Giovedì 8 marzo 2018 info@quotidianodelsud.it
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MAROPATI La denuncia: «Politica indifferente e incurante per l’assistenza sanitaria»
“Futura” a un passo dal baratro
La cooperativa annuncia l’nterruzione del servizio e i licenziamenti collettivi di PIERO CATALANO MAROPATI – La cooperativa sociale “Futura” di Maropati non alza bandiera bianca, anzi rilancia, e visto che a sei mesi di distanza dall’appello lanciato dai soci-dipendenti perché si affrontasse con serietà e determinazione la problematica relativa alla gestione della comunità residenziale per disabili mentali, nulla è stato fatto, denuncia pubblicamente la grave situazione in cui versa la struttura di Maropati, in una lettera, inviata, oltre che agli organi di stampa, anche al presidente della Regione Mario Oliverio, al commissario straordinario della salute Massimo Scura, al Prefetto di Reggio Michele Di Bari, al direttore generale dell’Asp di Reggio Beniamino Brancati, al direttore del dipartimento salute mentale dell’Asp di Reggio Michele Zoccali, al sindaco di Maropati Fiorenzo Silvestro e al presidente della Legacoop Calabria Angela Robbe. «L’inerzia di un’Azienda Sanitaria, rilegata all’ultimo posto d’Europa, ha prodotto ciò che invano da sempre abbiamo provato a difendere ed a scongiurare – sostiene il presidente della cooperativa Lorenzo Sibio - con la dignità di persone che non vogliono abbandonare mai la speranza di pensare che vivere e lavorare in questa terra sia possibile, abbiamo lottato civilmente contro un sistema rappresentato da un apparato burocratico che si è dimo-
strato un muro di gomma. Indifferente e lontano dai reali problemi della gente, come del resto si è dimostrata la politica, incurante ad assicurare quell’assistenza sanitaria garantita costituzionalmente, ha prodotto ciò che tutti noi cercavamo di difendere. Un’esperienza ultra ventennale, quella della Futura, un servizio residenziale per soggetti psichiatrici essenziale ed unico nel territorio viene cancellato e con esso vengono messe a dura prova le sorti di intere famiglie di utenti psichiatrici che oggi trovavano una risposta nella comunità residenziale di Maropati, unitamente a quelle dei sedici lavoratori
occupati. Mi addolora – sostiene ancora Sibio - dover riprendere quanto già scritto in un precedente comunicato: «Chiudere per crediti, decidere di liquidare la cooperativa, per i troppi crediti vantati ai danni della pubblica amministrazione, può sembrare assurdo, ci sembra l’unica alternativa, prima che si incappi in responsabilità penali, che oltre al danno economico per la mancata remunerazione di ben venti mensilità ai sedici soci lavoratori, sarebbe una beffa per tutti noi». «È questo il crimine vergognoso - conclude Lorenzo Sibio - che oggi si sta consumando ai danni della “Futura”». Nei prossimi
La cooperativa sociale “Futura” di Maropati
PALMI Lavori di pubblica utilità per scontare la pena
Sospensione per messa in prova di FERDINANDO PANUCCI PALMI – Una convenzione tra il Tribunale di Palmi, il Comune e la Piana di Palmi Multiservizi, società in house comunale, consentirà l’inserimento temporaneo di risorse umane nelle attività di lavoro, con una sospensione del procedimento ed una messa alla prova. La misura, proposta dal presidente della PPM Angelo Langone, è stata accolta favorevolmente dal sindaco Giuseppe Ranuccio, che ha deciso di stipulare la convenzione con l’organo giuridico. In termini giuridici, la sospensione del processo con messa alla
prova è una modalità alternativa di definizione del processo, per alcune tipologie di reato, attivabile sin dalla fase delle indagini preliminari, mediante la quale è possibile pervenire ad una pronuncia di proscioglimento per estinzione del reato. Ciò avviene quando il periodo di prova cui l’indagato o l’imputato accedono, ammesso dal giudice in presenza di determinati presupposti normativi, si concluda con esito positivo. La misura è già attiva a Palmi, con i primi soggetti in prova, al lavoro sul verde pubblico di competenza della Ppm. Soddisfatto il sindaco Giuseppe Ranuccio che, sentito sul
tema, ha spiegato: «Si tratta di una ottima misura, perché riesce a coniugare due differenti esigenze. Quella del comune, che può avvalersi di forza lavoro in maniera pressoché gratuita, dato che vige l’esclusivo obbligo di copertura assicurativa ma non è prevista una remunerazione, e quella del soggetto messo alla prova, che ha la possibilità di scontare diversamente la sua pena, facendo un lavoro si pubblica utilità. Non si tratta, dunque, di una misura che comporta vantaggi per il solo ente, ma ha anche un vantaggio diretto per il soggetto e per l’intera comunità».
LAUREANA DI BORRELLO «La città metropolita la cosa peggiore che poteva capitare»
Territorio in stato di abbandono
Il responsabile del Partito Democratico, Prossomariti, denuncia l’emergenza viabilità di SALVATORE LAROCCA LAUREANA DI BORRELLO «La cosa peggiore che poteva capitare al territorio reggino era la città metropolita, che accentrasse l’interesse al capoluogo, allontanando ulteriormente le periferie, e siccome i mali non vengono mai da soli, ecco che gli amministratori sono nominati “ope legis”, affrancandoli dalla faticosa necessità di conoscere il territorio e rapportarsi con la cittadina». Questo, in estrema sintesi, il pensiero del responsabile del Partito Democratico Laureanese, Luigi Prossomariti, lamentando l’assoluto stato di abbandono in cui versa il territorio, particolarmente in questa parte dell’alta Piana di Gioia Tauro, ma che sicuramente riflette l’intera ex provincia, in cui i pochi giorni di pioggia diventano emergenza viabilità. Un degrado strutturale
«Periferie sempre più allontanate del tutto»
Il Municipio
che di anno in anno ha visto arterie completamente interrotte, per cedimenti e frane, ed il resto che assume scenari di campi minati tamponati, qua e la, con soluzioni spesso peggiori del male. Cunette e cunettoni lungo i cigli delle strade che dovrebbero incontrare apposite aperture o varchi, in corrispondenza dei quali
di solito sono collocate, le “embrici” che scaricano le acque meteoriche e, nel caso di strade, rurali le “cunette” versano, o dovrebbero farlo, le acque direttamente nella campagna circostante, inesistenti. Strade, di ogni genere e grado, che diventano quindi torrenti a cielo aperto, nella totale indifferenza di quanti preposti al controllo e alla sorveglianza delle strade tanto che quel principio, per il quale le acque meteoriche delle strade dovrebbero avere sbocchi verso le campagne, è completamente impunemente invertito. E’ indubbio, continua Prossomariti, che una realtà difficile, come quella del territorio Reggino, ultima in ogni sorta di classificazione, a livello europeo, non può certamente avere una gestione “Part-Time”, in cui una città altrettanto complessa come Reggio Calabria possa lasciare tempo ed energie da dedicare al altro. Un’anomalia che si aggiunge a tutte le altre, quella che vede l’istituzione della Città Metropolitana di un territorio disconti-
nuo e distante, oltre che differente per peculiarità. Percorrere le varie strade provinciali di notte, poi, verso questa parte della provincia, per poi proseguire verso le Serre, luoghi di grande frequentazione estive, diventa oltre che impossibile, pericolosissimo per tratti completamente rimaneggiati oltre all’assoluta mancanza di segnaletica orizzontale. Particolare rilievo assume lo stato di abbandono e pericolosità la ex Strada Statale 536, oggi SP4, che attraversa tutti i centri urbani dell’entroterra, interrotta subito fuori dell’abitato di Laureana di Borrello, con restringimenti tra Serrata e San Pietro di Caridà, tra Serrata e Candidoni, tra smottamenti, buche e alberi pensili. Nemmeno qualche provvidenziale “giro ciclistico” ormai potrebbe risollevarne le sorti, avendo ormai migrato lungo le Statali. Sotto questo profilo di competenze, almeno secondo alcune voci, la viabilità dovrebbe tornare in capo all’Anas e forse potrebbe essere l’unica soluzione accettabile.
giorni, intanto, è stato convocato in via di urgenza il Cda della cooperativa “Futura” con un solo punto all’ordine del giorno: «Interruzione servizio residenziale psichiatrico comunità “Futura” di Maropati ed avvio procedura licenziamenti collettivi». Oltre al danno dei mancati pagamenti, per i soci lavoratori e soprattutto per gli ospiti, aumenta anche la paura di dover chiudere definitivamente i cancelli di una struttura d’avanguardia per tutto il territorio, e non solo, che sta vivendo il suo dramma nel silenzio più assoluto sia delle istituzioni che della politica. © RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOIA TAURO
Concorso fotografico GIOIA TAURO - Il servizio civile nazionale di Gioia Tauro ha indetto un concorso fotografico promosso dal comune di Gioia Tauro, dalla biblioteca comunale e dal museo archeologico Metauros. “FotografiAmo Gioia” è il concorso fotografico che permette agli amanti della fotografia, professionisti e non, di promuovere, trasmettere, valorizzare e fruire della storia della città. Ai partecipanti è richiesto di inviare due fotografie, una a colori ed una in bianco e nero, gli scatti dovranno rappresentare il territorio gioiese: monumenti, quartieri, Chiese, strade, vie e soprattutto il Borgo storico del Piano delle Fosse. Il fine è quello di promuovere e valorizzare il patrimonio artistico e culturale della città di Gioia Tauro, il regolamento è consultabile sul sito all’indirizzo: https://serviziocivilegioiatauro.wordpress.com/ 2018/03/05/ regolamento-concorso-fotograficofotografiamo-gioia/ – per maggiori informazioni si può consultare la pagina Facebook del “Servizio Civile Nazionale di Gioia Tauro.” I vincitori, che saranno in totale due, rispettivamente per la categoria “foto a colori” e “foto in bianco e nero”, avranno in palio una tessera di validità annuale alla Biblioteca comunale di Gioia Tauro. È inoltre previsto un ulteriore premio che rimarrà “a sorpresa” e la possibilità di esporre la propria fotografia all’interno delle sale della Biblioteca di Gioia Tauro.