Passione 2013

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MARTEDÌ 2 aprile 2013

calabria

ora

P I A N A

TRADIZIONE E FEDE Da sinistra l’Affruntata di Stellantone e quella si Serrata

Rivive l’antica fede popolare Grande partecipazione nelle piazze della Piana ai riti della Settimana Santa L’affruntata rivive a Stellantone Bellantone e Laureana

Nelle tradizioni popolari , i riti della Settimana Santa nell’intero territorio, erano, e forse sono, tra i momenti di più intensa religiosità popolare, vissuti con emotività personale dalle intere comunità del circondario, dove, più o meno, sono comuni. Un fatto antico che accomunava, specialmente, la classe subalterna, rurale e contadina, in un unicum partecipativo in quella scansione metaforica del dolore nel breve tempo della passione del Cristo. Un lento prepararsi alla ritualità della Morte già dai primi giorni della Quaresima. Un

tempo sempre uguale con il suo incipit nella solenne messa in Coena Domine del giovedì Santo, in un crescente di ritualità che solo la fede giustifica e che culmina proprio nei giorni della Passione e Morte del Cristo, certi della “risoluzione” finale e vittoriosa della Pasqua, alla quale, intimamente o apertamente, l'uomo tende fiducioso, spesso anche nel silenzio di un ostentato ateismo, difficile da spiegare o da spiegarsi. Espressioni popolari di contenuto comune, oltre alle celebrazioni, che attinge alle sacre scritture, per il popolare rappre-

LA PASSIONE Il “cammino” di Gesù a Laureana

sentativo, che trasferisce, poi, fuori dalle chiese, in rappresentazioni di grande partecipazione, ognuna con piccole varianti dettate dal posto in sui si svolge. Raccoglie, ovunque, nugoli di gente l’antica rappresentazione dell’incontro di Gesù risorto con sua madre, Maria Santissima Addolorata, in quello che è forse il rito di massimo pathos religioso “l’Affruntata” , l’incontro, che Domenica di Pasqua, viene rappresentata in tutti i paesi della zona. Cominciano nella piccola frazione di Stelletanone a mezzogiorno, quasi in contemporanea con Serrata, per poi andare a Bellantone, nel primo pomeriggio, prima di concludere nell’affollatissima piazza del Carmine a Laureana di Borrello. Forte partecipazione, ovunque, quest’anno, aumentata, forse, da questa spinta di popolarità di Papa Francesco, che ritorna alla carità cristiana parlandone con linguaggio antico, semplice e diretto. Sentite rappresentazioni, comunque, tramandate nel tempo, con le quali, particolarmente nell’antichità, l’intero popolo esprimeva la sua religiosità senza badare molto alla critica teologica, ma “rapito” da una comunanza tra dolore umano e dolore divino re-

so più vicino e palpabile per un limite che si assottiglia, sentendosi partecipi, attori o comparse, di uno stesso percorso escatologico. Diventava autentico memoriale l’evangelica esortazione “fate questo in memoria di me”. Molta fede e fervore religioso, seppur pervasa da tanta tradizione, ma autentica e sincera nella ruralità di tutti i giorni che diventavano giorni speciali, giorni di festa, principalmente per un mangiare diverso, per un allentare la fame. Un fervore che nel tempo, purtroppo, si avverte diluire in un brusìo distratto di un’evoluzione sociale che conserva la rappresentazione scenica di un qualcosa che la modernità ha quasi “spogliato” della sua antica sacralità. Solo nei momenti topici, di massima intensità, quasi per antica magia, scende il silenzio e gli spazi si restringono, cercando di cogliere la scena risolutiva che si sgrana veloce nella foga dei portatori e vede l’Addolorata perdere il velo del lutto nell’incontro del Cristo risorto, causa di sincere e silenziose lacrime, sostituite, oggi, dall’iphone o ipod per la foto da postare nella propria pagina del social network. Salvatore Larocca

rizziconi

Il vescovo Milito ha assistito per la prima volta all’Affruntata Per la prima volta nella storia l’Affruntata a Rizziconi è stata vista anche dal vescovo. Francesco Milito infatti, ieri mattina, s’è presentato proprio all’inizio della processione della Madonna vestita a lutto, scortata dai volantini. E sia il priore Il sindaco Francesco Maugeri Di Giorgio: che il sindaco Di «La presenza del Giorgio sono rimasti sorpresi di vedevescovo è motivo re il “capo” della di orgoglio» diocesi di OppidoPalmi nella cittadina della Piana per vedere l’incontro tra Gesù Risorto e sua madre, dopo che San Giovanni, con i suoi viaggi, ha annunciato la lieta novella alla Vergine. Come ogni anno, l’AffrunA sinistra Di Giorgio monsignor Milito e Maugeri

tata, riesce a catalizzare a Rizziconi migliaia di persone provenienti da ogni paese della Piana. E, rispetto alla Pasqua di un anno fa, il tempo è stato clemente concedendo a tutti una bella giornata di sole. All’uscita della messa mattutina già la piazza pullulava di persone. E, al momento dell’incontro, con i fuori d’artificio e le campane che suonano a festa, a molti sono scappate le lacrime per l’emozione, sempre forte, sempre diversa, che ognuno vive dentro di se ogni anno. Un momento toccante vissuto al massimo dai rizziconesi che aspettano con ansia l’Affruntata. In tutto questo c’è da sottolineare senza dubbio il fatto che moltissimi giovani si avvicinano alle statue dei santi per portare avanti que-

sta tradizione centenaria che si tramanda di padre in figlio, da nonno a nipote. Alla fine molto importanti sono state anche le parole di Di Giorgio, sindaco di Rizziconi: «La venuta del vescovo per noi è un motivo d’orgoglio – ha spiegato il primo cittadino – Milito si dimostra ancora una volta attaccato al territorio. Tutta la popolazione ha omaggiato la sua presenza accogliendolo nel migliore dei modi. Un grande gesto. Io non ricordo che un vescovo sia mai venuto nella nostra cittadina a vedere l’Affruntata». Già da oggi però si pensa all’anno prossimo. Si inizia a fare il conto alla rovescia per la Pasqua del 2014. Un plauso comunque va fatto all’Arciconfraternita che ogni anno cerca di organizzare al meglio la parte burocratica dell’evento – non solo con il priore Maugeri ma anche con i fidi collaboratori Paolo Sgambetterra, Fabio Pelle e Alessandro Lombardo – ed a Franco Barresi, che guida ogni anno volantini e mbuttaturi. Giuseppe Mustica


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