Luoghi Comuni n°9 - Febbraio

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LUOGHI COMUNI NUMERO 9 - FEBBRAIO 2015 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA

Copertina di Arianna Tei - Anno II - Febbraio 2015 - n° 9 - Reg. Tribunale di Perugia n° 844/2014

IL M AGAZ I NE CH E RACCONTA L A PER UGIA VISTA DAL BASSO

DIVERTIRSI NON È UNO SCHERZO A PERUGIA IL CARNEVALE È UNA COSA SERIA. OGNI ANNO DI PIÙ


LUOGHI COMUNI

Anno 2 - Febbraio 2015 - n° 9 Reg. Tribunale di Perugia n° 844/2014 Il nostro progetto nasce per raccontare, promuovere e supportare l’impegno positivo di cittadini, organizzazioni, associazioni e comitati, nel vivere gli spazi della Città. Ci sarà ampio spazio per chiunque abbia voglia di condividere le proprie esperienze sui luoghi che vive e in cui vive. Lo scopo del free press è ofPerso Film Festival pp. 4 - 5comunicafrire una sintesi e uno spazio tivo alla Perugia Autogestita e Positiva. Contattaci o scrivici una email se vuoi essere presente nel nostro Free Press o se vuoi condividere con noi qualche esperienza.

che l'arte sia la tua arma - 6

carnevale di perugia 2015 - 13

SMeC è la nostra Agenzia di Comunicazione Sociale, che sostiene la valorizzazione delle azioni positive che vengono create in Città. L’obiettivo è quello di dare un supporto di comunicazione, con le proprie professionalità al lavoro dei singoli e dei gruppi organizzati, per sostenere il valore delle relazioni.

postmodernissimo pp. 18 - 19 Indirizzo redazione: via F.lli Cairoli 24, Ferro di Cavallo - Perugia Orari: Lunedì 10.00 - 14.00 Giovedì 10.00 - 14.00

luoghicomuni@officinasmec.it 075 5145126 | 075 514511 www.luoghicomunimagazine.it luoghi comuni

DALLE PERSONE ALLE PERSONE - 22

accompagnata dal vento - 24

perugia social photofest pp. 24 - 25 Editore: Borgorete Soc. Coop. Soc Direttore Responsabile: G. Dozzini Redazione: G. Dozzini, D. Montiel, I. Finocchiaro, M. Giambattista, L. Rosi, A. Cefalo Contributi: M. Calesini, C. Bartolini, D. Rim Moiso, Humana People to People Italia, S. Paolini, A. Zizza Foto: A. Brancaccio, F. Boccabella, A. Tei, E. Pacini, A. Porro, Social Street di via Maiocchi Milano, S. Briziarelli, S. Paolini, A. Zizza Illustrazione Carnevale di Perugia 2015 pp13: Massimo Boccardini www.officinasmec.it 2 - EDITORIALE

Progetto Grafico e Impaginazione: D. Montiel - Smec Eventi: A. Cefalo - Smec Foto di copertina: Arianna Tei


DA CARNEVALE A CARNEVALE L’avventura di «Luoghi Comuni» è partita col Carnevale. Il numero zero della rivista, febbraio 2014, era di fatto una monografia sul tema. Oggi, un anno dopo esatto, siamo di nuovo qui a raccontarvi cosa succederà in città in questo scorcio di febbraio. Il Carnevale d’altronde è un periodo perfetto per saggiare lo stato di salute di una comunità. E quella perugina, a giudicare dalla miriade di iniziative che coinvolgeranno associazioni, artisti e semplici cittadini, non se la passa per niente male. Dai carri di San Sisto alle Giornate del Bartoccio, passando per le feste e i laboratori del centro: tutta gente che si darà da fare per divertirsi e per far divertire gli altri, con intelligenza, talento e creatività. Siamo andati a trovare queste donne e questi uomini, ci siamo fatti spiegare i loro obiettivi e le loro ragioni, abbiamo provato a costruire un piccolo mosaico che speriamo sia in grado di rappresentare efficacemente lo spirito che si respirerà lungo le strade di Perugia fino al 17 del mese, giorno del martedì grasso. Ma naturalmente ci sarà dell’altro. Vi parleremo dell’attività di Humana, con la sua raccolta di abiti usati, e di Injawara, il gioco ideato dalla ong Tamat per sensibilizzare i giovani sull’inaccettabile squilibrio tra Nord e Sud del mondo. E poi i ragazzi della Meridiana, uno squarcio nel velo di superficialità attraverso il quale a volte tendiamo a guardare chi per qualche tempo si ritrova a vivere in contesti familiari e sociali lontani dai nostri modelli ordinari. Torneremo sulla famigerata questione della droga a Perugia: troppo spesso il problema viene affrontato in modo grossolano e retorico, ma le istituzioni locali hanno messo in piedi un interessantissimo progetto per stimolare il dialogo tra tutti i soggetti coinvolti nella prevenzione e nel trattamento delle dipendenze. Faremo un giro virtuale tra i banchi del Mercatezio, e ci catapulteremo a Milano per imparare qualcosa in più sulle Social Street. Ci prepareremo ad assistere a uno spettacolo teatrale recitato da una compagnia di udenti e non udenti, ci metteremo nei panni di Josè, il pittore argentino che ha scelto Perugia e via della Viola. Osserveremo la città con gli occhi e gli scatti della giovane fotografa Sara Paolini, ci godremo il consueto schizzo narrativo di Ivana Finocchiaro e il grande ritorno degli oroscopi di Lavinia Rosi, le nostre ragazze che ormai ci invidiano tutti. Buon Carnevale, insomma, e buona lettura. E usate bene le vostre maschere, specie quelle che vi ritrovate a indossare, che lo vogliate o no, tutti i giorni dell’anno. Giovanni Dozzini 3


Sabato 17 maggio 2014

APERITIVO SOLIDALE 1^EDIZIONE Domenica 30 maggio 2014

PASSAPAROLE SOCIAL BOOK SHARING

Domenica 13 aprile 2014

primo Social Book Sharing: condividiamo un libro con un vicino leggendo in tre minuti una pagina o una storia amata

Primo aperitivo social solidale a favore di Opera San Francesco per i poveri, raccolti più di 700 euro

Domenica 31 maggio 2014

SOCIAL SWAP PARTY

NASCITA DELL’ORTO SPONTANEO DI PIAZZA 8 NOVEMBRE

scambio con i vicini per dare una seconda vita ad un oggetto o abito frutto di un acquisto compulsivo

nasce l'orto urbano spontaneo di piazza 8 novembre : con terra, piantine e semi ci sporchiamo le mani e coltiviamo!

Domenica 31 maggio 2014

APERITIVO NELL’ORTO

primo Aperitivo nell' orto con brusche torte salate fatte il raccolto: pomodo zucchine frutto della terra di Piazza Novembre

Venerdì 27 giugno 2014

SOCIAL BIRTHDAY

Domenica 18 maggio 2014

PIANOCITY

festa di compleanno con con brindisi in strada per i nati a giugno. bello festeggiare il compleanno con i vicini

partecipazione a Pianocity : nelle case di #socialmaiocchi al concerto sono invitati anche i vicini Domenica 9 febbraio 2014

CASE APERTE 1^EDIZIONE I vicini aprono le porte di casa ad altri vicini per cucinare, giocare e condividere attività insieme

Socialmaiocchi si presenta al quartiere con "on stage: la tua idea ha i minuti contati": chiunque può proporre la sua idea e fare gruppo per metterla in pratica

gennaio

Domenica 5 aprile 2014

Lunedì 24 febbraio 2014

PASSEGGIATE ARTISTICHE

ON STAGE: LA TUA IDEA HA I MINUTI CONTATI

febbraio

Domenica 23 marzo 2014

CASE APERTE 2^EDIZIONE vicini aprono di nuovo le porte di casa ad altri vicini

In giro per Milano in cerca di capolavori poco noti capitanati da un'esperta di arte che abita in #socialmaiocchi: prima passeggiata sul ricamo antico [al museo Poldi Pezzoli e al Castello Sforzesco]

marzo

LA STRADA DI TUTTI Le Social Street si stanno affermando in tutta Italia. L’esempio di via Maiocchi, a Milano, e quelle somiglianze con Perugia

4 - divertirsi non è uno scherzo

aprile

Domenica 11 maggio 2014

Domenica 19 giugno 2014

CYCLOPRIDE

Domenica 30 maggio 2014

PASSAPAROLE SOCIAL BOOK SHARING

Partecipazione alla Cyclopride cittadina insieme alla social street di Via Ponzio: una pedalata in compagnia!

secondo Social book sharing, si consolida il gruppo amante della lettura

maggio

RACCOLTA ABITI PER I PROFUGHI SIRIANI

AGOS

Ad agosto ch lasciando un nessuno resti

gli abitanti del quartiere raccolgono abiti usati per consegnarli c/o Casa della Carità in via Brambilla

giugno

luglio


Domenica 9 novembre 2014

COLAZIONE NELL’ORTO CON SEMINA Nell'orto urbano anche le colazioni con semina : arriva l'inverno ma l'orto non va in letargo!

O

!

Domenica 12 ottobre 2014

Domenica 29 ottobre 2014

SOCIAL SWAP PARTY

ette e ori e a8 Domenica 10 settembre2014

APERITIVO NELL’ORTO

secondo Social Swap party, in collaborazione con Via Morgagni socialstreet

Parte il progetto di formazione dei Volontari di prossimità in collaborazione con Via Morgagni socialstreet, per aiutare i senza fissa dimora della zona

Secondo aperitivo nell'orto urbano per salutarsi al rientro dalle vacanze estive

Sabato 11 ottobre 2014

hi resta in città fa passaparola su fb o per mail o messaggio in bacheca al bar "Io ci sono!"così che i "senza rete" in caso di bisogno o, semplicemente, non si senta solo!

agosto

APEDÌ....LUNEDÌ nasce Apedì...Lunedì, l'appuntamento fisso ad inizio settimana, per conoscersi sempre meglio e lanciare nuove idee

settembre

upp ni o reside to r nti di via Maiocchi e din

GITA FUORI MILANO

Domenica 14 dicembre 2014

#SOCIALMAIOCCHI1ANNO THE PARTY

Sabato 8 novembre 2014 #socialmaiocchi in gita: passeggiata e polenta a San Primo con visita alla Madonna del Ghisallo

Lunedì 29 settembre 2014

STO VICINO MIO TI CONOSCO

Gr

Domenica 19 ottobre 2014

BRUNCH AND ENGLISH CONVERSATION Agosto 2014

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VOLONTARI DI PROSSIMITA'

Brunch domenicale inclusa english conversation con Ann che offre lezioni d'inglese ai vicini

ottobre

APERITIVO SOLIDALE 2^EDIZIONE secondo Social Ape Solidale a favore Pane Quotidiano, raccolti 350 euro

novembre

Immagina di camminare per un paesino dell’entroterra italiano dove gli abitanti non sono più di un centinaio. Immagina di fare lo sforzo di salutare la prima persona che incontri per strada, anche se non la conosci. È molto probabile che dopo il tuo cenno della testa la persona che in quel momento si ritrova a percorrere la strada insieme a te ti restituisca il saluto. Dopo, dipende da che tipo è, quella persona potrà rimanere lì ferma, sforzandosi di capire per quale motivo può conoscerti... ah, sì, mi ricordo, è quell’amico del figlio della Pannacci. Sarà venuto per le vacanze!! Adesso immagina Milano, otto della sera, bar Stoppani, locale che ormai da un paio di anni è testimone del gran fermento di via Maiocchi, una delle tante Social Street presenti in tutta Italia. In questo momento c'è l’aperitivo sociale, e tutti sono invitati. Il bar è pieno, e il semplice fatto di sedersi accanto a qualcuno, che lo si conosca oppure no, è un pretesto per poter fare due chiacchiere. Parliamo con Riccardo, a Milano da più di tre anni. «In questa città, costruirsi una rete sociale è molto difficile. Due anni fa ho trovato un foglio attaccato al portone del palazzo dove vivevo, diceva di iscriversi alla pagina Facebook della via. All'inizio non ho aderito subito, ero un po' titubante, ma dopo aver sentito una trasmissione su Radio 2 che parlava di questo fenomeno esploso in tutta Italia ho deciso di farmi avanti, e ho partecipato alla prima festa organizzata dai ragazzi. Il messaggio era molto semplice: “vieni a conoscere i tuoi vicini e porta qualcosa con te”. Nessuno è arrivato a mani vuote. Il locale, una vecchia pasticceria, lo aveva messo a disposizione gratuitamente un’abitante della zona. Si sono presentate tante persone». Foto della Social Street di via Maiocchi

Domenica 1 dicembre 2014

SOCIAL BIRTHDAY

il primo compleanno della nostra social street

gennaio

PASSEGGIATE ARTISTICHE

social birthday: bello festeggiare il compleanno con i vicini

dicembre

febbraio 2015

PASSAPAROLE SOCIAL BOOK SHARING

una nuova passeggiata artistica capitanati da un'esperta di arte che abita in #socialmaiocchi

gennaio

febbraio

La Social Maiocchi è cresciuta come un processo senza strutture, senza regole prestabilite, eccetto quelle del senso comune e del rispetto. «Perché non abbiamo il controllo delle relazioni né di quello che succede», continua Riccardo, «nessuno dice a qualcun altro cosa fare. Tutti possono proporre e chi vuole si può inserire nella proposta. L'importante è che se una persona ha un'idea, quella persona ha la responsabilità di portarla avanti». Rachele, seduta accanto a Riccardo, ci dice: «La Social Street è un processo molto spontaneo che ci ha permesso ritornare a quelle modalità positive perse ormai nelle città contemporanee e che caratterizzavano la vita dei paesi. Magari ci ha permesso di portare anche più sicurezza perché adesso conosco le persone con cui abito e con cui condivido la strada». «Ci sono tante cose da fare», aggiunge. «Aperitivi sociali, gruppi di lettura, passeggiate artistiche, gruppi di cucito e di letteratura dell'800, un orto urbano a mo’ di Community Garden per recuperare spazi abbandonati, booksharing, gite fuori città, laboratori per bambini, eccetera. C'è anche un gruppo che segue i senzatetto della città fornendogli un po' di viveri e per fare un po' di conversazione». Parlando insieme a loro mi viene in mente tutto quello che accade a Perugia. Perché a Perugia non c'è nessuna Social Street ma le proposte che vengono dalle diverse associazioni del territorio sono molto simili alle iniziative di via Maiocchi. Magari la differenza è che la Social Street non è una associazione, è un metodo per portare la gente a relazionarsi. Ma alla fine che importa? Associazione o no, l'obiettivo comune non è quello di recuperare il valore della socialità? Gli strumenti attraverso cui farlo sono aleatori. David Montiel 5


CHE L'ARTE SIA LA TUA ARMA Josè Araoz e la sua pittura sociale, da Buenos Aires a via della Viola Testo di Mattia Giambattista Foto di Attilio Brancaccio

Mentre percorro il dedalo di strade che imboccata via Cartolari mi conduce fino alla bottega di Josè, alcuni esempi della sua arte sono già lì. Appesi ai muri di pietra grigia delle viuzze anguste, fra altre numerose opere pittoriche esposte, mi scortano, mi guidano, e arricchiscono il mio cammino. Sono immerso in una piccola, labirintica galleria d’arte. Quando arrivo al locale situato a un angolo di piazza del Duca, al civico 4, quello più vicino al PostModernissimo, l’artista è assorto nel suo lavoro e mi saluta guardandomi in tralice, distribuendo l’ultimo paio di pennellate sulla 6 - divertirsi non è uno scherzo

tela prima di appoggiare il suo strumento e venirmi incontro con un sorriso e la mano tesa. «Stavo portando avanti un’opera che mi è stata commissionata. Accomodiamoci», dice, offrendomi una seggiola e un cavalletto da usare a mo’ di appendiabiti. Josè Carlos Araoz è argentino e vive a Perugia da dodici anni. Non lo ammette esplicitamente ma lo si capisce, che lui ormai si senta un po’ italiano e pure perugino. Traspare da quel che dice con orgoglio e soddisfazione sulla nuova condizione di via della


Fiorivano le Viole, l’artista tiene un laboratorio di disegno e pittura aperto a chiunque sia interessato a imparare e svolto nello spazio in cui siamo seduti a parlare. Per poter partecipare occorre soltanto fare la tessera dell’associazione e consultare la pagina Facebook della stessa alla sezione riservata agli eventi organizzati. Il laboratorio è attivo ogni martedì dalle 18.30 alle 20 e sarà suddiviso in moduli della durata di tre mesi ciascuno. Quello attualmente in corso è dedicato al ritratto del vivo. Il locale fruito da Josè è anche noto col nome di Atelier degli Artisti e accentra il lavoro di altri quattro suoi colleghi che condividono questo spazio con lui. Sono Elisa Canestrelli, Daniele Formica, Valeria Vestrelli e un’altra artista che si firma col nome esotico di Miss Okinawa. Col suo sguardo gentile, i suoi modi pacati e i suoi occhi profondi capaci di metterti immediatamente a tuo agio, il mio interlocutore mi cita i loro nomi e mi accompagna alla scoperta di alcune opere, loro e sue.

Viola. «Parlavo con una signora che abita qui vicino, qualche giorno fa, e mi spiegava che la situazione è molto migliorata. Da quando è stato possibile riappropriarsene, quest’area della città non vive più il degrado che aveva conosciuto tempo fa. Non dico che tutti i problemi siano stati risolti, però sono stati ottenuti dei risultati degni di nota». Josè ha cercato e cerca tuttora di contribuire a questa rinascita della via facendo la sua parte con l’arte pittorica. In collaborazione con l’associazione

«Se dovessi definire la corrente pittorica alla quale appartengono i miei quadri, direi che si tratti di arte contemporanea, e più in particolare di arte sociale», sostiene. Lo scorso luglio Josè Araoz ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale d’Arte Contemporanea che ha avuto luogo a Milano. «Io vengo da Buenos Aires, dove mi sono laureato all’Accademia di Belle Arti e ho iniziato a lavorare come insegnante. Ho sempre dipinto e partecipato a mostre e esposizioni. Ci è voluto del tempo prima che mi abituassi a una realtà infinitamente più piccola come quella di Perugia. Tuttavia, col trascorrere degli anni, ho imparato ad apprezzarla molto, a godere di aspetti e cose di cui in una metropoli non avrei potuto avere esperienza. Un progetto come questo che stiamo portando avanti in questa piccola bottega con l’associazione Fiorivano le Viole può esserne un esempio». Quando ci congediamo e lo ringrazio per il tempo che mi ha concesso, mi dice: «Guardati intorno quando ripercorri la strada del ritorno. Passare per queste vie ora è come attraversare una piccola galleria d’arte, fra i tanti dipinti esposti alle pareti. È così che l’abbiamo pensata. Lo avevi notato?» 7


Senti chi recita Il teatro è comunicazione allo stato puro. Ecco uno spettacolo che coinvolge udenti e non udenti Testo di Clarissa Bartolini Foto di Eros Pacini

La sordità è invisibile al mondo degli udenti, perché non si vede. Alcuni sordi riescono a comunicare parlando e leggendo il labiale grazie alla logopedia, altri invece non ci sono riusciti e comunicano con la Lingua dei Segni (Lis). I sordi sono persone autonome, amano viaggiare, visitare i musei e le bellezze architettoniche delle città del mondo, amano percorrere e conoscere la storia dei centri storici, hanno la passione per la conoscenza, frequentano le accademie di belle arti e le scuole d’arte perché trovano nell’arte una via semplice per comunicare con il mondo che li circonda. E questa comunicazione non sempre è facile. Anzi. Il più delle volte è difficile, e le persone sorde non sempre ricevono da parte degli udenti tutte quelle attenzioni e quella disponibilità necessarie affinché si realizzi il processo comunicativo. Tra le ragioni, sicuramente anche il senso di impotenza e inadeguatezza provato dall’udente - la cui modalità comunicativa è la parola - di fronte alle difficoltà di comunicazione con la persona sorda, che invece utilizza un canale diverso, quello corporeo, appunto. L’impotenza e la difficoltà spesso provocano da entrambe le parti una reazione di graduale rinuncia al dialogo. Per questi motivi, e per raccontare attraverso un linguaggio simbolico e immediatamente comprensibile il significato dell’esperienza della sordità attraverso la valorizzazione dell’e-

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sperienza diretta dei partecipanti, è nato a Perugia un progetto di teatro tra sordi e udenti. Quest’esperienza vuole far capire quanto sia importante la lingua dei segni che, al pari di una lingua straniera, consente una comunicazione ampia e significativa con gli altri, promuovendo l’integrazione tra sordi udenti e l’incontro dei due mondi. Gli attori comunicano attraverso il corpo, attraverso le azioni, usando la Lis ma anche leggendo le labbra, un bilinguismo che dovrebbe essere obiettivo da raggiungere per tutte le persone sorde. Il percorso è laboratoriale e coinvolge attività strutturate e attività di improvvisazione in cui gli attori (sordi e udenti) mettono in gioco se stessi e le proprie emozioni, costruendo progressivamente la narrazione che poi diverrà spettacolo, alternando momenti umoristici a momenti di intensa commozione. Il progetto viene portato avanti da Clarissa Bartolini, presidente dell’Ens (Ente nazionale sordi) di Perugia, insieme a Maria Gabriella Carlizzi, docente di musica, che cura la regia. Lo spettacolo di quest’anno è in costruzione (prevediamo che si svolgerà all’inizio dell’estate) e si concentrerà ancora una volta sull’esperienza sensoriale ed emotiva del contatto ravvicinato con il mondo della sordità, che diventa performance teatrale. Sarete tutti invitati ad assistere a questa straordinaria esperienza e vi diciamo fin da ora che avremo presto bisogno del vostro aiuto. Per non far morire questa nostra iniziativa, infatti, lanceremo presto un progetto di crowdfunding. Vi inviteremo a partecipare!

Per saperne di più: Clarissa 347 0331056 (per sms) e-mail: clarissabart80@yahoo.it 9


IL MERCATO CHE RACCONTA San Marco, è un sogno a Km 0 Testo di Deborah Rim Moiso Foto di Alessandro Porro

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Pane di farro, sciroppo di limone, cespi d’insalata, sacchi di legumi, the e tisane, carote e banane … ma non sono i prodotti esposti in vendita, il reale valore del MercaTezio. C’è un tesoro nascosto, in questo appuntamento mensile che si proclama “mercato contadino, locale, artigiano”. E sono gli sguardi che accende, i collegamenti che crea, le relazioni che intesse. San Marco. Perugia Nord. Un quartiere a metà tra città e campagna, tra paese e periferia, tra dormitorio dimenticato e villaggio vitale. Accanto alla palestra, dal tetto futuristico, c’è un piazzale, pieno di buche e vuoto di identità. Tranne una volta al mese. Il secondo sabato, per la precisione. Tutto comincia alle 7 della mattina. Arrivano i volontari del gruppo di acquisto solidale GasTezio, insieme agli amici dell’associazione di promozione sociale La Rabatta, e cominciano a spostare transenne e montare gazebo. «Noi del Gas», spiega Andrea, uno dei fondatori del gruppo di acquisto solidale, «ci incontriamo a San Marco, una volta alla settimana, da più di tre anni. Abbiamo sempre privilegiato i produttori locali, costruendoci una rete di contatti, imparando a lavorare insieme e a fare proposte pratiche. Con il MercaTezio abbiamo voluto allargare la rete a tutto il territorio, coinvolgendo anche chi magari non ha tempo per venire a riunione, o non usa internet». «Ci siamo anche noi della Rabatta», aggiunge Grazia, presidente dell’associazione. «Siamo tutti abitanti della campagna perugina, verso i monti del Tezio. Il mercato fa parte dello stile di vita che amiamo: locale, solidale e un po’ “arrabattato”». Dopo poco cominciano ad affluire i furgoncini degli espositori. Vengono quasi tutti dall’Umbria, con qualche sconfinamento nelle provincie limitrofe. Sono piccoli produttori, contadini, allevatori, artigiani e trasformatori, per i quali la vendita diretta è una scelta precisa: quella di “metterci la faccia”. Molti aderiscono ai princìpi di Genuino Clandestino: il MercaTezio è parte di una storia che comincia molto tempo prima, con i mercati organizzati dal Circolo Island, e poi con Terra Fuori Mercato a Ponte San Giovani. Una storia ricca di contenuti: su ogni banco

Il MercaTezio è a San Marco, Perugia accanto al Palazzetto dello Sport Ogni secondo sabato del mese, fino alle 14

oltre ai prodotti spiccano fotografie, schede informative, esempi di certificazione partecipata. Basta avvicinarsi per essere coinvolti nel racconto. Ogni prodotto ha una storia, una personalità. Lo scambio di consigli e ricette è fitto, fioccano inviti alle iniziative, a visitare le aziende e farsi coinvolgere nelle campagne sul cibo genuino e sul diritto alla terra. Sono le 8.30. Il mercato è allestito, colorato e decorato. E ora che succede? Con voci e richiami, tutta la comunità del MercaTezio, perché di comunità di tratta, si raduna al centro del piazzale. I primi clienti vengono attratti nel gruppo, presi per mano. «Venga signora, ci porta fortuna!». Si forma un grande cerchio. Idea un po’ “teatrale” della prima edizione, è diventata tradizione. «È naturale! È ecologica! È a km zero!», attacca Andrea prima di guidare tutti in un beneaugurante «Merda! Merda! Merda!». Il mercato è ufficialmente aperto. Si comincia! Alle 10 arriva il Bibliobus, il camper del Comune adibito a biblioteca. I più piccoli lo affollano mentre i genitori fanno acquisti. Laura, del gruppo delle Riciclamiche, arriva subito dopo con cassette cariche di oggetti recuperati. Ha aiutato ad allestire il banco del baratto, un servizio “ecologico e anticrisi” mutuato dalla piazza di Ponte San Giovanni e arricchito dallo scambio di piante e semi. Le sue cassette finiscono su un tavolo al centro, per il laboratorio dei bambini. «Il mercato è socialità», spiega, «cerchiamo sempre di avere laboratori creativi per piccoli e grandi». Un atteggiamento che ha contagiato il quartiere: il Betti Bar, uno dei locali della zona, ha aderito al progetto offrendo “aperitivi contadini” in cui ai prodotti locali si affiancano i racconti di chi produce, coltiva, conosce. E anche qui nascono scambi, incontri, si intessono nuove relazioni e iniziative. A Dicembre 2014 al mercato è apparso un cartello sul quale si leggeva “Lasciaci il tuo Sogno per San Marco”. I passanti sono stati invitati a lasciare un messaggio, e ne sono stati raccolti a dozzine. Facciamo in tempo a leggere qualcosa? Un frutteto condiviso… uno spazio per cani e padroni… una biblioteca… una scuola di cucito… un giardino fiorito… un parco giochi… La spiegazione: il mercato è nato da un sogno: perché non contribuire a farne nascere altri?

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Perugia e la droga. Un problema, molte risposte Polizia, operatori sanitari, associazioni. Ognuno si dà da fare a modo suo. Le istituzioni organizzano un ciclo di seminari e laboratori per farle dialogare

Di sciocchezze su Perugia e la droga se ne sono dette e scritte tante. Esiste un problema, certificato dai numeri e sotto gli occhi di tutti, ma le speculazioni e le strumentalizzazioni, negli anni scorsi, si sono sprecate. Nell’aprile del 2014 è uscito La droga in Umbria, un corposo dossier curato da Fabrizio Ricci e Matteo Tacconi per conto della Regione e dell’associazione Libera che ha raccolto saggi, inchieste e interviste sul tema. Ne è emerso un quadro articolato e complesso, in cui si analizzano i molti dati a disposizione delle autorità, sanitarie e non, e si cerca di indagare sugli aspetti sociologici, scientifici e, certo, criminali della materia. Una lettura che chiunque, e in special modo qualsiasi giornalista o intellettuale o uomo politico, prima di esprimere un pensiero o un’opinione sulla situazione perugina (che è senza dubbio quella più delicata in tutta la regione), dovrebbe affrontare. Oggi, a quasi un anno di distanza, le istituzioni tornano a occuparsi dell’impatto della droga sulla comunità umbra. Lo fanno con un’iniziativa di lungo respiro organizzata nell’ambito delle attività sviluppate dal Protocollo d’intesa su prevenzione e contrasto delle dipendenze siglato nell’autunno del 2013 da numerosi enti, dalla Regione alla Prefettura di Perugia, passando per Comune e Provincia di Perugia, forze dell’ordine, Usl e università. Un progetto ambizioso e coraggioso, e tutt’altro che semplice: l’idea è quella di mettere a confronto tutte le realtà coinvolte, in un modo o nell’altro, nelle varie attività di risposta al “problema droga”. Quindi politica, servizi sociali e sanitari, scuole, associazioni cittadine e giovanili, oratori, giornalisti, cooperative sociali 12 - divertirsi non è uno scherzo

e operatori del terzo settore, forze dell’ordine. Soggetti che molto spesso faticano a parlare tra di loro, e solitamente tendono a concentrarsi su soluzioni e metodi elaborati in autonomia. I promotori di questo progetto ritengono che dal dialogo possa invece scaturire un approccio più ricco, consapevole ed efficace. Per questo hanno allestito un fitto programma di incontri che si articolerà tra febbraio e maggio: tre seminari e cinque laboratori dedicati all’approfondimento del tema delle dipendenze, con una particolare attenzione alla prevenzione e al trattamento. La volontà è quella di superare le vecchie liturgie e i vecchi steccati, mettendo gli adolescenti a contatto coi poliziotti, i carabinieri con le unità di strada, le associazioni cittadine con la stampa. Ognuno porterà la propria esperienza, spiegando metodologie e finalità della propria azione e avanzando agli altri proposte e richieste. Seminari e laboratori si svolgeranno tra la Scuola Umbra di amministrazione pubblica di Pila e spazi inediti del tessuto urbano. Il primo appuntamento è per mercoledì 11 febbraio alla Sala d’Onore di Palazzo Donini, dove si terrà una giornata di presentazione dell’intero progetto, intitolato Comunicare, condividere, partecipare, alla presenza delle istituzioni locali e con interventi di studiosi, operatori e rappresentanti del ministero dell’Interno. Poi, il 27 febbraio, il primo seminario, focalizzato su caratteristiche delle sostanze, dipendenze e mercato (cinema Méliès, dalle 9 alle 17). Per iscrizioni e informazioni è possibile visitare il sito www.villaumbra.gov.it. «Luoghi Comuni» seguirà da vicino l’intero percorso, dedicandogli spazio in ogni numero da qui alla sua fine. Giovanni Dozzini


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Illustrazione di Massimo Boccardini


Le maschere della città vecchia Il Carnevale di Perugia è frutto del lavoro delle associazioni. Laboratori, feste, cortei, da Fontivegge a Corso Vannucci Testo di David Montiel Foto di Arianna Tei

Le luci della città vecchia è anche il nome del Tavolo di coordinamento delle associazioni del centro storico che si è occupato di costruire e condividere il calendario degli eventi.

La preparazione al Carnevale è iniziata il 19 gennaio, quando il Bartoccio appare nella zona di corso Bersaglieri, in concomitanza con la festa di sant'Antonio Abate che tutti gli anni coinvolge i vicini e i residenti mettendoli all'opera nell'organizzazione dell'evento dedicato al loro santo patrono. Tra strade piene di animali, stand di gastronomia e artigianato, concorsi di disegno e spazi per l'arte, il Bartoccio cammina lungo corso Bersaglieri fino a Corso Vannucci tra danze e scherzi, urlando versi in perugino e satire pungenti sull'operato di politici e potenti.

Gli organizzatori si sono presi in carico, insieme alle energie disponibili nei vari territori, lo svolgimento di momenti di festa in distinte aree della città. Le varie realtà messe in gioco hanno dato vita a un calendario ricco di occasioni per festeggiare, che si concentra nelle date tra il 6 e il 17 febbraio.

Comincia così il percorso di costruzione del Carnevale 2015, che in questi giorni propone laboratori gratuiti aperti a tutti su realizzazione e uso della maschera e creazione dei costumi. L'associazione Priori, insieme a Mario Mirabassi e in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti (che mette a disposizione un suo spazio in

Per i cittadini di Perugia il Carnevale è diventato un'occasione per riunirsi e condividere la costruzione di un percorso che culmina con la realizzazione di una serie di eventi. Questo è il secondo anno che la kermesse mascherata ha come punto di riferimento le luci della città vecchia.

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via dei Priori), ha aperto il laboratorio del “Mascheramento”, uno spazio creativo per ideare e realizzare dei costumi con materiale di riciclo. Costumi che saranno indossati insieme a un drago mangiarifiuti con una testa di più di tre metri che percorrerà le principali vie del centro durante la grande festa di sabato 14. Altri laboratori di preparazione al Carnevale invadono via della Viola, Porta Eburnea e corso Garibaldi. A Monteluce l'associazione Cittattiva insieme alle Riciclamiche e a qualsiasi persona disponibile, stanno creando abiti e maschere che dovranno rappresentare della frutta. Nella giornata organizzata a Monteluce, un cuoco farà delle ricette danzando con i bambini che indosseranno gli abiti costruiti in questi giorni, creando composizioni e pietanze squisite. Il Comune di Perugia e la Fondazione Cassa di Risparmio hanno contribuito con un piccolo finanziamento che ha permesso l'acquisto dei materiali. Il Carnevale è un percorso di partecipazione attiva che nasce dal basso, la sua forza motrice più di qualsiasi finanziamento è l'energia e la voglia di condivisione che associazioni e singole persone mettono in campo per la realizzazione di tale evento. Da San Sisto a Ponte d'Oddi, dalle strade di Fontivegge ai vicoli del centro storico, da Borgobello a corso Garibaldi, da Porta Eburnea a Porta Pesa, il Carnevale di Perugia vi invita a viverlo con passione e divertimento. Portate coriandoli, giochi, maschere, strumenti musicali per condividere la festa più coinvolgente e colorata dell'anno.

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GLI EVENTI DEL CARNEVALE DI PERUGIA A cura del Tavolo delle Associazioni del Centro Storico Venerdì 6 febbraio

“Etnografia del Carnevale a Perugia: il ballo aristocratico nelle fotografie dell’Ottocento” con Cristiana Palma, a cura dell'ass. Vivi il Borgo; ore 17.30 - Biblioteca di san Matteo degli Armeni

Sabato 7 febbraio

“Via dei Priori in Festa” a cura dell'ass. Priori 14.30 - Nascondino di carnevale, Parco del Campaccio, via della Cupa 16 - Sfilata con il drago mangiarifiuti e la banda degli Unisoni, via dei Priori 17 - Spettacolo di burattini e dolci per tutti, sala S. Chiara - via del Tornetta

Domenica 8 febbraio

Giovedì 12 febbraio

“Tutti in Maschera”. Festa per bambini; dalle 15.30 - Centro Socio-Culturale Montegrillo "Carnevale in balera” con frappe, danze e giochi in compagnia, a cura dell'ass. Vivi il Borgo e Comitato Piazza Grimana; ore 17.30 - sala Miliocchi – corso Garibaldi “Al Borgobello si balla!”. Veglione con musica anni ’60 a cura dell'ass. Borgobello; ore 20, ProTesto – via Bonfigli. Ingresso con cena € 20 “Carnevale dei bambini” a cura del Consorzio Perugia In Centro; dalle ore 15, Rocca Paolina

Venerdì 13 febbraio

“Carnevale al Borgobello”. Festa in maschera e sfilata dei carri dei Rioni di San Sisto, a cura di Distretto del Sale e ass. Borgobello; dalle 15.30, corso Cavour e Borgo XX Giugno “Carnevale dei bambini” a cura del Consorzio Perugia In Centro; dalle ore 15, Rocca Paolina

Sabato 14 febbraio

“Carnevale di Perugia“. Sfilata di maschere e costumi con musica nel centro storico a cura del Tavolo delle associazioni del Centro storico in collaborazione con Consorzio Perugia In Centro e Comitato Pro-Loco del Comprensorio Perugino; ore 17.30, partenza da piazza IV Novembre “Carnevale delle Viole”. Animazioni, Maschere e Arte di Strada a cura dell'ass. Fiorivano le viole; dalle ore 15, via Cartolari e via della Viola

Domenica 15 febbraio

“Carnevale del Mondo”. Sfilata di maschere e costumi e Piazza del Bacio in festa, a cura dell'ass. Fontivegge; ore 15, partenza da Cva di Madonna Alta “Carnevale di Monteluce”. Animazione, arte e sfilata in maschera a cura dell'ass. Cittattiva; dalle ore 15, Monteluce “Carnevaliamo”. Passeggiata allegorica con Bartocciata finale, a cura del Circolo ponte d’Oddi; ore 15, partenza da Via Meucci, Montegrillo e arrivo al Circolo Ponte d’Oddi.

Lunedì 16 febbraio

Martedì 17 febbraio

“Carnevale nella via Vecchia”. Animazioni e convivialità a cura dell'ass. Rionale della via Vecchia; dalle ore 16, via U. Rocchi e via Baldeschi CHIUSURA DEL CARNEVALE: “Martedì grasso in maschera”. Sfilata di maschere e costumi per bambini a cura dell'ass. Rione di Porta Eburnea; dalle 15.30, partenza da piazza santo Spirito “Il carnevale degli animali” (Saint Saens). Esecuzione degli allievi del Conservatorio Morlacchi di Perugia diretto dal maestro Pedicelli; ore 21, Auditorium - piazza Mariotti. Ingresso libero

Domenica Domenica 15 febbraio 168-febbraio gli eventi del carnevale dalle ore dalle ore 14.30 14.30

Martedì 17 febbraio dalle ore 20.30

CARNEVALE DI SAN SISTO Sfilata dei carri allegorici a cura dell'ass. I Rioni di san Sisto


Ponte d’Oddi Monteluce Via Vecchia

Corso Garibaldi Vie del Centro Storico

Via dei Priori

Via della Viola

San Sisto Porta Eburnea Borgobello Fontivegge

LABORATORI DI CARNEVALE e ALTRE ATTIVITÀ Casa/Museo Oddi-Marini-Clarelli Via dei Priori: dal 17 Gennaio al 17 Febbraio dalle 16 alle 19. Allestimento Carnevale e Mostra di Fotografie e Oggetti Antichi visite guidate gratuite: Lunedì 15 - 17, Venerdì 9.30 - 12.30 Via dei Priori - info: ass. Priori, 393 5145793, viadeipriori.perugia@gmail.com “Il Mascheramento” dal 20 Gennaio al 12 Febbraio il Martedì ed il Venerdì dalle 15.30 alle 19 Laboratorio di Costumi e Maschere con materiali di riciclo, condotto da Mario Mirabassi a cura dell'Accademia di Belle Arti di Perugia “Strumenti in Maschera”. Sabato 24 e sabato 31 gennaio dalle 16 alle 17.30. Laboratorio musicale per bambini da 3 a 6 anni, a cura de La Banda degli Unisoni Scuola di Musica Corso Garibaldi - info: ass. Vivi il Borgo, associazioneviviil borgo@gmail.com “Il gioco della Maschera” Mercoledì 4, Venerdì 6 e Lunedì 9 Febbraio (dalle ore 19.30). Laboratorio teatrale propedeutico alla scoperta della Commedia dell’arte a cura di Mikaela Cappucci Via Cartolari e Via della Viola - info: ass. Fiorivano le Viole, fiorivanoleviole@gmail.com Laboratori di Maschere, Costumi e Riciclo creativo

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LA CAPITALE DEL CARNEVALE San Sisto e i suoi carri allegorici, trentasei anni di storia Testo di Mattia Giambattista Foto di David Montiel

A San Sisto, come ogni anno, il Carnevale verrà festeggiato in modo speciale. La celebre sfilata dei carri dei rioni del popoloso quartiere perugino è giunta alla sua trentaseiesima edizione. Il lavoro che permette lo svolgimento di questa manifestazione è enorme e noi siamo andati a spiarlo dietro le quinte, ospiti dell’associazione Carnevale - I Rioni, che incarna la vera anima del progetto. La longevità dell’evento è il frutto di un’inestinguibile passione che anno dopo anno spinge gli organizzatori a ripetere gli sforzi necessari al successo della celebrazione. Nei preparativi sono coinvolti uomini, donne, ragazzi e bambini. «L’obiettivo è appunto questo: trascinare e attrarre tutta la gente di San Sisto che voglia partecipare. Soprattutto i più piccoli, per passare a loro il testimone del nostro entusiasmo», dice Walter, presidente dell’associazione. «Contestualmente a questo progetto, infatti, sono già attivi alcuni laboratori di creazione di maschere e altri manufatti nelle scuole materne, elementari e medie. E lo scopo è quello di arrivare a formalizzare una vera e proprio iniziativa in collaborazione con

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tutti gli istituti di formazione scolastica di San Sisto. I bambini sono e saranno la nuova linfa, il futuro della manifestazione». I partecipanti alle varie fasi di manodopera della realizzazione dei carri sono componenti di tutto il tessuto sociale della frazione perugina, membri dell’associazione organizzatrice e non. Il loro lavoro è volontario, gratuito, e anzi molti si trovano spesso a contribuire di tasca propria all’acquisto di materiali e strumenti. Nel capannone all’interno del quale veniamo accolti la temperatura è glaciale, e ci ritroviamo sovrastati dagli scheletri metallici e mastodontici dei carri, l’ossatura di opere nascenti ricoperta ancora solo parzialmente di polistirolo e vecchi fogli di giornale. Un uomo intreccia un groviglio di fili circondato dalle scintille prodotte dalla saldatura che sta effettuando. Alcune donne si dedicano a meticolose procedure di decorazione. Tutti lavorano in un’atmosfera rilassata e scherzosa. «Quelle che vedete all’opera sono persone che vengono qui quotidianamente e semplicemente per il gusto di farlo. Chiunque venga a darci


una mano è ben accetto. La costruzione dei carri ci impegna da fine ottobre/inizio novembre e prosegue poi ininterrottamente», confida Walter. Ogni rione avrà la sua creazione e ciascuna di esse sta prendendo forma lentamente. Gli uomini che le plasmano mostrano un’abilità manuale sopraffina. L’artigianalità diventa un valore aggiunto, anziché un ostacolo. I fondi sono limitati. Per realizzare l’evento, l’associazione si autofinanzia con una raccolta di offerte porta a porta e con i contributi di cittadini e negozianti di San Sisto. «I veri fattori che determinano la riuscita del Carnevale sono la nostra dedizione e la nostra esperienza. E sarà così anche quest’anno», confessano orgogliosamente alcuni degli uomini al lavoro.

Poi le tappe fuori dai confini del paese: il 13 febbraio in Corso Cavour, il 14 in Via Mazzini, e il 22 al centro commerciale Quasar Village di Corciano. La principale novità dell’edizione 2015 sarà il concorso Sisto’s Cosplay Contest, una gara di costumi ispirata a quella analoga organizzata ogni anno alla fiera Lucca Comics.

Le date delle sfilate sono sei. L’8, il 15 e il 17 febbraio a San Sisto. Le prime due avranno luogo di domenica, l’ultima coinciderà con il martedì grasso e si svolgerà in notturna.

L’associazione Carnevale - I Rioni di San Sisto è su Facebook, e potrete inoltre ottenere ulteriori informazioni sulla manifestazione visitando il sito www.carnevalesansisto.it.

Se lo spazio per il divertimento è assicurato, nemmeno i buongustai rimarranno delusi. Le sfilate saranno accompagnate dal lancio di una quantità totale di circa cinque quintali di cioccolato dai carri e da una degustazione di pesce imbandita da un’associazione di albergatori e ristoratori che arriverà direttamente da Torrette di Fano.

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Attenti Al bartoccio Testo di Giovanni Dozzini Foto di Francesca Boccabella

Ormai i perugini si sono affezionati. Il Bartoccio, da qualche anno a questa parte, è uscito dalla sua dimensione immaginaria e ha assunto i contorni precisi e materialissimi del burattino costruito da Mario Mirabassi. Mirabassi aveva a sua volta tratto ispirazione non dalla tradizione popolare pura e semplice, ma dalla raffigurazione che del Bartoccio aveva fatto Marco Vergoni, disegnatore di talento scomparso non molto tempo fa. E lui, il Bartoccio, ormai il suo grande momento di gloria lo vive sempre sotto Carnevale. Merito di Mirabassi e degli altri sodali, Renzo Zuccherini in testa, con cui il mastro burattinaio organizza le Giornate del Bartoccio, una rassegna che mette insieme teatro di figura, teatro tout court, musica e approfondimenti di vario genere. L’edizione 2015 è iniziata a gennaio con i due incontri dedicati alla Scola de Bartocciate, e proseguirà fino a sabato 14 febbraio, giorno dello spettacolo degli spettacoli, Il Bartoccio e Ciuflancanestro: appuntamento alle 16 alla Sala dei Notari, con una storia, giurano Mirabassi e l’autore Zuccherini, che metterà alla berlina i tic e le debolezze dei nuovi potenti della città, dal sindaco Andrea Romizi in giù. La satira d’altronde funziona in questo modo: se la prende coi più forti, e possibilmente fa ridere tutti gli altri. 20 - divertirsi non è uno scherzo

E poi? Il programma delle Giornate è denso. A fine gennaio si è inaugurata al Centro Camerale Alessi la mostra dedicata a Vergoni (di cui quest’anno, come autore del manifesto dell’iniziativa, ha raccolto il testimone Moreno Chiacchera), mentre giovedì 5 febbraio tredici pasticcerie del centro storico si sfideranno nell’asaggiaBartoccio!, una sorta di mangialonga in cui i perugini potranno assaporare le differenti versioni delle loro bartocciate, dolci tipici riscoperti in tempi molto recenti. Quindi, sabato 7 all’Auditorium Santa Cecilia, lo spettacolo di canzoni perugine CantaPerugia!, e poi, domenica 8 alla sede del Teatro di Figura in via del Castellano (Tfu), un convegno su dialetto e teatro, e ancora, venerdì 13 sempre al Tfu, un concerto di musica popolare coi maggiaioli di Pilonico Paterno e la Nuova Brigata Pretolana. Dello spettacolo conclusivo di Mirabassi s’è già detto. Subito dopo, a metà pomeriggio di sabato 14, il Bartoccio e la Rosa apriranno in piazza le danze del Carnevale perugino. Potrete trovare il programma completo on-line, per esempio sulla Tramontana di Zuccherini (www.latramontanaperugia.it). E attenti al Bartoccio, se lo incrocerete sulla vostra strada. Almeno con la lingua è uno che non fa prigionieri.


Davanti al Palazzo Reale di Milano, ore 10 -12.30 È una sensazione molto specifica, quella che si avverte quando trovi una fila chilometrica fuori dal museo che vorresti visitare. Nel mio caso, è andata più o meno così: era mattina, sapevo di aver fatto un po’ tardi. Dopo aver raggiunto di corsa la metro ho compiuto il viaggio sotterraneo dentro il verme luminoso scivolante nei tunnel bui e piastrellati di cartelloni pubblicitari, seduta accanto a un inquietante metallaro con lo zaino che grondava di lamette e teschi di ogni dimensione. Sono uscita (parecchio sollevata) verso lo strato superiore del mondo, incontrando immediatamente l’aguzzissimo Duomo e procurandomi un torcicollo per lanciare uno sguardo alla mia-bela-madunina, finché non sono arrivata di fronte a Palazzo Reale. E allora eccola lì, quella dannata sensazione molto specifica. È un vuoto, è un tremolio che fa vibrare la giuntura delle ginocchia, è l’occhio strabuzzato e incredulo. Sì, sono solo le dieci di mattina, ma l’ingresso di Palazzo Reale è lontano qualche anno luce, interamente occupato da decine di aspiranti visitatori della mostra per cui tu hai fatto 500 chilometri di viaggio (inclusi quelli vicino al giovane lamettaro inquietante). Ci sono diverse file, una per ciascuna mostra, e ci mettiamo un po’ per capire quale sia quella per la retrospettiva di Chagall. Nel momento in cui la individuiamo ci affiancano altre due ritardatarie, con cui inizia una specie di silenziosa e ridicola gara – con annessi sguardi di sottecchi per capire chi fosse in pole position – per occupare il millesimo posto nella fila. Fortuna che non fa troppo freddo. Le signorine (il suffisso, quell’“-ine” finale che tanto mi fa rabbrividire, in alcuni casi lo trovo parecchio opportuno) che abbiamo battuto alla precedente gara del posizionamento non sembrano essersela presa a

SOTT O gli O C C H I

di IVA N

A

male. E, soprattutto, sembrano avere moltissime cose da dirsi. Il tempo scorre tra un loro racconto e l’altro, scandito dal risolino acuto della Signorina A. Impossibile non guardarsi attorno: nella fila della mostra di Segantini, un signore in paltò si è perfino portato da casa una sedia pieghevole, generando l’invidia dei suoi compagni di ventura e di tutti noialtri. All’improvviso, sbuca fuori dal palazzo una coppia freschissima di matrimonio, due settantenni (lui in frac, lei avvolta da un abito rosa) che fanno letteralmente svenire le due “-ine” (sì, c’è ancora speranza!). Ogni volta che la fila va avanti di qualche passo, si sente un mormorio diffuso di soddisfazione, è simile alla reazione del vicinato al goal dell’Italia; eppure si avanza così lenti che ti assale il dubbio se riuscirai mai a varcare quella soglia. Un addetto alla sicurezza, tutto intento a passeggiare tra una fila e l’altra, in un momento rischia il linciaggio pronunciando una singola domanda – «Stanchi delle lunghe attese?» – che gli procura diversi allegri insultacci, sintetizzabili in “macci-prende-peril”. Stremata, cedo alla dipendenza della caffeina e fuggo verso il bar più vicino, per procacciare un goccio di sana sveglia corporea. Ripercorro in tutta calma la piazza, con le guglie che mi salutano e i piccioni che minacciano la caduta dei bicchierini ricolmi dell’agognato caffè, e quando ritorno davanti al palazzo non vedo più il mio ragazzo. Mi acchiappa il panico, lo immagino già a percorrere senza di me le sale, con l’audio-guida ben conficcata nelle orecchie… E poi, a pochissimi passi dall’entrata, scorgo le due “-ine” che sfarfallano l’aria con le mani inguantate («Vieni, vieni!»). Le raggiungo sorridente, pensando a quello che si arriva a fare per l’arte. Ivana Finocchiaro 21


DALLE PERSONE ALLE PERSONE. PER UN MONDO MIGLIORE Humana sviluppa da anni progetti di sviluppo nel Sud del mondo. Adesso è arrivata anche da noi Testo di Humana People to People Italia Foto di Francesca Boccabella

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Humana, from People to People. Il nome stesso dell’organizzazione racchiude il senso del nostro lavoro quotidiano: “dalle persone alle persone” per un mondo più solidale e sostenibile. Tutti gli interventi umanitari di Humana mirano a promuovere la cultura della solidarietà tra i popoli e della tutela ambientale, e a contribuire allo sviluppo nel Sud del mondo, coinvolgendo direttamente i beneficiari dei progetti affinché possano essere i veri protagonisti del proprio futuro. È infatti questo lo spirito con cui nasce HumaNel corso degli anni ’70, la sofferenza, la povertà e le guerre che erano costrette ad affrontare molte popolazioni del Sud del mondo spinsero un gruppo d’insegnanti e studenti del Nord Europa ad attivarsi per agire contro le diseguaglianze tra Nord e Sud. Non si poteva rimanere indifferenti a queste ingiustizie! Pian piano si costituirono associazioni che hanno poi dato vita alla federazione internazionale Humana People to People, a cui appartengono oggi 32 enti in 43 paesi, tra cui l’Italia. Qui, Humana, da oltre 16 anni, realizza attività di educazione allo sviluppo e di sensibilizzazione, e sostiene progetti di sviluppo nel Sud del mondo: nel 2014 sono stati gestiti 38 progetti di cooperazione internazionale, con un contributo di quasi 1,5 milioni di euro (+16% rispetto all’anno precedente). na.

L’istruzione, premessa imprescindibile per lo sviluppo dell’individuo e della società, resta un settore prioritario, ma i progetti di Humana sono molto diversificati: si spazia dall’aiuto all’infanzia e lo sviluppo comunitario alla prevenzione di Hiv e malaria, senza dimenticare l’agricoltura e la sicurezza alimentare. I progetti sono il frutto dell’attività che, ogni giorno, Humana porta avanti con impegno e passione. Oltre all’importante collaborazione con le aziende, le istituzioni e i privati, è so-

prattutto l’attività di raccolta abiti, realizzata in collaborazione con 946 amministrazioni pubbliche, che garantisce continuità ai progetti di cooperazione internazionale. Humana è il primo operatore in Italia per la gestione unitaria e omogenea del servizio di raccolta abiti e con il controllo della propria filiera riesce a seguire il percorso di ogni capo donato, massimizzandone così il valore sociale. È possibile trovare contenitori per la raccolta abiti di Humana in 46 province italiane grazie a sei filiali. Per riuscire a sostenere sempre più progetti, contribuendo a migliorare la vita di un numero sempre più alto di persone nel Sud del mondo come in Italia, a fine 2013 è stata avviata un’attività start-up, a Udine e Perugia. Proprio qui inizia, infatti, l’avventura di Humana sul territorio umbro. Grazie alla referente in loco, Juliane Brunner, l’organizzazione inizia a collaborare con alcune amministrazioni comunali, come quella di Gualdo Tadino che, dal 15 aprile scorso, ha affidato a Humana il servizio di raccolta abiti. Purtroppo, sembra che la presenza di questi nuovi contenitori non sia gradita proprio a tutti, visto che si stanno verificando “strani fenomeni”: i contenitori sono stati spesso trovati girati e resi così inutilizzabili. Questi fatti, accertati sia dai nostri autisti sia da molti cittadini attenti e sensibili alla causa di Humana, sono stati segnalati alle autorità competenti. Queste difficoltà non bastano a rallentare il nostro lavoro sul territorio. Anzi, dallo scorso novembre abbiamo lanciato a Gualdo il progetto di sensibilizzazione ed educazione ambientale nelle scuole [In]vestiamo nel futuro, che coinvolgerà oltre 660 bambini di età compresa tra i cinque e gli undici anni. Anche da qui passa l’impegno di Humana per promuovere la cultura della solidarietà tra le persone e della sostenibilità.

Per info sull’attività di Humana in Umbria perugia@humanaitalia.org – 393 825 96 94 ufficiostampa@humanaitalia.org – 02 939 640 47 23


ACCOMPAGNATA DAL VENTO Spinta dal vento, illuminata dal sole, interrotta dalla pioggia. Cerco le mie foto tra nuvole e contrasti di cielo che fitti o deboli mi incatenano a questo suolo. Mi aspettano ovunque. Sempre in questa terra dove ogni cosa che svanisce non si distrugge. Testo e foto di Sara Paolini

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Tra capogiro e vertigine. Sedotta dall'imprevedibilitĂ delle forme, dal loro rompere lo spazio e dilatarlo fino a dissolverlo in infiniti giochi di luce.

Cerco di stringere tutto questo in una foto dove qualunque cosa rimane sospesa e compatta. 25


NOBEL PER LA PACE AGLI INVIDIOSI Ombrelli per tutti quando piove. L'esperienza della Meridiana a Castel del Piano Testo di Max Calesini F oto di Sara Briziarelli Arrivo all'appuntamento con qualche minuto di anticipo. Vengo avvistato dalla sentinella che mi si fa incontro. Bussa e preme ripetutamente sul finestrino armata di scopa e ombrello, fa versi e facce, mi fa cenno di scendere. Appena fuori dalla macchina vengo abbracciato e subissato di domande. Sorrido, saluto e mi avvio all’ingresso. Dall’altra parte dell’uscio, dentro l’appartamento, mi accolgono un ragazzo dalla faccia simpatica e nera come la pece che si confonde nella penombra del corridoio e una signorina che sta uscendo per incontrare la sua amica del palazzo di fronte. 26 - divertirsi non è uno scherzo


La ragazza si scusa, fa come per ripensarci ma poi, come è bello che sia a quindici anni, se una amica aspetta bisogna correre. Sbuca dalla sala una faccia furbetta, è nuova della casa, l’avevo vista una sola altra volta, occhi grandissimi e ricci imponenti, ironica e sveglia parla come una cabarettista navigata, le pause giuste, i toni della voce, chiede se per l’intervista debba truccarsi o cambiarsi d’abito, sorrido e mi avvio verso il lungo tavolo di legno della sala. Da qui posso vedere la grande cucina a vista, la sala con i coloratissimi divani che abbiamo ridisegnato e progettato insieme ai ragazzi, il murales che racconta la loro casa, i loro spazi, i loro tempi e i loro amici. Sono passati pochi secondi ed ecco che mi accolgono le educatrici di turno. Mi offrono il caffè e pianifichiamo la strategia. Attiriamo tutti con la scusa di una merenda con nutella e poi iniziamo. Il primo a notare il microfono è un ragazzo alto e sorridente, oggi era malato e non è andato a scuola, si aggira in pigiama. Cos’è? Perché ha questa forma? A cosa serve? Cosa facciamo? Quando iniziamo? Ma io non l’ho mai fatta un’intervista. In realtà oggi è per lui un giorno particolare perché il suo compagno di stanza è diventato grande e è andato a vivere da solo, lui è dovuto rimanere a casa per abbracciarlo e augurargli “in bocca al lupo”. È sempre bella l'accoglienza dei ragazzi di Castel del Piano. Ci si conosce da tempo ma è da settembre che con Smec e «Luoghi Comuni» si è creata una relazione speciale. Loro avevano bisogno di rifare il look alla casa e si sono rivolti a noi. Noi abbiamo rigirato la domanda a loro e abbiamo lavorato insieme sugli spazi disegnando muri e ridisegnando i divani. Col quartiere si sta progettando un campo di calcio perché i confini tra dentro e fuori, come ci racconteranno i ragazzi, sono sempre labili. Oggi parleremo di noi, così come siamo capaci, in modo disordinato, dando libero sfogo ai pensieri, alle associazioni e alle emozioni. Da queste parti non ci si annoia mai, l’esuberanza è tanta e oltre ai ragazzi della casa ci sono quelli dei palazzoni, sono tanti e abituati a bussare alle porte e alle finestre a tutte le ore del pomeriggio. Cercano gli amici per giocare e gli adulti per parlare ma oggi piove e bussano in cerca di ombrelli per non bagnarsi. Mancano all’appello solo due ragazzi che sono nelle loro camere ma al

richiamo della nutella arrivano portando tutta la loro energia travolgente e i loro look che parlano delle loro passioni. Per catturare l’attenzione di tutti ci mettiamo una ventina di minuti e un’altra decina per rodare, ma poi è un fiume in piena. Con il fare dell’artista underground un ragazzo occupa la scena e ci racconta di come lui accudisca i suoi sette fratellini preparandogli da mangiare, proteggendoli e facendoli studiare. Tutti ridono e continuiamo, parlando della scuola e di come i loro compagni apprezzino le loro bravate. «Loro non sono capaci di sabotare le lezioni e così mandano avanti noi», così tutti ridono e possono nascondersi nel casino. Si apre una discussione, c’è chi intuisce di venir usato ma un posto da protagonista non ha valore. Ci tengono però a precisare che ci sono insegnanti con cui non è permesso e che ci sono materie come storia che sono interessanti e utili, ma stare tutto quel tempo fermi e zitti non è proprio possibile. Ci confrontiamo sul piacere che provano nel far disperare educatori e insegnanti e la loro lucidità e consapevolezza risulta disarmante: «Ci piace quando urlano, è bello essere ascoltati, è bello che ci sia chi si occupa di noi». Castel del Piano è un quartiere difficile e si sentono fortunati ad avere qualcuno che si prenda cura di loro. Altri nel cortile e ai giardinetti non sono altrettanto fortunati. Sono lasciati a se stessi. Si sentono in dovere di aiutarli come gli adulti fanno con loro, dandogli consigli, accogliendoli a casa. Ma si rendono conto che non è sufficiente. «Alla nostra età se non provi non capisci e non possiamo occuparci di tutti noi». C’è anche chi ci insulta e ci tratta male perché non capisce che abbiamo bisogno di un periodo di tranquillità per poi tornare dai nostri genitori. C’è anche chi è invidioso. «Chi non è qui non può capire». Se poi si litiga gli adulti difendono sempre i propri figli e finisce sempre che è colpa nostra. Impari chi sono gli amici, chi sono gli stupidi e chi sono quelli pericolosi da cui stare lontano. Poi tutto d’un tratto si preoccupano per me. «Non abbiamo parlato di te del tuo lavoro e del progetto Smec…». Sono splendidi! Lascio la comunità educativa La Meridiana dopo due ore di intervista, e con la conferma che è uno spazio prezioso per i ragazzi, gli adulti e il territorio. 27


Perugia, africa L’ong Tamat e il gioco da tavolo Injawara Testo e foto di Andrea Zizza

È molto difficile far capire ai giovani quali criticità vivono altri Paesi, quali differenze esistono tra il Nord e il Sud del mondo. Proprio per questo motivo cento persone tra i sedici e i trent’anni hanno lavorato e gareggiato in sei Paesi europei (Italia, Francia, Spagna, Cipro, Lituania e Bulgaria) per creare Injawara: un gioco (da tavolo e on-line, disponibile sulla piattaforma BoardGameArena.com) che utilizza i principi alla base dei diritti umani come terreno dove far crescere la capacità di cooperare tra gruppi informali. Il gioco si rivolge a persone capaci di mettere a frutto i risultati delle conoscenze che ne scaturiscono, e si sviluppa attorno al principio della cooperazione, partendo dal presupposto che non si gioca gli uni contro gli altri, ma tutti uniti contro il gioco stesso. Per risolvere i vari problemi posti è necessario rispondere ad alcune domande riguardanti gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio dell’Onu. L'attività in Umbria è iniziata nel gennaio 2013, e si è sviluppata tramite incontri con associazioni giovanili e cooperative sociali, workshop e laboratori di sensibilizzazione sull'intercultura e la cittadinanza mondiale, dibattiti via Skype e social network dei Paesi protagonisti con rappresentanze giovanili attive in Africa, produzione di materiale informativo e di sensibilizzazione. L'idea parte dalla necessità di incrementare la consapevolezza sugli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio adottati delle Nazioni Unite, sviluppata da sei ong capeggiate dalla italiana Tamat di Perugia. Intercultural Joint Awareness Raising-In.J.Awa.Ra è un progetto biennale (2013-2015) cofinanziato da EuropeAid. Durante il progetto sono stati organizzati dei tornei a cui hanno partecipato più di trenta squadre, ragionando e discutendo sui vari quesiti proposti dal gioco, cercando di ottenere il punteggio più alto. Per noi l’obiettivo principale è stato, invece, quello di portare i giovani a dibattere su questioni che spesso non considerano perché le ritengono distanti, non importanti. Quello che ci ha colpiti è stata la reazione dei ragazzi: in un primo momento ragionavano in modo razionale e distaccato sui quesiti posti, ma realizzando quali difficoltà hanno molte persone – anche loro coetanei – nel mondo. D’altronde come rispondereste se vi chiedessero quanti medi28 - divertirsi non è uno scherzo


ci operano in Etiopia ogni 36mila abitanti? Uno, dieci o cento? Riflettere sulle condizioni dei Paesi in via di sviluppo è ciò che il gioco vi costringe a fare, e ciò per cui è stato creato. Fondamentalmente la parte importante è proprio quella in cui si discute di questo. L’importanza del lavoro svolto emerge quando un ragazzo al termine della sua competizione dice: «Sai, eravamo venuti qui per giocare a un gioco da tavolo e fare quattro chiacchiere, ma poi ti trovi di fronte a una birra a discutere di problemi che ti toccano, anche se non riguardano te, problemi a cui non avresti mai pensato». Forse, Injawara non è solo un gioco... Tutti in Gioco-Injawara è invece il titolo del festival organizzato a Perugia da Tamat insieme a varie associazioni partner per diffondere tra la cittadinanza i risultati del progetto. Il 24 e il 25 gennaio scorsi, all’interno della Rocca Paolina, sono state allestite mostre, organizzati workshop e tenute importanti conferenze sull’attività di cooperazione svolta da Tamat in questi anni,

ma si è avuto anche il tempo per ascoltare della buona musica. I molti visitatori hanno apprezzato le mostre organizzate da Amnesty International e Greenpeace, ma hanno anche potuto partecipare agli splendidi workshop organizzati da Re.Leg.Art – cooperativa sociale il cui scopo è l’inclusione al lavoro di persone svantaggiate – e dall’associazione Fiorivano le Viole. Si è potuto giocare con i ragazzi di Hydragames che hanno collaborato anche alla creazione del gioco di Injawara e alla creazione del gioco da tavolo di Libera, incentrato sulla campagna “no-slot”, portata avanti dall’associazione e presentato proprio durante l’evento stesso. Media partner sono stati la web-radio di Spello DotRadio e quella dell’ateneo perugino RadioPhonica. Oltre alla funzione di coordinamento tra le attività in programma, Tamat, ha anche allestito una propria mostra su alcuni progetti in Mali e Burkina Faso. Durante l’evento infatti è stata organizzata una conferenza relativa ai progetti che Tamat ha portato a termine nella regione saheliana grazie al supporto finanziario della Regione Umbria e della Chiesa Valdese.

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L'ASTROLUOGHIA ACQUARIO

Di Lavinia Rosi

20 gennaio - 18 febbraio Da piccolo eri solito partecipare a grandi tornei di carte al Circolo di Jena, ma da quando ti sei trasferito a Ponte Valleceppi sei un po’ disorientato. Sembra quasi tu sia alla ricerca di una pozza d’acqua o di una fontana per chiamare a casa. Avvicinati al conducente dell’autobus con le mani alle tempie e rovescia la testa all’indietro: forse è solo uno scherzo, ma lo disconnetterai per un po’.

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30 - divertirsi non è uno scherzo


PESCI

19 febbraio - 20 marzo Cadere tra i banchi della fiera di San Costanzo non è esattamente il massimo per le tue caviglie di cartapesta, ma non sarà facendo provviste di acido ialuronico che risolverai tutti i tuoi problemi. Iscriviti a una gara di barutoli al Campaccio e affidati di più agli altri: c’è sempre qualcuno pronto a porgerti uno sgabello. Travestiti da presidente della Repubblica e sciogli le Camere sul tegamino.

GEMELLI

21 maggio - 20 giugno Nonostante la sinusite il corso di telepatia avanzato procede a meraviglia, devi però sforzarti di non dare seguito a tutte le voci che senti e trovare dei filtri emotivi. Dai un cognome alle tue paure. Proietta le tue aspettative nella Terza Sala e approfondisci invece di espandere. Per Carnevale indossa una maschera da sub mentre tagli le cipolle.

VERGINE

23 agosto - 22 settembre Voler stupire a tutti costi è dispendioso e inautentico, prenditi una pausa dalle tue manie di grandezza e ricorda che la fatica più grande è quella di essere normali. Fai scorta di superpoteri con le tue bacche di goji e travestiti da Peter Parker per arrampicarti sulla Torre degli Sciri in pieno giorno, a mani nude: ma sta attento che non ti cadano gli occhiali!

SAGITTARIO

22 novembre - 21 dicembre La tua ultima app per sbucciare le patate ti semplifica la vita, ma ricorda che in Grecia le donne delle pulizie, finalmente riassunte dal nuovo ministro, sono il simbolo della lotta all’austerità. Tra il cineforum sugli artigiani del Libano e uno strudel di alghe scegli la coerenza. Entra alla Pellini dichiarandoti Eraclito durante la lezione di pilates: «Non ci si bagna due volte nella stessa corsia!».

ARIETE

21 marzo - 19 aprile Quando si è in tua compagnia ci si sente al sicuro, il thermos è sempre pieno e il frisbee sgargiante volteggia nell’aria. Forse stavolta il lancio è più lungo del solito, ma c’è sempre qualcuno pronto ad afferrarlo all’altro capo. Puoi vedere molti tramonti contemporaneamente dal tuo aeroplano di carta: travestiti da Piccolo Principe e sali sul colle della Trinità.

TORO

20 aprile - 18 maggio Il congresso di astrofili attende con ansia il passaggio della cometa Lovejoy e tu, come loro, sai ben destreggiarti tra cielo e terra: i tuoi astri indossano scarpe da trekking. Dovresti imparare a leggere i fondi della camomilla, prendendoti cura delle tue parti più sonnacchiose. Mascherati da Frida Kahlo per fare la guida al Collegio del Cambio.

CANCRO

21 giugno - 22 luglio Quelle frasi fuori posto ribollono nella pentola a pressione e tu non vuoi dare fiato alla valvola: è tempo di arrampicarsi sugli ulivi di Bevagna e dichiararsi alla vicina di casa con un mazzo di soffioni in mano. Mascherati da sacerdote babilonese con l’accento fenicio e vai a comprare un vassoio di frappe in via dei Filosofi: sarai irresistibile.

BILANCIA

23 settembre - 22 ottobre Le tue speranze partoriranno in casa, niente cesareo, niente epidurale. Il terreno è brullo e a Monte Malbe c’è la brina, ma tu hai polenta a sufficienza e il mulinetto portatile macina in abbondanza. Hai presente quell’amico che arriva sempre in ritardo quando il parcheggio sta per scadere? Regalagli wurstel di soia spacciandoli per specialità norcine.

CAPRICORNO

22 dicembre - 19 gennaio Bisogna che tu faccia ordine nell’orto botanico delle tue priorità, potare gli obiettivi perché ricrescano più freschi e forti di prima e sradicare le inutili ansie che infestano l’insalata. Conosci bene la differenza tra un pompelmo e un mandarancio, perciò vestiti da Rossella O’Hara quando studi all’Umanistica e spazza via col vento le tue insicurezze.

LEONE

23 luglio - 22 agosto Se il figlio della Chiatti ha risalito il Tevere pensa cosa potrai fare tu nella tua vita: vaccinare vacche dalla lingua blu o cucinare ravioli in dosi da soviet sono solo alcuni degli esempi. Il sol dell’avvenire è radioso come la raggiera della tua bici. Sii irriverente, non solo a Carnevale, lascia i piatti sporchi nel lavandino e ricorda: se non è la direzione giusta, cambia verza!

SCORPIONE

23 ottobre - 21 novembre Al corso di yoga ti hanno insegnato a respirare correttamente, ma quando sei davanti al tuo capo proprio non riesci ad allinearti con l’energia cosmica: conta tutti i semi di anice e tutti i canditi del torcolo prima di abbandonarti all’istinto. Per compensare mascherati da pescatore di vongole e vai a fare shopping al Quasar.



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