleobotanica e all’etnobotanica, che raccolgono oggetti provenienti da varie parti del mondo. Dal Borneo all’Amazzonia.The museum is divided into two sections dedicated to palaeo-botany and ethno-botany, with exhibits from all over the world, from Borneo to the Amazon Basin. A.R.C.A.
Largo Donnaregina - Tel. 081.5571365 www.museodiocesanonapoli.it Mar chiuso; lun-dom h.9.30-16.30 Tue closed; Mon-Sat h.9.30-16.30 Il museo è allestito all’interno della chiesa di Donnaregina Nuova, chiusa da molti anni, che conserva dipinti di grande pregio come “L’Immacolata Concezione” del lorenese Charles Mellin e il “San Francesco che riceve i simboli del sacerdozio” di Francesco Solimena. Accanto a queste opere, proprie della chiesa ex monastica, il primo percorso museale presenta due temi importanti della fede cristiana: le raffigurazioni della Madonna e di San Gennaro, descritti da formidabili artisti come il fiammingo Teodoro d’Errico, il senese Marco Pino o un particolare Aniello Falcone, capaci di rendere ancora più incisiva l’identità storica ed ecclesiale di questa città. The museum is housed in the church of Donnaregina Nuova, reopened after a long closing, that keeps beautiful paintings as “The Immaculate Conception” by Charles Mellin and “San Francesco is given the symbols of priesthood” by Francesco Solimena. Besides these works belonging to the church, the museum displays works on two main religious figures: the Virgin Mary and San Gennaro, protector of Naples with paintings by Teorodo d’Errico, Marco Pino, Aniello Falcone, that make even more expressive the historical and ecclesiastical identity of Naples.
Situate sotto la chiesa di Santa Maria della Sanità, eretta agli inizi del 1600, queste catacombe sono legate alla venerazione di San Gaudioso, Vescovo di Abitinia in Africa e giunto a Napoli dopo essere stato privato di tutto da re Genserico. Qui morì tra il 451 e il 452. Based under the church of Santa Maria della Sanità, built in the early 1600, the origin of these catacombs is connected to the veneration of Saint Gaudioso, bishop of Abitinia in Africa, who arrived in Naples, after being stripped of everything by King Genserico. Here he died between 451 and 452 A.D. Stazione Zoologica A. Dohrn
Compesso Monumentale di Santa Maria la Nova Piazzetta Santa Maria la Nova, 44 Tel. 081.5523298; 081.5521597 www.oltreilchiostro.org Visite guidate lun-ven h.10, 11, 12, 15, 16. Sab e dom al mattino solo su prenotazione (maggiorazione del biglietto di euro 1) - Biglietti: euro 2,50 Guided tours Mon-Fri h.10, 11, 12, 15, 16. Sat and Sun in the morning only by appointment (ticket + 1 euro). Tickets: 2, 50 euros Il Museo Religioso di Arte Contemporanea intende rendere contemporaneo il contatto con la produzione artistica più recente, tentando di riformulare il senso stesso dell’esperienza estetica, che non può essere oggetto di esclusivi e classici percorsi didattico-didascalici, ma proposta di lettura innovativa. The Museum of Contemporary Religious Art aims to make easier the understanding of the latest artistic production, trying to formulate the sense of the aesthetic experience through a new interpretation.
Hotel San Francesco al Monte Corso Vittorio Emanuele 328 (Na) Tel. +39.081.423.91.11 info@hotelsanfrancesco.it www.sanfrancescoalmonte.it Villa Comunale - Tel. 081.5833111 - www.szn.it Lun chiuso. Mar-sab h.9-17. Dom h. 9-14. Biglietti: 1,50 euro; 1 euro per bambini da 5 a 12 anni; gratis fino a 4 anni Mon closed. Tue-Sat h.9-17. Sun 9 a.m. -14. Tickets: 1,50 euros; 1 euro for kids aged 5-12; free entrance under 4 Ospita il più antico acquario d’Europa (30 vasche e 200 specie tra animali e vegetali marini), ma anche una biblioteca e laboratori per ricerche di zoologia, botanica e fisiologia marina. The oldest aquarium in Europe (30 tanks and 200 species of marine animal and plant life), but also a library and laboratories for research in zoology, botany and marine physiology.
Catacombe di San Gaudioso Museo storico musicale
Museo di Paleobotanica ed Etnobotanica
Via Foria, 223 - tel. 081.449759; 081.455654 Sab e dom chiuso. Lun-ven h.9-14 su appuntamento Sat and Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m. by appointment
Relais Tenuta San Domenico Traversa di via Provinciale Galatina Sant’Angelo in Formis - Capua (Ce) Tel. +39.0823.99.54.70 www.tenutasandomenico.it
Piazza Sanità - Tel. 081.5441305 visiteguidate@santamariadellasanita.it Direttore: Giovanni De Pasquale Lun-dom visite giuidate h.9.30-10.15-11-11.4512.30. Biglietti: euro 5; euro 3 per scolaresche Mon-Sun guided tours h.h.9.30-10.15-11-11.4512.30. Tickets: 5 euros; 3 euros for schools.
Via San Pietro a Majella, 35 - Tel. 081.5644111 Visite guidate: 081.446810 www.sanpietroamajella.it Sab e dom chiuso. Lun-ven h. 9.30-12.30 Sat and Sun closed. Mon-Fri 9.30 a.m. - 12.30 p.m. Il Conservatorio di San Pietro a Majella vanta una ric-
D’Orta Spa Via Provinciale Pianura, Località San Martino 18 Pozzuoli (Na) Tel. +39.081.526.43.88 www.dorta.it
Cantieri Palumbo Via Calata Marinella snc (interno Porto) 80133 (Na) +39 081.28.71.64 naples.shipyard@palumbo.it - www.palumbo.it
Eccellenze Campane Via Brin, 69 - Napoli tel. +39.081.563.63.03 www.eccellenzecampane.it info@eccellenzecampane.it
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ca biblioteca con preziose collezioni di manoscritti di scuola napoletana, ritratti e cimeli di musicisti e un museo di strumenti antichi. The Conservatory of San Pietro a Majella boasts a superb library with precious collections of manuscripts from the Neapolitan school, portraits and everyday items of musicians and a museum of antique musical instruments. Quadreria dei Gerolomini
Via Duomo, 142 - Tel. 081.294444 Dom chiuso. Lun-ven h. 9-14, sab h. 9-12. Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m., Sat 9 a.m. noon. Il complesso, impreziosito dalla splendida facciata realizzata da Ferdinando Fuga, comprende: la chiesa di San Filippo Neri, una pinacoteca, una biblioteca, l’archivio oratoriano e due chiostri. The complex has a splendid façade by Ferdinando Fuga and includes the Church of San Filippo Neri, a picture gallery, a library, the oratory archive and two cloisters. Scavi di San Lorenzo Maggiore
Via dei Tribunali, 316 - Tel 081.2110860 www.sanlorenzomaggiorenapoli.it Lun-sab h. 10-17. Dom h. 10-13.30. Biglietti: 9 euro; ridotto 7 euro per under 18 e over 65; riduzioni con Artecard Mon-Sat 10 a.m. - 5 p.m. Sun 10 a.m. - 1.30 p.m. Tickets: 9 euros; 7 euros under18 and over65; concessions with Artecard L’area sotto la chiesa di San Lorenzo ospita i resti di edifici che testimoniano la stratificazione avvenuta nel corso dei secoli attraverso trasformazioni dell’impianto urbano. Beneath the church of San Lorenzo the remains of buildings have been excavated to reveal the stratification of the city over the centuries.
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Accademia di Belle Arti - Pinacoteca
Madre
on a raised platform, constitute a veritable museum of historical factory founded in 1922 by Isidore Odin now symbol of excellence chocolate in the world. ZONA FLEGREA Terme di Baia
Via Costantinopoli, 107 - Tel. 081.441900; 081.44188. Visite guidate: 081.446810 www.accademianapoli.it Dom chiuso. Lun-sab h. 10-13. Biglietti: 5 euro; 3 euro per under 18 e over 65; 4 euro per gruppi di almeno 15 persone. Sun closed. Mon-Sat 10 a.m. - 2 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros under18 and over 65; 4 euros for groups of 15 people Assolutamente da non perdere, la Sala Palazzi, sezione dedicata alle opere dell’800, con esposizione delle opere dei maestri d’arte contemporanea, ex allievi dell’Accademia. Not to be missed is the Sala Palazzi, the section dedicated to works from the 19th century, exhibiting the works of masters of contemporary art who were students at the Academy.
Palazzo Donnaregina - Via Settembrini, 79 Tel. 081.19313016; 081.292833 www.museomadre.it Mar chiuso. Lun, mer, gio e dom h. 10-21; ven e sab h.10-24. Biglietti: 7 euro; ridotto 3,50 euro; lunedì gratis. Tue closed. Open Mon, Wed, Thu and Sun 10 a.m. - 9 p.m.; Fri and Sat 10 a.m. - 12 p.m. Tickets: 7 euros; 3,50 euros concessions; free on Mondays. Palazzo Donnaregina, edificio di grande pregio storico e architettonico situato in pieno centro cittadino, è la sede del nuovo museo d’arte contemporanea partenopeo. Palazzo Donna Regina, a building of great historical and architectural value situated in the very centre of the city, houses the new museum of contemporary art in Naples. Fabbrica di cioccolato Gay-Odin
Via Sella di Baia, 63 - Bacoli Tel. 081.8687592 - Lun chiuso. Mar-dom h. 9 - un’ora prima del tramonto Mon closed. Tue-Sun 9 a.m. - dusk Il Parco Archeologico e Monumentale di Baia conserva imponenti resti archeologici rispettivamente del Palatium o residenza degli Imperatori romani a Baia e di una villa tardo repubblicana. The Archaeological and Monumental Park at Baia contains impressive archaeological remains of the Palatium, residence of the Roman emperors at Baia and a villa from the late republican age.
Pan, Palazzo delle Arti di Napoli Museo di Baia Palazzo Roccella - Via dei Mille, 60 Tel. 081.7958605-06-07 www.palazzoartinapoli.net Mar chiuso. lun-sab h.9.30-19.30; dom e festivi h.9.30-14.30. Biglietti: 5 euro; 3 euro ridotto Tue closed. Mon-Sat 9.30 a.m. - 7.30 p.m.; Sun and holidays 9.30 a.m. - 2.30 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros concessions.
La struttura, centro permanente di arti contemporanee, ospita le più disparate espressioni culturali relative all’arte: dalla pittura alla scultura passando per la fotografia, il cinema e il fumetto. This permanent centre for contemporary arts houses a huge variety of cultural and artistic expression: from painting to sculpture, photography, cinema and cartoons.
Via Vetriera 12 - Tel. 081.417843 www.gay-odin.it Aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Ingresso libero Mon-Thu h. 9-17. Free entrance. Macchine impastatrici, bilance, tegami e attrezzi di ogni genere e tipo: reperti con oltre cento anni di vita catalogati alla voce “archeologia industriale”. Servivano, un tempo, per lavorare la cioccolata. Oggi fanno bella mostra di sé in uno spazio ricavato all’ingresso della fabbrica Gay Odin, in via Vetriera a Chiaja. Posti su una pedana rialzata, costituiscono un vero e proprio museo dello storico stabilimento fondato nel 1922 dal piemontese Isidoro Odin, oggi simbolo di eccellenza cioccolatiera nel mondo. Mixers, scales, pots and tools for making chocolate: tools with more than a hundred years of life cataloged under “industrial archaeology”. Are positioned in the Gay Odin factory (Vetriera street at Chiaja). Set
Via Castello - Baia Tel. 081.5233797 Lun chiuso. Mar-sab h. 9- 20. Dom h. 9-19. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18. Mon closed. Tue-Sat 9 am - 8 pm. Sun 9 am - 7 pm. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18 Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è alloggiato nel Castello Aragonese di Baia e ospita la sala dei Gessi, con calchi d’epoca romana che riproducono capolavori del periodo classico ed ellenistico dell’arte greca. The Archaeological Museum of the Phlegraean Fields is housed in the Aragonese castle of Baia, the Sala dei Gessi exhibits plaster casts from the Roman age reproducing masterpieces of the classical and Hellenistic period of Greek art.
È QUANDO TI SENTI PICCOLO CHE SAI DI ESSERE DIVENTATO GRANDE. A volte gli uomini riescono a creare qualcosa più grande di loro. Qualcosa che prima non c’era. È questo che noi intendiamo per innovazione ed è in questo che noi crediamo. Una visione che ci ha fatto investire nel cambiamento tecnologico sempre e solo con l’obiettivo di migliorare il valore di ogni nostra singola produzione. È questo pensiero che ci ha fatto acquistare per primi in Italia impianti come la rotativa Heidelberg M600 B24. O che oggi, per primi in Europa, ci ha fatto introdurre 2 rotative da 32 pagine Roto-Offset Komori, 64 pagine-versione duplex, così da poter soddisfare ancora più puntualmente ogni necessità di stampa di bassa, media e alta tiratura. Se crediamo nell’importanza dell’innovazione, infatti, è perché pensiamo che non ci siano piccole cose di poca importanza. L’etichetta di una lattina di pomodori pelati, quella di un cibo per gatti o quella di un’acqua minerale, un catalogo o un quotidiano, un magazine o un volantone con le offerte della settimana del supermercato, tutto va pensato in grande. È come conseguenza di questa visione che i nostri prodotti sono arrivati in 10 paesi nel mondo, che il livello di fidelizzazione dei nostri clienti è al 90% o che il nostro fatturato si è triplicato. Perché la grandezza è qualcosa che si crea guardando verso l’alto. Mai dall’alto in basso.
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La Solfatara
Via Solfatara - Pozzuoli Tel. 081.5262341 - www.solfatara.it Lun-dom h. 8.30-17.30. Mon-Sun 8.30 am - 5.30 pm Con un’estensione di circa 33 ettari, è un’oasi naturalistica che offre numerosi spunti per un’avventurosa passeggiata tra fumarole, vulcanetti di fango, boschi e zone di macchia mediterranea. Covering 33 hectares, the Solfatara is a natural oasis offering a variety of adventure-filled walks among the fumaroles, boiling mud springs, woodland and Mediterranean maquis.
Tue closed. Wed-Mon 9 am - dusk. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18 È il terzo anfiteatro italiano per grandezza dopo il Colosseo e quello di Santa Maria Capua Vetere. Dall’arena si accede ai sotterranei dove stavano le belve prima dei combattimenti. The third largest Amphitheatre in Italy after the Colosseum and the one in Capua (Santa Maria Capua Vetere). From the arena it is possible to go down into the dungeons where wild beasts were caged prior to combat. CAPRI Certosa di San Giacomo
Parco Archeologico di Cuma
Via Acropoli, 1 - Tel. 081.8543060 Lun-dom h. 9-18. Mon-Sun 9 am - 6 pm Il Parco comprende: l’Acropoli, le Terme del Foro e quelle Romane, il Foro, il Capitolium, le Necropoli, la fossa Neronis, le cisterne della Crypta romana e l’Arco Felice. The Park includes: the Acropolis, The Forum and Roman Baths, the Forum, the Capitol, the Necropolis, the Fossa Neronis, the cisterns of the Crypta Romana and the Arco Felice Arch. Anfiteatro Flavio di Pozzuoli
Via Terracciano, 75 - Pozzuoli Tel. 081.5266007 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-un’ora prima del tramonto. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18.
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Via Certosa, 2 - Capri Tel. 081.8376218 www.beniculturali.it - Lun chiuso. Martedì-domenica h. 9-14. Ingresso libero Mon closed. Tue-Sun 9 am - 14 pm. Free entry. Chiusa nella valletta fra l’altura del Castiglione e il Monte Tuoro, è espressione del periodo medioevale e monastico caprese nella sua forma più aulica e monumentale. Fondatore della Certosa, fra il 137174, fu Giacomo Arcucci conte di Minervino e di Altamura, segretario della regina Giovanna I di Napoli, della più nobile famiglia di Capri (ad essa appartenne quell’Eliseo Arcucci conte di Capri che fu ammiraglio di Federico II) e potente e ricco feudatario cui si deve per grazia di un primo figlio natogli dalla moglie Margherita Sanseverina. Between the hills of Castiglione and Monte Tuoro is the medieval monastic charterhouse founded between 1371 and 1374 by Count Giacomo Arcucci, secretary of Queen Joan I of Naples and a member of Capri’s most noble family.
Villa San Michele
Ischia Scavi e Museo Santa Restituta
Viale Axel Munthe, 34 - Anacapri - Tel. 081.8371401 Maggio-Settembre h.9-18 - May-September 9 am-6 pm Biglietti: 5 euro - Tickets: 5 euros Di proprietà di un’istituzione culturale svedese con sede nell’isola, oltre alla Villa San Michele, la creatura del medico-scrittore e filantropo Axel Munthe (che visse a capri per oltre mezzo secolo) comprende anche un museo circondato da un giardino di rara bellezza, un gruppo di alloggi per scrittori, artisti, scienziati e ricercatori svedesi e “il Monte Barbarossa”, un parco naturale per la protezione degli uccelli migratori e della vegetazione mediterranea. Villa San Michele was the brainchild of the Swedish writer and philanthropist Axel Munthe who lived on Capri for over half a century. The site also includes a museum surrounded by a beautiful garden and Monte Barbarossa, a natural park for the conservation of migratory birds and Mediterranean plant life. Villa Jovis
Piazza Santa Restituta, 10 - Lacco Ameno Tel. 081.980538 - Lun-sab h.9.30-12.30/17-19 Dom h.9.30-12.30 - Biglietti: 2,50 euro Mon-Sat 9.30 am-12.30 pm and 5-7 pm Sun 9.30 am-12.30 pm - Tickets: 2,50 euros Un museo archeologico sotterraneo, allestito sotto la chiesa nello stesso luogo di rinvenimento dei reperti: materiali recuperati a partire dagli anni ’50 che hanno messo in luce la presenza di antichi insediamenti databili tra l’età preistorica e il periodo medievale. In circa 60 vetrine sono raccolti frammenti ceramici e architettonici, vasi e monete che illustrano le tracce lasciate dall’uomo nel susseguirsi delle culture del passato. Tra questi, la Testa della ninfa Aretusa (IV sec a.C.) e la testa di Demetra (IV sec. a.C.) An underground museum beneath the church where the relics were found from the 1950s on. Evidence of settlements from the prehistoric age to medieval times are exhibited in over 60 display cabinets. These include ceramics, vases and coins as well as the Head of the Nymph Arethusa and the Head of Demetra from the 4th century BC. Museo Archeologico Lacco Ameno Pithecusae di Villa Arbusto
Viale Amedeo Maiuri - Capri - Tel. 081.8374549 Lun-dom h.8-1 ora prima del tramonto Biglietti: 2 euro Mon -Sun 8am-1 hour bedor sunset - Tickets: 2 euro Secondo la tradizione, l’imperatore Tiberio, fece costruire ben dodici splendide ville, ognuna delle quali dedicata ad una divinità dell’Olimpo. Villa Jovis era la più ricca tra esse: posta in cima al Monte Tiberio, a 354 metri di altezza sul livello del mare, fu la principale residenza dell’imperatore Tiberio e ben ne riflette il carattere esclusivo e riservato. According to the tradition, the Emperor Tiberius built twelve beautiful villas, each dedicated to a divinity of the Olympus. Villa Jovis was the richest one: built on the top of Mount Tiberius, at 345 mt. on the sea surface, it was the main residency of Emperor Tiberius and reflects his character, exclusive and reserved.
Corso Angelo Rizzoli – Lacco Ameno Tel. 081.900356 Lun chiuso. Mar-dom h.9.30-13/16-20 Mon closed.Tues - Sun 9.30 am-1 pm and 4-8 pm Nella magnifica cornice della residenza scelta dall’editore Angelo Rizzoli come suo buen retiro isolano, tra i numerosi oggetti, il museo conserva reperti archeologici dall’epoca preistorica (neolitico superiore) all’età romana tra cui un frammento di un’iscrizio-
Le pagine Musei sono realizzate in collaborazione con: ne metrica nota come Coppa di Nestore proveniente dalla necropoli di valle San Montano a Lacco Ameno. The museum is located in a magnificent setting and houses numerous archaeological finds from prehistoric times and from the Roman age, including a fragment of the so-called Nestor’s Cup from the necropolis in Lacco Ameno.
Scavi Archeologici di Ercolano
Area Vesuviana Scavi Archeologici di Pompei
Via Villa dei Misteri, 2 Tel. 081.8575347 - www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingresso: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-17 (income till h15.30). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). Grazie all’ottimo stato di conservazione dei suoi edifici, dovuto al particolare seppellimento, sotto una coltre di cenere causato dall’eruzione del 79 d.C., Pompei può dirsi l’unico sito archeologico che ci restituisce l’immagine di una città romana nella sua interezza. Thanks to the remarkable state of preservation of its buildings, due to the peculiar burial under a 6 meters blanket of ash and lapillus caused by the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Pompeii is the only archaeological site showing a Roman town in its integrity.
Corso Resina - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingresso: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). Al momento dell’eruzione del Vesuvio, Ercolano venne travolta da una marea di fango e detriti vulcanici, che, solidificandosi, poterono conservare, molto meglio che a Pompei, le parti superiori delle costruzioni e anche tutti i materiali organici, per cui ci si offre una visione unica della vita privata antica. At the moment of the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Herculaneum was swept away by mud and volcanic detritus, which, once solidified, preserved the tops of the buildings and also all the organic materials, so this site offers a unique vision of the domestic life of the time. Museo Archeologico Virtuale
Via IV Novembre - Ercolano - Tel. 081.19806511 Lun chiuso; mar-dom h.9-17. Biglietti: 7 euro; riduzioni 4 euro Mon closed; Tue- Sun 9 a.m. - 5 p.m. Tickets: 7 euros; concessions 4 euros Nasce ad Ercolano il primo museo archeologico virtuale, luogo ideale per chi vuole esplorare il passato con le tecnologie di ultima generazione, immer-
gersi nelle rovine delle città sepolte dalla lava e vedere ricostruiti fedelmente ambienti e costumi degli antichi abitanti. Sono oltre 70 le installazioni multimediali - tra realtà virtuali ed ologrammi - a guidare i visitatori alla scoperta delle voci e dei volti degli antichi ercolanesi, che racconteranno la propria storia. Cuore del Mav è il Cave: un’enorme stanza di luce sulle cui pareti si proiettano giardini e cortili delle case di Pompei, Ercolano e Stabia. E ancora, la Soundgallery, la stanza dei profumi e il Lupanare completano l’esperienza sensioriale nell’antica Ercolano. Herculaneum hosts the firts virtual archaeological museum, ideal place for explorations of the past through modern technologies. More than 70 installaions, devided in virtual reality and holograms, lead the visitors to the discovery of the old Rooman city before the eruption of the Vesuvius in 79 a.C.
Ristorante Museo Caruso via Sant’Antonino, 12 - Sorrento (Na) tel +39.081.807.31.56 www.ristorantemuseocaruso.com
Agriturismo Casa Lerario Contrada Laura 6 - Melizzano (Benevento) Tel. +39.0824. 94.40.18 www.casalerario.it
Antiquarium di Boscoreale
Gay Odin Via Vetriera, 12 – Napoli tel. +39.081.41.78.43 www.gay-odin.it Via Settetermini, 15 - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingresso: 5,50 euro; ridotto 2,75 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar). L’antiquarium comprende reperti provenienti dai siti archeologici dell’area vesuviana. Presenta le caratteristiche principali dell’ambiente vesuviano in epoca romana e l’utilizzo delle risorse naturali da parte dell’uomo. The Antiquarium displays findings from the archaeologicas sites of the Vesuvius area. It describes the main characteristics of the Vesuvius environment in the Roman era and the exploitation of natural resources at that time.
Pasticceria “Carraturo Vittorio” Corso Garibaldi, 59 Tel. +39.081.5545344 Via Arangio Ruiz, 46/48/50 Tel. +39.081.7617341 Piazzetta Nilo, 6 Tel. +39.081.6584268 Nola, via Variante 7 Bis, 257 Tel. +39.081.8231363 www.carraturovittorio.it
Caseificio Ponte a Mare Via Domitiana km 34.070 - Castelvolturno (CE) tel. +39.0823 851525 www.ponteamare.it
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Scavi di Oplontis
minerali, dei 5.000 campioni del fondo Discepolo, appartenenti a 1.400 specie differenti del mondo. Central feature of the collections are the 3,500 minerals of the 5,000-strong Discepolo collection, with 1,400 different types from the world Museo Correale di Terranova
preserved example of an ancient Greek-Roman city with its impressive walls, the temples and all the buildings dedicated to public concern as the Macellum, the forum, the amphitheatre. CASERTA Belvedere di San Leucio
Via Sepolcri - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.org Lun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingresso: 5,5 euro; ridotti 2,75 euro over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeologia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h.18) Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, history of art, and similar) Si tratta di una serie di rinvenimenti archeologici, relativi ad una zona suburbana di Pompei: una villa residenziale, la villa ‘di Poppea’; una ‘villa rustica’ attribuita a L. Crassius Tertius, nella quale, accanto a numerosi corpi di vittime dell’eruzione, è stata rinvenuta una notevole quantità di monete in oro e argento, assieme a numerosi pezzi di finissima oreficeria. The site is constituted by a series of archaeological findings related to a suburban zone of Pompeii: a residential villa, the Villa of Poppea; a rural villa, belonging to L. Crassius Tretius, where, next to the numerous bodies of the eruption’s victims, has been found a great quantity of gold and silver coins, along with pieces of fine jewellery.
Via Correale, 50 - Sorrento Tel. 081.8781846 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-14. Biglietti: 6 euro Tue closed. Wed-Mon 9 am - 2 pm. Tickets: 6 euro Ospita dipinti e arti decorative napoletane e straniere dal XVI al XIX secolo, ventagli, orologi e una delle più prestigiose collezioni di porcellane del XVIII secolo. The museum houses collections of Neapolitan and foreign paintings and decorative arts from the 16th to the 19th centuries, refined fans, clocks and one of the most prestigious collections of 18th century porcelain. PAESTUM Area Archeologica di Paestum
Via Atrio Superiore - 81020 San Leucio (Ce) Info: 0823.873155; 800.411515 www.sanleucionline.it Orari: mar chiuso. Lun-dom h.9.30-18.30. Biglietti: 6 euro; scolaresche 3 euro. Opening hours: Tue closed; Mon-Sun h.9.30-18.30. Tickets: 6 euros; 3 euros for schools. Le antiche fabbriche della seta di epoca borbonica rivivono nello splendido complesso monumentale di San Leucio dove è possibile osservare gli strumenti originari del ‘700. The old manufactures of silk of the Bourbons live again in the beautiful Monumental Complex of San Leucio, where have been preserved the original engines dated back to 1700s.
Museo Mineralogico
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CAPUA Museo Provinciale Campano di Capua
Reggia di Caserta
PENISOLA SORRENTINA
Via San Ciro, 2 - Vico Equense Tel. 081.8015668 www.museomineralogicocampano.it Lun chiuso. Feriali h. 9-13; 16-19. Festivi 9-13 Mon closed. 9 am-1 pm; 4 pm-7pm; Hols 9 am - 1pm Nucleo centrale delle collezioni esposte sono 3.500
Opening hours: Tue closed; royal appartment: MonSun h.8.30-19; exhibitions: Mon-Sun h.8.30-18; gardens: Mon-Sun h.8.30-18. Tickets: all inclusive 6 euros; rolyal appartments 4,20 euros; gardens 2 euros; bikes 1 euro. Concessions over18-under25. Free admission under18 and for Umanistic Faculties students. Costruita per volere di Carlo III di Borbone nella piana di Caserta su progetto del Vanvitelli, accando agli appartamenti storici, che retituiscono i fasti dell’antica corte borbonica, ha degli splendidi giardini che sono l’aspetto più scenografico del complesso. Disseminati di fontane e cascate, sono ricchi di statue realizzate dai più noti scultori dell’epoca. Built under Charles III of Bourbon after a project of the architect Vanvitelli, besides the royal appartments, which give a clear idea of the magnificence of Bourbons’ courts, the most spectacular element of the complex are the gardens. Scattered with fountains and cascades, they are rich in statues realized by the most famous sculptores of the time.
Via Magna Grecia, 919 - Info: 0828.772654 www.infopaestum.it Lun-dom h.9-1 ora prima del tramonto. Ingresso: 4 euro per gli scavi; 6,50 euro per scavi + museo. Mon-Sun h.9-1 hour before sunset. Tickets: 4 euro for the archaeological area; 6,50 euro for archaeological area + museum L’area aecheologica di Paestum rappresenta un ottimo esempio di città greco-romana, di cui conserva l’impianto risalente al 500 a.C. con le mura, i templi e tutti gli edifici per gli esercizi pubblici come il Macellum, il Foro, l’anfiteatro. The archaeological area of Paestum is a very well
Corso Pietro Giannone, 1- Caserta Info: 0823.448084; 0823.277380 www.reggiadicaserta.org Orari: mar chiuso. Appartamento: lun-dom h.8.3019; mostre: lun-dom h.9-18; giardini: lun-dom h.8.30-18. Biglietti: cumulativo 6 euro; appartamenti 4,20 euro; giardini 2 euro; bicicletta 1 euro. Riduzione per giovani dai 18 ai 25 anni e per i docenti delle scuole statali. Gratis per under18 e per gli studenti universitari di facoltà umanistche.
Via Roma, 66 - Tel. 0823.620035 Lun chiuso. Mar-sab h.9-13.30; dom h.9-13 Biglietto: euro 4,13; gratis under18; riduzioni per Touring Club, Icom, Artecard e gruppi (min 10 persone) Mon closed. Tue-Sat h.9-13.30; Sun h.9-13 Tickets: euros 4,13; free admission under18; concessions for Touring Club, Icom, Artecard and groups Principale museo storico della Campania, presenta la più importante collezione al mondo di Matres Matutae, la famosa madri rinvenute nell’antica Capua. Oltre alla sezione archeologica, comprende una ricca sezione medievale ed anche un’importante biblioteca. Main historical museum of Campania Regione, it hosts the most important collection of Matres Matutae of the world. Besides the archaeological section, the museum hosts a rich section dedicated to the Middle Age and a very important library.