LUOGHI COMUNI n° 7 DICEMBRE

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LUOGHI COMUNI NUMERO 7 - DICEMBRE 2014 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA

Copertina di Nico Piotto - Anno I - Dicembre 2014 - n° 7 - Reg. Tribunale di Perugia n° 844/2014

I L M AGAZ I N E CH E RACCONTA L A PER UGIA VISTA DAL BASSO

STIAMO DIVENTANDO GRANDI

ABBIAMO UN’IDEA FISSA. INTRECCIARE IL NOSTRO FUTURO CON QUELLO DELLA CITTÀ


LUOGHI COMUNI

Anno 1 - Dicembre 2014 - n° 7 Reg. Tribunale di Perugia n° 844/2014 Il nostro progetto nasce per raccontare, promuovere e supportare l’impegno positivo di cittadini, organizzazioni, associazioni e comitati, nel vivere gli spazi della Città. Ci sarà ampio spazio per chiunque abbia voglia di condividere le proprie esperienze sui luoghi che vive e in cui vive. Lo scopo del free press è ofPerso Film Festival pp. 4 - 5comunicafrire una sintesi e uno spazio tivo alla Perugia Autogestita e Positiva. Contattaci o scrivici una email se vuoi essere presente nel nostro Free Press o se vuoi condividere con noi qualche esperienza.

mille portieri, una telecamera - 4

il fotomatòn del coniglio - 8

SMeC è la nostra Agenzia di Comunicazione Sociale, che sostiene la valorizzazione delle azioni positive che vengono create in Città. L’obiettivo è quello di dare un supporto di comunicazione, con le proprie professionalità al lavoro dei singoli e dei gruppi organizzati, per sostenere il valore delle relazioni.

postmodernissimo pp. 18 - 19 Indirizzo redazione: Urban Center, Scale di Sant'Ercolano 5, Perugia Orari: Martedì 18.00 - 20.00 Venerdì 14.30 - 18.00

ponte solidale - 10

luoghicomuni@officinasmec.it 075 5145126 | 075 514511

la ciclofficina di porta pesa - 20 perugia social photofest pp. 24 - 25

Progetto Share My European City www.sharemycity.org sharemycitypg@gmail.com 075 5145126 | 075 514511 With the financial support of the Prevention of and Fight against Crime Programme European Commission Directorate-General Home Affairs

Editore: Borgorete Soc. Coop. Soc Direttore Responsabile: Giovanni Dozzini Redazione: G. Dozzini, D. Montiel, I. Finocchiaro, L. Rosi, A. Cefalo Contributi: M. Calesini, F. Fortunati, G. Lucchesi, V. Pippi, Class of the "Urban Spaces" Umbra Institute, S. Nitrola, F. Cipollari Foto: D. Montiel, A. Brancaccio, F. Boccabella, A. Tei, Class of the "Urban Spaces" Umbra Institute, S. Nitrola, R. Terranova, Illustrazioni: pp. 8 - M. Thompson; pp. 22 - D. Montiel Manifesto pp. 16: G. Pastonchi; Pubblicità: A. Cefalo Progetto Grafico e Impaginazione: D. Montiel di SMeC Comunicazione Eventi: SMeC - Social Multimedia e-Communication Foto di copertina: Nico Piotto

2 - editoriale

www.flickr.com/people/casino_totale


PUNTO e a Capo Eccoci qua. Alla fine del primo tratto di strada. In un modo o nell’altro, con questo numero di «Luoghi Comuni» si chiude un cerchio. Lo slancio e le risorse del progetto Smec, nell’ambito del quale siamo nati e cresciuti, si esauriscono, e da domani dovremo camminare con le nostre gambe. Come un giornale qualsiasi, alle prese con le sfide e le asperità del mercato editoriale. Sarà complicato. La prospettiva un po’ ci spaventa, naturalmente, ma allo stesso tempo ci appare stimolante. Ci daremo da fare ancora di più, cercheremo nuove storie, incontreremo nuove donne e nuovi uomini, e, vedrete, troveremo i soldi che ci servono per continuare lungo la strada imboccata nove mesi fa. Ci divertiremo, di sicuro. D’altronde siamo convinti che in poco tempo «Luoghi Comuni» sia diventato un patrimonio di questa città. Abbiamo fatto incontrare realtà che non si conoscevano, o si conoscevano poco: chi fa le cose e chi è pronto a partecipare, o anche solo ad apprezzarle. Perché a Perugia di cose ne succedono tante. E - se avete preso l’abitudine di leggerci lo avete capito da soli - quelle belle sono decisamente di più di quelle brutte. In questi mesi il nostro giornale si è concentrato soprattutto sul lavoro incessante delle associazioni del centro storico, dedicando spazio anche ad altre forme di iniziative collettive sviluppatesi tra periferia e aree lontane dalla città. Abbiamo ritratto artigiani, artisti, operatori sociali, gente di ogni tipo. Tutti avevano in comune perlomeno un elemento: la loro attività si rifletteva in qualche misura sul resto della comunità. Il loro orizzonte era ampio. Si sentivano parte di qualcosa di più grande di loro. «Luoghi Comuni» ha cercato di intercettare e rappresentare il grande dinamismo del tessuto sociale cittadino. Perugia vista dal basso, proprio così. Un giornale così non c’era, e numero dopo numero ci siamo convinti che un giornale così invece serviva. Per questo andremo avanti. Come? Lo vedremo. Crowdfunding, inserzioni pubblicitarie, iniziative a sottoscrizione, mettendo insieme tutti i pezzi sappiamo che ce la faremo. Di più. Vogliamo crescere. Stampare più copie di prima. Perché sentiamo il bisogno di arrivare nelle mani di ancor più gente. A voi chiediamo solo di starci vicini. Di cercarci, di incoraggiarci, di prestarci le vostre idee, di continuare a tenerci per mano nel prossimo tratto di strada. Che, ne siamo certi, sarà lunghissimo. Giovanni Dozzini 3


MILLE PORTIERI E UNA TELECAMERA Testo di Max Calesini Foto di David Montiel

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I portieri hanno le ore contate, 193 a voler essere precisi. La sera di venerdì 21 novembre, nella splendida cornice della biblioteca di San Matteo degli Armeni, ci siamo ritrovati per fare il punto sulle intense 1.171 ore già vissute. La location è stata scelta dai cittadini di Porta Sant’Angelo, perché «è il salotto buono del rione e gli ospiti importanti si ricevono qui». Il comunicato stampa dava appuntamento alle 18 ma sapevamo bene che non si sarebbe presentato nessuno prima delle 6 e un quarto. Ci sbagliavamo, un'ora prima dell'inizio giravano già persone sorridenti e un po' tese con torte, salami, bottiglie di vino. Non si trattava di una circostanza formale. Quella che si stava incontrando era una comunità di cittadini orgogliosi di aver riconquistato i propri rioni e determinati a non restituirli all'incuria e al disinteresse. La serata, nonostante la partecipazione di ben tre assessori (Politiche sociali, Associazionismo, Cultura e Turismo), si è vissuta in un clima del tutto informale e intenso. Si viveva la leggerezza di chi, avendo sperimentato e metabolizzato, può restituire percorsi profondi e densi di significato con naturalezza. Ad ascoltare i discorsi sembrava quasi che occuparsi degli spazi pubblici, aiutare i vicini, dialogare, proporre, organizzare e realizzare società insieme al pubblico, al privato e al privato sociale fosse cosa naturale. Avevamo chiesto ai cittadini di presentare i propri portieri di quartiere alla città ma quello a cui abbiamo assistito è stato uno spettacolo che andava ben oltre. Per fortuna abbiamo registrato ogni parola perché la lezione magistrale su convivenza urbana, welfare, sicurezza e sviluppo è stata di altissimo livello. Cosa pensano i cittadini dei portieri, come funziona il progetto e quali sono i presupposti tecnici alla sua riuscita potete leggerlo sullo speciale di Luoghi Comuni uscito col numero di novembre (www.officinasmec.it/luoghicomuni); qui ci preme restituire il significato che questo piccolo progetto ha avuto e può avere per la città.

Nell'ascoltare gli interventi si aveva la sensazione di partecipare a un esperimento scientifico pregno di umanità e relazioni. L'ipotesi iniziale non era stata accolta da tutti con lo stesso ottimismo. L'idea che una figura di sostegno al protagonismo dei cittadini potesse avere ripercussioni positive sulla sicurezza suonava un po' forzata. Ci si potevano aspettare vantaggi sul fronte del decoro e forse anche del sostegno alle persone fragili ma la reazione che si è generata con i portieri ha dato vita a un effetto moltiplicatore ben oltre le aspettative. In territori già dotati di forte resilienza il portiere ha svolto un ruolo di moltiplicatore di tempo dedicato, di energie impiegate, di contatti sviluppati, di persone attivate, di strade vissute, di occhi attenti, di mani operose, di corpi intermedi, di sicurezza. Per strade differenti, e con storie differenti, i tre esperimenti paralleli hanno dato il medesimo risultato. Più società uguale più sicurezza. Quello che è forse meno visibile ma fortemente percepibile è l'intreccio di persone, competenze e relazioni che in modo sapiente e coordinato hanno reso possibile l'innesco. «Luoghi Comuni» – come Smec nel suo complesso - è il motore di tutto questo grazie a quel modo itinerante di sviluppare pensiero critico, grazie alla spregiudicatezza linguistica delle sue giovani scrittrici, grazie ai suoi comunicatori sui generis, ma soprattutto grazie ai tanti cittadini che lo fanno vivere ogni mese. Alle 9 della sera ancora crocchi di persone con il prosecco nel bicchiere discutevano di idee e futuro commentando quel timido impegno delle istituzioni a garantire altri tre mesi di progetto. Da domani servono soluzioni di compartecipazione anche economica di tutti i corpi sociali ma serve soprattutto una scelta strategica chiara da parte delle istituzioni. Serve che credano nella maturità dei propri cittadini attivi e nella possibilità di co-progettare con loro nuove forme di convivenza e utilizzo degli spazi pubblici.

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memoria rastafari La nipote di Bob Marley e il progetto Occupy Pinnacle Testo di Giulio Lucchesi Illustrazione di Michael Thompson

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Luci basse e sguardi fissi sullo schermo, menti concentrate e corpi fermi sulle sedie… tutti catturati dalla voce calma e delicata che risuonava nella stanza. Erano le parole di Donisha Prendergast, attivista jamaicana, nipote dei celebri Bob e Rita Marley, ospite speciale dell’evento organizzato dall’associazione Youths Of the World (Yow), la Federazione Assemblee Rastafari in Italia (Fari) e Livity Creations, dal titolo Might Cannot Defeat Right, Occupy Pinnacle - un’iniziativa dedicata alla protezione e alla conservazione del territorio di Pinnacle, la storica località della Jamaica dove sorse la prima grande comunità Rastafari della storia, che ora purtroppo il governo locale ha messo in vendita per la costruzione di residenze di lusso. Il 13 novembre i locali del 100dieci Cafè di via Pascoli a Perugia hanno ospitato una delle date del tour di Donisha che da settimane sta toccando le principali città europee per presentare al pubblico la questione scottante di Pinnacle e del movimento nato per proteggere queste colline in cui ebbe origine il movimento Rastafari. Negli anni trenta, nel verde incontaminato della località di Pinnacle, crebbe una comunità di ben cinquemila rastafariani che vivevano insieme nella perfetta autosussistenza e indipendenza in una Jamaica coloniale ancora stretta nella morsa della Corona inglese. Questo avvenne sotto la guida carismatica di Leonard Percival Howell, il primo predicatore e leader del movimento Rastafari, fondatore di questa fede che è diventata oggi una delle maggiori correnti spirituali della modernità. Howell acquistò il terreno e incominciò a diffondere la notizia tra gli ex schiavi che lavoravano nelle piantagioni coloniali per salari bassissimi in condizioni di sofferenza e sottomissione: c’era un luogo che avrebbe accolto tutti coloro che volevano emanciparsi da quel sistema brutale. Riunì così persone che lasciarono le loro case e i loro lavori e si diressero verso Pinnacle con il desiderio di trovare una vita migliore lontano dallo sfruttamento. Per anni Pinnacle fu l'esempio di alternativa pacifica e rispettosa a un sistema fondato sull’oppressione. Nel paesaggio verde e incontaminato di queste colline, i fratelli e le sorelle lavoravano, educavano i figli, condividevano i beni appellandosi ai principi cardine del movimento Rastafari come il rispetto e l'amore per il prossimo. Pinnacle divenne presto una società parallela perfettamente funzionante, ricca e organizzata, il suo mercato di prodotti agricoli e artigianali incominciò a fare concorrenza a quello della capitale Kingston, e la notizia giunse alle orecchie preoccupate della Regina inglese. Dopo frequenti raid della polizia la comunità fu rasa al suolo definitivamente nel 1954. Finiva così il più grande esempio di società alternativa, libera e indipendente in un contesto razzista come quello jamaicano pre-indipendenza. Oggi, dopo sessant'anni, il governo sta vendendo questo territorio a ricchi investitori privati pronti a costruire dei complessi di lusso. Donisha Prendergast e il movimento Occupy Pinnacle si battono affinché l’area venga ufficialmente riconosciuta come sito storico nazionale e protetto. E insieme al luogo stanno cercando di proteggere anche una testimonianza, un ideale, un diritto all’identità e al riconoscimento della propria tradizione. Vogliono tutelare un valore universale, ovvero il legame tra territorio e storia comune. Donisha sta creando una rete internazionale in cui ciascuno è partecipe e membro di un destino comune per proteggere una storia locale che è diventata storia universale. Quello che sta accadendo a Pinnacle è un'offesa alla cultura e alla storia dei rasta e di ogni uomo libero e fiero delle sue origini.

Michael Thompson FreeStyle - www.freestylee.net

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IL FOTOMATÓn del coniglio Le meraviglie stenopeiche di Francesco Capponi Testo di Ivana Finocchiaro Foto di Attilio Brancaccio

La bottega “Braccia rubate” è stata una delle prime a inaugurare la nuova stagione del quartiere di via della Viola e via Cartolari, circa due anni fa. Al suo interno, una sorta di museo dell’entropia, dove ogni manufatto è riconducibile a una memoria personale, quella degli artisti che hanno partecipato alla realizzazione dei reperti artistici, di ogni genere e materiale. L’insegna di questo laboratorio sperimentale, aperto da Francesco Capponi e Chiara Dionigi, è provocatoria e ridanciana. «“Braccia rubate”... Ovviamente all’agricoltura! Beh, ci rappresentava abbastanza», esclama Francesco, con un sorriso.

fotografia per me significa uscire dalla seconda dimensione, per entrare nella terza». La maggior parte dei lavori di Francesco rimanda alla fotografia stenopeica, basata sul principio ottico della camera oscura. Se s’ignora quel passaggio dalla scultura alla tecnica fotografica, riesce difficile comprendere alcune opere, veri e propri apparecchi a foro stenopeico ricavati dagli oggetti più inaspettati, ready-made tramutati in oggetti tecnologici: dall’Abracadabra pinhole camera, il cilindro di stoffa che riprende conigli, a chees-man, la pedina fotografica atta a riprendere gli altri pezzi della scacchiera dal proprio punto di vista, per arrivare al pinholo, il pinolo che diventa una pinhole camera organica. È tutto un gioco di assonanze tra il poetico e l’ironico, di rimandi non metaforici alla realtà delle cose.

I suoi studi all’Accademia delle belle arti lo hanno condotto ad appassionarsi alla scultura, per poi deviare verso la fotografia, in un cammino del tutto inventivo: «Ho iniziato a inserire lenti negli oggetti che creavo, per poi utilizzare essi stessi come camere oscure. La fotografia l’ho sempre «È l’oggetto che sceglie cosa raccontarmi, come presa da lati strani, quella “normale” mi ha sem- il cilindro ha scelto il coniglio. In un uovo cosa pre bloccato un po’. Diciamo che giocare con la puoi mettere? Un embrione, una piccola persona 8 - stiamo diventando grandi


dentro il suo guscio». Francesco, infatti, ha creato delle “uova stenopeiche”, catturando l’immagine sulla superficie interna del guscio, così come ha rispolverato i principi della chimica ottocentesca per ricreare delle emulsioni fotosensibili a base di collodio, etere e nitrato d’argento, per impressionare il metallo di piccole scatoline in cui ha ritratto dei soggetti (quasi tutti membri dell’associazione). Altro frutto di questa continua sperimentazione è il foto-circo Pogovic, creato insieme a Francesco Biccheri: «Il nome deriva dalla Pogo della Polaroid, una macchina che stampa su una carta termo-reattiva. Abbiamo provato a vedere che succedeva interagendo con questo supporto, scoprendo che scartavetrandolo ingialliva, che bruciandolo col pirografo diventava nero, trattandolo con l’acqua blu». Questo circo itinerante si è esibito per la prima volta al festival della fotografia di Savignano sul Rubicone: accompagnato dalla musica balcanica, il carrettino del Pogovic continua tutt’oggi, per diversi eventi, a mascherare i passanti e a fotografarli, rielaborando lo scatto con gli utensili che li tramutano in immagini pop.

are un prototipo unico, da personalizzare secondo il proprio stile. La mia idea originaria era creare una bicicletta “street view”: trattata con un’emulsione, quest’ultima avrebbe dovuto catturare diversi scorci di Perugia. Il progetto era complicatissimo, e il fatto che abbia preso a diluviare mi ha aiutato ad accantonarlo!». Il prodotto finale, però, è il risultato di un procedimento altrettanto complesso: «Ho verniciato il telaio con un’emulsione fotografica liquida, proiettandovi l’immagine di alcuni pezzi di pellicola cinematografica che riprendevano il countdown dei vecchi film. Questa sfilza di “5” – indica uno scampolo di pellicola – è un secondo, quindi è una sorta di rappresentazione del tempo, e la bicicletta è legata al tempo, visto che si muove nello spazio». Il telaio, che Francesco ha letteralmente dovuto sviluppare come fosse un rullino, è stato inviato a Milano, dove verrà esposto nel negozio dell’azienda.

L’artista è entusiasta del progetto di Fiorivano le viole: «L’associazione ha dimostrato di approcciare le cose in modo diverso. La via aveva problemi di spaccio e di spopolamento, la gente la evitava, mentre adesso fanno il giro apposta per passarci. Si è creata L’ultimo progetto a cui ha lavorato Francesco è una una comunità e si è ricreato lo spirito, ma la cosa più bicicletta d’artista, eseguita per l’azienda Olmo: importante è che il degrado è sparito: basta rioccu«Sono stato chiamato insieme ad altri artisti a cre- pare positivamente gli spazi della città».

www.francescocapponi.it9


ponte solidale Una bottega di quartiere grande come il mondo Foto di Francesca Boccabella 10 - stiamo diventando grandi


«Quando entro in bottega, penso “sono a casa!”. È strano, il mio salone non profuma di mobili in bambù e non emana aroma di spezie, la cucina non si lamenta dell’esuberanza della cioccolata modicana e la mia scrivania non pensava proprio di dover ospitare quaderni in cacca di elefante. Sarà per questo che quando varco la soglia del negozio mi sento nel mio piccolo mondo, perché qui trovo tutto questo e tanto altro ancora. Il Ponte Solidale in fondo è di tutti: abbraccia, unisce, meraviglia. È un incontro di culture diverse, dove per la prima volta ti senti un poliglotta esperto, perché tra una noce della macadamia e una tazza artigianale del Kenia alla fine parliamo tutti la stessa lingua, quella della solidarietà e dell’altruismo. Per me la bottega è sorriso, è amore, è un’apertura oltre i confini territoriali e mentali, è un biglietto di sola andata per quel viaggio che ho sempre aspettato tra tisane, monili fatti a mano e bellezze artigianali di ogni dove. Sarà per questo che la bottega gode di luce propria, perché tanti Paesi diversi danno il meglio delle loro possibilità con prodotti che si ritrovano inspiegabilmente su uno stesso magico scaffale pur venendo da molto lontano. Così quando sbircio tra una bomboniera e l’altra e fantastico sulle fiabe africane, sorrido, perché so di trovarmi in un piccolo angolo che ha del meraviglioso, mi sento fortunata e amata. Non so cosa sia tutto questo per voi, per me è casa». Valentina Pippi

Ma COS'è PONTE SOLIDALE? Siamo una cooperativa sociale nata nell'ottobre del 2008, con l'intento di promuovere l'economia solidale sul territorio di Perugia, con un'attenzione particolare alla periferia della città, specialmente al territorio di Ponte San Giovanni. Con l'apertura della Bottega di commercio equo il 4 dicembre 2008, questo progetto si fa realtà e diventa l'opportunità per tanti cittadini di sperimentare pratiche attive di costruzione di una diversa economia. Fin dall'inizio abbiamo scelto di collaborare con le varie centrali di commercio equo e con diverse realtà della cooperazione sociale, dell'editoria alternativa e del territorio, convinti che dare voce e costruire relazioni sia la prima scelta e la prima offerta a chi passa in bottega per costruire vere pratiche alternative. Siamo in bottega ma anche nelle pizze e nelle scuole. Ma cosa fa il commercio equo? Promuove la giustizia sociale, favorisce lo sviluppo sostenibile, promuove i diritti umani, garantisce condizioni di lavoro dignitose, offre opportunità di formazione e informazione per la

crescita sociale ed economica, fornisce credito solidale e prefinanziamento ai produttori, rispetta la continuità delle relazioni commerciali. E cosa trovate in bottega? Alimentari per il consumo quotidiano (caffè, cioccolato, zucchero, riso, spezie...) e artigianato per voi e per doni speciali; bomboniere e liste nozze; editoria alternativa; ricicliamo anche tappi di sughero e ombrelli e soprattutto condividiamo idee e relazioni.

DOVE CI TROVATE Bottega del Mondo Via San Bartolomeo 50, Ponte S. Giovanni 075 393097 - bottega@pontesolidale.org 1a domenica del mese: Piazza Piccinino Mercato di Umbria Terra Viva 2° sabato del mese (solo la mattina) Mercatezio, accanto alla palestra 3° sabato del mese: Terra Fuori Mercato. Ponte San Giovanni (accanto al Cva) Ponte Solidale

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orto bello

Le comunità che coltivano insieme, stanno insieme Testo e foto della classe "Urban Spaces" dell'Umbra Institute

Questo semestre la nostra classe dell`Umbra Insitute Urban Spaces ha lavorato in collaborazione con l’associazione Borgo Bello, il dipartimento di Dsa3 di Agraria dell’Università di Perugia, Smec e i membri della comunità al fine di creare un orto urbano a Borgo Bello. Un “Community Garden” (ovvero un orto urbano) è un orto-giardino che si trova in aree pubbliche o private, che i membri possono coltivare e dove possono socializzare. La nostra classe crede che Orto Bello, questo il nome dello spazio, sarebbe il luogo ideale per le persone di tutte le età che vogliano riunirsi, rilassarsi, condividere idee e divertirsi insieme. Questo giardino, oltre ad abbellire la città, aiuterebbe le famiglie a fare economia in modo ecologico. Le famiglie possono scegliere di coltivarci ortaggi o fiori e persino di abbellirlo con creazioni artigianali, in modo da renderlo particolare e unico. L’idea di fondo è quella di unire la comunità attraverso un progetto sostenibile e divertente. Le proposte relative alla localizzazione del giardino sono due ed entrambe prevedono che l’orto urbano sia ubicato in fondo a via Del Cortone, vicino al Circolo del Tempo Bono. Il dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia ha appurato che entrambe le aree sono idonee per la coltivazione di un giardino - l’una più grande, ma difficile da raggiungere, l’altra più piccola, ma più facile da raggiungere e con un’esposizione migliore. Entrambe hanno pro e contro: spetta a voi decidere quale potrebbe essere la “migliore”. Per divenire realtà questo progetto ha bisogno del supporto della comunità. Per questo, la nostra classe ha collaborato con l’associazione Smec attraverso incontri con la comunità ed eventi come il flash mob svoltosi il 4 novembre di fronte all’Urban Centre e in giro per il quartiere al fine di promuoverlo. Ci siamo travestiti da agricoltori e abbiamo regalato a tutti dei pacchettini di semi con tanto di informazioni sul progetto. Stiamo anche pianificando un evento promozionale all’Umbria Institute, una raccolta di vestiti usati da rivendere per raccogliere fondi per la realizzazione dell’orto-giardino. Attraverso questi eventi speriamo di trovare il supporto di altri volontari per far fiorire il giardino: e in effetti sta funzionando. Si è formato un gruppo promotore locale per Orto Bello -composto da circa quindici membri- che hanno definito una strategia per spargere la voce. Un primo evento pubblico, durante il quale verranno presentati e discussi esempi e progetti di orti urbani e molto altro, avrà luogo il 2 dicembre. Se vuoi far parte di questo progetto, unisciti a noi all’Urban Center di Perugia il 2 dicembre dalle 18 alle 22 per fare un aperitivo e discuterne insieme. Sentiti libero di inviarci un'email a ortobellopg@gmail.com per avere maggiori informazioni. Il progetto Orto Bello ha bisogno di volontari per far sì che tutto cio diventi realtà, ma anche e soprattutto per mantenere il giardino in vita negli anni. Speriamo di incontrarti all’evento e che il progetto ti coinvolga proprio come ha coinvolto noi.

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rto Be o

Un Orto Urbano a Borgo Bello

This semester our class, Urban Spaces, at the Umbra Institute has been working in collaboration with the Association Borgo Bello, the University of Perugia DSA3, SMEC and members of the community to establish a community garden in Borgo Bello. A community garden is a garden in public or private outdoor spaces where the members can grow crops, and develop relationships with one another. We as a class envision “OrtoBello” to be much more than this. We see it as a place where people of all ages will be able to come together to relax, share ideas, and have fun. In addition, OrtoBello would not only add beauty to the area, it would also help families save money in an environmentally friendly manner. Here families and friends can choose to grow anything from vegetables to flowers, even create artwork to give the garden a more unique and personal atmosphere. The underlying idea behind this garden is to unite the community through a pleasurable and sustainable project. We have identified two possible locations for the garden. Both of which are on the terraces that sit below Via del Cortone, near the Circolo “Tempo Buono”. The DSA3 of the University of Perugia has verified that both areas are suitable for cultivating a garden. Each location is unique in its own way. The first is larger and greener but is more difficult to access. The second location is smaller, while more accessible and with better sunlight. There are pros and cons to both locations, so ultimately it will be up to the community to decide which site would be most practical and feasible. Although we have a vision, this vision cannot become a reality without the increased participation of the community. To do this, we have been working closely with SMEC to promote the project. Thus far, we have had community meetings and organized events such as the Orto Bello Flash Mob that took place on November 4 outside of the Urban Center. We dressed up as farmers, and walked around the community, talking to people and handing out packets of seeds with useful information about OrtoBello. We are also planning a clothing drive at the Umbra Institute to raise money for the community garden. Through these events, we hoped to build support and find volunteers from the community to bring the garden to life: so far, it seems to be working. In fact, a Local Promoting Group –with about 15 members - has been formed and is defining an outreach strategy. A first public event is planned for December 2 at which an array of experiences, forms and visions of Community Gardens (and more!) will be creatively presented and discussed. If you want to be involved with this project, please come to the Urban Center on December 2 from 6 to 10 pm for fun, discussion and some snacks!! Please also feel free to email ortobellopg@gmail.com for more information.

Un Orto Urbano a Borgo Bello

The OrtoBello Project needs support from the community not only to make its vision a reality, but above all to maintain a viable community garden throughout the years. We hope to see you there, and we hope you will become as excited about this project as we are! 13


Pittori anonimi in mostra zione». Mentre parliamo quattro persone lavorano alle loro opere, ascoltano la conversazione e ogni tanto interagiscono con piccoli spunti. Il circolo -che si chiama Noi Insieme- è gestito dalla cooperativa sociale Polis e dal Centro di Salute Mentale di Magione dove si respira e si fa arte, ma non un’arte individuale: qui l'anonimato genera gruppo e la pittura - e non solo essa - si usa come strumento di comunicazione e interazione. «Finora abbiamo organizzato un po' di mostre e abbiamo avuto sempre molto successo, arrivando quasi all'autofinanziamento, riuscendo a coprire la gran parte delle spese per i materiali. Come dicevo prima, noi siamo tutti anonimi, perché pensiamo che l'arte deve apprezzarsi per la bellezza dell’oggetto e non per chi lo ha fatto. Dopo«In settimana si fanno tantissimi laboratori», conti- diché se qualcuno vuole può sempre fare un po' di nua Francesco, «pittura, maizena, cornici, arti ma- chiacchiere con l'artista». nuali, cucina, ma anche teatro, nordic walking e cineforum. Tutto quello che vedi qua dentro è pro- Domenica 7 dicembre, alle 18, si inaugurerà una dotto dai ragazzi del Csm che partecipano a questi mostra in cui si potranno vedere le produzioni di laboratori. Nel laboratorio che gestisco io, quello di questi artisti anonimi. Trenta pitture, un po' di pittura, la presenza oscilla dai quattro agli otto ra- oggettistica e un aperitivo preparato dai ragazzi gazzi. Il materiale che usiamo sono gli acrilici, una del laboratorio di cucina. Dove? A Perugia, all’Otecnica più facile di altre... e anche più economica. pen Space for Arts di via dei Priori (piazza santo Tutti dipingono quello che vogliono, a volte prendo- Stefano). La mostra rimarrà aperta fino a tutta la no come riferimento un'opera famosa e la reinter- giornata dell’8 dicembre. pretano. Altre volte invece usano solo l'immaginaDavid Montiel «Siamo anonimi, non etichettabili in nessun modo, perché è anche una questione di rispetto, perché ci teniamo e facciamo cose belle». Sono le parole di Francesco Ticchioni, mentre discutiamo del laboratorio di pittura che si svolge in un locale al piano terra vicino agli edifici della Usl n. 2 di Magione. Un circolo pieno di colore: pitture vivaci con temi di ogni genere appese in ogni angolo delle pareti, quadri incorniciati con i materiali più inverosimili, scaffali pieni di oggetti: bomboniere creative, segnalibri, orecchini e collane di carta fatte con tale destrezza che sembrano di pelle, alcune maschere di carnevale di carta pesta, e tantissime altri oggetti, tutti fatti a mano.

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i corsi di fiorivano le viole Lunedì Corso di Disegno e Acquarello per adulti e bambini a cura di M. Boccardini, via Cartolari 31. Per prenotazioni 349 8454500

Lezioni introduttive al Pianoforte a cura di F. Picchiotti, via della Viola 29 Per prenotazioni: 333 1955554

Riunione Collettivo Bella Queer! Ore 18.30 via della Viola 29

PINTAR - lezioni di pittura e disegno a cura di J. C. Araoz, via del Duca 4 Dalle 18.30 alle 20 José: 3466625110 - Elisa: 346 1835149

Lezioni di Inglese a cura di M. Bucci, via della Viola 29 Info: 334 2885057

Martedì Incisione e stampa con torchio calcografico a cura di M. Boccardini, via Cartolari 31 Per prenotazioni 349 8454500 ITALIANO PER TUTTI - lezioni di italiano per stranieri e non, via Imbriani 2 Dalle 17.30 alle 19 Aurora: 388 8584843 - Sasha: 328 6616395 italianopertuttipg@gmail.com

OH! PAPER - laboratorio aperto di manipolazione di carta e parole a cura di Zolletta, ore 21.30. BracciaRubate via Cartolari 4 - bracciarubatepg.wordpress.com

MERCOLedì L’ALTRO PRESEPE - Costruzione di personaggi fantastici con materiali diversi per un presepe diverso a cura di M. Carbone e F. Bellini. Dalle 19 alle 21 via Cartolari 4 e via Cartolari 8. Info: 320 4256229

Lezioni di Tecnica Vocale a cura di J. Roit, via della Viola 29 Dalle 19 alle 20.30 Info: 347 5790631

GIOVEDì PAPERITOS - lezioni di origami a cura di Ayumi Makita, Gaetano e Demian Via della Viola 29, dalle 15 alle 16.30 Info: 339 5660767

Corso di Teatro Danza a cura di Carole Magnini Chiostro di San Fiorenzo, via della Viola 1 Dalle 18.30 alle 20. Info: 348 0872126

ITALIANO PER TUTTI - lezioni di italiano per stranieri e non, via Imbriani 2 Dalle 17.30 alle 19 Aurora: 388 8584843 - Sasha: 328 6616395 italianopertuttipg@gmail.com

L’ALTRO PRESEPE - Costruzione di personaggi fantastici con materiali diversi per un presepe diverso a cura di M. Carbone e F. Bellini. Dalle 19 alle 21 via Cartolari 4 e via Cartolari 8. Info: 320 4256229

Laboratorio di Musiche Popolari, Dalle 18 alle 19.30 Via della Viola 29 fiorivanoleviole@gmail.com Lezioni di Tedesco a cura di Axel; Ore 19.30 Via della Viola 29 Info: 334 8062775

sabato Scultura condivisa per adulti e bambini Lab 52, via Alessi 52. Simone: 328 1994805

Lezioni di Inglese a cura di M. Bucci Via della Viola 29 Info: 334 2885057

Introduzione alla Chitarra a cura di L. Calabria. Via della Viola 29 Dalle 18 alle 19.30 Prenotazioni: fiorivanoleviole@gmail.com

Dal lunedì al sabato

su prenotazione

Corso di Ceramica per adulti e bambini Laboratorio ì Pezzi di Mò, via Cartolari 20 Per prenotazioni: 389 5419578 oppure: facebook/pezzidimo

QUESTA NON È UNA SEDIA Manipolazione del cartone, pittura e riarredo a cura di M. Pulvirenti, via Cartolariv 8 Contatti: 340 9965651 - maurypulvirenti@virgilio.it

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gli eventi di DICEMBRE IL NATALE DELLE VIOLE

DOM 7

Mercatino, botteghe aperte, musica, giochi, colori, laboratori, intrattenimento LA LUCE Presentazione addobbi di Natale Dalle 11 alle 23. Lungo le strade di via della Viola

IN LIGHT WE TRUST

ARCO ETRUSCO CLASSICA NATALE Felix Mendelssohn - Due concerti

mer 10

gio 11

all'insegna dell'integrazione - Ore 18 Sala conferenze Sovrintendenza ai beni architettonici e paesaggistici, via Ulisse Rocchi 71 In programma: Trio ARS et LABOR. Trio per pianoforte, violino e violoncello in re minore op. 49

VINO E POESIA - Ore 21.30 - Girotondo Osteria La Lumera, corso Bersaglieri 22

Sabato 6 Workshop di Light Painting condotto da Yapwillie & Garagolo a cura di BracciaRubate e Studio OKO. Dalle 15 alle 19 Studio OKO, via Cartolari 14 Info e prenotazioni: multiplodiotto@yahoo.it Domenica 7 • Dalle 15 alle 18.30. Sessione di Ritratti in Light Painting a cura di Signe de LumiËre, BracciaRubate e Studio OKO Via Cartolari 14. Studio OKO • Ore 18.30. Presentazione de La Canzone della Mosca musica di Zolletta, video di Yapwillie & Garagolo • Ore 18.35. La mosca e altri insetti dal vivo D-Lights Clear Karma Orchestra! (showcase) Pizza & Musica, via della Madonna 5

CICLOFFICINA DI PORTA PESA Corso di meccanica e manutenzione della bicicletta. Dal 7 al 14 Dicembre. Via del Pasticcio, Porta Pesa

borgo sant'antonio LA VIA DEI PRESEPI Inaugurazione: domenica 7 - ore 17 (fino al 17 gennaio) Orario di apertura: tutti i giorni dalle 16.30 alle 19.30 Visita di mattina per le scuole prenotando al 338 3718262 I Presepi si possono visitare in c.so Bersaglieri e nella chiesa di sant’Antonio Abate. A cura di ass. Borgo sant’Antonio Porta Pesa Info: www.borgosantantonio.com

Domenica 14 - IL LABORATORIO DEL TORRONE Locali di corso Bersaglieri. Dalle 16 alle 20

Domenica 7 - PANE, OLIO E CORTESIA, 2° Festival della Bruschetta Dalle 10 alle 20, Porta Pesa - Corso Bersaglieri. A cura di ass. Borgo sant’Antonio Porta Pesa. Info: 388 5620878

Sabato 13 - Letture, Scenette e Poesie in dialetto perugino Chiesa di Sant’Antonio Abate. Ore 17 A cura della compagnia Il Parione e il gruppo Onofri

Lunedì 8 - Cerimonia per la riconsegna alla città dell'affresco trecentesco Madonna in trono con Bambino. Dalle 17.30 alle 20. Chiesa di Sant’Antonio Abate.

Domenica 14 - CONCERTO DI BRANI NATALIZI - Ore 16 Alunni della scuola Ugo Foscolo. Chiesa di S. Maria Nuova

Mostra d'Arte - LA CASA DEGLI ALBERI A cura di Sansalù al Borgo. Inaugurazione: sabato 6, ore 17 Aperta dal 6 fino al 28 dicembre dalle 16.30 alle 19.30 Corso Bersaglieri, 84

NASCERE. ELEVARSI ALLA LUCE - mostra di Arti figurative A cura di Sansalù al Borgo. Dal 12 al 28 dicembre Oratorio di San Giovanni Battista Aperta i giorni 12, 13, 14, 20, 21, 27, 28 dalle 16,30 alle 19,30

Lunedì 15 - Presentazione del progetto di riqualificazione di Borgo sant’Antonio - Ore 18, oratorio di S. Benedetto, via del Roscetto Domenica 21 - DOLCENATALE nel Borgo sant’Antonio Locali di corso Bersaglieri. Dalle 16 alle 20

MERCATINO DI NATALE - Oratorio di Sant’Antonio Abate Aperta i giorni: 7, 8, 13, 14, 20, 21 dalle 15.30 alle 19.30

CENTRO STORICO. Il valore poetico del fare 21, 27, 28 dicembre dalle 16,30 alle 19,30. Corso Bersaglieri 41

Giovedì 11 - IL CAPPELLONE. Stornelli della tradizione perugina Ore 21, oratorio di sant’Antonio Abate. M. Bonucci e P. Fioroni

Lunedì 29 - CONCERTO musiche rinascimentali e barocche su strumenti originali - Ore 21 - Chiesa di sant’Antonio Abate A cura di E. Becchetti e D. Bernardini


DOM 14

IL NATALE DELLE VIOLE - Mercatino, botteghe aperte, musica, giochi, colori, laboratori, intrattenimento. Contest di Zuppe e Minestre. Info e preno: 331 9152379. Dalle 11 alle 23. Lungo le strade di via della Viola LE NAZIONI UNITE DELLA DANZA - La pedagogia della pace attraverso la danza dei popoli a cura dell'associazione Eurinome ASD. Sala dei Notari. Dalle 16 alle 18.30

ARCO ETRUSCO CLASSICA NATALE Felix Mendelssohn. Due concerti all'insegna

gio 18

dell'integrazione. Ore 18. Sala conferenze, Sovrintendenza ai beni architettonici e paesaggistici, via Ulisse Rocchi 71. In programma: Trio ARS et LABOR. Trio per pianoforte, violino e violoncello in do minore op. 66

GRUPPO DI LETTURA -Ore 20.45

DOM 21

il borgobello Martedì 2 - ORTOBELLO STRANGE FRUIT a cura del gruppo promotore dell'Orto Bello Dalle 18 alle 22, Scale di Sant'Ercolano Giovedì 4 - BUON COMPLEANNO! - Ore 20 Festeggia il tuo compleanno con tutti i nati del mese di novembre. Pizzeria La Romantica, corso Cavour Prenotazione (€12) 329 611 8813 Giovedì 11 - INCONTRI PER IL BORGO - Ore 21 Organizziamo insieme il grande Presepe vivente di San Domenico. Sala Santa Caterina, via del Castellano Giovedì 12 - IN VIA DEL DEPOSITO - Ore 18 Inaugurazione allestimenti di recupero della via A cura del Comune di Perugia e in collaborazione con l'ass. Borgo Bello Sabato 13 - NATALE VINTAGE - Dalle 17 in poi Corso Cavour e Borgo XX Giugno Domenica 14 - DA BORGOBELLO A BORGOBELLO Visita guidata della Fond. Marini Clarelli Santi Partenza ore 9.30, giardini del Frontone Lunedì 15 - NATALE IN VERSI - Ore 17 A cura di V. Bartolucci, bar Millevoglie, corso Cavour

Via della Viola 29. Info: Fernando 340 2397320

Martedì 16 - NEL CIELO DI PERUGIA - Ore 17 Impariamo a riconoscere Aldebaran, l'occhio del toro e le Pleadi: le stelle delle nobili arti. Con V. Millucci Presso la sede dell'ass. Borgo Bello

IL NATALE DELLE VIOLE - Mercatino, botteghe

Mercoledì 17 - CONCERTO DI NATALE - Ore 17 Duo di violini - Elena Ambrosi e Alberto Mercuri Chiesa di San Giuseppe

aperte, musica, giochi, colori, laboratori, intrattenimento. L'Argentina - musiche, danze e sapori dal Sud-America. Dalle 11 alle 23. Lungo le strade di via della Viola

CONCERTO ABBRACCI DI NATALE

con i Cori di Voci Bianche A cura di: ass. Priori, Assisi Suono Sacro e Radici di Pietra. Ore 16.30 Auditorium San Francesco al Prato

I concerti del vicolo via Ulisse Rocchi - Ore 21

Sabato 20 e domenica 21 - BORGOBELLO IN FIERA Mercatino natalizio degli artigiani e degli hobbisti Dalle 9 alle 20, corso Cavour Alto Domenica 21 - UN VIAGGIO NELL'ANTICA ROMA Allestimento di un accampamento militare a cura della Legio XXII P.F.L. di Spello. Ore 10.30, piazza G. Bruno Lunedì 22 Ore 10.30 - BABBO NATALE INCONTRA I BAMBINI Scuola XX Giugno Ore 17.30 - PANETTONE PARTY, piazza G. Bruno Martedì 23 Ore 10.30 - BABBO NATALE INCONTRA I NONNI Fondazione Fontenuovo Ore 17.30 - PANETTONE PARTY, Sagrato di Sant'Ercolano

Giovedì 18 - 88 FOLLI POCKET

IL PRESEPE VIVENTE - 25, 26 dicembre; 1, 4, 6 gennaio Dalle 16 alle 19, sotterranei Basilica di San Domenico via del Castellano

Sabato 13 e Domenica 14 - IRISH MUSIC & FOOD Red Pack & S. Sisani, musica tradizionale irlandese

Sabato 27 - TORNEO NATALIZIO DI BURRACO - Ore 16 Quota di partecipazione € 10. Per info: 329 6118813

Giovedì 4 - JOHNNY RED HAS FOUR FINGER

street art inside

Latcho Drom - Porta Sole Martedì 2 - L'inquinamento Acustico MR.BRADIPOS & The Babablues Martedì 9 - The Racing Rats Editors tribute band Martedì 16 - Senza Lame Cover Demenziali

Un'agenda condivisa on-line, per dare voce a ciò che accade nella nostra città Visita il sito www.perugiaagenda.it


FORUM dei giovani Perugia non sarĂ la Capitale europea dei Giovani 2017. Ma i ragazzi ci riproveranno per il 2018 Testo di Francesca Fortunati Foto di Arianna Tei

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Dagli ultimi mesi del 2013, un piccolo gruppo di organizzazioni giovanili, ispirandosi alla candidatura di Perugia come Capitale europea della Cultura 2019, lavora per creare una rete regionale di ragazzi desiderosi di impegnarsi nell’ambito della partecipazione e della rappresentanza giovanile. All’inizio del 2014 si costituisce così una grande coalizione, formata da 53 associazioni giovanili, le quali, dopo aver valutato il potenziale di Perugia, decide di impegnarsi a candidarla al titolo di Capitale europea dei Giovani 2017. All'interno della coalizione sono rappresentati studenti, imprenditori, associazioni cattoliche e laiche, nonché quelle impegnate a promuovere la vita culturale in tutte le sue declinazioni.

Il 23 aprile 2014 il Forum europeo della gioventù sceglieva Perugia quale unica finalista italiana insieme a Cascais (Portogallo), Galway (Irlanda), Newcastle (Il Regno Unito) e Varna (Bulgaria). Proprio Varna, mercoledì 19 novembre, è stata nominata vincitrice. Percorrendolo giorno dopo giorno ci siamo resi conto che questo è un cammino complesso ma ricco di opportunità, perciò abbiamo, con la convinzione che ci ha sempre contraddistinto e un po’ di esperienza in più, deciso di proseguirlo.

Il nostro obiettivo consiste nella creazione di una società in grado di rispondere anche alle esigenze dei propri cittadini più giovani, che non abbiamo la pretesa ma il desiderio e la voglia di interpretare. Tale interpretazione non può più prescindere dal confronto con i coetanei cittadini di un’Europa la cui identità culturale abbiamo contribuito a formare e alla quale oggi non possiamo rinunciare a partecipare, nonostante le difficoltà sempre più significative che prima di tutte il tasso di disoccupazione ci conduce a vivere. Il nostro futuro si vuole basare sulle pari opportunità, sull’impegno, sulla mobilità, sulla creatività, sulla reazione costruttiva alle varie crisi, economiche e valoriali, che investono Perugia e l’Italia intera.

Scegliendo di non arrenderci crediamo e speriamo di fare qualcosa di utile e gradito non soltanto a noi stessi, ma a tutti i giovani che della nostra Perugia e Umbria fanno parte, così come ai cittadini di tutte le età che in noi devono essere certi di trovare intenzioni trasparenti e sincere assunzioni di responsabilità. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, indipendentemente dall’esito della candidatura, ci ha nominati capitale italiana dei giovani 2015, ma ciò che più di ogni altra cosa desideriamo è che partecipi e creda al nostro progetto chi ci è più vicino, Perugia e i suoi giovani, e tutti i suoi abitanti. Per questa necessità di radicarsi nel territorio e riuscire a proiettarlo in una dimensione imprescindibilmente internazionale la coalizione per la candidatura ha deciso di creare il Forum Regionale dei Giovani Umbri.

Ecco perché la nostra risposta, il nostro motto è: “ReGeneratingYOUth”. Abbiamo elaborato un programma, ideato e realizzato dai giovani per i giovani secondo un approccio bottom-up che unisce la creatività e le idee innovative con il supporto e la competenze di esperti e istituzioni nella gestione di attività e eventi. Le attività del percorso di candidatura comprendono progetti, corsi di formazione, campagne di informazione, workshop, concorsi, festival, convegni e ricerche strutturate sui seguenti temi trasversali: multiculturalismo e arte; educazione e volontariato; occupazione per i giovani, imprenditorialità e creatività; partecipazione e giustizia intergenerazionale.

Ci ricandidiamo al titolo di European Youth Capital per il 2018, come dichiarato dal portavoce del percorso Gabriele Biccini nella conferenza stampa del 24 novembre scorso.

Dal congresso fondativo del 14 luglio scorso sono usciti uno statuto e un gruppo di referenti per ogni area di progettualità di cui il Forum ritiene giusto dotarsi. Tutti i gruppi hanno prodotto un piano annuale di lavoro sul quale siamo ai dettagli. Perdonate gli errori, l’inesperienza, la sconfitta, le lacune di comunicazione, di cui ci pentiamo, ma credete nella genuinità e nella forza d’animo con la quale decine e decine di persone hanno speso tempo ed energie senza nessun tipo di retribuzione né promessa, ma soltanto per amore del proprio prossimo e della propria città. 19


LA CICLOFFICINA DI PORTA PESA Una nuova geografia grazie alla mobilità dolce Testo di Lavinia Rosi, Serena Nitrola e Ivana Finocchiaro Foto di Serena Nitrola

L’avventura della Ciclofficina di Porta Pesa è cominciata a fine 2012, nella sala d’aspetto della stazione di Sant’Anna. È stato il primo incontro dei “pedoniciclisti”, un gruppo di cittadini che condivideva la passione per la bicicletta e la mobilità alternativa, che iniziò a discutere delle problematiche con cui si scontrava giornalmente. «Abbiamo deciso di chiamarci “pedoniciclisti” perché deve esserci un’alleanza tra queste due categorie fragili. L’altro passaggio è stato darci delle regole e creare una sorta di carta-manifesto. Tra le azioni a cui pensavamo c’era l’apertura di una ciclofficina popolare, e il caso ha voluto che ci fosse una coincidenza d’intenti», afferma Rosanna, una delle socie. La Ciclofficina è stata allestita dentro un piccolo vano in via del Pasticcio, messo a disposizione dall’associazione Rivivi Borgo sant’Antonio e ristrutturato dagli stessi soci in circa tre mesi: «I membri dell’associazione a cui l’abbiamo proposto sono stati contenti, perché il loro intento è quello di allontanare il degrado creando una certa vitalità. Una presenza fisica è qualcosa che fa del bene. I costi della ristrutturazione sono sta-

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ti coperti in parte dai Giovani Soci Coop, ma soprattutto grazie a iniziative come una cena, una pesca e la lotteria. Quest’ultima è quella che ha funzionato meglio, è stata una cosa carina, socializzante e un modo per chiacchierare e confrontarsi», racconta Rosanna. La Ciclofficina nasce, quindi, per promuovere la “mobilità dolce”, da concepire come il diritto del cittadino alla fruibilità degli spazi: percorrendo la città, riappropriandosene non come oggetto di consumo, è possibile scrivere una nuova geografia dei luoghi, una morfologia del territorio a dimensione d’uomo e delle relazioni sociali. L’attività di questo centro sociale si fonda sul valore del riuso e della solidarietà: «Ogni mercoledì e, spesso, nei fine settimana, siamo qui per offrire alle persone un luogo dove riaggiustare la propria bicicletta, usando i nostri attrezzi. Chi vuole può lasciare un’offerta o donare una vecchia bicicletta, che noi smontiamo e riutilizziamo per ripararne un’altra. C’è uno scambio, chi non si può permettere una bici, chi vuole cambiarla e ripararla usa la Ciclofficina come punto di riferimento. Per esempio, a un


bambino che non poteva comprarla ne abbiamo donata una, lui ha visto mentre veniva assemblata. È stata una cosa molto tenera», dice Pino, uno dei fondatori di questo spazio. «Un altro dei principi della Ciclofficina è che si aggiusta la bici insieme al diretto interessato. È lo spirito di riparare insieme, è uno scambio di saperi e di conoscenze. Inoltre, abbiamo una lista dei bisogni, chi vuole può portare degli oggetti che possono servire, tipo la pasta per lavare le mani, l’olio, le chiavi inglesi, le camere d’aria. Può lasciare qualcosa dentro il salvadanaio, ma anche niente. Questo non è un luogo dove si può monetizzare», continua Rosanna.

ai tempi che questo mezzo di trasporto richiede: siamo sempre di corsa, vorremmo già essere arrivati», dice Pino.

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Foto di David Morresi

I fondatori della Ciclofficina ritengono che ciò che riguarda la mobilità sia a Perugia molto arretrato, ma che la città possegga delle enormi potenzialità. I pedoniciclisti hanno cercato di coinvolgere le istituzioni, esponendo i punti del “programma” che Rosanna ci ha elencato: «Sicuramente è importante favorire l’intermodalità dei mezzi di trasporto, per esempio facendo sì che gli autobus accolgano le bici al loro interno. Inoltre, si potrebbero togliere alcune file di parcheggi e farle divenL’officina è diventata un luogo di aggregazione, tare piste ciclabili, rintracciare dei percorsi per il non solo per chi vive nel quartiere, ma anche transito delle biciclette». per i giovani. Si può partecipare liberamente alle iniziative del gruppo, organizzate dai membri Il sindaco Romizi ha risposto ad alcune domantramite i social network e le mailing-list: le pas- de sulla promozione della mobilità alternativa: seggiate in bici o a piedi, le escursioni, i corsi di «Abbiamo visto nascere la curiosità intorno all’umanutenzione e di meccanica della bicicletta. La tilizzo della bicicletta, per muoversi in città. Dobproposta della mobilità alternativa parte dal de- biamo creare le condizioni di un suo utilizzo in siderio di cambiare approccio alla realtà urbana: sicurezza, incrementare le infrastrutture e indivi«Il problema non è salire con la bici in centro. Sì, duare dei percorsi protetti. Per quanto concerne il sicuramente è faticoso, ma non meno di andare noleggio delle biciclette, esistono diversi punti di in palestra. Il problema è che non siamo abituati posteggio, ma se ne potrebbero creare di nuovi».


gesto Un locale da vivere e non da consumare Testo di Lavinia Rosi Foto di Rosario Terranova

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«Gesto è casa tua, è un esperimento sociale che parte dai gesti quotidiani delle persone che lo frequentano»: così si legge sull’invito Facebook per l’inaugurazione del locale, aperto il 6 novembre in Via Floramonti, poco sopra le scalette di Sant’Ercolano. Una porticina stretta, poi una porta scorrevole e sei il benvenuto. Gesto ti sorprende sin dai primi gradini: da fuori non ti aspetti così tanto spazio ed è la tua curiosità che ti chiede di procedere oltre. Scendendo ti ritrovi in un grande salone, un po’ una casa un po’ una soffitta dove frugare tesori nascosti. Dalle alte volte a crociera si srotolano lampadine filanti a illuminare l’arredamento bizzarro, tutto esclusivamente recuperato. Un arredamento familiare in tutti i sensi: le credenze anni Settanta che vengono da casa di Martina, giovane perugina ideatrice del locale; le cappelliere delle nonne delle amiche; i bauli e le lampade retrò, la bilancia del nonno, i tavolini recuperati dalle impalcature degli imbianchini, le valigie da migranti che diventano fioriere, i libri aperti sulle mensole. Ogni tavolino con la sua identità, le sedie spaiate e le candeline accese, tra legno, tessuti e ferro battuto, in un’atmosfera in bilico tra una festa in riva alla Senna e Portobello Road. Ma quello che colpisce non è solo l’arredamento.

alla qualità. Il cibo è concepito sotto forma di stecco, “leccalecca salati”, li chiamano loro, un invito a toccare con mano e a condividere i piatti. Si crea così una certa intimità mangiando e in un intreccio di mani sui tavoli prende forma un rituale di assaggi reciproci. L’obiettivo è quello di eliminare tutte quelle formalità che si vengono a creare in uno spazio pubblico, alimentando un clima di accoglienza. C’è anche il rito della maxi moka e delle meringhe per tutti: il caffè, versato su tazzine del set delle bambole, si offre ai vicini di tavolo proprio come si farebbe con un ospite a casa. Aperitivi, merende, riunioni e molto altro.

L’idea è quella del sentirsi a casa: posi la giacca, saluti, prendi posto e ti dirigi verso la credenza per prendere il necessario per apparecchiare il tuo tavolo. Prendi i tovaglioli, il vasetto coi grissini e la lavagnetta sulla quale scrivi direttamente tu con un gesso la tua ordinazione: «Non è il classico locale dove ti siedi e sei servito e riverito», spiega Martina.

Sulla destra l’enorme parete affrescata con i volti di alcuni guru della storia della musica contemporanea fa subito saltare all’occhio l’altra caratteristica fondamentale del Gesto: il locale vuole essere infatti un piccolo live club dove a turno si alternano musicisti nostrani e internazionali. La programmazione verrà gestita in collaborazione con Aimone Romizi, organizzatore del Mercoledì Rock e frontman dei Fast Animals and Slow Kids. A lui spetta la selezione degli artisti. «Fare musica dal vivo dovrebbe essere la cosa più ovvia che si fa dentro un locale, è assurdo che a Perugia non sia così scontato», dice Martina. Durante la settimana è prevista una variegata proposta musicale. Giovedì musica live. Martedì strumentale, improvvisazione, jazz, musica classica; cercando di coinvolgere anche quelle realtà di eccellenza del territorio come il Conservatorio o gli Amici della Musica, purtroppo ancora troppo poco valorizzate. Ma non solo: la domenica verranno organizzati mercatini vintage, improvvisazioni teatrali e cabaret. Molte altre attività in cantiere, sempre con la stessa idea di fondo, improntata allo scambio e al mettersi in gioco. Il mercoledì pomeriggio, per esempio, se tu porti una torta il Gesto ti offre il tè.

Al bancone prendi da bere, vino e birra da sorseggiare nei barattoli delle conserve, poi aspetti che arrivi il resto: uno street food vestito da gourmet, prezzi bassi, giusti rispetto

Un progetto coraggioso che può dare grandi soddisfazioni se apprezzato e capito, come sembra stia già succedendo: un locale da vivere e non da consumare.

Qui le parole d’ordine sono socialità, gestualità, spirito d’iniziativa: la creazione di momenti di ritualità condivisa che vadano oltre il semplice consumo di un pasto o di una bevanda.

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SENZA FRONTIERE Un anno di Giosef, tra Perugia e l'Europa Testo di Fulvia Cipollari Foto di Francesca Boccabella

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Cos’è Giosef? L’acronimo di Giovani senza frontiere. E che altro? Giosef non è solo un’associazione giovanile. Giosef è la spinta a ottenere piccoli pezzi di un mondo migliore. Giosef è combattere per i diritti umani, per le diversità interculturali e per i principi di non-discriminazione. È promuovere la cultura dell’antisessismo, dell’antirazzismo, del contrasto a omofobia, lesbofobia e transfobia. Giosef è tante cose. Giosef per i giovani è la possibilità di inserirsi nella società da un punto di vista lavorativo, formativo, sociale, politico e culturale. Giosef è sensibilizzazione alla multiculturalità e all'integrazione attraverso momenti di confronto quali scambi giovanili internazionali tramite progetti come Erasmus+, “Servizio Volontario Europeo”, “Leonardo da Vinci”, workcamp. Grazie ai quindici anni di attività e impegno di tutti i componenti di Giosef Italy, centinaia e centinaia di ragazzi italiani hanno avuto la possibilità di partecipare a esperienze formative all’estero che hanno permesso loro di incrementare il loro curriculum vitae. Ogni progetto di scambio inoltre volge su un tema specifico, dai più costruttivi come “il concetto di democrazia”, “i diritti umani” o “l’Unione Europea”, ai più ludici come “lo sport nella vita dei giovani” e “la musica come strumento di comunicazione”. In questo modo i partecipanti hanno sviluppato sensibilità su diverse tematiche con la possibilità aggiuntiva di confrontarsi con coetanei provenienti da tutto il mondo. La mia avventura con Giosef è iniziata più di un anno fa. Non eravamo altro che un gruppo di amici seduti davanti a un caffè. Guardavamo con interesse al lavoro svolto dalle associazioni presenti sul territorio e sentivamo l'esigenza di prenderne parte. Ma come? Una mia amica ci ha presentato le molteplici opportunità che Giosef offriva nella sua e in altre città e le potenzialità che questa associazione avrebbe potuto sviluppare a Perugia. Per quanto convincente, il progetto generava in noi alcune perplessità. Era forse troppo ambizioso? Giosef avrebbe suscitato lo stesso interesse

negli altri? Eravamo solo dei sognatori? E come iniziare? La nostra avventura parte nel momento in cui abbiamo organizzato un aperitivo informativo che ha cancellato ogni perplessità. L'interesse suscitato nei partecipanti, oltre ad averci fornito prova della validità del progetto, ci ha spinto a perseverare nel nostro lavoro. Ad oggi Giosef Perugia può contare sul supporto di associazioni attive nel territorio quali Omphalos, Udu, Anpi e Libera. Il nostro rapporto collaborativo è nato nel marzo scorso, in occasione dell'evento Viaggiare per tornare. Il punto focale dell'iniziativa era considerare il viaggio come esperienza formativa, non solo volta alla crescita personale, ma soprattutto all'acquisizione di competenze da impegnare nel proprio territorio una volta tornati. Le associazioni partecipanti hanno dato la loro interpretazione del binomio giovani-viaggio. Un altro momento fondamentale della mia avventura con Giosef Perugia è stato il 20 giugno, quando abbiamo organizzato insieme a Libera Unipg un concerto per il recupero del Parco della Cuparella dal degrado urbano. Giosef Perugia, dopo un anno di iniziative sul territorio e di collaborazione con il mosaico associativo locale, è diventata a tutti gli effetti una realtà affermata. Questi primi mesi di impegno sono stati fondamentali per radicarsi nel territorio e farsi conoscere. Uno degli obiettivi che Giosef Perugia si pone per il futuro è quello di organizzare un workcamp nelle campagne perugine ospitando circa venti ragazzi provenienti da tutto il mondo, i quali potranno svolgere lavori di manodopera utili alla comunità locale, oltre che godere della splendide bellezze, paesaggistiche e non, che la città offre. Il lavoro svolto fino a questo momento è stato solo il primo passo di quella che, spero, sarà una lunga avventura. Molti non ci conoscono ancora, ma spero che in futuro Giosef Perugia diventi un punto di riferimento per tutti, come in questo anno lo è stato per me. Faccio parte di Giosef Perugia perchè ritengo indispensabile rendere costruttivo il dialogo tra noi giovani e la realtà che ci circonda, a Perugia e nel mondo.

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Cani (e gatti) sociali I nostri animali sui banchi di scuola Testo di David Montiel Foto di Francesca Boccabella

Quando si decide di visitare una fiera, ci rassegniamo a priori all’idea di finire la giornata con le gambe appesantite dal camminare infinito, gli occhi incapaci di fissare lo sguardo dopo aver guardato un’infinità di cose fino all'ultimo dettaglio e le orecchie piene di fischi causati dal ronzio prodotto da mille suoni contemporaneamente. Una fiera mette i sensi alla prova. Fa' la cosa giusta, l'ultima fiera a cui ho partecipato, peraltro, è stata una manifestazione relativamente piccola paragonata a quella di Milano: tre giorni nel complesso di Umbria Fiere, a Bastia Umbria, trascorsi camminando lungo i corridoi, muovendosi da un evento a un altro, quasi senza fermarsi, senza arrivare a godersi nemmeno la metà delle proposte . Tante cose da vedere, tutte piene di contenuti sociali interessanti. Mi ricordo anche di un momento speciale. Un momento in cui fermo davanti a un pannello che pubblicizza due centri cinofili, “Il Melo”, di Bevagna e “Speed Dog” di Perugia, con la comprensione che gira a vuoto senza trovare un punto di ancoraggio. Perché tanti, come me, si saranno chiesti: ma cosa

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c'entra un Centro Cinofilo con Fa' la Cosa Giusta? È questa domanda che oggi ci porta qua, a Cenerente, ai piedi del Monte Tezio, dove si trova il Centro Cinofilo Speed Dog, insieme a Gioia, Laura, Roberta. C'è anche Francesco che invece fa parte del Centro Cinofilo “ Il Melo” di Bevagna. «Quali sono i luoghi comuni che fanno sì che il cane venga mal gestito?», dice Francesco Roscini, [qual'è il tuo ruolo??]. «Oggi siamo qui a parlare con voi anche per chiarire che un Centro Cinofilo non fa soltanto agility dog. Parlare dei cani e dare informazioni ci aiuta a prevenire possibili atteggiamenti negativi legati in molti dei casi all’inconsapevolezza dei loro padroni. Per esempio, fare formazione nelle scuole ci permette di raccontare ai bambini che un Border Collie è stato selezionato geneticamente negli anni per condurre i greggi. Ed è per questo che si muove in un certo modo e tende a mordicchiare. È divertente, riusciamo a fargli capire che se il Border Collie non fa quello per cui è stato creato e viene confinato in un appartamento insieme a bambini, è possibile che finisca per mordicchiar-


li. E non è perché il cane è diventato aggressivo, ma perché si trova in un contesto ambientale non adeguato. Fare formazione nelle scuole ci permette anche di “usare” i bambini per educare i loro genitori. Con gli adulti a volte è difficile spiegare certe cose, perché prima devi abbattere quello che già sanno e ricostruire successivamente i concetti giusti, invece i bambini sono privi di luoghi comuni e con loro si costruisce da zero. Per esempio questo genere di informazioni – a mo’ di prevenzione - aiuterebbe molto a gestire il sovraffollamento dei canili. Un tema, questo dei canili, che tratteremo nelle future fiere». Laura Cibeca è laureata in Scienze dell'educazione e specializzata in pet therapy. «Portando i cani negli asili nido possiamo lavorare per esempio alla prevenzione di incidenti quando ci si trova in strada con gli animali. Mi ricordo di una mamma che mi diceva che il figlio di cinque anni quando andavano per strada le diceva spesso: “Non accarezzare il cane, chiedi al suo padrone se puoi farlo”. Per quanto riguarda la pet therapy abbiamo lavorato in diversi contesti, asili nido, centri per anziani, case famiglia, ma anche con l'Asl e con il Tribunale di Minori».

Un aspetto chiave è quello dell’impatto che i mass media hanno nella scelta del cane. Un’arma a doppio taglio che può trasformare il desiderio e la responsabilità di avere un cucciolo da crescere in una moda. Gioia racconta che «si verifica spesso che certi tipi di cane vengono presi in contemporanea all'uscita di un film dove il protagonista è un cane. Il problema viene dopo, quando la moda finisce e passa la novità». Ma a casa ci sono anche i gatti, e di questo si occupa Roberta Roscini, esperta in comportamento e psicologia del gatto domestico e certificata Isap (International Society of Animal Professionals): «Dei cani si parla tanto e da tanto tempo, invece sui gatti si sa pochissimo, di solito mancano anche le conoscenze di base. Ad esempio, molti proprietari interpretano gli “agguati” mattutini del proprio gatto come un comportamento strano o addirittura aggressivo, senza sapere che in realtà è lo sfogo del tutto naturale di un istinto di caccia evidentemente insoddisfatto e, anziché aiutarlo, lo sgridano peggiorando il problema.Porto avanti quattro workshop sul tema della gestione dei gatti, e posso assicurare che per dire tutto mi servirebbe molto più tempo».

il melo Torre del Colle di Bevagna, Perugia www.ilmelo.org info@ilmelo.org 335 5823990 Francesco

speed dog Cenerente, Perugia www.speeddog.it info@speeddog.it 339 1310334 Gioia 27


Un Hip-store per la musica di Astio Collettivo Quando il vintage non è piÚ tendenza, ma condivisione Testo di Ivana Finocchiaro Illustrazione di David Montiel

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Astio Collettivo è un’associazione nata due anni fa dall’iniziativa di Valerio Astio e alcuni amici. Il primo interesse era quello di promuovere gruppi un po’ di nicchia della scena indie-rock anni ’90, oltre che la cultura legata a grandi mostri sacri come Captain Beefheart. Di recente, Astio Collettivo è diventata anche una label indipendente. «Volevamo creare una rete e produrre piccole cose che ci piacevano», dice Valerio, elencando una serie di progetti che l’associazione ha sostenuto, tra cui perfino un videogioco. Attraverso i social-network, Astio Collettivo promuove serate nei piccoli locali del centro di Perugia (ma non solo), con gruppi che da soli non hanno la possibilità di farsi conoscere. Eventi che non cercano un’adesione “ampia” in senso quantitativo: «L’importante, per noi, è che la gente sia interessata alla musica». Lo slogan che ha accompagnato i primi passi dell’associazione, “Esprimere ciò che non c’è”, nasceva dal desiderio di uscire da alcuni schemi e proporre qualcosa d’inascoltato: «Da quando, anni fa, abbiamo scritto quella frase per descrivere ciò che facciamo, non l’abbiamo mai cambiata. Resta vero che ci occupiamo di “esprimere ciò che non c’è”, però ci sentiamo meno soli, grazie alla sinergia con realtà diverse ed etichette come To Lose La Track». Il 23 novembre il Circolo del Tempo Bono ha ospitato il quarto Hip-store organizzato dall’associazione, un piccolo mercatino dell’usato che potremmo definire “sociale”. Il primo di questi eventi era destinato a raccogliere i fondi per la produzione di un nuovo progetto, e prevedeva anche una merenda a base di crostata e te, anch’essa fonte di finanziamento per Astio Collettivo. «È bastato lanciare il sasso e la voce si è propagata. Non puntavamo al guadagno esagerato, non è un mercato basato sulla logica della compravendita: per noi è un aiuto e i partecipanti -chi vende, chi acquista- sono spesso gli amici degli amici. Si avverte l’affetto, nessuno vuole spillare soldi».

fluo al maglione fatto con l’uncinetto- deriva dal semplice svuotamento degli armadi. «Il nome del mercato, ‘Hip-store’, è un’allusione agli hipster, gli alternativi che si vestono con roba vintage. Secondo me, sono molto più fedeli al cliché loro di chi veste abiti firmati!». Non oggetti, dunque, ma un mercato di abiti usati o dismessi, spesso donati da chi sostiene l’associazione; coloro che, poi, vendono dentro l’Hip-store, riversano il 10% del proprio incasso ad Astio Collettivo. C’è stato anche qualche esempio di baratto: «L’anno scorso un ragazzo svedese mi ha perfino chiesto di scambiare il suo maglione di cashmire con due miei vecchi maglioni!». È la location, però, a essere veramente inusuale, poiché sancisce una vera e propria sinergia giovani-anziani. Il Tempo Bono aveva già ospitato Astio Collettivo alla sua “data zero”, durante la terza notte bianca del circolo: «È stato incredibile, i membri del circolo facevano la salsiccia mentre noi sul palco suonavamo musica noise». A settembre dell’anno scorso, poi, un’altra manifestazione organizzata in questo spazio, Il Gran Fagiuol - Sagra del fagiuolo e della musica preponderante (una palese canzonatura alla moda dilagante delle sagre), ha riscosso un grande successo. L’impulso che ha portato Valerio a fondare l’associazione è stato quello di uno studente che voleva vedere viva la propria città, condividendo una propria passione e tramutandola in evento: «Il centro storico di una città dovrebbe essere il centro della sua vita. Qui sono arrivati sempre meno studenti perché in una città universitaria non si cerca solo un luogo dove studiare, ma anche dove divertirsi. Secondo me Perugia potrebbe migliorare, cedendo di più alle esigenze dei giovani. Tuttavia, credo che sia diventata una frase fatta, quella che a Perugia non ci sia nulla da fare: tanti locali organizzano dei piccoli concerti, ci sono le serate e gli eventi delle associazioni e dei borghi».

L’allestimento dei vari banchetti su cui vengono disposti i vestiti -un vero patchwork di colo- Un altro luogo comune da sfatare, da ribaltare ri e marche, tessuti e storie, dalle giacche verdi in una realtà vivibile e positiva.

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L'ASTROLUOGHIA

Di Lavinia Rosi

SAGITTARIO

22 novembre - 21 dicembre Quando reciti con la tua voce pulita senza inflessioni dialettali non devi dimenticare l’acciaio che scorre nelle tue vene. Non importa quante bottiglie di vino vinci, l’importante è esserci, anche se c’è la nebbia fitta e Fontivegge è piena di sottopassaggi emotivi. Accetta di far entrare in bagno i tuoi ospiti anche se non l’hai perfettamente lucidato.

Via Cartolari, le 16 e qualcosa

SOTT O gli O C C H I

di IVA N

A

Circolando per le strade della città sotto la pioggia scrosciante, mi capita spesso di osservare i passanti. Le categorie riconoscibili sono molte, ma alcune sono ricorrenti: c’è l’“imperturbabile”, quello che si appende al manico dell’ombrello con aria impettita e labbra strette, senza mostrare grande turbamento; l’“eroe titanico”, colui che lotta con la stoffa impermeabile dell’ombrellino scalcagnato, il cui telaio si gira e si rigira di continuo; e, infine, ci sono i “non aggiornati”, coloro che non hanno guardato le ultime previsioni del tempo e che scappano sguazzanti, alla ricerca di un riparo. Tante volte, mentre camminavo sotto la mia semi-cupola viola, avrei voluto offrire a quelli che vedevo sfrecciarmi accanto – rispondendo coraggiosamente all’aggressione meteorologica con giornali, ventiquattrore, giubbotti – un po’ di quello spazio sicuro, da dividere insieme per un tratto di strada. Penso di non averlo mai fatto per pudore, oltre che per la straordinaria velocità dei malcapitati. Quel pomeriggio la strada era lucida, la pioggia pungeva le basole colorate di Via Cartolari. Mi trovavo dentro una bottega, ridevo, e poi una signora si è affacciata all’interno, parlando coi proprietari. Si sistemava il cappuccio della giacca alla bell’e meglio, le gocce di pioggia a pois sul vetro degli occhiali. Ed ecco, allora, la mia occasione: «Signora, posso accompagnarla da qualche parte?» «Beh, sì! Io sto qua vicino!», m’ha risposto. Agganciato il braccio della signora e aperto il mio par’acquazzone di fortuna, ci siamo avviate lungo la via. Quattro chiacchiere veloci, di quelle che si servono sul bancone di un caffè: le lamentele sul tempo, il “cosa fai” e il “cosa studi”, col “perché proprio Perugia?” finale. Repertorio completo, eppure così diverso, perché registrato sui passi sincronizzati, recitato intorno al nodo stretto degli avambracci, mentre il contatto visivo si concentrava sui piedi fradici. «La mi’ cocca». Così ha interrotto la breve camminata. Sono rimasta ancora lì, mentre armeggiava con le chiavi per aprire il portone di casa, poi ci siamo presentate senza darci la mano, con un bacio. Bisognerebbe inventarlo, l’umbrella-sharing: saremmo tutti più asciutti e ben disposti verso il genere umano.

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CAPRICORNO

22 dicembre - 19 gennaio Hai deciso di esplorare la Patagonia partendo con la rincorsa da Porta Pesa, ma ti sei scordato il caffè sul fuoco. Reagisci con determinazione alla scadenza dei tuoi cotton fioc: allestisci una mostra di castagne e vin brulé per il prossimo mese. E non preoccuparti per i capelli: ricresceranno.

ARIETE

21 marzo - 19 aprile Quando finiranno i post-it a sedere ci ricorderemo le cose in piedi, sicuri come mai prima delle scelte da compiere. È davvero difficile gestire così tanta sensibilità, ma devi imparare a farlo. Il Kibbutz emotivo è stato fondato e gli infusi sono pronti: sei un Subasio fresco e profumato di vento, dove origami di gru vanno a riposarsi per l’inverno.

CANCRO

21 giugno - 22 luglio I tuoi desideri capitali hanno perso la corsa, ma tu fai tesoro dell’esperienza e lascia perdere i gadget promozionali. C’è un brodo primordiale che ribolle nella valle giù dal belvedere di Piazza Italia: le colline sembrano isole e i campanili fari di vedetta, mentre il cielo dipinge sfumature da inizio dei tempi. La verità è più potente delle nostre aspettative.

BILANCIA

23 settembre - 22 ottobre Hai vissuto così tante vite che non sai più quale casa scegliere per il pranzo di Natale. Ci sono molte galline che aspettano alla sera il tuo ritorno metropolitano e anche se le sveglierai mentre dormono saranno felici del tuo ritorno. Pianta il tuo bambù sempreverde nell’Orto Urbano della tua vita e ricorda che persino tu sei un essere umano.

ACQUARIO

20 gennaio - 18 febbraio La confettura di ansia spalmabile è in promozione, ma tu punta alla qualità. Non hai bisogno degli occhiali da sole per essere un ballerino straordinario e lo Sturm und Drang della tua frittata è sicuramente vincente. Sii prudente quando torni a casa in bici da San Girolamo: metti almeno una crema per proteggere le mani.

PESCI

19 febbraio - 20 marzo La tua anima di soia è germogliata. Come la prima volta che hai fatto la spesa al Mercato Coperto, come quando hai deciso di fare ginnastica tutte le mattine sul tuo tappetino da fachiro, come quando hai deciso di abbracciare gli alberi e ti sei dato all’agopuntura. I tuoi bigodini fatti di nuvole oltrepassano l’atmosfera: l’allunaggio è imminente.

TORO

20 aprile - 20 maggio Sei un Tevere in piena e la vicina del terzo piano non smette di chiederti favori. I fondi stanno per finire, ma tu sei pieno di energie e di risorse: i legami ripagano e le storie si intrecciano. Le scalette di Sant’Ercolano non si salgono da sole: nomina un Portiere di Quartiere per gestire le tue energie.

LEONE

23 luglio - 22 agosto Il tuo cuore è una pista ciclabile e a te non serve la pedalata assistita con tutto il farro che mangi. Questa non è una gara di trottole, una giostra solitaria ai Giardini Carducci, un enorme criceto che gira sulla ruota panoramica di Piazza Italia: ricordati di scendere in tempo, troppe lucine danno alla testa.

SCORPIONE

23 ottobre- 21 novembre Evita di chiederti se hai fatto bene, come devi comportarti: non devi più ripassare a memoria tutta la classificazione del creato mentre sali dal Pellini. Non è più tempo di studiare la cometa, è ora di atterrare e iniziare a gorgogliare anche tu: sganciati dalla tua Rosetta, non farla appassire. Contaminarsi è bello.

GEMELLI

21 maggio - 20 giugno L’occupazione di suolo pubblico delle tue esigenze deve fare i conti con le necessità altrui, non è questo il momento giusto e non aspettare che lo sia: assumiti il coraggio della rinuncia. La fioritura dell’erica non sarà più la stessa e le fermate del Minimetrò cambieranno nome, ma tu metti un sasso sotto la lingua per reidratarti e cammina fiducioso.

VERGINE

23 agosto - 22 settembre Non puoi più rimandare, il tuo armadio straborda di abitudini: le litigate del giovedì, le feste a casa di Giulia, il viaggio a Bucarest coi finestrini abbassati. Non è il caso di buttarli, lascia che i tuoi ricordi prendano nuove strade: porta i tuoi maglioni anni settanta al mercatino del Tempo Bono e ti sentirai meglio.



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