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Marco Viviano svela le passioni del portiere-ultrà della Fiorentina “Mio fratello Emiliano e un

di luca capanni

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Anche nelle migliori famiglie può capitare una ‘pecora bianconera’, ma non è il caso della famiglia Viviano. Parola di Marco Viviano, fratello del portiere della Fiorentina Emiliano, contattato in esclusiva dai microfoni del Brivido Sportivo: «Siamo tutti viola sfegatati, genitori compresi. In passato ci toccava fare un po’ di zapping: guardavamo un tempo della partita di Emiliano ed un tempo di quella della Fiorentina. Ora finalmente il problema è risolto». Quand’è che avete cominciato a percepire la possibilità di un ‘ritorno a casa’ per Emiliano?

«Ai primi di luglio. Emiliano aveva una voglia immensa di venire a Firenze, ma c’erano complicazioni col cartellino, prima in comproprietà fra Inter e Palermo e poi acquisito dai rosanero. Ad un certo punto non ci credevo più, avevo cominciato a pensare ad un suo trasferimento all’estero, lui mi parlò del Tottenham e di altri club inglesi. Per fortuna è finita bene».

Qual è stato invece il momento di maggior sconforto nella carriera di Emiliano?

«L’infortunio al ginocchio nell’estate 2011. Quel giorno ero al mare con la mia famiglia: mi telefona Emanuele, il nostro fratello maggiore (che è del ’72, mentre Marco è del ’74 ed Emiliano del 1985, ndr) e mi racconta di questo maledetto fatto dicendomi “Penso che Emiliano si sia rotto il crociato”. A me ed Emanuele crollò il mondo addosso. Il più tranquillo fra tutti era proprio Emiliano, che rimase calmo». Parlate spesso di calcio tra voi?

«Il prof del calcio è Emanuele, che fa il diesse nelle giovanili del Firenze Ovest. E’ lui che dà molti consigli ad Emiliano, mentre io gliene ho dati uno solo: di prendere sempre le decisioni con la sua testa».

E lei di cosa parla con Emiliano?

«Di musica, una grande passione che lui ha preso da me, insieme a quella per i tatuaggi. Ama il rock, ascoltiamo un sacco di canzoni. Inoltre mi chiede sempre di informarlo se ci sono bei concerti. Due anni fa andammo al concerto dei Depeche Mode a Milano, insieme a Gobbi e Montolivo. Un altro suo compagno di concerti è Omar Pedrini, che abita a Brescia (dove Emiliano ha giocato svariati anni e dove tutt’ora ha la residenza, ndr) ed era un componente dei Timoria con Francesco Renga».

La musica è una passione che lei coltiva da molto tempo, non a caso è un dj molto apprezzato. Che ‘pezzo’ le viene in mente per la Fiorentina?

«Iniziai questo secondo lavoro nel 1995 a New York, dove mi trovavo per conto della Ferragamo, azienda per la quale svolgo la mia professione principale. In discoteca metto pezzi house, ma per la Fiorentina sceglierei uno splendido rock sentimentale come ‘Sad but true’ dei Metallica, uno dei preferiti da Emiliano».

E i tatuaggi?

«Io ne ho tre, con uno che occupa tutta la schiena e la coscia. Lui ne ha sei, per ora. Anche i suoi sono piuttosto spaziosi, la gran parte sono in stile orientale ma il più significativo è il giglio che si è tatuato proprio sul cuore». Il cuore ha traboccato

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