Svuota carceri

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l’ora della calabria

VENERDÌ 3 gennaio 2014 PAGINA 23

Piazza Primo Maggio 17, Palmi - Tel e Fax 0966 55861 Mail: piana@loradellacalabria.it

PORTO AUTORITA PORTUALE CAPITANERIA DI PORTO DOGANA GUARDIA DI FINANZA POLIZIA DI FRONTIERA CARABINIERI VIGILI DEL FUOCO

OSPEDALI 0966 0966 0966 0966 0966 0966 0966

588637 562911 765369 51123 7610 52972 52111

GIOIA TAURO PALMI CITTANOVA OPPIDO POLISTENA TAURIANOVA

0966 0966 0966 0966 0966 0966

FARMACIE 52203 267611 660488 86004 942111 618911

Gioia Tauro Ioculano 0966 Rechichi 0966 Tripodi 0966 Palmi Barone 0966 Galluzz 0966 Saffioti 0966 Scerra 0966 Stassi 0966

51909 52891 500461 479470 22742 22692 22897 22651

CINEMA

Rosarno Alessio 0966 773237 Borgese 0966 712574 Cianci 0966 774494 Paparatti 0966 773046 Taurianova Ascioti 0966 643269 Covelli 0966 610700 D’Agostino 0966611944 Panato 0966 638486

Gioia Tauro “Politeama” 0966 51498 Cittanova “Gentile” 0966 661894 Polistena “Garibaldi” 0966 932622 Laureana “Aurora” -

“Svuota carceri”, il Daga è a rischio Nuovo pericolo per la struttura divenuta modello di reinserimento dei detenuti sanità

Nuclei cure primarie Valerioti: l’Asp li attivi

L’attività è ancora contenuta ospita circa trenta detenuti a fronte della possibilità di poter contenerne fino a 80 o addirittura 100 Tutto sembra congelato, fermo alla decisione del ministero di riaprire la struttura dopo la chiusura per penuria di personale della penitenziaria Appare evidente che se il decreto dovesse trovare applicazione la casa di reclusione per detenuti a basso indice di pericolosità sarebbe costretta a richiudere

Non sembra essere ancora emerso, a tre mesi dalla riapertura, il profilo definitivo della casa di reclusione “Luigi Daga”. La struttura carceraria non ha ancora ripreso il suo antico ruolo, quello cioè di avanguardia per un sistema carcerario moderno e “diverso”. Tutto sembra essere congelato e fermo ad una riapertura “sic et simpliciter” voluta dal ministro della giustizia sul Dipartimento amministrazione penitenziaria Regionale (Dap), dopo un anno di chiusura e conseguenti lotte del comitato “Pro-Daga”. L'attività della struttura è sempre ferma a trenta detenuti, senza una pianta stabile di polizia penitenziaria ancora in distacco o comando, con la particolarità che giungono in essa solo detenuti filtrati dalla struttura reggina di Arghillà. Di fatto un'utilizzazione parziale della struttura che può ospitare fino ad ottanta/cento detenuti. Un impiego che taglia fuori il Daga dal sistema carcerario regionale relegandolo alla struttura reggina, che non garantisce una circolazione costante di detenuti, essendo anch'esso ordinario e a basso indice di pericolosità. Se non interverrà un cambio

di tendenza si assisterà ad un altra, seppur graduale, chiusura della struttura, almeno con per la forma di reclusione attenuata, per il cosiddetto “decreto carceri” (conosciuto come “svuota carceri”) dell'1 luglio 2013 che dovrebbe far diminuire la popolazione carceraria. Difatti uno degli aspetti importanti del decreto istituisce la cosiddetta “liberazione anticipata”, istituto che premia con una riduzione di pena, pari a 45 giorni per ciascun semestre, il detenuto che tiene una condotta regolare in carcere e partecipa fattivamente al trattamento rieducativo, seppur nella farraginosità burocratica della magistratura di sorveglianza. Il tutto ri-

durrebbe il “Daga” ad un “semplice” prolungamento del carcere di Palmi e di Arghillà, senza una propria collocazione, né autonomia, naturalmente a discapito di un sistema che, forse, per la Calabria, non sembra essere così al collasso, come invece sembra passare, ma costringe comunque a trasferimenti fuori regione. Preoccupazioni espresse anche da Mimmo Ceravolo (foto), presidente del comitato pro-daga, noto penalista, ed ex sindaco della cittadina. «Siamo in procinto di chiedere un incontro con il Dap nazionale - ha dichiarato Ceravolo - per poi chiedere di essere ricevuti dal Ministro, per avere dati certi sul progetto di rilancio della struttura e sulla sua attuazione». Appare evidente che, attuando forme di misure alternative, dettate dalla legge, per detenuti con pene sotto i tre anni, e non aprendo ad una costante circolazione che comprenda tutto il sistema carcerario calabrese, seppur con il basso indice di pericolosità, la casa di reclusione “Luigi Daga” sarà costretta a richiudere battenti e forse, questa volta, definitivamente. SALVATORE LAROCCA piana@loradellacalabria.it

La creazione di nuclei di cure primarie nel territorio della provincia di Reggio Calabria. Questo l'obiettivo che si pone il progetto di assistenza territoriale integrata “Morgepolis”, presentato dalla totalità dei medici di base di Polistena e San Giorgio Morgeto, al fine di portare anche in questa provincia i nuclei già presenti nelle aree del cosentino e del catanzarese. Salvatore Valerioti (foto), delegato del progetto, nonché esponente dell'opposizione di San Giorgio Morgeto, si compiace, a nome anche dei colleghi medici rientranti nell'azione progettuale, della ferma posizione consigliere regionale Candeloro Imbalzano, che ha invitato la direzione sanitaria di Reggio Calabria ad una più celere costituzione di avvio dei nuclei di cure primarie. La Regione Calabria ha promosso un nuovo modello di sperimentazione di assistenza territoriale integrata, che consente tanto le riduzione degli accessi nelle poche strutture di emergenza esistenti sul territorio, nonché il miglioramento della rete assistenziale territoriale. Il progetto vuole quindi andare a ridurre i ricoveri impropri nelle strutture ospedaliere tramite l'attivazione di percorsi assistenziale alternativi. L'intento è quindi quello di aggregare diversi medici come il chirurgo, il cardiologo, il diabetologo, il broncopneumologo, il podologo, i tecnici di riabilitazione ed i servizi socio assistenziali anche con delega al terzo settore. Valerioti ha evidenziato come «il progetto, presentato esattamente un anno fa al direttore del distretto che lo ha notificato alla direzione aziendale, non ha mai avuto un qualsivoglia riscontro da parte delle direzione stessa, pur essendo il primo ed unico ubicato nel nostro territorio. Un territorio “difficile” dove è ubicato il pronto soccorso di Polistena, uno dei più intasati della provincia, dovendo rispondere ad un elevatissimo numero di utenti, oltre 20 mila dei quali avrebbero potuto usufruire dei servizi offerti dal nostro nucleo di cure primarie». L'auspicio quindi dei medici di base di S.Giorgio e Polistena è quindi quello che «il progetto possa essere finalmente approvato nel più breve tempo possibile». Isabella Galimi


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