N. 3 anno 1
Direttore: Alessandro Mazzoleni
Hanno collaborato in questo numero: Marco Belloli Luca Belotti Mattia Bericchia Giacomo Buzio Stefano Buzzi Sergio Carminati Nick Garattini Max Mameli Alessandro Mazzoleni Mattia Nigro Gianluca Paradiso Lorenzo Pedroli Peter Prantl Gianmaria Veronese Akja Soccorso Piste
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Ci siamo.... siamo ancora qui... on line con il terzo numero e nel cassetto già pronte un sacco di novità. La passione per il freeski è sempre quella che ci porta avanti con motivazione. L’inverno ci ha regalato qualche bella precipitazione ed abbiamo lasciato scatenare i nostri “spadoni” sotto i piedi, dedicarci ad un pò di sano backcountry alla ricerca della linea vergine, saltare in park, costruire kicker con i nostri amici e lanciarci in qualche après ski selvaggio. C’è già chi parla di arrivo della primavera ma anche se il calendario ci porta inesorabilmente dentro la primavera nessuno di noi ha i pensieri che vanno altrove. Non se ne parla di incolonnarsi andando su qualche lago a “bere qualcosa” o a prendere il “primo sole” in Liguria....ci va mia nonna in Liguria a fare le vacanze con le “amiche”....e a 90 anni suonati non trascina le ciabatte come il tapascione medio su un qualche lungo lago con lo sguardo annebbiato e la mente in modalità “stand by”. Le montagne sono ancora bianche e ben innevate, nessun freeskier ha pretese di neve da mazzinga invernale compatta e da fendere con le lamine o per tracciare giganti improbabili e slalom impossibili. Il freeskier vuole la neve, punto. Morbida da jibbare, fresca dal splashare, dura da condurre, crostosa da sciare, da risalire, da costruire, da atterrare. Il freeskier vuole sciare ed è quello che conta. Sciare e stare in montagna....Voi ci siete? Noi ci siamo, la stagione del freeskier non finisce mai. SkierzMag c’è!
Spot: San Simone - Photo: Sergio Carminati
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Games aspeN Usa / 27-30 GeNNaio
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2011 FIFTEEN Di Elena Ruggeri
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Aver partecipato, sebbene da spettatrice agli X GAMES FIFTEEN 2011, è stata un`esperienza unica ed emozionante, certamente da ripetere. Solo chi era presente come me può comprendere questa emozione.
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on può esserci location più perfetta del
Colorado per ospitare un evento simile: le incredibili ed immense montagne, la neve sempre abbondante, le persone che lavorano con entusiasmo e passione e l`organizzazione eccezionale creano l`atmosfera perfetta per uno spettacolo sportivo di questa entità. Aspen durante gli X Games è una città energica e perfettamente organizzata per i visitatori; ovunque è percepibile l`eccitazione e il coinvolgimento delle persone per questo incredibile evento sportivo. Io sono partita da Breckenridge alle 5 del mattino per poter essere ai cancelli degli X GAMES alle 8: arrivata ad Aspen mi son resa conto di essere la prima visitatrice della giornata. Sono entrata ed ero completamente sola all`interno delle gates, eccetto i vari addetti all`organizzazione. Così mi sono goduta l`atmosfera magica del pre-
Men's Slopestyle 1ST Sammy Carlson (USA) Women's Slopestyle 1ST Kaya Turski (CAN) Men's SuperPipe 1ST Kevin Rolland (FRA) Women's SuperPipe 1ST Sarah Burke (CAN) Men's Big Air 1ST Alex Schlopy (USA) Men's Skier X 1ST John Teller (USA) Women's Skier X 1ST Kelsey Serwa (CAN) Men's Mono Skier X 1ST Josh Deuck (CAN)
Ski Results
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evento: la cosa più emozionante girando da sola
riggio si è svolta la prova Skiing Slopestyle Men`s Final,
all`interno degli X Games è stata la visione del Super-
a cui ho assistito, emozionata, tifando Bobby Brown.
pipe, non credevo ai miei occhi. Vederlo in televisio-
Durante la tarda mattinata ho assistito in primissima
ne per anni e trovarmelo davanti agli occhi è stata
fila, tra le famiglie di Kelly Clark e Katlyn Farrington,
un`emozione unica.
alla Snowboard SuperPipe women`s elimination. Sole fortissimo, spettacolo davvero unico, ho avuto modo
Tolto lo sguardo dal pipe mi sono diretta verso la zona
di vedere ad un palmo dal naso tutte le mie atlete
“Big Air“, altro sconvolgimento visivo per me, viste le
preferite, soprattutto la irraggiungibile Kelly Clark , che
dimensioni e l`imponenza del salto.
il giorno prima aveva chiuso nelle prove di pipe, per
Infine, alla sinistra del pipe, si riuscivano solo a vedere
la prima volta in assoluto nella storia dello snowboard
gli ultimi tre salti della zona slopestyle, dove nel pome-
femminile, 1080.
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Nel pomeriggio ho seguito le finali Snowboard Snow-
Brown, si è classificato secondo, nonostante il dolore
boarder X, gare davvero adrenaliniche e spettacolari
causato da un`infortunio durante la prova slopestyle.
da seguire come spettatore, purtroppo, solo nella par-
La medaglia di bronzo è andata al medaglia d`oro
te finale del loro percorso.
slopestyle, Sammy Carlson.
Verso le ore 15 finalmente è iniziata la Skiing Slopestyle
Così si è conclusa la mia avventura agli X GAMES
men`s final. Il mio tifo era tutto per Bobby Brown, atle-
FEFTEEN, sono state 24 ore davvero emozionati e che
ta local di Breckenridge, medaglia d`oro slopestyle e
resteranno sempre nei miei ricordi. Ora non mi resta
big air negli X Games fourteen 2010.
che aspettare gli X GAMES SIXTEEN, ci sarò, non posso
Io da spettatrice, e credo a maggior ragione gli atleti,
davvero mancare!
devo ammettere che la visibilità era davvero scarsa e fastidiosa: il sole stava calando alle spalle degli atleti che scendevano e non consentiva certamente una buona cognizione della neve e delle strutture. Purtroppo Bobby si è dovuto accontentare del 4 posto, la medaglia d`oro è andata a Sammy Carlson, argento a Russ Henshaw e bronzo a Andreas Håtveit. Peccato. La sera dopo essere andata al concerto ufficiale degli X Games downtown in Aspen di Big Boi, sono tornata dentro l`evento per assistere alla Skiing Big Air final. Purtroppo la gente era davvero tantissima e mi sono accontentata di assistere a questo evento finale un po`da lontano. Tuttavia, sono riuscita ad apprezzare lo spettacolo che hanno dato gli atleti, primo tra tutti, il vincitore della medaglia d`oro, Alex Schlopy. Bobby
Women's SuperPipe 1ST Kelly Clark (USA) Men's Snowboard X 1ST Nick Baumgartner (USA) Women's Snowboard X 1ST Lindsey Jacobellis (USA) Men's Big Air 1ST Torstein Horgmo (NOR) Men's Slopestyle 1ST Sebastien Toutant (CAN) Women's Slopestyle 1ST Enni Rukajarvi (FIN) Men's Snowboard Street 1ST Nic Sauve (CAN) Men's Best Method 1ST Scotty Lago (USA)
Snowb Results
Men's SuperPipe 1ST Shaun White (USA)
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photo: Lorenzo Fizza verdinelli courtesy smith optics
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Dal gentlemen riders park
// L’invitational tuo e di Markus l’anno scorso
ai progetti futuri.
Grazie, anche noi siamo molto contenti di come sia
Due chiacchiere
tentativo. Stiamo già lavorando alla seconda edizione
con il grande Matthias.
mente rifaremo la Night Session e lo shooting all’ alba,
ha spaccato, lo ripeterete? andata, considerando anche che era il nostro primo quindi si, si rifarà. Ancora non so dirvi molto ma sicuraper produrre del materiale figo; poi ci sono un po’ di novità ma per adesso niente di sicuro al 100%.
// Ciao Matthias, come va; la stagione ormai è iniziata da un pò, come ti sei allenato durante il periodo estivo?
// Vivi di solo freeski?
Ciao tutto bene grazie.
Assolutamente no ;-) Come già accennavo prima fac-
Beh d’estate ho girato abbastanza in val Senales nel
cio il maestro di sci e d’estate lavoro qualche mese
Park dei Gentlemen riders; È sicuramente il place to be
come commesso in un negozio.
per girare da fine stagione a metá luglio. Poi sono stato anche spesso al area47 in Ötztal (Austria), per saltare sulla waterramp. Per il resto un po’ di tappeti elastici e tante feste con gli amici. // Fai allenamenti specifici? Non proprio, cerco solo di divertirmi il più possibile quando vado a girare. // Quali sono i tuoi programmi per l’inverno? Diciamo che siamo già in mezzo alla stagione; Ho iniziato a girare a Ottobre in Senales e sono stato a fare qualche contest come Modena, il jib the house a Kaprun e il jib4beer Tobias Vinatzer Invitational. Poi a Kronplatz attualmente sto lavorando come maestro e quando riesco mi stacco per un po’ di giorni per muovermi ai vari appuntamenti. Ho in programma di tornare sicuramente a Livigno, ma penso anche di restare abbastanza a Kronplatz per girare nel nostro Park che é veramente figo. Insieme ad altri organizzo anche un circuito di contest in Alto Adige per rookies, lo South Tirol Slopestyle Tour.
photo: alex Berger spot: Lana
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// Parlaci un pò della progressione tecnica, come fai per provare nuovi trick? In generale sono uno che ci mette un po’ a imparare un nuovo trick; Non perché cartello tanto ma perché prima di farlo voglio averlo in testa bene. Ripeto un trick mille volte in testa e cerco di capire la visuale che potrei avere in ogni momento in aria; quindi può
// I park in Alto Adige sono una realtà affermata,
essere che ci metto qualche mese in più degli altri ma
come vedi la situazione?
poi spesso li chiudo ai primi tentativi.
Penso che in Alto Adige si veda ora il frutto del tanto lavoro ma sopratutto della passione che ci ha messo per
// Consigli per chi prova nuove manovre in park?
anni Alex Berger e la sua crew con F-Tech Constructions.
Sicuramente di andare avanti un passo alla volta,
I resort hanno capito che ormai fa parte del biglietto da
molti trick vengono facili se si hanno delle buone basi.
visita avere un park all’ avanguardia e quindi la situazio-
Poi ci sono le varie strutture per allenarsi in modo più
ne è buona ma si può migliorare ancora.
sicuro tipo waterramps etc.
// Hai in programma qualche viaggio oltre oceano tipo Usa o Canada? Qualcosa in programma c’è, ma anche qui non so dirvi con precisione dove e quando; si parlava di Svezia, Norvegia e Chile... Vedremo più avanti se si concretizzerà qualcosa.
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photo: Lorenzo Fizza verdinelli courtesy smith optics
photo: elsler andreas spot: val senales
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// Di solito con chi ti piace allenarti?
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Con tutti quelli che mi fanno ridere e non mi creano
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pressioni o paranoie mentali. In Powder sicuramente con Markus, con Raffa sempre e se si gira sui rail con i miei amici Martin e Lukas. // Ascolti musica mentre giri in park? Di solito che genere ti piace?
// E in assoluto in questi ultimi anni?
Non ascolto musica quando giro perché non riesco
Forse “Long Story Short” di Level1 Productions ma ce
a concentrarmi bene; non chiedetemi il perché... ci
ne sarebbero diversi.
ho provato parecchie volte ma non ci riesco. Quando tolgo li sci ascolto i Motörhead, Cake, un po di HipHop
// Sempre più double cork ormai nelle gare
e le produzioni di Inspired Media che gasano di brutto.
slopestyle e big air, cosa vedremo agli Xgames? Beh si il livello al momento é veramente impressionan-
// Quale è lo skimovie 2010 che ti ha colpito di più?
te; nello Slopestyle ad Aspen vincerá di certo chi chiu-
Sicuramente “Like a Lion” di Tanner, penso che siano ri-
de bene sia left che rightside doubles. Ovviamente
usciti a trasmettere perfettamente degli spezzoni chia-
dipende dal setup delle gare. Agli X-Games Europe
ve della sua vita. E ognuno che sà di essere skier con
se si rivedrá una linea di salti sará importante avere
tutta l’anima o ha vissuto dei momenti paragonabili
un repertorio di trick ampio (l’intervista è stata fatta pri-
a quelli di Tanner, penso sia rimasto molto colpito da
ma degli X games...). Mentre in pipe forse i canadesi
questo film. Personalmente mi é venuta la pelle d’oca
hanno recuperato un po’ sulla connection francese di
in qualche momento dall’ emozione.
Kevin e Xavier... vedremo.
photo: Fabian dallaserra spot: Kronplatz snowpark
Nigro Srl Sede legale: via IV Novembre, 67 24029 Vertova (Bg) Sede operativa: via Lombardia, 35 24027 Nembro (Bg) Tel./Fax 035 520934 info@nigrodemolizioni.it www.nigrodemolizioni.it
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北 海 道 HOKKAIDO SAMURAI EXPEDITION 太 陽 の 絶 線 ダ ス ト で 降 り
Spot: rusutsu • rider: marco armiraglio • Photo: alessandro landini
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Hokkaido samurai expedition
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Mai un raggio di sole, tutto il giorno senza sosta a darci dentro nella polvere. Hokkaido è pornografia del freeride allo stato puro.
QUALUNQUE DOSSO, QUALUNQUE ALBERO UN PRETESTO PER VOLARE E ATTERRARE NEL SOFFICE, MORDIBO E DELICATO DEEP POWDER spot: rusutsu rider: marco armiraglio photo: alessandro Landini
HokkaIDo samuraI expeDITIoN
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HokkaIDo samuraI expeDITIoN
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NEI BOSCHETTI DI RUSUTSU HO LASCIATO MOLTI RICORDI, HO VISTO ALBERI MOLTO DA VICINO MA DAVANTI A TANTA POLVERE HO DIMENTICATO TUTTO E MI SONO LANCIATA IN SUPER CARVATE... spot: Niseko rider: alice Natali photo: alessandro Landini
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SFRECCIAVO NELLA POLVERE COMPLETAMENTE SOFFERMO NON VEDEVO NULLA MA LA MALATTIA ERA PARTE DI ME NON RIUSCIVO FERMARMI spot: rusutsu rider: aarco armiraglio photo: alessandro Landini
QUI OGNI DISCESA È UNA SCOPERTA. SEMPRE NUOVI PENDII E SEMPRE PIÙ DEEP POWDER. GODURIA ALLO STATO PURO. IL POLVO È MEGLIO DI QUALUNQUE DROGA MA ATTENZIONE, PORTA A DIPENDENZA. spot: rusutsu rider: stefano maccia photo: marco armiraglio
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Tutto il team skierzmag, i rider e gli amici che hanno potuto godere di questo fantastico viaggio, o solamente sognarlo, sono vicini al dolore del popolo giapponese che in questo momento sta affrontando con grande coraggio e dignitĂ una delle battaglie piĂš dure della propria storia. Il nostro piĂš sincero augurio di una veloce ripresa. Per un aiuto concreto: http://news.yahoo.com/s/yblog_newsroom/20110311/wl_yblog_newsroom/ japan-earthquake-and-tsunami-how-to-help
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SNOWPARK REVIEW
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Lo snowpark di san simone nasce col nome di San Simone Snowpark nell’estate del 2003, grazie a una coppia di amici, Gianluca e Dario, appassionati di snowboard, con l’idea di dare un punto di riferimento agli snowboarder bergamaschi e a quelli delle province limitrofe.
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iNtervista a GiaNLUca deLL' oroBiK sNoWparK di saN simoNe // Gianluca parlaci della storia park. I primi anni son stati duri, perché portare un’innovazione come lo snowpark sulle nostre piste e trovare collaboratori e sponsor seri e affidabili non è stato un compito facile. Grazie all’aiuto di un mio carissimo amico, Luciano che ringrazio tutt’ora, siamo riusciti ad avere le prime 8 ringhiere, i cosiddetti Rail, ed allestire un park con l’aggiunta di 2 salti e una spina. Nel secondo anno di vita abbiamo portato una della prime tappe del Rome Amarmy Tour a san simone. Nella stagione 2006/2007 decidiamo di dare una svolta al park coinvolgendo collaboratori e sponsor più affidabili dei precedenti . Da qui nasce l’Orobiksnowpark in stretta collaborazione con Minoia board Co., uno tra i pro shop più importanti d’Italia, formando un binomio inscindibile che anno dopo anno ha aiutato il park a crescere sempre di più nella scena snowboard italiana. Questa collaborazione ha portato ad un’altra collaborazione importante per la vita dell’Orobiksnowpark, quella con Ride snowboard e K2 snowboard. Da 5 anni difatti questi 2 grossi marchi supportano i nostri shaper con il materiale tecnico e mettono a disposizione la loro professionalità nell’organizzazione di eventi quali test tavole, contest, ecc. // Come si presenta il park, che struttura avete? Il park si trova di fronte all’Hotel San Simone a partenza impianti a 1750 mt ed è servito da uno skilift su tutta la sua lunghezza. E’ una struttura divertente adatta sia ai freestyler principianti che a quelli più esigenti. Quest’anno grazie a bremboski, a Franco Quarti proprietario del terreno, al sig. panizza progettista della pista abbiamo realizzato due importanti terrazzamenti in terra che hanno permesso di allargare ulteriormente la pista e la possibilità di aver pronto il park anche con poca neve. All’ingresso troviamo sulla sinistra la linea jump, il primo terrazzamento con un jump da 12 mt e uno da 4 mt per principianti; Sotto, un altro terrazzamento con un altro jump da 12 mt e in fine un magic box con tubo corrugato orizzontale e un palo di legno verticale da bonkare. A destra invece troviamo la linea Jib/rail con in sequenza un down rail monotubo di 6 metri, un rail piano bitubo da 6 mt, un box da 4 mt. Qui si arriva ad una scelta: a destra rail bitubo 6 mt in salita e rail piramide, a sinistra “Bora” in legno a cannone e kink rail piano discesa piano da 9 mt. Queste due linee parallele portano al primo box modulare piano discesa di 9 mt il quale ti indirizza sul terrazzamento street dove son presenti parallelamente un down box da 6 mt, un down rail scatolato rettangolare da 8 mt e un rail modulare piano discesa da 9 mt. Infine in linea troviamo il Ride box
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e la famigerata ESSE monotubo da 9 mt. Il park è dotato di un’ area relax con casetta shaper dotata di impianto stereo da 500 watt e sdraio. // Avete in programma eventi per la stagione in corso? si abbiamo in programma una serie di eventi che ti elenco. La Photo Session del Team minoia board co. che si è svolta il 5 gennaio grazie anche alla presenza di 2 filmer professionisti reclutati dai fratelli Minoia e il party serale in collaborazione con Monster. Domenica 16 gennaio abbiamo ospitato il Ride & K2 demo Tour, per chi voleva testare i materiali nuovi di queste due case che ci supportano. Ma l’evento più importante è il Volcom Peanut butter and Rail Jam del 6 marzo. E’ un evento per me importantissimo, uno perché è uno dei pochi contest ai quali ho partecipato in più edizioni e mi sta molto a cuore e due perché lo ritengo uno degli eventi più importanti e con una certa filosofia che rispecchia a pieno le idee dell’Orobiksnowpark. sicuramente a fine stagione ripresenteremo anche gli Orobik days, una 2 giorni di jam session, musica e buona cucina ai quali tutti gli anni partecipa molta gente e che celebra la chiusura della stagione, con in palio premi interessanti quali possono essere materiale tecnico, stagionali per l’inverno successivo e tanto altro. // Vuoi ringraziare qualcuno? prima di tutto il mio staff: Clara, Fede, paolo. La compagnia di amici che ci aiuta, Ale, Dario, skizzo, Frank. Tutto lo staff del bremboski, cosi non dimentico nessuno,da sempre attento e disponibile verso il mondo dello snowboard. Di questo staff vorrei però nominare una persona in particolare: Damiano, il capo gattista e capo servizi della stazione di san simone che è la persona che principalmente ha sempre creduto nel park e nelle mie idee e mi ha supportato in tutto e per tutto alla realizzazione di questa struttura. Altre due figure importanti del park che voglio ringraziare di cuore sono Marco e Max Minoia, di Minoia board Co. , per il grande supporto dato al park e personalmente per l’amicizia e il supporto morale che mi han dato anche nei momenti più difficili. poi saluto e ringrazio i fratelli Costa e il loro staff di Ride e K2 Italia, Franco e il suo staff dell’ Albergo san simone, Davide dello scoiatolo, il personale dello ski bar, del bar Genzianella e della baita del Camoscio, Mauro e Giorgio berera, la scuola sci san simone, lo staff di Volcom Italia, l’Ottica Di perna, Oakley Italia, Ruben Fioriti di Dr. brux, Harley Davidson bergamo, Monster Energy, pierre e famiglia, i ragazzi di Minoia board CO., Nicola Lanzoni del Jolly Wake, Mettiu di Cosmo Edilizia, Manu, i fratelli Zerbini e poi ecc ecc poiché le persone son tante e vien difficile escludere qualcuno!
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SNOWPARK REVIEW
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Photo: Umberto Zappa www.duzimage.com
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FreerIDe moNDIale a gressoNey
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moNdiaLe a GressoNey Grande giornata di freeride a Gressoney dove si è disputata la finale del Freeride World Qualifier 3 stars, tappa decisiva del NissanMysticXperience 2011. Sole splendente, perfetta visibilità e un fresco strato di neve è stato lo scenario che ha accompagnato 40 rider provenienti da 16 paesi diversi alla conquista del podio. Il pubblico di Gressoney ha assistito a freeride di altissimo livello sia per quanto riguarda la categoria snowboard che ski. Le danze sono state aperte dalle snowboarders: manuela mandl (AUT) ha tracciato una linea inaspettata rispetto a come aveva interpretato la parete delle qualifiche. L’aumento della difficoltà della discesa sembra averla stimolata a impressionare la giuria. Completano il podio Nathalie Zenklusen (SUI) e sanne koemann (NL). anne may slinning (NOR), che si era qualificata all’ultimo posto, ha ribaltato la situazione andando a disegnare una traccia solida, veloce e tecnica.
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FreerIDe moNDIale a gressoNey
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Questo è bastato per decretare la vittoria. Nessun’altra
dere parte alla gara a causa di un leggero infortunio al
è riuscita a dimostrare tale controllo. Secondo posto per
ginocchio. Jérôme Frey (SUI) che ha beneficiato del po-
Nadine Wallner (AUT). Terza posizione per l’argentina
sto lasciato libero, ha sfruttato al meglio l’opportunità con
Jennifer Taylor. mike aeschbach (SUI), qualificatosi al
una run fluida e totalmente controllata, che lo ha portato
sesto posto per l’accesso in finale, non ha potuto pren-
sul secondo gradino del podio. Meglio di lui il francese ludovic guillot-Diat che con un totale di 31,2 punti, ha vinto la categoria snowboard men. Il podio è stato chiuso da Tobias- rafael schefranek (GER) con soli 0,1 punti da Jérôme. La categoria ski men è quella che ha emozionato maggiormente il pubblico con evoluzioni degne di una tappa del tour riservato ai soli professionisti. richard amacker (SUI) ha azzeccato una run di quelle da “hall of fame”. Partito subito veloce, chiude magistralmente un frontflip, seguito da un cliff di circa 25 mt che - confesserà poi - non s’aspettava neanche lui. Nessuno dei 12 rider scesi dopo di lui sono riusciti a fare meglio. Per la seconda volta, il finlandese Joonas karhumaa conquista il secondo gradino del podio al NissanMysticXperience. Magistrale il 360° sul cliff iniziale e il resto della parete percorsa con velocità e cattiveria, soprattutto considerando che è un telemarker. Terzo gradino per lo svizzero renaud langel. Dopo di loro, i giudici hanno avuto un gran da fare per decretare oggettivamente le posizioni in classifica. Basti pensare che in meno di 1,5 punti si concentrano ben 7 rider tra cui l’italiano raffaele cusini, sesto classificato, a solo 0,1 punti dai 5 premiati.
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1. amacker richard sUi 2. Karhumaa Joonas FiN 3. Langel renaud sUi 4. Bimboes mickael Fra 5. cottet arnaud sUi 6. cusini raffaele ita 7. Kaleta robin cz 8. rofner martin aUt 9. chauvet paul Fr 10. Guri Kevin Fr
WomeN 1. slinning anne may Nor 2. Wallner Nadine aUt 3. taylor Jennifer arG 4 Breckner Lisa Ger 5. Beattie victoria NzL 6. abrahamsson marielle sWe 7. Kockum tove sWe 8. Fischer Hanna aUs 9. mitteregger sophia aUt 10. Boljberg anja deN
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L’eleganza della sciata con il tallone libero ha origini lontane, il telemark, è il più antico stile codificato nella storia dello sci
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adre della curva telemark è Sondre Norheim che visse a Morgedal, un piccolo villaggio nella contea di Telemark, nella Norvegia del Sud. Sondre era un ragazzino vivace, amava le colline di Morgedal e quando queste si coprivano di neve ‘schizzava’ per andare a sciare con gli sci di pino fatti da suo padre, era risaputo che quando iniziava la sua “danza selvaggia” sulla neve era difficile farlo tornare a casa. Dopo si lui altri personaggi meritano una menzione, come John Tostensen Rui, passato alla storia come “Snow-Shoe” Thompson, che a metà del secolo scorso, attraversava la Sierra, fra Nevada e California, per consegnare la posta di miniera in miniera e Karl Hovelsen, considerato tra i migliori interpreti della curva a tallone libero, assoldato come “norvegese volante” nel 1906, dal circo Barnum. Negli anni settanta la rinascita del telemark è dovuta agli americani, che sulle profonde nevi del Colorado hanno recuperato questo stile ormai dimenticato, adattando a moderni sci da fuoripista i vecchi attacchi a cavo che ancora usavano campioni come Zeno Colò.
Telemark liberati il tallone
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TELEMARK LIBERATI IL TALLONE
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Dalle nevi americane il telemark ha presto ritrovato il suo spazio anche in Scandinavia, con una migrazione contraria a quella che aveva diffuso lo sci oltreoceano a metà del secolo scorso, e poi nell’Europa continentale. E così Rick Borkovec, insieme ad altri sciatori a tallone libero in circolazione all’epoca, come Doug Buzzell, Craig Hall, Greg Dalbey, Jack Marcial, a Crested Butte in Colorado, hanno avviato la rivoluzione del telemark moderno. Ai giorni nostri hanno continuato la ‘mission’in Italia, Giorgio Daidola, la prima persona a tallone libero a discendere un picco di 8.000 metri, con la sua discesa di Shisha Panama, insieme a Luca Dalla Palma e Luca Gasparini. Il Telemark consiste in un modo di scivolare del tutto particolare: essendo lo scarpone fissato allo sci solo in punta, cosa che rende l’equilibrio dello sciatore estremamente precario, è stato introdotto nel gesto un movimento
simile a una genuflessione. Lo sci esterno alla curva, gravato del peso del corpo, viene spinto in avanti, mentre quello interno resta arretrato, la punta dello sci all’altezza dello scarpone esterno, il busto tassativamente eretto. In questo modo si ottengono vari effetti, per cui lo sci interno, così arretrato, funge al tempo stesso da perno e da timone, mentre lo sci esterno comanda la curva: più si spinge e più si gira e l’abbassamento dei baricentro aumenta notevolmente la stabilità dello sciatore, favorendone l’azione. Per dare maggior equilibrio, inoltre, vengono usate racchette da discesa (telemark moderno) oppure un lungo bastone di frassino o di betulla che viene usato come una pagaia e spostato lateralmente a seconda della direzione della curva. Sciare in Telemark oggi, significa ricercare il gusto di sensazioni forti e perdute, dove acquista peso ed importanza predominante la sensibilità dello sciatore, il quale in ogni istante sente la neve ed il pendio, in simbiosi con attrezzo e natura. L’eleganza del gesto, rende la sciata estremamente bella e armoniosa, quasi fosse una danza. Un altro aspetto che lo fa amare è che ogni telemarker, incontrandone un altro, si ferma per scambiare impressioni o semplicemente chiaccherare, o meglio ancora per darsi appuntamento all’apreski più movimentato della zona. La tribù del telemark è composta in massima parte da persone che amano incontrarsi, in pista e fuori ed ogni ritrovo è una situazione di festa e divertimento. La cosa che più colpisce è la grande quantità di sensazioni e di emozioni che il Telemark sa dare, sensazioni ed emozioni che sembravano ormai dimenticate nella propria infanzia, il gusto di ricominciare da zero, è risaputo che chi prova il Telemark non lo abbandona più. l Telemark è efficace su ogni tipo di neve e una volta tolti gli sci puoi andare all’apreski con gli scarponi ai piedi che per un telemarker sono una seconda pelle! Scoprirai di sentirti libero, con il tallone sbloccato tutto è più naturale! Libera il tallone, libera la mente!
Seventy Seven Society srl Via Simon da Cusighe, 9 32100 Belluno (BL) p.iva 01048300253 www.cmykshoes.com www.myspace.com/cmykshoes
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RIdER: ALE bIANCHETTI PH: GIANMARIA VERONEsE SPOT: FOppOLO
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“Quando salto è l’unico momento in cui non penso a nulla.” ALE
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RIdER: LUCA bERERA PH: IL bELO SPOT: Osp sAN sIMONE
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“è sempre divertente provare nuovi rail.” LULI
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“bONKARE uN TubO dA cANTIERE mI dA SEmPRE SOddISFAZIONE!” MARTINO
RIdER: MARTINO DAMIANI PH: IL bELO SPOT: Osp sAN sIMONE
RIdER: MARTINO DAMIANI PH: IL bELO SPOT: Osp sAN sIMONE
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“ATTERRARE IN SWITcH dA uN KIcKER AggIuNgE uN’EmOZIONE IN PIÙ AllA mANOVRA” MARtInO
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RIdER: ALE MAZZOLENI PH: GIANMARIA VERONEsE SPOT: FOppOLO
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“Quando giri con i tuoi amici ti basta un box per divertirti” MAZZO
RIdER: ALE MAZZOLENI PH: IL bELO SPOT: Osp sAN sIMONE
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“uNA mATTINATA IN PARK PASSATA A cHIudERE TRIcK TI lAScIA SEmPRE lA VOglIA dI TORNARE SubITO A gIRARE” MAZZO
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“COMBINAZIONE DI SOLE, POWDER E UN Pò DI VENTO CHE ALZA LA NEVE E ME LA FA SENTIRE IN FACCIA” IL BELO JR
rider: MARTINO DAMIANI PH: il belo SPOT: osp san simone
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RIdER: NICCOLÒ bOTTAZZI PH: GIANMARIA VERONEsE SPOT: FOppOLO
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“NESSuN FIOccO dI NEVE cAdE mAI NEl POSTO SbAglIATO.” nICO
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RIdER: MAURO bELOTTI PH: IL bELO SPOT: FOppOLO
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“lA lucE dEl mATTINO SullA NEVE FREddA E lEggERA RENdE TuTTO PIÙ mAgIcO” IL BELO JR
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RIdER: ALEssANDRO MAZZOLENI PH: sERGIO CARMINATI SPOT: FOppOLO
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“CHIUDERE IL TRICK PENSATO POCO PRIMA, ATTERRANDO IN FRESCA, TI Dà LA SCOSSA PER RISALIRE VELOCEMENTE E PROVARE ANCORA” MAZZO
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RIdER: ALEssANDRO MAZZOLENI PH: IL bELO SPOT: ANDERMATT
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“OGNI CURVA CHE FACCIO MI FA VENIRE VOGLIA DI FARNE UN’ALTRA ANCORA” MAZZO
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RIdER: FEDERICO AIROLI PH: sERGIO CARMINATI SPOT: FOppOLO
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PORTFOLIO GIACOMO BUZIO
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“ASPETTO SOLO DI AGGANCIARE CON LO SGUARDO IL PUNTO DOVE VORREI ATTERRARE” FEDERICO
PUMP
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“PumP IT” FISI FREESTYlE YOuTH cuP 2011. Il FREESTYlE A mISuRA dI bOcIA. un CIRCuItO FREEstYLE DEDICAtO AI gIOvAnIssIMI pER MEttERsI ALLA pROvA In DIvERsE spECIALItÀ MA sOpRAttuttO pER un sAnO E gAsAntE DIvERtIMEntO.
pUmp
it!
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idea del circuito nasce da un gruppo di exatleti della squadra nazionale italiana di fre-
estyle, convinti del fatto che il freestyle faccia bene, non solo al fisico, ma anche allo spirito. Il progetto ‘pump it’ è stato avviato quest’anno, per la prima volta, in collaborazione con la Federazione Italiana sport Invernali (FIsI), e le gare sono valide per la coppa Italia giovani 2011. Il programma prevede una serie di competizioni aperte a tutti: 4 tappe sparse per l’Italia e la svizzera con l’intento principale di offrire ai giovanissimi, ma non solo, l’occasione di mettersi alla prova nelle varie discipline del freestyle. nelle giornate di ogni week-end in calendario vengono organizzati due diversi tipi di competizione: una gara di moguls (gobbe) per la cosiddetta ‘old school’ e una gara di big-air piuttosto che di slopestyle, entrambe specialità della ormai diffusa e conosciutissima new school (che poi tanto nuova non è). Oltre al lato competitivo, ‘pump it’ è soprattutto un modo per i giovani di viaggiare, di incontrarsi e di divertirsi senza per questo dimenticare un pizzico di sana rivalità. una serie di competizioni organizzate in sicurezza, valorizzando uno sport che non è più da considerare come minore e che è sempre veicolo di principi sani e autentici. Il 26 febbraio “pump it” è approdato a Foppolo sotto uno splendido sole, che ha accompagnato per tutta la giornata di sabato la gara di gobbe (due run per ognuna delle due categorie in gara). tempo meno bello domenica 27 ma che ha comunque permesso di disputare la gara di slopestyle: 2 salti e una serie di 4 rail in cui i ragazzi, anche in questo caso di due differenti categorie, si sono dati battaglia per portarsi a casa la vittoria. “pump It” continua il suo viaggio e sarà a Livigno il 2 e 3 Aprile, dove verranno anche consegnati i super premi offerti dagli sponsor del circuito, silvano vidori e nordica.
SHOOT lIKE A PRO!
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Dopo l’avvento degli sci “fat” sempre più rider prendono confidenza con il freeride ed ora c’è molta tendenza ad intraprendere piccole escursioni alpinistiche per godersi delle belle discese immacolate. ABBIAMO CHIESTO A MICHELANGELO OPRANDI come comportarsi. // Cosa dobbiamo valutare prima di un’uscita con le pelli? Per prima cosa sicuramente le condizioni di innevamento; sia per trovare la neve migliore possibile sia e sopratutto per la sicurezza, cioè per valutare l’eventuale pericolo di valanghe. Il pericolo di valanga deve essere dedotto sia consultando i bollettini (i più locali possibili) sia dall’esperienza e dalla conoscenza delle zone dove si effettua l’attività; solo in questo modo si possono conoscere gli strati nevosi,
fredde, prima della discesa se sappiamo che poi dovremo rimettere le pelli, teniamo la pelli addosso al corpo sotto la tuta; cosi la colla attacca meglio nella successivo utilizzo.
l’evoluzione e la dinamica del manto nevoso.
// Come ci alimentiamo al mattino prima della gita? Ci sono delle regole alimentari, ma credo che sia molto soggettivo, in ogni caso in linea generale: the, fette biscottate con marmellata, pane, biscotti (non troppo pesanti)e un bel bicchierone di acqua.
// Cosa dobbiamo avere nello zaino? Sicuramente l’apparecchio di ricerca per sepolti in valanga (ARVTA), la sonda il tutto abbinato ad una buona pala; perchè senza di essa, con l’ARTVA si trova il seppellito in magari 5 minuti, ma poi ci si impiega anche mezzora per scavare (anche lo snowboard non va bene per scavare). Per il resto, direi abbigliamento adeguato, del cibo e da bere.
// Ci sono tecniche di salita particolari o trucchi da sapere? Sicuramente ci sono tecniche di salita, con vai tipi di progressione, dal passo di giro al vai dietro front a seconda della pendenza, della neve, della tenuta delle proprie pelli e del grado di preparazione fisica. Non credo però sia il caso di spiegarle in questa breve intervista.
// Come dobbiamo vestirci? Con abbigliamento stratificato che ci permetta di poterlo togliere e mettere a seconda della temperatura. Ricordiamoci che in salita, in giornate di sole, si può sentire veramente caldo anche d’inverno. Portare sempre una maglia di ricambio. Utilizzate una giacca, non di quelle che usate normalmente in pista, ma che pur essendo il più leggera e traspirante possibile che protegga dal vento e dalla neve; nelle giornate molto fredde è consigliato un douve di piuma.
// Come affrontiamo la discesa? Cercando ovviamente di sfruttare la massimo i pendii che abbiamo guadagnato con tanta fatica ma sopratutto mettendo la sicurezza al primo posto. Quando ci troviamo nelle condizioni di maggior pericolosità, ad esempio un traverso, un accumulo di neve, un canale ecc. è consigliato scendere uno alla volta mentre gli altri, stando in un posto sicuro, controllano chi sta scendendo pronti ad intervenire in caso di bisogno.
// In che modo riponiamo le pelli? Anche in previsione di riutilizzarle nella stessa giornata. Al caldo, una incollata con l’altra o piegate su se stesse colla su colla. In giornate particolarmente
// Se siamo in gruppo? E’ sempre meglio essere in più di una persona, se siamo da soli dobbiamo veramente avere molta esperienza e non andare dove ci sia anche la minima possibilità valutata che possa scendere una valanga.
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AlpiMICHE- Guida na dal 1997. LANGe- Intensa pratica sportiLO's in compePROFI- va tizioni di sci LE alpinismo e skyrunning a livello internazionale. Nel 1998 partecipa al Camel trophy in Patagonia- Terra del Fuoco come team italiano in coppia con Fabrizio Pistoni di Ivrea. Oltre l’attività in montagna, ha un attività in campo musicale: Ha uno studio di registrazione e compone musica musicando soprattutto poesie di autori bergamaschi.
MICHE- ACCAPI ATK RACE LAN- NEXUS GeLO's SKITRAB
set up
ZERO RH
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ic a te cn
K R PAsi gira! p.it coach)
etti (loskicam
Bianch Di Alessandro
kick of con le ga velocità giu- > Il mov lto e arriveremo al , serve avere la sa l tto tu de a zi ne an izio inn ns re, tra , per eviper poter sfruttare Per poterlo fa d check del salto sima estensione, ee as m sp o più di lor o la lla o bo ne un ra be non è o una pa sta, quindi si fa o corti o lunghi si facendo avrem terraggi; arrivare pieno la spinta. Co tare sgradevoli at re. lla da vede chia e schiena. salto più alta e be buono per ginoc nrdine: testa, pu l da ruotare in quest’o re, partendo a ra i gi po a o re zia em ini er di inc a r at- > Incom in quanto sono Dopo di che, prim locità è giusta pe chia e per ultimi, ve oc la gin e o, ch cin to ba vis o spalle, gli ultimi a gienti to dove abbiam saranno proprio talmente i movim di; en pie m i o , m rra sia te a as i rip , vincolat usciti dal salto, terrare sul landing quando saremo lo so o nn ra fa lo rare e a girare senza da fare... rpo può iniziare sa co o l de am sti sto e re lto il sa del mentre iamo la transizione ità dell’ equilibrio. > Mentre affront , (la parte finale omettere la stabil pa pr m m ra co lla de of k al kic sima e lendo per arrivare ità di saltare) o non sarà fortis i ci darà la possibil che imprimerem po ne e zio ch della ta a ro za ell ez La qu , gh en > del salto se alla lun e gradualm , ma diluita in ba gando le gambe sa to pie si at . ar sc lto ar sa ai l ep m su pr bisogna remo in aria al tempo che sta k of. e kic al ne o izio fin ns si tra er nd te diste rei sempre che se aria ricordiamoc in o m o sia m do cia an > Qu e quando us mbe lunghe com ga le n i co ind o qu m i, ssi sta e poco stabil brutti da vedere o m sia al , lto be sa m l da pare le ga sempre di raggrup occorre ricordarsi bilità di andare a ssi po si stabilità e la co o nn da , tto pe i in una determi( prendere uno sc ab gr ri va re de pren ia). eando figure in ar nata posizione cr sta e le spalle ggruppati, la te ra o m sia e ch ime ad eaver > Adesso quanto sono le pr in ne zio ta ro la aprono o mentre gil kicker. Capirem su ra co an e ar gir iniziato a terrare, o se me tempi per at co sti giu o m sia riamo se abbiamo dato o veloci perché pp tro o o rd rita siamo in remo chiusi il mo in ritardo reste sia Se . ne zio ta ro troppa ne, se siamo in velocità di rotazio do an rc ce e bil più possi ltre ai gradi che emmo in over (o dr an i ind qu e anticipo utilizzando le mo piano piano rire ap ci e) ar gir vorremo me sulle seno la rotazione. Co an er nt lle ra e ch imi mentre braccia o giriamo velociss iam iud ch ci se oli die girev la rotazione. cia rallenteremo se apriamo le brac r l’ato a prepararci pe o, incomincerem nt pu to amo es bi qu ab A se > mo, sguardo dovrem oci nd re ap terraggio, con lo i e quind vedere il landing o an er e ch fatto tutto giusto, gambe ente allungare le am ve ne sempre gradualm la toccare re le braccia e ia. ch oc gin al petto, allarga e caviglia le articolazioni di mortizzando con riamo di scatto è e a tanti, se ci ap un m co a lio ag sb > Uno llando così quell anti i piedi annu av re tta rbu po di o im quell terraggio della caviglia in at ne zio ola so rtic l’a pe è il che tando così mortizzare, e spos tantissima per am fatica per tenere re fa o di dover nd hia risc de co sulle l’atterraggio. ne di moviquesta successo tta tu to sa as rip in sicurezza. > Dopo aver onti per divertirvi pr te sie a nz ni rte le o menti in pa andro Mazz ne hieRider: Aless mo e casco, parasc Spot: San Si park si usa sempr ow sn in dire vi ol te vu da n or Ric ri, questo no attenzione agli alt e o iat igl ns co na za. farlo con coscien non divertirsi ma
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un 3 6 0 re fa e m o c o gi vi spieg verticale. e s s Ciao a tutti, og ’a ll u s ta le ione comp ghezza della e in base alla lun cioè una rotaz mimento è da diluir
FREERIDE SAFETY - A cura di Akja Soccorso piste
ARTVA. AVERLO SEMPRE, MA ANCHE SAPERLO USARE.
PICS: I RAGAZZI DI AKJA SOCCRSO DURANTE UN’ESERCITAZIONE.
FREERIDE SAFETY - a cura di akja soccorso piste
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DOPO AVER VISTO COME PIANIFICARE UN’USCITA IN FUORIPISTA, VEDIAMO ORA COME DOBBIAMO COMPORTARCI NEL CASO DOVESSIMO USARE LA NOSTRA PREZIOSA ATTREZZATURA DI AUTOSOCCORSO.
© IL BELO
FREERIDE SAFETY - A cura di Akja Soccorso piste
Prima di tutto, niente panico! Ok è scesa una valanga, e qualcuno ne è rimasto coinvolto. Noi però siamo addestrati all’uso di Artva, Pala e sonda. Ci siamo allenati, ed ora possiamo e dobbiamo fare la differenza! Chiamiamo i soccorsi, che vengono sempre attivati componendo il numero 118 e spieghiamo quanto è successo. A questo punto siamo pronti per metterci al lavoro. Prima di usare il nostro Artva dovremo innanzitutto effettuare una ricerca “vista e udito”. Ovvero osservare attentamente se da sotto la valanga spunta qualcosa che ci possa portare direttamente alla persona travolta. Ad esempio: uno sci, un bastoncino, o la persona stessa. Non sempre si viene totalmente sepolti da una valanga! Se la ricerca “vista e udito” risulta negativa, è il momento di commutare il nostro Artva da “send” a “search” ed iniziare la ricerca. La fase primaria è la ricerca del primo segnale; da una situazione di assenza di segnale a quando il nostro apparecchio inizia a ricevere. Dovremo percorrere la valanga in tutta la sua ampiezza, secondo uno schema a greca. Per convenzione useremo corridoi doppi rispetto alla portata utile del nostro apparecchio. Come portata utile consideriamo 20mt. I moderni Artva hanno una portata teorica maggiore, ma le variabili in gioco (carica delle batterie, profondità di seppellimento, orientamento delle antenne) consigliano di adottare questa misura per essere sicuri di bonificare tutta la valanga. Una volta agganciato il primo segnale seguiremo le indicazioni del nostro apparecchio, siamo ora entrati nella fase secondaria, fino ad arrivare a definire un’area in cui si trova la persona sepolta. I moderni Artva digitali sono molto efficaci in questa fase. Tramite un display ci viene mostrata la distanza approssimativa a decrescere dalla persona travolta, oltre ad una freccia che ci indica la direzione da seguire. La traiettoria di avvicinamento che percorreremo sarà curvilinea, in quanto l’Artva in ricezione si avvicina all’Artva in trasmissione secondo le linee di campo
© AKJA
elettromagnetiche emesse da quest’ultimo. Durante questa fase dovremo sempre tenere l’Artva orizzontale di fronte a noi, senza cambiarne l’orientamento. E’ importante ricordare che se la ricerca primaria può anche essere effettuata da più soccorritori, quella secondaria è bene sia eseguita da un solo soccorritore, per evitare disturbi dei segnali ricevuti, e così rallentare la ricerca. La fase finale della ricerca ci porta idealmente sulla verticale della persona travolta, e ci definisce quindi il punto di seppellimento. Questa è una fase piuttosto delicata della ricerca, in quanto a volte l’apparecchio ha delle difficoltà ad indicarci un punto preciso dove il segnale è massimo. In questa fase si adotta lo schema a croce. Mantenendo il nostro Artva vicino alla neve, e senza cambiare orientamento, procediamo in linea retta fin quando il segnale è massimo, quindi avanziamo ulteriormente fino a far diminuire il segnale. A questo punto torniamo indietro dove il segnale era al massimo, e ci spostiamo ortogonalmente a destra e poi a sinistra. La direzione corretta sarà quella dove il segnale aumenta di nuovo. Procedendo con questo schema riusciremo ad individuare il punto dove il segnale
FREERIDE SAFETY - A cura di Akja Soccorso piste
è massimo, e dove presumibilmente si trova la persona travolta. La velocità che dovremo tenere durante la fase di ricerca, è paragonabile a quella di un aereo che deve atterrare. Quando lontano dall’aeroporto la sua velocità sarà elevata e la precisione scarsa. Man mano che si avvicina alla pista la velocità andrà a ridursi, mentre la precisione aumenta. Prossimo al contatto con la pista la velocità sarà minima, mentre la precisione massima. Nella ricerca Artva lo schema è lo stesso. Veloci nella prima fase, e via via sempre più precisi man mano
che ci avviciniamo alla persona travolta. A questo punto la ricerca Artva è finita, e dovremo usare sonda e pala per portare a termine l’operazione di soccorso. Anche l’uso di sonda e pala richiede la conoscenza di tecniche specifiche che vedremo nel prossimo numero. Vi ricordo che solo degli appositi corsi ed il continuo allenamento ci permettono di essere veramente efficaci durante una ricerca di un travolto in valanga. Il tempo è tiranno, l’agitazione è tanta e le statistiche ci dicono che passati 15 minuti dal travolgimento, le possibilità di trovare qualcuno ancora in vita calano drasticamente!
CORRIDIO DI RICERCA 20 m
20 m
r e d w o p N o i t ec L e s d N U so
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A CURA DI LORENZO PEDROLI
on è un caso che la nuova scena musicale sinth-pop ed electroclash, quella che per intenderci pesca senza tanti complimenti nell’immaginario eighties di Bowie, Depeche Mode e New Order, e lo rivisita in chiave elettronica, stia stregando numerose case di produzione around the world (vedi Matchstick Production, Poorboyz, Level 1). La formula “voci eteree + basi cariche + sintetizzatori a palla” gira davvero bene in qualsiasi situazione che ha a che fare con lo sci libero: dai deraponi in big mountain, alla deepness giapponese, alle evoluzioni aeree in park. L’architettura dei pezzi si regge su ritmiche sostenute, melodie raffinate, suoni freddi e industriali in un coinvolgente gioco di luci e ombre. Magie del genere. Ed ecco che gruppi come Phantogram, Ladytron, Blonde Redhead, fuggono dal loro sottobosco underground per accompagnare le cavalcate dei paladini del freeride (tranne Tanner che predilige il reggae) o per fare da sfondo ai big trip nelle meKKe dello sci. Sarà la moda, sarà il periodo storico, sarà il governo ladro, sarà che questo sound mi gasa di brutto e spero gasi anche voi. Questi sono i miei venti pezzi che, bando alle etichette e alle riflessioni del caso, vi consiglio di ascoltare con gli sci ai piedi e il cuore in mano. RNR!
0 8 rK s a p e K d c i a r r e Fre acKs t tr
eka T 1 NN 0 X X T BEA tHe HEAR INTRO cHes 2 pea YOU 0 V e urY r LOSE Merc N FIRE ic ES O Vital VES 3 SENS 0 N ND LI ro O t C Y E d S la oNer TY rspo e BEAU H c Fis da 04 MERGE a M r E M Ve a crea Groo N’T KNEEL s l a ES priM I WO IKA EY Fe 05 i T N S k A SW tHe INE S ON I H ATEL T troN D Y S L S d A A a P 06 l TION irate ERNA p T RMX) e N I d r d IRES ) N F X a Y M B L coeu aVe OS R IEND We H W FR E MAT E L 7 ( R 0 D S d AN ea ANT OH! ( redH 23 S ENF e E d D N S E tZ Blo okra RE COMM t u a 08 MO GraM WAYS L o t A N pHa ALL isM ’M SM I Gital (REWIND N i E d 9 WH t 0 RLT clieN 9. ZD ? MoB FEEL itcH l U G O Y e CAN OX 0 tH piNk 1 MUS V I G i N B A tHe SUN H THE T I W AR AT W
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video selection I VIDEO DEL MESE A CURA DI NICHOLAS GARATTINI
SMITH OPTICS SKI EPISODE WITH MARKUS EDER anche solo per un po’ di patriottismo… non possiamo che partire da un video highlight della stagione 09/10 ck del video aggiungiamo come Markus siamo giunto secondo al redBull linecatcher 2011, dimostrando di essere un fuoriclasse anche del backcountry… avanti così Markus!
X GAMES 15 FINALE SLOPESTYLE la finale slopestyle degli X-games di aspen rappresenta ogni anno il punto più elevato del freestyle mondiale. Nei video i vari pros girano trick stilossissimi… ma come dice la famosa canzone “it takes me 50 tries to get a single trick that looks clean”! Qui si vede in 3 run secche chi davvero a parità di condizioni riesce a dare il meglio! Quest’anno ha vinto sammy carlson, run solida e stile a pacchi… thumbs up!
JULIEN REGNIER SELFEDIT 2010 PBP REVOLVER la parte freeride di julien regnier in revolver… perché questo video? per ricordarci che esiste anche la powder!!! purtroppo quest’anno in europa il clima è stato avaro di fiocchi leggeri… noi rimaniamo sempre pronti e speranzosi! e intanto possiamo essere invidiosi dei pendii e della neve del video… eh sì… un po’ anche di come scia… ma quello meno…
WALLISCH WEDNESDAY EPISODE13 tom Wallisch purtroppo non ha potuto partecipare agli X-games di aspen a causa della rottura di una spalla patita a park city. in questo video ci mostra che anche con una spalla fuori uso, riesce a fare cose che la maggior parte di noi non riesce a fare manco con 2 spalle, 6 braccia e 9 gambe… ma lui è Batman! ah no… aspetta… è tom Wallisch!
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VIdEO SElEcTION
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r a c W e i v re
LAnD ROvER FREELAnDER 2
UN sUccesso cHe si riNNova. Il Freelander è uno dei modelli di maggior successo di casa Land Rover, sia in termini di apprezzamento che in termini di vendite. Logico quindi che il Freelander 2 abbia portato modifiche minori ad un modello solido e percepito ancora come giovane. partiamo dall’estetica. I ritocchi sono nei dettagli: le componenti ora in tinta con la carrozzeria (maniglie della portiera, maniglia del portellone, fascione anteriore), l’alloggio (divenuto quadrato) dei fendinebbia, la composizione interna delle luci posteriori e il logo (con scritta argento su campo verde). I cerchi da 18’’ o da 19”, poi, hanno nuovi disegni e alla lista delle verniciature si aggiungono i colori Kosrae Green, baltic blue e Fuji White. All’interno, invece, arrivano nuovi tessuti in pelle Napoli e Alcantara, la plancia si impreziosisce di finiture in nero, nero laccato, marrone scuro o argento e il pannello strumenti si fa più moderno. Le novità maggiori sono state riservate alle motorizzazioni. Non più un solo diesel ma due, nel senso che il 2.2 litri esiste ora in due versioni: da 150 e 190 cavalli. La Freelander Td4 da 150 cavalli ci sarà sia automatica sia manuale, mentre la più nerboruta prevede esclusivamente la
trasmissione automatica. Entrambe erogano la stessa coppia: 420 Nm, ovvero 20 Nm in più del precedente propulsore. Questo quattro cilindri in linea, migliorato da un nuovo turbocompressore a geometria variabile e reso meno rumoroso da un nuovo coperchiomotore con apposite nervature, riesce ad essere leggermente più prestante di prima pur riducendo le emissioni e i consumi, in linea alle più recenti necessità ecologiste. Nella fattispecie, le versioni automatiche da 150 e 190 cv dichiarano entrambe un potenziale da 7l/100 km, mentre con il 150 cv manuale - stando a quanto riferito dalla casa - si arriverebbe a soli 6,2 l/100 km. Questo anche grazie al fatto che la versione diesel abbinata al cambio manuale prevede, di serie, il sistema stop&start. La gamma dei motori benzina risulta invece in larga parte confermata. Il sei cilindri in linea 3.2 litri resta ancora la motorizzazione più potente della gamma (ora Euro 5). come novità sarà ora disponibile anche una versione 4x2 abbinata al 2.2 diesel da 150 cv con cambio manuale e sistema stop&start. Grazie a ciò, e a un peso diminuito di 75 kg per la rinuncia alla trazione integrale, i consumi della Freelander a trazione (solo) anteriore si fermano a 6 litri ogni 100 km nel ciclo combinato.
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01 // ARMADA FIEVEL FLEECE HOODIE se state cercando una felpa moooolto lunga, questa fa per voi, materiale tecnico, peso medio e ottimo taglio. www.armadaskis.com
02 // SAGA ANOMIS JACKET Quest’anno sAgA ha nettamente migliorato la qualità delle sue giacche e c’è da dire che l’AnOMIs sa il fatto suo. Vestibiltà tall.
03 // DAKINE BUILDER BAG Credo che dopo questo DAKInE possa meritarsi la lode! Qualora vi servisse uno zaino per trasportare anche una motosega, questo è decisamente il prodotto che stavate cercando. www.dakine.com