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La risposta agli inquinamenti accidentali in mare in Italia

Uso legittimo del mare da parte della popolazione; attività recettive lungo la costa La sostanza giunge sul litorale in forma di aerosol e/o di liquido e/o di solido Inibizione all’accesso alla costa e sospensione o limitazione di ogni attività connessa fino al ripristino delle condizioni di sicurezza

LA RISPOSTA AGLI INQUINAMENTI ACCIDENTALI IN MARE IN ITALIA

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Nel nostro Paese il sistema di risposta alle emergenze in mare è organizzato a livello locale e periferico e si avvale di autorità e istituzioni che concorrono nella lotta all’inquinamento secondo dei piani di intervento di seguito presentati. I Piani redatti a livello locale, considerati anche nell’ambito dei Piani nazionali del MATTM, oggi MiTE, e del DPC, sono:  i “Piani di emergenza locale” per la difesa della costa dagli inquinamenti elaborati secondo quanto previsto dal piano di protezione civile predisposto dalle Province in base agli indirizzi regionali (previsti dal Piano del DPC) (rif. 1).  i “Piani Operativi Locali” predisposti dai Capi di Compartimento Marittimo e previsti dal Piano del MITE; definiscono l’intervento in mare in caso di emergenze locali di primo stadio e vengono integrati con l’assistenza e le risorse aggiuntive, in caso di emergenza di secondo stadio (rif. 2);

I piani di pronto intervento5 di riferimento a livello nazionale sono:

 il “Piano operativo di pronto intervento per la difesa del mare e delle zone costiere dagli inquinamenti accidentali da idrocarburi e da altre sostanze nocive” del MATTM6 (di seguito “Piano di intervento MATTM”) che attribuisce all’autorità marittima designata, generalmente il Capo del Compartimento Marittimo (il Direttore marittimo se sono interessiate aree di competenza di più Compartimenti Marittimi), il coordinamento delle operazioni in mare, prevedendo altresì tre diversi livelli di emergenza codificati e modulati in tre stadi operativi, l’ultimo dei quali delinea una gravità tale da necessitare la proclamazione dello Stato di Emergenza Nazionale. Questo Piano rimanda anche ai Piani Operativi Locali predisposti dai Capi di Compartimento Marittimo, che costituiscono la parte operativa per l’intervento in mare al primo stadio (rif. 2);  il “Piano di pronto intervento nazionale per la difesa da inquinamenti di idrocarburi o di altre sostanze nocive causati da incidenti marini” del Dipartimento della Protezione Civile7 (di seguito “Piano di intervento del DPC).

5 Occorre sottolineare che sono attualmente in corso di revisione/aggiornamento entrambi i Piani operativi per la difesa del mare da inquinamenti da idrocarburi e da altre sostanze nocive, del MATTM e del Dipartimento di Protezione Civile.

6 https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/notizie/PIANO_MATTM_23_01_2013_APPROVATO_definitivo.pdf

7 http://www.protezionecivile.gov.it/servizio-nazionale/attivita/prevenzione/piano-emergenza/dettaglio-piano-di-emergenza//asset_publisher/default/content/piano-di-pronto-intervento-nazionale-per-la-difesa-da-inquinamenti-di-idrocarburi-o-di-altre-sostanze-nocivecausati-da-incidenti-marini

Quest’ultimo si attiva in caso di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, per il quale il Dipartimento esercita direttamente la direzione di tutte le operazioni di riduzione del danno finalizzate alla bonifica. Inoltre, esso richiama i piani di emergenza locali predisposti dalla Province, con i quali il Prefetto, raccordandosi con i sindaci dei territori interessati e d’intesa con il Capo del Compartimento Marittimo, mette in atto di tutte le misure, anche preventive, interessanti i tratti di costa minacciati (rif. 3).

La Tabella 40 propone una sintesi dei Piani che sono in stretta relazione tra loro e che vengono attivati in base alla gravità dell’evento e alla capacità di risposta all’inquinamento.

Tabella 40: Livelli di emergenza previsti dai Piani di Intervento per la difesa del mare e della costa in caso di sversamento in mare di idrocarburi e di HNS

PIANO PRONTO INTERVENTO

Piano di emergenza locale per la difesa della costa*

SCENARI ASSOCIATI AI LIVELLI DI EMERGENZA

L’inquinamento in mare coinvolge o rappresenta una seria minaccia per la costa

NOTE

Gli enti territoriali, coordinati dalla Prefettura, mettono in atto gli interventi emergenziali di contenimento e di rimozione del materiale che raggiunge la zona costiera: - vengono messe in campo le azioni previste dal piano di protezione civile predisposto a livello provinciale in base agli indirizzi regionali - la Capitaneria di Porto mantiene il coordinamento delle operazioni di intervento in mare secondo i piani operativi locali -viene garantito il coordinamento delle azioni per la parte in mare (Capitaneria di Porto) e a terra (Prefettura) - è prevista l’attivazione di un tavolo in Prefettura per gli eventi più gravi o quando sono coinvolte più amministrazioni comunali

LIVELLI DI EMERGENZA PREVISTI DAL PIANO DI INTERVENTO DEL MATTM

Piano Operativo Locale della Capitaneria di Porto/ Autorità Portuale **

Emergenza Locale – Situazione di primo stadio. Piccole e medie dispersioni di carattere che hanno lieve o basso impatto ambientale e che non hanno la potenzialità di degenerare

L’inquinamento coinvolge le acque portuali, il mare territoriale e la ZPE8 ,

Nessuna minaccia diretta, immediata e consistente per le zone costiere

Piccoli e medi sversamenti, di carattere operativo o accidentale che si verificano in corrispondenza o in prossimità di una struttura/nave identificata Attivazione del POL e/o dei piani locali per la difesa della costa Direzione delle operazioni e del Capo di Compartimento Marittimo Adeguate risorse presenti sul posto (messe a disposizione dalla nave coinvolta e/o dall’impresa/impianto industriale responsabile)

8 La Zona di protezione ecologica (ZPE) è stata istituita ai sensi dell'articolo 1, della legge 8 febbraio 2006, n.61, la Zona di protezione ecologica del Mediterraneo nord-occidentale, del Mar Ligure e del Mar Tirreno, nel rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, fatta a Montego Bay il 10 dicembre 1982, si estende a partire dal limite esterno del mare territoriale italiano, con esclusione dello stretto di Sicilia e fino ai limiti stabiliti dal decreto.

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