il Portiere di
Quartiere Raccontato da:
Porta Pesa Porta Eburnea Porta S. Angelo Suplemento Luoghi Comuni - n째 6 - Novembre 2014 - Reg. Tribunale di Perugia n째 844/2014 Editore: Borgorete soc. coop. soc. - Direttore Responsabile: Giovanni Dozzini www.luoghicomunimagazine.it - officinasmec.it - luoghicomuni@officinasmec.it
il Portiere di
Quartiere
I Portieri di Quartiere nascono nell’ambito del progetto europeo SME-City e grazie al lavoro partecipato tra diverse realtà: Struttura Organizzativa del Centro Storico (comune di Perugia), cooperativa Borgorete, associazione Rivivi Borgo sant’Antonio, associazione Porta Eburnea, associazione Vivi il Borgo e comitato piazza Grimana e dintorni. Con la speciale collaborazione di Le luci della Città Vecchia - Coordinamento delle associazioni culrurali e ricreative della città vecchia.
Cos’è il portiere di quartiere Il “Portiere di quartiere” è una persona che rappresenta con azioni visibili, concrete e quotidiane la voglia di protagonismo dei cittadini; è un totem dell’alleanza tra amministrazione comunale, privato sociale e associazioni e comitati di cittadini. L’opportunità arriva da un progetto europeo sulla sicurezza urbana Share My European City (SME-city) che vede il partenariato tra Comune di Perugia,in qualità di capofila,la società cooperativa sociale BorgoRete ed altri soggetti europei che si occupano di progetti e ricerca nel campo del sociale e della sicurezza urbana.
Come nasce e cresce CamminaRE per le strade ParlaRE con le persone incontraRE le organizzazioni
Il progetto è partito esattamente un anno fa ed è finalizzato alla realizzazione di interventi volti ad aumentare la coesione sociale per contrastare i fenomeni di microcriminalità. Una delle azioni del progetto sono i portieri di quartieri. Oggi, nel centro storico di Perugia, i portieri sono tre: • • •
mappaRE bisogni e risorse confrontaRsi con le istituzioni
Portiere di Porta Pesa Portiere di Porta Eburnea Portiere di Porta S. Angelo
DefinIRE ambiti di azione ValutaRE i candidati
Come FUNZIONA il sistema Cittadino - Portiere - Privato Sociale - Istituzioni
I cittadini sollevano problemi Il portiere ascolta I cittadini trovano soddisfazione anche in assenza di miracoli
Il privato sociale avvia processo di problem solving coinvolgendo tutti i protagonisti
L’istituzione è chiamata a rispondere ad un bisogno già rielaborato I cittadini possiedono risorse Il cittadino è motivato e dona maggiori risorse al bene pubblico
Il portiere completa colmando i buchi
Il portiere prende appunti
Il privato sociale accompagna l’emersione delle risorse
Il sistema collabora nell’incrociare risorse private e pubbliche
I cittadini vorrebbero piĂš tempo per poter partecipare
Il portiere mette tempo a disposizione
I cittadini sono motivati a investire il proprio tempo
I cittadini donano attenzione al quartiere
Il portiere manutiene quello che i cittadini realizzano
I cittadini sono motivati a donare attenzione al quartiere
I sistemi di cui ci occupiamo sono sistemi intelligenti
Un sistema intelligente che apprende è un sistema capace di nuove soluzioni
Un sistema intelligente che riceve attenzioni apprende positivitĂ
Con i portieri stiamo dando attenzione a sistemi intelligenti
il Portiere di
Porta S. Angelo • • • • •
Raccolta cartacce e rifiuti Piccoli interventi per la cura del verde pubblico Registrazione e segnalazione delle problematicità del quartiere Collabora nell’apertura e chiusura del Parco sant’Angelo Punto informazioni
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il Portiere di
Porta Eburnea • • • • • •
Registra e segnala le problematicità del quartiere Mette in contatto bisogni e risorse Valorizza le risorse Raccoglie ricordi e storie del quartiere Crea opportunità di incontro tra le persone Punto informazioni
Apertura, piulizia e vigilanza dei bagni Cura del verde pubblico Raccolta cartacce e rifiuti Presidio del sottopasso Piccoli lavori di manutenzione Registra e segnala le problematicità del quartiere Punto informazioni
PARLANDO con i residenti
“Il portiere è stato anche un sostegno per la nostra associazione. Ha partecipato attivamente agli eventi che abbiamo organizzato, collaborando in maniera attiva. Ci ha aiutato nella manutenzione e nella ripulitura di alcune strade e spazi comuni. Ha condiviso con noi progetti, come quello del pedibus. Presta molta attenzione alle persone anziane, con servizi come quello del pullmino che ogni giovedì accompagna le persone anziane al mercato di Pian di Massiano. È disponibile per tutto. È il nostro punto di incontro. È veramente di grande aiuto e ci siamo già affezionati a lui. Questo connubio ha bisogno di andare avanti“ “ Una persona che fa da referente per mettere insieme le tante anime e le tante idee delle persone. Una gran novità. Questo progetto ha un senso se ha una continuità. Mi auguro che un giorno si possa fare a meno della figura del portiere, nel senso che mi auguro che i residenti siano in grado di autogestirsi, di riprendersi il quartiere e di riprendere dei valori che si sono persi, i valori della socialità, dell’incontrarsi… della fiducia…“ “Ho incontrato abitanti della zona che non conoscevo. c’è fermento… Il portiere ha organizzato i concertini che stiamo realizzando nel mio giardino. È una figura molto utile. Si presta a fare una serie dilavoretti necessari, tagliare alberi, piante e cose del genere. E’ una buona iniziativa, una cosa da conservare“ “Ogni mattina il nostro portiere di quartiere partecipa al nostro piedibus. All’inizio era una figura misteriosa. È molto bravo… Ha messo insieme delle labili vocine che c’erano nel quartiere, ha creato una piccola scintilla che poi è andata avanti. Si propone. Siamo ancora in pochi a conoscere il portiere, speriamo vada avanti … Mancano i giovani in questo rione, probabilmente ci sono ma non li vediamo, anche perché non vi è un luogo di ritrovo in questo rione “
“Ha portato delle migliorie e vorrei proseguisse. Si occupa della pulizia della piazza ed inoltre, da quando è presente, persone poco raccomandabili si sono allontanate“ “È un servizio anche per noi commercianti, abbiamo tutti il suo numero di telefono, lo chiamiamo, se abbiamo un’urgenza ci da una mano per qualsiasi cosa, è una figura alla quale possiamo sempre rivolgerci. Mi auguro che questo servizio possa esserci anche in futuro“ “Deve assolutamente rimanere, per noi è un riferimento. Tiene bella la piazza, non ci dice mai di no quando noi artigiani e commercianti abbiamo bisogno” “Il progetto del portierato di quartiere è assolutamente positivo. Ritengo sia una figura centrale sia per il mantenimento del decoro urbano in generale e sia perché, e forse soprattutto perché, aiuta la coesione tra i cittadini, sia residenti sia studenti. Un notevole cambiamento in positivo per quanto riguarda la pulizia del quartiere, il portiere è attento ai sacchetti lasciati fuori orario, aiuta le persone ad effettuare un corretto smaltimento dei rifiuti. È una figura che qui ha aiutato molto anche gli anziani residenti, nelle piccole azioni quotidiane, assistendoli nei piccoli gesti quotidiani. È una persona disponibile, molto corretta ed educata. È riuscito ad instaurare un rapporto sia con gli studenti (universitari e delle superiori), sia con i bambini delle scuole elementari (Ciabatti e Montessori), che, grazie alla sua presenza, stanno riscoprendo, ad esempio, il sottopasso di via Brunamonti che era stato inutilizzato per anni, sia perché era male illuminato, sia perché era sporco e insicuro”.
“La presenza del Portiere sta facendo passare paure e timori. Per quanto riguarda il decoro urbano il portiere di quartiere è fondamentale, soprattutto per tutte quei piccoli interventi quotidiani che non possono essere richiesti al comune… Bisogna che anche i cittadini si facciano carico della loro parte, e il portiere in questo aiuta, anche perché può chiedere collaborazioni e stimolare i cittadini ad occuparsi del proprio quartiere, della propria realtà, senza aspettare sempre gli interventi degli altri. È un progetto nato “a termine”, sarebbe bene però che questi progetti proseguissero nel tempo, sia per il quartiere sia per il portiere stesso, per il quale se si aprisse una prospettiva di lavoro di lungo periodo in questo momento storico sarebbe una gran bella cosa”
“È un’esperienza fondamentale, che ci ha fatto crescere. Questo è l’unico progetto che si occupa di sicurezza partecipata, è un progetto innovativo, che vede i cittadini in primo piano nel contrastare il fenomeno delle cattive pratiche mediante l’introduzione di pratiche positive sul territorio, non azioni repressive, ma azioni di recupero dello spazio urbano, dello spazio pubblico che è di tutti e che tutti devono vivere, per rilanciare la nostra città e renderla più a dimensione d’uomo e del cittadino stesso”
“ È una grande persona, è sempre disponibile. Quando gli chiedo di aiutarmi a portare delle cose mi accompagna sempre, mi ha aiutato dentro l’orto. Altrimenti quando una persona ha bisogno chi altro potrebbe contattare?”
“Voglio ringraziare il nostro portiere, una persona sempre disponibile ad aiutare gli altri. Lo ringrazio per il lavoro, la dedizione e l’impegno che mette tutti i giorni per far si che questo esperimento e progetto si traduca in azioni positive per tutti gli altri. L’aspetto più importante di tutto ciò è che persone che potrebbero trovarsi emarginate diventano invece protagonisti positivi e protagonisti nella città di Perugia”
“È il migliore, ci aiuta in tutto, basta chiamarlo e lui arriva… mai dice di no! Non deve finire, lui ha bisogno di lavorare e noi abbiamo bisogno di lui” “Questo progetto si adatta perfettamente alla realtà del centro storico, attraverso piccole azioni per la cura del territorio, i risultati sono effettivamente sotto gli occhi di tutti e apprezzati da tutti i cittadini”
“Il progetto del portierato di quartiere deve assolutamente trovare continuità e per questo chiediamo anche all’amministrazione di farsi carico e di trovare i fondi necessari (che sono pochi). Le azioni e le ricadute di questo progetto sono davvero importanti e concrete sul territorio”
“È maggiore la sicurezza che noi abitanti percepiamo. C’è più sorveglianza in determinate ore (quelle in cui il portiere lavora o fa il volontario), sorveglia e ci riferisce ciò che vede. Più c’è sorveglianza e più c’è tranquillità. Inoltre c’è stato un abbellimento della zona, con piante, fiori, ecc. Si rende disponibile per qualsiasi cosa anche con i commercianti”
“Siamo stati molto contenti di questa iniziativa. Noi residenti ci sentiamo più sicuri. È sempre presente qui nel rione e ci da sicurezza. Si prende cura del verde. È stato “adottato” da tutti noi, ed abbiamo dato l’esempio e lo spunto per altri quartieri di Perugia”
“Un’esperienza chiave, il centro storico non si rilancia con chissà quali fantasmagoriche attività ma con tante piccole tessere che devono essere riposizionate e con le quali si ricompone il mosaico con il quale si riconcilia il nuovo con il vecchio”
“Il portiere di quartiere è un po’ la rigenerazione di un qualcuno che tiene d’occhio un po’ tutti e li accudisce (“come era una volta”). Considera la strada davanti a casa tua come un pezzo integrante di casa tua. Abbiamo ripulito insieme a lui molte zone del quartiere. Lui assicura la cura e l’attenzione del quartiere tutti i giorni (mentre noi ce ne possiamo occupare solo nei ritagli di tempo o nel weekend). Da una continuità quotidiana ad un’azione che crea un’armonia complessiva”
“Ho piantato dappertutto molti fiori e il portiere li annaffia, li concima e mi aiuta a mantenerli. Anche quando fa volontariato mi aiuta sempre nella mia attività. Ci aiuta con le cose pesanti come a tutte le persone anziane, fa servizi in farmacia, per la spesa, ecc. Merita di rimanere, se dovesse andar via lo sentiremmo tutti nella zona, sia residenti che commercianti. Se lo chiami dopo due minuti arriva. Pulisce la piazza e le vie ed elimina anche delle siringhe se le trova”
“Da tempo i cittadini combattono fenomeni negativi ma il portiere ci da una mano fondamentale. I problemi di sicurezza si combattano con la presenza e il presidio. La comunità è completamente cambiata ma ora abbiamo rilanciato quel senso di inclusività anche nei confronti di tutte le persone straniere che risiedono nel quartiere. Non è nostalgia del passato, però è molto interessante mutuare queste cose che vengono dal passato per cercare di adattarle al presente per costruire valore. I valori della comunità qui sono tornati ad essere forti e il portiere di quartiere è un elemento di continuità quotidiana della comunità, un elemento di sicurezza e di assistenza. Bilancio assolutamente positivo di questa esperienza”
“È sempre presente all’uscita dei bambini da scuola, anche se fuori orario lavorativo, sorveglia, da una mano e pulisce prima e dopo l’uscita dalle scuole. Per noi della zona è come se fosse un fratello, lo consideriamo di casa!” “Siamo molto felici che sia arrivata il portiere di quartiere. Ci aiuta a ripulire, fa un lavoro eccezionale, sta anche piantando delle piante. Ha ripulito ed aperto un panorama in una delle vie più malfamate di Perugia che ora sta diventando più vivibile. Ci auguriamo che questa figura rimanga, perché tra l’altro stimola i cittadini che si erano da tempo scoraggiati. Se ogni residente si occupasse di ripulire la propria via forse, prima o poi, riusciremmo a far tornare questo borgo il borgo d’oro!”
“Sarei molto felice se i turisti potessero passare per questo corso trovando un ambiente accogliente, pulito, pieno di fiori. Decorare e rendere il borgo più piacevole anche per i turisti” “Ci sono poche famiglie, pochi bambini, speriamo possano tornare prima o poi, fortunatamente qualche famiglia straniera sta venendo a vivere qui. Il portiere di quartiere è una figura alla quale finalmente possiamo rivolgerci e fare riferimento. È giovane, carina, simpatica e siamo molto contenti. Ho cominciato subito a fare qualche lavoretto insieme a lei al parco, lavoretti di pulizia. È utile anche per la sicurezza, da un occhio al rione e può riferire ciò che avviene, e noi siamo più tranquilli. Insieme potremmo continuare a mettere delle piante, realizzare delle aiuole nel parco… insieme si possono fare tanti lavori” “Il quartiere negli ultimi anni ha versato in condizioni di grande degrado, i residenti se ne vanno e gli studenti diminuiscono, la sopravvivenza è difficile. Queste iniziative fanno si che piccole cose possano dare un po’ di speranza e voglia di andare avanti. La portiera è simpatica, dinamica, si da da fare con tutti, è gentile e sorridente. Attenta nel sistemare la piazza Grimana, la tiene pulita” “Mi auguro che il progetto del portiere possa proseguire. È una figura che fa comodo a tutto il quartiere, sia agli anziani, sia ai commercianti e ai residenti. Si occupa del decoro. Ho visto che molti punti hanno un nuovo e migliore aspetto, presenza di fiori e pulizia. È una cosa positiva“ “Il portiere di quartiere è prezioso. Ha fatto un lavoro grandioso, con tante piccole azioni. Ha reso più confortevoli gli ambienti comuni. Sta creando un legame tra i residenti, commercianti e le varie persone del rione. Non può fare tutto da sola, ma insieme anche all’associazione e all’amministrazione. Sta tessendo rapporti anche con le studentesse per farle partecipare attivamente nella vita del quartiere, queste ragazze arricchiscono il resto dei residenti, sono i più giovani residenti del quartiere, va creato per questo un legame con la casa della studentessa”
“È un punto di riferimento per tutti. Sono profondamente soddisfatto del lavoro del portiere. Sono grato a chi a pensato e immaginato questo progetto. Spero possa continuare nel futuro. C’è più sicurezza per i residenti nel muoversi nel quartiere”
“Il portierato per noi ha significato un “imprenditore di coesione sociale”. Si mette in gioco con la sua simpatia ed ottimismo, gentilezza e disponibilità, un carattere esemplare per un progetto che è un avventura ed un azione importante perché si basa sulla fiducia, che lei è riuscita a conquistarsi da subito con molti. La fiducia è un capitale importante in queste zone della città. Una scommessa che speriamo di vincere. Siamo fiduciosi che questo progetto, che per ora ha solo lati positivi, possa andare avanti. Ci hanno stupito i risultati immediatamente concreti della sua attività. Ha pulito dei punti del nostro rione che da anni giacevano nell’incuria e nel balletto di responsabilità che per anni ha caratterizzato questa oscillazione tra chi doveva fare le cose (comune, gesenu, comunità montana, ecc). In quella che era una “terra di nessuno”, lasciata da sempre incustodita, il portiere l’ha subito ripulita. Abbiamo un’immagine allarmistica di corso Garibaldi, problema della sicurezza, droga, ecc. Concretezza delle azioni…“
“Risponde in pieno al progetto. Capacità di relazionarsi, idee, proposte, fantasia. Ha la capacità di connettersi con tutte le persone che noi, come associazione, non riusciamo a raggiungere (per vari motivi)” “Due, tre mesi di progetto ci faranno solamente prendere la voglia di continuare. È un esperimento che può essere utile per la coesione sociale. Ha attivato nuovi canali, persone nuove che non erano mai venute e non avevano mai partecipato attivamente”
“Il ruolo più importante di questo portiere è unire e collegare le varie realtà e renderle fattibili. Negli anni ci sono state molte idee e prospettive ma quello che non rendeva fattibile le cose era la mancanza di una rete. Il portiere è invece riuscito a fare network, a fare rete. Non bisogna creare settarismi e nemmeno categorie, bisogna capire che le persone, in fondo, hanno tutte più o meno le stesse esigenze. Una figura estremamente importante per la rinascita di questo posto. Una persona che sa farsi portatore dei vari problemi e bisogni ma in un ottica comune, di quartiere, di rete, con degli obiettivi comuni. È un conciliatore di questo territorio!”
Tutti questi commenti sono trascrizioni delle video-riprese realizzate nell’ambito del progetto SME-city. Conversazioni con residenti delle zone di Porta Pesa, Porta Eburnea e Porta Sant’Angelo dove si sono attivate i tre portieri. Tutte le risposte fanno riferimento alla figura del portiere di quartiere. www.officinasmec.it
Numero 0 - Aprile 2014 - pagine 4, 5
METTI UN PORTIERE AL BORGO A Porta Pesa si è attivato il primo portierato di quartiere di Perugia. Ecco il racconto di un vissuto che prende forma e si ripropone nella nostra città, in modo diverso ma con la stessa consistenza e importanza sociale
Sono cresciuto in un palazzo di cinque piani, quattro scale e quaranta famiglie; una convivenza di circa 120 persone provenienti da tutta Italia, e di tutti i ceti sociali. C'era il barbone della prima scala, il Cavaliere del Lavoro della terza, quello della quarta è rimasto ucciso in un conflitto a fuoco in Messico, ricordo gli arazzi signorili della signora Rossi e l'immondizia lanciata dalla finestra della signora Franca. Un puzzle di differenti umanità interessante ma faticoso. Ci si conosceva tutti. Con molti ci si ignorava, con molti ci si aiutava e con qualcuno si litigava nelle formule più fantasiose. Potrei raccontare di cicche sugli zerbini, di palline di carta nella toppa della serratura, di cartelli rubati, di maldicenze, maleducazioni e di denunce. Era un piccolo paese. È sempre stato un condominio tutto sommato tranquillo con un giardino che ho visto trasformarsi da pietraia a orto botanico. Un giardino che ha visto crescere, invecchiare, arrivare e partire centinaia di famiglie e che oggi sta diventando multietnico come il resto della città. Credo che buona parte del merito di tanta civiltà e buona convivenza sia stata del signor Agostino. Il signor Agostino era emigrato dal Veneto in cerca di lavoro ed era diventato il portinaio del nostro palazzo. Il suo compito era quello di pulire un po' in giro e controllare dalla guardiola che non entrassero brutte facce.
Nella realtà, apparentemente senza saperlo, faceva molto di più: rassicurava e aiutava le persone anziane, dava uno sguardo a noi bambini, preveniva i furti e smorzava le polemiche e i conflitti tra i residenti. Il signor Agostino in breve tempo era diventato un punto di riferimento per tutti e per tutto. Facilitava il dialogo e la comprensione reciproca, manteneva puliti e accoglienti gli spazi comuni e aiutava chi ne aveva bisogno, era sempre al centro delle riunioni di condominio. Grazie alla disponibilità e al sostegno dell'ufficio Centro Storico e del Comune, frutto di una collaborazione tra il progetto Smec e l'associazione Rivivi il Borgo, partirà nel mese di marzo la prima esperienza di portierato sociale a Perugia. Alcuni giornalisti l'hanno ribattezzato “Portiere del Borgo” e ammetto che la dicitura mi piace. Sarà un portinaio, ma anche un maggiordomo e un giardiniere, un mediatore e un osservatore; inizialmente non farà miracoli ma sarà certamente una presenza importante. Nel pensare a Costantino, questo è il nome del nuovo "Portiere di Porta Pesa", e al lavoro che lo attende ho ripensato senza volerlo a quella persona della mia infanzia silenziosa e riservata che con la sua pacatezza e disponibilità mediava e insegnava a mediare i conflitti.
Numero 2 - Giugno 2014 - pagina 26
UN PORTIERE PER RIVIVERE PORTA PESA Recandomi presso una pizzeria di Porta Pesa, all'improvviso, appare davanti a me un pitbull dal pelo scuro. Rallento fino a fermarmi, mi rendo conto che l'animale ha uno sguardo tranquillo. Mi fermo tre secondi a salutarlo prima di entrare. Mi siedo nell'intento di mangiare, il pizzaiolo mi chiede se posso lasciare il cane fuori, gli rispondo che l'animale non è mio. Senza esito nella ricerca del padrone, il pizzaiolo fa un cenno in strada a qualcuno un po' lontano. Trenta secondi ed entra Constantin. Capellino blu scuro, maglietta rossa, pantaloni grigi e volto curioso. Constantin asseconda la richiesta del pizzaiolo, prende il cane e lo porta via. Seduto al tavolo, finendo di mangiare un trancio di pizza, sento una voce dietro di me: «Eccolo, il portiere di Porta Pesa». Esco dalla pizzeria, cammino verso la fermata dell'autobus, proseguo fino all'angolo dell'edificio dove hanno appeso un cartello della Stamperia del Borgo, lì si apre una piccola e gradevole isola urbana. Una piccola piazzetta recintata di fiori, pulita e ordinata. Appeso al muro, c'è un grande cartellone con su scritto “Il portiere di Porta Pesa”. Sotto, seduto su una sedia, proteggendosi dal sole con il cappellino blu, mi sorride Constantin. Constantin è il Portiere di quartiere, colui che custodisce il bagno pubblico aperto due mesi fa nell'am-
bito del progetto europeo Sme-city che vede la collaborazione tra il Comune di Perugia, l'associazione Rivivi Borgo Sant'Antonio e la cooperativa Borgorete nella zona di Porta Pesa. Attraverso Sme-city, un progetto di respiro urbano, i tre soggetti hanno cercato di dare una risposta concreta a una piazza che altrimenti sarebbe rimasta una delle zone degradate della città. Sme-city ha mosso i suoi primi passi cercando di capire le criticità dell’area e raccogliendo la percezione negativa dei residenti rispetto all'uso che ne veniva fatto. Era un luogo asettico, dimenticato, privo di senso, da cui il più delle volte si poteva sentire lo sgradevole odore proveniente dal sottopasso usato come gabinetto all’aria aperta. In risposta a questo problema sono stati riaperti i bagni pubblici della piazzetta, chiusi ormai da anni; i residenti sono stati coinvolti, tramite l'associazione, per individuare una persona che diventasse il Portiere di Porta Pesa e per elaborare un mansionario che garantisse la cura della piazza. Constantin continua a sorridermi, lo saluto, mi giro e continuo a camminare verso la scuola. Sento la sua voce dietro di me, alzandosi dalla sedia mi chiede di usare il sottopasso per attraversare la strada. Entro nel sottopasso e - che grande sorpresa! – trovo la Galleria d'Arte dei Piccoli.
Numero 4 - Agosto/settembre 2014 - pagina 23
da porta pesa a radio tre
SmeC e il Portierato di Quartiere alla conquista di Fahrenheit
Finire su Radio Tre non è da tutti. Su Fahrenheit, poi. A noi è capitato, e ne siamo felici e orgogliosi. Adesso vi raccontiamo ogni cosa per filo e per segno. Martedì 29 luglio, mezzogiorno, arriva una telefonata dalla redazione del popolare programma radiofonico: «Ci volete parlare del Portierato di Quartiere?». Ne erano venuti a conoscenza a giugno, quando proprio a Perugia s’era svolta la festa nazionale di Radio Tre. Così, quando hanno deciso di dedicare una puntata alle social streets si sono ricordati di SmeC e del suo lavoro in città. Tre ore dopo quella telefonata il nostro David Montiel stava parlando in diretta nazionale del sottopassaggio di Porta Pesa diventato galleria d’arte e della raccolta delle vecchie foto degli abitanti di Porta Eburnea. Ad ascoltarlo, alcune centinaia di migliaia di persone dalle Alpi alla Sicilia. L’idea del portiere di quartiere funziona, c’è poco da fare. Perché la gente ha voglia di riappropriarsi degli spazi pubblici, ha voglia di imbastire nuove relazioni, di conoscere il nome dei propri vicini, possibilmente di trascorrerci un po’ di tempo, almeno ogni tanto. L’attenzione di Fahrenheit e dei suoi ascoltatori al racconto di David dimostra una volta di più la bontà di questo progetto, attraverso il quale Perugia si presenta come un modello da seguire in tutto il Paese. Il valore di una città si riconosce dall’intelligenza e dall’efficacia delle risposte ai propri problemi. Noi siamo convinti di aver imboccato la strada giusta. E magari da domani, dopo il nostro passaggio alla radio, in qualche altra città italiana qualcuno comincerà a ragionare sulla possibilità di replicare l’esperienza del Portierato di Quartiere. Il bello delle buone idee è che si diffondono in fretta.
Tra i vicoli di porta eburnea Ăˆ partita la seconda tappa del Portierato di quartiere
Numero 3 - Luglio 2014 - pagine 20, 21
Il progetto Portiere di Porta Eburnea è nato insieme a un dubbio di difficile risposta: perché questo quartiere e non un altro? Era l'unico quartiere in cui non avevamo contatti; in tanti ce lo indicavano come un'area abbandonata, senza negozi e con molti anziani. Un portinaio sembrava proprio necessario. Ogni volta che un progetto arriva a mettere dei punti è al contempo rassicurante e spaventoso. E in questo caso messo un punto sul luogo mancavano ancora il progetto e la persona. Ma a un tratto, del tutto a sorpresa, c’è arrivata una mail di Fabrizio: “Ho un progetto per un ambulatorio di strumenti musicali, vi sembrerà strano, potremmo unirlo al Portierato di Porta Eburnea”. L'idea era sufficientemente strana per essere buona e in più ci assicurava un compagno di strada. Insieme a lui ne abbiamo riparlato con l'intera equipe di Sme-City. In un ora di intenso confronto abbiamo coniugato il nostro mandato “sicurezza e capitale sociale” con i vari “entusiasmi”, cercando di capire come ottimizzare le risorse. Disponevamo di 341 ore lavoro da giugno a novembre, e il nostro progetto era molto ambizioso. Prevedeva di offrire un servizio di minimarket a domicilio, di riportare le persone in strada e di aprire uno spazio dove le persone si potessero incontrare. La strada era quella buona, il nostro nuovo compagno di viaggio ci garantiva contatti ed energia, siamo partiti subito alla ricerca del posto giusto. Per l'incarico di portiere abbiamo cercato una persona dai modi gentili, capace nell'ascolto, un buon comunicatore, con competenze nell'organizzazione di eventi, e disposto ad abbracciare il progetto per l'eccezionale cifra di 3.410 € lordi complessivi da giugno a dicembre. Sembrava impossibile e invece Marco è comparso quasi da solo, si stava per laureare, corrispondeva alla descrizione e sembrava la controfigura di uno dei personaggi che da
mesi portavamo in giro per la città a simboleggiare la possibilità di confronto tra generazioni. Altri due punti erano fissati. Marco sarebbe stato il Portiere di porta Eburnea. Ora ci serviva solo uno spazio ampio, ristrutturato, al pian terreno e soprattutto gratis. Con Marco, Fabrizio, un'idea ancora molto lacunosa e nessuno spazio individuato, abbiamo iniziato a contattare quanti si stavano muovendo nel quartiere. Ci siamo ritrovati così intorno a un tavolo con l'equipe della “territoriale anziani”, quella dell'Auser e quella di “B+”, dedicata alla consegna di pasti a domicilio. Il Banco di Solidarietà era in contatto diretto con Fabrizio. Abbiamo scoperto con sorpresa che avevamo in comune l'idea di uno spazio di socialità e che mettendo insieme le nostre scarse risorse avremmo potuto moltiplicarle. Il progetto del Portiere di Porta Eburnea acquistava un nuovo punto fermo: mettere insieme tanti pezzi di città in un quartiere bisognoso di ricomporsi. Ci siamo rivisti direttamente nel quartiere, in strada, sotto un gazebo, dove abbiamo incontrato don Saulo e la signora Rita, che stava costituendo insieme ai vicini il Comitato del Quartiere. Eravamo ormai partiti. Adesso si trattava di presentarsi ai residenti e proporre loro di collaborare, anche se ancora non sapevamo dire bene a cosa. Senza accorgercene avevamo messo un nuovo punto. Il Portiere di Porta Eburnea si sarebbe occupato di raccogliere la storia del quartiere e costruire momenti pubblici di convivialità e riflessione. Il giorno stesso attraverso le foto pubblicate su Facebook ci ha contattato il Teatro di Sacco, al gruppo si è poi aggiunto Massimiliano della Corsia Off e nei prossimi giorni contatteremo il fotografo Giugliarelli, gli Scout dell'Ulivo, Centro Shalom, il Coro, il Conservatorio. Un pezzo alla volta stiamo scoprendo le tante risorse di un borgo bellissimo e ospitale.
Vecchio quartiere nuovA portinaia
DOPO
Prima
Il progetto di SME-City sbarca in piazza Grimana
Numero 6 - Novembre 2014 - pagina 8, 9
Volevamo partire a luglio ma è bastato un attimo di distrazione, una indecisione, un imprevisto ed è sopraggiunta l'estate, la città si è trasformata, le studentesse sono partite e tutto è stato rimandato ad ottobre. Un portiere di quartiere non nasce dalla sera alla mattina. Cresce un po' alla volta, sul terreno; ognuno ci mette un pezzetto, inizia a emergerne lo spirito nelle chiacchiere con le persone. Il lavoro sta poi nel costruire e de-costruire il senso. È un po' come un progetto architettonico, la struttura deve risultare non invasiva, solida, piacevole e funzionale. È proprio come una piazza, un giardinetto o un semaforo. Deve poter essere goduto da tutti, da tutti utilizzato, e tutti devono poter riconoscersi: «Noi siamo quelli di piazza Taldeitali»; «Noi siamo quelli dei giardinetti Talaltri»; «Noi siamo quelli del Portiere di Porta Sant'Angelo». Le studentesse del pensionato universitario Adisu potevano entrarci come i cavoli a merenda, ma noi, questa volta, si è deciso che ci garbavano proprio i cavoli a merenda, e così abbiamo apparecchiato. Vi racconteremo poi come abbiamo deciso di coinvolgerle. Quando dico noi penso a quelle persone che hanno pensato il portiere disegnando, cancellando e ridisegnando un pezzetto alla volta. Persone del Comune, di Vivi il Borgo, dell'associazione Piazza Grimana e Dintorni, della coop BorgoRete, del bar, della palestra, della piazzetta, persone che tra loro magari neanche si conoscono ma che un po' inconsapevolmente ci hanno lavorato. Le studentesse vivono in cima a corso Garibaldi. Per andare all’Università, o in qualunque altro luogo, devono attraversare tutto il quartiere, eppure i contatti con i residenti storici sono minimi. Il quartiere ha vissuto, come tutto il centro storico, un periodo di rapido svuotamento nei decenni scorsi, ma ultimamente stanno tornando le famiglie. Sono per lo più residenti immigrati ma per le strade si fatica e vederli. Via Sperandio è un vicolo parecchio nascosto dove un esercito di acacie spinose ha preso il sopravvento impadronendosi di marciapiedi, cancelli e cartelli stradali. Il fascino di un quartiere antico proviene anche dalle soluzioni che nei secoli gli abitanti hanno trovato
per modernizzare gli impianti idraulici. Qui l'evoluzione ha portato a un moltiplicarsi di sportellini fronte strada, ottimo nascondiglio per il mercato illegale delle bustine. Quando ho incontrato i sei candidati alla poltrona di Portiere di Quartiere avevo in mente questo e altro. Sei splendide persone tutte con buona manualità e legami interessantissimi con il quartiere. Un pezzetto importante lo hanno scritto anche loro regalandomi le loro storie e le loro percezioni. Quando martedì 14 ottobre la Portiera si è presentata al Quartiere nella prima serata di quasi inverno sono scrosciati applausi: «Mi chiamo Mikaela, ho trentacinque anni, sono laureata in discipline dell'arte, della musica e dello spettacolo e per mestiere ho consapevolmente scelto il teatro. Questo mi ha portato necessariamente a dover sviluppare quella che io chiamo “la serie infinita di competenze collaterali: babysitter, lavapiatti, giardiniera, imbianchina, postina, cameriera. Sono nata in Abruzzo, ho studiato in Emilia Romagna: ho vissuto in paesini di campagna, al mare, in montagna, in una grande città e in un piccolo borgo isolato e poi ho scelto Perugia, non ci sono finita per caso e tanto meno per sbaglio, è stata una scelta, una scelta condivisa con la persona che amo. Il mio sarà un lavoro prevalentemente svolto in strada, sarà un lavoro che cercherò sin da subito di organizzare in modo partecipato e collettivo. Sin da subito avrò bisogno del vostro aiuto per comprendere quali sono le urgenze e le necessità che da più tempo aspettano una risposta. Le strade del nostro borgo, dalla più larga alla più imboscata e piccolina, continueranno a essere strade abitate, accoglienti, partecipate, strade vive. Sono certa che imparerò molte cose da questo mestiere, come sono certa che farete tesoro dei talenti e delle piccole ma preziose competenze che metterò a vostra disposizione. Vorrei condividere con voi la sensazione che con questa esperienza ci stiamo facendo un regalo, un regalo generoso e inaspettato che ho deciso di accettare e spero vogliate accettare anche voi. Grazie di cuore». portieresantangelo@gmail.com
Suplemento Luoghi Comuni - n째 6 - Novembre 2014 - Reg. Tribunale di Perugia n째 844/2014 Editore: Borgorete soc. coop. soc. - Direttore Responsabile: Giovanni Dozzini www.luoghicomunimagazine.it - officinasmec.it - luoghicomuni@officinasmec.it