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Marotta, quante sciocchezze sul caso

- Berbatov

no pe’ non favvi fa’ delle figuracce, tanto vu’ li sbagliae tutti”. I’danno e le beffe. ‘N vorgare e proano a pigliacci pe’ le rotondità posteriori dette mele. Meno male che “icce2”, perdurando la fase d’ibernazione di “icce1” detto Nasello, e gli ha ‘nventao un go’ da cineteca e meno male che alla fine anche Luhone e n’ha fatto un artro parecchio bello. Così l’aquilotto suo e gli è finio allo spiedo con contorno di patatine arrosto mentre quello nostro e gli è tornao finalmente ‘n campo pe’ dieci minuti, aprendosi e aprendoci orizzonti di gloria. Pe’ tutto ciò di cui sopra, i’nonno gli è felice e pe’ manifestallo ‘ndovinae un po’ icche fa? E bee le bocce di’ gobbo. Oggi e sarà ancora più bono, e son quasi fori dalla Scempionse que’ gobbacci malefici, noi e s’è vinto e così e un ronza più da queste parti e l’Operazione Vino (ni’ senso di grattaglielo), la un dovrebbe esse’ difficile. Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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Questa settimana non ci sono dubbi, i pungiglioni roventi hanno una sola direzione, l’amministratore delegato juventino Marotta che continua ad esternare sul caso Berbatov. Che uno nella sua posizione, nel suo grado e con le sue responsabilità si possa trovare in difficoltà a parlare all’Assemblea dei Soci lo possiamo anche capire. Gli hanno dato carta bianca e portafoglio gonfio per portare a casa il famoso ‘top player’, ha rincorso Van Persie fino a farsi dare un secco “no”, ha parlato di Aguero, di Leandro Damiao, ha tentato in tutti i modi il nostro Jovetic e alla fine si ritrova con Bendtner, preso da ultimo e per forza, e tanto utile che in campo non scende quasi mai. È arrivato a questo risultato dopo aver inscenato la ‘farsa Berbatov’ dal quale pure è parso scaricato, con l’unico risultato positivo, per la Juve, di averlo fatto perdere alla Fiorentina inimicandosi la società viola e mettendo a serio rischio eventuali affari futuri (a partire da quello appena menzionato). Capiamo quindi l’imbarazzo, ma si capisce meno, anzi non si capisce affatto, la necessità d’inventare sciocchezze, come l’ha definite lo stesso Andrea Della Valle, per giustificare il suo comportamento nell’affare-Berbatov. Proprio nell’occasione del discorso all’Assemblea dei Soci è tornato in argomento ed ha detto in parole povere che la Fiorentina, nelle persone dei suoi dirigenti, dovrebbe ringraziarlo per averle evitato una brutta figura, perché Berbatov a Firenze non sarebbe mai venuto. Era partito da Londra con biglietto pagato dalla Fiorentina, insieme al manager ed a Firenze c’era Macià ad aspettarlo, ma Marotta dice che era tutto uno scherzo, un primo d’aprile in ritardo. Certo se la Juventus si mette di traverso a metà strada uno (che evidentemente molto serio non è) può ripensarci. Ma che fosse partito per concludere con la Fiorentina è un fatto ovvio come quello che vede ogni mattina sorgere il sole. Perciò abbia almeno il pudore di tacere il signor Marotta. E comunque le api son pronte a pungerla, senza remissione.

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