Il Nido - marzo 2015

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Numero 2 - Marzo 2015

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Periodico di informazione dei nidi Kilipupu, Magnolia e L'Anatroccolo


Nidi: bambini, genitori, territorio Editoriale di Cristiana Marchetti In itinere. Si, perché il nostro è un cammino che al momento ci trova a metà dell’anno educativo, con progetti avviati ed in parte quasi conclusi, progetti che completano l’attività di routine dei nostri asili nido ed arricchiscono l’offerta educativa che proponiamo a bambini, famiglie e territori. Nell’editoriale del primo numero de “Il Nido” avevamo trattato della campagna di sensibilizzazione dal titolo “Il Cibo: nutrimento, relazione ed educazione”, declinata in 4 incontri tematici,

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l’ultimo in questo mese di marzo, con ovviamente il cibo come elemento determinante nella crescita psico-affettiva dei bambini, nutrimento per il corpo, la mente e l’anima. Valutando il percorso dei 4 incontri, notiamo che il primo, all’inizio di dicembre 2014 “Cibo e prima infanzia” con la conduzione del dott. Umberto Lazzerini, pediatra, ha visto la partecipazione di un nutrito numero di genitori; il secondo, “Cibo e relazione”, condotto dalla dott. ssa Letizia Bargelli (27 gennaio), coordinatrice pedagogica degli asili nido Bor-


gorete ed il terzo, “Cibo ed educazione” dalla dott.ssa Catia Caltabiano (24 febbraio 2015) , coordinatrice pedagogica della Rete Lilliput, hanno incontrato maggiormente l’interesse degli “addetti ai lavori”, con una buona affluenza di educatrici dagli asili nido privati e comunali, mentre il 4°, “Cibo e sperimentazione”, proposto sia ad Anatroccolo, che a Kilipupu e Magnolia dalle educatrici e dalle cuoche ai genitori dei bambini frequentanti i servizi, ha visto genitori e bambini protagonisti letteralmente con “le mani in pasta” nella realizzazione di manicaretti semplici e sani. Ovviamente ogni tema è per noi un’occasione, cui teniamo tantissimo e che ricerchiamo con attenzione, per “costruire partecipazione”, per promuovere cioè l’alleanza educativa tra nido

e famiglia al fine di sviluppare una corresponsabilità educativa che porti ad un’idea di “globalità educativa” e continuità d’interventi tra educatori e genitori. I prossimi appuntamenti riguarderanno in maniera specifica il sostegno alla genitorialità (aprile – giugno 2015); intendiamo infatti fornire ai genitori la possibilità di confrontarsi, senza la presunzione di offrire “ricette” precostituite e valide per tutti, ed essere ascoltati e accompagnati nella risoluzione, o solo nell’affrontare, le tante questioni che l’essere genitori comporta. In itinere, appunto, proprio perché anche essere genitori è un cammino, che proviamo ad accompagnare con la professionalità dei nostri educatori e con l’apporto imprescindibile ed esperto del coordinamento pedagogico, sostenuti dalla convinzione di fondo che al nido non si accoglie solo un bambino ma anche tutta la sua famiglia.

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Genitori sotto i riflettori Ogni festa dell’Anatroccolo, per consuetudine è stata sempre pensata e gestita per mano delle educatrici. Quest’anno abbiamo deciso di “riposarci” un po’, sfruttando i talenti e le potenzialità delle nostre mamme e papà, intraviste sin dall’inizio dell’anno. Così, in occasione della festa di Natale, alcuni genitori, sollecitati dalle educatrici, hanno formato la “Band dell’Anatroccolo” e suonato dal vivo il loro primo concerto. Spartiti, strumenti musicali, fogli dei canti e impianto audio hanno reso la festa di Natale un evento ricco di emozioni e soprattutto di tanto divertimento. In vista della festa di Carnevale, i genitori si sono questa volta cimentati in burattinai e teatranti. Dopo aver scritto un simpatico copione, hanno costruito delle simpatiche mascherine e burattini. Montato un bellissimo teatrino, suddivisi i ruoli dei personaggi, martedì grasso abbiamo assistito alla prima. Che spettacolo! Entrambe gli eventi sono stati un grande successo, non tanto per ciascuna performance, ma per l’affiatamento dei genitori e per la loro voglia di divertirsi e di tornare per un po’bambini.

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L’Associazione "La Grande Famiglia" incontra genitori e bambini nel nido Kilipupu Presso il nido Kilipupu

2 incontri settimanali per mamme e bambini. il lunedi dalle 16.30 alle 19.00 e il venerdi dalle 16.30 alle 19.00 Il primo lunedì di ogni mese l’incontro è a tema e si svolge con l’ausilio di psicologi, pediatri ed altri esperti.

“La Grande Famiglia” è una neonata associazione che si rivolge a fa-

miglie, coppie, genitori e bambini. Obbiettivo principale è garantire tutela e sostegno alle famiglie di Perugia, offrendo supporto alla cura, alla educazione e alla relazione per aiutarci a crescere i nostri bambini con consapevolezza ed in armonia.

La Grande Famiglia si propone di diffondere esperienze educative e culturali attraverso molteplici attività che grandi e piccoli possono svolgere in parallelo, persino in locali attigui, dando la possibilità a tutti i componenti del nucleo familiare di essere coinvolti attivamente. Per saperne di più e contattare l’Associazione: www.lagrandefamiglia.org www.pgmamme.ning.com lagrandefamiglia.aps@gmail.com 392 3259392

ASILO KILIPUPU Stabilimento Nestlè Perugina, Viale San Sisto 207/d Tel asilo: 075/5270140 e-mail: nido.kilipupu@borgorete.it


Claudia racconta gli “Educatori in ospedale” “Quando un bambino entra in ospedale, è come se fosse portato nel bosco, lontano da casa. Ci sono bambini che si riempiono le tasche di sassolini bianchi, e li buttano per terra, in modo da saper trovare la strada di casa anche di notte, alla luce della luna. Ma ci sono bambini che non riescono a fare provvista di sassolini e lasciano delle briciole di pane secco come traccia per tornare a casa. E’ una traccia molto fragile e bastano le formiche a cancellarla: i bambini si perdono nel bosco e non sanno più tornare a casa.” Questo è un riadattamento, da un testo del famoso pedagogista Andrea Canevaro, contenuto nel libro “Gioco e studio in ospedale”. L’immagine è di notevole potenza evocativa ed è stata utilizzata in moltissime situazioni per descrivere il vissuto dei bambini che affrontano esperienze forti e impegnative, quale può essere un ricovero. Mi chiamo Claudia e sono una educatrice di uno dei nidi della Cooperativa Borgorete, “Kilipupu”. Accanto a questo, faccio parte del gruppo che lavora nel servizio “Educatori in ospedale”: un progetto pilota, avviato e sostenuto dalla Cooperativa Borgorete, che ci vede attivi da quasi tre anni nell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Siete tutti genitori e conoscete bene il lavoro degli educatori negli asili nido con i vostri bambini… ma come si declina questa figura professionale in ospedale? Per comprenderlo, bisogna attingere alla etimologia del termine “educazione”, parola bellissima che nel linguaggio comune ha perso il suo valore più alto: è di origine latina e fa riferimento all’azione

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L'educatore in ospedale opera nella struttura del Santa Maria della Misericordia di Perugia accanto ai bambini e agli adulti ricoverati per sostenerli nel loro percorso

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del “trarre fuori ciò che sta dentro”. In altre parole, aiutare a maturare, a far uscire e ad esprimere potenzialità che all’inizio sono dentro la persona. Se calate questo discorso sul lavoro con i bambini al nido, capite subito che la definizione è assolutamente calzante. In ospedale avviene la stessa cosa, ma in un contesto profondamente diverso. La malattia e il ricovero rappresentano momenti di grande destabilizzazione nella vita di una persona, con ricadute anche molto significative nei suoi vissuti e nella percezione che ha di sé, del proprio corpo, della propria vita. Questo accade sia agli adulti


che ai bambini, perché se per i primi la consapevolezza dovuta all’età amplifica preoccupazioni e timori, nel caso dei bambini il non poter accedere pienamente alla comprensione di quanto avviene e la preoccupazione inevitabile sul volto dei genitori può generare angoscia anche nel più piccolo dei ricoverati. Il nostro intervento come educatori si attua nella Clinica Pediatrica e nel Reparto di Ematologia e Trapianto del Midollo Osseo. Grazie ad una collaborazione messa in campo sin dal primo momento, svolgiamo l’attività anche all’interno del Residence “Daniele Chianelli”, dove lavoriamo con gruppi di persone, pazienti e familiari, di età diverse e provenienti da varie parti d’Italia e del mondo. La nostra funzione è quella, appunto, di aiutare le persone malate e ricoverate a “tirare fuori da dentro di sé” risorse, potenzialità, energie che sono state nascoste e indebolite dall’esperienza di malattia, ma che ci sono ancora, perché fanno parte dell’identità della persona, della sua storia. In Clinica Pediatrica, il personale medico-infermieristico ci segnala i bambini e i ragazzi che vivono il ricovero con maggiore fatica: ad esempio, può essere necessario dover restare in ospedale tanti giorni, troppi perché un bambino possa accettarlo serenamente; a volte, il motivo del ricovero è un po’ più impegnativo di altri e la famiglia vive un momento di forte ansia; oppure, ci sono bambini provenienti da situazioni personali o familiari che li rendono più esposti e che affievoliscono le loro risorse durante il ricovero. Con loro, lavoriamo attraverso la proposta di dialoghi, attività di vario tipo e situazioni ludiche. Entriamo in stanza con il nostro trolley pieno di materiale di ogni genere e il logo con il sole stampato sulle nostre magliette… per riprendere l’immagine all’inizio, percorriamo la strada nel bosco insieme a loro, cercando di trovare i sassolini o le briciole, o un qualsiasi altro segnale di orientamento. Con gli adulti, nel Reparto di Ematologia e Trapianto del Midollo Osseo, la funzione dell’educatore resta la stessa e gli obiettivi

riguardano il sostegno a persone che si trovano ad affrontare malattie gravi. Le strategie di lavoro, ovviamente, devono tener conto che ci si rivolge a persone adulte e, perciò, ci avvaliamo di strumenti educativi, anche mutuati da altre discipline, che ci permettono di entrare in relazione con le persone, in un clima di fiducia e comprensione profonda. Gli educatori, insomma, sono dei buoni compagni di viaggio nelle vicende della vita, pronti ad offrire un braccio nei momenti di maggior fatica e sempre attenti a valorizzare le capacità e le risorse che le persone, di tutte le età, custodiscono dentro se stesse. Claudia, educatrice del nido Kilipupu

Per saperne di più

visita il sito www.borgorete.it sezione “progetti” o metti “Mi piace” alla nostra pagina facebook: progetto “educatori in ospedale”

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Cibo e relazione nella prima infanzia di Letizia Bargelli, pedagogista Chiunque abbia osservato una madre mentre allatta il suo bambino guardandolo negli occhi o un padre che trasforma in aeroplano il cucchiaio imboccando suo figlio, intuisce che quello che sta avvenendo

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tra loro non è solo uno scambio alimentare. E’ facile percepire che oltre alle sostanze nutritive contenute nel cibo i bambini in quei momenti stiano beneficiando anche di un altro tipo di nutrimento. Si


tratta di un nutrimento fatto di elementi affettivi e relazionali che, come i nutrienti forniti dagli alimenti, sono essenziali per la sopravvivenza e la crescita e che costituiscono il motore dello sviluppo e del benessere psicologico. Prendendo il latte tra le braccia della mamma o mangiando sul seggiolone davanti al papà, i bambini si stanno “cibando” anche degli sguardi, dei gesti, dei vocalizzi con i quali chi si prende cura di loro arricchisce e accompagna il momento del pasto. Sono gesti molto spesso naturali e involontari ma non per questo poco importanti anzi, sono preziosi. La loro ricchezza è data dal fatto che che questi “comportamenti di sintonizzazione” danno al bambino la possibilità di sperimentare l’esperienza di “essere con l’altro” (Stern, 1895; 1995), di sentire compresi i suoi bisogni, condivise le sue emozioni e i suoi affetti. In questi momenti di vicinanza fisica e relazionale genitore e bambino imparano a “sintonizzarsi”, a regolare il proprio comportamento in base a quello dell’altro. Attraverso sguardi e gesti reciproci i due danno vita a quelle “danze interattive” (Stern, 1977) che contribuiranno significativamente a creare nella mente piccolo la rappresentazione di sé e dell’altro e ad interiorizzare un sistema di regolazione diadica che lo guiderà nei suoi scambi relazionali futuri. Allo stesso modo in cui un genitore prepara il pasto scegliendo con cura gli ingredienti migliori, l’adulto “sceglie” e “mette in tavola”, durante il pasto con il suo bambino, una delle sue funzioni psichiche fondamentali: la funzione riflessiva (Fonagy e Target, 2005). E’ grazie alla funzione riflessiva che i genitori riescono a comprendere ed anticipare

le esigenze fisiologiche del figlio e ad attribuire significato ai comportamenti che il bambino mette in atto durante la relazione. Nutrito di cibo e relazione il bambino cresce e il tipo di scambio alimentare cambia. Non cambia però la valenza relazionale di questa dinamica. Nel “no” categorico ad alcuni alimenti, nel gettare a terra il cibo con rabbia, nell’allontanare con forza e disgusto da sé il piatto non ci sono solo ragioni legate alla fame o alla sazietà. C’è anche una personalità e un’identità in cerca di sviluppo ed individuazione, c’è la progressione verso una sempre maggiore autonomia fisica e psichica e c’è un adulto e una relazione da mettere alla prova Sono molteplici e di varia natura gli ingredienti necessari per preparare un pasto che possa dirsi davvero completo! Letizia Bargelli, pedagogista

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La musicoterapia al nido: il lavoro di Lucia e delle educatrici della Magnolia La musicoterapia è un approccio creativo al mondo dei suoni proporzionando momenti di rilassamento, di ricomposizione, di distensione, di ordine, che dall'esterno scende nell'interno di ognuno, adulto o bambino, producendo effetti distensivi e creando spazi di maggior conoscenza di se stessi e degli altri. Inoltre la musicoterapia crea condizioni favorevoli all'ascolto e alla comunicazione. Cosa significa proporla a bambini da 0 a 3 anni? Tutti gli psicologi, a qualunque scuola di pensiero facciano riferimento, concordano ormai da tempo sul fatto che i primissimi anni dell'infanzia sono determinanti nella formazione degli esseri umani. La capacità comunicativa dei bambini inizia molto precocemente, essa comincia nella fase uterina della vita. Iniziare dunque dalla tenera età un lavoro sulle emozioni, sull'ascolto, sulla comunicazione, sulla socializzazione, è una modalità di prevenzione che aiuta i piccoli a crescere in armonia con se stessi e con gli altri. I bambini si sviluppano con più serenità in un ambiente dove possono vivere e manifestare le loro emozioni, presupposti importanti per la maturazione globale e per l'apprendimento. E’opportuno creare degli spazi dove il rapporto con i bambini non sia solo intenzionale-direttivo: "la parola che lascia veramente il segno è soltanto quella che viene pronunciata in una

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situazione di dialogo nella quale l'adulto sappia ascoltare rispettosamente il più piccolo lasciando che quest'ultimo possa esprimere il desiderio incoscio che lo caratterizza"(F.DOLTO). Proporre ai bambini la musicoterapia è innanzitutto introdurli nel mondo della musica come esperienza di ASCOLTO. Con la musica i bambini vengono educati ad ascoltare e ad ascoltarsi ed ogni proposta è finalizzata ad avvicinare i bambini a godere l'EMOZIONE dei suoni. Obiettivi: individuare modalità di approccio musicale. 1) Un approccio musicale diSILENZIO/ ASCOLTO, di immersione nel mondo sonoro. 2) Un approccio musicale attivo, in movimento, libero, ritmico e sonoro. 3) Un approccio fatto di momenti di rilassamento. 4) Un approccio ludico di giochi sonori e comunicativi. 5) Un approccio agli strumenti musicali:conoscere e provare i suoni dei vari strumenti: etnici, semplici strumenti ritmici fatti con oggetti di recupero. 6) Un approccio al canto. L'importante nell'approccio musicale è l'attenzione ad ogni bambino, perchè ognuno ha la propria modalità di elaborare un'esperienza e di avvicinarsi al suono. Ognuno farà la propria esperienza senza fretta, perchè l'importante è "godere" insieme questo spazio musicale perchè diventi uno stimolo, una curiosità per conoscere e apprendere.


bacheca

la dei genitori

Che emozione!!! Oggi per la prima volta varchi la soglia dell'asilo con le tue gambe!!! Con l'andamento da ET, traballando da destra a sinistra e ritorno, entri nella hall col solito entusiasmo. Lo spirito esplorativo ti guida, un attimo di perlustrazione, mezzo giro a sinistra e poi dritta verso il tuo armadietto !! Un sorriso a me e uno al primo compagno che incontri, uno alla bidella e uno alla cuoca !!! Impossibile non comprendere tanta eccitazione : quanti colori, quanti giocattoli, odore di buono, odore di asilo !!! Sembra di entrare nel mondo dei balocchi !!! Non faccio in tempo a sfilarti il giacchetto che alzi subito le braccia in alto a voler dire: "Dai mamma, portami dalla maestra !!!" Ma quanta impazienza … fatti almeno mettere gli antiscivolo !!! Bussiamo alla porta: toc-toc … "E' permesso?" Ed ecco che ci vengono ad aprire. "Buongiorno Viola, benarrivata !!! come stai? " Tu ti apri in un sorriso disarmante. Buttandoti al collo di Donatella / Alessandra ti sganci da me con naturalezza, senza indugio, consapevole forse della bella giornata che ti aspetta. Giusto il tempo di un bacio, poi mi guardi e sicura di te mi dici: "Ciao mamma, puoi andare … io sto bene" Piccolo dettaglio: tu ancora non parli, ma ormai ti conosco: so che quello è lo sguardo di chi non ha paura, di chi si fida del mondo, di chi è spensierato. Se pur con un velo di malinconia tiro fuori tutta la mia energia positiva e, prima che la porta si chiuda, rispondo al tuo sorriso con un ciao rassicurante. Non posso pensare alla mia necessità di averti sempre accanto, quindi mi giro di fretta e, mentre varco la soglia al contrario, mi consolo pensando: "Ti amo amore mio, ti prometto che anche oggi scoprirai quanto la vita sia meravigliosa. Io nel frattempo vado a lavorare, ci vediamo più tardi …" La mamma di Viola


Questo volume è Edito da Borgorete Soc. Coop. Soc. Progetto Grafico e Impaginazione: Agostino Cefalo Illustrazione di copertina: David Montiel

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